Sfoglia il Catalogo ibs023
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 5861-5880 di 10000 Articoli:
-
Tutte le altre sere
È una fredda sera di marzo del 1861 a New York, e la Guerra Civile è alle porte. I Rappaport sono riuniti a tavola per il seder di Pasqua. Marcus, il capofamiglia, ha appena accettato la proposta di David Jonas, suo socio in affari: la diciassettenne Emma Jonas, affetta da ritardo mentale, sposerà il diciottenne Jacob Rappaport. Ma la notte prima del matrimonio il giovane fugge di casa e si arruola nelle forze dell'Unione. Non passa molto tempo e a Jacob si presenta un'irrinunciabile opportunità di carriera: deve recarsi a New Orleans e, spacciandosi per un fuggiasco, uccidere lo zio che sta progettando un attentato al presidente Lincoln. Il successo dell'operazione porta nuove missioni, nuovi pericoli. Jacob dovrà andare in Virginia e sposare una bellissima spia confederata, Eugenia Levy, appartenente a una famiglia sudista legata ai Rappaport da ragioni d'affari. In un paese spaccato tra Nord e Sud, teatro della più lunga e sanguinaria guerra della storia americana, si consuma per Jacob un cruento crimine di coscienza: in balia della menzogna e divorato da un costante bisogno di approvazione, Jacob è incapace di scegliere il proprio futuro e di comprendere che la vita non ""dipende interamente dal capriccio di qualcun altro""""."" -
Un gioco da grandi
Ben è alto quasi due metri, ha poco più di vent'anni e nella vita vorrebbe fare lo scrittore. A caccia di esperienze, lascia l'America e sbarca in Baviera, nella desolata cittadina di Landshut, per giocare a basket con la formazione locale degli Yogurt. Relegato in panchina, Ben divide il suo tempo tra gli allenamenti, l'attesa che precede le partite e le incursioni solitarie nel quartiere di Monaco dove una volta viveva il ramo ebraico della sua famiglia. E mentre gli altri giocatori si trasformano pian piano nei protagonisti della storia che anni dopo sarebbe diventata un libro - questo -, Ben conosce Anke, l'ex moglie di un compagno di squadra. È la scossa che cercava: per la prima volta è costretto a mettersi in gioco. In bilico tra narrativa e memoir, e immerso nell'atmosfera esaltante e transitoria dei campionati di provincia, ""Un gioco da grandi"""" e il racconto dei tormenti di un ragazzo che non teme di misurarsi con la sconfitta, né di scoprire la distanza che separa i propri sogni dalla realtà delle cose."" -
Inutili fuochi
Estate, agosto. Ricardo, Andrea, Marta, Lia, Carlos, Dashenka... si aggirano in un residence estivo, così circoscritto da sembrare una prigione. Una manciata di vite tanto vicine da potersi toccare mentre ballano su un ritmo latino americano. Libere abbastanza da potersi nascondere o fare finta di non conoscersi. Come i bambini che sanno di dover tornare sempre al punto di partenza, da soli. Una scrittura ruvida, un romanzo in cui tutto è ordinario e niente è normale. -
Ho battuto Berlusconi! Racconto in due tempi (più supplementari e rigori)
Origini cattoliche irlandesi, sposato con due figli, il duplicatore di chiavi Kenny Noonan è prima di tutto un tifoso del Liverpool, squadra dal glorioso passato segnato dalle tragedie sugli spalti. Vent'anni dopo la notte nera dell'Heysel, il Liverpool è di nuovo in finale di Champions League: questa volta l'avversario è il Milan, la stellare corazzata di Silvio Berlusconi. Per Kenny potrebbe essere l'ultima occasione di tornare bambino e così, nonostante i debiti e il terzo figlio in arrivo, si procura un biglietto e vola a Istanbul per la sfida decisiva. La sorte gli riserverà la rimonta più rocambolesca mai vista su un campo da calcio, nonché un incontro ravvicinato con il furibondo premier italiano. Basato sulla storia (forse) vera di un autentico tifoso dei Reds, ""Ho battuto Berlusconi!"""" e un monologo che affonda le radici nell'anima ribelle di Liverpool, nella sua vasta e discriminata comunità irlandese, nel """"declino manovrato"""" della città voluto dal governo Thatcher, nelle vite dei portuali e dei minatori che allo stadio hanno atteso a lungo una rivincita contro l'arroganza e i trasformismi del potere. Un racconto scoppiettante che passa sotto la lente d'ingrandimento dell'umorismo fatti e personaggi, non solo inglesi, degli ultimi trent'anni, dal neoliberismo alla guerra in Iraq."" -
The fan
Qualcosa si è inceppato nella vita di Gil e Bobby. Il primo, piazzista di coltelli e grande appassionato di baseball, viene licenziato proprio quando l'attesa per la nuova stagione è finalmente giunta al termine; il secondo, ultimo ambito acquisto dei Sox, non riesce più a battere come faceva un tempo, vittima delle aspettative alle quali lo inchioda un contratto stellare. Per Gil, Bobby è un idolo del diamante, l'incarnazione del successo. Per Bobby, Gil è un signor nessuno, uno di quegli ammiratori senza volto che in cuor suo detesta. Le vite dei due uomini scorrono apparentemente distanti fino a quando Gil, caduto in un vortice di delirio e disperazione, comprende che la sorte di Bobby è nelle sue mani e che la rinascita del campione è anche la sua ultima possibilità di ""avere il coltello dalla parte del manico"""". Un'occasione da sfruttare a qualsiasi prezzo. Pubblicato per la prima volta in Italia nel 1995 (L'idolo, Sperling & Kupfer) e portato sul grande schermo da Tony Scott e Robert De Niro, The fan - con la sua scrittura lacerante e sincopata appartiene alla tradizione del thriller compulsivo americano in cui si riversano la violenza, le ossessioni e le inquietudini della società statunitense."" -
La mancanza di gusto
Per Mathilde le vacanze nel castello di famiglia sono un rito. Ogni estate, ad agosto, nella precaria comunanza che vede riunite quattro generazioni, sfilano davanti agli occhi del lettore persone di ogni età, una borghesia in dissolvimento che rivendica, più del sangue, i propri privilegi e la perpetuazione della specie. Quest'anno c'è una novità: la sontuosa piscina che distende gli animi e innesca ricordi e chiacchiere, finché una gentile concessione del capofamiglia non scatena un dramma patetico. Ma non c'è nemmeno il tempo per riflettere, tutto torna com'era, senza nostalgia. Le vacanze sono finite. -
Frédéric smarrito tra i suoni
Frédéric Queloz è nato a Parigi ma è cresciuto tra Oslo e Berlino finché a diciassette anni si stabilisce con la famiglia a Tel Aviv. Non è un ragazzo come gli altri, si sente confuso, sradicato, ed è sempre in lite col fratello più piccolo. Comunica con difficoltà: non capisce i discorsi, è bloccato dalle sue stesse ""frontiere"""", non afferra il senso delle parole e proprio per questo non si separa mai dal suo dittafono, con cui registra ciò che gli altri dicono per poi trascriverlo e assimilarne il significato, anche se il dittafono assume le sembianze di un dittatore, """"perché le parole che profferisce non permettono alcuna contestazione, con la scusa che basta riavvolgere il nastro e riascoltare per verificare la loro esattezza"""". Da quando è arrivato a Tel Aviv, tappa finale del suo disorientamento, si è messo in testa di imparare l'ebraico per esplorare il mondo che lo circonda e perché sente che il linguaggio è una mappa in grado di dargli una direzione. Inizia così un affascinante viaggio dentro una lingua misteriosa, lungo le mura di una città costruita sulla sabbia, fino al vuoto della propria coscienza, intrappolata in un corpo che sarà per Frédéric l'unico territorio in cui abitare."" -
Imparo il tedesco
"Che senso ha chiamarsi Ernst Wommel e non sapere il tedesco?"""" si chiede il giovane protagonista di questo romanzo, sentendosi improvvisamente diverso dai suoi compagni di scuola. E che qualcosa non quadri nella sua vita è evidente: Ernst è nato negli anni Sessanta a Parigi da genitori tedeschi che non parlano mai la lingua madre, ha una malattia all'occhio sinistro che lo obbliga a complicati medicamenti e, in più, quelli che dovrebbero essere i suoi amici lo chiamano """"Rommel il Crucco"""" o """"Hitler"""". Ernst reagisce e, alle medie, sceglie il tedesco come lingua straniera, provocando uno sconvolgimento degli equilibri familiari che deflagra quando torna da Saarbrücken, in Germania, dove era andato a conoscere Rolf Bauer, il suo amico di penna con il quale condivide la propria iniziazione sessuale e la presa di coscienza che la Storia può lasciare un'eredità traumatica. Forte di un'omosessualità vissuta con naturalezza, Ernst intraprende così un doloroso ritorno alle origini che si annoda alla ricerca di sé, e si ritrova a fronteggiare la separazione dei genitori e l'inconsistenza della memoria collettiva europea." -
I circuiti celesti. Marco Simoncelli, la breve vita di un angelo centauro
"Ci sono campioni che si imprimono nel cuore della gente con una forza che sovrasta ogni logica. Marco Simoncelli non ha vinto tanto, eppure, più di altri, incarna l'epica del motociclismo - l'ultima testimonianza dell'antica cavalleria e della giostra -, l'ultimo sport che esige un dominio severo dell'uomo sulla macchina. I campioni si riconoscono da come infiammano il pubblico, da come richiamano coloro che a certi sport si sentono estranei. Simoncelli era un angelo che combatteva battaglie antiche, fatte di sacrificio al servizio del talento. Se è vero che il modo migliore per scrivere una biografia è compromettersi, Tonon lo fa svelandosi, procedendo per folgorazioni, scrutando le profondità oltre il visibile. I circuiti celesti e infatti un dialogo, una confessione inattesa, un'elegia che attraversa la vita di Simoncelli senza giudicarla, facendone anzi lo specchio della propria. Ed ecco così Tonon operaio e novizio, Tonon scrittore del sublime fondersi a Simoncelli angelo e bambino, congiungersi alle sue braccia aperte, alla sua gioia in una doppia biografia emotiva che proietta il lettore in un firmamento di puri spiriti. La teologia della devozione.""""" -
Nostra Signora del Nilo
Arrivano a bordo di portentose Range Rover, Mercedes e jeep militari, arrivano la domenica pomeriggio, a ottobre, arrivano al liceo Nostra Signora del Nilo che svetta nel cielo in tutta la sua fierezza, non lontano dalla sorgente del Grande fiume dove si erge la statua della Madonna nera. Ad accoglierle ci sono le suore, la madre superiora, il cappellano, le guardie comunali e il sindaco, e un immancabile stuolo di curiosi. Siamo a Nyaminombe, Ruanda, nei primi anni Settanta, e ad arrivare sono le allieve, figlie di ministri, uomini d'affari e ricchi commercianti - Gloriosa, Frida, Goretti, Godelive, Immaculée e tante altre, le ragazze destinate a diventare un modello per tutte le donne del paese. Ma ci sono anche Veronica e Virginia, due delle giovani tutsi ammesse in virtù della quota etnica, un misero dieci percento, un'elemosina degli hutu. Inizia così un nuovo anno scolastico, scandito da lezioni e pasti in comune, da pene e momenti di buonumore, e da preghiere, canti e pellegrinaggi alla statua di Nostra Signora del Nilo. Ma l'atmosfera di virginale ordine cela crepe minacciose, occulta la fosca lussuria del cappellano e l'astiosa impudenza di alcune allieve che sfocia in odio razziale, e niente rimarrà intatto di quel breve anno segnato dalla pioggia incessante. Con una scrittura avvolgente e ingannevolmente semplice, Mukasonga delinea un microcosmo femminile al tempo stesso puro e velenoso, in cui si riflettono le tensioni che agitano un paese nel suo desolante cammino verso il genocidio del 1994. -
Il Rapporto sul Congo
1903. Roger Casement, un diplomatico irlandese al servizio di sua maestà britannica, viene inviato in missione nell'alto Congo. Le notizie sui massacri perpetrati dai belgi sono insistenti. Alcuni commercianti europei hanno subito violenze. Il console scopre una verità agghiacciante al termine di un ""viaggio all'inferno"""" durato tre mesi: da anni è in atto un genocidio, il primo del XX secolo. Risale il Congo e raggiunge aree un tempo densamente popolate ora quasi del tutto disabitate. Annota ciò che vede, conta i sopravvissuti di tribù popolose, ascolta le testimonianze che descrivono i massacri, le mutilazioni, la riduzione in schiavitù, la criminale sottrazione di risorse in cambio di ridicole contropartite. Al suo ritorno redige il Rapporto sul Congo presentato al parlamento britannico nel 1904. È un documento di eccezionale valore morale scritto da un uomo che è stato - come sottolinea il Premio Nobel Mario Vargas Llosa autore del """"El sueño del celta"""" basato sulla figura di Casement - """"uno dei primi europei ad aver avuto una chiara coscienza di cosa fosse realmente il colonialismo"""". Un orribile sopruso, dirà poi Conrad il cui Cuore di Tenebra fu ispirato anche dal Congo Report."" -
Io sono il cantiere! Amianto mai più
"Io sono il cantiere"""" è in realtà un libro corale e quel perentorio """"io"""" contiene le testimonianze di quindici vite violentate dall'incontro con la più subdola delle cause di morte industriale: l'esposizione all'amianto che, in attesa di diventare """"ufficialmente"""" malattia, stravolge vite e famiglie, futuro e speranza. Gli autori dei racconti, guidati da una psicologa, hanno compiuto un percorso grazie al quale hanno elaborato la loro percezione del rischio rendendocela nella più definitiva delle forme: quella scritta. Le loro parole formano un tutt'uno logico con alcuni brevi saggi, due poesie e un racconto noir inedito di Loriano Macchiavelli, e sono accompagnate da foto in bianco e nero di Isabella Balena che fungono da contrappunto alla narrativa piuttosto che da didascalica illustrazione. Una domanda aleggia costantemente lungo l'intero percorso narrativo: perché l'amianto malgrado il fatto che numerosi studi ne abbiano confermato la cancerogenicità continua a essere estratto, commercializzato, lavorato dalle industrie manifatturiere nel sud del mondo mettendo a repentaglio nei prossimi anni le vite di milioni di persone?" -
Conversazione a Teheran
Conversazione a Teheran, dell'affermato scrittore iraniano Reza Gheissarieh, classe 1947, e italianista fra i più importanti del suo Paese, prende la forma di un dialogo fra un padre e un figlio. È un confronto diretto, ironico e confidenziale, dove si inseriscono via via le voci di altri personaggi che contribuiscono a rendere articolato e sfaccettato il poliedrico quadro di una vicenda personale sì, ma anche collettiva, di una società oscillante tra un vicino e ancora palpitante passato e un presente che scorre veloce ed è irrimediabilmente proiettato al futuro. Si stagliano nette due generazioni, due Iran, si schiudono storie singole e personali che appartengono però a una più grande e onnicomprensiva storia, che non termina con la morte dei padri e che lascia nel lettore un sapore conosciuto che lo invoglia a superare i facili luoghi comuni, per conoscere di più e meglio l'Iran, la sua gente e le sue storie, per scoprire infine che sono anche le nostre storie. Gheissarieh ha scelto di pubblicare Conversazione a Teheran per la prima volta in assoluto in Italia. Paese dove, scrive, ""ho trascorso gli anni migliori della mia gioventù, così felice e serena""""."" -
Troppo presto per andare altrove
Artemisia Ranni ha solo vent’anni quando scopre che la vita può diventare ancora più complicata di prima se si muore. Un volo dal quinto piano di un palazzo nel centro di Roma, invece di regalarle un presumibile oblio, la scaraventa in un orizzonte persino più frenetico e incasinato di quello consueto quotidiano trantran assegnato d’ufficio ai viventi. Nell’Aldiquà, intanto, la perdita di Artemisia scaverà un abisso dentro le persone a lei più vicine: tutti quanti sono devastati, ognuno a suo modo, da un interrogative crudele. Perché Artemisia si è suicidata? Bella domanda, non sa spiegarselo bene nemmeno la diretta interessata. Gli interrogativi e i dubbi, piuttosto che scomparire, si moltiplicano. “Alcuni giovani si affidano al web che offre ogni giorno possibilità nuove, unite al fascino di potersi esprimere in modo diverso, con poche parole e pochi rischi. Alcuni però non si accontentano. E dopo aver fatto queste esperienze sul web sentono il bisogno di scrivere di più e veramente, di scrivere un libro, ad esempio l’autrice Elisabetta Pasca, che pure si muove bene nei canali della multimedialità e ha un sacco di lettori, ad un certo punto cerca qualcuno che l’ascolti davvero”. -
Al tempo della Partizione Testo inglese e fronte
Con il poemetto narrativo ""Al tempo della partizione"""", pubblicato in Gran Bretagna nel 2013, Moniza Alvi indaga la storia della famiglia paterna all'epoca della Partition, la divisione nel 1947 del subcontinente indiano in due stati indipendenti e subito nemici, India e Pakistan. Una separazione fissata nella sua memoria come """"qualcosa di profondamente irreale, o assurdo"""". Tornano in quest'opera i temo che Alvi ha spesso affrontato nelle sue opere precedenti come il multiculturalismo, l'identità, le migrazioni e il razzismo - temi che continuano a essere attuali e profondamente incompresi nel nostro tempo. Nel continuo scambio tra realtà e invenzione, la linea che divide India e Pakistan diventa per l'autrice il modo per indagare la vita e la morte, la realtà di quanto accaduto e la sua interpretazione, ciò che si può dire della storia familiare e quello che non si può."" -
La pratica della consapevolezza: sati nel Canone buddhista pali
Questo lavoro esplora il concetto di sati nella letteratura buddhista pali esaminandone le dinamiche attraverso i quattro strumenti della consapevolezza (satipa??hãna), riconosciuti come fattori cruciali nel sentiero (magga) buddhista per la liberazione (vimutti). Questo sentiero abbraccia la disciplina morale (sîla), la meditazione eo concentrazione (samãdhi) e la comprensione profonda (pa??ã). I quattro satipa??hãna appartengono all'area meditativa di questo triplice tirocinio, la quale poggia sulla disciplina morale e a sua volta sostiene la comprensione profonda, e sono descritti come ""il sentiero diretto alla fine della sofferenza"""".La piattaforma testuale dell'analisi qui condotta consiste nel corpus letterario dei Nikãya, vale a dire le cinque raccolte scritturali che rappresentano il cosiddetto """"Canestro dei discorsi"""" (Sutta-pitaka). La tradizione buddhista Theravãda attribuisce questi insegnamenti al Buddha stesso e pertanto li considera la massima autorità per la comprensione della filosofia e della pratica buddhiste. Nel presente lavoro si presta particolare attenzione alle esegesi offerte dai testi di Abhidhamma, dalla letteratura paracanonica e dai commentari."" -
Gli anni clandestini. Il cricket italiano dalla nascita fino al riconoscimento da parte del CONI
Venerdì 26 novembre 1980 nasceva l'Associazione Italiana Cricket. Il nostro Paese aveva appena vissuto il suo momento più drammatico culminato nella barbara strage del 2 agosto alla stazione stazione di Bologna. Una stagione plumbea cui sarebbe seguito. La nascita del cricket ha avuto luogo in quegli anni, sullo sfondo di un'Italia in evoluzione, trasformatasi in poco più di 40 anni da Paese d'emigrazione in destinazione per immigrati. Testimone di questa metamorfosi, il cricket traccia, in questo primo volume, l'inizio della sua storia, quella degli anni in cui la sua pratica rasentava la clandestinità. Con il tempo, lo scetticismo e l'ironia hanno ceduto il passo alla tolleranza ancor più che al consenso. Il gioco ha dipinto gradualmente il quadro di un'Italia diversa, un Paese multietnico da alcuni apertamente osteggiato e da molti non ancora del tutto digerito. La Nazionale, una squadra che non necessariamente la domenica va a messa, ha unito in un filo di continuità temporale, lungo 160 anni, gli iscritti all'AIRE, ai nuovi italiani. Le vittorie azzurre hanno dato lustro allo sport italiano oltreché credibilità al movimento. La strada da fare, tuttavia, è ancora lunga. -
L' eresia del male
Scrive Paolo Vian: «Manselli era convinto che l'eresia catara, una risposta all'eterno problema del male, abbia rappresentato la più grande sfida, la più insidiosa minaccia al cristianesimo medievale in Occidente. L'anti-Chiesa catara, con la sua organizzazione, con la sua capacità di persuasione, con la sua diffusione capillare, permeò molteplici espressioni della vita sociale, politica e culturale dell'Europa fra XII e XIII secolo (era cataro Farinata degli Uberti). Poi, agli inizi del Trecento, scomparve quasi senza lasciare traccia. Di fronte a questa sparizione, Manselli tornò a interrogarsi sul ruolo dei ""vinti"""" nella storia: al di là della sconfitta, quale fu la loro funzione? Il vincitore uscì trasformato dal conflitto: per vincere i Catari """"la Chiesa - scrisse Manselli - ha dovuto approfondire e rinnovare in direzioni precise il suo bagaglio culturale, ha dovuto modificare profondamente le sue strutture. Domenicani e francescani (...) sono una diretta conseguenza dei catari e non minore conseguenza ne è l'Inquisizione». «Ma più di tutto forse la Chiesa cattolica venne portata ad un riesame di sé stessa, a migliorarsi, a riformarsi, senza tregua, per due secoli»."" -
La cura. Il libro come salvezza dalla solitudine e dalla paura
La lettura può contribuire alla cura dell'anima. Marco Testi, critico letterario e comparativista, oltre che docente, ci conduce in un percorso in cui i libri rappresentano i fiori, i colori, l'acqua, l'incontro: percorso in cui talvolta è il deserto che deve essere affrontato, come in questo periodo in cui sono negati gli abbracci e la solitudine rischia di colpire persone in stato di debolezza, malattia, carenze affettive e solitudine. Alcuni libri più di altri ci posso aiutare a superare questo difficile periodo, a saperli leggere in un certo modo. Per esempio a metterli materialmente nella nostra libreria raggruppandoli per motivi, e non per generi, prima di leggerli. È così che Testi ci presenta diversi tipi di cura attraverso il libro. Gli autori citati sono solo alcuni tra quelli presenti in questo volume. la cura dell'amore, in cui emergono, tra i tanti, autori come Bassani e persino Giovanni Paolo II, con il suo La bottega dell'orefice. La cura nel raccontare, per se stessi e per gli altri, come spiega in un suo libro Franco Rella, o come suggerisce lo psicoanalista Erich Fromm. Vi è poi una cura nella lenta riscoperta di se stessi, e ci qui aiutano Elsa Morante o Walt Whitman o Tiziano Terzani. come ignorare le possibilità terapeutiche della poesia, quando è davvero poesia, quella per sempre, se si leggono ad esempio la Achmatova, o Cristina Campo, perfino un Leopardi riscoperto nel suo sorprendente aspetto religioso, senza dimenticarci del punto fermo Eliot. E poi c'è la terapia della riscoperta della bellezza nel cammino quotidiano, come accade a Joyce, o al Jack London che si interessa non più di eroi avventurosi ma del proletariato di Londra. Per non dimenticarci delle epifanie urbane di Borges. Ma molti stati salvati da una parola, da un brano contenuti in una canzone, quando questa canzone è tutt'uno con la poesia, come nel caso di Fabrizio De Andrè o Bob Dylan; e, se ne facciamo tesoro, anche la Storia con la maiuscola può esserci d'aiuto, se essa è attraversata da pensatori-scrittori che hanno coraggiosamente abbandonato mode e ismi per costruire speranze nuove: Rousseau è uno di questi, come anche la straordinaria scelta di Etty Hillesum di condividere con i suoi il destino di morte mentre avrebbe potuto salvarsi. E il mito può aiutarci? Sì, se lo si legge con la giusta angolatura, e allora ecco che qui possono aiutarci grandi studiosi come Paul Ricoeur o Carl Gustav Jung, oltre che lo straordinario Pavese de La luna e i falò. E ovviamente la cura per eccellenza, quella della speranza, se lasciamo parlare al nostro cuore Herman Hesse o Mario Pomilio, o un neurologo che può raccontare, avendo vissuto un'esperienza eccezionale, di realtà dell'anima. Per non parlare degli abissi di Dostoevskij o degli ""eroi"""" così simili a noi di Chesterton."" -
L' individualismo inautentico. Come l'uomo può essere ridotto ad atomo di un organismo sociale
È opinione molto diffusa che nelle società democratiche ed economicamente più sviluppate contemporanee sia presente una forma di individualismo esasperato. L'ipotesi che nel libro viene sviluppata è che ciò che viene etichettato come individualismo sia semplicemente una sorta di miraggio, un'illusione, la cui funzione è quella di favorire la progressiva riduzione dell'individuo umano alla condizione di molecola di un superorganismo: la società globale. L'individualismo, nato nella filosofia ellenistica e nel cristianesimo primitivo, nella modernità ha perso progressivamente, spinta dal nichilismo, il suo legame con la Totalità ed è stato esiliato nei confini dell'ego. Questo sta favorendo il tentativo dei superorganismi, generati dallo sviluppo dell'informatica e dell'intelligenza artificiale, di affermarsi come la nuova forma dell'umano e ridurre l'individuo a loro semplice molecola. Solo la riconquista di un individualismo autentico, nutrito da un rapporto vitale con la Totalità che può contare anche sulla scoperta da parte delle scienze fisiche della non-località/ Totalità, può annullare questa minaccia e consentire la sopravvivenza dell'umano individuale.