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Note di vento. Poesie
"Il mare è come la poesia... il mare è il respiro che abbiamo dentro. La musica del mare è qualcosa che ti prende l'anima e non ti lascia più. Mi sono perso nella sua bellezza e nella sua immensità e tutto quello che provo, l'ho riassunto in queste poesie, veloci e sincere come i baci di un innamorato. Una Poesia fotografica, estemporanea, volta a catturare un istante fugace come un soffio di vento. Ogni poesia è legata ad un ricordo, ad un'emozione... come una canzone, basta rileggerla e risento quello stesso incanto di quando l'ho scritta. Ho scelto di condividere con voi il mio viaggio affinché possa essere portato nei vostri cuori. Il mio mare, i miei tramonti, le mie emozioni, sono tutte qui in questo libro. La mia anima è tra i raggi di questo tramonto racchiusi in questo libro da leggere in riva al mare.""""" -
Iride reggina
Nella Reghion del 470 a.C., in un simposio d'una notte di mezz'estate allietato da musici, acrobati, mimi e danzatrici nella villa sul mare dell'etrusco Vulca, si ritrovano vari personaggi: c'è il poeta Licofròne, il magistrato Ipparco con l'inseparabile Icco, il filosofo cinico Antìstene con il pitagorico Filolào e molti altri. Ma c'è pure una bella e misteriosa signora etrusca, in viaggio su una nave proveniente da Alessandria d'Egitto. -
Buffy non deve morire. Adolescenti, mito e fantastico nei nuovi media
Dopo tre anni di lavoro, finalmente vede la luce ""Buffy non deve morire. Adolescenti, mito e fantastico nei nuovi media"""". Quest'opera vi offrirà un ulteriore strumento di comprensione del genere Fantastico, nello specifico della capacità di alcune serie televisive - collocabili dalla fine degli anni Novanta ad oggi - di rinnovarne la fascinazione presso il pubblico più giovane; lungo il percorso fanno capolino noti casi mediatici (es. """"Westworld"""", """"Il racconto dell'ancella"""" e, ovviamente, la bionda ammazzavampiri che ispira il titolo del volume) che gli autori investono di inattese suggestioni letterarie, mitopoietiche e sociologiche. Non mancano alcune digressioni su serie epocali come """"Ai confini della realtà"""" o """"Il segno del comando"""", né approfondimenti sull'odierna contaminazione, sempre più evidente, tra generi e forme espressive diversi (Cinema, TV, piattaforme social), che trova nelle tetralogie di """"Scream"""" e """"Twilight"""" validi esempi."" -
Parole del Sud
«""Parole del Sud"""", ma anche dal Sud, parole d'amore e di rabbia, di rivendicazione e di promesse, di analisi e di progetti, parole di poesia che ripercorrono luoghi, situazioni, protagonisti di una regione che non è riuscita ad affermare la sua vocazione alla cultura, e non è riuscita a conservare intatta la natura, la bellezza di un luogo che a volte fa dire spontaneamente, a calabresi e non, è un paradiso... Piace, di Gangemi, la capacità di fare poesia civile nel mentre offre spaccati lirici o delinea situazioni addirittura di cronaca. Come ha dichiarato all'inizio usa la penna per giocare / oppure per combattere e lo fa con la disinvoltura di chi ha attraversato i dilemmi che da sempre la Calabria si trascina, pur avendo avuto, e Gangemi li cita, uomini come Costabile, La Cava, Seminara, Calogero.» (dalla Prefazione di Dante Maffia)"" -
Mi volle donna
"Parlare delle liriche di Caterina Borgese, professore d'orchestra e apprezzata violinista, non consente certo di produrre un giudizio oggettivo, si snaturerebbe tra l'altro l'essenza stessa della poesia che è per sua natura soggettiva. La raccolta è brevissima, appena sedici poesie corredate da immagini ben connesse con i versi... ma la qualità del risultato raggiunto è inversamente proporzionale alle dimensioni della silloge. La sonorità dei suoi versi appare in piena armonia col battito interiore e il tutto conferisce rilevanza all'impatto metrico. Se ciò è frutto di deformazione professionale, mai circostanza fu più opportuna, essa ha consentito alla poetessa di dirigere la prua lungo la scia della norma antica che vuole la musicalità inscindibile dalla parola. L'intimismo è la cifra distintiva della poetessa... abile è il poeta che manipola sapientemente il linguaggio al fine di portare alla luce la propria interiorità. La poesia è anche, direi soprattutto, dialogo con la parte immersa di se stessi e deve rispondere pertanto soltanto alla verità intima del poeta. Caterina Borgese questa dimensione l'ha certamente raggiunta, dalla sua poesia traspare la chiara espressione di un moto dell'anima individuale che, esaltando la magia della parola, giunge armoniosamente all'orecchio del lettore e le sue liriche risultano di una bellezza e profondità che non possono essere sottaciute."""" (dalla Prefazione di Franco Arcidiaco)" -
Caci il brigante
"Seduto su un cippo dimenticato dagli anni, sul promontorio che dava al paese, il terribile Caci consegnava la sua anima al vento. Un fiume di ricordi e di lacrime immateriali si spargeva nel bosco alle spalle, e scendeva sulle case distanti e ammucchiate che egli insistentemente guardava. Malinconico, arrabbiato, riusciva a distinguere i palazzi dalle catapecchie, la gente avvicendarsi nei vicoli, sentiva i suoni e gli odori di cui erano piene le case, le voci della compagna e dei bambini. E chissà quante altre cose vedeva, quella notte, il mio padrone. Io intuivo solo un gruppo di pietre malmesse, e qualche fioca luce inghiottita dal bosco. Due donne si contendevano il brigante: una era la certezza, la famiglia, la madre e la casa, l'altra era il mistero, la sfida, il desiderio nascosto."""" (dalla prefazione di Antonella Italiano)" -
La cura provvisoria dei tratti fragili
Il libro è una elegia alla fragilità, alla tenera voce che ci tiene uniti: «i dolori vogliono la voce giusta, la voce da cui risalgono». I personaggi delle storie narrate sono diversissimi, ognuno detta il proprio smarrimento, eppure quanta energia in questa fragilità [...]: la cura ai tratti fragili è amare il vuoto, accarezzare ciò che è provvisorio, perché la ferita è ciò che ci avvicina al cuore selvaggio della vita, come disse magnificamente James Joyce. Dalla Prefazione di Cinzia Messina. -
Alfabeto di rime
«Ad un certo punto della vita ho avvertito il bisogno di fare un viaggio del tutto diverso da quelli che sono solita fare. Niente bagagli, né orari di partenza e di arrivo, ma solo qualche foglio di carta ed una penna per scrutare tra le pieghe dell'anima. Ho desiderato ripercorrere alcune vicende relative alla mia esistenza, riguardando dall'alto e, quindi, da una prospettiva diversa, più distaccata, sentimenti, luoghi, ricordi, emozioni ed affetti. Mi occorreva mettere assieme vita pensata e vita vissuta, la bruttezza e la bellezza, il male ed il bene, l'amore e l'odio, il coraggio e la paura, in una parola, tutti gli opposti contemporaneamente presenti nell'essere umano, caratterizzato ad un tempo da imperfezione e dalla continua tensione verso l'Assoluto. È nato così ""Alfabeto di rime"""".»"" -
Quella sconosciuta parte di me
Nicholas Fanciulli, cinquant'anni, supplente d'italiano e scrittore dilettante, è ancora alla ricerca di un'identità. Il giorno in cui assiste all'omicidio di un meccanico decide di ribellarsi alla malavita che tiene in scacco Reggio Calabria, la sua città: dichiara al commissario incaricato delle indagini che è in grado di riconoscere il killer e che è disposto a testimoniarlo in tribunale. Nicholas si mette sulle tracce dell'assassino e dei mandanti dell'omicidio. Inizia così una ricerca che lo porta anche a un sofferto confronto con la donna che ama e con il proprio passato, e a scoprire verità sconvolgenti sulla propria vita... -
Il vaso di Nakisa
Nakisa è una giovane donna di origine africana adottata in tenera età da genitori calabresi, che la accolgono dopo la prematura morte del padre e della madre naturali avvenuta su uno dei tanti barconi che giungono sulla costa jonica. Matteo è un artigiano, un uomo che dedica la propria anima al suo lavoro e all'arte, che trascorre ore immerso nel suo laboratorio di ceramica. Le personalità dei due non potrebbero essere più diverse: lei giovane e spensierata, ha appena iniziato a scontrarsi con le difficoltà della vita adulta; lui maturo e taciturno, marito e padre che si interroga costantemente sulla natura dell'animo umano. A seguito del loro incontro dovranno entrambi ricredersi su molte delle convinzioni instillate da un ambiente dalla mentalità ristretta e denso di preconcetti, e cercare di conciliare il loro passato con sensazioni nuove e prima inimmaginabili. -
La mia vita in parrocchia al tempo del Coronavirus
"La """"Preghiera dello sportivo al tempo del Coronavirus"""", che mi ha permesso di conoscere il vulcanico parroco, accoglie al suo interno il significato della vita, ricca di vittorie per cui gioire e di sconfitte da dimenticare. La partita più importante, le comunità di Roghudi e Marina di San Lorenzo, l'hanno disputata nei tre mesi scorsi: il virus in vantaggio e pronto a colpire ancora, e la popolazione spersa e costretta ad organizzarsi. Quando Don Giovanni ha scelto di scendere in campo e vestire i panni del trascinatore, è arrivata la svolta. La preparazione giornaliera con le preghiere per tenersi in """"allenamento"""", la forza del gruppo a fare la differenza, la vittoria sul virus come naturale conseguenza di un atteggiamento di fratellanza e unione. Merito di Don Giovanni Zampaglione, parroco tifoso e innamorato della sua gente"""". Dalla prefazione di Alberto Gervasi Tuttosport." -
Coronavirus. Calendario di una crisi
«L'interessante e graffiante riflessione che Filippo Veltri fa in questo suo libro sull'uso di una notizia scientifica con ricadute catastrofiche in vite umane e sulla economia mondiale, è importante per comprendere il ruolo dei mass-media e il grande palcoscenico dei social dove tutti possono essere protagonisti dispensando consigli, elaborando teorie complottiste, sminuendo la gravità dell'evento o enfatizzandone in modo drammatico le ricadute. Da Donald Trump all'industriale bergamasco o al proprietario di uno stabilimento balneare, ognuno ha un suo interesse nell'affrontare la Pandemia da Covid-19 in rapporto alle proprie esigenze politiche o economiche, pretendendo che la scienza si adegui alla propria visione. E noi? Credo che dobbiamo vivere la Pandemia senza superficialità né angoscia, ma con una paura razionale che ci ha permesso di sopravvivere nel corso dei millenni e di essere ciò che siamo. È evidente che il Covid-19 ha dimostrato all'opinione pubblica mondiale, ancora una volta, che la tutela della salute non è una monade a se stante, ma che esiste un forte intreccio tra salute e economia, basta ricordare la peste bubbonica del 541/42, la prima di questo tipo attestata in tutta la storia, che partendo dall'Etiopia, si diffuse dall'Egitto via linee di comunicazione marittima in tutte le parti del mondo mediterraneo, dalla Spagna alla Persia provocando la morte di almeno la metà della popolazione e immensi danni alla potenza occidentale dell'epoca che era l'Impero bizantino. Per arrivare al XX secolo è sufficiente rammentare la spagnola, portata in Europa dall'esercito americano durante la Prima guerra mondiale che provocò circa 40 milioni di morti. L'uomo dimentica facilmente la ciclicità di queste pandemie, il ruolo dei ""determinanti sociali di salute"""", quali la povertà, l'analfabetismo, la disoccupazione, gli stili di vita, la desertificazione prodotta da politiche scellerate in spregio all'ambiente, che contribuiscono a questi drammatici eventi ciclici senza, fino al momento attuale, aver saputo o voluto dare giuste risposte.» Dalla Prefazione di Rubens Curia"" -
Sulla scacchiera della vita. Racconti come pedine
La memoria ed il ricordo si alleano in questo racconto per contrastare lo scorrere inesorabile del tempo con la rievocazione della piccola vita di un paese delle Serre Aspromontane negli anni '50 del secolo scorso con quella immensamente più grande, ma ad essa complementare, delle grandi migrazioni italiane di inizio secolo verso gli USA. La scrittura passa dal registro lirico proprio dell'infanzia a quello tragico e talora ironico dell'età adulta in un compendio di voci e situazioni universalmente umane. -
Lo stretto indispensabile
Che cos'è il coraggio? Questa è la domanda che accompagna Nino per tutta l'estate. Che non è un'estate qualsiasi: è quella della sua maturità, il momento delle scelte che cambiano il corso della vita, per chi ha il coraggio di affrontarle. Riflessivo, scientifico, abituato a sviscerare ogni situazione da qualunque punto di vista prima di agire: Nino la scelta per il suo futuro l'ha già fatta, ma ancora è solo nella sua testa. Come trovare il coraggio per dirla a voce alta e affrontare l'inevitabile distacco che comporterà? Il distacco dagli amici, da quel tutti e quattro o nessuno che si sono promessi tra i banchi di scuola; il distacco dalla famiglia, dalla sua Reggio, da tutta una vita. La risposta è più vicina di quanto Nino immagini, e deflagra in tutta la sua potenza in una calda notte d'agosto. -
Progetti di gioia quotidiana
Ci sono momenti nella vita in cui la comunicazione di un'esperienza è di vitale importanza per chi la vive e per chi la riceve. Le parole sono il nostro tutto e il nostro niente. Sono segno che brilla di luce propria, come stelle in un cielo diventato scuro e impenetrabile. Altre volte, travaglio sofferto della fragilità e dell'impotenza di chi così è nato e di chi si scopre tale. Le parole mute, imbavagliate e sole, trovano nella sorellanza la forza sovversiva del dirsi e del narrare, intrecciando l'un l'altra il sostegno della gratitudine e la gioia del dono. -
Ultimi canti da Shangri-La
«Poeta irruente, dalla fantasia eccitabile, sa riunire in un tutto organico e scattante le rivolte e le grida d'angoscia che risuonano, come in una stanza vuota, da un capo all'altro del continente. Nelle burrascose intemperie sigillate da oscuro sangue e fatica, egli combatte quella lunga teoria di ingiustizie. Un intellettuale che diventa tribuno, capace di assorbire rigurgiti, caos, tumulti, delineando un modo concreto di concepire l'arte e il mondo, di fronte ai continui rivolgimenti sociali. [...] Niente giunge all'uomo se egli non ne patisce la croce. Luigi Mamone è vicino ad Emilio Argiroffi nell'intuizione dei motivi profondi dell'inquietudine e della sofferenza dei popoli. [...]» Dalla Prefazione di Maria Frisina -
L' invenzione del ribelle. Vita tortuosa di Bruno Misefari (1892-1936), cosiddetto «anarchico di Calabria»
Bruno Misefari è stato disertore della Grande Guerra ed anarchico in Svizzera. A Zurigo, con un centinaio di «correligionari», incappò in una montatura giudiziaria per la quale patì sei mesi di carcere preventivo. Nell'Italia del 1° Dopoguerra riprese, tra ininterrotte vessazioni poliziesche, gli studi di ingegneria a Napoli e continuò la sua militanza politica; conferenziere facondo, si distinse nella campagna contro la condanna a morte di Sacco e Vanzetti e in una brevissima esperienza di direzione sindacale a Taranto. Laureatosi nel 1923, dismise i panni del rivoluzionario e si dedicò a due progetti industriali: una vetreria a Villa San Giovanni e una industria quarzifera a Davoli. Progetti megalomani e dall'esito infausto nonostante l'ex anarchico, per perseguirli, abbia intrecciato complessi e indecorosi rapporti con le gerarchie fasciste, anche supreme, ed abiurato il proprio credo nella mani di Guido Leto, sbirro fascista di fortunata carriera conclusa a Salò. -
Hopper si fermò ad Archi
«Nanni Barbaro è un cristone, la prima volta che lo incontro zoppica, si appoggia su un bastone per camminare e avvicinandosi mi dice che gli è caduta una bara sul piede mentre preparava l'interramento. Lo dice con un sorriso ironico spiegandomi che quel tipo d'incidente fa parte degli inconvenienti del suo mestiere, perché lui fa il custode al cimitero di Archi. Mi fa ridere pensarlo mentre scrive i suoi racconti, tra un morto e l'altro. Mi mette di buon umore l'idea che, mentre scrive, il panorama davanti a sé sono le tombe di quel piccolo cimitero di paese.» (Dalla Prefazione di Mimmo Calopresti) «E due. Chi si è lasciato tentare dal divertimento del primo ""Sulle sponde dello Stretto mi sono seduto e ho riso"""" sa come stringere a due mani questo delizioso secondo libretto, seguire la propria bramosia di lettore dentro le sue pagine incalzanti e farsi trasportare dalla medesima libido narrativa. L'effetto, come in ogni impresa letteraria che si rispetti, piccola o grande che sia, è di farti entrare in un mondo... ...un mondo raccontato con la leggerezza, solo apparente intendiamoci, del linguaggio comico, oppure intessuto dai fili della rievocazione che seleziona secondo le sue misteriose attitudini e che, sovente, si accompagna alla tenerezza con cui si guarda alle cose che non ci sono più.» (Dalla Postfazione di Giuseppe Mate)."" -
Sull'onore nostro. Saluti da Platì, Aspromonte
Platì, una forra nel cuore dell'Aspromonte, febbraio del 1926. La neve va e viene intervallata dalla tramontana. Tra le vie del paese i mocciosi Nando e Rocco Poeta girano affamati e sporchi, un vecchio scomunicato se ne burla mettendo loro paura; Ciccio Poeta e Cata per la prima volta siedono accanto, i rispettivi genitori convengono sposeranno a dicembre dell'anno corrente, ma i preparativi per il gioco bizzarro delle coincidenze rallentano. Il Cigno e Don Giosofatto l'aristocrazia agraria, baroni incontrastati ma padroni a tempo, finché Dio vuole e finché vuole l'onorata società che brama a spodestarli. Pasquale Tre Quarti è mulattiere, stenta a campare famiglia, non gli resta che farsi battezzare membro dell'onorata società. La veggente Nnuzza Noè solleva e abbassa le corde a malocchio e fatture, sventura e fortuna Nnuzza se ne sente depositaria. Il maresciallo Musarò tutto controlla e di tutti dispone servendosi di Ntoni dei Giurati, questi membro dell'onorata e doppiogiochista all'ombra del capo anziano Francese. Francese, uomo di poche parole, inflessibile alle violazioni del codice d'onore, la scuola gliela aveva fatta il predecessore Ciampa. Anche Nunzia e a uso consumo del maresciallo, femmina disonorata nonostante figlio e marito. L'onore muove le vite dei platiesi: le femmine da consegnare vergini all'altare, quelle sposate non si toccano e manco si guardano, ai proprietari si ruba ai poveri mai, la parola data da rispettare a costo della morte. Poi il subisso dell'alluvione, Pasquale Tre Quarti moribondo di febbre acuta, dalla sua branda finisce sul letto del fiume Ciancio che lo consegna al Mar Jonio e, mentre si contano i morti, a Ntoni dei Giurati il capo Francese gli notifica l'ultima sentenza. -
Pandemie e paradossi. Le alternative della Comunità ACE-Medicina Solidale
"La de-colonizzazione dell'immaginario dal dominio tecno-scientifico generatore di pandemie è destinata alla sterilità se l'impegno culturale e politico non verrà rideterminato considerando la dimensione sistemica del reale. L'interdipendenza e la complessità dei fenomeni obbliga a riconoscere, in una prospettiva di mutamento dei rapporti, la necessità di interventi coordinati su diversi livelli. Il risultato finale di queste azioni può esprimere un'organizzazione in cui l'ordine e le gerarchie dei valori precedenti possono risultare profondamente modificati. L'approccio civico appare il migliore interprete di questo tipo di impegno con la sua tensione a mantenere un giusto equilibrio tra le legittime esigenze economiche, i bisogni delle comunità, la salvaguardia dei beni comuni, gli effetti sociali e sul contesto ambientale. Il recupero della dimensione sistemica non costituisce solo una soluzione metodologica alla gestione della complessità ma può diventare ispiratore di pratiche politiche di rovesciamento dell'esistente. - La Medicina Solidale e Integrale della Comunità ACE è stata spesso descritta con termini quali miracolo, sogno o utopia. Si tratta di scelte linguistiche che rimandano al mondo dell'impossibile ma ciò che si intende rappresentare non appartiene al dominio della fantasia. Piuttosto, l'immaginazione è stata necessaria per determinare una diversa combinazione di regole così da dare concreta realizzazione a un altro ordine. La Medicina Solidale e Integrale è un luogo reale che ha la forza di sospendere, neutralizzare o invertire l'insieme dei rapporti che regolano l'attuale sistema pandemico delle disuguaglianze e della povertà diffusa. Non è un consolatorio prodotto della fantasia destinato a naufragare sugli scogli di un'impossibile terra promessa ma un vascello che naviga sicuro dell'approdo in luoghi da colonizzare. È speranza che si fa realtà. È il luogo della felicità di tutti, nessuno escluso. È la gioia della scoperta che un mondo più giusto è possibile."""""