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Quanta storia in mezzo
L'opera rappresenta una tappa fondamentale del progetto ""6 settembre 1943. Un futuro per la memoria"""", nato dalla collaborazione tra l'Associazione Solidal'è e la professoressa Donatella Arcuri. L'obiettivo del progetto è quello di dare nuova luce a una vicenda misconosciuta, il cannoneggiamento tedesco che ha avuto luogo nella cittadina della Piana di Gioia Tauro, a ridosso dello sbarco e dell'avanzata angloamericana in Calabria, l'unico eccidio nazista di civili nella regione, che provocò la morte di 17 persone e di 23 feriti: una strage di civili innocenti, di cui undici ragazzi. Un impegno condiviso, dunque, per ridare importanza, valore e una funzione alla memoria, in un piccolo paese del Sud Italia, affinché le giovani generazioni possano essere testimoni della propria storia, e per costruire una nuova e rinnovata coscienza civile. """"Superare lo stadio del ricordo individuale, magari condiviso con qualcuno, ma certo non generalizzato, andare oltre le suggestioni personali, oltrepassare la frammentazione delle singole esperienze, ricostruire il quadro d'insieme di una comunità, sono questi gli obiettivi che si è assunta Donatella Arcuri offrendoci oggi questo lavoro a metà strada tra il romanzo e il saggio storico, tra la memorialistica e la cronaca, tra il diario e la testimonianza. Rimettere insieme, ricollegare e riunire i tanti frammenti e le tante piccole storie ricomponendo così il mosaico degli avvenimenti che si collocano tra febbraio e settembre di quell'anno, è ciò che è riuscito a fare questo piccolo libro...""""."" -
Sei nelle mie radici
In una Calabria amata, tradita e traditrice, si intrecciano nel tempo le storie dei due protagonisti, Nina e Pietro, e del loro amore molesto. Sullo sfondo, le vite dal passato di personaggi difficili da dimenticare e quelle di una società moderna impossibile da perdonare. -
FCS. Fantastica avventura
L'FC Sudtirol esiste da appena 25 anni, eppure ormai non è più possibile pensare all'Alto Adige, terra di sportivi, senza la sua unica squadra di calcio di livello professionistico. La forza granitica dell'FC Sudtirol va ben oltre i confini del mondo dello sport. La generazione fondatrice di questa squadra ha infatti capito molto bene che il successo a lungo termine sarebbe stato possibile solo quando tutti gli altoatesini - di lingua tedesca, italiana o ladina che siano - avessero sentito il ""progetto FC Sudtirol"""" come proprio. Non è stato semplice arrivarci, ma con questo approccio l'FC Sudtirol ha dimostrato che anche un club sportivo può contribuire con la sua semplice esistenza all'integrazione fra gruppi linguistici diversi. Senza voler paragonare l'FC Sudtirol al FC Barcellona, ma analogamente a quanto ha fatto il FC Barcellona in Catalogna anche l'FC Sudtirol si è ritagliato qui una posizione speciale all'interno della società: questo club rappresenta l'intera provincia e grazie al buon lavoro sul vivaio e alla competenza e serietà del management incarna un'identità regionale con la quale tutti possono convivere. A proposito di vivaio: da circa 20 anni spesso ai giovani talenti dell'FC Sudtirol riesce il salto verso squadre delle massime serie nazionali e internazionali. Anche questo può essere interpretato come un segno dell'efficacia del lavoro sui giovani dell'FCS ma anche di tutto il mondo calcistico altoatesino. Evidentemente la scena calcistica nazionale e internazionale osserva con attenzione cosa accade nell'FC Sudtirol e nella nostra provincia. Ma non accade che solo giocatori da qui facciano il salto verso leghe superiori, ma anche che molti giocatori dell'FC Sudtirol dopo aver fatto esperienza altrove facciano ritorno alla loro associazione amatoriale di riferimento. In questo modo il livello complessivo del calcio in Alto Adige è costantemente migliorato. Questo scambio continuo a tutti i livelli è di fondamentale importanza e mi auguro che l'FC Sudtirol mantenga e rafforzi anche in futuro questo ruolo di faro per il mondo calcistico di tutto l'Alto Adige. Le pagine di questo libro """"FCS Fantastica Avventura"""" rappresentano il primo momento editoriale di contestualizzazione storica dei vari momenti che hanno caratterizzato il primo quarto di secolo dell'FC Sudtirol."""""" -
FCS. Ein tolles Abenteuer
Den FC Sudtirol gibt es zwar erst seit 25 Jahren, aber dennoch kann man sich das Sportland Sudtirol ohne den einzigen Profifußballklub des Landes nicht mehr vorstellen. Die Strahlkraft des FC Sudtirol geht weit uber den Sport hinaus, weil es die Grundergeneration des Klubs verstanden hat, dass langfristiger Erfolg nur moglich ist, wenn alle Sudtiroler, also deutsch-, italienisch- und ladinischsprachige Einwohner unseres Landes, am ""Projekt"""" FC Sudtirol teilhaben können. Das war keine Selbstverstandlichkeit und der FC Sudtirol hat mit dieser Grundhaltung bewiesen, dass auch ein Sportklub die Integration zwischen den Sprachgruppen maßgeblich fordern kann. Ohne den FC Sudtirol mit einem Klub wie dem FC Barcelona vergleichen zu wollen, aber ahnlich wie in Katalonien der FC Barcelona hat sich hierzulande der FC Sudtirol eine einzigartige Position in der Gesellschaft erarbeitet: Der Klub gilt als Reprasentant des ganzen Landes und verkörpert durch die gute Nachwuchsarbeit und das seriose Management eine regionale Identitat, mit der alle Sudtiroler gut leben konnen. Apropos Nachwuchsarbeit: Seit etwa 20 Jahren schaffen immer wieder junge Talente den Sprung vom FC Sudtirol zu erstklassigen nationalen und internationalen Vereinen. Das kann als eine Auszeichnung fur die Jugendarbeit des FCS aber auch fur den gesamten Sudtiroler Fußball verstanden werden. Ganz offensichtlich werden der FC Sudtirol und unser Land von der nationalen und internationalen Fußball Szene beobachtet. Aber es wechseln nicht nur Spieler zu höherklassigen Vereinen, sondern es kehren auch viele Spieler des FC Sudtirol nach ihrer Ausbildung zu den heimischen Amateur-Stammvereinen zuruck. Dadurch hat sich das Niveau in Sudtirol insgesamt verbessert. Dieser Austausch auf allen Ebenen ist enorm wichtig und ich wunsche mir, dass der FC Sudtirol diesbezuglich seine Rolle als Leuchtturm in der Sudtiroler Fußballwelt weiter ausbaut. Auf den Seiten des neu erschienenen Buches 'FCS ein tolles Abenteuer' werden zum ersten Mal die pragenden Ereignisse der 25-jahrigen Geschichte des FC Sudtirol beleuchtet. Damit schließt der Autor Filippo Rosace, dem ich zu seinem ehrgeizigen Werk gratuliere und den verdienten Erfolg wunsche, eine sportdokumentarische Lucke."" -
Il colore del silenzio
Del protagonista del romanzo, scopriremo il nome solo alla fine. E c'è un motivo. Nel frattempo, con un espediente narrativo geniale si svolge una trama sorprendente che prende la sua via maestra all'irrompere della sensuale Chloée, una donna straordinaria (rende bene l'idea il protagonista accostandola alla Fanny Ardant di Truffaut), conosciuta tra i colori, i sapori e i suoni di Arles, la cittadina del Sud della Francia che fu dimora di Vincent van Gogh, l'unico artista al mondo in grado di dipingere il silenzio. La sua presenza lo pone inevitabilmente in uno stato di sudditanza intellettuale, sia per la sua competenza in materia di arte (è proprio van Gogh il loro galeotto), musica (è una pianista di enorme talento), cocktail (Bloody Mary in primis) o crostacei (i percebes, preistorici eroi), sia per la sua profonda concezione filosofica del primato della memoria sulla vita dell'uomo. Con colpi di scena, il romanzo si dispiega tra il percorso di apprendimento musicale che il nostro protagonista intraprende grazie alle rivoluzionarie teorie di Chloée e le geometrie del biliardo intese come astrazione esistenziale di un uomo incapace di ascoltare i suoni. -
Parole per la Divina Commedia
Nella fruizione dell'abisso di profondità mistica e di ispirazione poetica del Poema Sacro ""ogne lingua devien tremando muta"""". E tuttavia ho osato dire «parole», fidando nella consuetudine di diletto interiore che da circa settant'anni traggo dai suoi versi. Questo volume ne raccoglie alcune, fra le più significative di un lungo percorso di meditazione e che ne testimoniano quasi ormai la conclusione. Lo faccio con la fiducia che questa """"poca favilla"""", oltre che testimonianza del mio godimento, di altri."" -
La sindrome bizantina
"Le immagini poetiche presenti, non temono d'incidere oltre l'evocazione storica: bastano pochi versi sapienti e ben registrati e condensati tra memoria e parola, per offrire e circoscrivere un intero mondo storico. Per lo Stellitano la vita è come lento fluire della memoria storica e, il ritmo dei suoi versi nella sobrietà linguistica asciutta e rigorosa, appartiene a un non tempo letterario: è moderno, vivace, inquietamente storico e oggettivo. Attenzionata la forma, è il contenuto delle poesie di Elio Stellitano che aggredisce il lettore. La riflessione che avviluppa tutto è espressa nel titolo """"La Sindrome Bizantina"""". Secondo una non tanto velata, e di certo gratificante, tesi che l'Autore avanza, i Bizantini sono ancora fra noi; anzi noi siamo tutti """"bizantini"""""""". Dall'introduzione di Francesco Arillotta. """"L'impero è crollato nel 1453 ma ancora arriva la luce fredda della stella estinta... Stellitano con """"La Sindrome Bizantina"""" ci mostra Bisanzio dopo Bisanzio. Alarico, Narsete, Totila, Odoacre, Belisario, Giustiniano, Teodosio, Teodora, Amalasunta, Autari, Tamerlano: sono i fantasmi che sopravvivono nella lunga notte di Bisanzio, ancora egemoni in Calabria """"ultimo thema dell'impero"""". Si teme la venuta dei barbari. Ma la barbarie è dentro di noi. Sapremo uscire dalla notte oscura dell'impero?"""" Dalla prefazione di Franco Iaria." -
Indagine su un burattinaio. Il manoscritto del giudice
In ""Indagine su un burattinaio"""" il racconto si dipana attraverso una serie di vicende nelle quali trovano posto latifondisti ladroni, vescovi e magistrati accomunati da vizi privati nascosti dalle pubbliche virtù, sgherri, escort, professori che impongono codici di abbigliamento discinti alle stagiste, ai quali fa da contraltare l'umanità recuperata nella comunità di accoglienza guidata da un sacerdote sandinista, fra Kuros, un prete a metà tra Zenone, il protagonista de L'opera al nero di Marguerite Yourcenar, e il vescovo di San Salvador, Oscar Romero, ucciso proprio mentre diceva messa in un ospedale, mentre sollevava l'ostia consacrata. Dopo una serie di colpi di scena, la macchina della giustizia si mette finalmente in moto, restituisce dignità alle vittime e smaschera i complotti dei potenti. È un racconto leggero, un thriller sociale che si legge tutto d'un fiato, in cui la caratura grottesca dei personaggi rende la narrazione più gustosa. Al fondo c'è questa concezione della centralità della giustizia come unico argine possibile per «imbrigliare il Leviatano». Una giustizia che si prostituisce ai potenti e che apre ferite spaventose nella carne viva delle vittime del potere. Una giustizia che interviene per risanare le ferite, per riparare i torti, per liberare i deboli dal giogo dei potenti. Dalla Postfazione di Domenico Gallo."" -
Canto ad Afrodite
"Canto ad Afrodite"""" è il secondo libro di Grazia Bertucci; ancora una volta è l'amore al centro delle sue liriche. Ammiratrice della grande Saffo, dedica alla poetessa greca un capitolo del suo libro, aprendosi questa volta agli aspetti più nascosti dell'amore. Si parte così dall'amore erotico, all'apparenza effimero ma sempre intenso, per concludere con l'antico sogno dell'amore universale, spirituale, quell'amore che culla, protegge e dovrebbe durare per sempre." -
Ante Pavelic e il nazionalismo croato degli Ustascia
I Balcani sono considerati il cuore pulsante dell'Europa, nel quale convivono numerosi popoli e civiltà diverse. Una convivenza difficile e per questo motivo è stata nei secoli una terra particolarmente instabile che l'ha resa preda ambita da molte nazioni nel corso della storia. Dall'Ottocento in poi anche l'Italia ha poggiato il proprio sguardo su questa terra, alla quale avrebbe legato il proprio destino negli anni a venire. Sul rapporto con i vicini slavi si sarebbe consumata la crisi dello Stato liberale, e la conquista delle coste dalmate sarebbe stato uno dei cavalli di battaglia della propaganda fascista. Ed è proprio nell'ottica di un'egemonia italiana sulle due sponde dell'Adriatico che furono orientati i rapporti tra il fascismo e gli Ustascia, movimento nazionalista croato sorto negli anni Venti per ottenere l'indipendenza dal nuovo Regno di Jugoslavia, nato dopo la Grande Guerra. Con l'ausilio di un'accurata bibliografia viene qui attentamente seguita l'evoluzione del rapporto tra il fascismo e gli Ustascia, incarnati nelle figure di Mussolini e Pavelic, i leader di questi due movimenti politici, con un'analisi che si rifà anche ad una ricostruzione storica che sempre più va condotta in prospettiva europea. -
Tra le anse del cuore
"Tra le anse del cuore"""" là dove l'anima, accarezzata dalla sinfonia d'una brezza, arde dal desiderio di approdare su rive esistenziali d'infiniti silenzi musicali, anela cielo bianco velo dove non batte il tempo più l'ora, sogna albicanti lidi lambiti da carezze d'onda e pertugi per fissare sublime lucore e al tatto percepire l'immenso pulsare; abbraccia afflati di luci per cancellare le stasi di una vita arida di estasi, respira infiniti sconfinati e danza e vaga nell'anelato chiarore d'eterno fulgore. Nella profondità della sua poesia l'animo del lettore può rivivere il battito d'un tempo, prima definito e poi infinito, le sequenze d'un vissuto intessuto di un intenso sentire, l'ansimare di un vivo sentimento partecipe dell'esistente." -
I giorni del gelsomino
Questo racconto nasce dal ricordo di un'infanzia dal sorriso amaro che svela la mutevolezza della vita. Frammenti di attimi, sensazioni, emozioni, gioie e dolori, profumi, colori, suoni si ricongiungono in una ricostruzione emotivamente realistica che coinvolge il narratoreautore in un turbinio di immagini e percezioni visive e uditive. -
Il romanzo di Tommaso Campanella
«Difficile dare una risposta alla domanda: ""Chi è stato veramente Fra' Tommaso?"""". [...] """"Il romanzo di Tommaso Campanella"""" è opera in cui l'erudizione, la cultura e la filosofia hanno saputo sciogliersi in racconto lucido e compatto, opera che finalmente dà il giusto rilievo a uno dei personaggi più affascinanti e inquietanti di tutti i tempi.» (Dalla Prefazione di Norberto Bobbio)."" -
L' utopia di un intellettuale. Giuseppe Valarioti (Rosarno, 1950-Nicotera, 1980)
L'utopia, il disegno di una società perfetta, proiettata in una dimensione spazio-temporale indefinita e possibile, nella quale gli uomini avrebbero potuto realizzare una convivenza felice, ordinata, pacifica, e il bene collettivo. Questo fu l'impegno politico e intellettuale di Giuseppe Valarioti. Non un sogno, una speranza illusoria, effimera, irrealizzabile, piuttosto un desiderio, un progetto, poggiato su gambe robuste, da perseguire e raggiungere. Amò la Calabria e la sua storia, i contadini, i giovani, amò Medma e la sua storia antica. La difese e la voleva valorizzare per la elevazione culturale del nostro popolo. Amò la musica, le arti, la bellezza, che voleva fossero godute da tutti e soprattutto dai poveri. Difesa del patrimonio storico, ambientale, artistico, culturale sono tracce importanti del suo pensiero e di una lotta che dobbiamo continuare e perseguire. Di questa lotta è stato parte importante, senza mai tirarsi indietro, con il suo carico di intelligenza, la sua cultura, i suoi valori, la sua straordinaria visione prospettica. Le inquietudini di quel tempo, del nostro tempo, e le vicende in cui maturò il suo assassinio rilette a distanza di quarant'anni, fanno emergere un quadro d'insieme e intrecci tuttora al centro di vicende giudiziarie che segnano la Calabria non senza elementi di novità. Come sempre ciò che siamo è frutto di quanto non abbiamo compreso, di lotte perse o non combattute. -
Così parlano le mafie. Viaggio nei linguaggi mafiosi di ieri e di oggi
Il saggio ""Così parlano le mafie. Viaggio nei linguaggi mafiosi di ieri e di oggi"""" prova ad analizzare l'evoluzione dei linguaggi mafiosi mettendo a confronto le tre più imponenti organizzazioni criminali di stampo mafioso italiane: Cosa Nostra, Camorra e 'ndrangheta. Lo studio parte da alcuni aspetti che riguardano la tradizione e la cultura mafiosa per arrivare ad analizzare la capacità delle organizzazioni mafiose di adattarsi ai tempi e alle evoluzioni culturali e tecnologiche. Nel testo sono state inserite alcune interviste che permettono di leggere il fenomeno mafioso da varie prospettive: quella della magistratura (Anna Canepa); delle forze dell'ordine (Gen. Giuseppe Governale, direttore della Dia); della politica (Andrea Orlando, onorevole ed ex ministro della Giustizia) e del giornalismo d'inchiesta (Paolo Borrometi). Prefazione di Anna Canepa."" -
Sensibilità chimica multipla-Multiple Chemical Sensitivity. Chiedo giustizia. Una storia vera
«Leggendo il libro e la lotta contro la ""Sensibilità Chimica Multipla"""" (M.C.S.) che Ines porta avanti da 35 anni mi verrebbe da dire: """"Fine pena mai"""", insomma un ergastolo sanitario per le sofferenze che ha patito! Questo testo dovrebbe essere letto dai ragazzi nelle scuole perché sappiano che la scuola dell'obbligo è stata una conquista, che la parità di genere è stata una conquista tuttora messa in discussione, che la burocrazia corrotta è sempre attiva, vedi la coraggiosa lettera di Ines adolescente al Presidente della Repubblica Saragat, in merito a una graduatoria truccata per l'assegnazione di alloggi popolari, e che l'azione giudiziaria è farraginosa in mano ad azzeccagarbugli incompetenti. Consiglierei, inoltre, di studiare questo libro nelle facoltà di Medicina e Chirurgia e di Scienze Infermieristiche affinché i giovani non siano arroganti e autoreferenziali, che mettano al centro il paziente e non la malattia, che non abusino dell'intramoenia per arricchirsi alle spalle di malati gravi, come nel caso del cognato dell'autrice, che comprendano il malessere delle persone perché, molte volte, un sorriso dell'operatore sanitario equivale a un potente farmaco. Mi auguro che, finalmente, la M.C.S. sia riconosciuta nei Livelli Essenziali di Assistenza affinché sia fatta, in parte, seppur tardivamente, giustizia.» Dalla Prefazione del dr. Luigi Rubens Curia."" -
Il treno del sole e altri racconti
"Anche in quest'ultima raccolta, sono tutti racconti tratti da storie vere, vissute in prima persona o che mi hanno raccontato, modificati solo nomi e luoghi, per ovvie ragioni. Da sfondo sempre la lotta per migliorare le proprie condizioni e quelle degli altri, la lotta per un mondo più equo e più giusto."""" (Dalla Prefazione)" -
Mater et Magistra nostra
"Le pagine che seguono, scaturite dalla mente di un dotto docente di Ecclesiologia e dal cuore di un parroco sensibile e acuto, propongono un itinerario di conoscenza del mistero della Chiesa, la comunità dei discepoli di Cristo così intimamente uniti a Lui da costituirne la presenza viva ed efficace nel tempo e nello spazio. Ne è autore don Giacomo D'Anna, stimato presbitero dell'Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova e apprezzato studioso, che mi onora da lunghi anni della sua fraterna amicizia. Egli mette sapientemente a frutto e a disposizione di tutti, in questa pubblicazione, con un linguaggio fluido e accessibile, il risultato maturo della sua fede genuina nella Chiesa, definita """"Madre e Maestra nostra"""", del suo insegnamento accademico e, soprattutto, della sua pluridecennale esperienza pastorale. Don Giacomo non nasconde di fare tesoro di quanto il suo maestro di vita, l'Arcivescovo Vittorio Mondello, a cui ha dedicato il libro, gli ha sapientemente comunicato con il suo magistero e il suo amore alla Chiesa. Col senno di poi, possiamo affermare che fu veramente saggia la decisione di Mons. Mondello di indirizzare, negli anni Novanta, il suo giovane segretario agli studi romani di Ecclesiologia, che egli affrontò con tanta passione e impegno presso la Pontificia Università Lateranense... ... La lettura di questo libro potrà risultare utile e arricchente non soltanto ai neofiti che si accostano con stupore al mistero della Chiesa, ma anche a quanti desiderano ravvivare il senso della loro appartenenza alla Comunità ecclesiale, il cosiddetto sensus ecclesiae, spesso offuscato da una coltre di opacità o di tiepidezza. Sarà oltremodo prezioso questo volume anche agli operatori dei molteplici settori della pastorale che aspirano a non essere sterili burocrati del sacro, ma annunciatori entusiasti della gioia del Vangelo e testimoni credibili di una Chiesa """"in uscita""""."""" Dalla Presentazione di Mons. Cesare Di Pietro Vescovo Ausiliare di Messina." -
Reggio cinquant'anni dopo. Cosa hanno scritto i giornali dell'epoca sulla Rivolta di Reggio
"Se la cronaca è l'occhio della storia, si può ben dire che questo lavoro di Salvatore Moscato traduce la mastodontica rassegna stampa che, per otto mesi, raccontò 50 anni fa, la Rivolta di Reggio, in un formidabile affresco storico nel quale i titoli dei giornali, nazionali e regionali, sono chiodi conficcati nei fatti umani, sociali, politici, di un'intera città"""". Dalla Prefazione di Raffaele Malito." -
La scissione comunista e le ragioni di Turati. Il Congresso di Livorno, 15-21 gennaio 1921
«Le ricostruzioni storiche di Mauro Del Bue hanno ormai una loro ""identità"""" molto originale. Entrano in particolari minuti, così da rendere non solo la verità storica, ma anche l'atmosfera e le passioni dei protagonisti. Hanno lo stile del cronista e trasformano perciò la narrazione in un vivido reportage giornalistico. Seguono il ritmo di una rappresentazione teatrale, incalzante e drammatica. Il risultato è che eventi di un secolo fa sembrano a tratti svolgersi sotto i nostri occhi, acquistando la caratteristica non di un pallido ricordo lontano, ma della vivida realtà. Tutto è stato detto su Livorno (e lo sarà nei prossimi mesi per la ricorrenza del Centenario). Posso soltanto aggiungere qualche elemento di contorno, marginale ma forse utile. Come diceva Turati, è stato il """"culto della violenza"""" ciò che ha diviso i socialisti dai comunisti. Così come il loro estremismo, l'intolleranza, la criminalizzazione dell'avversario politico. Ma tutto ciò non ha diviso i comunisti dai fascisti. Anzi, è stato comune a entrambi. E infatti a volte li ha avvicinati, perché gli estremi possono anche toccarsi e persino fondersi tra loro. Il metodo (in questo caso la violenza antidemocratica) può persino diventare più importante della sostanza, ovvero dell'obiettivo politico... ...Leggendo questa cronaca di Livorno, nasce spontaneamente una domanda: cosa mai sarebbe accaduto se gli scissionisti avessero dato ragione a Turati in tempo utile, come d'altronde egli stesso aveva previsto e auspicato nel suo discorso?» Dalla Prefazione di Ugo Intini.""