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Decolonizzare le migrazioni. Razzismo, confini, marginalità
Pur impiegando una precisa sequenza che rispecchia il dibattito recente sulle migrazioni, il testo prova soprattutto a confrontarsi con i dilemmi sperimentati da chi lavora sul campo. In primo luogo emergono le domande sulla sostanza dei processi e sul modo in cui si possono definire, seguite da analisi sulle modalità storiche con cui si è realizzato sul territorio europeo il mutamento di identità e funzioni delle migrazioni; successivamente vengono indagati i ruoli di chi pratica attività di ricerca e le modalità con cui si può uscire dalla gabbia del pensiero coloniale, riflettendo sulla difficoltà concreta di lavorare all'interno di una struttura come lo stato nazione e ponendosi, infine, il problema delle possibili alternative. -
Critica e finzione
Questo libro è un trattato di poetica in forma di conversazioni, una mappa della realtà e della letteratura proposta da uno dei più grandi scrittori argentini della seconda metà del '900. Piglia, narratore straordinario e critico estremamente lucido, rende omaggio a Faulkner, esamina i testi di Borges e Arlt, riflette sul genere poliziesco, sulla narrativa nel cinema, sull'editoria, sui suoi inizi come scrittore, sull'uso della lingua da parte dello stato, del romanzo e della sua tensione con le macchinazioni del potere. Un'opera essenziale per la comprensione di uno scrittore imprescindibile. Prologo di Mirko Olivati. Con un saggio di Massimo Rizzante. -
Contro-parola. Foucault e la parresia
Il tema della ""parresia"""" in Foucault è dipanabile lungo un duplice e parallelo intreccio: da un lato, interrogando in modo filosofico la questione della """"veridizione"""", soprattutto nel mondo classico, sino al proto-cristianesimo, e dall'altro articolando in modo politico la sfida della verità lanciata al governante di turno, nella piena consapevolezza del rischio mortale che ciò comporta, ieri come oggi. I saggi raccolti in questo volume affrontano i due versanti della """"parresia"""" nella trattazione foucaultiana, spingendosi in taluni casi a rintracciare nel contemporaneo condizioni parresiaste in ambiti e campi istituzionali dove urge una analoga sfida al potere costituito."" -
La sovranità dell'Uno. Filosofia politica della Grecia
Le categorie fondative della filosofia politica risalgono alla grecità, spazio di emergenza della comunità politica e tempo di elaborazione dei concetti più pregnanti di comprensione, anche per la modernità. Soggetto, comunità, sovranità, politica, costituiscono termini di un lessico che è stato costruito nella classicità greca e che si è tramandato nei secoli, beninteso con profonde trasformazioni e rotture cui diamo il nome di modernità. E tuttavia questi concetti si legano nel corso del tempo tramite un fil rouge cui è possibile dare il nome di Uno, di Unità, che ancor oggi significano la ragione politica e la grammatica stessa della convivenza organizzata in uno spazio condiviso da differenti. Pluralità e differenza hanno subito, sin nella Grecità, una torsione riduttiva che questa ricerca prova a tirare fuori dall'oblio, sempre interessato, cui sono state relegate nei secoli. Esse rappresentano una sorta di rimosso che tuttavia riemerge sempre sulla scena della politica, costituendo un blocco concettuale ancora da affrontare per eludere la morsa dell'Uno sovrano, tesa a escluderle. -
Storie menti mondi. Approccio neuroermeneutico alla letteratura
Tramite la creazione di storie, l'uomo organizza l'esperienza di sé e del mondo, il proprio vissuto, biologico e immaginario, la propria identità. E, a volte, attinge alla bellezza, nella configurazione stilistico-simbolica del testo letterario e nella sua fruizione. In ""Storie menti mondi"""", l'esperienza letteraria viene indagata come fenomeno dinamico, fisiologico, emotivo e cognitivo, in relazione ai processi mentali che generano il proprium di ogni creazione artistica e lo riconfigurano nell'atto della lettura. A partire dalle specificità linguistiche, formali, stilistiche e simboliche di un'opera, la neuroermeneutica consente di interpretare il testo come dispositivo di ricerca antropologica, in quanto spazio privilegiato per una riflessione sui processi di ordine fisico, emotivo e cognitivo implicati dall'immaginazione tanto nell'atto creativo che in quello della fruizione estetica. Alla luce di tale approccio, che tiene conto dell'interazione fra ermeneutica, antropologia letteraria, studi sulla cognizione, sulla simulazione incarnata, sull'empatia e sui correlati neurali dell'esperienza estetica, è possibile dischiudere nuove prospettive critiche in merito all'esegesi del testo, come anche in relazione alla cultura in cui ogni opera s'inscrive, e offrire nuovi spunti di riflessione sui processi della mente impegnata nell'immaginazione creativa e fruitiva di storie: infiniti mondi, che si condensano e riaffiorano dalle pagine, tramite cui l'essere umano tenta di costruire significati sempre nuovi per il suo essere nel mondo, in una esauribile tensione verso la bellezza."" -
Oltre i confini del politico. Michel Foucault filosofo della politicizzazione
A partire dall'angolo prospettico di categorie come medicalizzazione, governamentalità e ""parresia"""", il volume approfondisce il pensiero di Michel Foucault mettendo in risalto l'opera di politicizzazione compiuta dall'autore francese. Un'attività consistita nello svelamento del potere là dove esso sembrava non esistesse, là dove esso era occultato e, dunque, più insidioso. E ciò a partire dalla messa in causa della presunta neutralità e a-politicità di saperi e pratiche - a partire dalla medicina - che hanno trovato nella scienza la propria fonte di autorità e legittimazione."" -
Rigenerazione urbana e restituzione di territorio. Metodi e mapping di intervento in Lombardia
La rigenerazione urbana non può essere disgiunta dalla lotta al consumo di suolo determinato dall'impermeabilizzazione e dalla diffusione della città, ma piuttosto va considerata in una prospettiva sinergica. Infatti, il consumo di suolo, nella sua declinazione urbana, comprende il territorio coperto da edifici che palesano un'inadeguatezza qualitativa, in quanto non svolgono più la propria funzione originaria (il dismesso) o non sono più in grado di rispondere alle esigenze degli abitanti (l'obsoleto). In tale contesto, il volume illustra un metodo di rigenerazione urbana sinergica, elaborato presso il CST-DiathesisLab dell'Università degli Studi di Bergamo e applicato in Lombardia, che mette in relazione gli edifici urbani poco o male utilizzati - il dismesso e l'obsoleto ERP - attivando una dinamica ""a domino"""" di demolizione e ricostruzione. Tale rigenerazione è prospettata in un'ottica partecipativa e mira a restituire territorio agli abitanti creando nuovi spazi verdi, ricreativi e aggregativi."" -
Più logica per tutti. L'argomentazione e la filosofia nella vita quotidiana
Antica e vexata questio: pensare bene è una garanzia per ""vivere bene""""? Certamente no. Il dolore, le disgrazie, il male e la morte sono ostacoli insormontabili al vivere bene, ma meglio pensare bene che pensare male - o non pensare affatto - a come conquistare una """"vita buona"""". Il volume contiene una serie di saperi e strumenti dell'antica arte dell'argomentazione che possono rivelarsi utili per pensare ai propri pensieri e alle proprie azioni nella vita quotidiana e nella relazione con gli altri. Include anche il Metodo di Argomentazione Razionale (M.A.Ra.) per condurre dialoghi argomentativi e razionali con ogni interlocutore e con ogni gruppo."" -
Un aristotelismo sovversivo. MacIntyre oltre il dis-ordine liberale
Questo volume si concentra sulla produzione macintyreana che precede ""Dopo la virtù"""" (1981) e costituisce quindi un'ottima introduzione alla sua comprensione. Lo scopo principale è quello di collocare il percorso teorico di MacIntyre nella prospettiva di una critica radicale del liberalismo inteso come forma di vita sociale. In quest'ottica il suo background marxista e la riattualizzazione della filosofia pratica aristotelica che egli sviluppa vanno valutati in tutta la loro portata sovversiva."" -
Prima che il mondo fosse. Alle radici del decisionismo novecentesco
Il saggio si propone di tracciare, nel solco di un'analisi filologica, la genealogia del decisionismo novecentesco, inteso come la sistematizzazione teorica schmittiana di determinate tendenze filosofico-politiche che ponevano i concetti di ""volontà"""", """"decisione"""" e """"eccezione"""" al centro della pratica politica. Dalla Konservative Revolution messa in rapporto con le formulazioni di Georges Bataille, dalla filosofia della Controrivoluzione messa a paragone con Rousseau, fino alla riscoperta della patristica (dopo la sua dimenticanza nell'epoca della Controriforma) da parte dell'occultismo europeo, si intravede la genesi di una terza (e ultima) teologia politica: quella della sovranità apofatica."" -
La declusione della libertà. Per una cittadinanza senza nazione
Siamo alla fine degli Stati nazionali chiusi in un confine territoriale. All'economia dell'accumulazione capitalistica si è sostituita quella dell'inclusione del capitale umano. La libertà come la cittadinanza è ridotta a reddito d'inclusione. Il povero è ""pericoloso"""", """"disperato"""", fuori dal cerchio sociale. Il povero è sempre solo. Deve essere incluso o recluso o escluso. Non ci sono più le classi sociali rappresentate dai partiti. Quando ci si libera di un passato prossimo si rischia di ritornare al passato remoto in cerca di un'identità smarrita. Il bisogno di sentirsi popolo di nazione conduce al populismo dell'inclusione. Fuori è l'escluso, il clandestino, fuori è il pericolo, l'estraneo, l'inconcludente, non certificato, non masterizzato, non formattato. L'inclusione comporta l'esclusione e la reclusione. Come si può includere chi è recluso dentro l'inclusione? E come includere chi è escluso, sull'orlo della povertà, del niente? La società è lasciata al volontariato del """"terzo settore"""", come il """"terzo stato"""" che diede inizio ai diritti universali del mondo della vita. Nessuno è libero da solo, la libertà è fatta di legami. Il grado di libertà per ognuno si misura dalla qualità dei propri legami personali. Ci sono quelli che soffocano e imprigionano, ci sono quelli che invece lasciano liberi di respirare la gioia. Anche la libertà di un Paese si misura dalla qualità dei suoi legami sociali. La libertà è """"declusiva"""", chi è libero è """"declusore"""", ha le chiavi di ogni incontro, apre, allarga il cerchio del proprio cammino senza perdere il centro del raggio della vita in un dialogo corale."" -
L' altro Croce. Un dialogo con i suoi interpreti
In questa opera l'autore interloquisce con studiosi nazionali e internazionali che hanno avuto modo di incontrare il pensiero di Benedetto Croce. Nella consapevolezza che ciò contribuirà ad allargare gli orizzonti ermeneutici, Postorino dialoga con intellettuali che provengono non solo da una cultura lato sensu crociana, ma anche da una visione progressista, marxista, liberale, azionista, cattolica, liberista ecc., perché l'intento è quello di far emergere analisi critiche, fuori dagli schemi e dalla scolastica, e al contempo offrire spazio a chi non si è misurato spesso pubblicamente con il più autorevole filosofo italiano del Novecento. -
Sguardo a levante. La politica culturale italiana sul patrimonio archeologico e monumentale del Dodecaneso 1912-1945
La politica culturale italiana sul patrimonio archeologico e monumentale del Dodecaneso ebbe avvio con l'Italia liberale, tra il 1912 e il 1913, subito dopo l'occupazione delle isole a seguito del conflitto italo-turco, proseguendo durante il fascismo e il secondo conflitto mondiale, fino alla occupazione tedesca del 1943. Questa ricerca ricostruisce i fatti che portarono all'istituzione della Missione archeologica italiana, alla realizzazione di grandi campagne di scavo e di restauro, alla creazione di musei e siti archeologici, alla nascita della Sovrintendenza di Rodi e dell'Istituto storico archeologico FERT. Interventi progressivamente segnati dalla funzionalizzazione a fini turistici e dall'utilizzo simbolico e ideologico dei monumenti per ragioni di propaganda al fine di evocare le gesta della Roma imperiale ed esaltare il regime. Dopo la presa delle isole da parte della Amministrazione militare britannica, nel 1945, e fino al passaggio di consegne con le autorità greche, in attuazione del Trattato di Pace del 1947, agli archeologi, architetti, restauratori, disegnatori, assistenti di scavo e agli altri dipendenti del servizio archeologico italiano non restò che collaborare con gli inglesi nella conta e nella parziale riparazione dei danni causati dalla guerra, prima di dover tornare definitivamente in patria, volgendo indietro lo sguardo a Levante. -
Leopardi e l'analogia. Una nuova lettura dello «Zibaldone». Nuova ediz.
Di cosa tratta lo ""Zibaldone""""? Questo libro propone una nuova lettura del pensiero di Giacomo Leopardi fondata sull'idea che il suo testo principale tratti di analogie tra le cose, e lo faccia per mezzo di analogie. Questa nuova lettura prende come punto di partenza l'analisi di alcune occorrenze esplicite del termine analogia nel testo, e di qui arriva a mostrare come la struttura di molti altri pensieri di Leopardi presupponga, a diversi livelli, proprio l'analogia. Essa compare infatti nello Zibaldone sia esplicitamente che, soprattutto, implicitamente: una sua definizione analitica consente di distinguerne due aspetti principali, uno retorico e uno logico, e di comprendere quanto entrambi gli aspetti siano cruciali per lo sviluppo dei pensieri di Leopardi. Qui si mostra in fine come sia la forma retorica che quella logica dell'analogia abbiano un ruolo fondamentale nei meccanismi più interni del suo stile filosofico, per esempio determinando la fine o l'inizio di un pensiero. Seguire questo percorso significa così non solo comprendere meglio aspetti specifici dello """"Zibaldone"""", ma anche avvicinarsi alla mente del suo autore e aprire un discorso sugli usi possibili dell'analogia, condotto con e attraverso le parole di Giacomo Leopardi."" -
La poetica della virtù. Comunicazione e rappresentazione del potere in Italia tra Sette e Ottocento
Cosa significa dire virtù? In realtà, non contano le tante possibili accezioni, ma piuttosto le sue funzioni in quanto chiave di volta su cui far poggiare l'edificio comunicativo. La virtù è onnipresente e si riaffaccia nei temi più disparati: dal linguaggio della massoneria alle teorie medico-pedagogiche del giacobino Giovanni Rasori, dalla tradizione moderna di Plutarco alla rappresentazione di Napoleone, dalle poesie di Tommaso Crudeli alle meditazioni di Pietro Verri. Una pervasività e una pluralità che continuano a suscitare domande e interrogativi circa le sue funzioni. Questo volume nasce dall'idea che per indagare il concetto di virtù tra Sette e Ottocento è necessario, prima di tutto, tracciare una storia di come lo si comunica e lo si rappresenta, di come trova incarnazione nei modelli positivi dei 'grandi uomini', di come si lega alla questione del potere e della sua definizione. Si tratta di una storia della comunicazione, e di una storia della comunicazione politica in particolare, nella quale assume rilevanza, accanto ai contenuti, anche la forma scelta per diffondere il proprio messaggio. Ne emerge una profonda continuità tra Sette e Ottocento, in cui il momento rivoluzionario agisce non come cesura ma piuttosto come filtro. Il concetto di virtù mantiene una connotazione positiva e non perde di autorevolezza. Coloro che lo incarnano continuano a essere eroi dotati di caratteri eccezionali, di quella stessa fibra morale - o costanza - dell'Enea metastasiano; anche se non devono più necessariamente avere il sangue blu o l'obiettivo della sola felicità pubblica, ma piuttosto quello della difesa dei diritti e della repubblica. -
Libertà immanente e determinismo del tempo
"Per enunciare semplicemente quel che significa 'profano' direi che l''umano' è questa meditazione che riconosce come solo principio di verità il Tempo. Questa trasformazione culturale radicale avviene lungo il secolo dei 'Lumi', i periodi precedenti non solo ignorano questa idea ma, anzi, se ne distolgono - invito a riportarsi alla 'Troisième méditation' di Cartesio -, il tempo non può essere il principio dal quale si spiegherebbe l'umano. Questo secolo dei 'Lumi' si emancipa infatti da una dominazione della cultura religiosa quando invece il XVII secolo rimane religioso (cosa sarebbe una riflessione sulle scienze del XVII secolo che volesse separare il religioso dal non religioso?). Tale separazione si realizza invece nel XVIII secolo, una cultura, in questo, 'profana', si sviluppa, si espande, s'impone infine su vasti settori della società che vede diventare l''umano' in particolare, e il 'vivente' in generale, la costruzione astratta anti religiosa per eccellenza. Per raccogliere tutto ciò in una semplice formula: il Tempo caccia Dio.""""" -
La cura incompiuta. Viaggio attraverso l'arte della guarigione
Un lungo sentiero può anche non risultare tortuoso. Non interrompersi, bensì procedere, com'è nel destino di chi si imbatta nell'epifania del Male o, peggio, perda il proprio orientamento nel luogo comune di una falsa battaglia. E così, da una acquisita prospettiva olistica, visitare le differenti culture dell'Universo, le loro epoche originarie, il loro pensiero formativo, rileva di un'osservazione entro cui coabitano l'approccio scientifico, le evidenze del linguaggio e la sintesi filosofica. Questo il senso del riprendere un viaggio, tuttora incompiuto, lungo il quale la Cura e la Malattia, finalmente, non appaiano più nemici. -
Virtù costituzionali
L'evocazione dei valori è una costante nelle più recenti rappresentazioni del costituzionalismo. essi, infatti, esprimono l'attitudine delle moderne carte costituzionali a incidere sui rapporti sociali tracciando itinerari di trasformazione orientati da concezioni ideali condivise dai consociati. Siffatti valori si attuano attraverso decisioni politiche, a cominciare dalle leggi. ma non basta. in un frangente, quale quello attuale, in cui la legittimazione democratica dei pubblici poteri è costantemente messa alla prova da un sempre più marcato scollamento tra governanti e consociati (la cosiddetta crisi del rappresentato), occorre stimolare comportamenti degli attori istituzionali autenticamente coerenti con tali valori. è giunto, così, il momento di (ri)scoprire, anche nella materia costituzionale, le virtù, quali ""buoni abiti di condotta"""", per promuovere un armonioso, forte, puntuale inveramento dei valori costituzionali. ed è alla scoperta di questa inedita dimensione che si muove la ricerca raccontata in questo libro. una ricerca che ci vede tutti partecipi: anzi, responsabilmente protagonisti."" -
Una e diversa. L'Europa di Denis de Rougemont
Nell'antagonismo tra le differenti componenti spirituali, morali, ideali che hanno animato la storia d'Europa, Denis de Rougemont (1906-1985) individua la cifra della sua unità culturale. Ma la contraddizione non è solo il segreto dell'Europa e il motore stesso della sua evoluzione: è il punto di riferimento della sua unione politica, che deve dunque tradurre nella sua formula e nelle sue istituzioni le stesse tensioni costitutive che la abitano e la definiscono. L'unione nella diversità è dunque per il filosofo svizzero la regola di un nuovo ordine politico europeo fondato sul superamento delle categorie politiche stato-centriche, sull'esaltazione della complessità e la pluralità delle appartenenze. La comunità e non lo Stato, la persona libera e responsabile, e non l'individuo isolato o il cittadino perso nella collettività, sono i pilastri di un'Europa federale che egli immagina costruirsi dal basso, attraversando le frontiere nazionali, per fondarsi sulla vivacità di regioni pensate come federazioni di comuni uniti attorno ad antiche o nuove esigenze amministrative, economiche, ecologiche, partecipative o culturali. -
La ragione contro la paura. Religione e violenza
Prevedibile conseguenza dei fatti di cronaca che da lungo tempo affollano le colonne dei nostri quotidiani e indirizzano i palinsesti televisivi è un mercato editoriale invaso da titoli che insistono in varia misura sul fenomeno del ""fondamentalismo islamico"""". Raramente essi offrono una più generale e neutrale analisi teoretica del nodo religione e violenza, che sia in grado di costituire un presidio critico per la questione definita da tale sintagma. Mentre interroga le dinamiche del presente, questo libro si sottrae alle potenti suggestioni della cronaca e non ne è irrimediabilmente fagocitato. Con un linguaggio rigoroso ma accessibile esso si propone di interrogare nella sua struttura concettuale questo controverso intreccio, spogliandolo dei luoghi comuni che alimentano l'opinione media corrente e sottoponendolo, nella sua integralità e generalità, al vaglio della ragione filosofica in un articolato sforzo di comprensione. È dalla prospettiva della filosofia della religione che qui viene dunque inquadrato un tema per così dire carsico, che necessita di essere decifrato nella sua grammatica e non solo descritto nelle sue più epidermiche, e necessariamente parziali, evidenze. Prefazione di Mauro Pesce.""