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Discorsi sulla morte
Questo testo raccoglie le lezioni di Storia della filosofia tenute dall'autore, nell'autunno 2015, presso la Università degli studi di Milano Bicocca, all'interno del corso di laurea in Psicologia. Le pagine, che analizzano il tema della morte nella storia della filosofia, con particolare riferimento al pensiero degli antichi greci e di Giacomo Leopardi, rappresentano la trascrizione delle lezioni, e ne mantengono pertanto il tono discorsivo. -
Il ritorno del clero. La questione degli intellettuali oggi
Nato a fine Ottocento con il caso Dreyfus, l'impegno collettivo degli intellettuali sembra ora esaurirsi nelle insistite richieste di interventismo militare americano per tutelare ""diritti umani"""" a corrente alternata ed a geometria variabile. La proposta di A. Gramsci di scegliere la via della """"organicità"""" ad una classe o ad un partito ha dato luogo ad un blocco identitario che ha reso impossibile ogni indispensabile innovazione teorica adatta a comprendere le nuove caratteristiche del moderno capitalismo finanziario transnazionale. Questo nuovo capitalismo presenta caratteri neofeudali evidenti. Questa sua natura neofeudale si sta dotando di un nuovo Clero, prevalentemente giornalistico e mediatico, che organizza lo spettacolo della sua infinita potenza militare, tecnologica e culturale. Questa cultura è stata connotata come Cultura Mc World, un nuovo tipo di totalitarismo flessibile che non si limita più a manipolare la vecchia opinione pubblica, ma tende a costruirla artificialmente fin dall'inizio. Dunque, la vecchia questione degli intellettuali assume dimensioni nuove ed impensate."" -
Il mio amico Platone. Riflessioni su società, religione, vita
Questo libro tratteggia l'impegno civile dell'autore dagli anni Settanta del Novecento a oggi, un percorso di riflessione sulle grandi questioni della vita e del mondo: la società, la guerra, il terrorismo, la corruzione politica. Il filo che lega i vari passaggi è lo scandaglio problematizzante dei grandi temi etico-religiosi del nostro tempo. Il percorso inizia con i referendum sul divorzio e sull'aborto, riflette poi negli anni Novanta del Novecento sulla corruzione, sull'etica, sulla ricerca. A partire dai primi anni di questo secolo tenta un'analisi sulla nuova dimensione del terrorismo (in primis quello delle Torri gemelle) e avanza proposte sul pacifismo e sulla collaborazione tra i popoli. Nell'ultima, più consistente parte, viene affrontata la questione religiosa. L'autore propone un terreno di condivisione dove poter vivere in modo non conflittuale scienza e religiosità, cercando, in quella che lui definisce vera fede, punti di riferimento per se stesso e per la sua famiglia. Studioso attento, sviluppa in queste pagine un confronto con grandi pensatori come Hans Kung, Raimon Panikkar, Vito Mancuso. -
L' ultimo uomo
La fame dei desideri, l'assenza continua di una pienezza ontologica, spinge in modo compensativo molti alla fame di cose, di un tempo vuoto, ripetitivo e riproduttivo da colmare con spazi ingombri di materia. La fame denuncia un'assenza, è la perversione di una fame di giustizia ed autenticità resa perversa dall'impazzimento razionale della crematistica. Il compito che spetta alla filosofia, come afferma Ernst Bloch, è ridare speranza, reintrodurre con la speranza l'utopia e dunque trasformare la fame delle cose in una spinta trasformatrice collettiva della storia. La storia non è terminata e l'impensabile è nel presente, sbiluccica nei malesseri dell'umanità ricca come in quella deprivata di tutto: il futuro non è fatalità, ma sistema aperto che attende tutti. L'impegno è restituire dinamicità alla storia e con essa reintrodurre la categoria della speranza non come attesa messianica ma come attività progettante radicata nell'attualità. -
Da Pitagora a Guerre stellari. Il sapere esoterico dei veri illuminati
Esiste una cultura ancestrale che da millenni alimenta la nostra e le altre civiltà? Una sorta di 'civiltà madre'? Secondo un certo sapere esoterico la riposta è affermativa. In questo saggio l'autore ritrova, attraverso la conoscenza dei Veda e della letteratura sanscrita, delle trame segrete che vanno da Pitagora fino ad arrivare ai nostri giorni, in film come Guerre Stellari e non solo... Un saggio storico, quindi, che è anche una appassionata ricerca antropologica, una rilettura della nostra storia non più eurocentrica ma globale, al di là delle varie ideologie colonialiste che vogliono far credere ad una cultura superiore e dominatrice. In realtà la civiltà perenne non è frutto della modernità, ma di una saggezza ancestrale che a tratti rispunta in modi inattesi: attraverso una frase di Pitagora, o un'opera di Leonardo da Vinci, oppure un film di Lucas... L'inizio della filosofia greca e gli insegnamenti di Yoda nascondono un unico segreto: al lettore la scoperta della forza di questo segreto... -
Figure del bello nella filosofia di Aristotele
L'autrice propone alcuni spunti di analisi su un concetto che ricorre in una pluralità di aree di ricerca, tra le quali la metafisica, la fisica, la biologia, l'etica e la politica: quello di to kalòn. Un ideale che può innescare e orientare percorsi di conoscenza e di azione virtuosa che trascendono il piano di un confronto con il mondo esterno non mediato dalla riflessione o dall'educazione. Si offre dunque al lettore un'area unitaria di indagine, quella volta alla ricerca del bene umano e della molteplicità delle sue espressioni. -
La disciplina giuridica del settore cinematografico in Italia
L'opera cinematografica ha duplice natura, di prodotto artistico ed economico: il film, bene unico, originale e con forti contenuti artistici; il suo processo produttivo, complessa interazione di risorse umane, finanziarie, tecniche e artistiche. Appartiene dunque sia alla categoria dei beni culturali che a quella dei prodotti dell'industria culturale: è un'opera ""unica"""", ma anche riproducibile, anzi concepita proprio per essere riprodotta. Il presente studio analizza la disciplina giuridica del settore in Italia, con riferimento alle disposizioni sui finanziamenti pubblici per le attività artistiche. Ben consapevole che un'analisi completa delle sue dinamiche necessita di uno sguardo interdisciplinare, l'Autore ha voluto offrire un inquadramento del panorama legislativo in materia di spettacolo, con una speciale attenzione rivolta all'ordinamento giuridico vigente, attraverso i suoi snodi storici in ambito nazionale, con riferimenti alle normative di livello regionale, provinciale, locale ed europeo."" -
Bye baby suite
Il monologo sgorga dallo spacco tra il Mito e la donna, tra l'icona spumeggiante e l'intimità più scomoda. Una voce spezzata eppure traboccante e la sua musica messa via che adesso invade ogni spazio come un urlo: Marilyn nell'insonnia della sua ultima notte, che consuma pillole ed alcool e si ripercorre d'un fiato, senza pudore, lanciandosi in un altalena di ricordi. Luci e tormenti di un'anima fuori posto, sempre a caccia di un amore che la plachi, di un mattino che la sogni, di un'uscita d'emergenza. Ne esce un ritratto mosso, dissacrante e tragico, un'onda che si disfa per rimontare, scandalosa come una preghiera. Bye Baby Suite è una poesia che ho scritto per lei sognando che la leggesse. Se quest'anima inquieta e indomata non ha mai avuto riparo, è anche vero che nessuno potrà mai restare intero davanti allo scroscio e al deserto delle sue onde. -
Quel che resta di Raoul Vaneigem
In quello che vuole essere una sorta di fulminante pamphlet, l'autrice ci invita a riscoprire il pensiero di uno dei membri storici dell'Internazionale Situazionista, Raoul Vaneigem. Il saggio si articola così in una pars destruens, ove l'attualità del pensatore belga emerge in tutto il suo significativo spessore, ed in una pars construens, volta a ridestare il valore sovversivo dei sentimenti, l'eccedenza della gratuità, la potenza liberante dell'Eros. Nell'iper-liberismo odierno - scrive l'autrice, seguendo Vaneigem, - non è più sufficiente arrestarsi alla marxiana ""struttura"""", poiché occorre far seguire una revolutio dell'intero apparato valoriale egemone, un bisogno di rendere la propria esistenza un tessuto solcato di tenerezza, cooperazione, empatia."" -
Tre lezioni sulla politica di Aristotele
Per Aristotele la politica è la scienza unitaria della prassi, delle relazioni interumane, e comprende quindi tanto l'etica quanto la politica in senso specifico. In queste lezioni l'autore si propone di mostrare l'attualità teoretica del pensiero aristotelico, un'attualità che si evidenzia alla luce di un continuo confronto critico delle categorie del pensiero dello Stagirita con quelle del pensiero moderno, spesso ed erroneamente considerate ""superiori"""". Sul fondamento della sua impostazione teleologica, ben più consistente di quanto comunemente non si ritenga, Aristotele intende l'etica-politica come scienza descrittiva e insieme valutativa, evitando così l'antinomia tra fatti e valori tipica della modernità, e comprende l'uomo come un ente nella sua essenza sociale, sfuggendo all'altra antinomia, anch'essa tipicamente moderna, tra individualismo e organicismo. In questa visione l'uomo è in grado di attuare compiutamente la sua essenza e sviluppare le virtù individuali solo in una comunità bene ordinata, in cui insieme agli altri può e deve cercare di realizzare la vita buona."" -
Vento di sogni. Note di pittura (1976-2018)
"Annoto pensieri e sensazioni che accompagnano la genesi dei quadri. Pensieri e sensazioni talvolta immagini essi stessi, ma sempre utile strumento di verifica, di conoscenza che si alimenta di se stessa in un divenire ciclico nel quale si realizza la pienezza dell'espressione. Ricollegandomi idealmente a 'Come una foglia a primavera' i testi raccolti nel presente volume rappresentano un itinerario specifico nell'insieme delle riflessioni riguardanti la mia pratica pittorica. Itinerario che snodandosi attraverso stilemi gotico-quattrocenteschi e simbolisti negli anni '80 per uno sguardo personale sul mito greco delle origini in chiave junghiana, approda al progressivo superamento della figurazione, che ancora all'inizio degli anni '90 vede una breve, quanto intensa immersione nelle atmosfere oniriche di una Venezia della mente e del cuore, tra suggestioni alchemiche e orientali che si risolvono, verso la metà degli stessi anni, in senso luministico e decisamente esoterico. Poi l'attenzione si concentra sui soli elementi naturalistici, espressi secondo una disposizione spaziale che prelude all'astrazione simbolica degli anni 2000 e costituisce l'essenza del linguaggio attuale.""""" -
Foucault e la razionalità debole
Il modello di razionalità è parte integrante della prassi di una comunità, la riflessione su di esso è necessaria per un'operazione ""archeologica"""" di consapevolezza, ovvero le strutture cognitive sono segnate nella lingua come nei modelli di comprensione. La pastorale dell'incontro, tanto in voga riesce solo parzialmente a portare nuova vita nell'atto del pensare, tale operazione dev'essere completata con un'analisi-riflessione dei fondamenti del pensiero. L'interrogativo a cui dovremmo rispondere è il perché tanto sapere critico abbia prodotto risultati tanto parziali, finanche a volte reazionari."" -
Finitezza e Sostanza. Sulla fondazione della libertà politica nella metafisica di Spinoza
Parlare della libertà in Spinoza può non sembrare facile. Infatti, il rigido determinismo che pare dominare il pensiero del filosofo olandese sembra non lasciare spazio a nessun tipo di libertà. D'altro canto, però, la ricerca di un agire libero è il fine ultimo di tutto il pensiero spinoziano. ""Finitezza e Sostanza"""" affronta il problema proponendosi di ricostruire, all'interno del pensiero del filosofo olandese, un modello di libertà che, a partire dall'ontologia profonda, dia ragione della costruzione di una libertà sociale concreta. Il percorso che viene tracciato è quello che porta il modo umano, parte finita come tutte le altre, a divenire progressivamente parte attiva all'interno del processo produttivo anonimo della Sostanza. In questa ottica, è possibile pensare una libertà umana che rifugga ogni genere di astrazione e che dia conto della costruzione di un cosmo sociale umano non più alienato dalle finzioni teleologiche e teologiche, ma libero nella propria finitezza. Spinoza riesce così a pensare un genere di libertà che rispetti l'essere finito dell'uomo e lo ponga, però, come forza produttiva, attiva, creatrice di senso."" -
Specularmente. Lettere, studi, recensioni
Margherita Guidacci ricorda così l'incontro con Margherita Pieracci Harwell, avvenuto a Firenze il 25 agosto 1988: ""A Firenze mi aspettava una mia amica che vive ed insegna in America e che perciò posso rivedere solo durante l'estate, quando torna in Italia in vacanza. Se il mio sogno americano non fosse tramontato, l'avrei rivista anche nel giro che dovevo fare fra un mese circa in alcune Università statunitensi fra le quali, naturalmente, era inclusa anche la sua (che è Chicago); ma almeno ci siamo riviste ieri. È una donna molto sensibile e intelligente e ha scritto su di me alcune delle pagine più penetranti che mi sia capitato di leggere. Ci vogliamo bene anche perché abbiamo fra di noi una certa """"specularità"""" e quando ci salutiamo, ci par di salutare l'eco""""."" -
Le metafore nella filosofia
La metafora assume una polisemia di significati formativi: è l'immagine che porta al concetto; è configurazione di tensioni concettuali dal forte contenuto emozionale, non estranee alla razionalità nella sua processualità radicata in piani differenti. È totalità umana: fantasia, sentimento e razionalità sono un trittico imprescindibile per l'uomo teoretico. La metafora ""trasporta"""" il concetto, è libertà antitetica alla riduzione dell'essere umano ad ente senza autentica progettualità, è l'affacciarsi dell'essere umano fuori dal corpo. La metafora educa al possibile. La metafora è bussola concettuale per guardare oltre l'orizzonte dell'angusto presente. Creare e ripensare concetti con la metafora rompe la successione sempre eguale della linea del tempo. «Noi apprendiamo soprattutto dalle metafore», in quanto esse hanno il ruolo fondamentale di «portare l'oggetto sotto gli occhi» (Aristotele, Retorica, III, 10, 1411a)."" -
Il sintomo e la malattia
Dopo l'11 Settembre 2001 siamo probabilmente entrati in una delle epoche più buie della storia del genere umano, in cui violenze chiamano violenze, sangue chiama sangue, distruzioni chiamano distruzioni. Occorrerebbero, per evitare di entrare definitivamente in questo tunnel, pensiero critico e senso morale. Il clima di guerra, invece, moltiplicando le infamie dei dirigenti politici, il servilismo bugiardo dei mezzi di informazione (dovremmo dire disinformazione), e il conformismo ignorante delle masse, inibisce, calunnia e soffoca ogni considerazione razionale degli eventi ed ogni ricerca della verità. -
Elogio sì, ma di quale democrazia? La rivolta e forse la rivincita del demos
I risultati delle elezioni del 4 marzo hanno completamente modificato il quadro di riferimento politico italiano. Mai, da quando si vota, si era verificato un tale rivolgimento capace di ridurre all'angolo forze che per venticinque anni si sono alternate nel saccheggio del paese. Fine dell'oligarchia? Guai soltanto al pensarlo! Certamente però un'indicazione molto forte: è possibile riscattare la dignità dei cittadini se non ci si limita a criticare la società capitalistica, ma si ha il coraggio di tentare la ricostruzione di una comunità che è stata privata, per decenni, anche del senso da attribuire alle consultazioni elettorali. L'autore, ""vergin di servo encomio e di codardo oltraggio"""", a 81 anni, confessa di aver provato una grande gioia per quanto è avvenuto e, nella certezza di non aver mai, al pari di Cirano de Bergerac, piegato la piuma del suo cappello al volere dei potenti, intende far conoscere le effettive dimensioni del """"terremoto"""", sottolineando l'opportunità che si presenta alle persone di buona volontà per sostenere, nei modi possibili, chi si batte perché questa """"rivincita del popolo"""", meglio ancora del demos, possa trovare gambe (e testa) per non fermarsi."" -
Stanley Kubrick
Morto il 7 Marzo 1999, stroncato da un infarto a St. Albans in Gran Bretagna, dove si trasferì sin dagli anni '60, transfuga nella vecchia Europa un po' come il grande regista americano Orson Welles, ha lasciato tanti progetti importanti, su tutti Napoleon, film sull'imperatore francese, e A.I.: Artificial Intelligence, girato poi dal regista amico Steven Spielberg. L'ecclettismo di Kubrick non era banale proposizione di generi differenti, ma grande abilità nel leggere il mondo seguendo diverse strade: guerra, thriller, storico, satira, fantascienza, horror... Il film per lui era una forma di meditazione, come meditata era la sua realizzazione: infatti avanzando negli anni il regista Kubrick aveva sempre più bisogno di tempo per realizzare un film come voleva lui. Stanley Kubrick è stato un maestro del cinema: è bene lasciar parlare i suoi film. -
T. Lettera a una madre sul primo amore
"Accogli, ti scongiuro, la confessione della mia prima rinuncia. Della mia rigida e inutile educazione sentimentale. Questa, signora madre, è la storia senza storia del mio primo amore""""." -
Ombreggiature
Un tempo ""slow"""", dedicato ai pensieri, una nicchia scavata nel turbinoso vento infernale che ci travolge irrimediabilmente, portatore dell'illusoria paura che esso (il tempo) manchi sempre. La lettura, il campo coltivato che nutre l'intelletto.""