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La riforma della musica sacra a fine Ottocento. Dispute e controversie bolognesi
In tempi recenti, in ambito storico-musicologico, sta emergendo un certo interesse intorno al Movimento Ceciliano e alla riforma della musica liturgica affermatisi progressivamente a cavaliere tra Otto e Novecento in Italia. Conosciuto per lo più a pochi studiosi della musica sacra, il Movimento Ceciliano ha avuto un ruolo non secondario nella formazione dell'identità religiosa, politica e culturale dell'Italia al momento della sua costituzione. Per costruire in modo obiettivo e scientifico il ruolo ricoperto dal Movimento nella storia, è necessario partire dalla conoscenza delle singole realtà italiane ove esso è giunto e si è affermato a partire dal 1875, intrecciando gli eventi prettamente musicali con quelli politici e sociali del tempo. È in questo filone di studi che il presente lavoro si inserisce cercando di aggiungere un ulteriore tassello alla storia della musica sacra e liturgica a partire da Bologna, considerata senz'altro tra i ""laboratori ceciliani"""" di grande interesse, tra direttive riformistiche, resistenze e contraddizioni."" -
Il giovane Brahms. Lettere e ricordi
Albert Hermann Dietrich (Golk bei Meißen, 1829 - Berlino, 1908). A Lipsia studiò diritto all'Università e nello stesso tempo fu allievo di Ignaz Moscheles al Conservatorio. Negli anni 1851-1854 si stabilì a Düsseldorf per studiare composizione sotto la guida di Robert Schumann, che nel 1853 gli dedicò le sue Märchenerzählungen, op. 132. In quello stesso anno incontrò il ventenne Brahms, a cui rimase legato d'amicizia per tutta la vita. Direttore d'orchestra, pianista e compositore, fu per un trentennio (1861-1890) Hofkapellmeister presso la corte granducale di Oldenburg, in Bassa Sassonia. Scrisse una sinfonia (dedicata a Brahms), musiche pianistiche e da camera, concerti, musiche di scena, Lieder e l'opera romantica in 3 atti Robin Hood. Le sue Erinnerungen an Johannes Brahms in Briefen besonders aus seiner Jugendzeit, che pubblicò nel 1898, sono ancor oggi una fondamentale fonte biografica su Brahms, per le molte e preziose notizie sulla vita artistica e personale del grande musicista, in particolare per ciò che concerne il periodo giovanile. -
Lo sposo burlato da Piccinni a Dittersdorf. Un'opera buffa in Europa
Nelle enciclopedie della musica, il libretto dello Sposo burlato di Niccolò Piccinni (1769) è attribuito in modo unanime quanto erroneo a Giovanni Battista Casti. Attraverso un'indagine che dalla partitura si allarga alla storia della letteratura e della Chiesa, si propone qui l'attribuzione della paternità di questo testo a Giulio Cesare Cordara; e si spiegano altresì le ragioni sorprendenti che con ogni probabilità condussero un importante gesuita, già ben noto per il suo talento comico-satirico, a concepire un libretto anonimo e con molteplici livelli di lettura. Il volume contiene inoltre la ricostruzione completa della circolazione di quest'opera non soltanto in Italia, ma pure in Francia, dove Piccinni ne musicò una versione in francese firmata da Pierre-Louis Ginguené, e in Austria, Ungheria, Germania. Nei paesi germanofoni il libretto italiano fu musicato da Carl Ditters von Dittersdorf, che successivamente ne curò una traduzione tedesca che si adattasse alla musica da lui già composta. Per ciascuno dei tre libretti è qui presentata l'edizione critica integrale, preceduta da un ampio saggio firmato da uno specialista dell'area musicologica e linguistica di competenza. Questa ricerca tripartita contiene, tra l'altro, nuovi ritrovamenti di fonti musicali e librettistiche, nonché l'individuazione di amplissime parodie testuali e musicali che nel caso italiano riguardano un'aria dalla Merope di Giovanni Battista Borghi, nel caso francese l'Armide di Quinault. Dell'aria di Borghi e della parodia di Piccinni viene pure offerta l'edizione critica integrale. -
Dritti al cuore. «La medium» di Gian Carlo Menotii
Giancarlo Menotti, che in Italia è stato operista notissimo per la vetrina che alla sua produzione - oscurata da recensori perplessi e caldeggiata dal favore del pubblico - assicurò nell'arco di cinquant'anni lo spoletino Festival dei Due Mondi, gode tuttora d'un'immeritata sfortuna critica che non bastano a riscattare una buona intervista, due o tre biografie e qualche tesi di dottorato U.S.A. quasi sempre inutilmente generica. Dritti al cuore prova a colmare un vuoto sostituendo ad un giudizio di valore tanto astratto da sfiorare il pregiudizio, un'esatta riflessione attorno alle scelte drammaturgiche del melodramma venerato dall'autore per tutta la vita come la sua autentica «opera prima» (I. Conserva) ed un'analisi minuziosa del suo disegno musicale, senza la quale lo stesso giudizio è destinato a cadere nel vuoto (M. Grondona) proponendo di Menotti un'inedita ed obiettiva rivalutazione -
Jesu. Un canto di confraternita in Sardegna
A Castelsardo, nel nord della Sardegna, si perpetua una tradizione musicale legata, in particolare, ai rituali della Settimana Santa. Essa è interpretata da cantori che sono membri di una confraternita e che godono di uno statuto quasi professionale. Si tratta di una musica piena di forza espressiva, complessa e raffinata. Uno dei suoi aspetti più notevoli è quello che vede l'apparizione, all'interno del quartetto vocale, di una quinta voce acuta virtuale: un effetto unico e sorprendente. Questo libro svela il funzionamento acustico e psicoacustico di questo fenomeno, applicandosi nel contempo all'analisi del linguaggio musicale e della sua estetica. -
Musica/realtà (2018). Vol. 115: Marzo.
Quadrimestrale. -
Lettere di Giuseppe Verdi a Opprandino Arrivabene. Ediz. critica
Già edite nel ""Verdi intimo: Carteggio di Giuseppe Verdi con il conte Opprandino Arrivabene"""", queste lettere sono note agli esperti, ma l'indisponibilità del volume edito da Mondadori nel 1931 sul mercato non le rende fruibili a un più vasto pubblico di lettori, amante di Verdi e della sua musica: ecco la ragione per cui si è deciso di ripubblicarle, trascrivendole in edizione critica e commentandole nuovamente. Peraltro, poco nota è la figura di Opprandino Arrivabene, personaggio estremamente interessante e composito, amico e intimo confidente di Verdi, il quale nutrì nei suoi confronti grande stima e immenso affetto: cosa rara nella vita del Maestro, che era, infatti, persona riservata e che non aveva molti veri amici, come si può evincere dalla fitta corrispondenza che egli intratteneva con tutte le persone con cui aveva a che fare."" -
Giovanni Battista Sammartini. Due sinfonie concertate per violino (J-C 78.2, J-C 70)
Sembrerebbe che diverse opere in cui Sammartini inserisce il violino solista siano state composte negli anni successivi al 1760, soprattutto nella prima metà fino al 1765/66: tre Concerti per violino in mi bemolle maggiore (J-C 73.1), in la maggiore (J-C 77.2) e in si bemolle maggiore (J-C 78), due opere sinfoniche, una Sinfonia concertata in si bemolle maggiore (J-C 78.2) e un Concerto in re maggiore (J-C 70), entrambi per violino, nonché due Concerti a più strumenti, uno per quattro violini in la maggiore (J-C 76) e uno per violino e due oboi in mi bemolle maggiore (J-C 73.2); a ciò si aggiunge una Sinfonia in re maggiore (J-C 21) con un movimento lento per violino solo. I Concerti J-C 73.1 e J-C 77.2 sono datati da Sammartini novembre 1762 e novembre 1764. Tre opere, la Sinfonia J-C 21 e i Concerti J-C 78 e J-C 70, furono pubblicati a Londra nel 1766. -
Giacomo Puccini. Aspetti di drammaturgia
Una farfalla in tavola infitta Puccini drammaturgo: strategie dell'emozione. Il tabarro ovvero la 'solita' insolita forma Verso Turandot «Maria Antonietta» ovvero «L'Austriaca». Un soggetto abbandonato da Puccini Appendice: gli abbozzi del libretto di Luigi Illica. Saggio di trascrizione. 1. L'atto primo; 2. Abbozzi di collocazione incerta «Non c'è maggiore difficoltà che capire ciò che sembra facile»: è l'affermazione chiave del metodo applicato da Marcello Conati alle opere di Giacomo Puccini. La scoperta della sorprendente complessità di ciò che appare facile, la sovrabbondanza di relazioni di senso insita in ciò che in superficie sembrerebbe elementare: sono questi, infatti, gli obiettivi principali delle analisi di Conati. E affinché il lettore mantenga salda la bussola in peregrinazioni che per la natura selettiva degli argomenti affrontati potrebbero sembrare un poco rapsodiche, l'autore ci mette immediatamente in guardia dall'«errore più comune», dalla trappola nella quale a lungo è caduta la critica pucciniana e nella quale non vuole rimanere lui stesso invischiato. -
Varie musiche. Giovanni Battista da Gagliano. Vol. 1
Giovan Battista da Gagliano (1594-1651), fratello del più celebre Marco ebbe incarichi stabili presso le cappelle musicali delle principali chiese di Firenze (San Lorenzo, Santa Maria del Fiore), la corte medicea, la Compagnia di educazione dei fanciulli dell'Arcangelo Raffaello, ma la cui attività è documentata - sia pur scarsamente - anche in relazione ad altri circuiti, laici e religiosi. Certamente più noto ed apprezzato per la sua solida preparazione in ambito polifonico, nel libro delle Varie musiche Gagliano raccolse i frutti del suo cimento con il nuovo genere di canto a una e due voci e basso continuo: la varietas annunciata nel titolo concerne certamente la frastagliata morfologia poetica (canzonette di varia struttura, madrigali, sonetti, stanza di canzone, terzine) e musicale (intonazioni monodiche di tipo strofico oppure interamente composte, oltre alle tracce di una persistente pratica polifonica), ma anche la diversità dei contenuti (profano e spirituale), delle destinazioni, o provenienze, e delle funzioni (musiche per la camera, per il teatro, per le occasioni confraternitali), a sua volta riflesso, almeno parziale, della multiforme attività del compositore. -
Quaderni dell'Istituto Liszt. Vol. 18
Rossana Dalmonte ""Versuch über die wahre Art"""", Liszt zu analysieren (Faust-Symphonie) Edmond Buharaja Il grande seduttore trionfante, ossia Don Juan Emanuele Franceschetti L'""""ascolto intelligente"""". Appunti per (far) ascoltare R. W. Venezia di Franz Liszt Guido Salvetti Nuovi contributi alla biografia di Antonio Bazzini."" -
Zilia. Clara Schumann: la donna e i suoi lieder
Dopo aver fugacemente incontrato Clara Schumann a Vienna in occasione di un concerto da lei tenuto presso l’Hoftheater nel 1854, così la definì la scrittrice inglese George Eliot (1819–1880), compagna dell’intellettuale George Henry Lewis, vecchio amico di Franz Liszt: “una creatura malinconica e interessante. Suo marito era impazzito un anno prima e lei doveva sostenere otto figli.” In questa definizione, breve e suggestiva, formulata da un artista la cui vita anticonvenzionale poco ha a che vedere con quella di una donna sobria e sempre ligia al dovere come fu Clara Schumann, ma la cui opera narrativa — al pari della carriera della musicista — contribuì a riscattare la produzione artistica femminile dallo spazio limitato del tentativo dilettantesco, la Eliot riassume efficacemente i tratti e gli aspetti fondamentali di quella che fu la vita di Clara Wieck Schumann. -
Rivista internazionale di musica sacra (2018). Vol. 1-2
Christian Meyer L'Epistola ad Dardanum. Le texte et sa tradition. Édition et traduction Maria Teresa Rosa Barezzani Le prosae del ciclo natalizio nella tradizione bresciana medievale Francesco Zimei Polifonia semplice nel ms. 11 dell'Archivio Capitolare di Pisa: una sconosciuta intonazione delle Lamentationes Ieremiae Davide Baldi Rorate caeli desuper: testo antico e melodia gregoriana del sec. XIX DavideBaldi O filii et filiae: testo, melodia e Fortleben Clarissa Cammarata Musiche liturgiche per sant'Imerio Aurelio Porfiri I recitativi liturgici tra parola e canto Eleonora Celora Due Corali ambrosiani: descrizione liturgica Livio Ticli Peering into the 19th-century Tradition of the Miserere: The Music Collection of the Basilica della B.V. delle Grazie in Brescia Marilena Laterza Oratòri a Bari nel primo Settecento: sulle tracce di un fenomeno socio-culturale inesplorato a partire da un libretto inedito Laura Albiero In zenochioni: la preghiera privata nell'Italia tardomedievale Paolo Bottini Teologia in musica. Un nuovo saggio su Olivier Messiaen -
Musica/realtà (2020). Vol. 121
Piero Rattalino: Struttura e drammaturgia nelle Variazioni op. 120 di Beethoven; Manuel Farolfi: Musica ed esperienza di consumo: gli effetti della sonorizzazione musicale negli spazi commerciali; Valeria Lucentini: ""The land of the sun, and the land of the song"""": il discorso sulla musicalità degli italiani dalla teoria dei climi alla letteratura di viaggio settecentesca (II); Pier Paolo Bellini: Aspirazioni e istituzione: diventare musicisti; Hanns-Werner Heister Principle soundtrack: Music in documentary nature films - and reality as a culture film Francesco Brusco Fabrizio De André in studio. Pratiche, scelte autoriali e modalità cooperative di produzione."" -
Per i cinquant'anni dei solisti aquilani. Studi omaggi memorie
Sotto le suadenti spoglie della Festschrift, arricchita fra l'altro da un ampio apparato fotografico, questo volume getta le basi per un'ormai indifferibile riflessione - sia in chiave musicologica che esperienziale - sulla funzione socioculturale dei grandi complessi da camera fioriti in Italia nella seconda metà del secolo scorso, prendendone a modello uno in particolare: I Solisti Aquilani, nati nel 1968 dall'incontro fra Nino Carloni (1910-1987), il visionario artefice del sistema musicale che tuttora anima e qualifica la città dell'Aquila, e Vittorio Antonellini (1936-2015), il direttore d'orchestra e manager sagace che ne ha saputo pazientemente portare a regime le componenti produttive. I contributi raccolti, che per una suggestiva coincidenza sono quindici come i membri del complesso odierno, spaziano dal saggio storico all'indagine sul repertorio, dall'aneddotica alle questioni di attualità, dallo scavo documentario alla testimonianza diretta, formando nel loro insieme un prezioso antidoto alla perdita di memoria che incombe sull'ente. -
I codici liturgico-musicali presso il museo civico di Bolzano
Con un saggio di Marco Gozzi. Studio paleografico, codicologico e musicologico sui manoscritti: Ms. 1304 (Messale cistercense del 1296), Ms. 7/3 (Vesperale-Graduale-Kyriale-Prosario del sec. XV), Ms. 7/4 (Graduale-Kyriale-Prosario del 1430). Con DVD contenente la riproduzione a colori dei tre codici. -
Alla scuola del maestro di cappella. Andrea Basili e la didattica della composizione in Italia nel secolo XVIII
Questa ricerca si è concentra sulla produzione teorica e didattica di Basili con l'obiettivo di analizzare gli elementi metodologici fondamentali del suo insegnamento e tracciare un quadro della loro evoluzione fino alla Musica universale, intesa come sintesi e punto d'arrivo della riflessione dell'autore. L'opera si presenta come un corso avanzato di composizione alla tastiera, ripartito in ventiquattro esercizi che coprono tutte le tonalità maggiori e minori. In ciascun esercizio si affiancano brani interamente intavolati ad altri nei quali viene impiegata la notazione cifrata tipica del partimento. L'illustrazione delle principali forme musicali avviene integrando aspetti del metodo esemplare con quello didattico incentrato sulla pratica del basso continuo, attraverso un'esposizione nella quale l'elemento verbale è pressoché assente, lasciando implicita la comprensione e l'assimilazione degli aspetti teorici. -
Musica e identità nel Novecento italiano: il caso di Gavino Gabriel
Il caso di Gavino Gabriel (1881-1980) offre l'occasione per riconsiderare uno dei nodi più problematici ma anche più fecondi del primo Novecento musicale italiano, legato al difficile rapporto di convivenza tra la retorica del nazionalismo e una rinnovata coscienza dei valori culturali locali. Apprezzato cantore e interprete delle musiche tradizionali della sua terra d'origine, la Sardegna, Gabriel fu anche un compositore, un etnografo ante litteram e un pionieristico promotore delle tecnologie di riproduzione del suono per la documentazione scientifica e per la didattica dell'educazione musicale. Dopo un'assidua frequentazione dei cenacoli artistici e intellettuali legati alla rivista «La Voce», Gabriel avviò rapporti di collaborazione con Giuseppe Prezzolini, Gabriele d'Annunzio, Ildebrando Pizzetti, Umberto Giordano e Giovanni Gentile; partecipò al dibattito sulla costruzione dell'identità nazionale rivendicando la centralità della musica e dei patrimoni culturali, e nel 1932 divenne il primo direttore della Discoteca di Stato. -
Kandinskij e Skrjabin: realtà e utopia nella Russia pre-rivoluzionaria
La vita culturale russa dei primi anni del Novecento, vista attraverso l'opera di questi due protagonisti, appare come un momento fondamentale e determinante per tante esperienze artistiche successive. Il rapporto fra musica e pittura è il filo conduttore attorno al quale si dipana la trattazione, dalla sinestesia alla fusione delle arti, fino alla teorizzazione dell'opera d'arte totale. -
Alessandro e Domenico Scarlatti. Due vite in una
"Quarant'anni or sono, scrivendo la biografia di Alessandro Scarlatti mi trovai a mettere in luce certe caratteristiche del personaggio che offuscano l'aureola del santone posto al vertice di quella galleria di miti che è la controversa Scuola Napoletana. È sempre rischioso nuotare controcorrente nei fiumi della tradizione: i pochi appunti mossi a quella mia fatica da recensori generosi e illustri riguardarono per lo più il suggerito ridimensionamento dell'immagine di un boss che evidentemente tutti avrebbero voluto continuare a figurarsi simile ad una sorta di barbutissimo Dio-padre, perennemente intento ad irradiare benefica influenza su famigliari e discepoli."""""