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Il ragazzo luminoso
Gli ultimi anni della breve vita di Tim Bergling, universalmente noto come Avicii, con il loro susseguirsi di grandiosi successi e crudeli sofferenze, fino alla precoce e tragica fine, sono narrati da una testimone, una donna estranea all’ambiente dello spettacolo e in qualche modo un alter ego dell’autrice, che con il suo romanzo ha voluto rendere omaggio a un artista dal talento straordinario, ma soprattutto a un giovane incompreso e infelice, schiacciato da un mondo che lo ha sfruttato senza capirlo. -
Il bacio della falena
La vita di Rebecca Sorani, giornalista in una piccola redazione dell'isola di Giglio, è piuttosto semplice: lavoro, casa e Stefano, il fidanzato che ogni ragazza vorrebbe avere. Finché una filastrocca non stravolge la sua esistenza. Intrighi, complotti e persino una nuova e travolgente passione fanno da sfondo all'idea di un ordine mondiale basato sulla verità dell'Assoluto hegeliano. Coinvolta suo malgrado nel più grande inganno della storia, Rebecca scopre che il proprio ruolo è più centrale di quanto non avrebbe mai potuto immaginare e si prepara a lottare per strappare ogni velo e ritrovare la verità. -
The hype
Quali vicende uniranno una rock band irlandese di fama planetaria, un ragazzo francese e le manovre oscure della CIA? Tra musica, passione e spionaggio, i tre filoni narrativi convergeranno al culmine del romanzo attraverso svolte improvvise e momenti di suspense che rischieranno di cambiare l’ordine geopolitico. -
Karl Marx
"Questo libro fu pubblicato nel 1950. Trovato a vilissimo prezzo su una bancarella, da molti anni occupa un piccolo spazio nella nostra biblioteca personale di frammenti di cultura e storia e più volte ha rivisto la luce. Il privilegio di editare una collana dal nome significativo ci consente di festeggiare il bicentenario della nascita di Karl Marx pubblicandolo ancora una volta, come sempre esplicativo nei contenuti ma meno austero, nell'aspetto, delle passate edizioni.""""" -
Aneddoti 1911-1918
La frenetica, eccentrica vita letteraria e artistica della Parigi d’inizio Novecento, nelle cronache che Guillaume Apollinaire scrisse dall’aprile 1911 al novembre 1918 per il Mercure de France, rivista della prestigiosa casa editrice dove pubblicò i suoi libri. Interprete delle avanguardie – cubismo, futurismo, orfismo, dada – e dell’arte negra, scopritore dell’opera di Sade, innovatore della poesia, in questi suoi ""Aneddoti"""", sempre pervasi di fantasia e di sottile umorismo, passano le maggiori figure delle nuove ricerche. E accanto a loro, personaggi curiosi, bizzarri, irregolari, sognatori, disperati. Lo scenario si sposta poi sul fronte della Grande Guerra a cui Apollinaire partecipò da volontario, rimanendo ferito. L’ultima nota, scritta pochi giorni prima che la “febbre spagnola” lo uccidesse, è un elogio della “divina poesia”."" -
Glinda di Oz
La strada di mattoni gialli che ci ha condotto attraverso i libri di Oz volge ormai al termine, ma prima di salutare i nostri eroi ci prepariamo ad accompagnarli in un'ultima grande avventura... Cosa è accaduto stavolta a Ozma e Dorothy, partite dalla Città di Smeraldo per scongiurare lo scoppio di una guerra? Le due Principesse di Oz sono rimaste prigioniere su un'isola inaccessibile, sommersa in fondo a un lago! Lo Spaventapasseri, il Leone Codardo e il Boscaiolo di Latta stanno già accorrendo in loro soccorso, pronti a sfidare ogni ostacolo con l'aiuto del Mago e di altre nostre vecchie conoscenze. Ma la vera salvezza può venire solo da tre maestose Incantatrici, che un crudele sortilegio ha tramutato in pesci, privandole dei loro poteri. Tra cervelli in scatola, gorilla parlanti e sottomarini stregati, scopriremo che il coraggio e l'ingegno valgono a volte più della magia... persino quella di Glinda di Oz! Età di elttura: da 8 anni. -
Tre romanzi viennesi: La legge del più forte-Senza freni-La via senza gioia
Con questi tre romanzi, qui riuniti in un unico volume, Hugo Bettauer, giornalista e scrittore laico e liberale, apre una finestra narrativa sulla multiforme realtà viennese degli anni ’20, facendocene comprendere gli straordinari contrasti, tra profonda miseria materiale e spirituale e immensa ricchezza, generati da una guerra che annientò milioni di esseri umani in forme e modi mai prima sperimentati. Animato da uno spirito “positivo” e aperto alle istanze delle nuove generazioni dei Roaring Twenties, Bettauer descrive, analizza e spesso commenta la vita degli abitanti dell’ex capitale imperiale, cogliendone con grande acutezza il dramma presente e in più occasioni, profeticamente, le tragiche prospettive future. “La legge del più forte” (1920). A dominare la trama e l’agire di tutti i personaggi è la legge dell’homo homini lupus, che devasta le vecchie regole del “Mondo di ieri”. Pur essendo un romanzo intrinsecamente viennese, un’intera sua sezione è dedicata a tracciare consistenti scorci di vita americana e di New York in particolare, che l’autore aveva conosciuto personalmente e di cui, evidentemente, serbava un ricordo nitido e significativo, anche se non sempre lusinghiero. A differenza della successiva produzione bettaueriana, qui le vicende dei protagonisti sembrano assumere maggior rilievo rispetto alla critica della società e dei suoi disvalori, cui sarà invece dato ampio spazio nelle opere successive. “Senza freni” (1920) conobbe un notevole successo, come del resto il precedente; tanto che, ancora quattro anni dopo, fu ripreso e pubblicato a puntate su un nuovo giornale viennese, ""Das Tribunal. Internationale Justiz-und Kriminal Zeitung"""", stavolta con il titolo “Der Mann, der leben wollte!”, “L’uomo che voleva vivere!”. Vi si ritrovano alcuni elementi tipici della morale bettaueriana, che qui si riassume in un paradosso: “a essere colpevole è la vittima, non il carnefice”. Al centro della riflessione si colloca non già l’abiezione dell’atto delittuoso, ma il fatto che la vittima merita la morte. La criminalità viene presentata come una mera, possibile soluzione dei conflitti. Una posizione questa che risente con tutta evidenza delle spaventose devastazioni morali, oltre che materiali, prodotte dalla guerra. Per tragica ironia, anche l’assassino di Bettauer, Otto Rothstock, uscì, se non del tutto assolto, comunque sostanzialmente indenne dal procedimento giudiziario, proprio in forza del principio che a essere colpevole era in realtà la sua vittima. Anche “La via senza gioia” (1923-24) fu subito un grande successo. Alla fine del 1924 le copie vendute erano già oltre 30.000. L’apice della popolarità lo raggiunse però l’anno seguente, quando il celebre regista G. W. Pabst ne girò una versione cinematografica, nella quale una giovanissima Greta Garbo interpretò il suo primo ruolo da protagonista nei panni di Grete Rumfort. Il complicato intreccio degli eventi tesse una narrazione che sa come tener sempre viva l’attenzione del lettore, ma il tratto caratteristico della vicenda, che sotto questo aspetto si distacca dal classico romanzo di appendice, è la sua dimensione corale, propiziata dalla centralità che assume la Melchiorgasse, un micromondo urbano, “una piccola città a se stante, un quartiere fatto di miseria e degrado sociale” (G. Murray Hall, """"Der Fall Bettauer"""", 1978,... -
Racconti scritti in esilio
In questi racconti tecnicamente perfetti e animati da una viva sensibilità etica e una profonda compartecipazione al dolore e ai drammi di umili ed emarginati, respira il mondo rurale delle campagne dominicane in epoche dure, ma compaiono anche gli scenari dell’esilio: il mare di Cuba, gli altipiani della Bolivia, i porti del Venezuela. Con un realismo sociale che fermenta verso il magico, tra questioni etno-identitarie dei Caraibi e dell’America Latina e problemi umani universali. -
Una giornata parlamentare. Commedia di costume in tre atti
Definito da un critico dell’epoca come il primo dramma francamente politico del teatro contemporaneo, ""Une journée parlamentaire"""" (1894) è l’unico testo teatrale di Maurice Barrès; bloccato dalla censura, venne messo in scena da André Antonie nell’ultima stagione del suo Théâtre Libre. Al centro del dramma, scritto in una Francia ormai prossima all’affaire Dreyfus, è l’intreccio tra finanza e politica dello scandalo del Canale di Panama, una vicenda che mise in luce l’enorme potere acquisito dalla stampa. Più che adottare una prospettiva morale condivisibile, Barrès sceglie di affidarsi a un coro di colpevoli: parlamentari corrotti e violenti, giornalisti assetati di scandali e compravendite, un amico dall’integrità vacillante, una moglie accecata dalla vanità e un protagonista gravato dalle scelte del passato. A oltre un secolo dalla sua stesura, Une journèe rimane un testo godibile sulla pagina, ma anche ben adattabile alla scena (teatrale e politica) dei nostri giorni."" -
Un giardino sull'Oronte
"Un jardin sur l’Oronte"""" (1922) è l’ultimo romanzo scritto da Maurice Barrès. Dietro la storia d’amore tra un giovane crociato e una principessa musulmana si annida un finissimo lavoro di riscrittura e di citazioni da molteplici testi, da Le mille e una notte alle tragedie di Sofocle ed Euripide, anche se è di poesia che il romanzo si nutre, soprattutto dei lirici persiani e orientali. Di questa opera la stampa cattolica giudicò scandalosa la commistione di spirituale e carnale, culminante in una trasposizione profana della Passione di Nostro Signore. Dopo tanti scritti ideologici, poco prima di spegnersi, questo gerarca dello stile che è Barrès torna alla musica, in equilibrio tra solennità classica e passione romantica, un «sogno dei vent’anni» che, diceva l’autore, «è il mio cuore messo a nudo»." -
Paradise
L'estate del 1982 è quella dei Mondiali di Spagna e della canzone Paradise di Phoebe Cates. Ma è anche l'estate in cui due giovani amici, Sherlock e Watson, appassionati di gialli e misteri, proiettano la loro attrazione per l'ignoto oltre le mura di una vecchia e minacciosa villa in montagna, Villa Paradiso, che nasconde dietro la sua sinistra rovina un passato impronunciabile. Nel pieno delle loro avventure estive, Watson esce di strada in bici e precipita nel bosco. Rimane incosciente per un mese, e al suo risveglio trova un plico di lettere ad aspettarlo. Sono quelle che l'amico Sherlock gli ha scritto dalla montagna, durante la sua assenza, e gli parlano di un'estate che non ha vissuto, di nuovi amici e amori, ma anche di strani episodi che riguardano Villa Paradiso. Al suo risveglio, tuttavia, Watson non scopre soltanto quelle missive ad attenderlo. Riceve anche la notizia che Sherlock e i suoi nuovi amici non si trovano più. Sono scomparsi a fine estate e nessuno sa dove o cosa cercare. Trentun anni dopo, un Watson ormai disilluso e provato torna per la prima volta al paese di quella lontana estate. Lo fa perché ha ricevuto una richiesta di aiuto: una lettera, scritta con la stessa grafia di quelle che gli aveva inviato Sherlock, una vita prima. Ad attenderlo trova la villa oscura e diroccata, che nasconde più di un segreto oltre le sue finestre buie, occhi che sprofondano su un passato misterioso e terribile. -
Un messaggio dal mare
"Un messaggio dal mare"""" è una storia nautica frutto della collaborazione tra Charles Dickens e Wilkie Collins. Ne è protagonista il capitano americano Silas Jorgan, giunto in un villaggio del Devon per consegnare a un giovane pescatore il messaggio in bottiglia trovato su un’isola deserta. Per sciogliere l’enigma contenuto nel misterioso messaggio, il capitano accompagna il pescatore attraverso le brughiere della Cornovaglia fino a raggiungere una remota locanda, dove ascolta storie di panciotti, di rapine, di naufragi, di spettri e di follia narrate da un gruppo di bizzarri personaggi... Naturalmente, come nella migliore tradizione dickensiana, il lieto fine non può mancare, e la soluzione del mistero viene fuori da un cappello, come dal cilindro di un prestigiatore. Con il saggio introduttivo di Marco Catucci """"Dickens e l'uomo di mare""""." -
Tenero come il ricordo
Il 1° gennaio 1915 Guillaume Apollinaire conobbe in treno, mentre andava a raggiungere il suo reggimento a NÎmes, la giovane insegnante di liceo di Orano Madeleine Pagès. Presto quel breve incontro doveva trasformarsi, grazie alla ""magia della scrittura"""", in un romanzo di seduzione e d'amore. Apollinaire rivide Madeleine una sola volta, a Orano, durante una licenza dal fronte, alla fine del 1915; ma le sue lettere alla """"fidanzata di guerra"""" (quelle di lei sono andate perdute) rivelano in entrambi un sentimento intenso, esaltato, ispirato alla ricerca di un assoluto nell'eros e nell'esistenza. Poi, nel marzo 1916, la ferita di una scheggia di obice alla testa, e la rinuncia enigmatica del poeta a Madeleine. Le lettere sono anche uno straordinario diario di guerra, con """"i poveri fanti che muoiono come mosche"""" e """"l'orrore tragico, atroce, oscuro del corpo a corpo infernale nelle trincee, nei cunicoli, nei crateri""""; e intanto, attraverso i resoconti frammentari, filtrano gli umori segreti, le idee estetiche, i progetti letterari degli anni in cui Apollinaire elaborava la nuova poesia dei Calligrammes. Una testimonianza autobiografica preziosa sull'esperienza del poeta e il suo tempo."" -
Sono Mattia, Scala C
Lui è Mattia Castagna, Scala C, un ragazzo estroverso e brillante della periferia di Milano. È nell'Italia degli anni '70 che inizia la sua storia, quando la sua infanzia viene stravolta dall'improvvisa morte del padre. Mattia, però, non si dà per vinto e anche se ancora piccolo, fa di tutto per mantenere la madre Agnese e il fratello Uccio. Finché, come accade spesso nella vita, qualcosa va storto e niente sarà più lo stesso. Un'innocenza accusata e un'adolescenza consumata nei dintorni della Villa dei Gerani in compagnia di ragazzi interrotti e di una fidanzata determinata, amici che lo aiuteranno a non arrendersi e a combattere, giorno dopo giorno, contro la violenza di un destino che lo riporterà continuamente di fronte ai suoi eterni nemici. Una storia di passioni e sogni infranti, che s'intreccia con fatti e vicende del nostro Paese. -
La vita di Vasilij Fivejskij
Leonid Andreev (1871-1919) può essere considerato uno dei maggiori scrittori russi del Novecento, sensibile interprete della crisi spirituale che attraversa la Russia e l’Europa tra i due secoli. Nei suoi libri rivela un acuto spirito di osservazione e capacità di penetrazione psicologica. Sa percepire il passaggio tra il vecchio mondo, che ha esaurito i propri valori, e il nuovo, ancora oscuro e confuso. ""La vita di Vasilij Fivejskij"""" appartiene a un genere letterario tipico della tradizione russa: la povest’, componimento in prosa che occupa una posizione intermedia tra il racconto e il romanzo: la narrazione è incentrata sul protagonista, la personalità e la sorte del quale si svelano in una progressione di episodi. La figura principale, in questo caso, è quella di padre Fivejskij, pope di campagna, attraverso il quale Andreev ci presenta la lacerazione della coscienza religiosa come conseguenza dell’assurda crudeltà della vita umana. Un tema non casuale che l’autore integra con un “pessimismo storico”, lontanissimo da ogni messaggio di speranza: i personaggi andreeviani sono spaventati dalla vita, rannicchiati su se stessi, solitari, estranei e indifferenti a tutto e tutti. Il """"Fivejskij"""" ha subito attirato l’attenzione dei critici, che l’hanno accolto come l’opera più matura di Andreev."" -
Giustizia per gli innocenti
Una denuncia di scomparsa. Il corpo della donna trovato nudo, spento da un colpo di pistola, con un perizoma a incatenarle le mani. I sospetti sul fidanzato. La strana assenza di tracce di sperma. Il riemergere di un crimine analogo a Genova e di un altro sospettato. Questi gli ingredienti principali per le indagini del commissario porcelli e dell'ispettore Montefusco, inasprite dal ritrovamento di una terza donna nelle stesse condizioni. Ma a legare le vittime non sono solo i perizoma-manette: rapporti, amicizie, antipatie. In un autentico dramma delle responsabilità, l'intero sistema dei personaggi è imbrigliato in un groviglio di colpevolezze, in cui il principio di reciprocità impera sovrano. -
Nei boschi d'agosto
"Tu non sei quello che compri, quello che consumi, quello che ti hanno prima fatto desiderare e poi ti hanno portato via. Non sei il tuo lavoro, le tue preoccupazioni, i tuoi mille impegni quotidiani che ti allontanano dalle cose che veramente contano. Per ritrovare la strada, per illuminare il cammino. Per definirsi e ritrovarsi, per comprendersi e perdonarsi. Vieni con noi. Sarà una grande avventura, un tatuaggio sul cuore"""". È questo l'incipit del terzo lavoro di Mauro Penza, ambientato nel microcosmo viaggiante di un trekking a cavallo e dei suoi protagonisti, tutti in sella lungo quei sentieri in quota dove l'Appennino emiliano si fa per un attimo montagna prima di precipitare verso la Toscana. È la storia di un viaggio """"lento"""", così diverso dall'era social di oggi dove tutto sembra succedere ora e altrove. All'ombra dei boschi e lungo fiumi d'argento, si mescolano amori fugaci e incontri imprevisti, pericoli e risate, mentre i destini dei protagonisti capricciosamente si intrecciano sempre più, a volte per un solo giorno, a volte per sempre. Forse è solo una vacanza diversa dal solito, per il gruppo di uomini e donne in sella, di certo è molto di più per chi estate dopo estate ne celebra il rito. Per tutti sarà un viaggio dentro se stessi. Dove cercare un soffio di eternità, quella che abita solo i luoghi dove siamo stati davvero felici. E che magari sta proprio laggiù, un punto perso nel verde intenso dei boschi d'agosto..." -
La ragazza di ghiaccio
È la notte prima di Capodanno. Tra le montagne del Moschino, il tecnico della diga Bruno Fortezza scopre il cadavere di una ragazza sconosciuta. In una valle isolata dalla neve e con le comunicazioni interrotte, nessun soccorso interverrà prima del nuovo anno. Il colpevole, disposto a tutto pur di occultare il cadavere e la propria identità, si nasconde tra i membri di due famiglie in vacanza sulla neve. Tra pericoli e insidie, l'indagine di Fortezza lo porterà al centro di complicati intrighi familiari. Ma la verità, per quanto sfuggente, sarà sempre tra le sue mani. -
Il trombonista innamorato e altre storie di jazz
Quaranta racconti, quaranta ritratti di jazzisti. -
O forse no
Questa è una storia che percorre un secolo. Una storia di donne coraggiose di ieri e di oggirn«…l’amore non è immune alla stanchezza, ai dubbi e ai “non lo so”: ma solo chi non si stanca ce la fa.»rnMaria, di origini modeste, ma con una grande passione per la lettura, che affronta la prematura morte della sua figlia prediletta, le due guerre mondiali, le persecuzione degli ebrei, le vicissitudini familiari; e Viviana, madre single, con un lavoro che le piace, una famiglia d’origine un po’ strampalata e un’amica scellerata e adorabile, Silvia, con la quale si scontra e si confronta di continuo.rnIl filo che lega le due donne è la sensibilità che hanno entrambe nel sentire gli eventi con anticipo. Un dono, quello di seguire la voce segreta delle proprie emozioni, che Viviana ha ereditato – forse senza averne coscienza – dalla sua bisnonna Maria.rnLa quotidianità è interrotta dai soliti alti e bassi fino a che Viviana fa una scoperta che le cambierà la vita, facendole capire che ci vuole coraggio per vivere, così come ce ne vuole per sopravvivere. Solo che il primo vale di più.