Sfoglia il Catalogo ibs013
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 5021-5040 di 10000 Articoli:
-
Le statistiche. Come e perché. A cosa servono, come si usano
Ogni giorno veniamo subissati da centinaia di dati statistici. Quotidiani, telegiornali, talk-show si rimpallano l'informazione statistica curiosa, quella al margine, di cui si servono per esporre punti di vista qualche volta arbitrari, anziché assumerla nella sua completezza a sostegno di tesi o ipotesi. Su internet, d'altra parte, vengono continuamente rielaborati e aggiornati milioni di dati e vi transitano come fossero ugualmente credibili, ma non è così. Come orientarsi? Come distinguere le buone dalle cattive statistiche, quelle prodotte da istituzioni competenti rispetto a quelle tratte dai sondaggi d'opinione? Come imparare a usare i dati per fare le proprie valutazioni e scelte? Fin da piccoli impariamo a classificare, a prendere decisioni in base alle esperienze passate e all'informazione che ne deriva. Assumiamo, quindi, senza accorgercene, un atteggiamento statistico. Ma di fronte all'indice del costo della vita, all'andamento del Pil, a quello della disoccupazione, arretriamo e ci rifiutiamo di capire, oppure accettiamo i dati in modo acritico, senza pensare che essi ci offrono elementi di valutazione sulle azioni dei governi, ci aiutano nelle decisioni personali, ci consentono di fronteggiare incertezza e rischio. Il libro di Alberto Zuliani si propone come uno strumento per imparare a orientarsi, a discriminare fra le diverse fonti, a individuare quelle più affidabili, cercando di comprendere potenzialità e limiti delle statistiche. -
Roma, per esempio. Le città e l'urbanista
Nel corso di una vita di studi, Italo Insolera, uno dei più importanti esperti della dimensione urbana e delle scienze del territorio, ha scelto di confrontarsi con un ""oggetto privilegiato"""" di ricerca sul quale sperimentare le sue analisi e nel quale inverare le sue riflessioni. L'oggetto è Roma: non solo la Roma del centro storico monumentale, ma quella più vasta e contraddittoria realtà urbana che attorno al centro gravita e si muove. In effetti, i saggi raccolti nel voume, scritti nell'arco di cinquant'anni e unificati da questo denso filo conduttore, potrebbero essere tutti riassunti con la frase magistrale di Pasolini: """"Attorno a Roma c'è quella cosa immensa e spappolata che è Roma"""". Immagine che del resto - nota l'autore - si può applicare a non poche altre città italiane, che hanno vissuto importanti trasformazioni in epoca moderna. E solo apparentemente sorprendente il fatto che gli argomenti qui trattati siano di così scottante attualità. Che si tratti dei rapporti tra i quartieri di nuovo insediamento e il centro storico, del modo di concepire la connessione tra l'antico e il moderno in una città dalla storia millenaria, della viabilità e dei trasporti, delle grandi scelte di indirizzo pubblico o degli enormi interessi degli immobiliaristi e dei costruttori, Roma ripropone oggi una serie di sfide e di contraddizioni irrisolte, ancora presenti entro la vigile lezione di questo studioso."" -
Dentro lo zibaldone. Il tempo circolare della scrittura di Leopardi
Scrittura labirintica, magmatica, intrinsecamente aliena da ogni proposito di trattazione organica. Così, per più di un secolo - da quando Carducci, nel 1898, ne fissò il canone postumo nella prima edizione a stampa - sono state presentate e recepite le pagine dello Zibaldone di Giacomo Leopardi: una sorta di monumento al pensiero fluido, alla erraticità. Ecco però riemergere, tra le carte leopardiane custodite presso la Biblioteca nazionale di Napoli, una serie di foglietti zeppi di numeri allineati con meticolosa progressione; indici tematici, rigorosamente vergati dalla mano del recanatese, che propongono alcuni precisi percorsi di assemblaggio del fiume impetuoso degli appunti. Se non un altro Zibaldone, uno Zibaldone allo specchio, che ha consentito a Fabiana Cacciapuoti - dopo un lunghissimo e accurato lavoro ricostruttivo - di dare alla luce l'edizione tematica dello Zibaldone, pubblicata da Donzelli qualche anno fa. Alla luce del suo imprescindibile lavoro sul testo, Fabiana Cacciapuoti torna a rileggere le pagine dello Zibaldone proponendone un'analisi originale: quella di Leopardi è una scrittura multipla, progettuale, volta alla composizione di più opere, implicite in essa; derivazione genetica e circolarità sono le sue caratteristiche. Il risultato è un testo modernissimo, scomponibile in altri testi secondo un sistema di logica combinatoria che apre ogni brano alla molteplicità del senso. -
Storia del capitalismo italiano
Esistono dei ""caratteri originari"""" del nostro capitalismo? E quali sono? Somigliano piuttosto a dei """"peccati originali""""? E qual è la specificità dell'Italia nel raffronto con altri casi di sviluppo? E ancora: è una storia compatta e omogenea quella che qui si vuole raccontare, o nel corso di cinquant'anni sono intervenute modificazioni e fratture tali da trasformare il modello di partenza? L'analisi degli studiosi presentata nel volume parte dal secondo dopoguerra. È in quella fase che si presenta l'opportunità di un disegno di vasta portata per una nuova regolamentazione dei mercati. È quello il momento in cui si cerca di superare i vincoli e le asfissie ereditati dal passato: la debolezza della nostra borghesia imprenditrice, la specificità di un capitalismo che ha cominciato a vedere in funzione preminente lo Stato tra i soggetti proprietari; e lo si fa puntando soprattutto su strumenti """"straordinari"""". Le regole del gioco, i soggetti interlocutori, gli assetti di potere, il predominio di famiglie e di gruppi, cristallizzatisi in quegli anni, segnano in modo significativo tutto il resto della parabola. Sarà soltanto sul finire degli anni ottanta, con molte resistenze e sotto la spinta dell'integrazione europea, della globalizzazione dei mercati e degli stessi costi delle scelte compiute, che si avvieranno processi di revisione in grado porre in discussione i precedenti assetti."" -
La tana del serpente bianco
Quando l'australiano di belle speranze Adam Salton sbarca tra le brume del Derbyshire, ad accoglierlo non trova soltanto il vecchio prozio inglese. Costui l'ha in effetti sollecitato a raggiungerlo per farne il suo erede, essendo Adam l'ultimo rampollo della casata. Sin dal suo arrivo, il giovane percepisce la presenza di qualcosa di oscuro e perverso che si annida nei paraggi. E l'inquietudine non fa che crescere al primo incontro con i vicini: l'algida e sensuale lady Arabella March, proprietaria di una sinistra dimora nel Boschetto di Diana, e sir Edgar Caswall, erede della tenuta confinante, follemente dedito ai suoi esperimenti ipnotici e seguito perennemente dall'enigmatico servitore africano Ulanga. In un crescendo di mistero e orrore, Adam si ritrova irretito in una fitta trama di enigmi: la proprietà infestata da serpenti, l'uccisione della mangusta acquistata per debellarli, il ritrovamento di una bambina con uno strano morso al collo. Finché un giorno assiste all'assassinio di Ulanga, trascinato in un antro da cui non farà più ritorno. Da quel momento Adam decide di scoprire il segreto che lady Arabella nasconde nella sua magione. Scritto nel 1911, ""La tana del serpente bianco"""" si muove sugli stessi binari narrativi che avevano determinato il successo di Dracula. Anche per questo romanzo, Stoker attinge a una leggenda popolare, quella del serpente di Lambton, un villaggio nel Nord-est dell'Inghilterra, all'origine di uno sconfinato repertorio folklorico."" -
Il mistero del cavaliere senza testa
"Il destriero che cavalcava aveva ormai perso quasi tutto, tranne la cattiveria. Era macilento ed esausto, con un collo da pecora e la testa simile a un martello; aveva perso la pupilla di un occhio, che appariva fisso e spettrale, mentre l'altro brillava di pura malvagità...""""" -
L' uomo dagli occhi danzanti
Una fiaba dei nostri giorni. Una storia d'amore che viaggia da Londra a New York sulla magia delle parole e sulle ali degli acquerelli. L'esordio felice di una ""nipote"""" d'arte."" -
La mia storia
All'inizio del 1954 Charles Feldman, agente di Marilyn Monroe, contatta Ben Hecht, uno dei più grandi sceneggiatori di Hollywood, per incaricarlo di scrivere ""la prima autobiografia di Marilyn"""". Per un paio di mesi l'attrice e il suo ghostwriter si incontrano. E quella che doveva essere soltanto un'operazione commerciale per la diva in ascesa si trasforma in una lunga confessione senza filtri: l'infanzia negata, le prime esperienze sessuali, la contraddittoria consapevolezza della propria bellezza, l'ingresso a Hollywood, il matrimonio con Joe Di Maggio e il tour in Corea in visita alle truppe americane. Pubblicata solo nel 1974, dodici anni dopo la tragica scomparsa, """"My Story"""" tesse una sorta di controcanto alla cornice aneddotica del mito che da sempre ha circondato Marilyn: la bambina ferita, l'adolescente abusata, la ragazza sfruttata, la donna depressa. In realtà lo sguardo della piccola Norma Jean, che Marilyn cerca per tutta la vita di coprire, non è diverso da quello dell'attrice che tenta disperatamente di sfondare a Hollywood. C'è la stessa levità dei sogni a occhi aperti di Norma nel modo in cui Marilyn descrive il mondo luccicante del cinema, non meno cinico di quello che aveva conosciuto da bambina, ma verso il quale nutre comunque una benevola comprensione. In fondo consapevole che dietro il volto patinato di Hollywood si nasconde una tragica fragilità, la stessa che c'è in lei, dietro la bellezza accecante che l'ha resa famosa. Prefazione di Joshua Greene."" -
L' agricoltura europea e le nuove sfide globali
L'esaurimento delle risorse naturali, i cambiamenti climatici, la generale instabilità all'origine della crisi energetica e alimentare del 2008, la crescita demografica, l'aumento dei consumi e la loro nuova composizione sono elementi con effetti potenzialmente dirompenti sulla salute e la capacità di approvvigionamento alimentare di larga parte della popolazione mondiale. Una nuova scarsità di risorse alimentari, acqua ed energia mette fortemente in discussione la sostenibilità della crescita demografica ed economica. In tale contesto, all'attività agricola da un lato si chiede di produrre di più, dall'altro di ridurre il suo impatto ambientale contribuendo, in quanto responsabile della gestione di oltre un terzo della superficie terrestre, alla lotta al cambiamento climatico. Sfide impossibili da affrontare senza un nuovo protagonismo delle politiche destinate al settore e ai territori rurali. La Politica agricola comunitaria ha già compiuto passi importanti nel sostenere un ruolo attivo degli agricoltori nella produzione di beni pubblici. Oggi deve completare il cammino intrapreso. Scopo di queste pagine è proporre concrete ipotesi di lavoro, per stimolare il dibattito sul futuro ruolo delle Politiche agricole comunitarie, e lanciare una piattaforma su cui avviare una fase innovativa per l'agricoltura, in grado di costituire le basi per il benessere delle prossime generazioni. -
Piccola storia dei Peanuts. Le strisce più famose d'America tra arte, cultura e linguaggio
Charles Monroe Schulz ha disegnato le strisce dei Peanuts ogni giorno dalle 9 alle 17, dal lunedì al venerdì, senza quasi mai una vacanza, per cinquant'anni. Il frutto del suo metodico lavoro è entrato nel Guinness Book of Records come il fumetto più popolare di tutti i tempi. Le avventure di Snoopy e compagni sono apparse su oltre 2000 quotidiani, raggiungendo 355 milioni di lettori, senza contare i 1400 titoli in 26 lingue. Dal 1970 la definizione di ""coperta di Linus"""" è stata ufficialmente inserita nel Webster's Dictionary, e i più prestigiosi musei del mondo hanno dedicato a Schulz mostre e retrospettive. Simona Bassano di Tufillo ci accompagna in un viaggio affascinante nel mondo minimale di Charlie Brown & Co., mostrandoci come il fumetto di Schulz possa essere considerato a tutti gli effetti un'opera d'arte, studiato come tale e riletto alla luce delle teorie estetiche, filosofiche e semiologiche. Il tutto sorretto dalla passione di chi per mestiere fa la disegnatrice di fumetti e conosce i Peanuts dacché più o meno è al mondo. Lo sguardo dell'autrice ci fa scoprire cosa c'è dietro la popolarità transgenerazionale e globale del simpatico gruppetto: un atteggiamento solidale verso tutte le forme di vita e non-vita, un abbraccio partecipe e accogliente che rispetta allo stesso modo un fiocco di neve, un insetto e un bambino, che non antropomorfizza il mondo animale, che restituisce un universo brulicante di presenze, seppure visivamente """"assenti""""."" -
Democrazia rappresentativa. Sovranità e controllo dei poteri
È vero che la democrazia rappresentativa è un ossimoro? Che democrazia significa governo diretto? Nadia Urbinati sostiene di no: la democrazia rappresentativa non è un ripiego rispetto al modello ideale di democrazia diretta, bensì una forma originale di governo democratico che è peculiare della società moderna e nella quale forme di partecipazione diretta e forme di politica rappresentata si integrano in maniera articolata e ricca. La rappresentanza è, dunque, una forma complessa di partecipazione, un processo politico che genera e si sostiene su un continuo flusso di influenza, controllo e comunicazione tra cittadini e rappresentanti. In un percorso che risale alla genesi della democrazia dei moderni, il libro passa in rassegna le discussioni che nella Francia rivoluzionaria coinvolsero critici, scettici e sostenitori del governo rappresentativo, da Rousseau a Sieyès e Kant, da Paine a Condorcet. L'obiettivo è dimostrare come, proprio perché il nostro è un ordine politico che si regge su una sovranità democratica indiretta, si rendono necessarie nuove o rinnovate strategie di contenimento dei rischi di dispotismo indiretto degli eletti, ma anche nuove regole che garantiscano le condizioni di pluralismo dell'informazione per rendere possibile una libera ed efficace articolazione del giudizio politico e consentire all'opinione pubblica di svolgere un ruolo non solo di consenso ma anche di critica e sorveglianza del potere costituito. -
Antropologia dell'acqua. Riflessioni sulla natura liquida del linguaggio
"La voce più originale della letteratura in lingua inglese oggi"""", così Michael Ondaatje - l'autore del Paziente inglese - ha definito Anne Carson. A scorrere le pagine di questo piccolo capolavoro della celebratissima autrice canadese, non si fa certo fatica a comprendere le ragioni di una simile ammirazione: Anne Carson rompe qualsiasi schema e ha il dono raro di risvegliare nei suoi lettori energie emozionali e intellettuali assolutamente nuove. La lettura di questi testi non potrà che affascinare chi non crede nei """"generi"""". Antropologia dell'acqua è infatti felicemente inclassificabile: possiede il ritmo della poesia e la concretezza della prosa, la logica della matematica e il respiro del pensiero. Saggi, diari, appunti di viaggio, racconti: i diversi materiali che compongono il volume sono in primo luogo una riflessione sulla natura liquida del linguaggio, sul suo stagnare, scorrere, dissolversi. Le pagine sono mappe su cui seguire la relazione tra le creature e l'acqua, tra l'amore e l'acqua, tra la morte e l'acqua. È un libro di viaggio che spalanca la descrizione per riflettere davvero sull'enigma del visibile, è una coraggiosa meditazione sul dissolvimento dei nostri legami e sulla nostra impotenza a trattenere chi amiamo, proprio come è impossibile trattenere l'acqua tra le dita. Un libro filosofico e poetico, tessuto, ma non appesantito, di citazioni, fitto di microracconti, a volte conclusi altre volte no, come accade del resto nella vita." -
Nove dimissioni e mezzo. Le guerre quotidiane di una giornalista ribelle
"Il Mondo"""", """"Paese Sera"""", """"Il Giorno"""", """"La Stampa"""", """"Il Messaggero"""", """"L'espresso"""", """"L'Europeo"""", """"l'Unità"""": una carriera cominciata nel 1956, con le cosiddette colonnine di costume, e non ancora finita. E quelle colonnine qualche volta Pannunzio gliele faceva firmare con uno pseudonimo maschile: Leone Paganini. Un leone per il coraggio - o piuttosto l'incoscienza - che l'aveva spinta da Reggio Calabria a Roma, lei esile brunetta dagli occhi verdi, col pallino del giornalismo, in un'Italia che non conosceva ancora il femminismo, né la contestazione giovanile. Quanto al cognome, Paganini... """"Mario Pannunzio sviolinava nell'aria con le sue mani bianche, curatissime, ed era detto tutto! Tempi favolosi, vivevo nel miracolo"""". Parte da lì il lungo flashback di una donna che ha attraversato la storia degli ultimi cinquant'anni del giornalismo italiano, passando da una dimissione all'altra, talvolta cercata, talvolta subita. Una vita trascorsa a rincorrere e intervistare i grandi della cultura e del jetset - da Sartre a Soraya, da Grace Kelly a Pasolini, che la volle in tre dei suoi film. Il racconto di una vita al servizio della scrittura e dell'""""adrenalina della notizia"""", un rutilante susseguirsi di fatti, aneddoti e retroscena di un paese alle prese con la modernità." -
Il trascendente nel cinema. Ozu, Bresson, Dreyer
Se lo stile trascendentale rappresenta un elemento di universalità all'interno delle molteplici possibilità di espressione che prendono corpo nella forma cinematografica, esso, insiste Schrader, può essere per così dire ""isolato"""", estratto dalle sue manifestazioni particolari, analizzato e definito ad opera del critico. Lo stile trascendentale si sforza di raggiungere l'ineffabile e l'invisibile, ma non è esso stesso tale, in quanto lo svolgimento della rappresentazione della trascendenza si svolge entro dinamiche temporali determinate. Così, nel volume di Schrader le differenze tra i film di Ozu, Bresson e Dreyer sono culturali e personali, mentre le loro similarità sono stilistiche, e rappresentano una riflessione sul trascendente nel cinema."" -
Risparmio e investimento
"Quanto conta la finanza? A che cosa serve e davvero? La risposta di Keynes e chiara: la finanza non è questione di soldi. I soldi possono mancare a un singolo soggetto. E allora la questione è quella di farseli prestare. Ma i soldi non possono mai mancare a una comunità nel suo complesso. Per una comunità il problema finanziario è quello di far incontrare i bisogni insoddisfatti con le risorse disponibili, i progetti per il futuro con le ricchezze ereditale dal passato: in definitiva, gli investimenti con i risparmi"""". (Dall'introduzione di Luca Fantacci)" -
Tristano e Isotta
"Ascoltate, gente, ascoltate la storia del valente Tristano e della dolce Isotta che si amarono così tanto che oggi ancora si sente, dal fondo della nostra memoria, il loro cuore battere all'unisono"""". Età di lettura: da 6 anni." -
Il turbamento e la scrittura
Turbamento e disagio hanno insidiato da sempre ogni scelta umana, nelle relazioni dei soggetti con il mondo, con gli altri soggetti, con l'insieme sociale. E la letteratura ha sempre cercato di dar voce al dolore, all'infelicità, alla deviazione, alla rottura, all'assenza, all'impossibilità; ha sempre interrogato il senso del malessere psichico, anche in quelle forme estreme (dalla nevrosi alla follia) che sono state oggetto di cura da parte della psichiatria moderna. Nel nome del grande psichiatra e scrittore Mario Tobino, questo volume (che raccoglie i saggi presentati al convegno Il turbamento e la scrittura, tenutosi a Lucca nel dicembre 2008, curato dalla Fondazione Mario Tobino) propone, con l'intreccio di voci diverse - e con tre contributi di scrittori contemporanei -, una fitta e problematica riflessione sui modi in cui il turbamento e il disagio psichico vengono percepiti, compresi, interrogati, vissuti sia nel quadro clinico che nello spazio della letteratura: nella convinzione che nel rapporto di conoscenza e di cura con la malattia e con i suoi diversi gradi un rilievo imprescindibile tocchi alla parola e al linguaggio, nelle loro molteplici forme e possibilità. -
Storie inedite del piccolo Nicolas
Nicolas, Alceste, Rufus, Geoffroy... Ecco di nuovo in azione la scatenata banda di piccole pesti pronta ad altre esilaranti avventure. Capaci di far impazzire maestre e genitori con le loro involontarie e innocenti malefatte, il monello più simpatico di Francia e i suoi compagni tornano a divertirci e a trascinarci in una giostra di situazioni quotidiane che in un attimo si rovesciano in scenette di irresistibile comicità. Frutto del genio di due indiscussi maestri dell'umorismo, René Goscinny e Jean-Jacques Sempé, le ottanta storie qui tradotte per la prima volta in italiano furono composte tra il 1959 e il 1965. Destinate al quotidiano ""Sud-Ouest Dimanche"""", rimasero sotto la polvere degli archivi per quasi cinquant'anni, anche a causa della prematura scomparsa di uno degli autori, Goscinny, morto nel 1 977. È stato solo sei anni fa che la raccolta di queste nuove storie ha visto la luce in Francia, conoscendo un successo senza precedenti: tre edizioni nella prima settimana e un totale di 650 000 copie vendute. Da quel momento, la popolarità del piccolo Nicolas è esplosa in maniera irrefrenabile. Dopo il primo, fortunato volume di storie del Piccolo Nicolas pubblicate da Donzelli nel 2008, ecco dunque un nuovo scrigno di piccole gemme per lo spasso di grandi e piccini. Età di lettura: da 10 anni."" -
L' albero dei desideri
Questa fiaba che venne scritta da William Faulkner alla fine degli anni venti come regalo di compleanno per la figliastra Victoria. Nel racconto si possono rintracciare molti dei temi consueti del grande autore americano che ottenne il premio Nobel per la letteratura nel 1950. Illustrazioni dell'artista brasiliano Eloar Guazzelli. Età di lettura: da 8 anni. -
Discorsi per Roma capitale
In tempi di celebrazioni e di anniversari, può essere utile gettare uno sguardo meno frettoloso e ideologico alle questioni che costituirono i nodi fondativi del processo di formazione dello Stato italiano. Innanzitutto per evitare di dare per scontato un percorso che si presentava, agli occhi dei suoi protagonisti, come qualcosa di molto più complesso e aperto di quanto a noi oggi non sembri. E in secondo luogo per ricordarci che il rapporto tra il nostro passato e il nostro presente, per poter produrre quelle conseguenze identitarie e civili che a ragione e autorevolmente si auspicano, deve partire da una ricognizione scrupolosa e leale dei dati di realtà degli eventi di cui si vuol fare la celebrazione. Questo piccolo libro che oggi si ripubblica vide la luce per la prima volta nel 1971. Edito senza particolari clamori, raccoglieva tre discorsi pronunciati nel 1861, nel nuovo Parlamento italiano appena costituitosi, dal primo presidente del Consiglio del Regno d'Italia. In esso il lettore troverà una testimonianza diretta del genio politico e diplomatico di Cavour; scoprirà quanto fosse variegata e divisa l'opinione degli uomini del Risorgimento attorno alla ""questione romana""""; troverà l'origine concettuale, se non immediatamente politica, della soluzione che nel tempo avrebbe finito per prevalere, e che Cavour seppe compendiare nella formula """"libera Chiesa in libero Stato"""". (Con un saggio introduttivo di Pietro Scoppola)""