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I formalisti russi nel cinema
Negli anni Venti del secolo scorso i formalisti russi inaugurarono un approccio al cinema che ne valorizzava, in particolare, il carattere di autentica ""scrittura"""" audiovisiva. Di quell'approccio oggi si fanno apprezzare, oltre all'originale afferenza al vasto territorio di una """"antropologia dell'immagine e dei media"""", il notevole spessore teorico e la sorprendente attualità nel contesto della rivoluzione digitale. Alla traduzione di alcuni testi classici riuniti nel volume che rese note le tesi formaliste sul cinema - Poetika Kino (Poetica del cinema, 1927) - questa raccolta aggiunge i contributi di tre autori - Roman Jakobson, Jan Mukarovsky, Jurij Lotman - che ripresero e approfondirono i temi portanti di quella linea di ricerca."" -
La caduta della casa Usher. (La Chute de la maison Usher, Jean Epstein, 1928). Fotogenie, superfici, metamorfosi
Questo libro analizza ""La Chute de la maison Usher"""" (1928) alla luce del pensiero sul film elaborato da Jean Epstein. A partire dal contesto culturale in cui l'opera è nata e da un profilo del cineasta, esamina l'intrecciarsi di teoria e pratica del cinema attraverso alcune figure: architetture, ritratti, specchi, metamorfosi. Se da un lato la trama presenta temi tipicamente epsteiniani - contiguità di vita e morte, sensibilità privilegiata di alcuni caratteri, fascino inquieto e morboso dell'oscurità -, dall'altro compare un ordito composto dalle sue teorie sul fi lm: fotogenia come relazione inedita tra immagine e realtà, cinema come rivelazione della natura simbolica delle cose, sentire del corpo come strumento di conoscenza. Il volume mostra come Epstein delinei un vero e proprio palinsesto in cui immagine e filosofia trovano una consonanza inattesa."" -
L' automa. Leibniz, Bergson
Questo libro non fa la storia di un'idea ma isola un paradigma e suggerisce che si tratti del paradigma stesso del contemporaneo. Lo fa attraverso quattro esempi: la ferita, e che cosa significa subirne una; gli imenotteri, e come vivono, soprattutto come cacciano le loro prede; il calcolo infinitesimale, e come disegna l'essere chi scrive e calcola con quel metodo; il sogno, e come esso veglia al fondo della nostra esperienza. Esempi di automatismo in senso anzitutto etimologico. Automa è ciò che si muove da sé, per proprio impulso, in assenza di uno sguardo di sorvolo, di una ragione esteriore. Ma la tesi di questo libro è che proprio perciò l'automa è il nome della produzione incessante di differenze, della risonanza telepatica di ogni cosa in ogni cosa, della solitudine iperconnessa di ogni essere. -
Tiresia
«Solo un filosofo poteva concepire un romanzo per scardinare l'impianto logico di ogni filosofia» - Raffaella De Santis, Robinsonrnrnrn""Io provengo dalla letteratura, più precisamente dall'ermetismo. Poi sono passato al romanzo, ma mi è sembrato che con 'L'innominabile' di Beckett non fosse più possibile scrivere romanzi"""". A distanza di cinquant'anni dalla sua prima pubblicazione, riproponiamo, in una collana dedicata interamente al grande filosofo e critico d'arte Mario Perniola, il suo primo e unico romanzo: """"Tiresia"""". Ispirato al mito greco dell'indovino, """"che fu donna per sette anni prima di ritornare a essere uomo"""", il romanzo esplora un argomento caro anche alla produzione saggistica di Perniola: la transessualità. Perché """"il transessualismo contemporaneo sollecita l'apertura di nuove problematiche psicologiche e sociali ancora ben poco esplorate"""", scrive il filosofo. Il romanzo è stato tradotto in Spagna col titolo """"Tiresias. Devenir-mujer""""."" -
Taccuino di pensieri. Vademecum per l'uomo del terzo millennio
Domenico Felice ha estratto con mano sicura dalla monumentale opera di Voltaire, che occupa più di cinquanta volumi, i pensieri, le massime e gli aforismi che possono aiutare l'uomo contemporaneo a orientarsi in quel teatro di violenze, illusioni e inganni che è il mondo. Nemico delle idee preconcette e dei luoghi comuni, Voltaire ci appare in queste pagine come il fondatore della comunicazione moderna. Sa condurre le sue battaglie polemiche con un linguaggio diretto e accessibile, che valorizza al meglio le sue conoscenze enciclopediche, dalla storia all'economia politica, dalla filosofia del diritto all'astronomia, dall'agronomia alla matematica, dalla medicina alla geografia. La politica, la guerra, le società, le religioni, la letteratura, i comportamenti umani, continenti remoti come la Cina o l'India, ma anche sentimenti come l'amicizia e l'amore: non c'è campo in cui il Patriarca dei Lumi non sappia giostrare con l'eleganza sorridente e provocatoria dello spadaccino che non sbaglia un colpo. Per lui, la filosofia deve porsi degli obiettivi concreti: affrontare di petto i problemi dell'oggi, battersi per facilitare l'avanzata della ragione contro l'arroganza e gli inganni del potere, le violenze del fanatismo religioso, la credulità degli sciocchi, le narrazioni strumentali che hanno la pretesa di diventare Storia, perché ""i maestri della menzogna fondano il loro potere sulla stupidità umana"""". """"Il dubbio non è molto piacevole, ma la certezza è ridicola."""" Nell'epoca delle falsità digitali e del trionfo della demagogia, le massime di Voltaire diventano, come scrive Ernesto Ferrero nella sua prefazione, """"un presidio civile da riconquistare e difendere""""."" -
Geometrie non euclidee e problema della conoscenza
Il volume raccoglie, in edizione critica, il testo integrale della tesi di laurea in Filosofia dello psicologo e psicoanalista italiano Cesare L. Musatti (1897-1989), discussa il 3 novembre 1921 presso l'Università di Padova. Sulla traccia dei ""Fondamenti della geometria"""" di Bertrand Russell, Musatti difende l'attualità della problematica kantiana dello spazio come condizione di possibilità dell'esperienza spaziale e delinea i fondamenti di una teoria generale del sapere geometrico attraverso un dialogo appassionato con la tradizione matematico-filosofica di Saccheri, Gauss, Lobacevskij, Riemann, Helmholtz, Lotze, Poincaré e Hilbert. Nella sua ricchezza argomentativa, questo scritto non rappresenta soltanto la testimonianza di una specifica fase del percorso di formazione di uno dei massimi psicologi italiani del Novecento, ma anche la cifra tematica essenziale dell'intera vicenda intellettuale di Musatti, nella quale armonicamente si intrecciano matematica, filosofia e psicologia. Già da queste pagine, infatti, è possibile scorgere il filo conduttore delle molteplici direttrici dell'opera musattiana più matura: da un lato, l'affermazione del valore e dell'autonomia del sapere scientifico, compreso quello psicologico, a partire da una rigorosa fondazione e giustificazione storico-epistemologica della sua validità; dall'altro, l'assunzione di una sua concezione in larga misura convenzionalista e costruttivista come risultato di un'interazione dinamica fra soggetto e realtà. Prefazione di Mauro Antonelli."" -
Fenomenologia del terrore. Lo sguardo cieco dell'Occidente
L'atto suicida del terrorista ci costringe a riflettere su ciò che non vogliamo e non possiamo più pensare, ovvero la collocazione che occupa la morte nelle nostre vite. L'azione di uccidere e di essere uccisi è per noi occidentali incomprensibile, si situa in un punto cieco del nostro modo di interpretare la realtà, ed è per questo che ci terrorizza. Debray, l'intellettuale-guerrigliero che prese parte alla rivoluzione mancata in Bolivia al fianco di Che Guevara, ci mette di fronte a una verità scomoda: abbiamo eliminato la morte dalle nostre esistenze. In una società priva ormai di fede, il terrorismo pone interrogativi drammatici non soltanto su chi compie questi gesti sanguinari, ma anche su noi stessi e sul nostro, inutile, tentativo di rimozione della morte. -
Arieti. Il dialogo ininterrotto con Gadamer
In questa conferenza, tenuta il 5 febbraio 2003 presso l'Università di Heidelberg in memoria di Hans-Georg Gadamer, Jacques Derrida ricorda la ""strana interruzione"""" che ha segnato il loro primo incontro a Parigi nel 1981. La riflessione sulla morte dell'altro, sull'interruzione ultima, pur nella sua incommensurabilità, evoca la questione della cesura del dialogo, della difficoltà della traduzione e dell'interpretazione, sviluppandosi lungo la traccia di un celebre verso di Paul Celan: """"Il mondo non c'è più, io debbo portarti"""". La morte è la fine del mondo, il mondo dopo la fine del mondo. Ma cosa significa """"portare""""? Cosa significa portare l'altro e il mondo scomparsi? È solo attraverso il confronto con il pensiero di Freud, Husserl e Heidegger che Derrida riuscirà a precisare il significato di questa parola, in direzione di un'interiorizzazione del ricordo alla quale occorre la malinconia per scongiurare il pericolo dell'oblio, il rischio dell'inclusione dell'altro in se stessi."" -
Escluso l'ebreo in noi
Jean-Luc Nancy si misura con una radicale interrogazione filosofica delle origini pre-europee ed europee dell'antisemitismo, riconducendo la nascita di questo fenomeno all'origine stessa del rapporto tra la cultura greca e quella ebraica, portatrici di un significato molto differente dell'emancipazione dell'umanità dal mito. Da un lato, in Grecia, l'autonomia del logos è considerata infinita, dall'altro, invece, l'autonomia è paradossalmente concepita come una risposta eteronoma a un dio nascosto. Per Nancy si tratta di comprendere come sia stato possibile che ""l'ebreo"""" si sia ritrovato, all'interno dell'Occidente, nella posizione dell'""""agente autoimmune"""" che minaccia il corpo dell'Occidente, quando ne è invece parte organica e costitutiva. E se l'odio verso l'ebreo non fosse altro che la manifestazione di un odio più arcaico dell'Occidente nei confronti di se stesso?"" -
La perestroika e la fine della DDR. Come sono andate veramente le cose
La storia della perestrojka viene ripercorsa attraverso gli occhi di Hans Modrow, ultimo presidente del Consiglio della DDR prima delle elezioni del marzo 1990. Come esponente dei riformatori, Modrow fu inizialmente favorevole al rinnovamento impresso da Gorbacëv all'URSS, divenendo via via sempre più critico nei confronti del pressapochismo, dell'improvvisazione e, in ultima analisi, dell'incapacità politico-strategica che caratterizzarono alcuni passaggi cruciali di questo processo. Una ricostruzione molto lontana dall'apologetica dominante, che rivela retroscena inediti ed episodi ancora poco conosciuti in Italia. Il libro è completato da un'appendice con una cronologia dettagliata, un indice dei nomi ragionato dei personaggi e una bibliografia essenziale sull'argomento. -
Riace. Musica per l'umanità
La vicenda di Riace ha portato all'attenzione dell'opinione pubblica alcuni interrogativi che, in un periodo come quello che stiamo vivendo, non possono più essere ignorati. Le leggi devono essere sempre rispettate, anche quando ingiuste, oppure la disobbedienza civile può ancora incidere sulla nostra società? Riace e il suo sindaco hanno offerto un modello di convivenza pacifica e plurale, oltre che virtuosa per il territorio. Questo volume, curato da Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, raccoglie le considerazioni sul caso Riace di alcune delle figure che, negli ultimi anni, si sono contraddistinte per il loro impegno civile (Moni Ovadia, Vittorio Agnoletto, Alex Zanotelli ecc.) e propone un'intervista all'assoluto protagonista della vicenda: Mimmo Lucano. -
Falsa coscienza. Forme del cinismo moderno
La storia delle idee, letta come drammatizzazione della tensione tra vero e falso, fa da sfondo a una fenomenologia della coscienza incline tanto alla lotta contro l'errore quanto a stringere pericolosi patti con l'inganno, dalla menzogna intenzionale all'autosuggestione di quanti si piegano deliberatamente alle promesse dell'ideologia. Quando poi cade la maschera dell'ipocrisia, l'inganno precipita nel cinismo e nasce la ""falsa coscienza illuminata"""" moderna. Peter Sloterdijk convoca figure centrali del conflitto tra verità e inganno, da Platone all'ascetismo antico, dal cristianesimo alla critica dell'ideologia di Adorno, fino ai protagonisti del cinismo moderno. Anche oggi, il cinismo continua a presentarsi come abdicazione alle convenzioni che gli imponevano di camuffarsi da idealismo, ma il suo habitat sono ora apparati mediatici intrinsecamente incapaci di sacrificare l'espansione dell'informazione alla selezione di contenuti veridici. Il cinismo contemporaneo prospera nella reazione, dal basso, al """"sensibilismo"""" del politicamente corretto, si concretizza nel terrorismo (e in parte nella lotta allo stesso) come pratica eminentemente cinica e diviene, nella prospettiva di Sloterdijk, il perno stesso su cui ruota la cultura post-fattuale dei nostri giorni."" -
Nell'Islam iranico. Aspetti spirituali e filosofici. Vol. 4: scuola di Isfahan, la scuola Shykhi, il dodicesimo Imam e la cavalleria spirituale, La.
Nel quarto e ultimo volume di ""Nell'Islam iranico"""" - la summa del suo pensiero filosofico, della sua ricerca e del suo lavoro di ermeneutica - Corbin ha finalmente modo di mostrare come in Iran si siano mantenute vive le più importanti correnti spirituali e filosofiche della tradizione esoterica shi'ita, anche nei secoli che, in Occidente, corrispondono all'età moderna e contemporanea. Nella Isfahan capitale del nuovo impero safavide, a partire dal XVI secolo, lo shi'ismo ha corso il rischio di divenire una religione addomesticata priva di originalità nelle sue scuole di pensiero. Personaggi come Qazi Sa'id Qumi e Mulla Sadra Shirazi - , tuttavia, non solo ne hanno mantenuto viva la forza spirituale, ma l'hanno rinnovata con opere e sistemi filosofici profondamente originali. Ancora più sentita ed empatica è la ricostruzione corbiniana della scuola Shaykhi - , che dal Settecento fino ad anni non troppo distanti dai nostri ha presentato grandi personaggi spirituali e rimesso al centro gli insegnamenti degli Imam duodecimani. Non a caso, il grande affresco dell'Iran shi'ita viene fatto terminare da Corbin con un capitolo dedicato al grande mistero, e principio di speranza, che nutre la coscienza religiosa shi'ita: l'attesa del Dodicesimo Imam, l'Imam che da secoli si è occultato per tornare nel tempo della resurrezione, ma che non ha mai cessato di apparire agli occhi e nel cuore di chi è in grado di vederlo, ancora. Il volume contiene l'indice analitico di tutti i quattro tomi."" -
L' Egitto degli astrologi
L'Egitto fu luogo di incontro della civiltà egizia con la cultura greca, realizzatosi compiutamente nell'età ellenistica con la tradizione ermetica. In questo periodo fu anche terra di astrologi. Numerosi furono i testi astrologici di derivazione mesopotamica che furono composti da autori egiziani ellenistici intrisi di ermetismo. Le loro opere consentono a Cumont di trarre un quadro di storia sociale, in cui la vita quotidiana, le guerre e i sovrani sono comunque segnati dal movimento degli astri e dai loro influssi sulle umane sorti. -
Per milioni di uomini senza voce. Victor Serge tra memorie e romanzo
Victor Serge ha preso parte a molte delle battaglie politiche che hanno scosso l'Europa nella prima metà del Novecento. Di città in città, ha seguito le zone calde della lotta di classe. Ha combattuto a fianco degli anarchici e dei comunisti, cercando il dialogo tra le parti e mantenendo un saldo approccio critico, anche a costo dell'isolamento politico. Quando ha potuto, in questi decenni burrascosi, ha scritto. Da una prigione, da un gulag, in un esilio messicano. Ha raccontato di oppressi e oppressori, intrecciando finzione e realtà in splendidi testi, per lo più dimenticati. Un autore che merita di essere riscoperto, insieme ai suoi romanzi-testimonianza capaci di offrire uno spaccato storico-sociale acuto e di grande, insospettata, bellezza. -
La linea del fuoco. L'Argentina da Peron alla lotta armata
Nel corso degli anni, la verità sui desaparecidos argentini e sui crimini della giunta militare è lentamente venuta a galla. Tra il 1976 e il 1983 si stima che oltre 40.000 oppositori, o sospettati tali, scomparvero senza lasciare traccia. Per quanto la pratica della sparizione come forma di repressione del dissenso sia stata un fenomeno tristemente noto in buona parte dell'America Latina, l'Argentina fu il Paese più colpito a causa di una forte spinta sociale determinata dalla formazione di alcuni movimenti popolari ""scomodi"""" come il PRT (Partido Revolucionario de los Trabajadores), un'organizzazione d'ispirazione marxista-leninista che, a conclusione di un quinquennio di opposizione politica nelle strade e nelle fabbriche, si dotò nel 1970 di un proprio esercito (l'ERP) per portare avanti la lotta armata. L'organizzazione arrivò a contare diverse migliaia di militanti, prima di essere annichilita dai militari nel 1976 e poi definitivamente sciolta nel 1979. Manolo Morlacchi è stato in Argentina per riavvolgere il nastro della storia e ascoltare le voci dei protagonisti di quella stagione (tra cui il fondatore dell'ERP, Julio Santucho, fratello del leader Mario Roberto, il segretario generale Luis Mattini e Mario """"Indio"""" Paz, comandante della Compagnia del Monte). Nel ricostruire la parabola dell'ERP, questa indagine ripercorre le sorti di un Paese intero che, dopo l'iniziale illusione progressista del peronismo, si ritrovò stritolato nella morsa dal regime di Videla."" -
Dopo le bombe. Piazza Fontana e l'uso pubblico della storia
Tre generazioni di storici concentrano anni di studio sulla strage di piazza Fontana in un volume corale, accostando le nuove linee di ricerca sul tema a un documentato inquadramento degli eventi. A partire dall'analisi di come oggi la strategia della tensione è studiata nelle aule di scuola e dallo sguardo dei mass media stranieri e italiani, gli autori provano a capire, cinquant'anni dopo le bombe, cosa rimane della strage di piazza Fontana e della strategia della tensione e come raccontare questa complessa fase della storia italiana ed europea, fornendo possibili nuovi strumenti di studio. Questo, anche se non sembra, è un libro di storia del tempo presente. Non perché non ci sia ancora tanto da dire e da indagare sulla vicenda, ma perché è sempre più urgente porre l'attenzione della storiografi a su come quegli eventi e quel periodo sono visti oggi. Smascherare l'origine di alcune storture attuali dell'immaginario collettivo è necessario per aiutare tutti, soprattutto i giovani, a comprendere che questa storia continua a essere la loro e la nostra storia e per correggere finalmente la rotta dell'attuale disgregazione politico-culturale. Postfazione di Mirco Dondi. Con scritti di: Aldo Giannulli, Davide COnti, Elia Rosati, Giulio D'Errico, Elio Catania, Erica Picco, Sara Troglio, Fabio Vercilli. -
Il concetto di normalità come costruzione socio-culturale. Valori, norme, proiezioni della realtà e dell'individuo
Quando si fa riferimento all'idea di ""normalità"""" in tutto ciò che riguarda il comportamento di un individuo, si identifica un concetto che in natura non esiste. La cosiddetta normalità di una persona riflette semplicemente attitudini, pensieri, azioni che la società e, in senso più ampio, la cultura hanno selezionato come opportuni e convenienti. La normalità rappresenta pertanto una opzione, una scelta operata dalla collettività entro cui si è stati educati e si vive. Esistendo una pluralità di culture, ne consegue che esiste una pluralità di comportamenti ritenuti normali o all'opposto anormali, illeciti, devianti, patologici. Tutto questo ha delle importanti ripercussioni su come determinati soggetti o gruppi di soggetti agiscano diversamente rispetto a quanto ci si aspetta da loro, venendo in tal modo qualificati come """"devianti"""" o malati, con la conseguenza di alterare la percezione del sé, il vissuto e l'identità degli stessi."" -
I collegi di Giancarlo De Carlo a Urbino. Piano di conservazione e gestione
Il volume presenta il piano di conservazione e gestione dei Collegi universitari di Urbino, realizzato tra il 2015 e il 2017 con il supporto del programma Keeping It Modern della Getty Foundation e pubblicato in occasione del centenario della nascita di Giancarlo De Carlo (1919 - 2019). Nel conservation plan - il primo in Italia per un edificio del Novecento - convergono temi diversi, dalla conservazione dei materiali e degli arredi alle questioni legate all'uso sostenibile, che vengono affrontati a partire da una rigorosa analisi dei significati storici, culturali e sociali di questo capolavoro di architettura moderna. -
La nuova stagione dei contratti pubblici
Il volume raccoglie i saggi che rappresentano il frutto di un ciclo di incontri in materia di contratti pubblici che si è svolto presso il dipartimento di Diritto, economia e culture dell'Università degli studi dell'Insubria in collaborazione con l'associazione Aequa e con gli enti locali del territorio di Como e Varese. Il testo approfondisce l'intero ciclo di vita dei contratti, compreso tra l'iniziale fase ideativa e quella terminale dell'esecuzione rilevando, in ogni fase, le criticità che inibiscono, in seno agli apparati pubblici, l'esercizio intraprendente del potere di scelta. Il lavoro si rivolge, pertanto, sia a coloro che vogliono conoscere le innovazioni legislative succedutesi in materia di contratti pubblici, sia a coloro che intendono approcciarsi a questo ambito con sguardo attento alle ragioni dell'inquietudine e delle remore degli operatori pubblici.