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Notti mai abbastanza
Queste note, o storie miniature, nascono così, senza inizio né fine, e vogliono solo fermare l'attimo, prima che si dissolva. Un po' come quando, dal buio della notte, si forma il chiarore dell'alba: è appena un attimo che resta sospeso tra cielo e terra, e basta che ti distrai un secondo che già diventa giorno. Un attimo appena, sospeso a metà, prima che il pensiero diventi ricordo, mentre delicatamente attraversa quelle notti mai abbastanza. -
Dietro il cielo
"Un nascondiglio deve solo assolvere ad una convenienza: nascondere. E il cielo non può nascondere nulla. Semmai può solo amplificare dall'alto del mondo di un karma senza sensi le dissolvenze umane. Maria Luisa De Ciancio lo sa, comprende che il cielo è un ottimo punto di osservazione. Ma non un nascondiglio o un ricovero. Il suo mondo conoscitivo ci porta al mondo """"dietro il cielo"""". Non sappiamo, non conosciamo, se non con l'esperienza, di mondi, pianeti e stelle e galassie. Ma se lì dietro ci fossero i sentimenti che oggi nessuno sente? Amore, fratellanza, onestà intellettuale, buon senso, potrebbero essere """"dietro il cielo"""" e la poetessa De Ciancio è una privilegiata, perché è anch'essa lì. E sa"""". Dalla Prefazione di Caterina Provenzano." -
La 'ndrangheta come alibi. Dal 1945 ad oggi
"Questo """"lavoro"""", appena sei mesi fa, non esisteva - se non in maniera confusa - neanche nella mia testa. Ha preso forma nel momento in cui sono stati resi pubblici alcuni documenti relativi alla """"Repubblica di Caulonia"""" e mentre prendeva corpo l'inchiesta su Riace che ha fatto scattare gli arresti del sindaco Mimmo Lucano. """"Repubblica rossa di Caulonia"""" e """"Riace"""" sono i punti estremi di partenza e di arrivo di un viaggio lungo 73 anni. Tra i due punti non c'è il vuoto ma la storia della Calabria che è storia d'un popolo sconfitto piuttosto che una vicenda criminale come alcuni vorrebbero far credere. Una Regione """"vittima"""" di un unico disegno repressivo che ha utilizzato la """"legalità"""" come arma verso i più deboli e la 'ndrangheta come alibi per la progressiva colonizzazione e criminalizzazione del popolo calabrese. Tutto ciò è avvenuto con il consenso di larga parte della classe """"dirigente"""" regionale, sostanzialmente inetta, collusa e subalterna al sistema di potere dominante. Non troverete comunque nel presente lavoro alcuna nostalgia neo-borbonica e nessuna indulgenza verso forme di anacronistico secessionismo. Ritengo che la """"questione meridionale"""" debba essere parte della questione nazionale da risolvere nel contesto di una Europa Federale. Aspiro quindi a un'Italia migliore e a un """"Sud"""" libero dalla morsa delle mafie e della falsa antimafia; il ripristino dello Stato di diritto e il rispetto sostanziale della Costituzione"""". Dalla nota introduttiva dell'autore." -
Il costo della verità
Marco Carboni, sindacalista sardo, viene inviato in Calabria dalla segreteria nazionale del suo sindacato per cercare di risolvere una lunga e dura vertenza aperta dagli operai delle industrie della piana di Gioia Tauro. Un mese dopo il suo arrivo viene assassinato a Rosarno, al termine di una cena. Sette anni più tardi la famiglia Carboni, su precisa richiesta di un fratello dell'ucciso, fatta in punto di morte, chiede allo studio legale Deffenu di cercare di scoprire la verità. L'inchiesta giudiziaria aperta sull'assassinio non ha portato a nulla e rischia la definitiva archiviazione. Il capitano dei carabinieri Gino Murgia, recatosi in Calabria per indagare, stabilisce che Marco Carboni era stato ucciso perché aveva scoperto che la 'ndrangheta utilizzava il porto di Gioia Tauro per traffici illeciti, ma, per una tragica concatenazione di eventi, l'inchiesta non riparte. Una parte della famiglia Carboni è comunque soddisfatta del risultato, un'altra no perché, senza un processo o una sentenza, i figli e la moglie dell'ucciso non avranno diritto ad alcun risarcimento. -
Il tripode di Delfi
"Il Tripode di Delfi"""" è una silloge di poesie che si intreccia in un volume che presenta una variegata gamma di sonetti rimati e di canti, un suono ineludibilmente antico al richiamo del poeta che rifiuta la voce della Musa moderna. Indubbiamente oltre la ragion d'essere della comprensione lessicale, il presente volume risulta un clangore di suoni che variamente sparsi si contraggono e si esplicano per costituire una fonte di visione unigenita. Si potrà ricercare nelle tematiche delle poesie l'aspetto politico nel suo feticismo silente, quale nel canto Carme alla Palestina; vi è un richiamo lontano di echi di amori come tra un Satiro e le varie ninfe di passioni lontane dell'autore, e suoni dediti ad una Italia e una patria rappresentata come grembo di eterogeneità. Il tutto in un idioma arcaico richiamando il volgare antico, come in una ambage di suoni dell'antica Pizia posta sul tripode in Delfi." -
Stagioni. Haiku
Nel richiamo alla più genuina tradizione nipponica, questi haiku sono ordinati secondo le stagioni: cominciando dalla primavera e svolgendo l'intero ciclo dell'anno, riannodano l'esistenza umana al respiro potente e delicato della vita naturale. Tuttavia il gioco si rivela subito più complesso: nella trama cangiante delle apparizioni traluce, e talora insorge, la presenza umana che si mostra nella sua fragile e tenace ricerca di senso; con i suoi dubbi, nostalgie, inquietudini, interrogazioni; aperta al riverbero inconfondibile di una trascendenza esigente, ma intima e fraterna. Lo haiku, pur fedele alla sua tradizionale struttura metrica, si volge allora in epigramma, in conciso accumulo di significati, in sintesi di sensi in gestazione. Finché torna ad accordarsi alla polifonia discreta della compresenza, magari con un sorriso, un gesto di tenerezza. Concludendo con l'invito che il lettore troverà nella quarta di copertina: imparare a leggere, chiudendo gli occhi. -
Allegria
Un figlio che non ricorda l'odore di sua madre, la quale ama di un amore disobbediente e custodisce una foto che cela una storia, dura come il cuore di nonna Ferrina e calda e rugosa come la lingua di Prugna. ""Ci sono storie che meritano di essere raccontate"""" e, dopo un lungo vagare, trovano la loro strada. """"È il miracolo dell'attimo - afferma Edouard Boubat - a salvarci quando il tempo ci opprime"""" e Francesco Idotta coglie quell'attimo, con la gentilezza di un cielo sereno e con lo sguardo profondo di un adulto bambino, e lascia che l'alba sorga nuovamente tra le vette dei monti, le nuvole tornino a correre nel cielo e un ragazzino ritrovi la gioia di rotolarsi sui prati col proprio cane."" -
Quanto inchiostro nelle vene
"Una foglia di acero che cade, è cambiamento, cambiamento che dietro la tristezza riscopre un'incessante primavera. Nelle liriche, l'autrice non ricorre ad un periodare oscuro, ma trafigge con una semplicità naturale e spontanea, resa stilisticamente preziosa dal garbo e dalla freschezza innata. I suoi versi invitano a fermarsi di tanto in tanto, ad ammirare le bellezze e la maestosità della natura, ad annusare i fiori che crescono lungo quel cammino che è la vita. Descrizione tridimensionale che, in prospettiva si anima in cortometraggi, questa è la visione del suo scrivere. Scrivere - dice Annamaria - è per vivere ancora questo incantesimo reale, inesistente come il futuro, che diventerà il presente di ogni tempo"""". Dalla prefazione di Rosetta Neto Falcomatà." -
Lezioni (frontali) di storia
Dieci lezioni per ripercorrere altrettante vicende della storia contemporanea ed evidenziare il ruolo che in esse hanno svolto i singoli individui, a volte personaggi di vertice, altre volte persone comuni che, con il loro impegno quotidiano, hanno costruito il mondo in cui oggi viviamo. Dieci lezioni per ribadire l'idea che non è il presente l'unico tempo della storia, ma che in ogni ruga del passato c'è il fascino, grande e dolente, di un'umanità in cammino. -
La notte delle notti
"Transiti, sul """"confine del tempo"""", sono la continuità di un dialogo interiore che si snoda in un quotidiano frammentato di luoghi e non luoghi, incontri ed abbandoni, spesso dolorosi od effimeri, ma intensamente vissuti. Sono paesaggi del corpo e della mente ove il """"morire e rinascere"""" di goethiana memoria sono impegno del pensiero e del cuore perseguiti con ostinato e consapevole amore per la vita e per gli altri. I transiti sedimentano, in dissolvenze di emozioni, voci, memorie, suoni, trattenuti a sovvertire l'abbandono al nemico scorrere del tempo, per non dimenticare, nella continuità di un'avventura esistenziale di ricerca faticosa e sofferta, il dialogo con il sé profondo che chiede risposte. Sono frammenti d'anima che aspirano convergere verso punti luce-verità, per ritrovarsi nell'altro e nel Tutto che nel suo multiforme divenire è avvertito nella Bellezza di un epilogo. Dall'infanzia vissuta nel sogno per sfuggire al dolore della realtà, la trama di un filo rosso che intesse Note d'Aria in Itinerari che evadono verso eterni Commiati e Ritorni sulle ali di un L(ari)de, a volte stanco del disamore prodotto dall'uomo, in volo verso orizzonti d'innocenza-parolasimbolo, per rammemorare una possibile stagione di verità. Tempo dell'Io, dell'inconscio in dialogo con il Super-Io, stagioni in tensione costante di negazione e speranza, cercate, spesso, nelle zone d'ombra del dolore, accettato, in solitudine profonda di elaborazione. È un Io, che, forse per la prima volta, sembra precedere l'altro, che fra immagini e parola cerca le stesse risposte alle domande mai eluse, in un mondo che si va scoprendo sempre più complesso affidato al """"qui ed ora"""". È, perciò, un itinerario sempre nuovo ed in mutamento che scompiglia materia e spirito investendoli di gesti emotivi, spesso in antitesi ragione cuore, così come all'origine del Pensiero"""". Antonio Festa" -
Guida di Reggio Calabria. Percorsi narrati
"Guida di Reggio Calabria. Percorsi narrati"""" è un testo sui generis, non una vera e propria guida, non un saggio, piuttosto un """"itinerario ragionato"""", che mira a far conoscere non solo la città presente, quella distintamente visibile al turista o al cittadino, ma soprattutto ciò che di essa è andato perduto, interamente o in parte, ma che vale la pena di essere ricordato. In una terra teatro di colonizzazioni e scontri, in cui si sono alternati vincitori e vinti fin dai tempi più remoti, arte e cultura hanno avuto modo di fondersi in un incomparabile intreccio di sapere e tradizioni, di stili architettonici che hanno attinto dalle culture più disparate. Da questa consapevolezza nasce un sapiente lavoro sartoriale che intesse nozioni di letteratura, folklore, architettura, archeologia, dando vita a una narrazione che accompagna il lettore alla scoperta di miti, luoghi ed eventi che hanno lasciato un segno nella storia della città e della nazione. Guidato lungo le vie di Reggio, avrà modo di apprezzare a pieno ciò che si presenta ai suoi occhi, gli storici palazzi, le antiche chiese, ma anche di cogliere quanto non è percettibile a occhio nudo, la suggestione di un paesaggio che vive incastonato dentro una poesia, di un antico rudere che trattiene a sé un celebre passato, di un monumento che salda la memoria su un evento che andrà raccontato. Ad ogni passo, un'orma di ciò che è stato, in ogni via, un frammento di storia." -
Giojosa (Jonica). Catasto onciario 1741-1745. Atti preliminari, rivele, onciario, apprezzo
La scoperta dell'affascinante mondo che si può aprire su un tema storico, è strettamente legata a un'attenta lettura, a una sapiente interpretazione e comparazione degli antichi documenti ritrovati, che a quel tema siano attinenti. Solo in tal modo, forti di una buona conoscenza storiografica generale, si può entrare in epoche assai diverse dalla nostra e scoprirne le diverse componenti. I documenti definiti storici, ma avulsi da tale contesto, non sono altro che un arido segno del passato, mentre è solo attraverso la loro interpretazione critica che si riesce a dar vita alla ricostruzione storica di un tema prescelto. L'analisi dei documenti scritti è perciò la fase preliminare e imprescindibile di una ricerca storica, come si è cercato di mettere in pratica, pur con la consapevolezza che sempre si può far meglio, nella redazione del Catasto Onciario di Gioiosa, una indagine assai circoscritta sulla terra di Gioiosa nel Settecento. -
Cinquanta lettere a Mario La Cava
Le ""Cinquanta lettere"""" che il giornalista Domenico Zappone (Palmi 1911-1976) destinò a Mario La Cava, provengono dall'archivio dello scrittore di Bovalino dove il figlio Rocco custodisce il vasto patrimonio documentale del padre. Scritte in un arco di tempo che va dal 1950 al 1976, le lettere qui pubblicate rivelano il clima di cordialità che anima il rapporto tra i due intellettuali affratellati da una medesima passione: la scrittura; e danno conto, altresì, di una vicenda culturale ed umana che per molti tratti li accomuna nel difficile e tormentato rapporto con editori, direttori, redattori di riviste e giornali, ma anche in quelle che sono le difficoltà familiari e della vita quotidiana. Inoltre, queste lettere evidenziano inequivocabilmente la condizione di isolamento degli intellettuali meridionali che, lontani dal dinamismo culturale centro - urbano, pagano con un surplus di fatica lo svantaggio della perifericità che, fatalmente, trasforma il già difficile mestiere di scrivere, nel più difficile mestiere di vivere."" -
Reggio e i miti della Magna Grecia
I disegni presentati in questo volume sono rappresentazioni di un ""mito"""" ripensato, fatto di archetipi e visioni classiche che non hanno un tempo definito, che non privilegiano una temporalità e una fisicità legate al contingente. Sono un racconto, in cui le diverse interpretazione degli autori acquistano autonomia espressiva, diventando una collana di componimenti poetici che sembrano tendere ad una serialità tassonomica senza mai volerla raggiungere a pieno. Vengono elaborate sottili e raffinate sequenze di disegni in un febbrile laboratorio architettonico che indaga i linguaggi del mito dei luoghi della Magna Grecia. Reperti formali di credenze perdute, fanno capolino nelle immagini definite da un perimetro netto in un'atmosfera disincantata, in cui si alternano nuvole immerse in stupefacenti profondità, su cui si accavallano sagome di mura di fortificazioni poderose e turrite, dove si aprono diversificate immagini, spalancate come fauci in un Mediterraneo, culla del mito. Un racconto che ci trasporta lieve e senza scosse, tra Reggio e l'area dello Stretto, un racconto che diventa penetrante, che si avventura nella rappresentazione simbolica dei miti e dei guardiani dello Stretto, che scava nell'anima dei personaggi, delle figurazioni antropomorfe e nei volti che si esaltano in primi piani ieratici o in profili saettanti che si fanno carico di una responsabilità che li agghiaccia, fissandoli in una maschera divina e quasi universale. Un racconto scritto a quattro mani che ci trasporta dentro le onde dello Stretto che diventano una metafora globale che come un """"edificio"""" esposto alla contemplazione, racchiude una velata totalità."" -
Sulla mia vita. I vissuti, le amicizie, gli amori
La disabilità ""limiti reali o etica culturalmente retriva e codina""""? Questa è la questione fondante del libro. Ed è attraverso il racconto di avvenimenti reali, e di vita vissuta che si cerca di dipanare il filo di tutta la vicenda che concerne la vita dell'autore. Certamente la disabilità acclara e rende evidente nonché chiaro agli occhi di tutti """"inabilità e fragilità"""" proprie del soggetto disabile. Inabilità e fragilità che dovrebbero contrassegnare lo status e la vita di tutti gli uomini. Eppure talvolta non è così; difatti nella società si tende a individualizzare e a fare del disabile un esempio di difformità in assoluto. In assoluto, perché del disabile si evidenziano solo le fragilità, che culminano nello stereotipo culturale del più """"debole"""". In questo libro si cerca di narrare come ciò sia superficiale e privo di fondamento. Ovviamente, il disabile ha un vissuto più """"profondo"""" e impervio rispetto a quello che di solito volgarmente si definisce """"normodotato"""". Un percorso di accettazione e di comprensione di se stesso, che conferisce alla vita una maggiore galeropia ed acutezza visiva, che oltrepassa quei limiti apparentemente insormontabili. Ma il disabile come tutti ha una vita che va oltre i più insuperabili limiti. Il disabile vive e convive con gli amici e gli amori. E se fosse solamente un maledetto preconcetto o un pregiudizio retrivo la disabilità? Ovvero in altri termini, il problema è forse l'etica del mondo in cui per dirla heideggerianamente siamo """"gettati""""? Una cosa è certa Amor omnia vincit, ovvero l'amore vince su tutto, anche sulle più ardue e fosche vie della vita."" -
Un cuore in fondo al mare
Elena è una donna che ha conosciuto talmente da vicino le amarezze della vita da rimanere disillusa nonostante l'età ancora giovane. Ha subìto violenza dall'ex compagno, ha vissuto la delusione di un'esistenza che via via le ha spento il sorriso e l'unica ragione per andare avanti è il figlio Gioacchino, un adolescente buono e vivace che nonostante le ristrettezze economiche non abbandona il sogno di poter studiare per diventare un professionista. Soffriranno ancora molto insieme, ma forse, alla fine, ne varrà la pena. -
Da figlia a madre
"Costruita sul gioco, mai banale, degli affetti, è un'opera di memoria, di rievocazione autobiografica, di osservazione e celebrazione della realtà. Attraverso una registrazione attentissima degli aspetti più nascosti e più sensibili della quotidianità l'autrice arriva ad approfondire, pagina dopo pagina, a vicenda di sentimenti ed emozioni, quello che per molti di noi è solo il ripetersi giornaliero, la vita d'ogni giorno nei suoi aspetti più comuni e dimessi. Questo romanzo ha i modi di un realismo aneddotico che si nutre della coscienza critica della scrittrice che fa delle proprie esperienze di vita avventure introspettive e spirituali."""" (dalla prefazione di Ilda Tripodi)" -
Videmus nunc per speculum
"[...] Va detto in via preliminare che quella di Barberio è una poesia colta, che interpella perentoriamente e costantemente le capacità ermeneutiche del lettore, indotto a confrontarsi con l'ampia e variegata memoria mitico-letteraria e culturale che le è sottesa e ad orizzontarsi in complessi incroci intertestuali che testimoniano la singolare propensione dell'Autore per l'avventura intellettuale. [...] Poesia colta, si diceva, che attinge materia non solo dal repertorio intertestuale per dir così tradizionale, ma anche da forme creativo-espressive a buon titolo ormai entrate nell'immaginario contemporaneo, quali la narrativa fantasy, il fumetto, il videogame. Quanto al gusto citazionista più o meno esibito a seconda dei casi, va collegato evidentemente ad una ben nota tendenza del postmoderno e del post-postmoderno, alla quale va ascritta altresì la commistione dei più diversi stimoli ispirativi, peraltro assunti in una dimensione di originale rielaborazione"""". Dalla Prefazione di Francesca Neri." -
Parlami di felicità. Affetti, emozioni, sogni. Antologia di una vita in versi liberi
"Avviso ai lettori se vi aspettate versi che dicano cose magniloquenti o solenni, la vostra lettura finisce qui. Non grandi cose. Poesia «applicata», piuttosto. Non assoluta. Non sono poeta di vaglia o di cartello. Meglio, poeta che sbaglia. Una poesia, la mia, applicata alla vita. La mia. Una piccola antologia di cose vissute. Di persone conosciute ovvero persone che conosco e che continuerò a conoscere. Nella economia di queste poesie libere vi è un divenire irregolare, uno scorrere che non sempre rispetta la cronologia sebbene la prima poesia riporti la data e il luogo dove avvenne la stesura (un vezzo giovanile che ho lasciato tale e quale). La volontà, anzi necessità, sta nel confrontarsi con coloro che vorranno «leggermi» in questi versi. In questa radiografia della mia vita in forma di poesia. Applicata, appunto. Anche ai luoghi. Alle città. Ai quartieri. Alle trattorie. Alle osterie. Ai teatri. Alle stazioni. Non grandi cose. Piccole. Circostanziate. Raccontate col cuore in mano e la penna dispersa nello zaino. Tastiera e monitor. Monitor e tastiera. Ora anche col cellulare. Il verso, quando scappa, scappa! Altra necessità. Soppesare le frustrazioni della vita di tutti i giorni e applicarle in versi liberi trasformandole in entusiasmi (possibili). Il titolo e il sottotitolo indicano un programma preciso. Un atteggiamento, nei rapporti con gli altri, che potrebbe perfino risultare rivoluzionario. Una rivoluzione dettata dalla necessità quotidiana di essere presente dove è utile e necessario. Una parola. Una poesia. Una storia. Anche semplicemente un appuntamento. Anche semplicemente condividendo lo stesso tavolo e brindando con un buon rosso. Più di questo non so fare"""". Francesco Cento" -
Vocabolario bagaladese. Bagaladese-italiano, italiano-bagaladese
"Bagaladi ha una storia, soprattutto linguistica, degna di essere conosciuta e studiata. I bagaladesi ne prendano sempre più coscienza. Fanno parte di una comunità che ha elaborato nel corso dei secoli un linguaggio chiaro, ricco, significativo ed espressivo, non disgiunto da modelli di vita, regole comportamentali e modi di intendere, che la rendono speciale. Il concetto di comunità si fonda sull'assunto di comunione, che si realizza per mezzo della comunicazione. [...] Sin dai primordi l'uomo ha sempre cercato di comunicare. Tutti i popoli hanno sviluppato un linguaggio, dando un nome a tutte le cose visibili e invisibili. Hanno creato la parola. Bagaladi non è stata da meno. Ha creato 'a palora'. Questo è il primo segno della originalità e quindi della differenza del linguaggio bagaladese, che lo rende singolare. Nello stesso tempo circoscrive e identifica il bagaladese come parlato legato a una determinata area geografica e nel nostro caso nell'estrema punta della Calabria. Il bagaladese ha le sue specificità, ma condivide molto con i territori circostanti. Questo è un vantaggio notevole, perché permette agli abitanti del circondario di capirsi e quindi di interagire. La lingua è vita, è umanità, è pensiero. La lingua è tutto. L'uomo nella sua aspirazione a migliorare la qualità della vita è riuscito a risolvere un problema enorme. È stato capace di trasmettere il suo parlato non solo con chi veniva a contatto diretto. [...] Il presente lavoro riguarda soltanto l'elencazione delle parole e il loro rapporto con l'italiano. [...] Non riporta la sezione fonetica, perché fonetica e morfologia coincidono. Si parla come si scrive. [...] Quello compiuto da Francesco Romeo è stato un lavoro difficile. Ha acquistato benemerenze perché ha gettato le basi, per poter andare oltre. È stato un lavoro notevolissimo. Prendiamo atto che è stata fatta un'operazione di ricerca enorme."""" (dalla prefazione di Fortunato Mangiola)"