Sfoglia il Catalogo ibs019
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 8021-8040 di 10000 Articoli:
-
Eros-Ethos-Logos: tre dimensioni, una persona
La persona è un ente-in-relazione. Tale concetto è il filo rosso che attraversa questo saggio, in cui la persona è presentata come una tri-unità inscindibile costituita dall'eros, dall'ethos e dal logos e che si inscrive in una visione personalista esistenziale che si rivolge alla bioetica, alla sessuologia, alla filosofia, alla psicologia e alla teologia, con relative implicazioni anche in ambito educativo e terapeutico, secondo una concezione del sapere complessa e interdisciplinare. Tale concezione è in linea con l'idea di promuovere una definizione anti-riduzionista dell'essere umano, provando a tracciare in tal senso un possibile itinerarium antropologicum. Un itinerario consapevole dell'impossibilità di pronunciare una parola definitiva sulla persona, nelle cui profondità più insondabili ci si può provare a immergere solo rispettando quel mysterium di cui è portatrice e in cui risiede la sua irripetibile apparizione sulla scena del mondo e la sua meravigliosa pluridimensionale unicità. -
Sequestri. La trattativa Stato-'ndrangheta
"Venti anni dopo la pubblicazione del mio 'Sequestri' agli editori di Città del Sole è venuta l'[...] idea di ripubblicare quel mio saggio [...] e di far capire ai lettori di oggi cosa è stato questo nostro Paese e cosa siano stati soprattutto pezzi di questa Italia in anni bui, tragici, che hanno finito con il segnare in maniera più o meno definitiva l'immagine stessa della regione, al di fuori dei propri confini e al di là stesso dell'Italia... Questa rilettura, a mente fredda e lontana dagli echi della cronaca di quei giorni, settimane, mesi così serrati, serve anche per cercare di capire quanto di poco chiaro vi sia stato e ancora oggi vi sia nella gestione di tanti sequestri, soprattutto in Calabria. Una sorta di trattativa Stato-'ndrangheta che precedette quella più famosa tra Stato e Cosa Nostra, più o meno nello stesso periodo? Il dibattito è aperto, come vedremo."""" (dall'introduzione)" -
Venezia siamo stati noi
"Jop racconta di un popolo giovane e sconnesso che viveva un tempo a Venezia, con una libertà ben radicata in una terra che promette solo lo scherzo grandioso di essere al mondo e di poterlo godere, due cose che sono un fatto e un diritto."""" (dalla prefazione di Furio Colombo)" -
Fuori posto. Catalogo mostra d'arte
"Fuori posto sono i giovani in questo tempo che celebra il culto della giovinezza, ma non ama i giovani. Fuori posto è chi non li ama perché non sa misurarsi con il futuro. Chi misura tutto è l'uomo, ma chi sono i giovani? In una società consapevole che ha cura di sé i giovani hanno al massimo vent'anni, perché essere giovani non è una posizione anagrafica, ma neanche una condizione perenne, una circostanza imposta da condizioni sociali, è un momento del nostro sviluppo che ci appartiene e che pretende di essere vissuto degnamente per dare un significato alla nostra esistenza. Perché ciò accada è necessario che i giovani possano trovare un proprio posto per fare e per sbagliare, trovare un senso alla misura. Il nostro compito è osservarli con attenzione, comprende le loro idee, i loro sogni, conoscere la loro posizione, stare al nostro posto. Le figure che animano le loro opere suggeriscono identità che non si danno compiutamente e sembrano ritrarsi allo sguardo in attesa di giudizio. In questa indefinita sospensione attendiamo il compimento dei racconti fin dove saprà spingersi la profondità dei loro sguardi per ristabilire una nuova alleanza e dare maggiore forza alla loro voce, perché tutto possa ritrovare il proprio posto"""". Francesco Benedetti" -
Arnoldo. La storia semplice di un uomo che ha inventato il futuro
Arnoldo Gasser ha inventato il futuro, perché il futuro ha sempre fatto parte della sua esistenza, un tracciato che l'imprenditore nato ad Appiano ha percorso con decisa irruenza e anche, se si vuole, con quel pizzico di sregolatezza che, in fondo, è tipica degli uomini geniali. Gli inventori del futuro. Un uomo proiettato costantemente al domani, ma con i piedi ben piantati in quelle radici tirolesi dove tradizione, usi e costumi, tramandati di generazione in generazione, rappresentavano e rappresentano per Arnoldo una identità fondamentale. -
Arnold. Die einfache Geschichte eines Mannes, der die Zukunft erfunden hat
Arnoldo Gasser ha inventato il futuro, perché il futuro ha sempre fatto parte della sua esistenza, un tracciato che l'imprenditore nato ad Appiano ha percorso con decisa irruenza e anche, se si vuole, con quel pizzico di sregolatezza che, in fondo, è tipica degli uomini geniali. Gli inventori del futuro. Un uomo proiettato costantemente al domani, ma con i piedi ben piantati in quelle radici tirolesi dove tradizione, usi e costumi, tramandati di generazione in generazione, rappresentavano e rappresentano per Arnoldo una identità fondamentale. -
Dolce incanto
È una raccolta di idee, storie, poesie, favole e schizzi autobiografici e costituisce una riflessione che il maestro compie sul suo ricchissimo mondo dell'arte. Un cantastorie diverso da ogni altro ancorato alla sua missione: comunicare la verità, la bellezza dell'universo e il grande dono della vita. Nelle pagine di questo libro, racconto momenti vissuti, storie, favole, riflessioni che hanno affollato la mia mente. E tutto questo si è reso possibile grazie a un sogno reale. -
Sensazioni. Raccolta poetica
Immagini sublimi catturano lo sguardo del lettore nelle pagine di Sensazioni ma sono le parole ""scivolo per tuffarsi nei sogni"""" atte a """"scoprire l'essenza dell'essere"""". Per Antonio Pileggi è due il numero perfetto come gli occhi, i binari, le mani che cullano un bimbo, due anziani lungo il viale, come i mari che lambiscono le coste calabre lo Jonio e il Tirreno, sulle cui acque il poeta ci fa ammirare albe e tramonti nelle splendide fotografie per poi raccontarceli nei suoi versi. Non mancano i ricordi della nonna, dell'adorato padre, figure di un cammino apparentemente interrotto che mira a essere ripreso in quella dimensione d'Infinito ove """"il mondo dell'Io e il mondo reale si fondono"""" ove il cuore e la mente, la terra e il mare, il cielo e la terra, il sogno e la realtà, il romanzo e la poesia s'incontrano per ripetere a un figlio, a un uomo, a un poeta un'esortazione """"sii forte"""". Traiamo dalla raccolta poetica un un insegnamento che supera le sensazioni per diventare punto fermo imprescindibile, una frase scritta non sulla sabbia o affidata al vento ma incisa nel cuore a lettere di fuoco. Perché lì resti per sempre. Come queste poesie che vogliono restare, fermarsi, """"custodite in uno scrigno, preservate dal tempo, per viaggiare oltre il domani"""". Dalla Prefazione di Daniela Rabia"" -
Una università per Reggio Calabria
"Scorrendo le pagine del racconto di Aldo due aspetti emergono evidenti, vale a dire che la vicenda si svolge in un tempo lungo e che è fortemente segnata dalla sua intensa e continua attività nel seguire i lavori di costruzione della nuova sede universitaria a Feo di Vito. Il tempo copre gli anni che vanno dal compimento dei suoi studi liceali alla fine degli anni cinquanta fino al 2012, un tempo che a partire dalla metà degli anni ottanta si intreccia con la mia presenza nell'Università di Reggio Calabria... Lo scenario di fondo di queste vicende comuni è stata dunque l'Università di Reggio Calabria che, come Aldo racconta, una volta diventato Rettore ho voluto che si chiamasse Mediterranea, e così da allora è conosciuta... Certamente la svolta decisiva fu la mia elezione a Rettore nel 1999. Ero stato sollecitato a candidarmi dal Rettore uscente Rosario Pietropaolo e con il suo sostegno ottenni una larga maggioranza... Pietropaolo era stato un ottimo Rettore al quale si deve in larga misura il decisivo avanzamento nella costruzione delle nuove sedi dell'Università... Tuttavia non potevo assicurare la continuità con la sua gestione, per la semplice ragione che avevo un'altra idea di cosa dovesse essere la nostra università, un'idea che avevo espresso chiaramente nel programma elettorale che avevo presentato e che si basava su due capisaldi: trasformare l'università da luogo periferico dell'Europa in luogo centrale del Mediterraneo e riannodare i rapporti con la città e le sue istituzioni..."""" Dalla Prefazione di Alessandro Bianchi." -
Goccia di pece
"Le poesie di Sestito, scritte in un linguaggio semplice, sono ricche di riferimenti intertestuali e rimandano a una sapienza primigenia, dove l'eleganza del verso e il piacere della lettura si accompagnano a una introspezione nella quale le domande che l'uomo neolitico si poneva osservando i corpi celesti si radicano nel pensiero dell'uomo moderno, ancora irrisolti, e agiscono in chi li legge come un caleidoscopio, trasformando la banalità del quotidiano in un epifanico spettro di colori""""." -
Dolci (c)reati
Un libro come modello ed esempio di buone pratiche autoeducative. Una narrazione in cui si mescolano creativamente tutti i fattori necessari al reinserimento sociale di chi è privo della libertà personale. Una Direzione carceraria costituzionalmente orientata a sostenere e a promuovere la crescita del senso di responsabilità individuale e collettiva dei ristretti. Un laboratorio di pasticceria, esso stesso laboratorio di scrittura e lettura, e la prefazione di una personalità come quella di Luca Montersino, a riprova di un'interazione sui generis del carcere con la società civile. L'autorizzazione, in via eccezionale, a scattare fotografie all'interno dell'istituto penitenziario e la collaborazione di insegnanti volontari e di agenti di polizia penitenziaria come parte essenziale della stessa procedura compositiva dell'autore, tra artigianato e arte. Sono questi soltanto alcuni degli ingredienti principali per la realizzazione del ""dolce (c)reato"""" più saporito: l'articolo 27 della Costituzione della Repubblica italiana."" -
Alvaro e Belmoro nel dedalo tantalico una lettura surrealista
"È così"""" dissi """"Magnitudo mi piace. Vi ho trovato gente la cui forza andrebbe adoperata. [...]"""". """"Gente vecchia"""", replicò il dolonese. """"Abituata a creare avvenimenti quotidiani in ogni atto, in ogni gesto. [...]. È un problema. Hanno il senso della personalità e dell'individualità, ma si sono ridotti allo stato di massa. [...]"""". Perché Alvaro, perché Belmoro, perché adesso? È davvero possibile leggere Alvaro, dopo quasi un secolo dalla pubblicazione del suo primo romanzo, e farlo con occhi e mente finalmente nuovi? Che cosa definisce ciò che è vecchio e ciò che è nuovo? Che cosa è compiuto e che cosa non può esserlo perché, per sua natura, destinato a rigenerarsi ciclicamente? Rileggere l'opera di Corrado Alvaro in un momento storico nel quale la cultura umanistica cede il passo all'omologazione accademica, non è solo un atto di onestà intellettuale nei confronti di uno degli scrittori più acuti del panorama europeo contemporaneo. Leggere Corrado Alvaro, e liberarlo dai lacci del provincialismo tout court, è il bisogno impellente di un nuovo respiro culturale, il quale sappia guardare oltre il limite di ciò che è tangibile e dare nuova vita a """"chi per lungo silenzio parea fioco"""", come direbbe Dante. Per farlo, però, è necessario recuperare la scintilla dell'atto creativo, il genio, la follia: unica in grado di carpire la Verità, o almeno ci si può provare. Ma come farlo? Accostandosi, con sguardo a volte spregiudicato, a un breve romanzo d'esordio, che ha in sé la forza di un'opera matura, e a un ultimo capolavoro, il quale non poteva che rimanere incompiuto perché si rivelasse fino in fondo la grandezza del suo autore." -
Prefetto in terra di 'ndrangheta. Dove la criminalità contende allo Stato territorio e consenso
Il corretto funzionamento della società non può prescindere dall'educazione all'etica pubblica e dalla formazione di una coscienza della legalità da parte dei cittadini, incoraggiate e promosse, in prima istanza dalle istituzioni. A mediare fra le due parti - comunità e apparato pubblico - si pone la figura del prefetto, per dare voce alla popolazione, intercettandone i bisogni, individuando le soluzioni più opportune alle esigenze del territorio. Partendo da questo assunto, ""Prefetto in terra di 'ndrangheta"""" analizza «le trasformazioni del fenomeno mafioso, i complessi rapporti tra cittadini e 'ndrangheta di attrazione-repulsione, in perenne tensione tra silenzio e rivolta, omertà e denuncia, sfiducia e speranza», ma anche le conseguenze della crisi in un territorio già fortemente provato, in special modo dall'Unità d'Italia in poi, proponendo di ripartire dalla scuola, dalla cultura, e ripensare a nuovi metodi di sviluppo e cambiamento per costruire il futuro."" -
Il presepe Barbaro
Nel libro l'autore descrive il suo interesse per il presepe con particolare riferimento alla tradizione napoletana del Settecento. Il volume si apre con la descrizione della storia del presepe seguita da un approfondimento riguardo ai presepi nel Mondo e al collezionismo. Con ricchezza di dettagli e particolare cura, l'autore ci guida verso la conoscenza del presepe napoletano attraverso la descrizione del valore simbolico di ciascun pastore e l'illustrazione dei luoghi e degli spazi che lo caratterizzano. Il nucleo centrale del volume è costituito dalle fasi che hanno portato alla realizzazione di un presepe napoletano nella propria abitazione, il presepe Barbaro. La lettura scorre veloce, ci racconta come è nata la passione dell'autore e prosegue illustrandoci quali sono i materiali e le fasi necessarie alla realizzazione di ciò che, a tutti gli effetti, è un'opera d'arte. Infine, le dieci scene sono meticolosamente descritte e ci danno un quadro complessivo della composizione aiutandoci a comprendere il significato profondo della Natività. -
Sveglia! L'umanità non si arresta
"Il declino della sinistra e dei suoi addentellati ideali, sociali e psicologici, è l'ossessione e la sofferenza dei protagonisti del """"romanzo"""": non si rassegnano che all'acuirsi di grandi problemi planetari - dalla sostenibilità ambientale alla fame, dalle emigrazioni alle disuguaglianze - non si registrino contromovimenti di contrasto adeguati da parte delle forze progressiste; non concepiscono che ci si possa accomodare ad una realtà segnata da profondi squilibri sociali e spaziali, che i partiti di sinistra siano subalterni ai meccanismi del degrado socio-economico e delle stesse relazioni umane. Daccapo, non si limitano all'indignazione e allo stupore passivo, ma propongono soluzioni, individuano percorsi di rinascita e riconquista di punti di vista, analisi e strumenti per l'azione: nuove forme di insediamento dei partiti nei gangli vitali della società, selezione e formazione ideale e pratica di gruppi dirigenti consapevoli e attrezzati, coinvolgimento delle nuove generazioni"""". Dalla Prefazione di Domenico Cersosimo." -
Urbanistica e trasformazione digitale-Urban planning and digital trasformation. Ediz. bilingue
"A partire dalle prospettive disegnate dal dibattito scientifico, che ci stimola a reimmaginare e ricostruire i luoghi che attraversiamo sulla base del nuovi rapporti che tendono a stabilirsi tra il mondo materiale e quello virtuale, il testo riconsidera efficacemente le conseguenze che tali modificazioni stanno producendo sulle discipline del progetto e sull'urbanistica in primo luogo, con implicazioni che riguardano i differenti linguaggi della tecnica, della politica e della stessa creazione artistica"""" (dalla Prefazione di Michele Talia)." -
C'era una volta la 'ndrangheta. Ricordi e desideri di un uomo che l'ha conosciuta
"Il no alla 'ndrangheta, perentorio, deciso. Tiberio Bentivoglio ha detto no e insieme alla sua famiglia continua a dire no, no al sopruso, no alla violenza, sì alla dignità, si all'amore, no all'odio; uno schieramento chiaro, preciso, definito, al costo di costare troppo, tanto. La sua storia è reale, vera; vera come l'abbraccio di molti, vera come i proiettili mafiosi, vera come l'inerzia di una parte dello Stato. Egli e sua moglie in quell'abbraccio che mai è cessato si stringono fortemente e tentano di fare quel passaggio che in questo testo è lampante: """"Non più vittime di mafia ma sopravvissuti consapevoli"""", sopravvissuti allo scempio mafioso e allo scempio di parte dello Stato, allo scempio dell'isolamento sociale, allo scempio della violenza; consapevoli perché sanno, resistono, vivono anche con il dolore e accanto al dolore"""". Dalla Postfazione di Antonino Giorgi. Prefazione di Nando Dalla Chiesa." -
Poesia dalla roccia
Noi viandanti insistiamo, siamo anche testardi, non vogliamo consigli, non vogliamo compassione. Molti pensano male di noi perché non hanno capito, è gente senza nome che non lo cerca e non lo vuole cercare. Noi viandanti ci buttiamo nell'avventura, nell'avventura nera, nell'avventura rossa, nell'avventura dalla quale non sappiamo se usciremo, un giorno o una notte, vivi o morti, morti nell'anima e nel corpo. Viandanti di un tempo, di oggi e di domani, valichiamo un duro percorso, saranno viottoli, sarà il mare, saranno monti. Non sappiamo, non ricordiamo, il pensiero lo abbiamo lasciato davanti alla porta di casa prima di andare, adesso ne cerchiamo uno nuovo, quello che è nostro, cerchiamo noi stessi, vogliamo avere coscienza di noi, di quel noi disperso nell'aria, filtrato forse da un raggio pesante, ammorbato da una luna noiosa. Siamo fuggiti dal caldo e dalla noia, l'unica cosa che ci resta è camminare, accorparci delle nostre idee rubate e derubate. Vogliamo troppo anche da quel Dio che forse non ci ha attenzionato. Viandanti, viandanti, gente malvista, fannulloni, perdigiorno, lo dice chi ha una zappa sulla spalla, chi ha l'oro nelle mani, loro non lo sanno, inconsapevoli della loro vita, vivono la quotidianità pallida e piatta. Noi solleviamo zolle ardite, noi andiamo sugli alberi e tentiamo di volare come gli uccelli nell'esasperazione di capire qualcosa, di prendere per le mani quel bandolo che forse si trova più in alto o forse si è disperso nell'etere. Noi viandanti andiamo, continueremo per tutta la vita, se la vita sarà lunga forse scopriremo qualcosa di più e ci sazieremo di viatico, se la vita sarà corta moriremo da viandanti senza novità, senza sapere chi siamo. Come dice Trento Longaretti, l'artista che dipingeva i viandanti, saremo sempre: ""figure inclinate, obliquamente tese in avanti, inquieti errabondi in cerca di chissà quale meta""""."" -
Eroine
"Quella che state per leggere non è una storia vera ma prende spunto da vicende realmente accadute. A dimostrazione del fatto che niente meglio della realtà offre materia alla fantasia quando si ha la bravura di coglierne le suggestioni. La protagonista principale si chiama Marisa ed è nata dalla parte sbagliata della società. La parte nella quale dominano la violenza, la sopraffazione e il sopruso: dove la legalità semplicemente non esiste. Marisa ne ha vissuto integralmente la brutalità, assimilandone anche la crudezza dei rapporti. Ma non è stata del tutto domata, c'è ancora in lei una scintilla che le permette di separare il bene dal male. E quando questa scocca, la sua vita prende fuoco. Marisa si trova improvvisamente catapultata nella parte giusta della società, costretta però a recitare una parte sbagliata in un vortice di sentimenti forti al punto da risultare scioccanti: come fossero il marchio indelebile della sua vita precedente"""". (Dalla Prefazione di Sergio Rizzo)" -
Attiviamoci. Percorso di cittadinanza attiva, solidale e responsabile per i bambini della scuola primaria
Marco, dopo la difficile esperienza della scuola dell'infanzia, inizia l'istruzione primaria. Sulla sua strada incontra la maestra Vanna, un'insegnante affettuosa e sensibile, ma al tempo stesso determinata, competente e, quindi, in grado di affrontare qualsiasi problematica educativa. La docente, sin dal primo momento, conquista la fiducia e l'affetto del piccolo allievo, il quale, pian piano, riesce a superare tutti gli ostacoli e si inserisce perfettamente nel gruppo classe. Il testo racconta alcune delle vicende scolastiche vissute da Marco e dai suoi compagni. I temi trattati, pur essendo di diverso genere, si intrecciano tra loro dando vita a un'unica storia che educa, emoziona e diverte allo stesso tempo. Età di lettura: da 6 anni.