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La contingenza dell'inizio. Scritti sul materialismo di Rousseau
Cosa significa pensare l'inizio in senso materialista? In che modo è possibile sfuggire al venerando concetto di ""origine"""" per pensare non l'origine radicale delle cose, ma invece l'inizio di una novità, ovvero, l'inizio in senso forte? La scommessa di Althusser è che Rousseau, letto senza fare concessioni alle interpretazioni che, da Kant a Hegel fino al marxismo ortodosso, l'hanno inscritto nella storia della filosofia ufficiale, sia in grado di insegnarci a pensare l'inizio materialista - contingente, aleatorio, al di là del principio di ragione - aprendo così a un inedito pensiero della storia e della politica che fa della contingenza e della precarietà il proprio paradossale punto di partenza. Nei testi qui presentati per la prima volta in italiano, Althusser sottopone magistralmente gli scritti di Rousseau a una """"lettura sintomale"""" alla ricerca di immagini, metafore e concetti che permettano di sviluppare coerentemente questo pensiero """"altro"""", che infine consenta di rilanciare, ancora una volta, un autentico pensiero dell'emancipazione."" -
Storia delle religioni e mitologia
Raffaele Pettazzoni (1883-1959) è stato il più grande storico delle religioni del Novecento. Fu uno dei primi accademici a proporre uno studio laico e storico-critico della religione in chiave universale, preservandone allo stesso tempo il carattere autonomo, irriducibile a qualsiasi altra dimensione della natura umana. Come scrisse nel 1913, la scienza delle religioni fonda il suo metodo ""sulla natura del suo proprio oggetto, cioè del fatto religioso indefinitamente vario e multiforme nel tempo e nello spazio, ma nell'essenza sua uno e definito"""". Filologo, archeologo ed etnologo rigoroso per formazione, nei suoi studi applica un metodo storico-comparativo, col quale fenomeni e mondi religiosi individuati storicamente vengono comparati nel loro sviluppo diacronico e interpretati alla luce delle dinamiche parallele o divergenti che li caratterizzano. I percorsi principali della sua ricerca, della quale egli percepì l'orizzonte visionario, la dimensione ascetica e la speciale funzione pedagogica, sono condensati in una serie di Saggi redatti nell'arco di venticinque anni e ristampati nel 1946 nella fase culminante della sua carriera con una illuminante """"Prefazione"""". Essi ruotano attorno a tre nuclei fondamentali: il monoteismo, la confessione dei peccati e la fenomenologia storico-religiosa. Dopo quasi settant'anni, essi conservano gran parte della loro vitalità e acquistano ulteriore risalto dal confronto con le ricerche successive che da lui hanno esplicitamente o implicitamente preso le mosse, ricerche che sono presentate e criticamente discusse nella """"Postfazione"""" del curatore."" -
Sudditi di Libia
Cosa scrissero e pensarono gli italiani a proposito dei libici al tempo delle colonie? L'immagine di un suddito arretrato ed ""incivile"""" fu frequente, funzionale a dare legittimazione al dominio coloniale e nobilitare la sua presenza """"civilizzatrice"""". Ma al tempo stesso la percezione italiana dei libici si trasformò nello spazio e nel tempo, anche a seguito di quanto avvenne nel frattempo nella madrepatria e nella colonia. La propaganda fu sempre un prezioso strumento della politica coloniale, e ogni colonialismo si è accompagnato ad una grande diffusione di razzismo e di pregiudizi. Ma quale relazione vi fu fra gli stereotipi e la politica coloniale? Furono i primi ad indirizzare la seconda o, al contrario, fu il potere italiano a manipolare l'immagine stereotipata dei sudditi coloniali? Questo ampio e documentato studio fornisce una risposta, facendo emergere la coesistenza di entrambi i fenomeni, lungo tutto il trentennio dell'Italia liberale e fascista, sulla Quarta Sponda."" -
Un' idea di poesia. L'officina dei poeti in Italia nel secondo Novecento
La saggistica dei poeti ha quasi sempre assunto un ruolo marginale rispetto alla poesia, sottraendosi a definizioni di genere e proponendosi al lettore come ancella dei versi, a essi subordinata e funzionale esclusivamente alla loro interpretazione. Questo libro si propone di riconsiderare la critica militante, gli scritti a carattere teorico, gli interventi saggistici di dieci poeti italiani del secondo Novecento (Attilio Bertolucci, Giorgio Caproni, Vittorio Sereni, Mario Luzi, Franco Fortini, Andrea Zanzotto, Pier Paolo Pasolini, Giovanni Giudici, Edoardo Sanguineti, Giovanni Raboni), per rivendicare un'autonomia riconosciuta solo a una minoranza fra loro. Intorno al grande tema dell'officina della poesia e del laboratorio poetico, i capitoli affrontano, ognuno da una prospettiva specifica, un ambito della letteratura che apre uno spazio ancora in parte inesplorato. -
Gender, filosofie, teologie. La complessità, contro ogni ideologia
Il testo vuole incarnare una possibile mediazione tra universi culturali lontani ed essere una lettura propedeutica per chi intenda addentrarsi nella tematica, lasciando che la fede cristiana s'interroghi liberamente sul 'gender'. Un approccio sereno e critico sia alla cultura laica di genere - della quale si esaminano i nodi principali - sia a quella cattolica, con l'intento di superare le reciproche diffidenze e cercare insieme una verità umanizzante per tutti. L'obiettivo è gettare delle basi condivisibili su cui costruire una sintesi teologica più ampia. Un testo che, nell'esaminare i nodi teoretici, volge lo sguardo alla recente campagna 'anti-gender', cercando di fornire le coordinate utili a svelenire il clima e muoversi al suo interno con padronanza di lessico e concettualità. In questo senso, l'opera vuole essere uno strumento per formatori, pastori e attivisti che vogliano introdursi nella complessità senza scorciatoie, per cogliere la ricchezza del 'pensiero di genere': nell'orizzonte della promozione di un benessere comunitario e individuale. -
Marcel Broodthaers. Poetiche dell'ombra
Marcel Broodthaers: artista, poeta, uomo di lettere, collezionista, giornalista, dallo sguardo più da «sociologo che artista», pone al centro della sua ricerca il rapporto arte e società, museo e collezione, valore e statuto dell'opera d'arte. Il volume, diviso in tre parti (""Dalla parola all'oggetto"""", """"Dall'oggetto al décor"""", """"Dal décor alla salle""""), affronta in maniera trasversale e comparativa il percorso singolare di un artista oggi ritenuto tra i più significativi del secolo scorso. In soli dieci anni di attività (1964-1975), dalle poetiche dada e surrealiste approderà a un linguaggio nuovo, postmediale, aperto al milieu nel quale si sviluppano i fenomeni di reificazione e frammentazione tipici della società del capitalismo avanzato, inaugurando la stagione della Critica Istituzionale. Attraverso suggestioni letterarie, poetiche e sociologiche prendono corpo le opere: da """"Pense-Bête, al Musée d'art Moderne-Département des Aigles"""" fino alle salles del periodo décor, rivelando un universo in cui l'infinito non vive solo per iscritto."" -
Creatività musicali. Narrazioni, pratiche e mercato
Il presente lavoro cerca di fare i conti da punti di vista differenti con un termine sfuggente, creatività, mantenendo una comune linea di interpretazione di tipo socio-culturale. Lo scopo non è quello di arrivare a una chiarificazione concettuale esaustiva e completa del termine (operazione impossibile, ma soprattutto inutile), quanto di cercare di utilizzarne la ricca complessità per indagare un ampio campo di problemi di ricerca e di riflessione sulle pratiche artistiche, legate nello specifico alla musica. A partire da un progetto interdisciplinare sui destini dei diplomati del Conservatorio, sono stati coinvolti studiosi con punti di vista disciplinari e metodologici differenti: un compositore (Fabio Cifariello Ciardi), tre musicologi di diversa estrazione (Federica Fortunato, Marco Russo e Stefano Lombardi Vallauri), una pedagogista musicale (Lara Corbacchini), un filosofo (Daniele Goldoni) e tre sociologi (Giolo Fele, Chiara Bassetti e Sara Zanatta). -
Il tempo della moda
Pochi fenomeni esprimono in modo preciso la nozione di tempo come la moda. Per definizione la moda deve sempre essere attuale, ma la sua relazione con il tempo non si limita al presente. Al contrario, nella moda entrano in gioco e si mescolano diverse concezioni del tempo. Il libro individua tre qualità principali del tempo in relazione alla moda: industriale, antilineare e ucronico. La prima sezione riflette sul modo in cui l'industria della moda crea e misura i propri tempi, come stagioni, anni, decenni. Indaga il concetto di modernità e analizza la sfida tra Zeitgeist della moda e storicismo. La sezione antilineare è dedicata alla particolare concezione circolare o labirintica del tempo della moda. Oggetto della sezione sono i modi in cui passato e presente sono al centro di un continuo lavoro di ricostruzione e ricombinazione nelle forme di nostalgia e revival. La terza e ultima sezione, dedicata all'ucronia, è un'esplorazione dell'immaginario e della fantasia della moda, con la sua predisposizione a fare previsioni di tendenza e a ingannare il tempo e i processi dell'invecchiamento. Ogni sezione comprende un'introduzione che guida il lettore nell'articolazione del discorso e ne illustra le varie connessioni. Il libro mette insieme testi chiave sulla materia, con un approccio interdisciplinare che spazia dalla filosofia alla storia, dai media al design della moda, in un arco temporale che va dal XIX secolo al presente. L'ampia varietà di fonti usate comprende libri e cataloghi di mostre, articoli scientifici e giornalistici, interviste e autobiografie. Il libro è pensato per tutti coloro che intendono comprendere uno dei meccanismi più affascinanti della moda: la sua relazione con il tempo. Si propone inoltre come una lettura critica fondamentale per chi studia la moda, la sua storia, i suoi processi creativi e la sua commercializzazione. -
L' incomprensibile ambiguità dell'orizzonte. Un sogno fatto a Ginostra
Ginostra, una piccola comunità sul lato occidentale dell'isola di Stromboli. Tutto è ormai pronto per l'inevitabile salto verso la modernità. Vincenzo, un vecchio pescatore che vive da solo con la sua gatta, è uno dei pochi che ha cercato di opporsi all'arrivo dell'elettricità. Ma la sua non è una presa di posizione contro il progresso, né una difesa della tradizione a tutti i costi. È solo alla ricerca di quel silenzio interiore che rende possibile ascoltare il mare, il vento, i colori delle nuvole o l'incomprensibile ambiguità dell'orizzonte. Introduzione di Giuseppe Di Giacomo. -
La lotta e il negativo. Sul romanzo storico contemporaneo
La lotta e il negativo sono nelle nostre vite, intrecciati nel movimento incessante, coesistono e si mescolano senza mai essere la stessa cosa, sono la terra su cui edifichiamo e che ci inghiotte, l'aria che respiriamo fino a soffocare. La letteratura, per mezzo dei processi di mitopoiesi o di verità, mette in scena questa dialettica eterna nella rappresentazione della condizione umana attraverso l'arte della mimesis e il racconto delle vite particolari. -
L' atlante dell'immaginario. Un viaggio attraverso «Le città invisibili» di Italo Calvino
A distanza di quasi mezzo secolo dalla sua pubblicazione, ""Le città invisibili"""" ha collezionato traduzioni in una trentina di lingue, conquistando il pubblico dei cinque continenti, dalla Scandinavia al Giappone. """"L'atlante dell'immaginario"""" ci accompagna in un cammino iniziatico, in cui l'autore disegna una mappa intessendo percorsi intorno e all'interno di uno dei romanzi più densi di mistero della letteratura contemporanea e propone una inedita rappresentazione della struttura combinatoria dell'indice, aprendo la strada a nuove possibili interpretazioni. Il viaggio, in un iperspazio dove s'intrecciano concetti e geometrie, svelerà il suo destino nell'incontro con una misteriosa e ancestrale figura."" -
Storie di vita. Come gli individui si raccontano nel mondo
Se si ascoltano con attenzione i racconti di vita e si analizzano i testi letterari che narrano di esistenze finzionali, ci si accorge che c’è una netta divisione del mondo occidentale da quello orientale, in quanto gli stili sono modellati dalle strutture sociali e il senso di sé viene determinato dalla cultura di appartenenza di un individuo. Le narratives, ad esempio quelle lacunose e dolenti che i migranti ci raccontano in “libertà vigilata”, adottano un format di volta in volta differente ed ereditato dalle generazioni precedenti. Capire le differenze tra questi format non solo è fondamentale per l’agenda politica contemporanea, ma svela anche i processi che presiedono alla creatività letteraria mondiale orientandosi a Est – dove a contare sono le relazioni interpersonali e la collettività – o a Ovest – dove a contare è il singolo individuo con i suoi irriducibili desideri e la sua storia personale. -
L' occidente transculturale al femminile. Emine Sevgi Özdamar, Rita Ciresi e Yasemin Samdereli
Emine Sevgi Özdamar, Rita Ciresi e Yasemin Samdereli. Le prime due scrittrici. La terza filmmaker. Özdamar e Samdereli turco-tedesche, Ciresi italo-americana. Tre artiste, ognuna delle quali non appartiene a una specifica cultura, da cui pur proviene, né aderisce a quella di arrivo, a cui pure appartiene. Tre donne che appartengono a minoranze, e ognuna a una minoranza - quella femminile - dentro una minoranza. Il loro lavoro è il frutto di un incontro in divenire tra culture diverse e intimamente vissute. Questo impalpabile e indefinibile carattere le accomuna e le rende artiste emblematiche del nostro tempo. Il legame tra lingua e corpo nei racconti di Özdamar, l'ironia agrodolce in quelli di Ciresi, il gioco dei punti di vista della pellicola di Samdereli esprimono, nella propria specificità, la forza narrativa di chi è dentro la scena eppure - come è proprio della sensibilità femminile - riesce a raccontare gli avvenimenti con distaccata empatia. -
Rappresentare la violenza di genere. Sguardi femministi tra critica, attivismo e scrittura
Nato dalla sinergia tra studiose/i, attiviste/i, scrittrici e scrittori, il presente volume si propone come spazio aperto a una riflessione interdisciplinare sulle modalità discorsive impiegate per la rappresentazione della violenza di genere nel contesto letterario, cinematografico, teatrale e mediatico dell'Italia del terzo millennio. Considerando la sfera della rappresentazione un campo d'indagine cruciale per ogni analisi di un fenomeno che trova le proprie radici in archetipi culturali veicolati attraverso particolari paradigmi discorsivi, il volume intende inquadrare i nuovi orizzonti di visibilità apertisi sul tema, adottando una prospettiva teorica di matrice femminista che armonizza il pensiero italiano della differenza sessuale con le più recenti teorizzazioni della corrente dei Gender Studies. Privilegiando un approccio di tipo interdisciplinare e olistico, il testo si articola in tre sezioni dedicate rispettivamente alla ricerca di stampo accademico, alla presa di parola da parte di attiviste/i interessate/i ad analizzare la rappresentazione mediatica del fenomeno e, infine, alla voce di affermate/i autrici/autori che hanno portato avanti una riflessione teorica sulle strategie impiegate per narrare la violenza. -
Il cinema delle donne tra scenari globali e contesti transnazionali
L'antologia affronta il cinema delle donne contemporaneo attraverso contributi di studiose/i provenienti da diverse parti del globo - dall'Italia agli Stati Uniti, dalla Turchia alla Grecia e l'Iran, dalla Nuova Zelanda all'Argentina, dalla Germania al Canada. Questa prospettiva globale si rispecchia nel contenuto del volume: i diversi saggi considerano film e registe legati a contesti geografici molteplici e guardano alla produzione cinematografica delle donne in relazione a dinamiche nazionali, transnazionali e globali. Ne esce un quadro polifonico in cui le cineaste donne, occidentali e non, appaiono attori sociali chiave nel narrare le complessità della condizione geopolitica attuale e dei suoi soggetti. -
Con Emmanuel Lévinas. Alterità e identità
Le delimitazioni di ordine etico-normativo, giuridico e politico della responsabilità individuale, le leggi dello scambio eguale, le funzioni fissate dai ruoli e dalla posizione sociale, le distinzioni sancite dalla legge fra identità individuali, ciascuna con la propria sfera di libertà e di imputabilità: nulla di tutto questo riesce a eliminare né a ridurre l'esposizione all'altro, a sciogliere l'intrico fra l'io e l'altro, a eliminare la non-indifferenza per l'altro, a evitare la responsabilità senza alibi nei suoi confronti. -
La libertà esistenziale in J.-P. Sartre
Sul finire degli anni Quaranta dello scorso secolo Sartre è sotto attacco da parte di cattolici e marxisti. I primi gli rimproverano di aver costruito una filosofia che, escludendo Dio, non può portare alla comprensione piena dell'uomo; i secondi lo accusano di fare una filosofia borghese che non tiene conto dei problemi reali della libertà dell'uomo. Ebbene, in quegli stessi anni un prete cattolico di formazione tomista, Mario Stefani, dell'Università di Genova, offre, con questo libro, pubblicato per la prima volta dall'editrice dell'Università Cattolica di Milano, una lettura non apologetica dell'opera di Sartre. Pur compiendo una critica interna serrata, ne rileva infatti gli aspetti di novità utili alla comprensione del tema della libertà. Anche in questo risiede l'interesse di quest'opera che ripropone, oggi con immutata freschezza, una serie di riflessioni dotate di notevole consistenza e contemporaneità. Prefazione di Paolo Del Debbio. -
Arte contemporanea a Ferrara. Dalle neoavanguardie agli esiti del postmoderno
Nello spirito di una ricerca a più voci, il volume prende in esame le vicende storico-artistiche che hanno attraversato Ferrara dai primi anni Sessanta alla fine del XX secolo. È una narrazione che ruota intorno alla ""stagione d'oro"""" del Palazzo dei Diamanti, ma non solo. L'occasione è stata infatti, per la curatrice, quella di restituire tale momento attraverso una visione organica dell'arco temporale considerato, aprendo un cono d'attenzione sul progetto culturale della città. Ferrara, nei decenni in questione, ha rappresentato per certi versi un unicum che qui viene riletto da molteplici angolature, incrociando le ragioni dell'arte con il profilo storico, sociale, di costume e mettendo in luce alcuni nodi essenziali che hanno fatto di essa un volano di energia e una fucina formativa. Le pagine documentano con ricchezza di contenuti tale esperienza e la collocano in un ampio contesto di relazioni, chiamando in causa situazioni e protagonisti affrontati con uno sguardo lungo che si proietta oltre il perimetro cittadino."" -
Codice e progetto. Il computational design tra architettura, design, territorio, rappresentazione, strumenti, materiali e nuove tecnologie-Code and design. Computational design between architectu...
Considerare il digitale non come un semplice obiettivo da perseguire nel progetto, ma come una strategia operativa della progettazione, implica una sempre maggior confidenza con il mondo delle tecnologie. Un rapporto, questo, che a differenza di quanto finora è avvenuto nella storia, non si misura tanto nell'applicazione di forme di innovazione tecnologica ai processi della costruzione, quanto nella capacità di controllare e gestire il linguaggio e gli strumenti con cui il progetto stesso si articola. Adottare la computazione come forma di progettazione è infatti profondamente diverso dal semplice utilizzo di strumenti orientati ad incrementare le capacità produttive del progettista e comporta in primo luogo l'aprire il progetto a tecniche e strategie, la cui principale forza si misura nella capacità di promuovere ""nuovi e diversi modi di pensare"""". Nel computational design, il dominio della programmazione e quello della progettazione si uniscono per identificare una forma di creatività capace di interpretare le informazioni in procedure e regole per il progetto. Le tecnologie digitali ed emergenti vengono così integrate nella elaborazione di un prodotto e la computazione è vista come il processo che regola le informazioni e le interazioni tra gli elementi in gioco nella definizione del disegno della forma, delle sue reazioni responsive al contesto e delle applicazioni delle stesse tecnologie digitali alla produzione. Il testo propone un'articolazione del tema """"Codice e progetto"""", intendendo il primo come un linguaggio flessibile in grado di connettere ed ibridare ambiti, processi e discipline ed il secondo come lo spazio in cui i processi elaborati nella programmazione producono """"originalità"""" nel progetto stesso, approfondendo aspetti teorici ed esperienze di ricerca declinate nei contesti specifici del progetto: l'architettura, il design, la rappresentazione, il territorio, le tecnologie, le interfacce di comunicazione e i materiali. Il testo vuole essere un'introduzione ai temi del progetto digitale e, nello specifico, degli aspetti sistematici centrali nella relazione tra computazione e design: il diagramma come strumento per la mediazione tra dinamiche computazionali emergenti e intento progettuale; le interfacce digitali, intese come processi creativi di ridefinizione delle pratiche progettuali; il disegno digitale, come struttura regolatrice del progetto; il meshing e ì'indexing come modelli procedurali per la gestione delle interazioni tra le varie strutture del territorio; l'uso di pratiche bio-digitali di computazione per dissolvere la forma architettonica in uno spazio fluido di relazioni; la progettazione e produzione di nuovi materiali programmabili che ridefiniscono la relazione tra forma e materia e aprono a nuovi scenari di differenziazione formale e interattiva; l'uso di macchine CNC e robot industriali, per riconfìgurare le relazioni tra progetto e costruzione; il BIM, come piattaforma di dialogo e condivisione tra i diversi campi del progetto. Contributi teorici di Attilio Nebuloni, Andrea Rossi, Michela Rossi, Giorgio Buratti, Federico Ruberto, Giorgio Vignati, Pierpaolo Ruttico, Matteo Lo Prete, Stefano Arrighi e Matteo Meraviglia."" -
Apocalissi culturali
«Fine di ""un"""" mondo - scrive Ernesto de Martino, in un appunto di quel che sarebbe stato il suo ultimo, incompiuto, libro - è nell'ordine della storia culturale umana: è la fine """"del"""" mondo, in quanto esperienza attuale del finire di qualsiasi mondo possibile, che costituisce il rischio radicale». Questa considerazione di de Martino sembra riprendere, rilanciare e radicalizzare, in chiave antropologica, una tesi che attraversa il Novecento filosofico europeo e che consiste nel valutare la propria epoca come foriera non solo della fine di """"un"""" mondo, ma del rischio della scomparsa di ogni mondo possibile. Molte sono le questioni affrontate nel presente volume. Tuttavia la domanda forse più radicale e inquietante tra esse è la seguente: l'Occidente, come mondo che declina e tramonta, è forse il destino di tutti gli altri """"mondi"""", è forse l'occaso di ogni altro possibile mondo? E c'è ancora del mondo al di là del suo cadere?""