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Il nostro piccolo principe (riflessioni per genitori nella vita e nel divorzio)
Il Piccolo Principe è considerato il classico per eccellenza della letteratura per l'infanzia. Ma Il Piccolo Principe è anche uno scrigno prezioso per i grandi, un manuale comportamentale che permette di mettere la semplicità al centro dell'attenzione e di riconoscere la parte più infantile e più pura che alberga in ognuno di noi, seppur spesso adombrata dalle priorità della vita adulta. Valentina Testoni, da anni impegnata nell'ascolto dei bambini e dei genitori in difficoltà - spesso a causa della separazione tra i coniugi propone un'incursione nel delicato mondo dell'opera di Antoine de Saint-Exupéry, con l'obiettivo di mettere il pensiero del bambino al centro di ogni discorso genitoriale. Un inno alla semplicità e alla purezza dei sentimenti infantili, ma anche un'utile guida per interpretare le reazioni dei bambini di fronte alle paure e alle delusioni, scritto con competenza e profondo rispetto per un mondo, quello dell'infanzia, che ha molto da insegnare all'universo dei grandi. -
Come pesci nella rete. Guida per non essere le sardine di internet
I numeri dicono molto: in Italia si parla di 25 mila furti d'identità e 11 mila reati informatici denunciati ogni anno, oltre 100 mila vittime di virus informatici, mentre un milione di nuovi malware appaiono su Internet ogni giorno. Forse non dobbiamo chiederci se potrebbe capitarci, ma quando. Utilizzando un linguaggio che mette in soffitta il gergo tecnico e informatico, l'autore affronta il tema dei rischi connessi all'utilizzo delle nuove tecnologie. Alternando brevi racconti a consigli pratici, il libra conduce il lettore attraverso un viaggio nel lato oscuro del Paese delle Meraviglie e nella mente dei nuovi criminali del web. Storie che aiutano a evitare il peggio e ci preparano ad affrontarlo con il giusto autocontrollo. Un libro che rende comprensibile la sicurezza informatica ai non addetti ai lavori e potrebbe farvi sorridere degli altri e magari di voi stessi, cosa che accadrà di sicuro se per caso siete ""del mestiere"""" e sapete perfettamente che potreste scoprire da un momento all'altro di essere diventati una vittima."" -
Il monaco Dogen
In questo saggio Watsuji Tetsuro analizza alcuni tratti della vita e del pensiero del monaco Dogen Zenji (1200-1253). Convinto che il Buddhismo fosse diventato irrimediabilmente corrotto, Dogen intraprende un rischioso viaggio in Cina, riportando con sé una forma più pura di spiritualità e diventando così il fondatore della Scuola Soto del Buddhismo Zen in Giappone. Anche Watsuji, testimone della degenerazione in cui era incorso il Buddhismo del suo tempo, intraprende un viaggio all'interno del passato intellettuale del suo Paese, riscoprendo la figura e il pensiero del Maestro Dogen. Con ""Il monaco Dogen"""" egli intende riproporre così al Giappone odierno una delle figure filosofiche e spirituali più importanti della storia e della cultura nipponica."" -
Il doppio volto dell'Europa. Tra capitalismo e democrazia
Lo sviluppo dell'Unione europea viene spesso raccontato come una storia di decadenza. Un progetto visionario divenuto un mostro tecnocratico. Di fronte alla crisi dell'Euro sembra essere arrivata l'ora del bonapartismo collettivo che avvolge il continente in un regime di austerità. Hauke Brunkhorst presenta una lettura diversa: come Dr. Jekyll e Mr. Hyde, visione politica e tecnocrazia formano un nesso inscindibile. Nonostante l'attuale gestione disastrosa della crisi, lo slancio utopico degli inizi è ancora conservato nei Trattati, e la Corte di giustizia europea continua a rafforzare i diritti dei cittadini dell'Unione. Il progetto europeo rimane un processo aperto che può essere guidato nuovamente in una direzione emancipativa, ad esempio attraverso una mobilitazione dei giovani altamente qualificati, ma occupati in modo precario in Spagna, in Grecia e negli altri Stati dell'UE. -
Cheese! Un mondo di selfie. Fenomenologie d'oggi
Il selfie non è soltanto un fenomeno di moda ma ha implicazioni che riguardano sia la società e il suo modo di comunicare, sia l'arte della fotografia e l'arte in generale. Oltre a queste componenti coinvolge anche la forma identitaria, con un lato di narcisismo, è vero, ma anche di attività rivolta alla scoperta di se stessi. Quindi al di là del semplice gesto, sempre più automatico, di scattarsi un selfie in qualunque momento e situazione, si aprono molti interrogativi che è giusto vadano affrontati con più discipline. È l'intento di questo libro. Scritto velocemente, con un piglio di cogliere il tempo, quasi scritto con lo stile di un selfie: il modo di farlo a volte può risentire del contingente e del cogliere il momento, ma è proprio del selfie, e non è detto che quella sua modalità di agire rapidamente nel mondo non coinvolga e interessi anche altri campi di relazione sociale, di produzione del senso e di finalità estetica. -
Forme in evoluzione. Morfologia del vivente e psicologia cellulare
Ernst Haeckel, scienziato per professione e artista per passione, mise l'arte a disposizione delle ricerche morfologiche, proponendo una scienza unitaria del vivente, in grado di comprendere l'organismo nella sua totalità funzionale ed estetica. Nei tre saggi qui raccolti egli indaga la forma esteriore dei viventi, cogliendo in essa l'indicazione di una vita interiore, una vis plastica che anima la natura in ogni sua manifestazione, dà impulso alla differenziazione funzionale e sancisce la continuità fra organico e inorganico. Espressioni come ""vita dei cristalli"""" e """"anima cellulare"""" appaiono qui prive di contraddizione e la natura, creatrice inconscia di forme, diviene essa stessa un'opera d'arte. Nel pensiero haeckeliano si può perciò riconoscere un modello da seguire in un'epoca, come la nostra, in cui le più importanti conquiste culturali dell'umanità, l'arte e la scienza, sono spesso contrapposte nello studio del medesimo libro, quello della natura."" -
La scoperta dei vangeli socialisti. L'ispirazione cristiana nei primi decenni del movimento operaio e le Vite di Gesù scritte dai suoi primi leader
È opinione diffusa che Gesù non amasse le ingiustizie sociali. A più di una persona sarà capitato di scorgere qualche affinità fra il racconto dei Vangeli e certe idee radicali, comuniste o ""di sinistra"""". È meno risaputo, invece, che le prime leghe operaie e i loro teorici, negli anni in cui esplodeva l'industria moderna (1830-1850), hanno tratto proprio dai Vangeli il loro programma d'azione. I quattro saggi raccolti in questo volume ruotano attorno alle """"vite di Gesù"""" scritte da Étienne Cabet e Wilhelm Weitling, fondatori del comunismo francese e tedesco, e dal poeta Alphonse Esquiros. Sul piano storico offrono un'ampia panoramica di quegli anni caratterizzati da stamperie clandestine e mense sociali, barricate e opuscoli polemici, con cui decine di gruppi e movimenti facevano a gara a chi meglio interpretava il Vangelo e portava più in fretta il paradiso sulla Terra. Sul piano filosofico ci aiutano a capire quanto lo stesso marxismo, più maturo e strutturato di questa prima fase entusiastica, rimanga comunque impregnato di categorie cristiane (una visione dualistica e provvidenziale della storia, una tensione apocalittica e una potenza demistificante) che forse fanno di esso l'ultima grande eresia."" -
L' anima e il campo. La produzione del sentire
Anima è un'antica parola per indicare ciò che nella cultura occidentale sta alle spalle del soggetto, un'entità che sente, titolare di aisthesis e matrice dell'estetico. Oggi però, dopo il soggetto moderno, il sentire dell'aisthesis non è solo una premessa o la prima tappa della soggettivazione ma piuttosto ciò che ne rimane: un resto o un movimento di fuga. Come pensare l'anima oggi? Oltre l'Estetica come filosofia dell'arte, si tratta di descrivere i caratteri del campo estetico, l'esterno che affetta l'anima: uno spazio sociale dove operano specifici meccanismi di produzione che ci fanno sentire. L'anima: un effetto o una perturbazione del campo. -
La rappresentazione incorporata. Una etnografia del corpo tra stereotipi coloniali e arte contemporanea
Il corpo è sempre stato un oggetto di studio sfuggente, pericoloso e indocile per le scienze sociali. Occorre smettere di pensarlo come un oggetto e considerarlo come soggetto di produzione di senso, raccogliendo le sfide epistemologiche che pone con urgenza ai recinti disciplinari e agli sguardi riduzionisti coi quali si è spesso tentato di mapparne la complessità. A partire dal superamento della radicale separazione tra corpo e mente sulla quale si sono fondati i diversi sguardi della modernità (scientifico, antropologico, coloniale), il concetto di incorporazione ha da tempo aperto la possibilità di ripensare gli approcci classici allo studio del corpo. Attraverso un'analisi dello stereotipo coloniale come strumento di costruzione dell'identità che passa per la rappresentazione del corpo, questo studio esplora le possibilità di una sua sovversione nel lavoro delle artiste contemporanee Lorna Simpson e Kara Walker. Utilizzando un approccio interdisciplinare tra antropologia, sociologia, studi culturali e postcoloniali, studi visuali e storia dell'arte contemporanea, questa analisi esplora il modo in cui le opere delle artiste smascherano e disinnescano lo stereotipo di matrice coloniale sul corpo. Le opere analizzate ""impongono"""" all'osservatore una modalità percettiva che non è più un'attività prettamente razionale ma un'attività incorporata, che coinvolge il corpo dell'osservatore, considerando gli aspetti emozionali nella loro capacità di produrre senso."" -
La psicologia critica e i rapporti tra economia, storia e psicologia
Nel vasto panorama della psicologia gli studi sui suoi rapporti con l'economia, vista soprattutto dall'angolazione storica, sono rari. Più in generale, i punti di incontro non occasionali tra psicologia e storia sono pochi. Questo volume vuole colmare, almeno in parte, questa lacuna mostrando la latitudine delle possibili aree di approfondimento e le strette interconnessioni con vari ambiti di studio, tra i quali - in primo luogo - la psicologia critica, ma anche con settori apparentemente estranei e remoti, come la psicologia dei consumi. -
Lo spettro della fine. Pensare l'Apocalisse tra filosofia e cinema
Pensare l'Apocalisse significa avvicinarsi, inevitabilmente, alla fine. Fine che implica anche etimologicamente il termine ultimo, il traguardo in cui l'individuo come il mondo (la collettività) trova non sempre il suo compimento, ma la possibilità di riscatto e di ricominciamento. Certamente l'immaginario apocalittico - sia esso mitico che religioso che narrativo che culturale che cinematografico - evoca un momento di crisi e di rottura: insomma una catastrofe che viene rappresentata in varie forme ma che preclude e lascia spazio alla trasformazione. Pensare e ripensare l'Apocalisse attraverso strumenti ermeneutici diversi da quelli canonici è il filrouge che lega l'analisi del libro: una chiave di lettura della fine del mondo attraverso il cinema e la filmografia, ovvero attraverso quelle immagini che si trasformano in pensiero, in concetti. Premessa di Claudio Bonvecchio. -
«Lo Stato libero e democratico». La fondazione della politica nello Zibaldone
"Lo stato libero e democratico è certamente il migliore di tutti"""". Così Giacomo Leopardi scriveva nello Zibaldone, lo sconfinato palinsesto in cui aveva riversato e ordinato i suoi pensieri filosofici, storici, filologici, letterari. La presente antologia è una selezione dei passaggi più significativi sul piano politico e storico-politico, che si fonda sul lavoro di indicizzazione lemmatica e concettuale realizzato sul corpus da Leopardi stesso. Un ampio apparato di commento ai passi dello Zibaldone completa l'antologia. Trascurando ogni aspetto di politique politicienne, l'attenzione è stata concentrata sull'obiettivo forse più notevole del Leopardi pensatore: la rifondazione della politica dopo la Rivoluzione francese e dopo la Restaurazione. Libertà, democrazia, eguaglianza, conflitto sono solo alcune delle """"categorie della politica"""" di un discorso critico-sistematico che costituisce un unicum non solo per la nostra autocoscienza nazionale, ma per l'insieme della cultura politica e civile della modernità." -
Il dispositivo estetico e la funzione politica della gerarchia in cui è evoluto
Contro ogni pretesa di normatività, l'estetico va ricondotto alle operazioni mentali che lo costituiscono come tale. Tuttavia, l'insieme di queste operazioni ha una sua storia e un posto nella gerarchia dei dispositivi mentali che gli esseri viventi hanno generato in un processo di adattamento biologico e culturale - prima biologico, poi culturale, senza però che sia mai chiaro dove e quando una certa categorizzazione possa sostituirsi all'altra. La consapevolezza in ordine alle priorità di questi molteplici dispositivi è questione di responsabilità politica. -
L' inutile fatica. Soggettività e disagio psichico nell'ethos capitalistico contemporaneo
Questo volume raccoglie i contributi rielaborati a partire da un seminario di studi organizzato nel 2014 a Palermo dal titolo ""L'inutile fatica di essere se stessi"""". Tanto quell'incontro, quanto questo testo, mettendo a confronto riflessioni di psicoterapeuti, filosofi ed attivisti sociali, vogliono essere un tentativo di indagare i dispositivi attraverso cui il neoliberismo produce forme di disuguaglianza sociale e di sofferenza esistenziale. Al tempo stesso, guardare in faccia la """"crisi"""", rappresenta una strada per non considerare l'infelicità solitaria un dato ineludibile della nostra società ed andare alla ricerca di nuove vie solidaristiche."" -
Il «Wortsatz» di Philipp Wegener. Ovvero dell'unità comunicativa minima
Negli studi sul linguaggio condotti in ambito tedesco dalla seconda metà dell'Ottocento fino agli anni Trenta del Novecento ha avuto un ruolo significativo il dibattito sulla nozione di frase. Uno dei nodi centrali del dibattito riguarda la natura della ""frase-parola"""", ovvero delle espressioni costituite da un unico elemento. Tali espressioni hanno dignità di frase oppure no? Un'interpretazione ampia e articolata delle espressioni unimembri è avanzata da Philipp Wegener nel saggio Der Wortsatz, pubblicato nel 1921. In questo volume è proposta la traduzione italiana dell'articolo di Wegener, preceduta da un ampio saggio che contestualizza la sua proposta teorica all'interno del succitato dibattito e presenta i capisaldi della sua teoria."" -
Estasi.com. Diario India Thaiti
Diario, narrazione, saggio, poesia: una scrittura plurale, eclettica e insieme cordiale descrive i paesaggi naturali, umani e spirituali percorsi dall'autore. Di luoghi e sentieri mistici, ormai fruibili anche online, Licciardello confida ed affida al lettore la memoria delle origini, le immagini e il brivido dell'irripetibile - rivelandone la complementarietà, la potenza e la grazia. Un'opera che a buon diritto può annoverarsi fra i romanzi di trasformazione della coscienza, ""requisito di ogni azione responsabile per l'evoluzione umana""""."" -
Il perverso ritorno del reale. William T. Vollman e Roberto Saviano
Nel contesto dell'ampio dibattito letterario, filosofico e culturale relativo alla possibilità di definire l'attuale congiuntura storica del tardo-capitalismo globale attraverso la formula del ""ritorno del reale"""", il volume problematizza la questione del Reale attraverso il riferimento alla critica lacaniana e post-marxista di Slavoj Zizek, allo scopo di illustrare come l'apparente ritorno anacronistico al """"realismo"""" costituisca una fuga dalla dimensione """"impossibile"""" del Reale, in senso lacaniano. L'inchiesta problematizza il rinnovato interesse per alcuni specifici generi letterari, come il noir, l'auto-finzione, il romanzo storico-documentario e la docu-fiction di carattere testimoniale, la cui fortuna editoriale riflette la crescente domanda di storie che raccontino, nei suoi più feroci e truculenti dettagli, la realtà di cui si è partecipi. In questo contesto il libro sviluppa un'analisi comparatistica dell'opera di due autori ritenuti, sotto questo profilo, paradigmatici: William T. Vollmann e Roberto Saviano. La loro visionarietà, che si realizza in un'inedita e traumatica commistione di fiction e non-fiction imperniata sulla figura perturbante dell'autore-protagonista, impone alle coscienze anestetizzate dei lettori una lucida e violenta critica ideologica del sistema storico-culturale del tardo-capitalismo globale, mettendo a nudo quel grumo di fantasie perverse che ne sorreggono l'impianto simbolico e l'economia libidinale."" -
Il desiderio del cinema. Ferdinando Maria Poggioli
Obiettivo di questo lavoro, condotto sull'esperienza cinematografica di Ferdinando Maria Poggioli, è stato l'elaborazione di nuove strategie di analisi utili al superamento dell'etichetta formalista, inevitabilmente circoscrivibile a una particolare epoca storica caratterizzata dall'ingerenza di specifiche categorie estetiche, per aprire nuovi orizzonti interpretativi su fotogrammi che hanno condizionato l'immaginario di un'epoca, aderendo perfettamente alle dinamiche storiche dell'industria culturale, governandone i desideri ed evidenziandone i traumi. Lo sguardo di ieri ha infatti fortemente influenzato l'analisi di film quali La bisbetica domata, Sorelle Materassi, Il cappello da prete. Oggi un nuovo sguardo percorre gli stessi fotogrammi, inevitabilmente adeguato alle nuove istanze della fruizione contemporanea. Attraverso diverse prospettive metodologiche (tematica, iconografica, discorsiva, produttiva, ricettiva) si propone una ricollocazione di questo autore nel quadro più generale della Storia del cinema italiano e una sua nuova sistemazione nei meccanismi dello spettacolo tra la fine degli anni Trenta e l'inizio degli anni Quaranta. Dopo una analisi dei lungometraggi che ambisce alla ridefinizione estetica del lavoro poggioliano, sono state riportate e trascritte le lettere indirizzate a Visconti, tra il 1937 e il 1938, attraverso cui è stato possibile ricostruire le diverse stesure del trattamento di un film, Racconto d'agosto, che tuttavia non è stato mai realizzato. La grande rilevanza di queste lettere consiste, oltre che nell'offrire uno spaccato di storia dell'industria culturale italiana, anche nel testimoniare la relazione stretta tra due artisti le cui vicende private e professionali sembrano intrecciarsi inesorabilmente. -
Platform capitalism e confini del lavoro negli spazi digitali
Come si configura il lavoro al tempo del capitalismo delle piattaforme? E quali sono le possibili forme di resistenza negli spazi digitali? Questo lavoro collettaneo offre uno sguardo critico ai processi di produzione del valore mediati dalla digitalizzazione e a come i suoi confini siano socialmente costruiti. Se negli anni '90 proliferavano descrizioni entusiastiche della rete, caratterizzate dai tratti libertari della californian ideology, oggi le metafore usate per descrivere gli spazi digitali sono significativamente mutate. Si può parlare infatti di walled garden, giardini recintati in cui accesso e circolazione dei contenuti non sono affatto liberi, ma soggetti a molteplici e cangianti forme di controllo. In questa nuova cornice, che mira a interpretare la moltiplicazione di spazi chiusi e fondati sull'espropriazione di beni comuni, i confini del lavoro - e le pratiche sociali che lo caratterizzano - vengono radicalmente ridefiniti. Da un lato si rafforza la mercificazione di testi, composizioni e immagini che sono presenti nella rete e di uso comune, dall'altro sono le interazioni sociali e le esperienze condivise ad essere messe a valore. Il volume mette a fuoco tali dinamiche e propone un confronto sulle possibilità per sottrarvisi, attraverso modalità di organizzazione collaborativa all'interno di importanti ambiti dei processi sociali ed economici. -
Teologia linguistica e diritto laico
Il nesso tra linguaggio e religioni è ancestrale ma ancora oggi in grado di riverberarsi sul potenziale normativo delle grandi religioni mondiali: le matrici linguistiche delle rivelazioni sacre custodiscono il nucleo di senso e di valore dei sistemi di diritto religiosi e questi, quotidianamente, incrociano il diritto degli stati e delle organizzazioni internazionali. Simili assunti teorici sono oggetto centrale di questo volume, le cui indagini si dipanano lungo quattro direttrici: la prima illustra lo studio fenomenologico della religione quale ipotesi scientifica per ampliare l'ambito pluralistico della libertà religiosa. La seconda affronta una digressione storiografica nel diritto coloniale europeo, atta a rileggerne in chiave contemporanea le norme sulla subalternità giuridica, le politiche linguistiche, gli statuti personali. La terza si concentra sull'utilizzo rituale delle lingue sacre e sulle conseguenze che tale uso comporta sul riconoscimento dei diritti umani. La quarta cerca di risemantizzare - in senso cosmopolita - la soggettività giuridica, al cospetto di un orizzonte laico del diritto in via di globale trasformazione.