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Versi per dopodomani. Percorsi di lettura nell'opera di Durs Grünbein
Nato a Dresda nel 1962, Durs Grünbein è senza dubbio la voce più significativa della poesia tedesca contemporanea. Le sue opere, che godono di un'assidua ricezione internazionale, sono state ampiamente tradotte e studiate anche in Italia. Tuttavia manca a oggi una raccolta di saggi che tracci un quadro organico della raffinata ed eclettica poetica dell'autore. Il presente volume, concepito come un companion per il lettore italiano, intende offrire - attraverso percorsi di lettura tematici e per opere - una panoramica sulla poesia e la saggistica di Grünbein, esplorando i nuclei essenziali della sua produzione (il corpo, la storia, la memoria, il dialogo con la filosofi a e le arti) e al contempo ampliando l'orizzonte su territori critici nuovi e su testi più recenti. Il volume si chiude con una sezione dedicata alle poesie ""italiane"""" di Grünbein, alla sua ricezione nel nostro Paese e al suo rapporto con la tradizione letteraria italiana."" -
Maschi in bilico. Uomini italiani dalla Ricostruzione all'era digitale
Che cosa sappiamo della vasta platea degli uomini italiani? Le ricerche scientifiche, la letteratura di divulgazione, il sistema mediatico ci consegnano un profilo contraddittorio, dai limiti incerti, ancorato agli stereotipi tradizionali (il ""latin lover"""", il patriarca, l'antieroe, il """"Peter Pan"""") in larga misura sorpassati, ma che legittimano il pregiudizio di un maschio italiano condannato a una perenne immobilità. Una rappresentazione spesso lontana dai problemi essenziali e dalla dinamica della vita concreta degli uomini. Questo libro viceversa punta la lente sul mutamento, attraverso la ricostruzione dell'esperienza maschile, negli anni tumultuosi a partire dal secondo dopoguerra. Attenzione particolare viene assegnata alle diverse stratificazioni che si sono formate all'interno degli uomini del nostro Paese, specialmente nell'ultimo decennio, connotato da una crisi economica e sociale che ha fortemente inciso su diversi capisaldi della mascolinità italiana tradizionale, già messa in discussione dal cambiamento epocale del mondo femminile, che ha comportato la ridefinizione dei """"rapporti di genere"""" anche nella società italiana."" -
Minority reports (2018). Vol. 6: Partecipazione e innovazione-Partecipation and innovation.
Contribuiti di Giampiero Griffo, Mina Lomuscio, Marta Collu, Fabrizio Mezzalana, Laura Abet, Gaetano De Luca, Giulia Grazioli, Giovanni Merlo, Debora Teruggia, Rita Barbuto, Mario Biggeri, Federico Ciani, Francesca Ortali, Luisa Borgia, Donata Pagetti Vivanti, Luisa Bosisio Fazzi, Carlo Francescutti. -
Giovani e rivoluzionari. Un'autobiografia dentro l'arte degli anni Sessanta
"Nelle osterie che frequentavamo di più, tipo il Pino Pomè o la Maria alla Magolfa bocciofila, o il Pino alla Parete, giravano due ragazzi simpaticissimi con chitarre e canzoni lombarde, ed erano il Cochi e il Renato. Al Jamaica trovavi la Mariangela Melato, o il Gian Maria Volonté, che studiavano al 'Piccolo'. Si andava spesso in una casa molto ospitale del Franco che poi risultò essere il Franco Maria Ricci. Nel 1973 curavo, nell'atrio della Triennale, un ambiente totale di vuoto, fuori dall'abituale monumentalismo. Vi realizzai delle performance di artisti, e una fu di Franco Battiato, anche lui senza soldi come tutti, dormiva in casa del Marco Mondadori.""""" -
Ampliamento dell'Accademia allo Scalo Farini. Indirizzi di un progetto architettonico. Catalogo della mostra (Milano, 27 febbraio-10 marzo 2019). Ediz. illustrata
"L'inaugurazione del suo nuovo anno accademico 2018-2019 all'ex Scalo Farini è l'espressione di una grande conquista per l'Accademia di belle arti di Brera, esito di un laborioso percorso che permetterà alla nostra antica istituzione di manifestare appieno le proprie eccellenze, nel cuore di quello che diventerà uno dei poli culturali più vivi nel futuro progetto di sviluppo urbanistico di Milano."""" (dalla presentazione di Ferruccio Resta)" -
Martin Heidegger. Pensare senza fondamenti
Il pensiero di Martin Heidegger vuole prendere le distanze dalla tradizione filosofica che intende come storia della metafisica. Il risultato che ne consegue consiste in una demolizione di ogni fondamento a partire, in particolar modo, dal principio di ragione, momento fondante non solo della gnoseologia moderna ma anche, secondo Heidegger, della sua ontologia. Heidegger, che resta al centro del dibattito filosofico, sale alla ribalta dell'attenzione mediatica per gli aspetti della sua lunga e tormentata esistenza, che hanno diviso gli interpreti in difensori e pubblici ministeri soprattutto dopo la pubblicazione degli Schwarze Hefte. Questa ricerca non intende entrare nella querelle sull'antisemitismo heideggeriano, ma non cerca nemmeno di evitare il problema, indagando il rapporto che il filosofo ebbe con il mondo ebraico. L'ipotesi di lavoro che si è tenuta presente è stata quella di un'anarchia del pensiero heideggeriano, di una totale assenza di fondamento (Abgrund), rispetto ai principi della riflessione metafisica, anche in virtù della voce dei poeti. -
Violenza delle parole parole della violenza. Percorsi storico-linguistici
La tematizzazione della violenza comporta l'assunzione della sua dimensione culturale, mutevole nello spazio e nel tempo, e della sua connaturata ambiguità, poiché la violenza si ascrive spontaneamente alla categoria del ""male"""" ma può essere giustificata in nome di un """"bene"""" o del """"Bene"""". Superato il concetto di """"civiltà"""" pregiudizialmente etnocentrico (prerequisito necessario ma non scontato), al cui vaglio ancora soggiace certa lettura dei fatti umani, la violenza perde i connotati dell'eccezionalità. Appare come elemento permanente e invasivo della storia umana, come una componente intrinseca ai comportamenti pubblici e privati, individuali e collettivi, quasi un dato impresso nel patrimonio genetico dell'umanità. In quest'ottica ogni cultura non può che incontrare varie forme di violenza e con esse variamente relazionarsi, per gestirle, neutralizzarle, indirizzarle, istituzionalizzarle, eventualmente fruirle. D'altra parte la violenza dell'essere umano non può essere ricondotta, in nome della sua riconosciuta generale pervasività, a mero fatto biologico, ad attitudine istintuale e animalesca, né liquidata come silenzio della coscienza, poiché trova sostanza nello """"scorrere ininterrotto di pratiche, discorsi, parole e gesti costitutivi e costituenti"""". Questo libro propone una riflessione articolata e multidisciplinare sul tema della violenza verbale, cioè individuabile nella comunicazione orale e scritta, letteraria e mediatica, privata e pubblica, in modo esplicito ma anche implicito o neutralizzato. L'obiettivo è quello di cogliere aree di intersezione e contiguità come elementi di rottura, registrabili nel passaggio fra una lingua e l'altra, ma anche fra diversi contesti storico-culturali, nella convinzione che maturare una più profonda coscienza della comunicazione sia strumento indispensabile per """"incontrare"""" l'Altro."" -
Atomi, corpi, amori. Saggio su Montaigne
Montaigne è davvero un premoderno ancorato all'estenuata mimica intellettuale di coloro che oggi amano presentarsi con l'abito multicolore dei postmoderni, come decretò Jean Starobinski in un libro famoso? La lente interpretativa di Carlo Montaleone offre una prospettiva molto diversa. L'immagine dell'autore dei Saggi profilata nelle pagine di Atomi, corpi, amori richiama piuttosto i caratteri di un pensatore ""lucreziano"""", che utilizzò la facoltà di raziocinio inflessibilmente, fino alle estreme possibilità offerte dal linguaggio. Il corpo, la malattia, il senso di sé e dell'alterità, l'immaginazione, il livellamento ontologico al quale non si sottrae alcun essere vivente, la complessità della comunicazione umana e infi ne l'artiglio acuminato dell'amore: sono questi i temi, o piuttosto i passages, che Carlo Montaleone affronta e che fanno di questo libro una ricerca profondamente nuova."" -
Vecchi maestri e nuovi mostri. Tendenze e prospettive della narrativa horror all'inizio del nuovo millennio
Se la letteratura di genere ha sempre rappresentato lo spazio privilegiato per l'emersione del represso e del non detto, che posizione occupa la letteratura dell'orrore nella nostra società, e quali angosce, tensioni, conflitti si incarica di incarnare e rappresentare, seppur in maniera filtrata e ambivalente? I contributi esplorano il rapporto tra vecchie e nuove forme dell'horror nei territori della letteratura globale contemporanea, del fumetto, del videogioco, del giornalismo. Le analisi spaziano da testi di King, VanderMeer, DeLillo, WuMing, Ligotti e Lovecraft a Dante's Inferno e Go Nagai; gli interventi teorici forniscono una fondamentale messa a punto per orientarsi nella galassia di un genere - l'horror - che non smette di espandersi e rinnovarsi. -
Abitudine e follia. Studi di storia della filosofia e della psicologia
Il dibattito sui temi dell'abitudine e della follia ha attraversato l'intero arco del pensiero filosofico e psicologico. Nonostante la loro apparente marginalità o appartenenza ad ambiti di discussione specifici e specialistici, abitudine e follia rappresentano a ben vedere due categorie dalle svariate implicazioni teoriche. Ponendosi, infatti, all'incontro di più prospettive d'indagine, esse hanno avuto la capacità di favorire l'interazione tra sapere medico, psichiatrico e psicologico, ma soprattutto di sollecitare lo sguardo filosofico e condurlo a una revisione dei propri presupposti. La natura stessa di questi fenomeni, d'altronde, richiede la collaborazione di competenze tra loro eterogenee, giacché entrambi si situano in una zona di confine e incontro, dove il fisico si unisce allo psichico e il pensiero entra in relazione con l'organico. Passando attraverso vari autori e dottrine - soprattutto appartenenti alla riflessione francese ottocentesca -, questo testo intende presentare differenti letture sui concetti di abitudine e follia, mostrandone il ruolo nello sviluppo del pensiero filosofico e psicologico. -
Melchiorre Sessa tipografo ed editore (Venezia 1506-1555)
Melchiorre Sessa e i suoi eredi furono, prima di tutto e in senso pieno, editori. La loro attività si estendeva sui due versanti dell'editoria, quello della produzione e quello della vendita dei libri. Da una parte erano attenti agli autori, ai testi e alla loro resa tipografica, in una parola alla formazione del catalogo, anche grazie ad accordi con altri tipografi più di loro versati in particolari tipi di testi. Sul versante delle vendite i Sessa si inserirono con efficacia su una rete commerciale già ben consolidata che, partendo da Venezia, consentiva di far giungere ogni sorta di mercanzie in tutta Italia. Dobbiamo, pertanto, essere grati a Silvia Curi Nicolardi che, in anni di continuo lavoro in archivi, biblioteche e ultimamente anche sulla rete, ha costruito questa bella macchina di documentazione e di analisi delle edizioni di Melchiorre Sessa, cui possiamo d'ora in poi attingere con grande profitto per la conoscenza della sua produzione editoriale, specchio fedele della vita e della cultura veneziana e italiana del Cinquecento. -
Vita nello spazio. Sull'esperienza affettiva dell'architettura
Sin dalla fine del XIX secolo, il termine spazio ricorre costantemente nella letteratura architettonica: tuttavia, a fronte di questa centralità, la riflessione teorica in merito appare oggi inadeguata, minata da una vaghezza che la rende inapplicabile come strumento per la pratica del progetto. Nelle scienze umane, negli ultimi venti anni si è assistito a uno spatial turn che ha investito trasversalmente la geografia umana, l’antropologia e la filosofia, con ramificazioni nelle scienze cognitive. Le ricadute di questa evoluzione culturale sull’architettura sono state occasionali e asistematiche: questo volume si pone dunque l’obiettivo di declinare tali saperi verso il progetto architettonico, tramite la descrizione di un modello di spazio che tenga conto della complessità e ricchezza dell’esperienza che il soggetto fa dell’ambiente. Al centro dell’indagine viene posta la relazione dinamica tra percezione, movimento ed emozione, basata sulla corporeità del soggetto e sulla sua risposta preriflessiva. -
Verbum et imago coincidunt. Il linguaggio come specchio vivo in Cusano
I saggi qui raccolti sono dedicati alla natura, al potere e alla finalità della parola e dell'immagine nel pensiero di Niccolò Cusano. Una metafisica del linguaggio si esprime in un complesso coordinato di congetture che è in grado, da un lato, di abbracciare e sovrapporsi a tutto il reale e, dall'altro, di tradurre la verità, sebbene sempre in modo approssimativo ed enigmatico. La parola, in cui alberga il germe della sapienza, può distendere il suo valore veritativo secondo la logica transitiva della ragione oppure intensificare la propria carica simbolica nel segno di una scienza enigmatica. Il piano della congettura vibra, allora, tra la raffigurazione e l'enigma, tra la positività dell'immagine e la lontananza della verità. La congettura è, nel contempo, immagine della divinità e rappresentazione della natura, stretto varco verso il nascosto e l'incommensurabile e passaggio all'esperienza del mondo sensibile. La parola congetturale, inoltre, è in grado di rappresentare lo statuto dell'essere umano: un ente che è insieme viva immagine di Dio e problematica contrazione della divinità. -
Rete oppio dei popoli. Internet, social network, tecno-cultura: la morsa digitale della civiltà
Tutti oggi celebrano la vita online. Fruitori disinteressati, entusiasti sostenitori, ma anche critici e alternativi, non hanno dubbi: la tecno-cultura, di cui internet e i social media costituiscono il suggello più moderno, è una manna. Eppure, a trent'anni dall'invenzione del web, è sempre più chiaro che la promessa di un mondo trasformato in un villaggio globale di persone libere e sapienti è stata solo l'ennesima esca. Quel che la rete ha portato nella nostra vita non ha nulla a che fare con ciò che gli illusionisti della Silicon Valley (e i loro missionari disseminati ovunque) hanno promesso e continuano a spacciare: mentre si regge sulla sistematica distruzione del pianeta e sullo sfruttamento schiavistico di popolazioni intere, la società digitale sta compromettendo gli ultimi residui di socialità e di autonomia individuale, rendendo ogni soggetto un utente indifferenziato sempre più isolato, omologato, dipendente dal tecno-mondo. Allo stesso tempo, rinchiude tutti in un claustrofobico universo di sintesi totalmente programmato, mercifi cato, iper-sorvegliato. Enrico Manicardi prosegue qui la sua analisi critica della modernità. La società dell'interconnessione non è una ""rivoluzione"""": è solo l'ultima fase di quella millenaria guerra alla natura che abbiamo chiamato civiltà."" -
Odissea embrionale. Fecondazione in viro, eterologa e surroga di gravidanza: problemi di salute, giuridici e sociali
Le tecnologie riproduttive rappresentano un'arena di conflitto che attraversa appartenenze politiche e religiose, campi del sapere e movimenti sociali (pensiamo alle fratture nel femminismo e nella galassia Lgbtia Queer). Questo lavoro è frutto di un approccio multidisciplinare: offre contributi di tipo medico, giuridico, sociologico e scritti politici. Ospita idee diverse e anche confliggenti su alcuni nodi riguardanti eterologa e surroga di gravidanza - aprendo interrogativi anche sulle tecniche di fecondazione in vitro, di cui non si possono più tacere i rischi per la salute di bambini e bambine. Un'altra peculiarità di questa raccolta è la presenza di contributi sia accademici sia provenienti dal mondo dell'attivismo - ove persiste la difficoltà di trovare una posizione ""mediana"""" tra il divieto assoluto ben motivato dal fronte abolizionista e un neoliberismo riproduttivo, acritico nei confronti delle tecnologie e dei suoi costi umani. Forse proprio questi ultimi - finora rimossi dal dibattito - possono rappresentare un terreno di ricomposizione politica."" -
Dalla paura alla parola. Emozioni e linguaggio
Le parole rappresentano la fantastica meraviglia che consente di scoprire mondi interni ed esterni, e sono i romanzi - oggetti fatti di parole - il luogo in cui le emozioni sono minuziosamente analizzate. La valutazione negativa, che in buona parte della cultura occidentale ha per lungo tempo caratterizzato questo tratto umano, è stata causata anche dall'aver dimenticato sia fondamentali riflessioni aristoteliche sia l'indissolubile legame del linguaggio, a partire dalla nascita della psicanalisi - la scienza dell'anima -, con le emozioni, poiché il suo uso è finalizzato al risanamento di un vissuto emotivo negativo. Linguaggio ed emozioni sono per natura 'logos-dialogue' poiché hanno una configurazione relazionale e sociale. Difatti, la peculiarità che ci contrassegna è proprio l'inscindibile interazione fra questi due aspetti, tanto che la nostra abilità nel produrre artefatti è strettamente connessa alla raffinatezza delle nostre emozioni e alla congiunta raffinatezza della struttura linguistica. Emozioni, linguaggio e cultura sono quindi caposaldi intrecciati in un inviluppo inestricabile. -
Non ho mai ucciso un ebreo. Distorsione della realtà e devozione all'ubbidienza in Adolf Eichmann
Attraverso l'analisi di una serie di documenti, questo testo dimostra come una condizione di distorsione della realtà e di devozione all'ubbidienza permisero a Adolf Eichmann di organizzare le deportazioni degli ebrei europei verso i campi di sterminio senza considerarsi responsabile della loro morte. Sostenuto da un processo di distanziamento e di negazione della realtà, infatti, Eichmann riuscì a neutralizzare le proprie incertezze e i propri conflitti di coscienza rispetto al genocidio ebraico, una condizione che confermerebbe l'idea di Hannah Arendt secondo cui Eichmann non era presente a se stesso nel compiere i propri crimini. Ciò spiegherebbe perché egli fu sempre convinto di non aver mai ucciso nonostante l'evidenza dei fatti. Questa condizione di distorsione della realtà avallerebbe dunque la tesi arendtiana sull'incapacità di Eichmann di pensare alle conseguenze delle proprie azioni e confuterebbe le varie tesi volte a decostruire il concetto di ""banalità del male""""."" -
Scritti d'arte (1889-1892)
Gabriel Albert Aurier (1865-1892), benché scomparso giovanissimo a soli 27 anni, è stato uno degli intellettuali più importanti della fin-de-siècle. Poeta, filosofo, scrittore, teorico e critico d'arte, ha collaborato con le maggiori testate del suo tempo: ""Le Moderniste Illustré"""", """"La Revue Encyclopédique"""", """"La Revue indépendante"""", """"Le Décadent"""" e il famoso """"Mercure de France"""". Tra i suoi numerosi testi, particolare importanza rivestono gli scritti d'arte, i quali affrontano con spirito acuto e spregiudicato (da critico militante) i principali movimenti artistici a lui contemporanei, dall'Impressionismo al Simbolismo, singole personalità d'eccezione come, per esempio, Vincent Van Gogh, oltreché alcune importanti manifestazioni artistiche quali l'Exposition Universelle de Paris del 1899 e i Salon del 1891. Ogni testo è preceduto da un saggio critico che introduce il lettore alla """"scoperta"""" della prosa suggestiva dell'autore francese."" -
Essere e divenire. Riflessioni sull'incontradditorietà a partire da Fichte
Un volume a due voci: quella di Massimo Donà e quella di Gaetano Rametta - due filosofi che tornano a fare i conti con Fichte per riconsiderare in toto il modo in cui la filosofia s'è declinata nel corso del Novecento. A partire da Fichte, cioè, per ripensare categorie intorno alle quali s'è disegnata l'intera vicenda Occidente. Un tentativo coraggioso, volto a ripensare anzitutto il rapporto ""essere-divenire"""", di là dalle stanche e spesso """"apparenti"""" contrapposizioni che hanno visto schierarsi su fronti contrapposti i cosiddetti filosofi dell'essere e i cosiddetti filosofi del divenire. Di là dall'idea ormai consolidata secondo cui la metafisica avrebbe fatto definitivamente i conti con la questione dell'essere, liberando e consegnando la scena dell'esperienza a un divenire del tutto arbitrario, contingente e casuale. Un volume che, peraltro, nel ridisegnare ex novo il rapporto tra queste due architravi della concettualità filosofica, giunge da ultimo anche a una radicale ridefinizione del concetto di non-contraddizione. Finendo per svincolarlo dal tocco pietrificante dell'elenchos - con cui, sino a Emanuele Severino, si è sempre preteso di garantirne la solidità."" -
La piccola verità. Quattro saggi su Manlio Sgalambro
Può darsi pessimismo senza voltare le spalle all'essere e alla filosofia tradizionalmente intesi? Sgalambro fu veramente un filosofo intellettualmente isolato? Come amare Spinoza e allo stesso tempo capovolgerlo radicalmente? Come considerare l'attenzione di Sgalambro alla musica, prima dell'incontro con Battiato e a prescindere da quello? A cinque anni dalla morte dell'autore questo volume intende rispondere a questi e ad altri interrogativi altrettanto cruciali attorno all'unico vero grande ""caso"""" della filosofia italiana della seconda metà del Novecento, rifacendosi unicamente a una solida base storico-filosofica.""