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Musica/realtà (2018). Vol. 117: Novembre.
Elisabetta Fava L'ultima fiaba della vecchia Vienna: Arabella tra mondanità e ritorno all'innocenza Giovanni Labriola Luogo, territorio, individuo nella musica per film. Una nuova prospettiva sonora Mauro Mastropasqua Dossografia minima della concezione armonica di Schönberg in Italia (1945-1985) Enrico Fubini Esecutori in giro per il mondo! Jacopo Conti È il compositore che fa la musica scritta, è la musica scritta che fa il compositore. Frank Zappa e la scrittura musicale Maurizio Romito Da Intolleranza 1960 a Don Giovanni: Bruno Maderna direttore d'orchestra negli Stati Uniti (I) -
Franz Liszt e la sua musica nel cinema
[...] La sua personalità ha ispirato il cinema soprattutto dagli anni Trenta del Novecento, con l'avvento del sonoro: da allora sono stati una decina i film dedicati alla sua vita, cui se ne aggiungono circa altri quaranta in cui Liszt è apparso come personaggio secondario, oppure 'spalla' in film dedicati alla vita di altri compositori. I film che hanno utilizzato musica di Liszt nella colonna sonora sono almeno trecento; tutti questi documenti ci permettono di avere un quadro molto interessante sulla ricezione dell'opera di Liszt presso il grande pubblico. Se l'uso della musica di Liszt nel cinema non è molto diverso da quello di altri compositori 'classici', tuttavia la sua è estremamente cinematografica, prestandosi in maniera esemplare a traslazioni simboliche che vanno molto di là di un semplice uso decorativo o descrittivo, divenendo spesso parte integrante della narrazione, in forma diretta o indiretta, esplicita o allusiva. La figura e la musica di Franz Liszt forniscono in definitiva l'occasione per sviluppare una trattazione più generale sul film biografico musicale e sull'uso della musica classica non solo nel cinema ma anche nella televisione e nei cartoni animati. -
Giuseppe Dell'Orefice. «Un canto interrotto sulla scena napoletana dell'Ottocento»
«Attraverso biblioteche e archivi musicali, cartelle ospedaliere e fondi documentali di teatri e conservatori, archivi storici di comuni e istituzioni, la figura umana e artistica di questo musicista si è pian piano delineata e precisata, acquistando i tratti di realtà e la vita propria che solo la letteratura sa conferire, per entrare così a far parte del mio vissuto: i suoi successi e le delusioni, gli entusiasmi e le illusioni, il dolore, la malattia e la morte solitaria in un triste manicomio, ripercorsi nelle pagine di questa biografia, mi si sono incollati addosso diventando dolce e malinconica compagnia. Ascoltare la sua musica, riportata alla luce dopo più di un secolo dalla tenacia dei pronipoti e di un musicista innamorato della sua arte compositiva, mi ha procurato l'emozione di un amico ritrovato.» -
Codici per cantare. I libroni del Duomo nella Milano sforzesca
I Libroni preparati per la cappella musicale del Duomo sotto la direzione di Franchino Gaffurio sono fra le più preziose testimonianze della vita culturale a Milano fra Quattro e Cinquecento. Imponenti per dimensioni, seppur non esteticamente ricercati, i manoscritti tramandano il variegato repertorio di polifonia che risuonò fra le arcate della cattedrale ancora in cantiere in un periodo particolare e decisivo nella storia della città. Gli anni, infatti, in cui il maestro di cappella Gaffurio (in carica dal 1484) allestisce i quattro Libroni, includendovi composizioni per la messa e i vespri di autori come Compère, Weerbeke, Josquin e Isaac, oltre alle proprie, sono quelli dell'ascesa di Ludovico il Moro, della sua drammatica caduta e poi del primo dominio francese sul ducato di Milano. Gli anni, insomma, che chiudono l'epoca e l'epopea dei Visconti e degli Sforza (a prescindere dalle successive effimere restaurazioni) e riconfigurano il destino della città su orizzonti geopolitici diversi. -
Mettere in scena Wagner. Opera e regia tra Ottocento e contemporaneità
Il dibattito sul problema della regia d'opera è sicuramente fra i più caldi che animano il mondo del teatro musicale di questi ultimi decenni e una posizione centrale di questo dibattito è occupata dal teatro wagneriano, nucleo generatore del concetto stesso di moderna regia teatrale. Da almeno un secolo infatti le opere di Wagner sono il nervo scoperto di ogni riflessione sulla regia d'opera: regista rivoluzionario egli stesso, autore di drammi dai profondi risvolti filosofici e politici, spesso ambigui, il genio di Lipsia è una vera e propria 'calamita' per i registi, che hanno trovato nei suoi drammi l'occasione per una rielaborazione radicale del concetto stesso di messinscena. [...] Il grande pubblico degli appassionati dell'opera wagneriana, che forse vive da qualche decennio uno spaesamento di fronte a messinscene sempre più 'estreme', troverà qui molti punti di riflessione e qualche nuova chiave di lettura, insieme a tante nuove domande che, come spesso capita in queste occasioni, finiscono per essere più delle risposte. -
Un nobile veneziano in Europa. Teatro e musica nelle carte di Giovanni Battista Perucchini
Appartenente solo a un patriziato veneto di Terraferma (uno status riconosciuto anche dal nuovo Imperial Regio Governo, comunque: «confermato nobile con Sovrana Risoluzione 18 ottobre 1823»), Perucchini era nobile in dosi omeopatiche. Quanto bastava per avere in casa - forse - un'educazione, e sicuramente ottime frequentazioni intellettuali, ma in seguito con la necessità di un impiego (nella Pubblica Amministrazione): dunque, a mezza strada fra i blasoni dell'aristocrazia e gli stili di vita borghesi. [...] Giovanni Battista era filarmonico appassionato, come tanti: in più, però, capace di durature relazioni coi compositori che transitavano a Venezia (non però con Donizetti, curiosamente, nonostante questi vi fosse stato più volte: nel 1818-19, e nel 1836-38), per tacere di personaggi altolocati, quando non addirittura di vertice (lo zar). Per chi si recava in Laguna, Perucchini rappresentava un punto di riferimento cui indirizzare una raccomandazione o semplicemente un biglietto da visita quale strumento per propiziare un invito, come usavano le élites in trasferta (fino a tutto il primo Novecento: lo faceva ancora il giovane Moravia, nei suoi primi soggiorni all'estero). -
Subsidia musicologica. Vol. 2
Argomenti: Stefano Baldi, Ruggero Trofeo, un musico nato sotto Saturno? Jorge Morales, Sigismondo D'India et la cour de Turin (1611-1623) La transformation musicale du duché de Piémont-Savoie Paolo Cavallo, Il mottetto sacro per poche voci tra Sei e Settecento in area sabauda: un primo approccio Daniele Boschetto, Montane risonanze: la musica in Valsesia nei secoli XVII e XVIII (con appendici sinottiche e documentarie) Marco Testa, Il Gruppo universitario musicale di Torino. Dalla fondazione alla fascistizzazione (1921-1928) Cataloghi Eleonora Simi Bonini, Il fondo musicale della Chiesa del SS.mo Sudario di Roma Contributi Pier Giuseppe Gillio, Su alcuni aspetti formali e costruttivi dei libretti vivaldiani Cesare Fertonani, Il Prete Rosso come personaggio letterario. -
Musicisti in uniforme. L'arte dei suoni nell'Esercito sabaudo (1670-1870)
Il legame fra gli ambienti musicali della corte sabauda e il mondo militare piemontese è un filone originale di ricerca, per di più indagato solo in parte, che mi ha condotto nuovamente fra gli sterminati fondi sull'Armata Sarda conservati nell'Archivio di Stato di Torino e nella Biblioteca Reale. L'obiettivo iniziale, che intendeva approfondire i rapporti fra le strutture musicali civili e militari in area subalpina dalla fine del XVII secolo sino al 1870, è stato ampiamente superato dalla grande mole di documentazione rinvenuta, che ha permesso di ricostruire con esattezza l'organizzazione, la consistenza, la dotazione strumentale e l'evoluzione tecnico-artistica delle musiche dell'Esercito sabaudo. A ciò si deve aggiungere l'aspetto uniformologico, un elemento essenziale per comprendere la condizione dei musicisti militari e i segni esteriori attraverso cui essi ambivano a distinguersi dal resto della truppa. Con l'aiuto di rari figurini di diverse epoche, quasi tutti inediti, è stato possibile ricomporre le tessere del suggestivo mosaico di ornamenti, ricami, gradi, cordelline, oggetti e accessori che nel corso dei secoli hanno identificato lo strumento musicale dell'armata. -
Manuscript Ivrea, Biblioteca Capitolare 115
Riproduzione a colori del celebre manoscritto Ivrea 115. Con uno studio introduttivo di Karl Kügle. -
La ribeba in Valsesia. Nella storia europea dello scacciapensieri
Il lavoro di Lovatto e Zolt, a distanza di più di trent'anni della già menzionata e fondamentale monografia sull'argomento a opera di Alberto Lovatto, è un compendio pressoché definitivo sul caso valsesiano. Attraverso l'analisi delle evidenze archeologiche, documentali ed etnografiche, gli autori ci accompagnano in un suggestivo e documentatissimo viaggio nella storia della ribeba, prendendo in considerazione in modo esaustivo la storia delle fonti antiche e moderne, l'attenzione riservata allo scacciapensieri dagli studi etnomusicologici ed etno-organologici nel corso del Novecento, la storia delle officine e la loro organizzazione, le tecniche costruttive e la loro evoluzione nel tempo, la fortuna commerciale della ribeba valsesiana nel mondo, le caratteristiche morfologiche dello strumento e le fonti di rilevanza etnografica sulle tecniche esecutive, l'analisi dei marchi di fabbrica, le denominazioni locali attestate nelle fonti storiche e nell'uso popolare, con un censimento approfondito degli strumenti conservati nei musei e nelle collezioni private italiane. -
Verdi e il théâtre italien di Parigi (1845-1856)
Quale ruolo svolse il Théâtre Italien di Parigi nella relazione privilegiata che legò Verdi alla Francia? Fino ad oggi gli studiosi hanno lasciato quasi del tutto inevasa questa domanda. Eppure proprio il Théâtre Italien, istituzione votata specificamente all'esecuzione di opere italiane in lingua originale, fino alla sua chiusura, nel 1878, fu di gran lunga il palcoscenico parigino sul quale si diede con maggior frequenza e costanza la musica del compositore. Della storia dei legami fra Verdi, le sue opere e il Théâtre Italien, questo libro indaga le tormentate fasi comprese fra gli esordi (Nabucodonosor, 1845) e i primi trionfi (Il trovatore, 1854-56). Attraverso un percorso di ricerca che incrocia dati provenienti da fonti di varia natura (partiture, libretti, lettere, carte d'archivio, periodici) l'autore tenta di chiarire da un lato come il legame fra Verdi e il Théâtre Italien incise sugli sviluppi della carriera del primo e sulla storia artistica del secondo, e dall'altro come il contatto con la musica del compositore di Busseto mise in questione, e addirittura modificò, le aspettative tradizionali dei francesi nei confronti dell'opera italiana. -
""Bonjour mon aimable bergère..."". Voci e canti della Val San Martino raccolti dalla Badia Corale Val Chisone
La cultura popolare di queste valli si esprime, oltre che in italiano, su tre diversi livelli linguistici popolari, che corrispondono a tre stadi storici più remoti di acculturazione: i patois locali (di radice occitanica), il francese (introdotto nel secolo XVI) e il piemontese (nella sua caratterizzazione occidentale di piemontés, o lingua del contado immediatamente subalpino, che si è insinuata anche nei fondovalle). Il complesso repertorio di canzoni che qui si trova testimonia, nel suo insieme, una vicenda storica di opposizione e di tensione dialettica della civiltà alpina nei confronti dei tentativi di egemonizzazione esterna, vicenda di resistenza secolare della dimensione comunitaria agli eventi di dominazione e di acculturazione; ma rivela anche una vocazione nient'affatto provinciale all'apertura verso orizzonti lontani, un'attitudine a ricevere l'innovazione culturale, accettandola e selezionandola secondo le esigenze del proprio intimo vivere. -
L' anno suonato. Dodici mesi di colore e poesia
Età di lettura: da 6 anni. -
Una città al femminile
Protagonismo e impegno di donne senesi dal medioevo a oggi. -
Amici per le penne
Età di lettura: da 6 anni. -
La vraie histoire de l'Ourson voyageur perdu à Sienne. Ediz. illustrata
Età di lettura: da 4 anni. -
The true story of the traveling. Little bear lost in Siena. Ediz. illustrata
Età di lettura: da 4 anni. -
Storia di Biagio
Età di lettura: da 6 anni. -
La letteratura arabo-cristiana e le scienze nel periodo abbaside (750-1250 d.C.)
Teologia, filosofia, storia, medicina, matematica, astronomia sono solo alcune delle scienze che la civiltà dell'Islam ha recepito in particolare grazie all'opera dei cristiani. Esse furono sviluppate durante il periodo abbaside quando il contributo dei cristiani nel veicolare il sapere scientifico attraverso il lavoro di elaborazione e traduzione dei testi, in arabo e dall'arabo, fu fondamentale. Il convegno tenutosi a Roma il 9-10 marzo 2007 si è proposto di mostrare l'apporto dei cristiani siriaci e arabi nei vari settori delle scienze nonché nei campi della patristica, della polemistica e della storia. La loro opera impresse decisivo vigore e impulso, non solo alla civiltà araba e dell'Islam nel suo insieme, ma anche allo sviluppo delle scienze nel mondo europeo. -
L' oro nella tarda antichità: aspetti economici e sociali
La tarda antichità è spesso descritta come una ""età dell'oro"""", intendendo con questa espressione che il sistema monetario dei secoli IV-VII si sarebbe strutturato soprattutto sulle coniazioni nel metallo più prezioso, attraverso cioè un vero e proprio """"ancoramento all'oro"""" dell'intera struttura economica e dei prezzi. Il solido, moneta introdotta da Costantino, diventa così uno dei simboli per eccellenza del tardo Impero romano. Questo volume mira ad analizzare e approfondire in maniera sistematica gli aspetti sociali, economici e amministrativi legati alla produzione, alla diffusione e alla circolazione della valuta aurea, il suo statuto legale, il rapporto con le altre specie monetali, in riferimento alle attività finanziarie e alle tecniche contabili. Lo studio della moneta fornisce una serie di dati essenziali per una più ampia comprensione della struttura della società tardoantica e del potere d'acquisto dei diversi strati sociali e suggerisce importanti riflessioni sul trapasso istituzionale dall'Impero romano a quello bizantino e ai regni romano-germanici dell'Europa occidentale.""