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Appunti, disappunti e... contrappunti. Periferie scrittorie, rimarginazioni e ritrosie a sovescio in coda al secolo breve 1985-1995
"Appunti, disappunti e... contrappunti"""" (taccuini di note, pro-memoria, osservazioni circa il molteplice fluire e aggrumarsi dell'esistenza sulla lunga coda del secolo breve) porta alla superficie della scrittura quel fertilizzante naturale sovesciato e composito di vissuto personale e vicende fermentate tra gli steccati del quotidiano: microstorie a Vitralia Nugarni, anagramma del nome d'un antico borgo incastonato sugli acclivi della media Valpescara. I due taccuini iniziali e le tracce ossimoriche e antinomiche della reciproca inversione """"predicato/nominalizzazione"""", nei titoli (""""Passando il segno""""/""""Segnando il passo""""), restituiscono per rapidi schizzi gli elementi cruciali del racconto: la trama contraddittoria del disappunto allo svolgersi della realtà, il dettaglio di alcuni temi biografici, l'originalità disadorna della toponomastica. Il terzo, """"Due metafore a sovescio e due racconti"""", tra mito, modelli e mutazioni imposte dal volgere delle stagioni, distende le ciglia disincantate e prudenti sull'inoltre del millennio a venire e sull'altrove. Ma è nella cifra narrativa e stilistica che il contrappunto concertante del canto dato (appunti e disappunti) si dispiega tanto nel discanto delle riconnessioni per centoni mistilinguistici quanto nei canoni vedutisti dell'anima e dei penetrali del silenzio, tuttora abitati dagli adagi speculari della memoria e dagli esiti visionari e polifonici del narrare." -
Incontrarsi a gerusalemme
Gerusalemme non è solo una città tra le altre, è un simbolo e un punto di riferimento della civiltà orientale e occidentale e quel che capita là in forme sotterranee e complesse riguarda anche noi. Tuttavia, i tipi umani che a Gerusalemme si possono incontrare non sono gli stessi che possiamo trovare in Europa. Innanzi tutto, il sionismo, diffuso in Israele come l'ideologia che fa da collante alla sua storia statuale, distingue profondamente chi possiamo trovare là da chi vive qua, anche se non tutto il sionismo è omogeneo: c'è un sionismo religioso e uno laico; uno di matrice socialista e un altro conservatore; uno epico, mitico pionieristico e un altro, invece, più legato alle piccole cose, alla sola storia individuale e intima. A Gerusalemme non ci sono solo ebrei: sono presenti con diversa caratura tutte e tre le religioni monoteiste, ciascuna con un'articolazione interna assai accentuata. Ad esempio, nel cristianesimo ci sono i cattolici, i greci ortodossi e i protestanti, e questi tre filoni del cristianesimo presentano grandi autonomie reciproche. Sono tutti cristiani, ma diversamente cristiani. Anche tra i palestinesi rinveniamo diversità enormi: una cosa è il professore universitario che insegna chimica a Hebron, altro è invece l'attivista anti israeliano, appartenente a gruppi militarizzati. C'è poi il vasto campo del volontariato internazionale che lavora, silenzioso e fattivo, negli ospedali, nei villaggi, nelle piccole città. Molte lingue, tanta differenziazione sociale, molteplici prospettive umane convivono in questa complessa città, oggetto di infinite diatribe e di mille questioni irrisolte. Gerusalemme, tuttavia, continua la sua vita martoriata, e il libro parla di soggetti umani che in città consumano la loro esistenza, adattandosi, chi più chi meno, alle particolari caratteristiche urbane locali. Con tredici storie, in un'ottica irrituale e curiosa, Giuliano Della Pergola racconta l'elaborazione simbolica che sta avvenendo in una Israele modernizzata. -
Apocalissi fiorentine
"Apocalissi fiorentine"""" è una raccolta di racconti di fantascienza e ucronia italiana ambientata a Firenze. Il nostro pianeta è sempre più a rischio. Tensioni demografiche e sociali, un clima fuori controllo, la perdita della biodiversità, tecnologie dagli effetti imprevedibili, deforestazione, inquinamento dell'aria e dell'acqua, lavori alienanti minano il nostro mondo. L'esistenza di una singola città è ancora più fragile. Apocalissi fiorentine spesso con ironia, a volte in modo surreale, narra delle volte in cui Firenze ha rischiato di cessare di esistere e di quelle in cui, in futuro, potrebbe trovarsi a sparire. In una raccolta che fa riflettere, ma anche far sorridere, Carlo Menzinger lancia il suo piccolo grido d'allarme per salvare il pianeta e questa città in cui vive, Firenze, troppo legata al suo passato per prepararsi adeguatamente al futuro. Perché basta poco per mutare il corso della storia, basta poco per distruggere ciò che è stato creato con grande sforzo e fatica o in un lungo arco di tempo, ma spetta a noi costruire il futuro. Spetta a tutti noi evitare l'apocalisse. Il volume è corredato da 48 illustrazioni realizzate dagli studenti del prof. Marcello Scalzo della Facoltà di Architettura dell'Università di Firenze." -
Filastrocche tutto l'anno
"Filastrocche tutto l'anno"""" nasce dall'idea degli autori di creare un simpatico ponte tra storia e innovazione, offrendo al lettore suggestivi scorci di antiche memorie attraverso il ritmo giocoso della filastrocca ed il brio del fumetto. Gli autori, appassionati di tradizioni e folklore abruzzese, si ispirano alle atmosfere fiabesche di un passato mai dimenticato. Il libro concretizza un paziente percorso di ricerca, che nel 2006 e 2007 ha impegnato gli autori, nella realizzazione di due mostre legate al Capetiémpe, antico capodanno peligno, presentato al pubblico sempre in chiave fumettistica. """"Filastrocche tutto l'anno"""" è una piacevole lettura che strizza l'occhio alla tradizione contadina, per tenere vivo nel cuore dei grandi il ricordo di un tempo perduto e per far conoscere ai più piccini la bellezza del mondo dei nonni fatto di feste, cibi e personaggi sedimentati nella leggenda. Età di lettura: da 6 anni." -
Blu
Prova d'esordio di un giovane alla ricerca del proprio posto nel mondo, ""Blu"""" è una raccolta che invita il lettore a unirsi all'autore in un delicato viaggio tra i sentimenti. Nei momenti di gioia, come in quelli nei quali tutto appare grigio e fosco, il poeta ci offre con disarmante sincerità le tracce, i segni, i momenti del proprio cammino di crescita. Il lettore è così chiamato a unirsi a lui nel cammino che lo scrittore compie verso una meta ignota, verso il futuro che ognuno cerca di costruire con i piccoli passi di ogni giorno, con la volontà di esplorare ciò che la vita offre, ogni giorno rinnovata, ogni giorno in attesa del nostro contributo. Il poeta evita il rischio sempre presente del sentimentalismo e ci dona con sincerità e slancio, una parte di sé, quel bisogno d'amore che è in fondo l'essenza stessa della vita."" -
Carboncini. Sguardi e parole
Questi ""Carboncini"""", nella varietà di temi trattati, presentano una caratteristica comune: sono percorsi dal sacro fuoco dell'ispirazione e dell'esigenza di riversare su pagina - all'istante, senza filtri - il pensiero, la riflessione, il ricordo, il momento di commozione. Ars longa vita brevis, potrebbe essere l'esergo dei carboni che si fanno braci al suo tocco. Il carboncino è un piccolo cilindro di carbone, usato per disegnare velocemente, sfumare disegni, schizzi, ritratti, paesaggi: ognuno ha un suo tono cromatico singolo, ma è proprio l'arcobaleno collettivo che ne nasce - il rammendo che si crea tra l' uno e l'altro - ad affascinare, a stupire. Un piccolo zibaldone, a cuore aperto. I 99 """"Carboncini"""" sono stati pubblicati per più anni, e con cadenza settimanale, sul quotidiano abruzzese """"Il Centro"""" con cui la scrittrice collabora."" -
La luna sui tetti
Questo romanzo, ""La luna sui tetti"""", completa la trilogia iniziata con """"Le ombre adorne"""" e proseguita con La misura dei passi: tre libri sulle dinamiche e sugli svelamenti dell'identità in un mondo - il nostro - che cambia rapidamente e che impone confronti e nuove congetture, chiarezze ideali e necessità di presagire e - talvolta - di respingere e censurare; un'identità, che si mostra - e che anche si consolida - sulla intuizione della bellezza e sulla misura del tempo, sul coraggio della felicità e sull'avventura del pensiero, sulla trepida tenerezza dei sentimenti e sul respiro lungo degli affetti. Sono personaggi sempre presenti al loro mondo e sempre disponibili a manifestare le proprie passioni, le idee per le quali ciascuno si sente poi nel giusto, vivo nei tormenti del secolo, nelle esperienze delle virtù e dei dolori, nelle scene mutevoli delle lente primavere e in quelle dei già freddi e piovosi autunni. Uomini e donne, dunque, creature che sanno dire """"io"""" e """"noi"""" e che, ogni giorno, semplicemente vivono, fanno spazio ai vocaboli della volontà e dell'esistenza, e che trovano sempre la forza di restituire quel che hanno ottenuto dalle parole delle promesse e dell'amore."" -
Giuseppe Teodoro. Il soldato
Questa è una pubblicazione fatta con scrupolosa attenzione, mettendo insieme tutti i tasselli dell'esperienza militare di Giuseppe Teodoro. Un libro in cui vengono riportati tantissimi documenti, frutto di una ricerca certosina, e poi i ricordi dell'Autore, arricchiti da una attenta analisi e da riflessioni che hanno il sapore della macrostoria. Il racconto di Maurizio Teodoro va inserito nel contesto della microstoria, ma parliamo di un'epoca e di un contesto che va al di là dei confini locali e che trae origine dalle visioni ancestrali e dalle sensibilità acquisite da una vita ricca di impegni e di contatti. Ricordi e memorie: i ricordi appartengono alla persona, magari a volte con una caratterizzazione metastorica, mentre le memorie sono quelle espressioni del passato che riportate all'attenzione possono trovare momenti di contestualizzazione, momenti cioè tesi alla lettura dei luoghi e dei documenti per una contemporaneità consapevole. Quindi un volume per ridestare amore e passione verso il proprio genitore che Maurizio Teodoro nell'introduzione scrive: ""La sua storia di soldato semplice ... è comune a quella di molti altri"""". Può essere. Ma l'eccezionalità della vicenda, dove non c'è la minima banalità o il condizionamento filiale, ci dà la sensazione di vivere una storia di un uomo esempio per le future generazioni."" -
La toga nera. Vol. 2
Dalla Procura della Repubblica della sua città natale, alla Procura Generale della capitale: un passo impegnativo per Marco Giordani, giovane magistrato che si ostina a credere nei valori della giustizia. Un nuovo, prezioso incarico affrontato con la fiducia di poter risolvere i dubbi legati al nero di una toga che troppo spesso oscura giudizi e comportamenti degli addetti al funzionamento della bilancia. È la seconda parte di un racconto sullo stato della nostra giustizia, che ricostruisce in maniera romanzata fatti realmente accaduti nel nostro Paese e di cui il magistrato è stato protagonista, eventi tragici e di grande effetto mediatico che negli anni passati hanno interessato l'opinione pubblica. Anche in questo libro come nel primo, si offre una testimonianza finalizzata a dare concreta speranza che a prevalere non sempre sia la parte oscura della toga. -
Le varie note del dolore e dell'amore
La storia di una donna, Eleonora, alla continua ricerca di se stessa, un viaggio nella sua interiorità. Attraverso la scelta del narratore interno, l'autore fa un'analisi introspettiva, attenta, precisa ed efficace della protagonista e degli altri personaggi. Dal ""cassetto della memoria"""" riemergono sia i momenti più belli, quelli """"del cuore"""", sia quelli penosi e tristi che costituiscono i tanti tasselli di una vita vissuta con l'intensità delle passioni e, oramai, giunta al termine. L'incontro con Carlotta fa scoprire alla protagonista la forza rigeneratrice dell'amore materno e quello con Dio la rasserena e le dà il coraggio di affrontare le nuove prove che ancora l'attendono. I temi sono quelli caratteristici del romanzo di formazione, che D'Ovidio predilige: l'adolescenza con le proprie inquietudini, il desiderio di libertà, il rapporto con i genitori, spesso difficile; un matrimonio subìto e la scoperta dell'amore vero e passionale, la malattia e gli imprevisti della vita, l'amicizia, il continuo interrogarsi sui perché della vita e sugli accadimenti personali e il desiderio di capire sé stessi e il mondo e cercare delle risposte """"ai tanti perché...""""."" -
Senza arte né parte
Il tentativo di recupero della scienza e dell'arte degli antichi (al di fuori di qualsiasi bucolico ""rimpianto"""" su quanto fosse bello il mondo dei nostri avi) anima questi articoli comparsi su varie testate giornalistiche e alcuni inediti in questo testo di Dalmazio Frau. L'oggettiva precipitazione nella volgarità e nella celebrazione del provvisorio e del contemporaneo a tutti i costi caratterizza la nostra epoca di profonda barbarie animica e d'autentica cacofonia spirituale. È incredibile come l'Italia sia riuscita a diventare la capofila di abomini """"artistici"""" d'ogni genere, dimenticando di essere il più straordinario e grande museo vivente, animato dalla memoria di millenni di storia, di religiosità e di civiltà in ogni centimetro quadrato del suo territorio. In un mondo affogato in un caos etico, spirituale, psichico ed estetico, non può nascere un'arte che non sia, essa stessa, uno sfacelo. L'immagine assai dinamica e quasi """"giornalistica"""" che ce ne dà questo libro, oltre a servire quale denuncia delle innumerevoli abiezioni perpetrate con la connivenza (e con l'ignoranza) della politica, auspica soluzioni che non sono affatto irraggiungibili, ma richiedono un passo eroico e gigantesco, incommensurabile: ricominciare dall'educazione, anzi, dalla cultura."" -
Il presepista
"Te piace, 'o presepio?"""" Questa è la domanda che rivolge Luca Cupiello, presepista per eccellenza, al figlio Tommasino, nella nota commedia di Eduardo De Filippo Natale in casa Cupiello. Il presepista si distingue in maniera netta dall'alberista, così scriveva Luciano De Crescenzo. Con l'avvicinarsi del Natale, il presepista avverte inevitabilmente il riaccendersi di una fiamma mai spenta, e pensa a come costruire con cura e devozione il proprio presepe, quale innovazione introdurre e dove collocarlo. Il testo ripercorre le vicende autobiografiche di un presepista e la storia di una passione crescente per la nobile arte presepiale, assieme alla voglia di dare risposta alle domande di sempre, per meglio capire e rappresentare la venuta al mondo del Salvatore: quando è nato veramente Gesù? Era il mese di dicembre? Era inverno? Dov'è nato, in una grotta, in una stalla, o in una casa ? C'era davvero nel cielo una cometa? E quanti erano realmente i Magi? L'autore propone un'analisi storica dettagliata del più importante evento dell'umanità, che nel corso dei secoli è diventato anche un'opera d'arte realizzata in tutto il mondo e declinata in base ai diversi usi e costumi, con uno sguardo particolare alla tradizione del presepe napoletano, del quale si spiega la preziosa simbologia. Perché, come diceva il grande artista e architetto Giuseppe Cuciniello, """"il presepe è un pezzo di Vangelo in dialetto napoletano""""." -
L' arte ninja del condominio
Molti di noi, se non tutti, hanno un portiere che bada agli uffici condominiali. Costui sa sempre tutto di tutti, ma non indaga mai; consegna la posta, ma nessuno lo vede; passa lo straccio e non lascia orme sul bagnato; non rimane mai bloccato in ascensore ma soprattutto, da solo, riesce a gestire tutte le teste matte che girano nel condominio, persino la Giarmani-Chiappatana e quella fabbrica di letame del suo chihuahua non gli tengono testa... Ma come diavolo fa? La risposta affonda le sue radici nelle ombre del Sol Levante. L'unificazione del Giappone - operata dallo shogunato Tokugawa - conobbe un'ovvia conseguenza: l'insorgenza di guerre più o meno fredde interne allo stato. I ninja, in questo nuovo teatro bellico, erano ormai inutili come ombre da guerra e divennero spie in incognito: geisha, mercanti e guardie di palazzo e... portinai! Dopo secoli in cui quest'arte è cresciuta tra le tenebre delle nostre guardiole, un maestro ninja - con l'aiuto del Santo Gatto Nekoshimo - ci svela i segreti di questa casta occulta che converte lo zen e il nin-sha-do alla via del portinaio secondo i precetti della via ancestrale. -
Libro perduto (otto movimenti e un canto di uscita)
"Eppure occorre che il cuore si apra/e si offra in sacrificio perché nasca/un gesto che spezzi l'incantesimo/ e ci restituisca alla vita vera,/ all'affettuoso incontro di mani,/al respiro che non si distingue/dal vento, al lampo d'amore"""". In queste poesie l'aria è tersa, pulitissima, sede di immagini primeve, anzi delle immagini della magica infanzia vissuta da ciascuno di noi. Alla formalizzazione quasi tattile del rapporto con elementi e oggetti fa eco una motilità sonora della frase. Al lettore abituato alla visibilità della poesia, alla presa fantasmatica, non sfuggirà che la qualità saliente di questi versi è la mobilità, il mutamento. Sullo sfondo del """"Libro perduto"""", forse più dei greci si staglia il Grande Negatore, Nietzsche - sia pure un Nietzsche riletto, anzi riascoltato, attraverso la trascrizione sinfonica operata nel 1869 da Richard Strauss dello """"Zarathustra"""", quindi uno della linea neuedeutsche, un wagneriano, gli ultimi struggenti spasimi del Vecchio Ordine europeo, poco prima di essere distrutti dalla Grande Guerra e negati, rinnegati per sempre..." -
E un giorno divenimmo il nulla
Nella vena poetica di un giovane pulsano ormoni. I quali danno una forza e una pressione particolari a ciò che scrive; quando tratta d'amore, ad esempio. L'amore a vent'anni non sarà mai uguale a quello delle età successive perché è la giovinezza, la ""polyanthemos ore"""", la stagione della grande fioritura, per dirla con un poeta greco di quasi due millenni e mezzo fa. E quindi ben s'intende come la pagina del ventunenne Davide Fiorentini raccolga parole d'amore con la violenza e la tenerezza con cui eros si insedia nel cuore alla sua età. Ma l'essere un poeta genuino lo svincola dal mero dato anagrafico. I vent'anni da poco varcati riemergono anche nel parlare dell'amicizia, altra dimensione della sua poetica, ampiamente presente in questa raccolta. Agli amici vengono riservate preziose parole di affetto. Il poeta è consapevole di quale tesoro sia la vera amicizia nella vita; di come vada coltivata; di quanto fragile possa rivelarsi a fronte degli allontanamenti, dei silenzi - talvolta senza ragione sopraggiunti - in grado di interporre gelide distanze siderali tra pianeti prima riscaldati dallo stesso sole."" -
I miei vuoti pieni
La poesia di Angela Sammarco è una poesia della quotidianità, della normalità. Una poesia che ricama le pagine del libro della vita e sa stupirsi ancora per ciò che essa può offrire. È una lirica che non ha bisogno di grandi cose, di eventi, di un vivere ""inimitabile"""", ma si accontenta del giorno che passa, del fiore, del sorriso, dell'estate. Le parole sono semplici, schiette, pulite. È una scrittura che non insegue termini ricercati, le basta la parola ordinaria, il dire le cose in maniera schietta e immediata. Una poesia, inoltre, dai toni delicati, quasi che la scrittrice si ponesse a lavorare con una certa ritrosia, in punta di piedi, finanche con un po' di vergogna. Una poesia del quotidiano, strappata al quotidiano scorrere del nostro essere - e quindi del nostro pensare - e offerta a noi con molto pudore."" -
Sospesi ai margini della notte
L'amore sfiorato, perduto, desiderato al punto di non riconoscerlo: è questo che emerge nelle poesie di Annalisa Di Bello, insieme con sogni, tratti autobiografici, ricordi, paesaggi. L'autrice racconta di tristezze e nostalgie, ma anche di bellezza e luminosità, tra luci e ombre, con l'affiorare di temi più ""forti"""" quali la depressione, l'Alzheimer, la violenza sui minori, il bullismo, le differenze razziali, la dipendenza dalla droga. Senza pretenziosità, ma con sensibilità, attenzione e rispetto verso l'altro, il dolore recitato a tinte forti, ma sempre con garbo, trova nei versi il proprio riscatto emotivo e sociale. Aleggia nella raccolta la leggerezza degli acquarelli, l'eco di emozioni profonde, che danno forza alle parole e ci narrano di una persona forte e nello stesso tempo delicata."" -
Il paese dei sogni sospesi
Non conosciamo il nome del protagonista, sappiamo che vive in una casa per anziani solo e sempre in silenzio. Una domenica, Stefano, un bambino in visita al nonno, anche lui paziente della casa per anziani, osserva il vecchio e gli regala il disegno del suo cane di pezza. Per il protagonista niente sarà più come prima. Quel disegno sarà la chiave per un mondo fantastico: incontrerà un buffo bambino che vuole diventare cavaliere, poi una bambina con il suo gatto bianco che adora la pasta frolla. Ma quel mondo fantastico è in grave pericolo: una strega lo sta lentamente ricoprendo con la sua oscurità malvagia. Un cavaliere bambino, una principessa da salvare e una terribile strega. È scritto per tutti, per adulti e bambini, è la storia di come sconfiggere la rassegnazione, di come trasformare le insoddisfazioni, di come riempire i vuoti dell'esistenza e di come basti poco per riprendere la vita nelle proprie mani e cambiarne il destino. Per chi non vuole rinunciare ai propri sogni. Età di lettura: da 6 anni. -
Lettera 22
Le poesie di questa raccolta hanno la costante caratteristica di non frapporre mediazioni rispetto alle parole con le quali il pensiero poetico si è affacciato alla mente. Lungi da facili metafore, nei versi traspare spesso il riconoscimento e la catalogazione del botanico, la freddezza di osservazione e la verifica dell'entomologo, ma si avverte sempre il battito del cuore del poeta quando parla della natura, che lo commuove profondamente e della quale è anche appassionato descrittore. Non mancano giochi linguistici e ricami di parole e di immagini, che spesso sembrano farsi suono e giungere con immediatezza all'orecchio e alla mente del lettore. Tutto, in questa Lettera 22, dalla giocosità al tono drammatico, si riporta all'«incanto eterno della dolcezza delle parole / che ha in sé la vita / dove restano le favole ignote, non raccontate, / disperse nell'aria e nei sogni, mute»; alle «favole d'oro, / scintillanti fosfeni, / pensieri di pezza. /""; alla """"essenziale purezza dal tempo, / tra le scintille giganti»."" -
Musicanimalia. Ediz. illustrata
Una giovane megattera che canta il Nessun dorma, un coccodrillo che suona il violino e un rinoceronte che balla il Rock and roll sono solo alcune delle storie che vengono raccontate nelle pagine di questa raccolta di favole moderne in cui uomini e animali si incontrano al ritmo della musica. Età di lettura: da 5 anni.