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Su follia e imputabilità. Un contributo alla psicologia e al diritto
L'imputabilità dei criminali ""folli"""" è, in Europa, nelle prime decadi dell'Ottocento, un problema ancora aperto. Sebbene sul versante giudiziario faccia scuola il Code pénal napoleonico del 1810, resta tuttavia ancora da tracciare una vera e propria demarcazione epistemologica del campo di indagine. Il trattato del 1824 del giovane medico legale danese Frantz Gotthard Howitz (1789-1826) """"Su follia e imputabilità"""" cerca di rispondere a questi interrogativi da un punto di vista medico, giuridico e, soprattutto, filosofico. In opposizione alla dottrina kantiana della libertà, Howitz è convinto, sulla scorta degli empiristi inglesi, che la disposizione razionale dell'uomo che ha, al suo opposto, la degenerazione nella follia, consiste in una capacitas motivorum che non ha un particolare legame con la sfera morale, dipendendo piuttosto dalla costituzione fisiologica dell'individuo. Il trattato di Howitz darà adito alla più accesa e prolungata diatriba nella storia della filosofia in Danimarca, la cosiddetta Howitzfejde, i cui echi, grazie alla voce di Kierkegaard, sembrano essere passati anche nel dibattito epistemologico dei maggiori esponenti della corrente fenomenologico-esistenziale. Prefazione di Pio Colonnello."" -
Miroirs concentriques. Teoria del romanzo e poetica dei piani dell'essere in Balzac
Attraverso la riflessione sui ""piani dell'essere"""" e l'immagine-matrice del miroir concentrique, l'opera di Balzac si concepisce come una gigantesca, tormentata rappresentazione nella rappresentazione che riproduce in seno a se stessa l'inquieta quête della sua forma unitaria - e contemporaneamente narrativizza la molteplicità conflittuale delle sue categorie interpretative e costruttive, mano a mano che queste si elaborano, si intrecciano, si contraddicono. Le figure riflessive della """"Comédie humaine"""" orchestrano così la tensione irrisolta tra linee di pensiero dissonanti affermate simultaneamente nei termini di una serie di alternative teoriche non oltrepassabili, che si affrontano nel tempo senza mai risolversi: diventando, cioè, il banco di prova di un discorso globale sui plans du vrai tanto più relazionale, ambivalente, pluriprospettico mano a mano che sperimenta il proprio farsi moltiplicandosi e decentrandosi in un conflitto mai compiuto."" -
Il teatro ebraico. La realizzazione di un sogno
Il teatro ebraico si sviluppa poco più di un secolo fa nell'ambito del processo di rinascita nazionale che portò alla fondazione dello Stato d'Israele. Con il passaggio degli ebrei dall'Europa in Palestina, iniziato verso la fine del diciannovesimo secolo, l'arte drammatica divenne uno dei principali mezzi espressivi per promuovere gli ideali sionisti e favorire la diffusione della lingua ebraica. Nel corso di alcuni decenni il teatro, da strumento didattico, si è affermato come una delle manifestazioni artistiche più seguite e apprezzate del paese. Il volume ripercorre i principali avvenimenti che hanno scandito la nascita delle prime compagnie teatrali e della drammaturgia israeliana fino ai suoi sviluppi più recenti soffermandosi sulla natura ideologica e politica che caratterizza tale fenomeno. -
A Maurizio Bettini. Pagine stravaganti per un filologo stravagante
Una domanda circola oggi fra le aule del liceo e l'università, la stampa e le istituzioni politiche e culturali, la televisione e i social network: ""A che serve studiare i Greci e i Romani?"""". Ecco, per trovare una qualche risposta, avere fra le mani questo libro potrà essere utile. Ma non a questo hanno pensato gli autori: non al destino ultimo degli studi classici, ma ai prossimi anni di impegno culturale, civile e di studio di Maurizio Bettini, classicista e antropologo, da sempre in prima linea nella battaglia su questi temi. E allora, invece di scrivere articoli per una frigida """"Festschrift"""", si sono divertiti a raccogliere pensieri, spunti di ricerca, ricordi, insomma tutto quello che poteva servire a rispondere sia alla domanda incipitaria sia alle tante altre che, con Maurizio Bettini, continueranno a porsi, perché i miti non vanno in pensione."" -
Il principio ripetizione. Studi su Walter Benjamin
Che cosa significa ripetere? È veramente la ripetizione, come pensa la psicoanalisi, soltanto un sintomo, il modo in cui ci condanniamo alla nevrosi? O non è piuttosto anche il principio del gioco, dunque il modo in cui costruiamo e definiamo le nostre vite? Molti sono stati, nella storia della filosofia, i grandi pensatori della ripetizione. Marina Montanelli, in questo libro, ci mostra come tra essi vada annoverato anche Walter Benjamin, che ha avuto, su questo tema, importanti - e poco note - intuizioni. La questione della ripetizione, singolarmente trascurata anche dalla critica benjaminiana, permette all'autrice un nuovo accesso all'integralità del pensiero del filosofo: filosofia del linguaggio e della conoscenza, antropologia ed estetica, filosofia della storia, politica ed etica, tutti i vasti domini del pensiero benjaminiano, vengono qui ripensati a fondo e in modo nuovo a partire da questa idea. Leggendo questo libro ci renderemo facilmente conto di come la ripetizione sia in realtà il centro verso cui converge inaspettatamente l'intera riflessione benjaminiana, e dunque quanto questa ci sia indispensabile per comprendere ""il principio ripetizione""""."" -
Sguardi animali. Ediz. illustrata
Possiamo osservare gli animali intorno a noi ogni giorno, eppure non riusciamo davvero a vederli. Non conosciamo la loro animalità così come ignoriamo la nostra. Da una raccolta di fotografie di animali, l'autore stesso cerca e si espone allo sguardo del non-umano. Il rapporto tra soggetto (chi fotografa) e oggetto (ciò che viene fermato sulla pellicola) si inverte: inaspettata e pazza, ecco che appare l'animalità dell'uomo. -
Voci e dinamiche dell'altro
Chi sono io? Chi è l'altro? Chi siamo noi? Chi sono gli altri? E siamo amici oppure nemici? Questi e altri ancora sono gli interrogativi che si pongono gli autori di questo annuario di ""Libertaria"""". Domande che diventano sempre più attuali in questo periodo di trasformazioni e di migrazioni. Ma gli interrogativi non si fermano qui. Ecco una disincantata analisi di molte domande con meditate risposte."" -
La prossima città
Il libro ha per tema l’adozione di un nuovo modello di città, di comunità locale, di fruizione della città e dei suoi servizi, che sappia coniugare innovazione, efficienza, sostenibilità, inclusione e sviluppo.rnrnOggi metà degli abitanti del pianeta vive in città e si stima che nei prossimi 10 anni questa quota raggiungerà il 75% della popolazione mondiale; tale percentuale è già stata raggiunta in Europa, dove vi sono ben 468 città con almeno 100.000 abitanti. Le città occupano solo il 2% della superficie mondiale ma consumano i tre quarti delle risorse; allo stesso tempo le prime 25 città del pianeta producono metà della ricchezza dell'umanità. Le aree urbane europee consumano il 70% dell'energia dell'intera Europa, che genera il 75% delle emissioni di gas serra. Globalmente stiamo consumando in 282 giorni le risorse che il pianeta produce in 365. La soluzione di questi problemi richiede l'adozione di un ""nuovo modello di città"""", di comunità locale, di fruizione della città e dei suoi servizi, che sappia coniugare innovazione, efficienza, sostenibilità, inclusione e sviluppo."" -
Paesaggio, identità e comunità tra locale e globale
Il volume intende tracciare il percorso del mutamento epocale di un concetto, quello di paesaggio, caduto progressivamente nell'oblio e oggi tornato ad affermarsi in tutta Europa come paradigma centrale e imprescindibile di una rinnovata consapevolezza dell'abitare e dei valori della territorialità, interpretato, soprattutto in età romantica, come mera proiezione sentimentale ed emotiva di uno sguardo soggettivo, e perciò destinato a una fruizione di tipo estetico, incapace di concreta cura e salvaguardia del territorio, il paesaggio viene invece oggi riscoperto come espressione e forma da interpretare, là dove lo sguardo dell'uomo e la sua memoria storica incrociano i molteplici volti della terra, in vista non solo di una riqualificazione dei beni paesaggistici, di cui si rivendica l'aspetto culturale, oltre che naturale, ma soprattutto per corrispondere al crescente bisogno di identità e di differenzialità nel devastante processo di delocalizzazione provocato dalla globalizzazione. -
Schegge messianiche. Filosofia, religione, politica
In una delle tesi del suo celebre scritto ""Sul concetto di storia"""", Walter Benjamin parla del «concetto di presente inteso come quell'adesso, nel quale sono disseminate e incluse schegge del tempo messianico». I saggi raccolti in questo volume, come sparsi frammenti, mostrano tuttavia l'invisibile filo che ne imbastisce la trama unitaria proprio nel costante riferimento all'indice messianico che ne è, più o meno esplicitamente, il motivo di fondo comune. Scandagliando il pensiero di Benjamin, Derrida, Quinzio, Welte, Weil, questi scritti lasciano intravedere in filigrana come il riferimento al messianismo, al di là dell'alveo religioso in cui è sorto, in diverse forme e declinazioni, attraversi il pensiero del Novecento, sollecitando un'interrogazione filosofica ineludibile che investe anche l'ambito del Politico."" -
Jacopo Corbinelli
Jacopo Corbinelli è una figura emblematica del rapporto che lega l'intellettuale alla corte nella seconda metà del Cinquecento. Bandito dalla corte medicea di Cosimo I per le sue simpatie repubblicane, trova collocazione come cortigiano nella corte francese dei Valois. Lo studio del suo carteggio con l'erudito napoletano G. V. Pinelli, delle edizioni di autori italiani (Dante, Boccaccio, Guicciardini) mostra la capacità dell'intellettuale tardo rinascimentale di mettere il proprio sapere al servizio del nuovo potere regio. Al contempo, la sua mai rinnegata fede repubblicana lo porta a interessarsi al manoscritto del Discorso sulla servitù volontaria di É. de La Boétie come disincantata analisi del potere dello stato, nuova incarnazione della tirannia antica. -
Il '68 raccontato a mio figlio. Cosa volevamo fare, cosa non abbiamo fatto
"Il '68 non fu una rivoluzione politica, la nostra fu una rivolta del costume contro le forme ingiuste e costrittive della morale e della società. Fu quindi una 'rivoluzione sociale'. In quanto tale, il '68 fu una rivoluzione vittoriosa."""" Molti ex-sessantottini vivono l'impegno politico di allora quasi con senso di colpa. Questo libro, invece, intende dimostrare alle nuove generazioni non soltanto che gli ideali erano giusti, ma che su molte battaglie il movimento trionfò. Completa il testo un'ampia sezione dedicata agli slogan dell'epoca." -
Fallo! Il più sovversivo resoconto della contestazione americana degli anni Sessanta
Pubblicato nel 1970, ""Do it!"""" riscosse subito un successo internazionale e fu tradotto in numerose lingue. In queste pagine, l'attivista Jerry Rubin lancia una dichiarazione di guerra fra generazioni, incitando i ragazzi ad abbandonare le loro case e a bruciare le scuole per creare una nuova società. Autentico manifesto del movimento yippie - il partito giovanile di stampo anarchico-pacifi sta di cui Rubin fu fondatore e portavoce - """"Fallo!"""" è un poema in prosa, l'epopea del movimento rivoluzionario raccontata dalla voce di uno dei suoi protagonisti più significativi."" -
Godere senza limiti. Un italiano nel maggio '68 a Parigi
Diario personale, riflessione filosofica sull’epoca e sugli avvenimenti, ricostruzione politica delle vicende, paragone con l’oggiTrovarsi a diciannove anni, studente italiano alla Sorbona di Parigi, nella tempesta del Maggio '68. E trovarsi lì da militante di estrema sinistra, arrestato e picchiato dalla polizia, vivendo una vita di bohème, ricca di esperienze culturali. A partire da questi eventi, Sergio Benvenuto - oggi psicoanalista e saggista - costruisce un libro volutamente polifonico: a un tempo diario personale, riflessione filosofica sull'epoca e sugli avvenimenti, ricostruzione politica delle vicende, paragone con l'oggi. Una forma straripante di testimonianza: descrivere non solo una città, Parigi, allora immersa negli anni ruggenti dello strutturalismo e al picco del prestigio culturale, circonfusa di un mito che l'autore considera soprattutto americano, ma anche una generazione che nel '68, e non solo in Italia e in Francia, si espresse in modo spettacolare, ""firmando"""" quell'epoca. Benvenuto, senza nostalgie, dipinge un affresco rievocativo dell'epoca senza risparmiare critiche, anche spietate, a errori e miti dell'epoca, e della carica generosa e ingenua dell'impegno, sia politico sia intellettuale, di una generazione che si avvia verso la notte."" -
Un' altra musica. L'America nelle canzoni di protesta
Come si definisce una canzone di protesta? A partire da questo interrogativo, Matteo Ceschi decostruisce tre brani leggendari - ""This Land Is Your Land"""" di Woody Guthrie, """"Blowin'in the Wind"""" di Bob Dylan e """"Kick Out the Jams"""" degli MC5 - per comprendere i processi che tramutano una canzone in inno generazionale e le dinamiche attraverso cui, nel corso dei decenni, diversi tipi di pubblico si appropriano di un brano per portare avanti le loro cause. Ad arricchire il testo, numerose interviste realizzate per l'occasione con alcuni autori e interpreti tra cui: Wayne Kramer (chitarrista e fondatore degli MC5), Jimmy Collier (folk singer allievo di Pete Seeger e Martin Luther King) e Joe McDonald (musicista country protagonista a Woodstock)."" -
Sulla gratuità. Per il gusto di farlo!
La gratuità non è soltanto un gesto di benevolenza ma, più spesso, un atto di non senso che si compie ""per il gusto di farlo"""". Proprio a partire dall'espressione 'pour la beauté du geste', il noto antropologo francese Marc Augé scandaglia in questo agile saggio i molteplici significati della gratuità. Avvalendosi di alcuni esempi letterari che giungono fino alla provocatoria affermazione bretoniana dell'omicidio senza ragione, che molto ha in comune con gli attacchi terroristici dei foreign fighters, l'autore mostra come, in realtà, la gratuità di un atto inteso nell'accezione presa in esame non sia di fatto pensabile, pena misconoscere la presenza dell'altro e la quantità di umanità generica che abita in ciascun soggetto."" -
Alterità. Lezioni milanesi per la Cattedra Rotelli
Pensare l'alterità è una posta in gioco decisiva per la comprensione del mondo contemporaneo. Le lezioni che François Jullien ha tenuto all'Università San Raffaele di Milano interrogano la questione dell'Altro sia in termini culturali, sia in termini personali. L'incontro con una cultura ""altra"""" viene indagato, in particolare, in riferimento alla Cina e agli scarti che essa apre rispetto alle categorie di pensiero europee. Attraverso l'esplorazione degli scarti fra le culture, Jullien intende favorire lo sviluppo di un """"tra"""" in cui si possa promuovere un comune intensivo. Così, introducendo concetti come l'intimo, che si scarta dal """"frastuono dell'amore"""", o la connivenza, che esprime l'intesa implicita con l'Altro e con il suo mondo, si delineano le condizioni di possibilità di un'ex-istenza del soggetto che si tenga """"fuori di sé"""" per incontrare l'Altro."" -
La filosofia di Eric Clapton. Il blues come sapere dell'anima
Dall'esperienza con i Cream alla gloriosa carriera solista, questo libro intende tuffarsi nel pensiero e nella poetica di uno dei chitarristi rock-blues più importanti di sempre. Un percorso filosofico nella musica e nelle traiettorie esistenziali di Eric Clapton, per ricercare quel ""sapere dell'anima"""" che per il chitarrista inglese significa """"blues"""". Quella che emerge è una filosofia multiforme, mai definitiva, ma comunque potentemente ancorata al messaggio di cui l'Eric Clapton uomo e artista vuole farsi portavoce."" -
Lezioni di metafisica. Spazio, tempo, materia e teorie dell'anima
"Lezioni di metafisica"""" presenta tradotti in italiano due cicli di lezioni tenuti da Henri Bergson presso la classe di khâgne del Lycée Henri-IV, tra il 1893 e il 1894. Per la loro collocazione temporale, a cavallo tra gli anni del """"Saggio sui dati immediati della coscienza"""" (1889) e """"Materia e memoria"""" (1896), queste lezioni risultano di straordinario interesse per gli studi sul filosofo francese, che vi sviluppa un serrato confronto con la storia della metafisica moderna e della psicologia. Aristotele, Descartes, Malebranche, Spinoza, Leibniz, Kant, Spencer sono presentati e discussi da Bergson, che riflette - con loro e attraverso di loro - sui grandi temi dello spazio, del tempo, della materia, della memoria e dell'individualità. Tra i banchi dell'Henri-IV Bergson mette a punto un vero e proprio studio preparatorio per la sua originale critica al pensiero classico. Prefazione di Rocco Ronchi." -
Oligarchi e plebei. Diario di un conflitto globale
Quali sono le nuove forme di dominio esercitate dal capitalismo sui più deboli? Quali strategie di resistenza sono state escogitate dalle classi subalterne per difendersi da condizioni di vita sempre più critiche? Come nascono i nuovi populismi di destra e di sinistra e quali prerogative li caratterizzano? Carlo Formenti prosegue la sua opera di analisi dei conflitti fra élite globali con una raccolta di saggi che intende commentare in presa diretta i principali eventi occorsi negli ultimi anni in ambito sociale, politico e finanziario. Economia, lavoro, tecnologia, ideologie, guerra, populismi, America Latina, polemiche. Suddiviso in otto sezioni, il volume organizza un percorso cronologico e tematico all'interno dei grandi argomenti della contemporaneità, per raccontare cosa sta accadendo sul fronte della lotta di classe e del conflitto globale e per provare a ipotizzare alcuni possibili scenari futuri.