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Niccolò Machiavelli. I tempi della politica
L'arco di anni che racchiude la vita di Machiavelli (1469-1527) si presenta come un'età di profonde trasformazioni, che investono la stessa visione del mondo fino allora dominante. Le grandi navigazioni e i viaggi di scoperta spalancano orizzonti sconosciuti. Nel frattempo, l'Italia e l'Europa attraversano vicende cruciali: la Francia, superato il secolare conflitto con gli inglesi, ristabilisce la sua potenza; i regni spagnoli si uniscono sotto una sola corona che si avvia a imporre la propria egemonia in Europa; gli Stati italiani sono travolti da guerre che ne mettono in crisi radicale l'autonomia. E nel 1517 si accende in Germania la rivoluzione religiosa protestante, destinata a mettere in luce ì cambiamenti profondi avvenuti nelle credenze e nei sentimenti popolari, e a proiettare sul futuro dell'Europa le sue conseguenze più drammatiche: le guerre di religione e l'offensiva della Controriforma cattolica. Machiavelli è consapevole delle trasformazioni che stanno alterando la scena del mondo, e avverte l'esigenza di adeguare ad essa le istituzioni e le regole della vita politica. Cogliere il nesso fra la sua attività e le sue opere, divenute ben presto fondamentali per comprendere le vicende degli uomini uniti in società politiche, è il motivo dì fondo di questo libro: fondata sulla lezione delle cose antiche e sull'esperienza delle cose moderne, l'opera del Segretario fiorentino si mostra così in grado di promuovere una migliore intelligenza dei tempi e del mondo. -
Un luogo nell'anima
Il legame con la propria storia e la propria cultura è, in genere, connesso all'appartenenza a un territorio, a un luogo fisico. Tuttavia, nelle società contemporanee, le intense dinamiche migratorie hanno determinato una mobilità di persone che mantengono relazioni affettive con vari paesi e, nel contempo, costruiscono legami di lingua, di usi, di diritti e di doveri, con vari contesti di vita e di lavoro. Da ciò lo sviluppo di identità multiple. Quali sono le loro caratteristiche? Quali problemi sorgono all'interno di una società interculturale? Un caso storicamente emblematico è rappresentato dall'ebraismo. Privati di un territorio proprio, gli ebrei si sono visti costretti, nell'arco di secoli, a ridefinire se stessi sulla base di una fede e, al tempo stesso, di una condizione civile legata ai diversi luoghi di residenza e di cittadinanza. La cultura ebraica si offre in maniera esemplare quale strumento per comprendere come sia possibile oggi, di fronte ai massicci flussi migratori che interessano i paesi occidentali, trovare il modo di preservare identità e tradizioni proprie in un confronto aperto e costante con la diversità, le istituzioni e il modo d'essere delle comunità con cui di volta in volta, nella storia, ci si confronta. È precisamente la capacità di interazione e di e di scambio, a volte difficile e doloroso, che ha consentito all'ebraismo la sopravvivenza. -
Naufraghi della pace. Il 1945, i profughi e le memorie divise d'Europa
"Naufraghi nella tempesta della pace"""": un documentario della """"Settimana Incom"""" del 1947 evocava così la tragedia dei profughi dell'Istria. Si aggiungevano a milioni e milioni di altri """"naufraghi"""", frutto degli sconvolgimenti della guerra e del dopoguerra: milioni di persone sradicate dalla propria terra dalle deportazioni operate dalla Germania nazista e dalla Russia staliniana, ex prigionieri, donne e uomini in disperata fuga dall'inferno della Shoah o dalle zone martoriate dagli spostamenti del fronte. E a questa marea di profughi se ne somma un'altra, alimentata da milioni di persone espulse a forza dai paesi dell'Europa centro-orientale. Il dramma delle popolazioni tedesche ha qui un rilievo centrale: già con la fuga disperata davanti all'Armata rossa nell'ultima fase della guerra, e poi con le espulsioni dell'immediato dopoguerra dalla Cecoslovacchia, dalla Polonia, dall'Ungheria, dalla Romania, dalla Jugoslavia, ove il loro dramma si aggiunge a quello degli italiani dell'Istria. Si pensi ai polacchi e agli ucraini vittime di feroci espulsioni reciproche da territori in cui avevano convissuto per secoli, e ad altre sofferenze ancora: si inizieranno allora a intravedere i contorni di una fra le pagine più rimosse della storia europea. Questo studio illumina alcuni squarci di questa vicenda, in cui drammi personali e collettivi si intrecciano, ed evoca le ferite di memoria che quel trauma ha lasciato." -
Avanti c'è posto. Storie e progetti del trasporto pubblico a Roma
Assessore alla Mobilità nella giunta Rutelli, Walter Tocci ricostruisce in questo volume la storia del tram a Roma, con particolare riferimento agli anni novanta, analizzando le relazioni del trasporto pubblico con i caratteri urbanistici, sociali e culturali della capitale. Fra i principali artefici di un importante piano di rinnovamento della viabilità romana, Tocci ripercorre le tappe fondamentali di quella stagione e prova a tracciare un bilancio. Italo Insolera e Domitila Morandi, chiamati in qualità di consulenti dell'assessorato, e divenuti l'anima progettuale di quel piano, tornano oggi sulle idee e sulle proposte di allora, cogliendo l'occasione per aggiornarle e ripensarle. In particolare prendono in esame, con l'ausilio di una ricchissima documentazione fotografica, i progetti che interessarono la stazione Termini, i Lungotevere, l'Archeotram, l'acquedotto Alessandrino. L'intento è anche dimostrare che a Roma il traffico non esiste come problema settoriale, ma come epifenomeno di una sciagurata politica urbanistica seguita per oltre un secolo, nonché come conseguenza di una cultura urbana che si è tenuta estranea alle grandi innovazioni europee. Non sfugge all'analisi critica il periodo a cavallo degli anni Duemila, quando Roma ha saputo riconquistare il prestigio di capitale nazionale e mondiale, ma non senza limiti ed errori, da correggere con determinazione in avvenire. -
Nel paesaggio. Il progetto per la città negli ultimi vent'anni
In venti anni il discorso sulla città e sul territorio è cambiato: meno moralista, più articolato, ma anche più incerto. Ciò che di questo mutamento si coglie con forte evidenza è l'insistenza con cui, dalla metà degli anni ottanta, si ripropone la questione del paesaggio. Qual è il peso e quali sono le implicazioni di tanto parlare di paesaggio? Se osservato attraverso di esso, il discorso sulla città acquista un timbro particolare, colloquiale e aperto. Architetti, urbanisti, paesaggisti tornano così a parlare a un pubblico vasto con buona possibilità di essere ascoltati e di farsi intendere. Riemergono posizioni inattuali: una visione onnicomprensiva che guarda al territorio come totalità organica, giardino planetario; un umanesimo portatore di un'idea morbida e aperta di comunità ove l'essere in comune si restaura entro l'esperienza di una cultura condivisa. Nel paesaggio la città e il suo progetto appaiono immersi in un'armoniosa condizione di quiete. Attraverso un esercizio critico sulla letteratura paesaggista e le sue più importanti espressioni progettuali, in Europa e negli Stati Uniti durante gli ultimi venti anni, questo libro si propone di discutere la nuova condizione della cultura progettuale contemporanea, prestando il paesaggio a un necessario contraddittorio. -
Il tango ritrovato
Non l'ennesima storia del tango, non un manuale, non un racconto, né un'autobiografia. In queste pagine il lettore troverà piuttosto una sorta di reportage, un percorso nel vissuto attuale del tango argentino, a partire dal nuovo grande successo che sta conoscendo in tutto il mondo. Ad animare questo itinerario è l'esperienza più che ventennale dell'autore, fatta di viaggi, di letture e di un'intensa frequentazione del tango nei differenti ambienti in cui esso vive. Un'esperienza che si offre come spunto per uno sguardo d'insieme sul tango, sul suo mondo e su coloro che lo praticano sia in Argentina che in Europa. L'autore intende smontare i più tenaci luoghi comuni associati al tango nell'immaginario collettivo e analizzare i comportamenti, gli atteggiamenti, ma anche le pose di chi pratica questa danza e ne condivide, nei più diversi paesi, abitudini e valori. Il volume si rivolge dunque non solo al pubblico degli appassionati, ma anche a chi guarda con curiosità a questo mondo e ne è attratto, senza capirne ancora i meccanismi di funzionamento, come pure a tutti coloro che, per interesse personale, culturale o di viaggio, si imbattono nel fenomeno tango e desiderano, dal di fuori, conoscere la chiave segreta del suo fascino. -
Boqala
Ad Algeri, a Cesarea, a Béjaïa o a Collo, le donne sono solite riunirsi per praticare la boqala, un rito di divinazione e di poesia. Le sedute si svolgono di notte e vi sono ammesse solo le donne. Dopo il tè o il caffè, la padrona di casa porta un boccale (boqala) riempito con l'acqua di sette sorgenti o di sette fontane. Ogni donna vi deposita un gioiello, un anello, una spilla o un orecchino. La più anziana prende il boccale e lo fa girare sette volte sotto un braciere, dove brucia dell'incenso, recitando formule d'incantesimo. A questo punto, chiede a ciascuna donna di pensare a una persona cara o a una situazione che la preoccupa. Dopo essersi concentrata, recita una boqala, una breve poesia di quattro o cinque versi. La poesia le può venire dalla memoria secolare degli avi o anche dalla semplice improvvisazione del momento. Poi le donne chiedono a una vergine di prendere a caso un gioiello dal boccale. La proprietaria del gioiello estratto dall'acqua,"" insieme a tutto il gruppo, deve trovare nei versi quegli elementi che possono essere illuminanti per la sua vita, i suoi amori, o che possono annunciarle partenze, gioie, sofferenze. La poesia è là per predire alla donna il suo avvenire. E siccome è una poesia spesso vaga e immaginifica, ciò rende possibile qualunque futuro. Ancora vitale, la boqala presenta mille variazioni. Anonima e orale, è una poesia essenzialmente urbana e femminile."" -
Il pesciolino nero
Il piccolo pesce nero abbandona la madre e il ruscello dov'è nato per vedere cosa c'è oltre. Basterà tutto il suo coraggio per affrontare il mare? Una magnifica fiaba che ha incantato generazioni di lettori, la più celebre dell'Iran moderno. Una narrazione che riempie gli occhi dei bambini e commuove il cuore degli adulti, accompagnata dalle bellissime illustrazioni di Farshid Mesqali (Premio per il migliore illustratore alla Fiera del Libro per ragazzi di Bologna). Età di lettura: da 5 anni. -
Insicurezza. Giustizia e ordine pubblico tra paure e pericoli
La pace civile è stata sempre minacciata da tiranni, dittatori o demagoghi di ogni tipo. In passato era più facile identificare i veri o presunti responsabili del disordine e combatterli; oggi invece la minaccia più concreta è il sistema stesso. Basta considerare le ineguaglianze, le ingiustizie, l'insicurezza individuale, sociale e politica. Fenomeni quali il terrorismo, il crimine organizzato o la delinquenza urbana sono considerati dai custodi dello status quo, i responsabili di un male che in realtà è più impalpabile, più endemico, e assai più profondo. Ciò avviene non necessariamente per malafede; è piuttosto il sistema stesso che si difende, spostando l'attenzione verso tutti quei problemi che possono suscitare un maggiore consenso sociale. Indipendentemente dunque dall'effettiva consistenza delle statistiche criminali, l'insicurezza è un sentimento invasivo e caratterizzante le società contemporanee. Come scrive Nadia Urbinati nell'introduzione al volume, ""più lo Stato ha bisogno di ricorrere a espedienti autoritari o di inasprire le norme, più dimostra di essere debole o non abbastanza efficace nel garantire la sicurezza ai cittadini. Una società disposta a rinunciare perfino ai diritti fondamentali per garantire la sicurezza è una società che si avvia fatalmente verso una condizione di estrema lacerazione e quindi di insicurezza"""". Quali politiche democratiche possono e devono essere praticate per contenere paure che portano con sé, inevitabilmente, chiusure, egoismi, xenofobie?"" -
Del razzismo. Carteggio (1843-1859)
Il ventennale carteggio tra Alexis de Tocqueville e Arthur de Gobineau è un documento importante e drammatico, nella storia del pensiero politico contemporaneo. Segnata da un costante quanto leale disaccordo, la discussione tra il teorico della democrazia e il vate del razzismo si dipana lungo i sentieri che conducono al cuore del ""moderno"""" e dei suoi paradigmi ideologici: dal rapporto tra morale, religione e politica, al problema dell'eguaglianza di popoli e nazioni; dal conflitto tra """"passioni"""" e """"interessi"""" alla cruciale """"questione della razza"""". Alla luce delle profonde diversità che contrappongono i due interlocutori, il sodalizio tra Tocqueville e Gobineau appare ancora più singolare: esso attraversa tutta l'esperienza del Secondo Impero francese, resistendo alla sempre più marcata e conflittuale divaricazione tra le opinioni del maestro e quelle del suo """"assistente"""". Altrettanto singolare fu la sorte che toccò ai due pensatori: mentre il razzismo di Gobineau si avviava a compiere, nel secolo successivo, il suo tragico ciclo, diventando dottrina di Stato e metodo di genocidio, la lucida e preveggente analisi dei meccanismi del sistema democratico elaborata da Tocqueville avrebbe conosciuto una lunga fase di oblio, che solo nel secondo Novecento sarebbe stata riscattata da un nuovo interesse scientifico. C'è in questo scambio epistolare, oltre al valore teorico e all'inaspettata attualità dei temi, una grande lezione di metodo."" -
Tracce dei luoghi, tracce della storia. L'editore che inseguiva la bellezza. Scritti in onore di Franco Cosimo Panini
Il 30 marzo 2007 si spegneva l'editore Franco Cosimo Panini, un nome noto e affermato in tutto il mondo grazie alle figurine per ragazzi, ma che negli ultimi trent'anni si era anche imposto nel panorama italiano e internazionale come editore d'arte e di cultura. Un'attività avviata nel 1978 all'interno delle Edizioni Panini e presto divenuta una divisione autonoma da cui in pochi anni è nato un catalogo di elevato livello scientifico in particolare nei settori dell'arte, dell'archeologia e della storia locale. La nascita di collane come ""La Biblioteca Impossibile"""" e """"Mirabilia Italiae"""", fiore all'occhiello di un gruppo editoriale che nel frattempo si è diversificato anche nell'editoria per ragazzi e negli articoli per la scuola, non ha rallentato la produzione di opere dedicate alla storia locale e all'approfondimento storico-critico dell'arte italiana, filoni e linee di studio che attorno alla sigla della casa editrice hanno visto raccogliersi studiosi e specialisti di varia formazione ma tutti di riconosciuta competenza, accomunati dal desiderio di dare spessore critico e filologico alla inesausta ricerca della bellezza dell'editore modenese. Molti di questi studiosi hanno voluto rendere omaggio, in questo volume, alla memoria dell'editore scomparso, fornendo con una serie di contributi inediti la misura della varietà e della ricchezza di un catalogo divenuto uno strumento di consultazione e di lavoro per tutti coloro che operano nel mondo dell'arte."" -
Fiaba del Reno
Clemens Brentano appartiene alla più romantica delle famiglie europee: fratello della scrittrice Bettina, cognato e amico fraterno dello scrittore Achim von Arnim, figlio di una delle amiche più intime di Goethe. Talento geniale, erotico e mistico, chitarrista vagabondo, enfant terrible dei salotti romantici, demoniaco ma capace di votarsi al capezzale di una monaca stigmatizzata, è stato anche un grandissimo conoscitore e reinventore del patrimonio di canti e fiabe della cultura europea. La ""Fiaba del Reno"""" incarna uno dei suoi momenti più alti, di immediato godimento per i più giovani, compresi i bambini, e di deliziosa lettura per gli adulti. In queste storie affascinanti, che rileggono in chiave colta le molteplici radici folkloriche della fiaba europea, il mondo del Reno, insieme reale e fantastico come ogni sogno sa essere, si popola di animali parlanti, di ondine e di sirene. Troneggia al suo centro la bella Loreley, l'eroina acquatica più famosa e fatale; ma vi compare anche il Vecchio Padre Reno in persona, che favorisce amori e amicizie, ma che sa punire con severità gli empi; e poi, principesse, fanciulle infelici, matrigne e sorellastre, mercanti e imbroglioni, girovaghi e artigiani. In questa cornice si muove il protagonista: un mugnaio dal cuore aperto, che sa lasciarsi sorprendere e che è sempre pronto a recuperare una dimensione di armonia tra la natura terrestre, aerea e subacquea: un uomo semplice che insegna a lasciarsi catturare dalla fantasia."" -
Recensire. Istruzioni per l'uso
"Che cos'è la recensione? È un genere letterario specifico, rigorosamente definibile? O non è, piuttosto, una modalità del pensiero e della scrittura, tale da poter coincidere con la critica letteraria?"""". Dopo l'analisi delle condizioni e dello statuto della critica militante, Massimo Onofri torna impavido su un terreno da sempre scivoloso e decide di farci entrare nell'atelier del critico in carne e ossa, all'opera mentre si serve degli strumenti e dei trucchi del mestiere. Attraverso una ricca e significativa rassegna di casi particolarmente felici o infelici di recensioni celebri a libri celebri, Onofri si chiede in sostanza: che cosa si fa, insomma, quando si scrive una recensione? Il critico, convinto com'è che ogni articolo serbi in sé il rimpianto di tutti quelli che non si sono scritti al suo posto, se lo chiede, ben sapendo che il recensire non è un atto sbrigativamente riducibile alla pratica giornalistica, ma rivela, in profondità, la verità dell'atto critico in quanto tale, se è vero che il critico è, innanzitutto, un lettore che scrive e si dà ragione della sua esperienza. Su tali premesse, il libro offre anche un ampio campionario di exempla, divisi idealmente in tre tipologie: come si debba recensire; come assolutamente non si debba; e le stroncature memorabili. Mai reticente, ma sempre chiamando tutti per nome e inchiodando ogni critico alle proprie personali responsabilità, Onofri si mostra qui nella sua più smagliante versione """"militante""""." -
Darwin e l'anima. L'evoluzione dell'uomo e i suoi nemici
In questo volume, Orlando Franceschelli affronta uno dei nodi cruciali del pensiero darwiniano: la questione antropologica, destinata a scuotere dalle fondamenta la tradizione filosofica e religiosa occidentale. A cominciare dalla credenza nell'immortalità dell'anima e nella guida provvidenziale della storia. Le celebrazioni per il bicentenario della nascita di Darwin, infatti, rischiano di lasciare in ombra il vero nucleo teorico della sua rivoluzione antropologica: naturalizzando l'uomo e la sua mente, Darwin ne avrebbe addirittura minato la dignità. In questo saggio Franceschelli parte dalla ricostruzione del pensiero di Darwin sulla coevoluzione della natura umana: dai suoi rapporti con gli animali, fino al progresso verso la civiltà. Snodi cruciali mediante i quali Darwin ha influenzato la scienza, la filosofia e anche quella teologia che ormai parla non più di creazione ma di emergenza dell'anima. È da esse che risulta con chiarezza il carattere pretestuoso di ogni tentativo di assimilare Darwin alla volontà di potenza di Nietzsche, al darwinismo sociale e al razzismo e all'eugenetica di Hitler. ""Oltre l'anima e la volontà di potenza"""": è a partire da questo approdo della coscienza moderna che l'autore delinea l'impegno etico-politico cui dovrebbe indurci una concezione effettivamente naturalistica dell'uomo. Interessata a raccogliere con responsabilità e costruttiva capacità di dialogo anche le attuali sfide bioetiche."" -
Individualismo democratico. Emerson, Dewey e la cultura politica americana
Al principio del nuovo millennio si assiste a un energico ritorno dell'individualismo democratico, una delle più audaci espressioni della cultura politica moderna. Cresciuta nell'America dell'Ottocento grazie a personalità come Emerson, Whitman e Thoreau, quando la democrazia non era ancora una realtà acquisita, questa idea si impose ben presto come alternativa al razionalismo e all'utilitarismo e diede i suoi frutti con il pragmatismo di Dewey. Per la sua forte tensione etica si distinse dalla tradizione liberale, dalla quale ebbe origine. Per la sua attenzione al valore della dimensione privata della vita individuale si distaccò dalla tradizione repubblicana, della quale la nuova nazione americana era imbevuta. La sua idea fondamentale è che lo Stato costituzionale sia il punto di partenza grazie al quale il sistema politico e la società civile possono svolgere un'opera positiva di stimolo dell'individualità. In questo senso, la democrazia supera l'atteggiamento negativo verso la politica proprio del liberalismo, giacché propone a ciascuno di prendere parte, a suo modo e con responsabilità, alla costruzione di una prospettiva di miglioramento per se e gli altri, attraverso le leggi, la cultura, la partecipazione politica e il giudizio pubblico. La fragilità della democrazia, che e anche il suo fascino e la sua forza recondita, sta in questa dimensione più che politica, nell'avere non altro fondamento se non la credenza e la pratica di vita di ciascuno. -
Storia dell'Oceania. L'ultimo continente
Oceania: il nome stesso indica la principale caratteristica di un continente che, a differenza di tutti gli altri, non si arresta là dove cominciano gli oceani. L'Oceano Pacifico è infatti parte integrante di questa quinta massa continentale, unendo con le sue acque migliala di isole e conferendo unità geografica all'intera zona. Lo stanziamento degli europei avviene solo nel XVIII secolo, sia per i rischi connessi alla navigazione, sia per la difficoltà di ritrovare le terre via via scoperte. L'arco temporale della preistoria risulta così dilatato: archeologia, linguistica, genetica e studio delle tradizioni orali aiutano a ricostruirlo nella grande varietà di sistemi sociali che vanno dai piccoli gruppi di cacciatori-raccoglitori dell'Australia alle complesse società di alcune isole della Polinesia, rette da capi divini e dilaniate dalla guerra. Il brusco balzo nella modernità si produce a partire dall'Australia nel 1788, quando giunge la prima flotta britannica col suo carico di detenuti utilizzati per domare un territorio impervio. La storia dell'Australia, della Nuova Zelanda e dei grandi aggregati insulari della Melanesia, Micronesia e Polinesia prosegue lungo il corso dell'Ottocento e delle due guerre mondiali nella contraddizione tra il senso di appartenenza alla Gran Bretagna e una collocazione eminentemente asiatica. -
La ragion di Stato
Dalla metà del XIX secolo, quando Burckhardt e Meinecke impostarono una nuova fondamentale stagione di studi di storia del pensiero politico, ""La ragion di Stato"""" di Botero - qui riprodotta dalla prima edizione del 1589 - è sempre stata letta all'interno di un percorso interpretativo tutto teso a cercare le origini del pensiero politico moderno. Se """"Il Principe"""" di Machiavelli ha rappresentato, da questo punto di vista, il paradigma della politica moderna, altri testi, pure assai importanti, ma giudicati carenti o incompiuti nel percorso verso la modernità, sono diventati secondari, per non dire marginali. È il caso di tutta la trattatistica sulla ragion di Stato, e in generale di molte riflessioni sulla politica in antico regime. Oggi è la crisi stessa della modernità a produrre un diffuso ripensamento, a indurre una reinterpretazione dell'ancien regime e delle sue culture politiche 'iuxta propria principia'. Ecco allora riemergere con forza il testo di Botero e la sua convinta asserzione di un'arte dello Stato imperniata fondamentalmente sulla virtù, su una ripetizione dell'ordine impresso da Dio alla natura anche nell'ambito delle società umane. Ricostruire in questa nuova luce critica il senso e la fortuna del testo di Botero significa quindi riprendere una riflessione sui caratteri della politica meno condizionata dallo schematismo storicistico che l'ha fin qui caratterizzata."" -
Lavoro utile, fatica inutile. Bisogni e piaceri della vita, oltre il capitalismo
Ci sono pensieri folgoranti che nessuna patina del tempo può oscurare. Ci sono scritti intramontabili che, malgrado il trascorrere degli eventi e i cambiamenti epocali, sembrano essere destinati proprio a noi, figli di un'epoca incerta alla costante ricerca di insegnamenti cui ispirarci. A questo genere si iscrivono a pieno titolo le pagine di Morris pubblicate per la prima volta tra il 1888 e il 1894, e oggi di un'attualità quasi scomoda. Scomoda perché costringe a prendere atto che l'insopprimibile e tuttavia rivoluzionario bisogno dell'uomo propugnato in queste pagine è rimasto, a più di un secolo di distanza, lettera morta. Il bisogno di aggiungere la dimensione del piacere a quel lavoro, manuale o intellettuale, sempre più declassato a pura fatica. Fatica in gran parte inutile, se si pensa che si tratta di produrre a tutti i costi e senza sosta beni di consumo spesso superflui. E vero, dice Morris, la felicità dell'uomo non nasce dall'ozio bensì dal lavoro: a patto però che questo non sia finalizzato al profitto, ma a gratificare il nostro naturale istinto a ricercare la bellezza e la piacevolezza, oltre che ad affermare la nostra dignità. ""Dobbiamo cominciare a costruire la parte decorativa della vita - i suoi piaceri, fisici e mentali, scientifici e artistici, sociali e individuali - sulla base del lavoro intrapreso volentieri e con gioia, consapevoli di apportare in tal modo un beneficio a noi stessi e a chi ci sta intorno""""."" -
Giufà e re Salomone
"Salomone, ti saluto! lo parto, sbaracco, me ne vado. Ma prima mi devo prendere il giusto che mi spetta"""". """"Quello che è giusto è giusto"""" disse Salomone """"io ti do diciotto soldi"""". """"Quello che è giusto è giusto"""" disse Giufà """"diciotto mi bastano"""". E stava per andarsene, quando si ricordò che Salomone era famoso per i consigli. """"Me lo dai un bel consiglio anche a me?"""" E Salomone """"lo te lo do, ma tu dammi sei soldi. Né uno di più, né uno di meno"""". """"Vabbe', quello che è giusto è giusto"""" disse Giufà """"Eccoteli!"""" Età di lettura: da 5 anni." -
America. Un diario visivo
"America"""" è un racconto parallelo per immagini e parole, uno viaggio nella terra della cultura pop. Con questo scritto del 1985 si chiude la trilogia inaugurata nel 1975 con """"The Philosophy of Andy Warhol"""" e proseguita con """"POPism"""" nel 1980. Diviso in capitoli i cui titoli riprendono i nomi delle più celebri riviste americane per sottolineare la dimensione mediatica di ogni esperienza contemporanea, il libro è un compendio della classica tendenza all'aforisma di Warhol e la definitiva testimonianza dell'artista nei confronti del proprio paese. Ne emerge una singolare visione in cui la sovrapposizione che Warhol compie tra cultura pop e America, che in senso lato significa principalmente contemporaneità, è totale. L'America con tutte le sue proiezioni iconiche, dai prodotti commerciali a quelli del divismo, diviene l'ossessione necessaria per coltivare il presente, un puzzle in cui ogni aspetto della vita individuale e pubblica è colto nel suo trapasso doloroso da una modernità che è già archeologia, se non revival, a una contemporaneità sfuggente, ammiccante, apparentemente disponibile a tutto. L'America di Warhol è l'illustrazione sia dell'archetipo americano sia della sua contingenza storica, gli anni ottanta con i suoi miti effimeri e i suoi tic sociali. La lettura di questo testo consente di rivalutare quello che ancora oggi è un lato ingiustamente poco considerato dell'artista, il suo corpus di scritti, un corpus allo stesso tempo autonomo e complementare alla produzione artistica."