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Se tutto è arte...
"Io penso che il caos apparente che regna sovrano nel mondo dell'arte serva solo a chi vuole fare di essa un puro e semplice business. È giunta l'ora di fare un po' di ordine in questo caos per strappare l'arte dalle mani avide degli speculatori e restituirla al destino che da secoli le compete. Questo libro prova a farlo con parole semplici e dirette, rivolte a profani ed esperti. Se le idee che propone vi convincono, fatevene portavoci in molti. Non sarà ancora una guerra ma, almeno, una guerriglia contro il 'sistema dell'arte' di oggi."""" Prefazione di Alberto Dambruoso e postfazione di Pietro Folena." -
Anestesia di solitudini. Il cinema di Yorgos Lanthimos
Da Kinetta a Kynodontas, da ""Il sacrificio del cervo sacro"""" a """"La favorita"""": l'analisi e il racconto del mondo cinematografico di Yorgos Lanthimos in una monografia interamente dedicata al cineasta. È stato protagonista di una velocissima ascesa, che dalla cinematografia greca dei primi anni Duemila lo ha condotto al ruolo di autore riconosciuto dal sistema-cinema, in un periodo storico in cui questa figura, non di rado espulsa dagli studi accademici, è guardata con sospetto perfino dalla saggistica e minata, ultimamente, anche dai festival."" -
Italiani che lasciano l'Italia. Le nuove emigrazioni al tempo della crisi
Tra un passato di emigrazione dato per archiviato e un presente di immigrazione a tratti problematico, il fenomeno degli italiani che sempre più spesso lasciano il paese è rimasto in questi anni in secondo piano. Solo recentemente il mondo della ricerca sociale ha iniziato a interessarsi ai giovani che, a causa di un mercato del lavoro fiacco e poco attrattivo, sono tornati a emigrare. Tra gli anni immediatamente precedenti all'inizio della crisi del 2009 e il 2019 la presenza italiana all'estero è aumentata del 70% e l'Italia occupa oggi la nona posizione nella graduatoria mondiale dei paesi di emigrazione. Attraverso una serie di ricerche empiriche svolte in diversi paesi, europei e del nord America, il volume dà conto delle aspettative e delle difficoltà, dei successi e degli insuccessi, dei nuovi emigranti italiani, affrontando sia il fenomeno delle emigrazioni destinate all'inserimento in un mercato del lavoro qualificato, sia delle emigrazioni che finiscono per generare lavoro poco qualificato e, in alcuni casi, anche sotto pagato. -
Edo500. Edoardo Sanguineti e il cinquecento italiano
Edoardo Sanguineti è stato un intellettuale a tutto tondo che, a novant'anni dalla nascita e a dieci dalla morte, non smette di sorprendere. Edo500 ne indaga il duraturo e proficuo rapporto col Cinquecento italiano, in particolare con Ariosto, Tasso, Folengo, Bruno, Aretino e Bandello. La prima parte del volume affronta la narrativa, la poesia, la lingua, la lessicomania, l'ideologia e le referenze iconografiche di Sanguineti e accoglie sei contributi critici di studiosi sanguinetiani di lunga fedeltà o di nuova generazione: Erminio Risso, Clara Allasia, Chiara Tavella, Giordano Rodda, Gian Luca Picconi e Aurora Conde Muñoz. Grazie al lavoro e col commento di Stefano Verdino, Eleonora Sartirana e Lorenzo Resio, la seconda parte colleziona materiali inediti, rari o per la prima volta trascritti, commentati e pubblicati in volume: un'orazione-omaggio per Tasso, un'intervista radiofonica, delle video-lezioni su Ariosto, su Tasso e sul Cinquecento, una lettura a teatro dell'Orlando furioso e alcune schede lessicografiche per il Grande Dizionario della Lingua Italiana. -
Un femminile per bene. Carmelo Bene e le Ma-donne a cui è apparso
Carmelo Bene è l'attore artifex che si nutre di mistica cristiana e di horror fantascientifico per dare vita a parodici travestimenti e grottesche narrazioni. La creazione di artifici e artefatti mimici è costruita attraverso l'imitazione di figure paradigmatiche come Eleonora Duse, Totò ma anche san Giuseppe da Copertino e le donne che appaiono su riviste di cronaca rosa, sfogliate da una santa che, annoiata, fuma una sigaretta con aria distratta, a cui ciondoli in testa una finta aureola. Il confronto con i filosofi e gli intellettuali, contemporanei all'intellettuale, attore, filosofo, viene ricapitolato continuamente per divenire potente strumento d'esercizio speculativo. Esso assume la forma della scrittura scenica, anche in luoghi inconsueti, attraverso una esasperata negazione della storia. L'apparizione alla Madonna e il volo, quasi fosse un mitologico Mercurio ma in abito talare di santo, e di un santo monaco per giunta, vengono trasfigurati in una dimensione terrena e femminea da cui ha origine l'indagine dell'autrice. -
Parole che fanno esistere. Storie di psicoterapia e oltre
Ha ancora valore la parola in un'epoca, la nostra, in cui il primato spetta all'azione? Per scoprirlo è sufficiente dar voce ai pazienti, aprendo le porte di quegli studi dove la psicoterapia ricerca il significato del soffrire e connette i diversi brani dell'esistenza. Qui, a curare la psiche, non è il concetto ma è la parola che promuove immaginazione e sa rivelare nuovi scenari. La parola che diventa dialogo e ascolto, silenzio e domanda, pensiero e passione, fantasia del giorno e sogno della notte. In terapia, come nel resto della vita, decisiva è l'interpretazione, perché liberatorio non è conoscere la supposta verità dei fatti ma attribuire loro un valore personale. La parola psicologica lo comprende solo se si fa accompagnare dalla parola filosofica, lasciandosi interrogare dal senso delle cose. Potrà così resistere alle lusinghe dei palazzi della scienza e inoltrarsi nei paesaggi dell'arte, mostrando finalmente la sua stretta parentela con la parola della poesia. Prefazione di Umberto Galimberti. -
Quando la bellezza cura il dolore. Vivere il morire nella società contemporanea
Il volume presenta il percorso di lavoro del gruppo di ricerca ""L'Acrobatica del morire"""" sul tema della concezione della morte nella cultura contemporanea, a partire dalla pratica clinica dell'accompagnamento al morire nelle cure palliative. Esso raccoglie, con sguardo pienamente pluridisciplinare, i testi di medici palliativisti, filosofi, teologi, psicologi, psicoterapeuti, antropologi, storici dell'arte ed esperti in cultura visuale, che sono stati presentati in un ciclo di seminari realizzati nel contesto dell'esposizione personale del fotoreporter Gianni Cipriano Where Beauty Softens Your Grief a Palermo nel 2018."" -
Le vie sociali dell'immaginario. Per una sociologia del profondo
La questione dell'immaginario inizia lì dove termina la dicotomia che lo vede contrapporsi al reale. Fuoriuscendo da questa logica disgiuntiva, è possibile considerare l'immaginario come la sorgente della costruzione e della trasformazione della realtà sociale. Una serie di saggi - dedicati ai processi generativi degli ambienti socio-antropologici, alle dinamiche d'integrazione, di dominio e resistenza, al mutamento sociale, alle metamorfosi dei media, della politica, dell'economia e delle rappresentazioni dell'alterità, nonché al mondo degli oggetti - dà forma a un volume che, nato nell'ambito della neocostituita sezione ""Immaginario"""" della Associazione Italiana di Sociologia, si propone di individuare nell'immaginario una possibile via d'accesso alla comprensione profonda della vita sociale. Prefazione di Domenico Secondulfo."" -
Doppia pena. Il carcere delle donne
Nel dibattito pubblico la parola carcere rimanda all'assioma pena uguale carcere. Ma poco si conosce della concreta vita dei detenuti. Ancora meno delle detenute, un doppio silenzio che corrisponde a una doppia pena: il carcere per le donne è più duro, implica peggiori condizioni anche di trattamento; secondo gli stereotipi, la donna criminale tradisce femminilità e vocazione materna; in assenza delle donne rischiano di disfarsi le reti familiari. I testi che compongono questo libro sono l'opera di autrici che in forma e titolo diverso hanno sperimentato, nei fatti, il carcere e le sue problematiche: testimoni attive che hanno raccolto sul campo materiale per le proprie riflessioni. Il filo rosso dei loro interventi è la parola responsabilità, è lo sguardo rivolto alla soggettività delle donne, alla loro forza e resilienza, alle strategie di tenuta, alla riaffermazione dei propri diritti. La società che offre opportunità a chi ha condannato si dà un'opportunità di diventare migliore. -
Il mezzo secolo deleuziano. Leggere oggi «Differenza e ripetizione»
A cinquant'anni dalla sua pubblicazione, ""Differenza e ripetizione"""" (1968), a differenza di altri testi di Gilles Deleuze, non ha ancora trovato la sua piena leggibilità. Al di là di una cerchia relativamente ristretta di studiosi, questa pietra miliare del pensiero filosofico novecentesco resta tutto sommato poco conosciuta, anche a causa della sua formidabile complessità. I cinque saggi qui raccolti mostrano come sia possibile incontrare oggi questo libro e farne uso a partire dall'esigenza filosofica di ripensare, con e attraverso Deleuze, le questioni dell'apprendimento, dell'ontologia, del pensiero, dell'eterno ritorno e del corpo. Si disegnano così cinque percorsi di lettura che offrono al lettore altrettanti fili di Arianna per perdersi e ritrovarsi in questo testo labirintico."" -
Metodi della singolarità. Compiti impossibili tra pensiero e poesia
La massima goethiana in cui la teoria viene fatta coincidere con i fenomeni stessi rappresenta una delle migliori assunzioni di un'esperienza che si propone continuamente al lettore non totalmente consegnato a precostituiti protocolli interpretativi: quella in cui il gesto essenziale di una scrittura la solleva dalla condizione di oggetto per farla divenire evento che mette radicalmente in questione le categorie di chi la interroga. Scarto questo in cui invenzione poetica, esercizio critico e speculazione filosofica lasciano trasparire una fibra omogenea, pur declinata in vario modo, di cui è possibile cogliere la portata quando tra esse si sviluppa un'interazione vissuta come necessaria. L'ascolto dei testi letterari, il prolungarsi della loro voce nel discorso critico, le risposte del pensiero alle evidenze con le quali poesia e arte non cessano di provocarlo, possono combinarsi nell'allestire lo spazio di un lavoro affine per natura e destino ai freudiani ""compiti impossibili""""."" -
La lezione di Pasolini
Poeta, scrittore, regista, giornalista e acuto osservatore dei mutamenti sociali, Pasolini ha lasciato un segno in ognuno dei campi in cui ha riversato il proprio talento artistico e intellettuale. Letterati, filosofi, psicoanalisti e studiosi di cinema ne interrogano i diversi volti, lontano da ogni intento agiografico, per cogliere la viva attualità dell'opera e della riflessione dell'autore nelle sue diverse declinazioni. Quale, insomma, l'eredità di Pasolini oggi? -
Essere Zero. Ontologia di Piero Manzoni
Una riflessione su filosofia e arte. ""Essere Zero"""" è formula icastica per il Kombinat di ontologia e avanguardia (il Gruppo Zero, il Nul Group olandese, ma anche lo Spazialismo) che fu tipico in particolare della seconda metà del '900. Il secolo della Krisis trovò infatti la sua autocoscienza artistica più radicale proprio nelle avanguardie precedenti la prima guerra mondiale (Futurismo, Cubismo, Dada) e successive alla seconda. La vita e l'opera di Piero Manzoni furono estreme, intense e drammatiche. Influenzato dall'esperienza futurista e dadaista, Manzoni raggiunse a cavallo fra gli anni '50 e '60, in concordia discors con Lucio Fontana, Yves Klein, Alberto Burri, la sua più peculiare cifra estetica e teorica. Questo libro restituisce il senso di una vicenda unica, in prospettiva critica ma filosoficamente rigorosa."" -
A ciascuno il suo lago
I racconti, in stile minimalista, hanno come centro l'intimità dell'uomo e dello scrittore sullo sfondo della dimensione urbana. In essi sono affrontati temi quali l'amore e la tristezza, l'esistenza e la morte, il dolore e la demarcazione dell'identità. La narrazione segue la forma del racconto breve, fatta eccezione per la storia più lunga, ""Nikolaj e il lago d'inchiostro"""", definita dall'autore stesso una metafinzione storiografica. Attraverso un processo di aderenza tra narrazione e finzione siamo proiettati in un'introspezione che vuole ristabilire il rapporto tra testo e lettore, sia che ciò avvenga tra le pareti di una stanza di hotel, tra le vie nebbiose della città, nei ricordi o nel legame tra arte e inconscio. A ciascuno il suo lago."" -
Depressione e omeopatia. Con una materia medica di 20 rimedi
Questo libro è il risultato di un'esperienza clinica più che ventennale su patologie psichiche di genere depressivo, dove al trattamento di tipo psicoanalitico è stato congiunto l'uso dei rimedi omeopatici. Ciò ha permesso, oltre a un'efficace pratica terapeutica, di poter seguire costantemente gli effetti dei rimedi nell'area psichica, rivelando oltre alla loro validità aspetti ancora poco conosciuti. L'autore, sostenendo il valore scientifico dell'omeopatia (che persegue leggi di Natura), afferma inoltre che essa rappresenta non un'alternativa, ma un'evoluzione nel campo della terapeutica. Infatti il rimedio omeopatico, sollecitando una reazione del soggetto come unità, permette di superare la separazione tra fisico e psichico, e di individualizzare la terapia delegando allo stesso soggetto il suo processo di cura. La scelta dei 20 rimedi proposti nella Materia Medica è dettata dall'esperienza clinica che l'autore ha di essi, poiché solo la prassi e l'osservazione può dare in quest'ambito una conoscenza attendibile. Inoltre vengono delineate le diversità degli stati depressivi su cui ogni rimedio nella similitudine può intervenire; fornendo in tal modo nuovi elementi conoscitivi non solo agli omeopati (e a chi si cura con essi), ma anche a chi opera nel campo delle psicoterapie. -
Per non cadere nel vuoto. Riscoprire il neonato con Esther Bick
Dina Vallino offre un'analisi approfondita dell'opera di Esther Bick, volta a far emergere la sua originale, ma spesso trascurata, concezione del neonato. Attraverso un'attenta lettura dei suoi scritti, Vallino ricostruisce l'ideazione, a partire dall'osservazione dei concetti di auto-contenimento, seconda pelle e adesività, mostrandone l'evoluzione concettuale negli anni. Il saggio viene pubblicato insieme a una nuova traduzione della conferenza di Esther Bick del 1975 e a passi salienti del suo insegnamento orale del 1970 e del 1977. L'edizione è arricchita dalla traduzione di tre importanti scritti di Donald Meltzer che gettano nuova luce sulle nozioni di identificazione adesiva, looping e punto-morto. -
La verità del non-vero. Tre studi su Adorno, teoria critica ed estetica
Nel pensiero di Theodor W. Adorno, esponente di spicco della teoria critica della società legata alla Scuola di Francoforte, la questione della verità gioca un ruolo importante e viene analizzata seguendo un approccio dialettico-negativo che porta a mettere in luce e a enfatizzare l'intreccio di aspetti filosofici diversi (teoretici, estetici, etici, metafisici) che vengono a raccogliersi come in una costellazione intorno alla domanda sulla verità. D'altra parte, proprio la coerenza e il rigore dell'approccio dialettico adorniano, imperniato sulle nozioni di mediazione e di negazione determinata, spingono il filosofo tedesco a porre sempre la questione della verità in relazione con quella della non-verità dei fenomeni presi in esame, ovvero a porre la questione dell'intreccio mediato della verità con il suo altro od opposto. Il libro prende in esame questo complesso di problemi a vari livelli, confrontandosi con la natura aperta e plurale del pensiero di Adorno e investigando la tematica della verità del non-vero (e, viceversa, della non-verità che spesso inerisce al vero) in relazione ad ambiti diversi (conoscenza, morale, storia, musica) e ad autori diversi (Hegel, Kant, Nietzsche, Schönberg, Stravinskij), tutti parimenti decisivi per la comprensione della filosofia di Adorno. -
Gli infiniti silenzi di Giacomo Leopardi
Per un poeta-filosofo come Giacomo Leopardi, in cui il canto, i suoni, la voce occupano un posto assolutamente rilevante, sembra quasi impossibile poter parlare di silenzio, addirittura di tanti e diversi modi di silenzio. Eppure il silenzio in Leopardi rappresenta un momento essenziale di riflessione ermeneutica: su se stesso, sulla propria esistenza e sui propri desideri di gloria; sulla caduta inesorabile delle illusioni giovanili; sulla persistenza, o meglio, sulla provvisorietà della storia, soprattutto quella degli antichi, e dei suoi insegnamenti; sulla natura delle cose, del cosmo e dello spazio; sulla morte e la precarietà degli esseri sensibili (uomini, animali, piante). Infiniti silenzi che mirano tutti, come sempre accade nell'opera di Leopardi, sia in versi sia in prosa, a porre l'umanità di fronte alla propria fragilità e al proprio dolore - ""fatali"""" entrambi - di cui unica responsabile è la Natura, """"madre... di parto e di voler matrigna""""."" -
Un silenzio aurorale. Per una medicina tra scienza e cura
L'ospedale come luogo di cura e di conoscenza. Come crocevia di linguaggi. I silenzi della giornata ospedaliera. Dove sono e come sono. Nell'elaborazione della diagnosi. In terapia intensiva. A fianco del malato terminale. Nell'ascolto delle storie di vita dei pazienti. Il racconto di un'esperienza pratica. Da una crepa troppo ampia non passa alcuna meraviglia. -
Singolare femminile. Perché le donne devono fare silenzio
Il silenzio è un attributo femminile da secoli e nelle più diverse culture: una storia del silenzio è sempre una storia delle donne. rnUna rapida consultazione di detti e motti antichi rivela la facile equivalenza di donne e silenzio. Tacere compete a un femminile ciarliero e svalutato, che fa un uso improprio e frivolo della lingua, opposto, di volta in volta, alla razionalità, al giudizio, all’autocontrollo, al rispetto delle norme sociali o religiose. I proverbi dicono, in tutte le lingue, che ""il silenzio è il miglior ornamento di una donna"""": parte da qui un viaggio nel tacere femminile scelto e imposto, cercato e subito. E nelle donne che lo incarnano: eroine letterarie, personaggi reali o d'immaginazione, archetipi in cui risuona il destino comune e pur tuttavia l'esperienza singolare femminile. Tacita, Penelope, la Mite, le Sirene, Difred, Maria sono i nomi di migliaia di madri, figlie, spose, esistenze anonime ridotte al silenzio. Che qui tornano a parlare.""