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Alla fine del viaggio
Il viaggio può essere studiato su un doppio binario, sia in rapporto ai luoghi visitati, sia in rapporto alla rielaborazione scritta di quanto è stato visto e vissuto. Chi si occupa di letteratura di viaggio si trova così doppiamente affascinato, dalla letteratura e dalla geografia. I saggi raccolti, tutti di grandi studiosi di geografia, viaggio e paesaggio, letteratura e antropologia vogliono sottolineare il valore interpretativo e documentario del resoconto di viaggio, in una prospettiva dinamica, attraverso un approccio volutamente interdisciplinare. -
Caro Tonino
All'indomani della tragica alluvione che scosse la Versilia, Manlio Cancogni fissò sentimenti e stati d'animo, suoi e della sua terra, in un racconto scritto sotto forma di lettera, indirizzata al fondatore di Italia Nostra, Giuseppe Cederna. Cancogni racconta come l'Alta Versilia fu distrutta dall'irrompere di un evento imperscrutabile, minaccioso. L'alluvione fece esplodere la terra e con essa il panico fra la gente del posto. Un abitato come Cardoso, dove confluiscono tre torrenti, divenne, per chi ci viveva, una trappola mortale. Cancogni dell'evento non fa semplicemente una cronistoria ma accompagna il prima e il dopo con inserti autobiografici. -
L' arcipelago di luce. Viaggio nelle isole della Dalmazia centrale
Diario di viaggio, ma anche saggio e racconto sulle isole dalmate. Erede della tradizione degli antichi ""isolarii"""" coltivata dalla cartografia veneziana con i bozzetti, le escursioni, le descrizioni delle rotte descritte da Camocio, Porchacchi, Boschino, padre Vincenzo Maria Coronelli, cosmografo e geografo, Scotti ha viaggiato nell'Adriatico facendo tappa nelle isole della Dalmazia centrale. Delle singole isole l'autore racconta la storia, i miti e le opere d'arte, invitando ad attraccare insieme a lui alle sponde della Brazza, di Lésina e di Lissa, o a sostare nella magica Traù, a Milna o a Starigrad."" -
Giovanni Michelucci. Fotogrammi del museo
Questo libro analizza il contributo di ""consulente urbanistico"""" dato negli anni Settanta da Giovanni Michelucci alla realizzazione di alcuni documentari di Sergio Prati su Firenze e i suoi monumenti. Lo spazio architettonico concepito come percorso poetico, composizione di momenti di sosta e di momenti di movimento: questa la visione del grande architetto pistoiese. La macchina da presa consente a Michelucci, nelle vesti di """"regista culturale"""", di condurre un'indagine approfondita sulla natura, sulle qualità e le potenzialità espressive dello spazio architettonico, in una visione dinamica che da sempre caratterizza la sua ricerca. L'attenzione è concentrata su un modello contemporaneo di museo inteso come percorso, sequenza di spazi collegati a costituire un corpo unico, che si confonde con la città. Il lavoro è dunque anche una riflessione sulla reciprocità città-museo o museocittà, sul rapporto tra monumento e città e sul valore dell'opera d'arte. Ricccardo Butini è architetto e dottore di ricerca in Progettazione architettonica e urbana presso la Facoltà di Architettura di Firenze."" -
Davar. Vol. 3: La bellezza e il nulla.
Qual è il senso della bellezza, oggi, nel tempo del nichilismo? Quale bellezza salverà l'uomo e il mondo? Sono le domande attorno a cui ruota questo terzo numero di ""Davar"""". Come già per il buono e il vero, anche il potere della bellezza si è consumato, al punto che già Flaubert scrive: """"È trascorso il tempo del bello. L'umanità, in attesa di ritornarvi, non sa per ora che fare... In attesa siamo in un corridoio pieno d'ombra, e tentenniamo nelle tenebre"""". Kafka decreta lo sciogliersi della bellezza in abisso, mentre per Mallarmé il suo senso resta indicibile e si capovolge in una ontologia del Nulla. La poesia, insieme all'arte e alla letteratura, più della filosofia, ha avuto il coraggio di testimoniare questa invasiva presenza della disarmonia nel cuore dell'uomo e della realtà."" -
A debita distanza. Kierkegaard, Kafka, Kleist e le loro fidanzate
Le relazioni pericolose tra uomo e donna di cui parla questo libro toccano l'esistenza nella sua ineludibile dimensione di scelta: quella tra una vita che asseconda la fluida e ingovernabile logica del desiderio e un'altra più rassicurante e continua, presieduta da una logica degli affetti. Logiche tra loro eterogenee che appaiono inconciliabili ai protagonisti della storia qui ricostruita (Kierkegaard e Kafka) e che talvolta inducono a un esito tragico (Kleist). In palese conflitto con la scelta della solitudine al fine di tutelare la propria singolarità, gli autori - in qualche modo personaggi concettuali o eteronimi di chi ha scritto questo libro - avvertono l'esigenza (per lo più disattesa) di una palpitante condivisione del loro universo interiore, mediante la presenza (non troppo invadente, s'intende) di una donna che appaia loro come vocativo o dedicataria di esclusive trame concettuali e di avventure esistenziali. Un saggio filosofico dai toni talvolta narrativi che ci pone al cospetto dei desideri e delle inquietudini che accompagnano ogni vicenda erotica e affettiva, orientata verso l'esperienza effimera della seduzione oppure consolidata nella forma del matrimonio. -
L' idea dell'Italia (1815-1861)
Il libro ricostruisce, nell'arco di tempo che va dal Congresso di Vienna all'Unità, come sia stata interpretata politicamente l'idea dell'Italia e quali siano stati i contenuti teorici della discussione che ha animato il Risorgimento italiano. Intorno ad essa, e strettamente legate, sono le questioni relative alla nazione e all'italianità. L'autore sceglie di seguire il filo del tempo - dal 1815 al 1861 - attraverso capitoli concepiti in relazione all'evolversi delle vicende politiche generali. Uno spazio specifico è dedicato ai maggiori pensatori politici del Risorgimento: Carlo Cattaneo, Vincenzo Gioberti e Giuseppe Mazzini. -
Il Movimento Sem Terra del Brasile. Funzione sociale della proprietà e latifondi occupati
Ampia e documentata descrizione del movimento dei ""Senza Terra"""" in Brasile, il volume ne esplora le cause storico-sociali, la genesi clandestina, le modalità d'azione, le ragioni. Il contatto diretto con il movimento ha portato a un'indagine dettagliata delle occupazioni delle terre, lungo l'incerta linea di confine tra legalità e illegalità. L'autore si cala nella situazione attuale della riforma agraria, e analizza anche gli ultimi sviluppi delle politiche del Presidente Lula, dapprima appoggiato, poi osteggiato, specie dopo gli scandali che dal 2005 hanno colpito il suo governo."" -
Progettare la costa. Temi ed esperienze per l'ecoregione adriatica
Il volume prende in esame la tutela, la valorizzazione, la gestione delle aree costiere: temi di grande attualità, al centro di numerose iniziative internazionali. In Europa, soprattutto in Spagna, Francia e Italia, l'attenzione a questi argomenti è cresciuta assieme alla consapevolezza del degrado ambientale, talvolta irrevesibile, in cui versano gli ecosistemi costieri sotto la spinta dell'urbanizzazione diffusa, della pesca e del turismo, e delle sempre più intense attività di trasformazione della linea di costa. I nuovi programmi di gestione integrata delle aree costiere (GIZC), promossi dalla Comunità europea a partire dal 1996, delineano i principi di una vera strategia europea per la tutela degli ambiti costieri. La pianificazione dei litorali va intesa come un processo complesso, dinamico e continuo che integra gli aspetti ecologici, economici, sociali e i sistemi decisionali. -
Un riformatore solido e geniale. In memoria di Beniamino Andreatta
Il 26 Aprile 2007, a un mese della scomparsa del professor Beniamino Andreatta, l'Associazione ""I Popolari"""" ha ricordato a Roma la figura dell'amico, dell'economista, del politico e dell'uomo che - con grande passione e con la forza delle sue idee - contribuì in modo decisivo alla nascita del Partito Popolare Italiano e successivamente dell'Ulivo. Il convegno commemorativo si è tenuto nella sala del Refettorio presso la Biblioteca della Camera dei Deputati, ed è stato seguito da una messa a suffragio celebrata nella Chiesa di Sant'Ignazio di Loyola dal vescoco di Terni, Monsignor Vincenzo Paglia. Questa pubblicazione contiene i discorsi commemorativi di quel giorno, il resoconto parlamentare della commemorazione solenne che gli è stata dedicata dal Parlamento della Repubblica italiana e alcuni altri ricordi di suoi amici apparsi su vari organi di stampa."" -
Storie invisibili e altri racconti
Il volume comprende la raccolta ""Storie invisibili"""", che lo scrittore aveva consegnato a Diabasis prima della morte, e altri racconti che ne ricostruiscono e completano il percorso narrativo, come il primo racconto, """"Icaro"""", che risale alla fine degli anni Settanta. Il libro permette di entrare nel delicato e profondo universo narrativo di Messori, che, in una delle sue ultime interviste, aveva dichiarato di avere """"sempre creduto che i racconti, più che i romanzi, siano più vicini alla vita""""."" -
Le «Cronache Sociali» 1947-1951. Ristampa anastatica
Rivista politico-culturale fondata e diretta da Giuseppe Dossetti, Cronache Sociali nasce nel 1947, dopo l'estromissione delle sinistre dal governo De Gasperi, e cessa nel 1951. La rivista si pone al di là delle semplici appartenenze ideologiche dell'Italia del secondo dopoguerra, e si confronta con la modernità, con i mutamenti della società, con la crescita economica, con i suoi problemi e le sue necessità, con l'esigenza di un rinnovamento del corpo sociale nelle sue varie articolazioni. La modernità non rappresentava un problema, ma un'opportunità, un magma da interrogare con tenacia, competenza e passione. Palestra per una parte importante della classe dirigente del Paese, Cronache Sociali ha lasciato in eredità non solo al cattolicesimo democratico, ma anche a tutto il riformismo italiano, la voglia di approfondire e di aggiornare le posizioni: la volontà di un impegno politico più ampio del semplice lavoro partitico parlamentare, la lettura coraggiosa della realtà italiana, la grande forza progettuale per incalzare il governo. Cronache Sociali è stata testimone di fondamentali e indimenticati avvenimenti storici: la fine del Tripartito, la politica economica Einaudi-Pella, le riforme per il Mezzogiorno, la pericolosa avanzata elettorale della destra conservatrice, la guerra di Corea, la politica per il riarmo. -
Il gigante non addormentato
Una favola ambientata nell'Appennino Tosco Emiliano. Protago nista è il piccolo Tommaso, che attraverso i racconti della nonna impara i nomi delle località di montagna: il Cusna, il Ventas so, i Prati di Sara, le Alpi di Vallestrina, la Pietra di Bismantova, Monte Ravino. Così affascinanti e pieni di poesia, i monti dell'Appennino sono il ""Parco del Gigante"""", un gigante buono che ama i boschi, il vento, la natura. E che va conosciuto, rispettato, amato."" -
Stato mondiale o «nomos» della terra. Carl Schmitt tra universo e pluriverso
A distanza ormai di quasi sessanta anni dalle pagine dedicate da Schmitt al Nomos della terra, la «grande antitesi della politica mondiale» tra pluriverso e universo, lungi dall'aver trovato soluzione, è divenuta, semmai, di ancor più scottante attualità con il sopraggiungere dell'età globale. Pur con tutti i suoi limiti intrinseci, la teoria schmittiana dei grandi spazi ha l'indubbio merito di porre l'accento sulla necessità di pensare a un pluriverso in grado di contrastare le spinte universalistiche della potenza imperiale di turno, oltre a smascherare il carattere ideologico dell'attuale ""umanitarismo"""". Tuttavia, oltre l'antitesi schmittiana tra universo e pluriverso, se davvero si vuole fugare lo spettro di un Impero universale o quello, altrettanto minaccioso, di una guerra civile mondiale, nell'epoca della globalizzazione universo e pluriverso non sono i termini di un'alternativa, ma vanno pensati insieme. Solo una politica dell'ospitalità può ispirare il pluriverso di una confederazione di grandi spazi, i quali si riconoscono nell'universale con-vivenza che consente a ciascuno di scoprire quell'estraneo che è e quell'ospite che è chiamato a diventare."" -
Il coraggio di scrivere
In una serie di articoli pubblicati fra il 1974 e la fine degli anni Ottanta, Molossi ci fa capire, in maniera chiara, come e perché l'Italia è arrivata a questo punto del guado. Forse potevamo fare qualcosa prima? Molossi s'interroga e dai suoi editoriali ne esce una nazione che fra terrorismo, compromesso storico e politica estera ha perduto quel ruolo strategico che aveva fatto dell'Italia il Paese più importante nel Mediterraneo. Prefazione di Antonio Patuelli. -
Terrorismo umanitario. Dalla guerra del Golfo alla strage di Gaza
Il volume raccoglie una serie di saggi sul tema delle guerre di aggressione scatenate nell'ultimo ventennio dalle potenze occidentali in violazione del diritto internazionale. Le guerre ""umanitarie"""" - dai Balcani all'Iraq, all'Afghanistan - sono state presentate come lo strumento principe della tutela dei diritti dell'uomo e dell'espansione della libertà e della democrazia. Si è trattato in realtà di conflitti fortemente asimmetrici, nei quali gli strumenti di distruzione di massa sono stati usati per fare strage di civili inermi, per diffondere il terrore, per distruggere le strutture civili e industriali di intere città e di interi paesi. Il fatto che in Occidente ci sia ancora chi continua a definire queste guerre """"umanitarie"""" e persino """"democratiche"""" - sostiene Zolo - chiarisce molto bene perché il global terrorism si sia diffuso in tutto il mondo sino a diventare la sola risposta tragica, impotente e nichilista - dei popoli oppressi. Sul piano teorico Zolo elabora una nozione di """"terrorismo internazionale"""" profondamente diversa rispetto alle formule varate dagli Stati Uniti e accolte dalla maggioranza dei paesi europei e dei loro giuristi accademici."" -
Per il bene comune. Dallo stato del benessere alla società del benessere
Una rilettura critica delle esperienze di welfare europeo e dei contributi teorici che hanno posto le basi per la loro trasformazione dallo Stato del benessere alla Società del benessere. Questi processi e elaborazioni vengono approfonditi alla luce della nuova fase dello sviluppo capitalistico imposto con la globalizzazione, con il suo tentativo di imporre una decrescita infelice, e dell'insorgenza di comunità e movimenti sociali che hanno rielaborato il progetto di welfare in direzione del Bene comune e dell'idea alternativa della Mondialità. Riflessione teorica e progetto politico si fondono in un testo scritto per chi vuole capire per agire. -
Nella città del pane e dei postini
Da una stanza situata nel cuore di Tashkent, in Uzbekistan, Giorgio Messori resiste al disagio di una guerra invisibile scrivendo: del suo arrivo nella Città del pane e dei postini, del lavoro di insegnante, dei viaggi e degli incontri nelle città uzbeke e poi fra i laghi e le montagne kirghise. Primo, vero esordio di uno scrittore di talento allevato alla scuola di Gianni Celati e Luigi Ghirri, Nella città del pane e dei postini narra di un uomo che ha viaggiato a lungo nello spazio e nel tempo della propria memoria prima di incontrare la sua vera casa, «il grande cielo dell'Asia»: chi si abitua al cielo non contemplerà più confini; poiché la terra è come il mare, le montagne le sue onde. -
Aldo Rossi e Mantova
Il rapporto tra Aldo Rossi e Mantova inizia nel 1979 e si conclude nel 1983. La pianura mantovana è vista come una grande città analoga, sulla quale appaiono gli elementi della ricerca: i progetti mantovani sono episodi che nascono in un contesto dove la misura è dettata dalle linee dei campi, dal fiume, dai laghi, dai canali, dall'opera secolare dell'uomo. Nelle case di Goito, Pegognaga e Viadana, nel progetto del Porto di Mantova e nel progetto di completaménto del cenobio benedettino a San Benedetto Po, Aldo Rossi rileva non soltanto l'aspetto tipologico dell'architettura, ma soprattutto il valore sociale che questa riveste nel paesaggio padano. Rossi osserva lo scorrere delle cose e dei luoghi; rileva le tracce e le memorie e le riassume, sino a reinventare un linguaggio costituito da oggetti/edifici comuni. Questo volume ripercorre il legame tra l'architetto, la città di Mantova e il suo paesaggio. -
Immagini-corpo. Cinema, natura, emozioni
Torben Grodal propone ormai da diversi anni una teoria del cinema aperta al confronto con le scienze, al cui centro si ritrova la naturalità dell'esperienza dello spettatore e l'universalità dei temi che hanno caratterizzato il cinema dalla sua nascita e ne hanno sancito il successo di massa. Immagini-corpo perfeziona tale teoria, concentrandosi nella prima parte su un approccio evoluzionista ai generi cinematografici e nella seconda su un'analisi dello stile e della narrazione filmica ispirata dalle neuroscienze cognitive. Temi quali l'amore e il desiderio, la moralità e la paura, o reazioni quali il pianto o la risata che hanno fatto la fortuna del cinema e costituito un elemento di forza e fascinazione imprescindibile vengono analizzati all'interno di un progetto ambizioso di ridefinizione delle pratiche culturali tipiche degli esseri umani. Grodal illumina da nuove prospettive alcuni dei più grandi capolavori della storia del cinema e nello stesso tempo lascia emergere il valore culturale della produzione commerciale e dei generi minori, senza rinunciare allo studio del cinema d'autore o delle questioni relative alla soggettività presupposta dal film.