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La favolosa storia delle «Mille e una notte». I racconti di Shahrazad tra realtà, scoperta e invenzione
Il libro delle ""Mille e una notte"""" è diventato nei secoli sinonimo di favoloso, di esotico e di misterioso. Tutti conoscono Shahrazad e la sua necessità di raccontare ogni notte una nuova storia al re pur di non farsi uccidere, ma in pochi sanno quando il libro è stato scritto o di cosa esattamente si compone. In quanti, per esempio, sanno che alcuni dei personaggi leggendan - Ali Babà, non meno di Simbad il marinaio - che si credono usciti da questo corpus nulla o quasi hanno a che fare con esso? E quanti sono coloro che, avendo letto da piccoli o da grandi quelle storie, sanno che la versione corrente proveniva dalla penna di un esimio arabista francese del Settecento, Antoine Galland, primo traduttore e al contempo """"falsificatore"""" di quelle storie in Occidente? Ma quali sono, allora, le vere origini di questo antichissimo libro e dove ha visto la luce il primo manoscritto: ad Aleppo, al Cairo, o piuttosto a Calcutta? Quali e quanti sono gli autori che lo hanno composto, e quante le storie: mille, duecentottantadue, quasi trecento? In questa sorta di vademecum, uno dei massimi arabisti occidentali ricostruisce pezzo dopo pezzo le vicende di un libro in cui si intersecano i generi più disparati: dalla favola all'epica, dal racconto erotico alla commedia, dall'allegoria all'aneddoto."" -
Il poeta e l'imperatore. La volta che Goethe incontrò Napoleone
Due secoli fa, il 2 ottobre del 1808, Johann Wolfgang Goethe viene ricevuto in udienza da Napoleone a Erfurt. È l'incontro tra due uomini che hanno segnato la storia dell'umanità, il più grande poeta della sua epoca uno, il più potente uomo d'Europa l'altro. L'evento lascia su Goethe un'impressione indelebile. ""Non smette mai di portare la croce della legione napoleonica"""", racconta di lui Wilhelm von Humboldt a sua moglie, un mese dopo il fatidico giorno, """"e ha preso l'abitudine di chiamare chi gliene ha fatto dono il mio imperatore"""". Non diverso il fascino che Goethe esercita su Napoleone. Quando il poeta incontra l'imperatore l'elettiva affinità è immediatamente evidente, scatta una scintilla che dà vita a un profondo dialogo tra due geni, il cui spirito è racchiuso in modo emblematico nella celebre espressione, """"Vous êtes un homme"""", con cui Napoleone si rivolse a Goethe. Dall'irruzione dei soldati francesi a Weimar, che durante l'occupazione alloggiarono nella dimora goethiana, fino all'epocale incontro tra i due titani, Gustav Seibt cattura il lettore in un viaggio nella storia europea a partire dal 1800. Il suo racconto degli eventi si trasforma strada facendo nell'avvincente ritratto di due grandi personalità, delle tendenze spirituali di un preciso momento storico, in sintesi di un'intera epoca."" -
I fratelli corsi
Il racconto si divide in due quadri. Nel primo, lo scrittore, che si è recato nell'isola, conosce Lucien, un giovane corso selvatico e fiero, deciso a svolgere il suo ruolo di arbitro nella faida tra due clan nemici. Fantasia e realtà si mescolano inestricabilmente, in questa Corsica avventurosa e magica, popolata di banditi che difendono il proprio onore, e scossa dal continuo inseguirsi delle vendette. Nel secondo quadro, Dumas, tornato a Parigi, incontra Louis, il fratello gemello di Lucien, che si trova coinvolto in un duello per aver difeso l'onore di una dama. Nonostante la separazione, i due gemelli sono rimasti uniti da una strana telepatia, dono ereditario della loro famiglia, che sconfina talvolta nella condivisione a distanza delle stesse sensazioni fisiche. Dumas contrappone con grande sottigliezza la Corsica selvaggia e cruda, ma fedele alle regole dell'antica ospitalità e della morale inflessibile, a una Parigi ricercata e galante, sotto le cui raffinatezze si celano crudeltà, cinismo e disprezzo. Non ci si stacca facilmente da una vicenda così incalzante, così ricca di materie diverse, che si apre con la levità di un diario di viaggio, e si conclude con un esito tragico. Ma il tema cruciale del romanzo sta nel gioco del doppio, in una telepatia che rimanda a una reiterata predilezione di Dumas per la dimensione fantasmatica. A fine volume il racconto ""I due studenti di Bologna""""."" -
Il mestiere del cinema
Un grande maestro del cinema italiano racconta il suo cinema. A Monicelli non interessa tanto narrare le gesta, gli aneddoti, gli incontri di una storia personale fuori dall'ordinario; nel racconto veste piuttosto i panni di un artigiano, pronto a svelare le tecniche e i segreti di quel mestiere complesso e magico a cui ha dedicato una vita intera. La testimonianza del creatore della commedia all'italiana si trasforma in una lezione di cinema, in cui vengono ripercorsi i momenti fondamentali che hanno dato vita a tanti capolavori. Una lunga scuola che coincide con gli anni d'oro del cinema italiano, con l'invenzione di una ""stagione italiana"""" di cui Monicelli è insieme figlio e creatore. Tanti gli incontri decisivi: Rossellini, De Sica, Antonioni, Totò, i grandi sceneggiatori (Age e Scarpelli, Benvenuti, De Bernardi, Suso Cecchi D'Amico), e poi la scoperta, in ruoli inediti, di Alberto Sordi e Vittorio Gassman. Sceneggiatura, accorta preparazione delle riprese, lavoro con gli attori, montaggio, doppiaggio (il maestro infatti non è mai passato a registrare il suono in presa diretta) sono tutti momenti cruciali che Monicelli racconta chiarendo le precise ragioni di scelte tecniche e artistiche dietro a cui non è difficile scorgere una pratica di lavoro che si trasforma in un vero e proprio metodo. Una carrellata lungo settant'anni di cinema italiano, in cui affiorano la forza e il segreto del genio di Monicelli."" -
I tribunali di Babele. I giudici alla ricerca di un nuovo ordine globale
La sovranità statale si diluisce. Agli Stati si sovrappongono altri ordinamenti giuridici, sopranazionali e globali. Questo pluralismo ha bisogno di un ordine: occorre riempire i vuoti tra i diversi sistemi; ridurre la frammentazione di questi ultimi; indurli a cooperare; stabilire gerarchie di valori e principi. I governi nazionali, titolari del ""potere estero"""", non sono in grado di svolgere questi compiti. Suppliscono i giudici, nazionali, sopranazionali e globali, oppure organi quasi giudiziari, presenti in molti dei circa duemila regimi regolatori globali. A questo punto, lentamente, il diritto prende il posto della politica nell'arena globale. Le corti attraversano sempre più spesso le frontiere. L'incontro tra ordini giuridici diversi e diversamente collocati è anche un incontro fra tradizioni giuridiche differenti, ognuna con la propria identità. Di qui discendono numerosi problemi. Il primo è quello della tolleranza e dell'adattamento reciproco. Il secondo è quello della costituzione di un nucleo di principi che appartengono a ognuna delle tradizioni giuridiche. Il terzo quello del riconoscimento di un corpo minimo di principi superiori. Le corti svolgono dunque un ruolo fondamentale nel sottrarre dall'isolamento ordini giuridici diversi e diversamente collocati."" -
Ruritalia. La rivincita delle campagne
Alla fine di un lungo processo, che ha attraversato l'urbanizzazione e l'industrialismo, e ha completamente consumato le economie, le culture, i valori del vecchio mondo contadino, il pendolo torna a oscillare verso quelle porzioni di territorio - materiale e immaginato - caratterizzate da una più blanda densità abitativa, da una maggiore dovizia degli spazi, da una prevalenza della terra rispetto al cemento. Non si tratta, com'è ovvio, di un puro ripristino delle vecchie egemonie della produzione agricola, che tuttavia sta ritrovando una nuova vitalità; né solo di una ridislocazione demografica. È l'insieme dei modi della produzione e del consumo, dei modelli e degli stili di vita, dei valori e delle culture - dal turismo alla gastronomia, dalle formule abitative alle abitudini alimentari, dall'abbigliamento al tempo libero, dalla cura del corpo a quella dello spirito - a riprendere la strada della campagna, in questo inizio di nuovo millennio. E il fenomeno, pur con le ovvie differenze, riguarda l'interezza del nostro territorio, tutti gli ambiti regionali, tutti i sistemi locali, dalle Alpi al Lilibeo. Si tratta di una campagna ben diversa da quella da cui era partito l'esodo contadino; uno spazio rurale percorso per intero dalle contraddizioni di un tempo come il nostro; un universo di relazioni a maglie più larghe, ma anche più solide, più capaci di resistenze e adattamenti. La campagna torna a essere una polarità indiscussa del gioco territoriale. Torna al centro. Torna a essere ""mondo""""."" -
My lady Nicotine. Storie di un fumatore incallito che ha smesso
Pubblicato nel 1895, nove anni prima della comparsa sulle scene londinesi di Peter Pan, ""My Lady Nicotine"""" è qui proposto per la prima volta al pubblico italiano, in un'edizione arricchita dai disegni che il pittore americano Prendergast creò per l'edizione inglese. Una serie spassosa di storie e aneddoti che Barrie snocciola quasi all'insegna di un unico motto: come affrancarsi dal fumo senza smettere di pensarci. Sospese tra sogno e rievocazione, le scene di una vita alla nicotina si susseguono alternando i ritratti dei vecchi compagni di fumo ai loro tic, alle manie e ai rituali. Finite le storie, il proposito di non fumare dell'autore-progonista non arretra di un passo."" -
Io, Hannah Arendt. Professione: filosofa
Filosofa, pensatrice politica, poetessa, Hannah Arendt (1906-1975) è stata una delle più grandi personalità del XX secolo. Raramente, come nel caso di questa donna straordinaria, percorso intellettuale ed esperienza biografica presentano un intreccio così profondo. Il suo pensiero, che ha avuto e continua ad avere un'eco cosi vasta m tanti campi del sapere, non è il risultato di un'attività puramente speculativa, ma porta con sé il riflesso di un'esistenza avventurosa, a tratti drammatica, e soprattutto vissuta con costante passione. Quando negli anni venti si laurea in filosofia con Karl Jaspers, le donne all'università sono ancora un'eccezione. Ad appena ventidue anni, ha già alle spalle una storia d'amore con il più grande filosofo del secolo, Martin Heidegger; un'esperienza destinata a segnarla per tutta la vita, sia dal punto di vista personale che intellettuale. Ebrea, costretta alla fuga a causa del terrore nazista, ripara in esilio dapprima a Parigi e, dopo un lungo peregrinare, in America. La vicenda di questa donna eccezionale rispecchia la storia di un secolo e di due continenti. Può essere letta come una testimonianza di coraggio e di impegno politico, entro l'orizzonte di un pensiero filosofico che invita all'amicizia e all'amore verso il mondo. -
Economie in cerca di città. La questione urbana in Italia
In Italia esiste una questione urbana che si dovrebbe affrontare con urgenza, in quanto è una delle principali ragioni del declino economico del paese. Negli anni cinquanta è iniziato un profondo cambiamento - una rivoluzione dell'organizzazione territoriale della società italiana. Lo straordinario processo di concentrazione delle attività antropiche che lo ha accompagnato ha condotto alla formazione di sistemi urbani nei quali le città storiche si sono dissolte. Si tratta di nuove forme territoriali - intercomunali e disperse che della città hanno sia la dimensione spaziale sia quella relazionale ma non il carattere costitutivo, ovvero l'identità politica. Il libro discute questa tesi, sottolineando l'attuale incompletezza dei nuovi sistemi urbani (città in nuce), la direzione della loro transizione strutturale e il fatto che abbiamo ancora il tempo, le risorse, la possibilità e il desiderio sociale di un progetto per la città. Da molti anni si sarebbe dovuto adeguare il processo politico alla nuova organizzazione spaziale e relazionale emersa con la rivoluzione territoriale; si sarebbe dovuta favorire la trasformazione dei nuovi sistemi urbani formatisi per coalescenza territoriale in unità di auto-regolazione; si sarebbe dovuta istituzionalizzare la nuova organizzazione spaziale e relazionale. Ora, l'internazionalizzazione dell'economia europea, con i suoi cambiamenti tecnologici e culturali, fa della questione urbana un tema decisivo per lo sviluppo economico del paese. -
Storia dell'Iran. Dai primi del Novecento a oggi
Ervand Abrahamian, studioso iraniano trapiantato negli Stati Uniti, in questo libro offre una panoramica documentata della storia recente dell'Iran. I principali avvenimenti sotto le dinastie dei Qajar e dei Pahlavi e sotto la Repubblica islamica, l'importanza del ruolo dello sciismo, le origini della modernizzazione, la ricerca a più riprese di una riforma democratica, la partecipazione popolare nelle rivoluzioni del 1909 e del 1979. La predilezione di Abrahamian per l'analisi sociale e lo studio delle classi fornisce inoltre un prisma attraverso cui guardare e comprendere il dramma del conflitto mai sopito tra le conquiste acquisite e il peso crescente del potere centrale; e l'autore mostra come la rivoluzione abbia continuato il lavoro dell'ancien régime, attraverso il sempre più incombente ruolo dello Stato. Tra gli anni della scoperta del petrolio e degli interventi imperiali, tra il governo degli scià Pahlavi e la rivoluzione del 1979 e poi la nascita della Repubblica islamica, l'Iran ha vissuto un'aspra guerra con l'Iraq, la trasformazione della società sotto il governo dei religiosi e, più di recente, il rafforzamento dello Stato, la lotta per il potere tra le vecchie élites, l'intellighentia e la borghesia degli affari e infine le forti tensioni internazionali causate dalla politica aggressiva e nazionalista di Ahmadinejad. Al cuore del libro c'è comunque sempre la gente dell'Iran, che ha sopportato ed è sopravvissuta a un secolo di guerre e di rivoluzioni. -
Come studiare l'arte contemporanea
Come si studia l'arte del nostro tempo? Sulla base della propria esperienza di storico dell'arte contemporanea, critico militante e docente, l'autore rivendica in questo volume la pari dignità di una storiografia del contemporaneo rispetto allo studio dell'arte del passato, in una continuità di impostazione metodologica entro la quale, tuttavia, subito si manifestano specifiche diversità, che ne fondano l'autonomia disciplinare. Attraverso l'analisi di comportamenti, problemi, strumenti, queste ""lezioni"""", che dopo una prima edizione vengono qui riproposte con nuovi aggiornamenti critici, si presentano come una vera e propria introduzione all'arte contemporanea, una sorta di """"guida"""" attraverso un universo complesso e problematico."" -
Cane & gatto. Croce e delizia di una vita in comune
Sofisticato, altezzoso, ammiccante, divino, sommamente dispettoso, il gatto. Spensierato, vitale, ingenuo, accomodante, compagnone, il cane. Con la vivacità di una commedia brillante, si alza il sipario, ed ecco in scena l'irrefrenabile, quotidiano battibecco: sette atti di botta e risposta, solo a tratti intervallati dalla fugace comparsa di un Lui e una Lei, padroni dall'identità indistinta relegati nel ruolo di comprimari. Un indebito disturbo della pennichella, un viaggio in treno, una visita inaspettata: qualunque occasione è una miccia che innesca il confronto tra due visioni della vita totalmente contrapposte. Mentre Kiki l'indolente dispensa i suoi distinguo, tra svogliatezze e miagolii, Toby l'esuberante si affanna tra bave e stupori. E se il cane si abbandona con occhi sognanti a Lei, la padrona, le cui coccole irruente lo frastornano e lo affascinano, il gatto subito lo rimbrotta: ""La dignità non è certo il tuo forte!"""". Kiki, manco a dirlo, è invece tutto preso da Lui, il padrone, per """"quell'istinto insopprimibile che rende noi gatti rivali delle donne"""". Toby e Kiki non sono certo nemici. Il fatto è che la loro armonia li vuole sempre in disaccordo. Sono affetti da una irriducibile diversità. Contrapposti come il bianco e il nero, come la notte e il giorno. Come cane e gatto."" -
La nuova frontiera
"La nuova frontiera di Kennedy introduce un elemento nuovo di sfida e di orgoglio: il primato americano è minacciato, bisogna riscoprire il coraggio dei pionieri che si aprirono la strada verso ovest, bisogna sacrificare il presente a vantaggio del futuro. I campi di azione della nuova frontiera disegnano non promesse, ma sfide: le aree inesplorate della scienza e dello spazio, i problemi irrisolti della pace e della guerra, le sacche di ignoranza e pregiudizio non ancora conquistate, le disugualianze, la povertà"""". (dall'introduzione di Giancarlo Bosetti)" -
Autobiografia di una repubblica. Le radici dell'Italia attuale
Dove affonda le sue radici l'Italia di oggi? Guido Crainz cerca le risposte a questa e a altre domande non in vizi plurisecolari del paese ma nella storia concreta della Repubblica, muovendo dall'eredità del fascismo, dalla nascita della ""repubblica dei partiti"""" e dagli anni della guerra fredda. L'analisi si sofferma soprattutto sulla """"grande trasformazione"""" che ha inizio negli anni del """"miracolo"""" e prosegue poi nei decenni successivi: con la sua forza dirompente, con le sue contraddizioni profonde, con le tensioni che innesca. In assenza di un governo reale di quella trasformazione, e nel fallimento dei progetti che tentavano di dare ad essa orientamento e regole, si delinea una """"mutazione antropologica"""" destinata a durare. Essa non è scalfita dalle controtendenze pur presenti - di cui il '68 è fragile e contraddittoria espressione - e prende nuovo vigore negli anni ottanta, dopo il tunnel degli anni di piombo e il primo annuncio di una degenerazione profonda. """"Mutazione antropologica"""" e crisi del """"Palazzo"""" - per dirla con Pier Paolo Pasolini vengono così a fondersi: in questo quadro esplode la crisi radicale dei primi anni novanta, di cui il tumultuoso affermarsi della Lega e l'esplosione di Tangentopoli sono solo un sintomo. Iniziò in quella fase un radicale interrogarsi sulle origini e la natura della crisi, presto interrotto dalle speranze in una salvifica """"Seconda Repubblica"""": speranze destinate a lasciare presto un retrogusto amaro."" -
Mario Soldati e il cinema
Mario Soldati è ormai riconosciuto come uno dei grandi narratori del Novecento italiano, scrittore raffinato, geniale creatore di intrecci, maestro di investigazioni morali, delibatore di colpi di scena. Di recente, tuttavia, anche il suo lavoro di regista è tornato all'attenzione della critica per la modernissima capacità di muoversi nei meccanismi produttivi del cinema italiano. Dopo gli esordi come regista di squisite commedie sotto il fascismo, e dopo classici come ""Piccolo mondo antico"""" e """"Malombra"""", Soldati ha realizzato film eccentrici e meritevoli di riscoperta, dal noir neorealista """"Fuga in Francia"""" a uno degli adattamenti moraviani più belli (La provinciale), ma anche piccoli gioielli del cinema di genere: cappa e spada, film comici, melodrammi. In questo volume, alcuni dei più importanti critici e intellettuali italiani rendono giustizia all'opera cinematografica di Soldati, e con essa a un'intera stagione del cinema italiano. Soldati finse di non amare il cinema, e lo abbandonò alla fine degli anni cinquanta (proprio prima che gli scrittori al cinema diventassero di moda), ma da allora in poi ne fece il protagonista di gran parte dei suoi romanzi. La lettura di questo libro, impreziosito da una lunga intervista di Jean Gili allo scrittore mai pubblicata in italiano e di un percorso fotografico attraverso i set dei suoi film più importanti."" -
Il Mediterraneo e la parola. Viaggio, poesia, ospitalità
"L'idea poetica, per me, non si ferma alle frontiere. Ogni poesia mediterranea è mia. Ogni poesia che annuncia il viaggio, che dà ospitalità, che semina generosità. In ogni angolo del mondo. E lì che comincia il Mediterraneo. Non un luogo recintato da principi geografici o da un'idea che rinnega l'Altro che viene da Sud, da Oriente o da Occidente"""". Una dichiarazione di principi e d'intenti, quella di Bennis, che colpisce per la sua bruciante attualità. Mohammed Bennis, uno dei poeti marocchini più conosciuti e stimati nel mondo arabo, ha dimostrato negli anni un forte impegno intellettuale e civile. Non a caso è stato l'ideatore della Giornata della poesia dell'Unesco, che si celebra ogni anno il 21 marzo, con lo scopo di stimolare il dialogo attraverso la poesia, ed è da sempre un convinto assertore dell'importanza della traduzione per la promozione della conoscenza tra le culture. Una poetica che sfocia in una pratica di vita sul rapporto tra Mediterraneo e poesia. """"Spazio libero e ospitalità come pratica quotidiana: è stata questa lezione che mi ha permesso di comprendere la poesia. La poesia non ammette frontiere chiuse e non obbedisce alla logica degli interessi. Ogni volta che mi trovo nella poesia sento il Mediterraneo divenire la mia casa aperta, senza soffitto né muri né porte. Aperta su uno spazio infinito""""." -
Rockefeller d'Italia. Gerolamo Gaslini imprenditore e filantropo
Gerolamo Gaslini, imprenditore, perde la figlia di soli undici anni, a causa di una malattia che la medicina non riesce a curare, durante la prima guerra mondiale. Ne rimane sconvolto. Da allora la sua vita è segnata dalla volontà di edificare a proprie spese un grande, moderno centro polivalente per la cura, l'assistenza e la ricerca a favore dell'infanzia, l'Istituto Giannina Gaslini, inaugurato a Genova nel 1938 e conosciuto in tutto il mondo. In un breve arco di tempo, Gaslini costruisce un vasto gruppo di imprese alimentari, chimiche, agricole, immobiliari e bancarie, inserendosi tra i pochi grandi imprenditori italiani dagli anni trenta ai sessanta del Novecento, dal fascismo alla Repubblica. Vicino a Mussolini, a De Gasperi e al Vaticano, amico del cardinale Siri, Gaslini compie un altro decisivo passo nel 1949, quando costituisce la Fondazione che ne porta il nome, un ente di diritto pubblico cui dona in vita l'ingente suo intero patrimonio. Una fondazione holding, questa, un modello originale per struttura e scopi, che usa il profitto d'impresa al fine di sostenere e potenziare l'attività non profit dell'Istituto Giannina Gaslini. Di Gerolamo Gaslini, uomo schivo e solitario, ben poco si conosceva prima di questa ricerca su documenti inediti di archivi pubblici e privati e su dati d'impresa originali elaborati da Roberto Tolaini. La vicenda del ""Rockefeller d'Italia"""" richiama questioni e domande attorno ai delicati rapporti tra etica e affari, politica e impresa, fede e laicità."" -
Lo spettro di Newton. La rivelazione della luce e dei colori
Nel febbraio 1672 Isaac Newton decide di rendere pubblica la sua teoria della luce e dei colori. La tesi è rivoluzionaria: secondo Newton, infatti, la luce solare è una mescolanza eterogenea di tutti i colori dello spettro e non, come voleva una tradizione millenaria, un elemento uniforme e omogeneo. La scoperta sconvolge il mondo scientifico dell'epoca: ne risultano polemiche asprissime che inducono Newton a ritirarsi dalla scena pubblica per oltre un decennio. Dopo più di tre secoli, è forse facile dimenticare la radicalità della nuova impostazione newtoniana. Per circa duemila anni si era creduto che i colori non fossero altro che una modificazione di quell'elemento purissimo, diretta emanazione divina, che era la stessa luce. Newton sostituisce il concetto di modificazione con un nuovo modo di pensare, quello della scomposizione o analisi. Contrariamente a quanto si sostiene di solito, la teoria di Newton non si configura come una struttura concettuale coerente e unitaria rimasta immodificata dall'inizio fino alla sua formulazione definitiva nell'Ottica del 1704. La scoperta è il frutto di un lavoro di ricerca che si sviluppa in un arco temporale decisamente lungo (dal 1664 al 1704), costellato di verifiche continue, approssimazioni e mutamenti significativi. Franco Giudice ripercorre questo cammino lungo e accidentato, attraverso gli scritti giovanili, la sua appassionata attività teorica e sperimentale, e le critiche dei suoi antagonisti. -
Tè, caffè, cioccolata. I mondi della caffeina tra storie e culture
Di tutte le sostanze, droghe o spezie, che da secoli animano gli usi e i commerci degli uomini, la caffeina è senz'altro la più popolare. È l'unico stimolante che sia riuscito ad abbattere ogni resistenza e pregiudizio, al punto da essere liberamente prodotto, venduto e consumato a ogni latitudine, senza vincoli o restrizione alcuna. E tuttavia, pochi ne conoscono la storia. In queste pagine il lettore è invitato a compiere un viaggio nella storia culturale e scientifica di una sostanza che, dalla sua scoperta, ha stregato uomini e donne, giovani e vecchi, ricchi e poveri in ogni civiltà. Si tratta della prima storia naturale, culturale e sociale del più famoso stimolatore dell'umore - di come è stato scoperto, dei suoi utilizzi più antichi, del ruolo straordinario e spesso poco conosciuto che ha giocato nella medicina, nella botanica, nella pittura, nella poesia, nell'educazione e nell'amore. Attraverso la caffeina, si ripercorrono le alterne vicende dei generi di consumo che la contengono - il caffè, il tè e la cioccolata, oltre alle bevande a base di cola - e che nel corso dei secoli sono stati celebrati in virtù delle loro proprietà benefiche e tonificanti, oppure proibiti in nome di una presunta nocività per la mente e il corpo. -
Mafie vecchie, mafie nuove. Radicamento ed espansione
Uno dei caratteri più pericolosi del fenomeno mafioso è la capacità di radicarsi nelle pieghe del contesto sociale, creando aree di contiguità e di copertura indispensabili alle proprie strategie. Nella percezione diffusa, questa capacità è legata a una particolare predisposizione dei luoghi d'origine, la Sicilia, la Calabria, la Campania. La mafia tuttavia ha mostrato nel tempo un crescente potenziale espansivo ben al di là dei contesti tradizionali. Nella sterminata letteratura sulla materia, lo studio di Sciarrone costituisce una delle poche ricerche empiriche condotte sul campo: attraverso l'osservazione ravvicinata e partecipante di un contesto specifico e lo strumento dell'intervista in profondità, l'autore indaga il modo in cui la mafia interviene in una determinata società locale, e le dinamiche che si attivano tra mafiosi e imprenditori, fino ad arrivare a un condizionamento pervasivo dello sviluppo economico. Sono tre le realtà in cui viene preso in esame il ""capitale sociale"""" della mafia: Gioia Tauro, la Puglia e il Piemonte. Il tratto caratteristico della delinquenza mafiosa rimane, nelle aree vecchie come nelle nuove, la presa sulla società, il controllo diretto del territorio. A dieci anni dalla prima edizione, Sciarrone riflette sui più importanti cambiamenti intervenuti sia sul versante mafioso sia su quello della lotta alla criminalità organizzata.""