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Capolavori in poesia
Nell'immaginario collettivo gli animi poetici vivono ""con la testa tra le nuvole"""". Ivana Bartolini Curiotto, raffinata poetessa, vive invece aggrappata ad una sola nuvola, quella che ha dato il titolo alla sua prima raccolta e che, a guardar bene, ha felicemente ispirato anche questa seconda, intitolata Capolavori in poesia. Un'operina singolare e coinvolgente, dedicata, appunto, ai capolavori che hanno accompagnato la sua vita di avida onnivora lettrice. Dedicare una poesia a ciascun libro che più ha amato, è stato un po' come innalzare un monumento a ciascun libro del cuore. Tra i libri amati e scelti dalla Curiotto, poi, ce ne sono alcuni che già sono monumenti della letteratura mondiale. In quei casi il compito della poetessa è stato ancora più difficile: fare un monumento ad un monumento è un'iperbole, un'esagerata esagerazione - direbbe Giorgio Manganelli - sommariamente invitante. L'invito è quello di risvegliare in noi lettori l'interesse verso il nostro libro del cuore, passando dalla lettura del breve incipit e della poesia che ne è scaturita, ad una più approfondita rilettura dell'opera, magari indimenticabile, ma colpevolmente dimenticata sugli scaffali polverosi delle nostre domestiche librerie."" -
Esperia, la rivolta
Atlantide, un Impero in declino; ""La Caccia"""", una pratica disumana; gli Afri, un popolo oppresso in cerca di libertà. Su questo mitico sfondo, risalente a qualche secolo prima della guerra di Troia, si stagliano i due principali antagonisti: Awras, il governatore spietato di Menè, preda delle sue ossessioni di potere e della sua ambigua passione per la sua irriducibile oppositrice; Shana, la giovane sacerdotessa degli Afri, indomita e pronta a superare le proprie paure per guidare il suo popolo verso la libertà. Intorno a loro si muovono molti altri personaggi secondari ma non meno complessi nelle loro fragilità, incoerenze, dubbi e evoluzioni: Hermia, una madre disposta a tutto, anche ad opporsi alle follie del marito, per garantire un futuro ai suoi figli; Mhemba, un gigante dalle dolorose cicatrici dotato di un grande cuore e infine le Hamaxhoni, donne dalla bellezza sfolgorante, nate dall'amore ma votate alla guerra per riportare giustizia in una terra dominata dalla barbarie dove sta scomparendo qualsiasi forma di umanità. Il romanzo, rielaborando il mito delle Amazzoni libiche, costruisce un mondo fantastico in cui Odio e Amore, Pace e Guerra, Giustizia e Vendetta, si scontrano e si confondono."" -
Dentro e fuori le valve
Uomini, donne, adulti, giovani, vecchi, bambini: tutta una varia umanità attraversa questi dodici racconti di Sandro de Nobile, che ci restituiscono lampi di una storia passata, con i suoi slanci ed i suoi scacchi, e di un presente fatto di speranze ed incertezze. Personaggi allo stesso tempo soli, perché assorti nella contemplazione di sé e dei propri percorsi, ma anche immersi profondamente in un tempo collettivo che li coinvolge e travolge dentro le sue pagine più difficili, dalla guerra all'emigrazione, dagli anni di piombo al caporalato, pagine che li mettono a dura prova. In questo libro l'autore, pur non rinunciando al gusto per il ribaltamento di senso che era già delle sue prime prove, e pur ribadendo la centralità di una scrittura mai scontata nelle scelte stilistiche e linguistiche fortemente espressive, fa dunque più direttamente i conti con la Storia, con la politica, con la società. Ne viene fuori un movimento bivalente, in cui alla vocazione alla chiusura nel proprio guscio, spesso fatto di nevrosi e idiosincrasie, corrisponde una altrettanto forte tensione ad uscirne fuori e ad entrare in contatto (per quanto pericoloso possa essere) con il mondo. Sta tutto qui il gioco di queste storie, nel continuo azzardo sul limite di ciò che è dentro o fuori dal nostro guscio rassicurante, di ciò che sta dentro o fuori le valve in cui troppo facilmente ci nascondiamo e da cui troppo sconsideratamente evadiamo. -
Ai miei tempi... Recenti
Il piano ribaltabile dei banchi di scuola era nero. Neri erano anche i grembiulini indossati da noi scolari, guarniti da un colletto bianco chiuso da un bel fiocco azzurro. C'è un particolare, però, che mi lascia ancora oggi perplesso: con l'inizio delle scuole medie il grembiule veniva dismesso, ma solo dai maschi. Per le femmine rimaneva anche negli istituti superiori. Ricordo le mie compagne di liceo, tutte rigorosamente uniformate in nero. Eravamo nella prima metà degli anni Sessanta, quando nel mondo stava entrando prepotentemente la moda della minigonna. Che fosse proprio questa la causa dell'obbligo del grembiule in una Italia in bilico tra un passato un po' bacchettone e un presente troppo disinibito? -
Il crocifisso tra i banchi di scuola e le aule giudiziarie
Il dibattito sulla Croce tra i banchi di scuola è ormai più che ventennale e riesplode ciclicamente appassionando e dividendo l'opinione pubblica. Il ricordo dell'indagine all'inizio del nuovo millennio svolta da Contardo Romano, ispettore scolastico in pensione, nell'occhio del ciclone della prima grande polemica nazionale sulla legittimità della presenza del Crocifisso all'interno della scuola, è la molla di un memorial sulla presenza della Croce nel corso della sua esistenza di fedele. Sfogliando carte e documenti del suo studio sulle tante attività svolte, riemergono altre vicende in cui domina il simbolo per eccellenza della cristianità. Dall'angoscia di una notte trascorsa da dispersi alla ricerca della Croce posta sulla vetta del Monte Rotonaria nei Monti Ernici; all'analisi delle molteplici sentenze di giudici di vario grado e ordine in merito alla questione. Fino a quella della Corte di Giustizia Europea che, con una sua sentenza, ha forse messo fine alla questione confermando al Governo italiano il diritto di tenere negli uffici la Croce. -
Ex o. P.
Il romanzo verte sull'incontro di Marchesa, con un vissuto di ospedalizzazione psichiatrica, e Nennè, con un'esistenza ai margini della società. Il loro rapporto si articola sull'ambiguità tra realtà e visione, tra giochi di proiezioni reciproche e le cicatrici mappate sulla vita cruda dei due personaggi. La Marchesa dice: ""I matti ripetono i gesti per riprendersi un'abitudine. Agiscono per moltiplicazione di un gesto, sottraendolo ad altri superflui. Arrivano così alla divisione di se stessi. Alcuni arrivano allo zero: immobili e taciturni. Qualche volta si scuce dalla labbra una parola. Rotola giù sul pavimento e fa un clan clan di poesia."""" Nennè racconta: """"Vidi i miei occhi nel tè ed ebbi fame. Fame di me. Mi ingoiai pure un mozzicone di sole. Spegneva la sua ultima brace dentro il liquido ambrato. Mandai giù anche quello, anche qualche goccia di sole."""""" -
Parlème. Poesia pescarese
Nella silloge di poesia ""Parlème"""" ci viene proposto lo stile di un poeta attento, tanto da dare onore alla terra pescarese, in Abruzzo, attraverso componimenti in dialetto, contribuendo a significare, in vernacolo, il carattere incisivo e autentico della poesia scritta in libertà. Maurizio Teodoro offre, peraltro, di ogni componimento, una versione in lingua italiana, oltre al commento di esso prezioso per la comprensione autentica del testo poetico. In questi difficili tempi di nascondimento delle coscienze, di difficoltà nelle manifestazioni della fede, del tentativo di annullamento dello spirito d'amore avvolto dagli esagerati richiami materiali del mondo di oggi, è auspicabile che si alzi una voce ad indicare una tradizione che non può né deve morire, e che promuova una fraternità, nel dolore e nella gioia, oltre ogni confine."" -
Di mondo in mondo
Aleggia a tratti nella raccolta un senso di dolore e di impotenza, un profondo sentimento della ""terribilità"""" del reale. Non ne derivano però sgomento o frustrazione, anzi nasce l'occasione di una profonda riflessione sui grandi temi dell'esistenza. I versi dipingono così progressivamente un viaggio alla ricerca di una nuova consapevolezza, perché solo così la vita potrà alla fine dirsi pienamente vissuta. Tutto questo non può però avvenire nella solitudine: occorre il rapporto con l'altro, poiché «la mente cerca un'altra mente non solo per amarla, ma per capire sé stessa.» Ma l'acquisizione della consapevolezza ha bisogno di parole che portino in sé il segno della vita vissuta e l'aspettativa per la vita da vivere. Ha bisogno delle parole della poesia: «le forze del caso / governano il mondo, / eppure si può dare una mano / alla buona sorte.»"" -
Diònysos. Arte, architettura, musica e blablabla (2020). Vol. 9: Aprile-giugno
Terribile è la bellezza di Venere, di Vittorio Varano - Il trucco e la pelle della Beauty Art, di Vitaldo Conte - La Bellezza e la Verità, di Angelo De Sio - La tremenda maestà del bello, di Massimo Selis - Verità è bellezza, bella è la verità, di Giovanni Tateo - L’agonia dell’Arte contemporanea, di Italo Inglese - La bellezza prigioniera, di Dalmazio Frau - La bellezza e i nativi americani, di Ines Doffini - La bellezza del Cielo e dell’Inferno, di Stefano Eugenio Bona - Dal fard a Dio, di Enrico Rulli - La gente sosta e mira, di Gabriella Solari - Ciò che di bello vi è nel brutto, di Annalisa Rinaldi - La Firenze della magnifica bellezza, di Loredana Dattilo - Tra l’orrido e la bellezza, di Domenico Del Nero - La bellezza dionisiaca, di Giovanni Sessa - La bellezza di Dioniso nelle maschere, di Giuseppe Siano - Di bellezza esistere, di Carmen De Stasio - Sarete belli voi!, di Lemmonio Boreo. -
La notte dei corvi (1936). Il delitto di San Clemente di Guardia Vomano
Il fuoco ha bisogno della scintilla. La scintilla che segna la vita di Ettore De Santis è la notizia del rapimento di Giacomo Matteotti nel giugno del 1924. Un gesto in favore dell'Onorevole assassinato è capace di innalzare le mura che terranno in isolamento Ettore De Santis di Guardia Vomano. ""Nei piccoli borghi il popolo fonda la sua idea del singolo sulle scelte di quest'ultimo"""". Chi era Ettore De Santis, detto Toruccio? Un uomo d'aspetto gracile con menomazioni alle mani e dolori reumatici per aver combattuto nella guerra del 1915-1918. Un eroe? Un uomo che si batte per una causa in un periodo in cui la prepotenza sostituisce la libertà di pensiero? No. Toruccio è un piccolo uomo e non solo fisicamente. Attorno a lui un paese altrettanto piccolo, un angolo di quell'Italia che ancora fatica a trovare una lingua comune; humus e come tale, nutrimento e putrescenza. """"La zona era apparentemente tranquilla e a distanza di mezzo chilometro in linea d'aria, anche con il rumore della mola del frantoio, un grido umano poteva essere udito dalle abitazioni. Ettore De Santis, a sera, rientrava spesso dal viottolo campestre [...] Nella tarda serata del 13 novembre 1936 nessuno udì l'ultimo grido [...] che quell'uomo, piccolo di statura, magro e claudicante scagliò contro i suoi assassini."""""" -
Elogio della transizione
La transizione, tema di grande attualità in politica, economia, ecologia, riguarda anche molti altri campi: psicologia, neurobiologia, medicina,semiotica e linguistica, geografia e geopolitica, urbanistica ed architettura, fisica e chimica. Questo saggio, oltre ad evocare questi settori, sottolinea il rapporto tra transizione e cambiamento e fornisce i riferimenti metodologici per la comprensione delle molteplici caratteristiche della transizione, in particolare la durata e la struttura. Viene sviluppato in particolare il rapporto tra transizione e spazio in semiotica, urbanistica ed architettura ed analizzato il contributo della transizione alla comprensione del funzionamento dell'organismo, in particolare nel sonno e nei suoi disturbi. Infine viene evidenziato il ruolo fondamentale del ""passeur"""" (passatore) quale agente facilitante la transizione."" -
Al tempo del coronavirus
L'ironia è l'unica arma per vincere l'angoscia in tempi minacciosi. L'Autore, serrato nella sua abitazione, lancia la sfida al Coronavirus. Le parole sono colonna sonora per resistere. Leggere queste cronache quotidiane ci restituisce una realtà che tutti abbiamo conosciuto: guardare il mondo dalla finestra o dalla televisione, la grande finestra; la conta dei malati, i morti senza funerali, la piazza san Pietro deserta del Papa smarrito, le strade vuote, la paura dell'untore, le scorte di cibo, le file ai supermercati, la perdita di un familiare o di un amico; le chiese vuote e il bisogno di pregare, anche se non sei credente, prigionieri della ""Bestia"""", che non dà segni di arretramento. E quando un pezzetto di normalità si riavvicina, la ricerca delle abitudini perse, la diffidenza verso la vita; la necessità di riempire il vuoto della normalità dimezzata. Uno spiraglio della porta di casa si riapre, ma i piedi si rifiutano di camminare; paralisi e speranza riguardano il mondo intero e ognuno di noi."" -
Quell'aprile del 1970
È la fine degli anni Sessanta. Il giovane Luca lascia Roma e raggiunge il padre in Africa, dove l'uomo, un ingegnere, lavora al progetto di una diga all'Asmara per una ditta italiana. Passare dalla caotica Urbe alla quieta comunità asmarina è gradevole, tanto più che l'autonomia di cui Luca gode è grande. L'università, i compagni di corso e qualche altro incontro rendono curiosa e intrigante la sua permanenza all'Asmara, specialmente quando si imbatte in Giorgia, di cui si innamora, ricambiato. ""Quell'aprile 1970"""" racconta la stagione breve del loro amore, delle difficoltà in cui versa, ma parla anche del mondo che cambia, a volte troppo in fretta, e non consente agli individui di adeguare le proprie esistenze al suo ritmo forsennato, alle sue improvvise trasformazioni. Restano i ricordi, che spesso sbiadiscono e scompaiono, celati a volte in una grande busta ingiallita che potrebbe far rievocare le emozioni della giovinezza ormai perduta."" -
Il tessuto del silenzio
Rossella Circeo racconta con profonda partecipazione la storia del nostro paese nel momento in cui si trova coinvolto in una guerra sanitaria in un territorio del nord. Un paese, l'Italia, che affonda ripetutamente sotto i colpi di una classe dirigente che annaspa in un deserto di valori. L'autrice interroga la coscienza. Il suo è un viaggio del cuore e della mente attraverso testi in poesia, per denunciare con sentimenti amari e per visitare spaccati di luce e sogni campestri. Ne emerge un potere barricato, fatto da esempi dagli interessi biechi di un popolo vecchio, vittima di un virus in un'emergenza sanitaria. La scrittura dell'autrice vuole dare vigore alle zone d'ombra nel periodo del virus 2020. Mettendo momentaneamente da parte la passione per la ceramica, sente l'urgenza di voler esprimere le emozioni nate dal periodo di pandemia. La sua poesia accompagna le voci del silenzio tra i labirinti di una memoria antica. I solchi tracciati dall'umanità s'intrecciano con le metafore a lei care, colme del fascino del passato della storia dell'uomo. Il testo trova la sua identità nei colori vivi di un'alba che frantuma il buio. Attraverso scene campestri e marine, tra il verde delle foglie e le onde del mare Rossella Circeo si aggrappa alla filosofia delle certezze, dall'ombra alla luce. -
Nel mezzo del cammino
Dario Lauterio ha una lunga consuetudine con la poesia, che considera forma di espressione e di conoscenza personale e accessibile a tutti. Si legge nella Presentazione della sua più recente opera, La via dei sentimenti (2019): ""È un cammino impervio, non facile, quello della poesia, a tratti il sentiero è accidentato, scosceso, si scivola facilmente, si cade e ci si rialza, il ricordo a volte impone un confronto, un parallelo tra età differenti, il guardarsi allo specchio a sera"""". È un cammino che l'autore percorre da sessant'anni, che oggi affida alla raccolta Nel mezzo del cammino. Il titolo sembra alludere a Dante, che a Torre de' Passeri si può dire di casa. In realtà si riferisce all'ordinamento delle composizioni, tutte inedite e riportate cronologicamente, che incastonano un """"intermezzo"""" in lingua fra due gruppi di liriche in dialetto. Il dialetto a volte amplifica il sentimento, altre l'accompagna con un controcanto sommesso, musicale, venato di malinconia, rendendo pienamente tutte le sfumature in cui si espande la vena lirica. Non diversamente nei componenti in lingua, con i quali si entra nel """"laboratorio"""" dello scrittore. Appaiono chiari i suoi riferimenti ai classici e ai grandi del Novecento, tutti assimilati e rielaborati in chiave personalissima. Presentazione di Mario Giunco. Postfazione di Veronica Di Paolo."" -
Frammenti di un anno
"Non poteva né doveva più contare sulle proprie energie che la tradivano in continuazione. Eppure riaffioravano continuamente le sorgenti delle sue emozioni più originarie e identitarie: l'abbraccio sfumato della condivisione della solitudine, di un sogno infinito perché sempre in atto e non bisognoso di futuro."""" Un anno, di Maggio in Maggio. Un'autrice, un personaggio, una sola voce. Al personaggio-Annalisa viene affidato, dall'autrice, il compito di far emergere e di mettere in ordine, dando loro forma, l'onda anomala degli incontri con i variegati aspetti della vita fisica e di quella della percezione. I temi che Annalisa affronta con un ritmo ondulato che segue l'andirivieni dell'oceano-vita sono affollati. Variano dalle esperienze comuni della quotidianità all'ampiezza non arginabile del pensiero. Annalisa comunica col lettore, al quale propone lo sforzo di un diretto coinvolgimento; lo mette alla prova chiedendogli di farsi largo tra le emozioni e di partecipare del suo sentire, dei suoi dubbi, della sua esperienza profondamente umana." -
L' enigma dei crochi
C'è possibilità di dialogo tra passato e presente? A quante domande del nostro passato e del nostro presente siamo riusciti a dare plausibili risposte? «Siamo in cammino, questo è certo. Tutti. Ciò che conta, nella mia idea di esistenzialità, è l'onestà dello slancio vitale. Del resto ""il processo creativo è insito nella natura umana ed è quindi alla portata di tutti. Non perché tutti siano artisti ma perché nessuno sia schiavo"""" (G. Rodari), ed io sono persuasa che contemplare nella propria vita la creatività fa vivere meglio», afferma l'autrice. Il rapporto con il trascendentale permea l'intero volume che recupera il senso del quotidiano, la semplicità e il dono - esordisce Anna Santoliquido - """"verso una incantata geografia aerea e celeste"""" (G. Ferroni). Nella società della comunicazione totale la poesia è l'angolo incontaminato in cui si raccolgono i sentimenti, dove la parola rimane ancora una conchiglia, capace di dare cittadinanza agli stati d'animo, allo stupore, alla preghiera, all'amore. Un volume plurigenere che nel leggerlo non pochi vi specchieranno le proprie esperienze, le proprie sconfitte e la danza naturale del ricominciare, asserisce Cosimo Rodia."" -
Le tre regole di Sofia
Nessuno nasce libero. Tutti, appena veniamo al mondo, siamo costretti a sottostare a delle regole. Sofia ha dovuto impararlo a proprie spese fin troppo presto. All'apparenza, infatti, non c'è nulla di strano in lei, ma in realtà non è una ragazza normale: da quando era piccola ha delle regole da rispettare, che le impediscono di svolgere una vita come tutti gli altri. Infrangerle significa esporsi a un pericolo oscuro e letale. Fino ad ora è sempre riuscita a tenere nascosto il suo segreto, ma questo delicato equilibrio è destinato a venire infranto. A impedire il peggio sarà l'intervento di Emilio, un creativo, ovvero un adepto di arti magiche, che possiede le risposte che Sofia ha sempre cercato. Ma questo per lei è solo l'inizio: separata dalla sua famiglia, strappata alla quotidianità, Sofia dovrà capire di chi può fidarsi e chi invece mira solo ai propri interessi. Infatti sono in molti a volerla morta per impossessarsi del segreto che si cela dietro le sue regole... -
Fantareligione
Il n. 15 di IF è all'insegna della Fantareligione, dove si parla di Philip K. Dick, H.P. Lovecraft, C.S. Lewis, Philip Pullman, J.R.R. Tolkien, Gore Vidal, Frank Herbert, William Blatty, e persino di Papa Francesco. Dove si pubblicano i primi tre vincitori del concorso per racconti inediti sul tema della fantareligione - Fiorella Borin, Davide Camparsi e Alessandro Forlani - e si annunciano nuovi bandi. Dove l'ottantesimo compleanno di Renato Pestriniero (classe 1933) ci offre l'occasione di festeggiarlo parlando dei suoi due più recenti romanzi e di pubblicare un suo testo inedito su Venezia. Dove si parla di ""Black Mirror"""" , il fenomenale serial televisivo inglese che sta ottenendo un grande successo per la sua originalità e la felice contaminazione tra fantascienza e horror, sulla scia di un antenato prestigioso, """"Ai confini della realtà"""". Ne anticipiamo su questo numero contenuti e potenzialità, che lasciano scorgere scioccanti prospettive sul nostro futuro."" -
Star Trek
Numero 18 di IF dedicato a Star Trek con l'intento di contribuire a farlo meglio conoscere ed amarne il messaggio positivo. Inoltre un'analisi dei fumetti del dottor Destino di Vito Tripi; il ricordo di Hans Ruedi Giger, il creatore di Alien, di Gianfranco de Turris; una rivisitazione del capolavoro di Henry Rider Haggard, ""La donna eterna"""" (""""She"""", 1887); la sezione narrativa con l'ormai tradizionale concorso a tema e le rubriche. Questa volta Claudio Asciuti se la prende con Umberto Eco e col suo ultimo romanzo, """"Numero Zero"""" (Bompiani, 2015), con una critica che esce decisamente dal coro.""