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Nel cerchio dell'arte. Mostre multimediali al Centro Trevi di Bolzano dal 2012 al 2019. Ediz. illustrata
Il volume racconta e documenta con ricchezza di immagini e testimonianze la serie di mostre multimediali dal titolo collettivo ""Nel cerchio dell'arte"""", realizzate al Centro Trevi di Bolzano fra il 2012 e il 2019. Donne d'arte, Paesaggio a Nordest, Conflitto, tempo & denaro, ArteSport, hanno coinvolto il pubblico di ogni età nell'esplorazione interattiva di grandi temi trasversali, presentati attraverso la lente dell'arte di tutti i tempi. Accolti prima all'interno di uno spazio circolare avvolgente con una multivisione, accompagnati poi alla lettura delle opere, con dispositivi tecnologici avanzati, i visitatori arrivavano a concludere il loro percorso di fronte ad alcuni capolavori originali. Questo testo, oltre a essere il diario di un'esperienza positiva innovativa, vuole essere anche una guida concreta per l'applicazione del format ad altri viaggi Interattivi nell'arte e nella cultura. I curatori del testo: Antonella Sbrilli, Maria Stella Bottai, Nicola Mittempergher, Paolo Fenu."" -
Modernità infinita. Saggio sul rapporto tra spazio e potere
Come si configura il rapporto tra lo spazio e il potere nell'epoca contemporanea? È possibile offrire una concettualizzazione dei processi di spazializzazione del politico e di politicizzazione dello spazio che organizzano il nostro mondo? La diagnosi postmoderna, che vede nella modernità un'epoca ormai superata, ha offerto una risposta eccessivamente affrettata a queste domande. Nella nostra epoca le logiche e le strutture spazio-politiche ereditate dalla modernità sembrano infatti radicalizzarsi precisamente in virtù della crisi che le attraversa. Da questo punto di vista la modernità non va pensata né come un affare del passato né come una presenza fantasmatica, bensì come un orizzonte di senso in continua tensione. Attraverso un confronto serrato con autori e teorie decisivi per comprendere le strutture del moderno e la loro persistenza, il saggio si propone di ricostruire la storia filosofica e di rintracciare simboli e sintomi di quella che potremmo definire ""epoca ultramoderna""""."" -
Retoriche dell'immagine
Retoriche dell'immagine ha il fascino del diario di bordo, di una lunga e appassionata navigazione nello spazio e nel tempo, che, passo dopo passo, ci conduce in un labirinto in cui si addensano e si snodano le pratiche del generare immagini assieme alla varietà dei modi di incontrarle, di leggerle e di interpretarle. Ma per poter entrare in questo gioco di decifrazione dell'immagine occorre una lettura attenta, ""lenta"""" - ammonisce l'autore - in cui evitare la superficialità dell'appariscenza, del contrasto violento. Mostrare e nascondere, ostentare e mimetizzare: su queste opposizioni si avventura il discorso, logicamente omogeneo ma frutto di una sintesi di interessi assolutamente eterogenei. Un discorso teso a fornire gli elementi per un'educazione dello sguardo, quale modo discreto per far emergere e liberare la capacità di guardare di ciascuno, in libertà, oltre le affascinazioni o le imposizioni d'autorità, più o meno a effetto. Il lettore viene così introdotto in un percorso di svelamento, di illuminazioni, che a partire dallo sguardo sulle immagini - che sono """"duplicazione"""" o """"sostituto"""" della realtà - si apre ai meccanismi di conoscenza del reale. Inroduzione di Claudio Cerritelli ed Elisabetta Longari, postfazione di Salvatore Veca."" -
Nuovi incontri con la macchina. Scritti meta-scientifci
I confronti avuti con numerosi giovani nel corso di Epistemologia della macchina, nella Scuola di Dottorato del Politecnico di Torino, da alcuni anni producono una serie di brevi libere ""scritture"""" che potremmo definire """"ai confini della realtà"""". I capitoli di questo libro sono il frutto di originali ed extravaganti elaborazioni realizzate da una quarantina di dottorandi che, pur provenendo dalle più disparate aree culturali (sempre afferenti alla cultura politecnica), hanno sperimentato l'avventura di valicare i confini delle proprie discipline. Parlare di fanta-scienza sarebbe inopportuno, perché invece è proprio l'immaginazione, a volte irriverente verso i dogmi della scienza, l'unico mezzo per mettere a fuoco ciò che ancora non è parte di una disciplina comprovata. E, sebbene alcune affermazioni faranno sorridere, basterà aspettare per poterne verificare la valenza, se non """"scientifica"""", almeno utopistica. Perché le domande di fondo restano: Che cos'è la scienza? Che cos'è la tecnica? Quale sarà il nostro futuro?"" -
Al cuore della ragione, la fenomenologia
Riproporre oggi il problema dell'attualità del gesto fenomenologico, o, per riprendere la domanda di Croce a proposito di Hegel, di ""ciò che è vivo e di ciò che è morto"""" nella fenomenologia, presuppone di collocare quest'ultima nel contesto della filosofia nel suo complesso, e quindi di confrontarla con altre correnti e altri metodi. Questo è il progetto del libro di Claude Romano, unico nel suo genere. La tesi è che la fenomenologia non può essere compresa solo come un ritorno all'esperienza, o una filosofia descrittiva; ciò che è in gioco in essa è la questione dei rapporti tra linguaggio ed esperienza, la messa in luce di strutture prelinguistiche immanenti all'esperienza stessa e di significati """"muti"""" che la attraversano. In poche parole, la riproposizione del problema della ragione. La fenomenologia ha infatti opposto a una razionalità striminzita (quella della logica e della matematica) quel che Husserl chiamava una razionalità """"di gran cuore"""", capace di accogliere in sé il suo altro, cioè la sensibilità. Quello che la fenomenologia ha elaborato prevalentemente è una nuova immagine della ragione. In questo lavoro di ridefinizione della fenomenologia e dei suoi compiti, tramite un dialogo sostenuto tra filosofia analitica e continentale, Romano ci propone una traversata dell'intero pensiero contemporaneo."" -
L' individuazione alla luce delle nozioni di forma e di informazione-Simondoniana. Nuova ediz.
Questo testo costituisce la prima traduzione italiana integrale del capolavoro di Gilbert Simondon (1924-1989): la tesi di dottorato principale. In questo saggio, l'autore promuove una puntuale critica alle classiche concezioni filosofiche delle nozioni di individuo e soggetto, ripensandone le definizioni a partire dal processo che sottende alla loro costituzione ed elaborazione. A tale scopo, Simondon sviluppa alcune significative suggestioni provenienti dalla tradizione della fenomenologia francese, dalla Gestaltpsychologie, dalla Teoria dell'Informazione e dalla Fisica quantistica, articolando, al contempo, una riflessione autonoma e sistematica, atta a ripensare l'individualità alla luce dei contributi delle più recenti teorie scientifiche. Il volume consta della traduzione italiana del monumentale saggio simondoniano, con Prefazione di Jacques Garelli; questa edizione ripresenta nella sua unitarietà complessiva l'opera simondoniana. -
Filosofia futura. Vol. 12: Capitalismo, tecnoscienza, filosofia.
La filosofia futura mette in questione quella che da sempre è ritenuta una evidenza assoluta, secondo la quale ogni cosa del mondo è soggetta all'eterno flusso del divenire. La filosofia futura mostra che tale evidenza è il perimetro all'interno del quale il pensiero occidentale da sempre si stabilisce, e la civiltà dell'Occidente, ormai planetaria, va manifestandosi. L'uomo va alla ricerca del rimedio contro l'angoscia del divenire perché, innanzitutto, crede che il divenire esista. Quando si inizia a mettere in discussione questa fede, si incomincia a mettere in questione la logica stessa del rimedio. -
In aula con Calvino. Un approccio educativo alla formazione degli adulti per lo sviluppo di competenze trasversali
La sfida di questa proposta formativa è quella di coniugare mondi apparentemente distanti come quello delle organizzazioni e della letteratura, mettendo in campo il tema delle competenze trasversali. Come può la narrazione sviluppare una comunicazione efficace, favorire il lavoro di gruppo e aiutare a gestire incertezza e conflittualità? Italo Calvino, eletto da noi moderno formatore, attraverso i suoi scritti, ci permette di tentare questa sfida: il pensiero paradigmatico dialoga con il pensiero narrativo, azienda e letteratura si incontrano e si confrontano in quella che lo scrittore chiamerebbe un'acrobazia dell'intelligenza e dell'immaginazione. Rileggere Calvino, all'interno di un contesto educativo mirato alla formazione in e per l'età adulta, significa proporre vie nuove all'apprendimento, adottando uno sguardo esatto e rigoroso ma, nello stesso tempo, molteplice e leggero, così come suggerito in Lezioni americane. La formazione ritrova le sue radici filosofiche ed epistemologiche, il punto di vista narrativo crea un mutamento di prospettiva, il dominio del ""sapere"""" e del """"saper fare"""" si apre alle sfere soggettuali del """"saper essere"""" e del """"saper divenire"""". Il nuovo vocabolario della formazione aziendale si arricchisce di concetti come narrazione, autobiografi a, relazione, cura, individuo, gruppo, tempo, riflessività. Un approccio educativo alla formazione degli adulti, spunti operativi con uno sguardo teso a intuire e suggerire ulteriori, possibili percorsi di apprendimento: questa la proposta che intendiamo presentare a chi è già formatore o si appresta a diventarlo. Premessa di Gianmarco Gaspari."" -
Trattato di ontologia. Essere e spazio
In questo ""Trattato di ontologia"""" l'autore studia l'azione dell'essere a partire dal basso: dal nostro modo di operare di enti su enti. Svolge dunque una """"ontologia differenziale"""", mediante l'individuazione dei diversi livelli di """"impossibilità trascendentale"""", attraverso cui è necessario passare per pensare. Constatando l'impossibilità di pensare l'oggetto restando al livello di partenza, si evidenzia la necessità di un passaggio a una molteplicità di modi d'essere qualitativamente differenti (spazio, movimento, tempo, memoria etc.), in un percorso ontologico dall'oggettivo al meno oggettivo, mediante metafore linguistiche, che traspongono i significati da un livello all'altro. Dall'ontologia differenziale si passa poi all'ontologia integrale, che ne è l'inverso complementare. L'ontologia integrale dà conto dello spessore ontologico della realtà, nella quale i differenti livelli sono integrati. Ciò avviene mediante un'analisi dell'idea di """"valore assoluto"""", attraverso l'esame dei """"trascendentali"""": bello, vero e bene."" -
Sociologia generale. Vol. 1: logica della ricerca sociale, La.
Pierre Bourdieu (1930-2002) ha consacrato i suoi primi cinque anni d'insegnamento al Collège de France a un corso di sociologia generale. Primo volume dei quattro previsti per l'edizione italiana, ""La logica della ricerca sociale"""" raccoglie le lezioni tenute da aprile 1981 a novembre 1982, dedicate alla teoria della pratica scientifica e all'analisi delle operazioni fondamentali della ricerca sociologica. Ci troviamo così immersi nei temi e nei concetti centrali dello spirito scientifico di Bourdieu: non solo la descrizione della portata euristica delle nozioni di habitus, campo e capitale, ma anche la relazione tra il soggetto della ricerca scientifica e il suo oggetto, la specificità delle operazioni di classificazione e di nominazione in una scienza che si occupa di soggetti che agiscono, pensano, parlano e classificano."" -
Sismografie. Ernst Jünger e la Grande Guerra
L'imprescindibile riflessione di Ernst Jünger sulla Grande Guerra è ritornata al centro del dibattito degli studiosi a partire dalla pubblicazione, avvenuta nel 2010, dei suoi diari di guerra originari. In questo scarno giornale di bordo, Jünger, come un sensibilissimo sismografo, registra il ritmo incalzante delle battaglie e delle marce militari e quello dilatato e quasi surreale delle veglie di guardia notturne, la monotonia e il degrado della vita in trincea e l'inferno di sangue e acciaio della ""guerra di materiali"""", in cui non solo si consumavano i sogni e la vita di intere generazioni di europei, ma vacillavano le stesse fondamenta di un mondo e di una cultura. L'esperienza di guerra rimane il centro propulsore della produzione letteraria e filosofica jüngeriana degli anni Venti e Trenta, improntando di sé la pubblicistica politico-nazionalista degli anni 1919-1933, le riflessioni sull'attualità, le pagine espressioniste del Cuore avventuroso del 1929 e gli scritti sulla mobilitazione totale e sull'affermarsi della nuova epoca dell'Arbeiter dei primi anni Trenta. Essa viene elevata a incomparabile scuola di vita, a prova suprema di valore, a emblema universale della lotta interiore e spirituale che l'uomo deve condurre contro le forze oscure ed elementari. Nel corso della lunga vita di Jünger, che abbraccia un intero secolo, le continue trasformazioni che egli opera su di sé comporteranno, volta per volta, una differente interpretazione della Grande Guerra, evento destinato a segnare in maniera indelebile tutta la sua esistenza e con il quale non ha mai smesso, fino all'ultimo, di misurarsi, alla ricerca di una personale forma di vita e di un'estetica ed etica dell'esistenza, attraverso una pratica incessante della memoria."" -
Morfologie del rapporto parti/tutto. Totalità e complessità nelle filosofie dell'età moderna
Il rapporto parti/tutto è un tema centrale della filosofia moderna. Esso è chiamato in causa nella trattazione dei rapporti fisici tra i corpi, nella concezione della vita e dell'integrità psicofisica dell'uomo, nella riflessione sul suo posto nella natura, nella comunità morale o politica, nella storia. Nonostante il rilievo del problema, manca ancora una ricostruzione capace di restituirne la storia e gli intrecci. ""Morfologie del rapporto parti/tutto"""" offre un primo contributo in questa direzione, con una raccolta di saggi che spaziano da Montaigne a Hegel e che tengono conto della diversità degli ambiti di pertinenza e dei modelli adottati. La totalità è possibile solo nella forma della reductio ad unum, di un'omogeneizzazione delle parti che in linea di principio esclude da sé ogni conflitto, oppure è qualcosa in grado di farsi valere nella propria unità anche attraverso le differenze, i conflitti, le lacerazioni tra le parti?"" -
Dal postumano all'animale
A partire dalle sempre più incalzanti questioni legate alla tecnica e attraverso il confronto, mai risolto e definito, tra l'uomo e la dimensione del ""vivente"""", si aprono una serie di percorsi che mirano a rilanciare il tema dell'umano. """"Postumano"""" e """"animale"""", pur configurandosi come due polarità in un certo modo """"altre"""", interrogano il senso dell'umano là dove sembra dileguarsi, in un confronto con alcuni tra i principali pensatori della contemporaneità, da Nietzsche a Sloterdijk."" -
Il paradosso della percezione
Che natura ha l'oggetto della percezione? E come dobbiamo pensare le proprietà che lo caratterizzano percettivamente? Sono questi i temi che vengono discussi in queste pagine che cercano di far luce sul concetto di percezione, riflettendo sulla filosofia di Locke, Berkeley, Reid e sulle diverse forme del realismo diretto. -
Fra Panikkar e Jung. Un nuovo umanesimo interculturale
Il libro rivisita, muovendo da interrogativi cruciali (L'uomo è un animale razionale? Dio è morto? La filosofia ha ancora un senso? Fine della storia? Fine della politica?), alcune nozioni chiave del pensiero occidentale, alla luce della filosofia interculturale e di alcune tradizioni di pensiero asiatiche, soprattutto quella hindu, ispirandosi in particolare all'opera di Raimon Panikkar. Esso propone poi un confronto fra l'orizzonte che il pensiero del filosofo catalano ha aperto e temi decisivi della psicologia analitica junghiana. Scopo del libro è offrire un contributo, in questo tempo caratterizzato dalla globalizzazione e quindi da un'accelerazione fortissima dei rapporti fra i popoli e degli scambi fra culture e religioni diverse (sempre accaduti nella storia), alla costruzione di un nuovo umanesimo dialogico, che possa superare definitivamente non solo ogni arroganza eurocentrica ma l'idea stessa che esistano culture assolutamente superiori ad altre e che la nostra attuale debba essere condivisa da tutti i popoli del pianeta. Tesi portante del libro è però che oggi solo l'acume critico tipico della nostra tradizione filosofica, che, già all'opera nell'antica Grecia, dall'Umanesimo all'Illuminismo ha conosciuto i suoi sviluppi più importanti, può porre le premesse di un autentico umanesimo interculturale. -
Lévy-Strauss e la catastrofe. Nulla è perduto, possiamo riprenderci tutto
Viviamo in un ""tempo di catastrofi """" che il progresso tecnologico non sembra più in grado di contrastare. Ma le recenti crisi ecologiche (da Chernobyl al """"morbo della mucca pazza"""") non sono forse legate ad altri eventi che hanno segnato per sempre il destino dell'umanità - come i genocidi seguiti alla conquista dell'America o la Shoah? Il libro risponde a questa domanda, attraverso una lettura originale dell'opera di Claude Lévi-Strauss. Tracciando un ritratto inedito dell'antropologo francese, Salvatore D'Onofrio mostra come le idee di questo intellettuale ribelle e non consensuale forniscano le chiavi per pensare sia l'avvento della catastrofe sia la possibilità di uscirne. Vero e proprio manifesto antropo-ecologico, questo libro si propone di considerare l'urgenza di un nuovo rapporto degli uomini con la natura, quindi tra di loro. Questo è ciò che Lévi-Strauss aveva imparato dagli amerindiani del Brasile e di cui l'umanità ha grande bisogno."" -
Artigiani dell'immaginario. Cultura, fiducia e cocreazione
Il racconto si sviluppa annodando riflessioni e incontri meravigliosi con artisti, maestri, uomini semplici, soprattutto con artigiani dell'immaginario, insieme ai quali l'autore costruisce un coro di visioni e pratiche. Gli artigiani dell'immaginario collocano i propri strumenti di lavoro nella cooperazione creativa, nell'immaginario e nel donarsi ai compiti che gli vengono affidati, scrivono una mappa di luoghi tematici e narrazioni, secondo una prospettiva sospesa tra memoria e slancio verso il futuro. Gli artigiani delle arti e dei mestieri hanno tra le mani il legno, il marmo, la pietra, la seta. L'artigiano dell'immaginario assembla cultura, dialogo, dolore, speranza: all'interno di un mondo complesso, che ci fa sentire perdutamente piccoli, egli fonda mondi nuovi in cui l'uomo parla all'uomo e inventa la sua felicità. -
Zapruder. Rivista di storia della conflittualità sociale (2019). Vol. 49: Stati di agitazione. Territori, autogoverno, confederalismo.
Zapruder è il quadrimestrale dell'associazione Storie in Movimento, edito da Odradek dalla primavera del 2003. Ogni numero è costituito da una prima parte, la rubrica Zoom, che raccoglie alcuni saggi sull'argomento monografico di tutto il numero. Ci sono poi le Schegge, articoli più brevi e spesso in collegamento con il tema del numero, e una sezione dedicata alle Immagini. Altre rubriche, che vanno e vengono a seconda dei temi trattati e di chi cura i numeri, sono: ""in cantiere"""", """"la ricerca che non c'è"""", """"archivi"""", """"la storia al lavoro"""", """"storie di classe"""", """"luoghi"""", """"altre narrazioni"""", """"interventi"""". In chiusura vengono presentate sempre alcune recensioni."" -
Utopia (Europa). Ovvero del diventare cittadini europei
Il pensiero di un'Europa unita è un'idea grande, però non c'è Europa se non ci sono i cittadini. Ecco, abbiamo bisogno di diventare cittadini europei. Di imparare a guardare lontano, perché ""Europa"""", una parola greca, forse significa proprio """"occhi grandi"""". Ma come si fa? Un'Europa dell'economia non basta, un'Europa del privilegio non ha senso. Ci vuole un'Europa dei pensieri, un'Europa della paideia: ci vogliono cittadini che vivono insieme e che si confrontano, in una coscienza plurale e collettiva fatta di molte lingue e diverse culture, ma che sanno anche riconoscere qualche fondamento importante in comune. Proviamo allora a intuire che cosa può essere l'Europa e che cosa significa essere cittadini europei. Per riflettere prenderemo come spunto il concetto espresso in Utopia di Thomas More, che compie ora i suoi cinquecento anni: sarà un buon libro per meditare sulla nostra utopia europea che nasce dopo le due guerre mondiali del '900. Per capire meglio saranno indispensabili i nostri tremila anni di pensieri, proprio a cominciare dai classici antichi, che forse possono aiutarci. Se l'Europa unita, per come è costruita oggi, si sta rivelando sempre più un'utopia, forse proprio rimeditare le tensioni ideali che hanno animato gli antichi può spingerci a perseverare in un ideale che sembra sotto scacco."" -
Vivere in tempi di crisi. La Repubblica di Weimar: arte, politica, filosofia
La Repubblica di Weimar (1919-1933) è stata un laboratorio politico e culturale in cui sono state formulate e sperimentate soluzioni artistiche, politiche e teoriche, che hanno fortemente influenzato i decenni successivi. Questo periodo storico è stato fondamentale per la Germania e per l'Europa perché ha rappresentato il periodo di modernizzazione della cultura e della politica che ha fornito le basi per le strutture istituzionali, i linguaggi e le sperimentazioni artistiche, riprese poi dopo il dodicennio nero del nazismo. I saggi raccolti in questo volume affrontano l'arte, la politica e la filosofia della Repubblica di Weimar nei loro rispettivi linguaggi, stilemi, teorie e prassi. Vivere in tempi di crisi non è facile e meno che mai è facile dare una risposta teorica e pratica alle cause di questa crisi, dai molteplici aspetti, e trovare il modo per uscirne. Questo stato di crisi permanente è forse l'elemento che conferisce agli studi pubblicati in questo volume un motivo di unità, un forte interesse storico, letterario e filosofico nel riproporre un tema dimenticato e forse anche un motivo di forte attualità.