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Tebe. Testo olandese a fronte. Ediz. bilingue
Gerrit Achterberg (1905-1962) viene considerato come il maggior poeta olandese della sua generazione. In molte liriche arieggianti il Surrealismo egli si arrovella per richiamare in vita, grazie alla magia della parola poetica, la donna di cui aveva causato la morte. Questo florilegio evidenzia diversi aspetti della conturbante personalità di uno dei più straordinari artefici del verso neerlandese. -
Verticale
Nella sua seconda raccolta di poesie Isa Brunetti utilizza le parole quasi come catarsi, modalità che le permette di accostarsi al dolore senza esserne travolta. Se nella vita lavorativa il distacco è un'esigenza obbligatoria, in quella personale tale strategia funziona ancora meno e la poesia ha la capacità di trasformare la realtà in parole che salvano. Come dice lei stessa presentando la prima sezione del libro, ""Il Melograno"""", la poesia consente di vedere i chicchi rossi del frutto simili a gocce di sangue, ma nello stesso tempo uguali anche ai rubini, gemme preziose. In molti componimenti la malattia diventa occasione di ricerca di senso, anche nella seconda e più recente sezione, """"Verticale"""", scritta in anni segnati da difficoltà psicologiche dei figli. Sono poesie molto dure, «cariche di dolore, avvertito come sensazione fisica che dalla bocca scende allo stomaco in un tragitto verticale, come di spada». Da qui il titolo che poi dà il nome all’ intera raccolta. Ma sono poesie colme anche di tenerezza: la scrittura è capace di sciogliere i nodi del cuore e rendere splendente la fragilità."" -
Lo specchio
Dai paradossi dell’esistenza alla denuncia delle storture e delle ombre, dalle più diverse ricette compiute in sé a un po’ di gustoso quanto acre scherzo, Barbieri ancora una volta passa in rassegna i diversi aspetti del vivere e li trafigge con i suoi spilli, li fissa e li disvela. Se è vero che l’aforisma, per essere considerato tale, deve consistere nella maggior profondità di contenuto espresso con il minimo delle parole, allora Paolo Barbieri fa di questo assioma un vero, ineludibile credo. Anche in questa più recente pubblicazione (che prosegue un coerentissimo percorso aforistico) vige questa regola, con un rigore quasi dogmatico, e soltanto a metà dell’opera l’autore indulge a una certa dilatazione espositiva per poi tornare (come se tutto il libro fosse una grande inspirazione seguita da una altrettanto grande espirazione) allo stile iperconciso che lo contraddistingue e che fa di lui uno dei più icastici e immediatamente riconoscibili massimatori contemporanei. -
Ingannare l'infinito
In questa nuova raccolta di aforismi, nuovamente divisa in capitoli tematici come tappe di una ordinata mappatura dell’esistente (non esente da sapide spaccature e deviazioni tanto improvvise quanto provvidenziali), Paolo Montanari cerca di “ingannare l’infinito” non rassegnandosi a un universo troppo ampio. Preferisce regolare le proprie lenti e con perizia, e pulsioni sia conoscitive sia etiche, indagare soprattutto le diverse prospettive che tingono il nostro abitare il mondo e coesistere fra uomini. D’altra parte, come tutti dovremmo comprendere, non ci sono soluzioni facili a problemi complessi, quindi Montanari esorta a non ignorare le emozioni pur ricordandoci che sono «ottimo intonaco, pessimo cemento», e allo stesso tempo a non affidarci a una razionalità di bassa lega («C’è chi vuole un orario per poter misurare il proprio ritardo»), proponendoci una nuova mappa per i nostri territori nella quale la forma aforistica è esplorata con efficace stringatezza e con grande conoscenza e sensibilità. -
Tournée
Un vecchio prete di montagna che conosce la vita e i dolori della storia; un concertista italiano che suona per l’Europa un violoncello dal passato sconosciuto e per questo chiamato “milite ignoto”; la sua fidanzata, fotografa tornata dall’Afghanistan con un segreto inconfessabile che le lacera l’anima; un malato terminale che dona la sua fortuna per ringraziare la comunità che l’ha accolto dopo aver vissuto in giro per il mondo, non sempre in modo cristallino. Tutte tessere di un mosaico più grande, il cui incastro fa rivivere un angolo di montagna francese dove tutto ritrova il suo equilibrio, come in uno spartito musicale dove ogni nota ha senso se legata alle altre. -
Da Basaluzzo in Aragona. La Guerra di Spagna del contadino Luigi Borsa
Luigi Borsa (1902-1958) fu volontario nella Guerra di Spagna, nelle file repubblicane, in una formazione che, numericamente ma non politicamente, si può definire minore: il Battaglione Mattotti. Arrivato in terra iberica dalla Francia, nel febbraio 1937, Borsa vi rimase solo fino a giugno, quando il Battaglione venne inquadrato nelle Brigate Internazionali. Tornato in Italia, venne arrestato e confinato, subendo i controlli di polizia fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Borsa non fu un capo, un trascinatore, un responsabile di cellule eversive: fu un contadino, il cui vissuto però lo fece ritenere quello che in effetti era: un antifascista, un elemento ostile al regime che andava perseguito e punito per le sue scelte di uomo libero. -
Ziteddi
Gli iscritti alla Università della Terza Età di La Maddalena e alcuni loro collaboratori raccontano storie del passato che si svolgono sullo sfondo dell'isola: storie che vengono da un mondo ormai scomparso di giochi, emozioni e immagini e che mantengono la grazia e la leggerezza delle favole. -
Le bocche di Bonifacio. Il tempo e i luoghi di una regione di frontiera. Con DVD video
Le Bocche di Bonifacio non sono solo uno stretto di mare, ma una regione fisica che comprende le coste meridionali della Corsica e quelle settentrionali della Sardegna costituendo la Terza Isola, quasi una cerniera fra le due isole maggiori. Protagonisti di questo lavoro sono gli uomini di questa Terza Isola e i rapporti che essi hanno intessuto o dissipato anche per volontà dei potenti che qui hanno esercitato il loro dominio attraverso le storie collegate l'una all'altra nello svolgersi cronologico degli avvenimenti (il tempo) e nelle rappresentazioni cartografiche delle terre e del mare che le unisce (i luoghi). -
Zio Pietro Bianco
Il valore delle testimonianze dei reduci di guerra, com'è il caso di zio Pietro Bianco, non sono solo memorie di un momento tragico della loro vita, ma anche un momento di riflessione sulle prepotenze esercitate dall'uomo che impone il potere della propria forza sul suo prossimo, la cui giustificazione nazionalistica e ideologica ben poco conta. Non è la guerra in sé, il vero problema o la questione da discutere, ma la tristezza e le atrocità di alcune scelte sociali che, a dire il vero, hanno poco di umano e nessun rispetto per la vita. Non è un caso se i libri di storia parlano solo di battaglie ed eroi... fermarsi a riflettere sui conflitti bellici, in nome di una civiltà che vuole imporsi su altre (ma il cui vero scopo è il controllo delle risorse naturali), è davvero devastante, per cui è meglio evitare e, con noncuranza, parlare d'altro. Ebbene questo libro, sia pur nella sua semplicità, rifiuta questa logica e affronta il problema con gli occhi di uno dei suoi protagonisti. Uno di quelli mai citati nei testi ufficiali, ma comunque vivo e presente alla richiesta dello Stato che non sempre si dimostra riconoscente con questi dimenticati, silenziosi e autentici eroi. -
Il mio cappello rosso
Alba Leoni è nata a La Maddalena. Sin da bambina si è dedicata alla scrittura, utilizzando tutto il tempo disponibile al piacere di mettere su carta i suoi pensieri e i vari periodi della sua vita: ragazzina, giovane donna, moglie, mamma e nonna. Ha partecipato a vari concorsi di poesia, ricevendo sempre molti apprezzamenti e vari premi, targhe e attestati. Non è mai uscita dal perimetro della Gallura, per sua volontà, pur avendo molte richieste, per non sottrarre tempo alla famiglia. Oggi dà un piccolo saggio dei suoi lavori in questo libro, ringraziando quanti l'hanno aiutata a realizzarlo, dalla sua famiglia, all'editore e tutti coloro che ne hanno suggerito la pubblicazione. -
Omine
Una visione della Sardegna negli anni 67/68 in cui l'isola era martoriata dal banditismo e dai sequestri di persona. È lo sguardo aperto di Michele Amato per capire luoghi, emozioni, usanze, uomini che spesso si esprimono in una lingua a lui sconosciuta. L'incanto dei paesaggi della provincia di Nuoro, ai suoi occhi, è macchiato da un cancro che sembra incontrollabile, nonostante i tentativi di militarizzazione: dalle alte sfere vengono mandate allo sbaraglio forze addestrate per tenere l'ordine pubblico nelle città e a mal partito nei boschi e dirupi del Supramonte e soggette a pagare un duro contributo di sangue. Per caso il protagonista, brigadiere di PS si trova al centro della scena per uno scontro a fuoco in cui viene ucciso il numero due del banditismo isolano, Miguel Atienza. Nel rito del suo encomio, durante gli interventi dei pezzi grossi scesi da Roma, tocca il fondo della solitudine riflettendo sul senso della vita e della morte. Lo riscatta l'amore per Elena, un incontro fra due anime ignare della complessità del rapporto affettivo e della necessità di un approccio non convenzionale. Sente il bisogno di integrarsi, mettere radici nel luogo da cui si sente come adottato, ne studia la lingua, ne ascolta le sensibilità più profonde, aspira a diventarne una sorta di figlio. Un evento tragico, nel giorno in cui viene arrestato Graziano Mesina, lo sconvolge. Non lo distoglie, però, dalla volontà di entrare nelle intragne, un processo aperto verso la mitica identità dei sardi con la scoperta delle loro caratteristiche più profonde, nelle relazioni con sé stesso, il paese, il mondo e che fanno di una persona un uomo: un omine. -
Bocche di Bonifacio. Ediz. illustrata
Bocche di Bonifacio, un luogo con due anime. Un'anima che per molti mesi dell'anno è il respiro del mare, della terra e della sua gente, del profumo delle fioriture, dell'odore del guano sull'Isola dei Monaci o dell'odore di vuoto di Cala Lunga; una anima che assomiglia alla mia. Affidare le vele al vento senza il timore di incrociarne altre, senza ostacoli per lo sguardo, senza sagome invadenti dei motoscafi che con le loro scie inquietano l'occhio di chi, qui, cerca, e trova, ""il luogo"""". E allora l'esercizio è arrampicarsi sulle rocce con il cavalletto a spalle e la 10×12 nello zaino, saltare le ampie fenditure del granito lisciate dall'acqua e dal vento, cercando l'equilibrio precario per togliere il volet e impressionare un'immagine finalmente diversa. L'altra anima è quella vacanziera che qui, volutamente, non compare, fatta di altri tempi e luoghi, olii abbronzanti, rumori. Per chi ha visto le Bocche nella stagione estiva è necessaria un'altra immersione, non nel profondo blu-verde delle sue acque, ma nell'indefinibile emozione del fuori stagione. Per cogliere la suggestione dell'abbandono che cola dai muri di fortini e fari, e gioire appieno della profonda ospitalità di questa terra e della sua gente. Per vedere un luogo in modo diverso."" -
L' ultimo tuffo di Achille
La storia di un maddalenino e dei suoi tanti tipi di tuffi. Se è vero, come dicevano i latini, che nel nome è racchiuso il destino (nomen omen), allora il carattere del protagonista di questo racconto non poteva essere diverso e doveva per forza condurlo a quell'ultimo tuffo. Ma da quel suo modo di intendere l'esistenza, se non proprio omerico, di certo non allineato coi tempi che viviamo... Ma dalle sue riflessioni politiche e sociali... Ma dal suo altruismo e dalla sua curiosità... Risulta che perfino l'autore di questo libro abbia deciso di trarre spunto per le sue scelte future di vita. -
L' ultimo volo. Sulle ali della poesia
«Nel momento dell'approssimarsi dell'ineluttabile estinzione e la conclusione della propria esistenza terrena, l'uomo sensibile e rassegnato si apre al mondo delle cose nella pienezza di impressioni, di pensieri, e di suoni, di luci, di colori attraverso la dimensione emotiva dello sguardo interiore, di una memoria febbrile che contiene l'universo della vita, mescolando insieme eventi, ricordi, dubbi, speranze e illusioni. Mentre si conclude l'anello del tempo, il presente trascende l'assoluto del limite nell'unione mistica dell'infinito che scorre eternamente. Proprio allora una forza profonda sembra trasmettere l'eco remota di ignote esistenze anteriori, la tensione del passato verso il futuro oltre le frontiere del cosmo.» -
In cima al mondo e altri racconti
Silvio Waldergan è stato corrispondente dell'Ansa e della Nazione di Firenze. Tornato stanziale sulla collina dove è nato, ha occhieggiato da lassù la Val di Chiana e la Val d'Orcia, traendone panorami e personaggi per quattro dei racconti raccolti in questo volume. Solo la storia di Trude è ambientata in terra forestiera perché è là che è stata vissuta, sulle colline del Danubio. -
Uscire dal petrolio. Energia e mutamenti climatici: le idee e le proposte di Legambiente per un modello energetico pulito, moderno e sicuro
Inquinamento, effetto serra e guerre. Sono queste le principali conseguenze dell'attuale modello energetico mondiale fondato soprattutto sul petrolio e sulle altre fonti fossili. E proprio per questo che il tema dell'energia è oggi al centro dell'attenzione italiana e internazionale: per i crescenti costi del petrolio, per le conseguenze sul clima globale, con l'aumento delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra in atmosfera, per i problemi connessi di insicurezza e instabilità politica sul panorama mondiale. Il libro di Legambiente parte da questo presupposto e analizza la situazione energetica italiana. -
Alla ricerca degli eremi francescani fra Toscana, Umbria e Lazio
Fra le pieghe della sua eredità spirituale, San Francesco ha lasciato un libriccino nel quale sono tracciati gli itinerari. Per raggiungere i suoi eremi immersi in una natura silvestre ed arcana, quelli almeno sopravvissuti alle ingiurie del tempo. Si tratta di un baedeker che per primi hanno saputo sfogliare alcuni viaggiatori stranieri i quali, fra Ottocento e Novecento, sono rimasti affascinati dalla figura di Francesco e dal suo rapporto con il mondo della natura. Seguire gli itinerari che quei viaggiatori hanno percorso a dorso di mulo fino alle soglie degli eremi della Toscana meridionale, dell'Umbria e della Sabina significa inoltrarsi nel cuore verde dell'Italia centrale e sperimentare il fascino di un antico viaggio. -
Biodiversità in provincia di Prato. Vol. 2: Molluschi, pesci e crostacei.
Il volume è parte di una serie che reca i risultati di due di indagini triennale, l'una sulle specie di molluschi, l'altra sulle specie di pesci e crostacei tutelate nella Provincia di Prato. La serie viene proposta con lo scopo di sensibilizzare il pubblico alle importanti tematiche della conservazione della natura e della tutela della biodiversità in riferimento alle specie trattate: per questo la formulazione del testo, pur mantenendo tutte le caratteristiche di una pubblicazione scientifica, è stata studiata in modo che si possa offrire ad un'agevole lettura anche da parte di un pubblico non specializzato. -
Biodiversità in provincia di Prato. Vol. 3: Specie vegetali.
L'Ammmistrazione Provinciale di Prato ha sempre dedicato grande attenzione alla conoscenza, alla cura ed alla salvaguardia del patrimonio di valori ambientali e testimoniali che costituisce la sua stessa identità, rivolgendosi con particolare impegno ai valori naturalistici, e dando così attuazione alle forme di tutela della Biodiversità previste dalla Legge Regionale n. 56/2000. -
Ri-conoscersi. Nel rispetto degli avi
"Perché spendiamo la nostra vita come la stiamo spendendo, con questi nostri schemi non sempre così remunerativi, con queste emozioni che non sono sempre di gioia, con questi compagni di viaggio e non altri? Se la risposta a tale quesito sembra essere un ambizioso obbiettivo, daremo comunque il nostro piccolo contributo, esplorando le radici e i rami del nostro unico,folto, albero genealogico."""" Alla scoperta di come, tra miliardi di possibilità, noi, proprio noi, l'un l'altro ci ri-conosciamo. Generazione dopo generazione."