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Poema minimo
"Una delle prime caratteristiche di """"Poema minimo"""" a colpire il lettore è, inevitabilmente, il titolo. Minimo come volutamente sotto le righe, ridimensionato o relativo, si potrebbe sospettare. Minimo come frammentario, asistematico, alieno o addirittura ostile a ogni """"grande narrazione"""" o mitopoiesi, si potrebbe supporre. Nulla di più sbagliato. Come e più che negli altri suoi testi, qui il poeta lascia che l'esperienza e il vissuto si trasformino in carne e sangue, o, che è uguale, in versi e parole che non si limitano a dire l'Essere. Piuttosto, l'incarnano. E l'unico modo per evitare che le forme concettuali e linguistiche lo cristallizzino, lo violino e lo tradiscano è mettere su carta accadimenti, biografici ed emotivi, sensazioni, fantasmi, precognizioni, chimere. Dare consistenza ontologica a presentimenti, disillusioni, ma anche a speranze, a convinzioni che non si piegano, a una resilienza che rinasce ostinata come i fiori ai bordi delle strade di campagna. Fragili e semplici all'apparenza, in realtà vitali e forti come l'acciaio""""." -
La gemma del fiume rosso
Riduzione e adattamento dall'omonimo romanzo di Emilio Salgari. Il romanzo di Emilio Salgari ""La Gemma del Fiume Rosso"""", ambientato nel Tonchino (l'attuale Vietnam), racconta in un'affascinante cornice esotica una vicenda melodrammatica tipicamente salgariana. Due spietati pirati, San-Pao e Kin-Lung, desiderano entrambi la bella e coraggiosa Sai-Sing, dopo averne neutralizzato il fidanzato. Sono disposti a tutto pur di averla, anche a uccidersi tra loro. In un contesto da favola orientale, vengono abilmente dispiegati avventura, amore, odio, tradimento, vendetta, espiazione, elementi principali di un romanzo caratterizzato da quell'inconfondibile senso del ritmo e dell'azione proprio di Salgari. Pubblicato per la prima volta nel 1903 dalle edizioni Belforte, viene ora presentato in una versione curata da Antonio Tentori, cultore dell'opera di Emilio Salgari."" -
Risate e suspire e altre poesie in dialetto abruzzese
Lamberto De Carolis ha saputo raggiungere [...] risultati negli studi di quel ricco patrimonio di usanze con cui le piccole comunità del territorio abruzzese sono riuscite a organizzare la propria lettura del mondo e le proprie dinamiche sociali, i propri riti della fede e quelli anche del sorriso, dell'amore, dell'urto e dei mille fatti quotidiani, chiariti via via nei giorni e nelle rotondità delle stagioni per i figli, per i nipoti e per la gente che sarebbe venuta poi ad accrescerli e magari a sostituirli. De Carolis, infatti, oltre che poeta in vernacolo, è stato un appassionato ricercatore dei costumi e delle modalità popolari, di quel folclore, cioè, e di quei dati antropologici che alimentarono il suo lavoro di giornalista: una attività, che egli esercitò lungo tutta la sua esistenza. E insieme al folclore trovarono spazio, nel suo impegno e fra le sue passioni, anche la storia civile, i segmenti dell'azione, i valori chiamati a colmare il divario fra la civiltà e la barbarie, fra la bontà e il male, fra la luce e il buio, con un cifrario solitamente prezioso, vigile, intelligentemente denso di accrediti e di slanci umanitari. -
Aggrappata ad una nuvola
"La nuvola a cui si aggrappa la poesia di Ivana Bartolini Curiotto è senz'altro la nuvola del sogno, nella sua forza dinamica, capace di costruire futuro - «E se la vita fosse / solo sognare?» - ma anche quella della memoria, nella sua dimensione nostalgica di ricostruzione del passato - reminiscenza leggera e gioiosa, come «certi giorni d'estate / sotto la pergola dei nonni», o faticosa zavorra di «molecole nell'aria / di cose antiche». Leggere questi componimenti è, dunque, essere assoggettati alla doppia tensione, che lascia sospeso il tempo presente; l'Autrice si rivela abile nella custodia di tale sospensione, con tanto di detto, quanto di non detto - entrambi portatori eloquenti del suo messaggio. Lo spazio poetico di Ivana Bartolini Curiotto è, però, anche quello della riflessione sul momento stesso della scrittura - «Scrivere è come aspettare / che qualcosa accada.» - e dunque la concentrazione sulla responsabilità dell'essere un Poeta nel nostro mondo"""". (Francisco de Almeida Dias)" -
I diari della bicicletta
Ironicamente allusiva, nel titolo, al ben più noto ""Diari della motocicletta"""", questa raccolta di racconti offre molteplici punti di vista nel rapporto assai particolare che in genere intercorre tra un proprietario e la sua bicicletta. Ben più che un semplice mezzo di trasporto, la """"bici"""" diventa strumento di introspezione, ma anche occasione per voli della fantasia, viaggi nella memoria di persone e situazioni, occasione di ritorno all'infanzia. Non manca nemmeno un elemento negativo, quello dell'arroganza e della prepotenza che a tratti caratterizzano i rapporti umani, ma sempre prevalgono valori positivi, prima tra tutti l'amicizia. Ne esce un ritratto indiretto, affettuoso e pieno di gratitudine, per questo mezzo di trasporto che da sempre ha ispirato storie e racconti."" -
Il mare e la memoria
Sensazioni e sentimenti vigorosi, immagini che si susseguono evocate come in una rapida rassegna mentale, eppure capaci di produrre una profonda unità: è il tono di questa raccolta che, con un linguaggio asciutto e incisivo, tocca temi fondamentali, primi tra tutti quello del mare, che evoca infinite suggestioni, e quello della memoria, che rende incancellabili e fecondi i momenti dell'esistenza. E tali momenti, tali tracce e segni, vengono accolti dall'Autore con orgogliosa consapevolezza. Ricchi riferimenti accompagnano il canto del poeta e ne testimoniano la profonda cultura, senza ostentazione e senza cedere a facili effetti o al sentimentalismo, anche quando i versi toccano temi ben presenti nella poesia di ogni tempo, quali ad esempio il mare o l'amore. Sono versi da leggere ad alta voce per coglierne tutta l'intensità. -
Altre nostalgie
Il titolo di questa silloge di racconti di Maurizio Grasso è il filo conduttore che in un modo o nell'altro li lega. La nostalgia (""dolore del ritorno"""") è un sentimento multiforme: nostalgia per la perdita di una persona cara, per un luogo lontano e al momento irraggiungibile (es. la propria patria), per un periodo felice della nostra vita, che ovviamente non potrà più tornare. Così, in ciascuno di questi racconti la nostalgia è declinata diversamente. In La strada di Dorina, è l'addio a un progetto di vita infranto per sempre; in Il nespolo sul tetto è la nostalgia dell'infanzia come momento costruttivo del nostro essere, delle nostre inclinazioni. L'aforisma di Jünger presenta un sentimento più sottile, il desiderio di ritrovare una verità sepolta da troppo tempo; in La gazza ladra la nostalgia viene ribaltata e per un caso fortuito diventa """"gioia del ritorno""""... alla vita. Quattr'occhi torna con il tema dell'infanzia, in cui finiamo per riconoscere le radici della pianta che saremmo diventati."" -
Poesie in lingua e in vernacolo
Il libro raccoglie un congruo numero di poesie in lingua italiana e un'altrettanta selezione di scritture dialettali, in un insieme che - nella sua unitarietà - fornisce al lettore la misura dell'arguta sensibilità dell'Esposito e gli intimi percorrimenti del suo animo, nonché le espressioni genuine ed immediate del suo eloquio. Le poesie dialettali, in particolare, sanno mettersi un sintonia con l'animo del popolo e con la memoria di quella civiltà contadina che un tempo sapeva fornire le occasioni di una vita placida e serena, entro i ritmi di un'esistenza priva di arroganze e di storture: un mondo, dunque, reso ideale dall'autore e fatto rivivere sui fiati lunghi della poesia e dei ricordi. Tutta la comunità, infatti, con le sue abitudini e con i suoi ritmi domestici e sociali ritrova, attraverso le parole di questo libro, le sue modalità più suggestive e le ragioni per essere oggi consegnata alle nuove generazioni e a quanti vorranno conoscerla ed apprezzarla. -
Guazzabugli di foto
"La storia raccontata in questo libro non potrebbe essere più autentica e l'autore sente come dovere morale di riportarla fedelmente. Purtuttavia egli, anche se animato dalle migliori intenzioni, custodisce nel suo animo un incoercibile spirito infantile e, di frequente, non riesce a resistere alla tentazione di usare un linguaggio fantasioso, scandalizzando non poco i rigorosi e asciutti narratori degli accadimenti. Oltre a ciò, e l'autore se ne rammarica, le foto descritte nel libro e scattate lungo il percorso della vita narrata, non si comportano più da elementi affidabili. È da un pezzo, infatti, che le immagini cartacee si divertono, mannaggia a loro, a cimentarsi in capriole e acrobazie aeree. Atterrando, le fotografie si sparpagliano e, dando addio alle sovrapposizioni ordinate, finiscono per mescolarsi in modo caotico. Da birichine quali sono, prendono a chiacchierare fra loro e a spettegolare... Ciascun protagonista si ritrova così affiancato a tanti se stessi, appartenenti sì alla medesima persona, ma di età diversa""""." -
L' incredibile avventura di Achille Marrucino
Di Achille dal piede veloce / l'elmo dorato e la spada lucente / i nostri nonni, di voce in voce / han tramandato miti e leggende. / Ma ci sono tanti che ancora non sanno / per disattenzione, ignoranza o chissà / che oggi ricorre, come ogni anno / la fondazione di questa città. / Fu proprio lui: il pelide Achille / a darci le strade, i castelli e le mura / di giorno e di notte senza paura / menando fendenti, tra dardi e scintille. / La chiamò Teate, in onore di Teti / madre divina del prode soldato / Già prima del Vate si trasformò in Chieti / e adesso tu Chieti... e ti sarà dato! Età di lettura: da 8 anni. -
Un angioletto senza ali
È il racconto di un povero angioletto su un piedistallo carillon, dentro una tunica color smeraldo e un lanternino nella mano destra ma, ahimè, con una bellezza difettosa. Un tempo, fiamme vigorose gli avevano bruciate le sue ali lasciandolo malconcio e declassato. Ma, anche se mancante e abbandonato come un giocattolo rotto, un angioletto resta pur sempre un angelo. Età di lettura: da 8 anni. -
Il sortilegio della speranza
Un viaggio in cui la favola diventa un raccontare tra i luoghi dell'esistere e i veri luoghi che restano quelli metafisici. Il libro si legge come un articolato percorso di racconti, ma resta, in fondo, un romanzo con varie tappe e diversi porti ai quali poter fare riferimento. Ci sono personaggi che toccano il mistero e raccontano la magia, il mito, l'alchimia, con delle precise indicazioni ontologiche, in cui gli archetipi del tempo e della pazienza si fanno espressione di una profonda liricità. Un linguaggio che, a volte, si teatralizza grazie a un dialogare tra i diversi personaggi, ma anche attraverso un io narrante, che non smette di essere presente, in un immaginario e simbolico protagonista che sempre testimonia un pensiero che è quello del cercare nell'ascolto i segni di una memoria antica nella quale fa capo la tradizione. Un libro che esprime il segno onirico della memoria da custodire e traccia una sottile linea d'ombra, dove nulla viene nascosto, ma tutto è vissuto tra il mistero e il segreto in una proiezione che ha del soprannaturale sino a toccare l'immaginario del sortilegio e la fiducia nella speranza. -
L' infingimonio
Una famiglia riunita per la cena attende la fine del mondo parlando di banalità. Un lavoratore coscienzioso viene colto da un malessere che lo conduce a morte apparente nell'orario di lavoro ma sparisce negli altri momenti della giornata. Un uomo solitario acquista una donna sintetica di cui s'innamora perdutamente, solo che il prodotto scade dopo sessanta giorni. Un vendicatore mascherato si presenta al tapino di turno per richiedere il pagamento della sua parte di debito nazionale. In attesa di parlare in pubblico, un politico famoso si dedica ad atti immondi e bieche sporcizie. Un giovane in viaggio per presentarsi al suo primo giorno di lavoro, viene colto da un attacco di diarrea e non sa come fare per liberarsi. Un poeta si scontra col duro mondo dell'editoria e della comunicazione, con esiti imprevedibili. Sono solo alcuni degli spunti contenuti in questa antologia. Con arguzia, una sconfinata ironia e un amore per il paradosso e il fantastico, Emanuele Verzotti ci mostra questo specchio impietoso della nostra realtà. Niente viene risparmiato: il mondo del lavoro, la burocrazia, la famiglia, la politica, l'amore, i riti dei mass media, i rapporti tra le persone. -
La terra sul filo di seta
Coko sta per compiere quindici anni, l'età della maturità nella comunità Scudoj sulla Montagna Franca. Che tipo di destino la attenda, lo vede nei suoi genitori: una vita nobile e appartata, ai margini dell'arcipelago che è Fortunalia, nell'incanto innevato della montagna. Per quanto rispettabile, a Coko non basta: dentro di sé sente spingere il desiderio di avventurarsi per il mondo, oltre quei confini sicuri. Ma le favole che si narrano sul terribile dittatore, Bardos mezzo uomo e mezzo demone, sono vere. A causa sua, a Fortunalia non c'è più niente da esplorare: terre devastate e deserte, alberi essiccati e ceneri sono ciò che resta di un mondo un tempo ricco e meraviglioso. La vita è stata risucchiata dagli spettri di Bardos e nessuno può aggirarsi per le valli, nell'Epoca Magra. Solo sulla montagna si è al sicuro, e solo grazie a un'arte, antica e misteriosa, che gli Scudoj impararono dalle tigri e che coltivano da secoli: il tiro con l'arco, il rumore delle cui frecce scoccate, come nella leggenda, ha il potere di tener lontani gli spiriti malvagi. -
In pace e in guerra
Dieci racconti ambientati in Italia, dieci storie che potranno commuovere, turbare, strappare un sorriso o addirittura una risata, ma nelle quali ogni lettore potrà ritrovare qualcosa di suo, o dei suoi ricordi. Il vecio Michele e la sua famiglia ""al femminile""""; la Stria veneziana e la sua gatta; Cesco e Franz, le guide alpine amiche e nemiche; l'ostinata contadina Marieta; l'alpino Giovanni disperso durante la ritirata in Russia; Beta, la servetta chioggiotta e l'insurrezione veneziana del 1848, l'amara Cate e il suo sogno profetico, e ancora Isabella e Nino, il soldatino in partenza per il fronte, e il loro breve incontro... Tutti gli altri protagonisti di queste storie sono gente come noi, o come erano i nostri genitori e i nostri nonni, e nelle loro vicende si rispecchiano gli eventi di due secoli di storia italiana, dai primi sogni del Risorgimento fino ai giorni nostri, attraverso la tragedia delle due guerre mondiali."" -
La via dei sentimenti
Da tempo il poeta Dario Lauterio non tornava ad aprire la porta della sua ""Bottega delle cose perdute"""" per ritrovare, per citare un'altra sua opera, le storie di quel cuore che in questi anni di assenza dalle pubblicazioni ha continuato a battere ininterrottamente dove c'era e c'è poesia. È un vecchio vizio, una dolce abitudine, o se vogliamo una malattia inevitabile che funziona al contrario, è cioè terapeutica per curare gli affanni del quotidiano, le malinconie dei giorni che scorrono uguali e veloci, come polvere di una clessidra che non funziona a dovere o di un orologio che non batte sempre il tempo giusto. Si parla di stagioni, quelle dell'anima, che spesso vanno per conto loro, controcorrente, tornano indietro a ricordare volti, nomi, storie e situazioni che non ci sono più nel presente e che il cuore, invece, ha urgente bisogno di ritrovare. Presentazione di Sante Lauterio."" -
Memorie
La poesia di Pavoni ruota tutta intorno all'idea della luce, ogni parola diventa un cammino verso la coscienza chiarificatrice. In sostanza, attraversata dal senso dell'attesa, questa silloge ha nel tema della luce il suo centro simbolico, il fulcro semantico intorno a cui si sviluppa tutta la scrittura e lo stesso termine ""luce"""" è tra quelli più impiegati. Al poeta non resta che seguire le tracce, affinare i sensi per attraversare il buio al di là del quale vi è la luce. I filosofi greci pensavano già alla luce come principio di conoscenza. Senza luce né si vive, né si conosce."" -
Abruzzo safari. Impressioni di viaggio
Parafrasando Winston Churchill - il quale, figlio di padre inglese e di madre statunitense, dichiarava di sentirsi ""half American and entirely British"""" - l'autore si definisce """"per metà romano e totalmente abruzzese"""". In questo libro egli cerca di cogliere, anche ricorrendo all'espressione poetica e all'arte figurativa, l'essenza dell'Abruzzo, terra di miti, di misteri, di drammi e di magie - la """"piccola patria"""" cui è avvinto da legami ancestrali -, regione per lungo tempo relegata in una dimensione di marginalità e oggi investita da un processo di omologazione che rischia di snaturarne la fisionomia."" -
Un sogno per la scuola
Valorizzare l'identità di ognuno e arricchire in tutti i sensi il futuro che verrà, questo il fil rouge dell'agile saggio ""Un sogno per la scuola"""", in cui """"una prof"""" racconta le buone prassi, che possono rifondare l'indispensabile e strategica alleanza scuola-famiglia, e offrire spunti di riflessione al fine di superare lo scoglio del malessere che tante volte accompagna l'adolescenza. Nell'attuale momento storico-sociale, pieno di incognite e contraddizioni, può la scuola con la sua impronta di inclusione essere ancora una protagonista nella vita degli adolescenti? A questa domanda cerca di rispondere l'autrice di questo saggio, proponendo a quanti amano i giovani le possibili vie per aprire cuori e intelligenze allo sviluppo del sé attraverso la scuola, esperienza di vita prima che di studio."" -
I racconti del popolo
"La raccolta di Antonio Del Giudice ci sorprende proprio per la temerarietà, per l'accettazione spavalda del rischio. Questi """"racconti del popolo"""" si muovono su un terreno accidentato, pericoloso, estremamente reattivo e livoroso, pieno di trappole. Sono istantanee, ritagli tra la cronaca e la leggenda di provincia. Più che racconti, """"corti"""" narrativi: riflessi umani sui vetri degli autobus, sugli specchi tarlati di vecchie case, ovali di ritratti sui marmi tombali, mattinali di questura, indicibili vergogne di famiglia, tare, scheletri nell'armadio, condense di esistenze in forma di bozzetti, commedie umane, minime e disperanti, farsesche e tragiche, salvate dall'oblio"""". [Dalla presentazione di Giosuè Calaciura]"