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Storia dell'utopia
L'uomo cammina con i piedi in terra e la testa per aria; e la storia di ciò che è accaduto sulla terra, la storia delle città, degli eserciti e di tutte quelle cose che hanno avuto corpo e forma, è solo una metà della storia dell'uomo"". L'altra metà è rappresentata proprio dall'utopia. """"Utopia - dice Lewis Mumford nella prefazione del 1922 - può derivare dalla parola greca """"eutopia"""", che significa il buon posto, o dall'altra parola greca """"outopia"""", che significa nessun posto"""". Ed è lo stesso Mumford a chiarire il contesto intellettuale da cui questo suo lavoro ha tratto origine: """"Poco dopo la prima guerra mondiale, mi rendevo conto che l'entusiasmo del grande XIX secolo era giunto alla fine. Quando ho iniziato ad esaminare storicamente le utopie, intendevo chiarire che cosa in esse fosse andato perduto e definire che cosa fosse ancora valido. Fin dal principio ero conscio di una virtù che era stata inspiegabilmente trascurata: le opere classiche degli utopisti trattavano sempre la società come un tutto unico e tenevano conto dei rapporti esistenti tra funzioni, istituzioni e fini dell'uomo. La nostra civiltà ha poi diviso la vita in compartimenti. Sono giunto dunque a considerare il pensiero utopista come l'opposto dello spirito unilaterale, partigiano, specialistico"""". Di questo bisogno di scenari non angusti, che si ripropone oggi come un'esigenza forse troppo trascurata, discute l'introduzione di Franco Crespi, sull'inattuale attualità dell'utopia."" -
Novecento. I tempi della storia
Uno e molteplice, il Novecento si chiude sollecitando i contemporanei a una riflessione che va al di là delle scadenze del calendario. Difficile dire se si sia trattato di un periodo omogeneo e dotato di autonoma identità; se sia stato - come si dice - un'epoca della storia del mondo. Alla terribile grandiosità degli eventi che lo hanno scandito, e che da un lato hanno unificato, dall'altro frantumato la storia del genere umano, si è unito il moltiplicarsi dei punti di vista, delle discipline, dei criteri interpretativi, il diversificarsi delle emozioni e delle memorie. Crisi della linearità, crisi dell'idea stessa di un filo rosso omogeneo e ""progressivo"""". Sovrapposizione dei tempi, degli spazi e dei contesti. I saggi qui raccolti percorrono i grandi temi e i differenti campi di questa complicata vicenda, ma convergono tutti sulla domanda finale. Ha un senso, che senso ha, quanti sensi può avere, la storia del Novecento? Coordinate da Claudio Pavone, si alternano in queste pagine le riflessioni di alcuni tra i più autorevoli storici contemporaneisti. A chiusura del volume una conversazione tra Claudio Pavone e Vittorio Foa: una testimonianza e una riflessione sui nodi cruciali del controverso """"secolo breve""""."" -
Lumi dall'Oriente. L'orientalismo e i suoi nemici
Nell'ultimo ventennio, soprattutto in seguito all'opera di Edward Said e al suo libro ""Orientalismo"""", gli studiosi dell'Oriente sono stati accusati di lavorare, più o meno consapevolmente, a sostegno della causa imperialista e del colonialismo occidentale. Una visione che ha appiattito su una dimensione geopolitica la ricchezza di un campo di ricerca animato sin dall'antichità greca, da una sete di conoscenza e da una attrazione verso popoli e civiltà percepiti come """"altri"""" e capaci di una forza di seduzione irresistibile. Robert Irwin riscrive, la storia dell'attrazione verso Oriente, passando da Erodoto a Euripide, da Platone e Aristotele alla Scolastica al Rinascimento, dal secolo dei Lumi a quello delle industrie, fino ad arrivare alle dispute del presente. E questa nuova storia tocca gli ambiti più diversi del sapere: letteratura, religione, filologia, politica, cultura scientifica. Lontano da ogni preconcetto ideologico, si dipana lungo queste pagine il filo di un'ossessione che ha accomunato una molteplicità di uomini, prima ancora che di studiosi. E in filigrana, compaiono anche le vicende dei tanti nemici che l'orientalismo da sempre fronteggia: coloro che interpretano l'ineludibile alterità di quelle civiltà come ostacolo alla conoscenza e all'incontro, ma anche coloro che più subdolamente impediscono qualsiasi discorso sull'Oriente dicendosene paladini contro le distorsioni dell'Occidente."" -
Poesie
A dare notorietà al grande autore piemontese furono alcune delle sue opere in prosa, rimaste tra i capolavori della letteratura italiana di tutti i tempi: da ""Cristo si è fermato a Eboli"""" a """"L'orologio"""". Ma come ha dimostrato la pubblicazione delle sue opere saggistiche, Levi fu artista eclettico e instancabile pensatore, che passava con estrema scioltezza dalla pagina alla tela, dal dibattito pubblico ai versi. La scrittura poetica infatti attraversa l'intero arco della vita di Carlo Levi, ed è strettamente intrecciata alla sua opera di prosatore e alla multiforme attività di pittore, politico e intellettuale. Egli stesso ne era ben consapevole, se nel 1963 scriveva a Giulio Einaudi: """"II """"Cristo si è fermato a Eboli"""" fu dapprima esperienza, e pittura e poesia, e poi teoria e gioia di verità... per diventare infine e apertamente racconto"""". Questo volume raccoglie in edizione integrale i suoi principali testi poetici, alcuni dei quali solo episodicamente apparsi su riviste o cataloghi di mostre o in antologie incomplete e filologicamente inadeguate. Si tratta di un materiale che, seppur talora disuguale negli esiti lirici, è tuttavia imponente per vastità e interesse e restituisce un tassello importante per la conoscenza dell'opera leviana, rivelandone un aspetto rimasto sempre in ombra."" -
Rischio energia. Efficienza energetica e ruolo dei consumatori
Il tema dell'efficienza è considerato centrale nell'ambito della questione energetica. Per contrastare il consumo, da tempo sono in moto dei meccanismi che consentono di creare efficienza, come le politiche di incentivazioni applicate ai trasporti, all'industria e al residenziale; oppure i meccanismi di detrazione fiscale, come quello sull'installazione dei pannelli solari o sulla sostituzione di caldaie obsolete; o ancora gli incentivi per l'utilizzo del fotovoltaico. Si tratta in tutti i casi delle applicazioni di possibili terapie - per ridurre, per rendere più efficiente il consumo di energia - tra tutte quelle che si possono adottare. Naturalmente, occorre tenere a mente che qualunque terapia è possibile sia con un processo di sostituzione immediata sia con un processo di sostituzione graduale e non completa. Conta la convenienza a farlo, contano gli incentivi ed i vincoli posti. Con il presente studio il Ceis-Tor Vergata - il Centro di studi internazionali dell'Università di Roma Tor Vergata - ha dunque inteso sottolineare questo passaggio: studiare gli effetti sul lato della domanda una volta realizzata l'efficienza dal lato dell'offerta, allo scopo di delineare scenari in cui una migliore efficienza energetica si sposi con il benessere dei consumatori. Mentre si fanno interventi per migliorare l'efficienza energetica occorrerà interrogarsi su quella che è la questione di fondo: come vengono distribuiti gli oneri tra le famiglie, le imprese, la collettività e quindi la pubblica amministrazione. -
L' avvocato del diavolo. Il ruolo della superstizione nelle società umane
Protagonista di questo testo, opera di uno dei padri fondatori dell'antropologia, è un oggetto difficile da definire e analizzare, eppure sempre presente in ogni forma di società umana: la dimensione magica o, per dirla con l'autore del ""Ramo d'oro"""", la superstizione. Partecipe dello spirito laico ed empirista dei suoi tempi, Frazer riteneva che lo sviluppo della civiltà procedesse, dagli stadi inferiori a quelli superiori, attraverso tre diverse fasi: la magia, la religione e la scienza. Ci si aspetterebbe dunque una rigida condanna di ogni forma di magia. Avviene invece esattamente il contrario. In """"The Devil's Advocate"""" (pubblicato per la prima volta nel 1909 col titolo """"Psyche's Task"""" e riedito nel 1913 e poi nel 1928), Frazer dimostra come le forme del rispetto """"superstizioso"""" per l'integrità altrui siano il cemento che tiene unite le istituzioni fondamentali della società, primitiva o moderna che sia: il governo, la proprietà privata, il matrimonio. È proprio il timore reverenziale del tabù che non può essere infranto il principale elemento di coesione dei raggruppamenti umani."" -
Senza pedaggio. Storia dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria
Doveva unificare il Nord e il Sud del paese: l'Autostrada del Sole, chiamata così proprio per questo, fu costruita tra il 1956 e il 1964 da una società concessionaria dell'IRI e doveva completarsi fino all'estremo Sud. Invece si è fermata a Napoli e più a Sud è stata costruita un'autostrada ""diversa"""" che consegna al futuro una mobilità meridionale irrimediabilmente """"diversa"""": la Salerno-Reggio Calabria. Realizzata tra il 1964 e il 1974, impegnò ingegneri e progettisti di primo livello nonché accreditate imprese. I suoi 442,9 chilometri furono opera dell'Anas, un'azienda pubblica autonoma di grande prestigio. Per quale ragione dunque è oggi divenuta testimonianza e persino simbolo della lentezza, dell'inefficienza, dell'illegalità, dello sperpero, del Mezzogiorno peggiore? Come si sono evolute in vizi le virtù del """"miracolo economico"""" di cui l'ammodernamento delle strade e il consumo di veicoli privati sono stati prime componenti? Quali conseguenze hanno prodotto fino a oggi le discussioni e le decisioni pubbliche relative alla sua realizzazione? Queste pagine ricostruiscono la storia dell'asse viario e delle vicende e idee che, ancor prima degli interessi politici che ne deviarono il percorso dall'iniziale disegno costiero all'impervio e costosissimo tracciato interno, gravarono sulla sua concezione: anzitutto un meridionalismo """"quantitativo"""" etico più che strategico """"di dovere"""" più che """"di fiducia"""" verso il Sud e poco sensibile alle radicali e rapide trasformazioni che invece lo riguardavano."" -
I grandi registi della storia del cinema. Dai Lumière a Cronenberg, da Chaplin a Ciprì e Maresco
A oltre un secolo di distanza dalla sua nascita, il cinema si rivela uno dei fenomeni più vivi del nostro tempo. Ha detto moltissimo su ciò che siamo stati e siamo; ha ancora molto da dire in fatto di poesia. Fofi ripercorre la storia di quest'arte molteplice e multiforme, raccontandola per brevi voci che congiungono informazione e riflessione, biografia e storia. Ci descrive gli autori più rappresentativi, le scuole, i periodi, i momenti cruciali dell'evoluzione del cinema e il suo rapporto con la società; ci confessa i suoi amori più recenti, da Cipri e Maresco a Tsai Ming-liang, le sue passioni tardive, il cinema francese primo tra tutti, le sue riscoperte degli ultimi anni, Cronenberg e Lynch. Al centro della riflessione di Fofi rimane il cinema d'autore: quel cinema che, in modi autonomi e insostituibili, ha saputo dare all'uomo del Novecento quanto, e forse più, hanno saputo offrirgli la letteratura, la pittura, la musica, il teatro, la fotografia. Il risultato è una personale, originalissima, tendenziosa galleria di ""ritratti"""" fondamentali, che introduce ai dilemmi di un'arte il cui spazio è forse da ridefinire, ma che resta tuttavia indispensabile. E bellissima."" -
Noi e loro
"È il balzo il tratto in comune, con troppo impeto di speranza da parte del giovane extracomunitario, con l'impeto della disperazione da parte del giovane omosessuale. Casualmente vicini sulla stessa pagina di cronaca, i due balzi mi parvero rappresentativi e speculari. Decisi di contrapporli INSIEME alla """"funzionalità"""" del maschio occidentale eterosessuale. Funzionalità a un sistema che - negando in lui l'extracomunitario e l'omosessuale - giunge a negare in lui l'essere umano. In queste pagine l'omosessuale e l'extracomunitario continuano a parlarsi e a interagire, in modo gioioso e candido nella prima parte, ambientata nel Maghreb; in maniera più dolorosa, realistica e consapevole - attraverso la cronaca delle due esclusioni, delle due disappartenenze - nella seconda parte, italiana e """"mondializzata"""". Lo sguardo è complessivamente duplice: all'iniziale incanto dell'omosessuale europeo in Maghreb, già descritto da Gide un secolo fa, si alterna il disincanto dell'intellettuale occidentale di fronte al fenomeno del turismo e dell'immigrazione. Con gli omosessuali e i """"nativi"""" che si scambiano le parti, trasformandosi vicendevolmente in turisti e/o immigrati più o meno stanziali. Ma ho anche cercato - infine - di fare interagire la fase """"nordafricana"""" di sesso edenico e quella """"europea"""" di """"trafiletti"""" e immigrazione, con una ipotesi - per l'appunto - di mondializzazione, dove il """"noi"""" e il """"loro"""" dovrebbero sparire."""" Franco Buffoni" -
Libro dei troll. Ediz. illustrata
La coppia di artisti Ingri e Edgar d'Aulaire ci presenta un mondo notturno incantato, popolato da troll di ogni genere e forma: i troll della montagna, quelli della foresta, quelli che vivono nell'acqua, sotto i ponti; insomma tutta una schiera di creature sgraziate, arruffate, insopportabili che trascinano la loro esistenza nei modi più bizzarri e intriganti. Ma i d'Aulaire donano loro una sorta di vulnerabilità che risulta talvolta commovente e più spesso comica. Aneddoto dopo aneddoto ecco comporsi sotto i nostri occhi un mosaico in cui ogni pezzo è compiuto ma insieme agli altri ci restituisce il mondo di sogni e di visioni che da sempre popola i boschi e i fiordi della Scandinavia. La vena poetica accompagnata all'umorismo e alla fantasia di Ingri si sposa ancora una volta alla forza drammatica delle litografie di Edgar, che hanno anche il pregio di evocare il tratto tipico dell'arte folclorica nordica. -
Vero e falso. L'uso politico della storia
Dopo anni di dibattito sulla ""fine della storia"""" e l'affermarsi di un luogo comune che vuole la disciplina svuotata di ogni attrattiva, assistiamo oggi a un'autentica quanto inaspettata """"fame di storia"""" che, cibandosi di fiction o di revisionismo spettacolare, contribuisce a svilire il senso del mestiere dello storico, che è quello di garantire la corretta e inalterata trasmissione del frutto di un'accurata ricerca alla luce di uno spirito di critica. Si assiste in sostanza a un paradosso: da una parte cresce la """"domanda"""" di storia, che induce un autentico boom della produzione di tipo divulgativo, dall'altra si verifica lo strangolamento della produzione scientifica in senso proprio, per la quale non si prospettano fondi, né sbocchi editoriali, né strategie di reclutamento e formazione di giovani studiosi. Esiste una dimensione """"regolata"""" di questi mestieri o bisogna accettare che siano la logica del mercato e la visibilità mediatica a decidere cosa pubblicare, cosa valga la pena studiare, cosa trasmettere al pubblico, a prescindere da falsità, inesattezze, scoop inventati e pericolosità di certe teorie? Il volume chiama a raccolta studiosi ed esperti nel tentativo di rispondere a tali domande."" -
Introduzione alla storia del mondo antico. Dai regni del Vicino Oriente alla fine dell'Impero romano
Sebbene sia interessato a un passato lontano, spesso lo studioso del mondo antico cede alla tentazione di assimilare l'antichità al proprio sistema culturale, con il rischio di deformarla. Luogo di origine della scrittura e del diritto, della democrazia, delle scienze e della bellezza classica, l'antichità è effettivamente, per noi, un costante punto di riferimento e una continua fonte di legittimazione. Come si può rendere dunque percepibile la specificità delle società del passato? È a partire da questo interrogativo (in cui è riassunto il paradosso che caratterizza lo studio della storia antica) che Pierre Cabanes tenta di descrivere la diversità e le peculiarità di un mondo di fronte al quale lo storico si trova spesso in difficoltà a causa della mancanza di fonti documentarie certe, ma soprattutto dell'inadeguatezza dei concetti storiografici tradizionali e della stessa metodologia storica. La sua ricognizione si fonda in primo luogo sull'identificazione delle fonti documentarie, ne descrive le tipologie, le problematiche che ciascuna di esse pone, e il lavoro interpretativo necessario per rendere intelligibili le realtà del passato. Una serie di quadri sintetici, scandita in successione cronologica, ricostruisce poi i grandi temi e le principali vicende della storia antica a partire dai regni del Vicino Oriente per arrivare alla fine dell'Impero romano. -
Le elezioni del Quarantotto. Storia, strategie e immagini della prima campagna elettorale repubblicana
Le elezioni del 1948 sono la prima grande battaglia elettorale dell'Italia repubblicana. I mesi che precedono il 18 aprile segnano una svolta nella storia, nel costume e nella politica del paese. Comunisti e socialisti da un lato, democratici cristiani dall'altro, dopo aver collaborato nello spirito dell'antifascismo e dei Cln, si affrontano in una lotta senza esclusione di colpi, scambiandosi accuse infamanti e ricorrendo a ogni mezzo, a ogni parola, a ogni immagine, pur di prevalere sull'avversario. La propaganda prende il sopravvento sulla comunicazione, lo scontro, non solo quello verbale, sul dialogo. Da quella data anche le tecniche e le strategie dei partiti non saranno più le stesse. Il 1948 fissa infatti stereotipi, temi, slogan, poetiche, diventando un imprescindibile punto di riferimento per tutte le successive campagne elettorali che a quell'esperienza si rifaranno continuamente. Il libro di Edoardo Novelli ripercorre gli avvenimenti e le strategie di quella storica campagna elettorale soffermandosi sugli aspetti comunicativi e illustrandola con un'ampia selezione di documenti provenienti da collezioni private e archivi pubblici. Mettendo in luce come ancora oggi, a sessant'anni di distanza, nell'Italia della Seconda repubblica e in presenza di uno scenario completamente trasformato, alcuni dei temi e delle contrapposizioni fissati nel lontano 1948 continuino ad animare le campagne elettorali e ad agitare il confronto politico e sociale. -
Diario di guerra (Settembre-novembre 1943)
Una vecchia agenda in tela nera rimasta gelosamente celata per 65 anni tra le carte di Bruno Trentin. Talmente ben nascosta che neppure i familiari e gli amici più stretti ne sospettavano l'esistenza. Ora, inaspetttata, quell'agenda torna alla luce e si mostra in tutta la sua forza: un documento destinato a segnare il dibattito storico e la discussione sulla guerra di Liberazione. Quando Bruno Trentin scrisse questo ""Journal de guerre"""" non aveva ancora diciassette anni. Era appena rientrato in Italia col padre Silvio, leader del Partito d'Azione, dalla Francia, dove la famiglia si era rifugiata in seguito alle leggi fascistissime del 1926. E in Francia Bruno era nato e aveva studiato, fino al momento in cui nell'estate del 1943, il padre aveva deciso di tornare a Treviso per impegnarsi nella Resistenza antifascista. Il diario inizia il 22 settembre e termina il 15 novembre 1943. Sono oltre duecento pagine scritte in un francese limpido e ordinato. Bruno trascrive le notizie più rilevanti, ritagliando giornali, raccogliendo volantini, incollando mappe e cartine che illustrano la situazione dei diversi fronti, riportando le informazioni raccolte da Radio Londra o le notizie di cui viene a conoscenza in casa. Ma soprattutto annota, cataloga, sottolinea, esprime impressioni, paure, commenti, giudizi politici. La sua scelta antifascista è già pienamente compiuta. Non a caso si interrompe con una frase in italiano che suggella il passaggio definitivo all'azione: """"Tempo perduto. E ora all'opra!""""."" -
Indiana. Nel cuore della democrazia più complicata del mondo
Un proverbio indiano recita: ""qualunque cosa tu dica dell'India, è sempre vero anche il suo contrario"""". Schiacciati da tanta complessità, gli occidentali hanno spesso scelto di racchiudere un oceano sconfinato di differenze nelle piccole ampolle dei loro stereotipi. La spiritualità esercitata fino allo sfinimento, il fatalismo arreso di fronte al dolore di vivere, la povertà estrema degli umili inflitta dai potenti come un destino. Finché, con gli anni novanta, ecco farsi strada nell'immaginario occidentale l'ultimo dei clichés: l'India sfavillante, l'India che cresce, l'India del Pil da primato, la terra delle stelle di Bollywood, dei supermanager dell'informatica appena trentenni. Un'immensa minoranza, di oltre cento milioni di persone, fa tendenza nel mondo. Ma intanto, l'altra India, quella degli ottocento milioni di esseri umani che vivono con un dollaro al giorno, quella dell'analfabetismo femminile di poco inferiore al 50%, è rimasta uguale a se stessa? Mariella Gramaglia è vissuta un anno nel subcontinente. Dopo un lungo impegno nel femminismo, nella politica italiana e nelle istituzioni, ha scelto di dedicarsi a progetti di solidarietà e di promozione dei diritti. Questo è un diario di vita, di ricerca, di lavoro. Attraverso incontri, vicende pubbliche e dettagli della vita quotidiana, cerca di saggiare la temperatura del suo legame con l'India e della sua comprensione di quel mondo. Il volume è arricchito dalle fotografie di Laura Salvinelli."" -
Insonnia. Una storia culturale
Nelle nostre società iperattive e stressate, sempre più numerosi sono coloro che giunti al momento di andare a letto fanno fatica ad addormentarsi. È una condizione strettamente connessa alla svalutazione del sonno che la modernità, con la sua smania di produrre, ha inaugurato assieme alla progressiva erosione del buio, sempre più illuminato. rn«Il nuovo tempo mercantile ha spostato l'angoscia riservata al proprio destino nell'Aldilà nel regno quotidiano dell'al di qua: la consapevolezza dell'angoscia del tempo è un aspetto significativo dell'insonna, scrive Summers-Bremner» - Marco Belpoliti, RobinsonrnrnLa veglia notturna in passato non aveva una prevalente connotazione di frustrante incapacità, di attesa ansiosa; il più antico degli eroi, Gilgamesh, soffriva di insonnia per un eccesso di energia e di voglia di agire, e quanti sono i paladini delle antiche battaglie che la notte pregustavano il piacere dello scontro mattutino? Personaggio dopo personaggio, esempio dopo esempio, Eluned Summers-Bremner cuce in un unico variegatissimo patchwork le tante forme di insonnia che la letteratura di ogni epoca e civiltà ci racconta. Dall'antica Mesopotamia all'Iliade e l'Odissea, dalla Cina all'India, dall'Europa al Giappone. Attraverso una lettura godibilissima, andiamo alle radici dell'insonnia e scopriamo che l'arte, non meno della scienza, è stata lo strumento con cui l'uomo ha cercato nei secoli di comprenderla, descriverla e superarla. I medici e i filosofi del medioevo e del Rinascimento, per esempio, la consideravano un sintomo dell'innamoramento, della melanconia, e persino della possessione demoniaca. La medicina moderna invece tende spesso ad associarla a stati di sofferenza psicologica, da cui il sempre più diffuso ricorso ai farmaci. Ma cosa facevano i nostri antenati? -
Storia del fuoco. Dalla preistoria ai giorni nostri
Il possesso del fuoco ha reso le società umane più produttive e più temibili, ma ha aumentato anche la loro capacità di distruzione, rendendole più vulnerabili. Il dominio di questo elemento è stata infatti la prima grande transizione ecologica dell'umanità e ""motore"""" dei successivi, strategici passaggi di """"soglia"""", la nascita dell'agricoltura e della pastorizia prima e la Rivoluzione industriale poi. In questa breve storia le tappe della domesticazione del fuoco, del suo utilizzo e controllo, vengono ripercorse in tutta la loro ampiezza temporale e in un largo spettro geografico, risalendo dall'età preistorica a quella industriale, con eguale attenzione sia all'evoluzione tecnologica sia allo stratificarsi dei significati magici, religiosi, politici. Così, dalla lenta accumulazione di conoscenze sull'uso civile - e bellico - delle fiamme e dei combustibili, o dalla catena di simboli e rappresentazioni che il fuoco ispirò e ispira, o ancora dall'uso spesso indiscriminato e antieconomico che ancor oggi di esso persiste in molte parti del mondo non industrializzato, si è condotti a riconsiderare in modo completamente diverso la sua presenza nelle nostre vite."" -
Capitale della cultura. Quindici anni di politiche a Roma
Pur se interrotto dalla vittoria del centro-destra alle elezioni comunali dello scorso aprile, il ciclo riformatore delle giunte Rutelli e Veltroni ha saputo restituire a Roma, negli ultimi quindici anni, un prestigio da vera capitale e ha lasciato in alcuni campi, come quello della cultura, un bilancio largamente positivo, un ""capitale"""" da difendere e sviluppare. Questo perché, senza più cadere nella trappola della contrapposizione tra """"effimero"""" e """"permanente"""", le giunte di centro-sinistra sono riuscite a promuovere una grande stagione culturale, ma soprattutto a realizzare quegli spazi e quelle strutture di cui la città aveva bisogno. Il volume analizza a fondo per la prima volta il segreto di questo successo, le strategie che lo hanno ispirato, le scelte che lo hanno orientato, descrivendo punto per punto le novità che l'hanno reso possibile: l'Auditorium di Renzo Piano, la rivoluzione nella gestione dei musei, la creazione di un nuovo sistema espositivo, la rinascita delle biblioteche, il sistema delle """"case"""" (delle letterature, del cinema, del jazz, dei teatri, della memoria). E ancora: la film commission, la riapertura delle sale cinematografiche, i teatri di cintura. Tutto questo grazie anche a un diverso rapporto tra pubblico e privato, che è andato ben oltre le norme pur innovative introdotte in precedenza dalla legge Ronchey. Queste iniziative hanno suscitato il consenso dei romani e dei turisti, dimostrando che la cultura può rivelarsi un volano di crescita economica."" -
Città fuori dal caos. La sostenibilità dei sistemi urbani
I tempi della tecnologia e della natura sono fuori fase. Questo divario è alla base della crisi ambientale globale che stiamo vivendo. Per poter ripristinare una nuova alleanza tra l'uomo e la natura è necessario imparare a osservare il comportamento generale e l'evoluzione dei sistemi reali a partire dai sistemi umani e dalle loro relazioni con il territorio e l'ambiente. La fisica evolutiva è la scienza che studia la formazione di strutture viventi e la loro evoluzione in una realtà dinamica e variabile. Lo scopo è quello di promuovere una nuova forma di approccio operativo allo studio dei sistemi urbani. Le scienze evolutive rappresentano uno strumento teorico decisivo per aprire nuove prospettive di sviluppo delle città contemporanee in un'ottica di sostenibilità. Per descrivere teorie e tecniche, gli autori propongono uno sguardo transdisciplinare. E così, accanto a reazioni chimiche oscillanti e architetture, troviamo passi letterari, allestimenti d'arte, città invisibili, fiocchi di neve e tempeste tropicali. -
La mia magica India. Favole e miti
"Mia madre, Soumini, e mia nonna, Janaki, hanno appagato la mia sete di miti e leggende. E quando ho cominciato a scrivere questo libro, ho cercato di ricreare le loro storie e la loro arte nel raccontarle"""". Apre così la sua raccolta, ispirata al patrimonio magico e mitologico dell'India, Anita Nair. È una rivisitazione dell'immaginario della sua India quella che propone in questi racconti, rivolti in primo luogo ai bambini indiani: un universo mitologico ricco di dei, demoni, asceti, re mitici e animali magici, che sin dalla notte dei tempi scandisce la ricerca del senso della vita terrena, dell'avvicendarsi delle stagioni, dei sentimenti e delle passioni dell'animo umano, del conflitto perenne tra le forze del bene e del male. Krishna e Vishnu, Shiva e Brahma, gli asaro demoniaci sempre a caccia dell'amrita, il nettare della vita eterna, e ancora gli avatar, incarnazioni di un dio. Anita Nair trasmette questo patrimonio di fiabe e di miti alle nuove generazioni e alle altre culture. Cinquanta storie che si dipanano in un intreccio tra favola e mito; storie in ciò assai diverse da quelle della mitologia dell'Occidente: eppure, come osserva Francesca Emilia Diano, esse sono """"manifestazioni che si diramano nel tempo e nello spazio in infinite direzioni e gemmazioni, che tessano trame senza fine, segnando di sé ciascuna cultura, tanto che forse non è una cultura che crea i suoi miti, ma l'opposto"""". Età di lettura: da 10 anni."