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Di che giardino sei? Conoscersi atttraverso un simbolo
I giardini, nella loro maestosità o nella loro modestia, sono da sempre specchio della personalità, dello stato d'animo e del modo di vivere di chi se ne prende cura. Plasmato a nostra immagine e somiglianza, il giardino è sempre portatore di una sua filosofia peculiare che chiama direttamente in causa il nostro agire nel mondo. Dalle origini ai giorni nostri, Duccio Demetrio ripercorre la storia, la simbologia, la mitologia e la tradizione del giardinaggio, una passione antica quanto l'uomo che intercetta l'interesse di pubblici eterogenei. In queste pagine, Demetrio individua oltre trenta tipologie di giardini di interesse storico e architettonico accompagnate da un ricco apparato iconografico. In un'epoca in cui, da una parte, ecologia e sostenibilità riconducono l'attenzione dell'opinione pubblica sull'importanza del giardino come bene comune e, dall'altra, mancanza di risorse e abuso edilizio sono fonte di degrado urbano, ""Di che giardino sei?"""" ci ricorda che conoscere i giardini e restarne incantati significa saper cogliere la bellezza nelle sue sfumature più sublimi, a partire dall'indagine del sé."" -
Lupus in fabula. Antropologia dell'uomo lupo
Massimo Centini è un grande divulgatore. Negli anni si è occupato di tradizioni popolari e criminologia, ottenendo successo di pubblico per la scelta dei temi e la scrittura scorrevole e lineare. ""Lupus in fabula"""" non fa eccezione, il tema del licantropo, grande protagonista del folklore popolare, prestato alla letteratura e al cinema horror, viene raccontato in tutte le sue sfaccettature, psicologiche e antropologiche, storiche e mediche, con un linguaggio alla portata , di tutti. Il mito di un essere umano che si trasforma in lupo a ogni plenilunio è antichissimo e presente in molte culture, ma è nei secoli della caccia alle streghe e dell'Inquisizione che diviene un vero e proprio demone collettivo. Centini, partendo da questo affascinante momento storico, racconta le evoluzioni del mito del licantropo, fino al suo approdo contemporaneo alla letteratura e al cinema horror."" -
Rom, questi sconosciuti. Storia, lingua, arte e cultura e tutto ciò che non sapete di un popolo millenario
Da sempre oggetto di sospetti e vessazioni, li persecuzioni e genocidi, il popolo Rom è una delle più antiche minoranze del Vecchio Continente, tra le più dinamiche e radicate. Eppure di loro sappiamo poco e nulla. Finalmente uno studioso Rom italiano ci offre un racconto capace di restituire l'identità ""invisibile"""" dei Rom, l'evoluzione li tradizioni e valori millenari tramandati nella quotidianità, abbracciandone la cultura, la lingua, le espressioni artistiche, fino alle organizzazioni politiche. La storia raccontata da Spinelli, accademico e musicista, è l'affascinante trasposizione della memoria collettiva della popolazione romani, capace di fornire un accesso privilegiato a una cultura ricchissima, troppo spesso ignorata e fraintesa, anche per l'attitudine a trasformare gli """"zingari"""" in capri espiatori sociali. Prefazione di Moni Ovadia."" -
Alla ricerca del reale perduto
È possibile modificare il mondo e, in un certo senso, inventarlo ogni giorno? Oppure il reale è un orizzonte normativo al quale possiamo solo sottometterci? Alain Badiou, tra i più grandi filosofi francesi viventi della generazione di Deleuze e Lyotard, propone in questo libro una ""ricerca del reale perduto"""", che passa per Molière, Lacan e, soprattutto, Pasolini. Sembra infatti che la conoscenza del reale sia stata affidata in maniera cieca e irrevocabile all'economia, anche nel momento in cui essa ammette la propria impotenza, la propria incapacità di prevedere disastri imminenti. Per Badiou è necessario un cambio di rotta, un atto che affermi l'esistenza dell'impossibile perché questo è il """"gesto fondamentale di conquista del reale: dichiarare che l'impossibile esiste"""". Un libro che è un inno alla ricerca della vitalità, al di sotto delle ceneri di un mondo che è solo apparentemente in rovina."" -
Il giudaismo nella musica
Richard Wagner è riconosciuto come uno dei più importanti musicisti di ogni epoca; per molti è il più grande compositore romantico, per Nietzsche il massimo esempio dello spirito dionisiaco nella storia della musica stessa. Non tutti sanno, però, che Wagner fu un convinto antisemita; precursore e propugnatore delle tesi razziste che, proprio negli anni in cui scriveva questo pamphlet, stavano cominciando a depositarsi nella coscienza collettiva del popolo tedesco. Tesi forti, basate sull'ideologia del pangermanismo e della superiorità della razza ariana; tesi che confluiranno nell'antisemitismo nazista. Dopo lo scandalo dei Quaderni neri di Heidegger, questo manifesto dell'antisemitismo wagneriano, poco conosciuto e praticamente introvabile, consente di fare un ulteriore passo avanti nella comprensione delle origini di un male che ha attraversato dall'interno i gangli vitali della cultura europea. -
L' Islam, religione dell'Occidente
Sebbene oggi sembrino divise sul filo dello scontro di civiltà, e lo spettro evocato da Samuel Huntington si sia sfortunatamente materializzato nell'incubo degli attacchi terroristici, in realtà Cristianesimo e Islam si sono profondamente influenzati da sempre e fin dalle origini. Le profonde interrelazioni culturali, teologiche, storiche, economiche, pacifiche ma anche conflittuali (crociate, guerre, terrorismo), tra Europa e mondo musulmano, testimoniano della stretta interrelazione esistente tra i due e del reciproco condizionamento. Non è allora provocatorio definire la religione di Maometto ""occidentale"""". In questo saggio, Campanini prende la parola ponendosi da hanif, cioè da puro monoteista nemico degli idoli fideistici, ideologici e culturali. Assume un atteggiamento non apologetico, non fobico, per indagare cosa unisce e divide Cristianesimo e Islam e per dire qualcosa di più vero e giusto sulle origini di una religione e di una civiltà, quella musulmana, che straniera, in fondo, non lo è mai stata."" -
Entrare in un pensiero. Sui «possibili» dello spirito
"Chi non vorrebbe, nel tempo di una serata, entrare in un pensiero che è esterno al nostro, come quello cinese? Ma non vi si può accedere cercando di riassumerlo o tracciandone la storia: resteremmo sempre dipendenti dalle nostre prospettive, dai nostri concetti. Non lasceremmo davvero il nostro pensiero, quindi non potremmo entrare in un altro."""" Così inizia il libro di François Jullien, filosofo che da trent'anni studia il modo per entrare in un pensiero, quello cinese, che non è accessibile se non uscendo dalle nostre categorie. Questo libro rappresenta una sintesi e una sistemazione del suo percorso di ricerca e approda a un compito rivoluzionario: concepire una storia dell'accadere dello spirito che non dipende più solo dall'Europa. Se la filosofia occidentale ha esaurito la sua carica vitale, come spesso si dice, è giunto il momento di """"aprirsi"""" a Oriente e accedere a un pensiero inesplorato che possa offrire nuovi concetti e nuove prospettive." -
Le meraviglie dell'impossibile. Fantascienza: miti e simboli
Correvano i roventi anni Settanta, quando fece la sua comparsa in libreria una collana di volumi di fantascienza che per la prima volta offriva al pubblico di appassionati un prodotto nuovo: traduzioni accurate, introduzioni approfondite, apparato critico scrupoloso. La collana si chiamava ""Futuro"""" e i curatori erano Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco. A quasi cinquant'anni di distanza, l'antologia qui presentata propone il meglio di quelle edizioni, i saggi più acuti e """"visionari"""", che, nonostante il tempo passato, conservano intatto fascino e forza espressiva. La sola cosa profondamente cambiata è che la fantascienza, da genere di nicchia riservato a pochi appassionati, è diventata la fonte di ispirazione principale per la letteratura, per il cinema, per le serie tv e per i videogiochi."" -
Gappisti di pianura. La 65ª brigata GAP Walter Tabacchi a Modena 1944-1945
Il gappismo, fenomeno che fino a pochi anni fa ha rivestito un ruolo secondario nella storiografia resistenziale, ebbe declinazioni molto diverse a seconda delle città e dei territori in cui si sviluppò. A Modena, così come in altre province emiliano-romagnole, assunse i caratteri di una lotta autoctona, largamente partecipata dalla popolazione contadina, costituendo un modello del tutto inedito a livello nazionale. Oltre agli attentati contro esponenti del nazifascismo e sabotaggi, i GAP modenesi si fecero carico della difesa dei diritti della popolazione locale, tanto che si creò con questa uno stretto rapporto di sostegno e reciproca collaborazione. Dall'estate 1944, la vasta mobilitazione sociale, la fitta articolazione sul territorio e la capacità di sfruttare al meglio i paesaggi agricoli resero, in modo del tutto straordinario, il gappismo modenese un movimento di massa. -
Intenzioni di memoria. Sfera pubblica e memoria autocritica
Il volume discute le politiche della memoria italiane ed europee alla luce della nozione di ""memoria autocritica"""". Quest'ultima è la memoria dei torti che un individuo o un gruppo ha riservato ad altri. È la memoria più difficile ad emergere, ma, in relazione ai crimini di cui italiani ed europei si sono macchiati lungo il Novecento, ha un valore etico irrinunciabile. Dieci brevi capitoli sugli usi sociali della memoria fanno luce sulle zone d'ombra che ogni rappresentazione del passato porta con sé e sugli strumenti e le intenzioni con cui ci disponiamo a riguardo. Il cinema (da La lunga notte del '43 di Florestano Vancini fino a Valzer con Bashir di Ari Folman) è il materiale attraverso cui l'argomentazione è illustrata. Costruito su rigorose basi teoriche, il volume è tuttavia di agevole lettura e si rivolge tanto a studiosi di scienze sociali, quanto a un pubblico più vario."" -
Consolare lo sconfitto. Aspetti dell'adattamento al fallimento
Sconfitte, fallimenti, insoddisfazioni, dimissioni rappresentano esiti indesiderati ma ricorrenti in molte sfere della vita quotidiana: dal mondo del lavoro, alle relazioni interpersonali, alle transizioni commerciali. In questo saggio, con la sua consueta brillantezza e capacità di spiazzare il lettore, Erving Goffman analizza i meccanismi che ogni organizzazione e ogni gruppo mettono in atto per consolare coloro che perdono un ruolo, una persona cara, o più semplicemente un po' di autostima. L'insieme di strategie volte a consolare lo sconfitto e i trucchi messi in atto da questi per sfuggirvi, permettono a Goffman di analizzare uno dei temi classici della sua sociologia: la difficile conciliabilità fra desideri individuali e meccanismi istituzionali. Si tratta di un saggio inedito, ma assolutamente stimolante e attuale, a metà strada fra sociologia e psicologia sociale. -
Ettore Majorana o del diritto all'alterità
La biografia di Ettore Majorana - genio della fisica misteriosamente scomparso nel 1938 -, può raccontare non solo il mito del rifiuto della scienza - come evidenziato per primo Sciascia -, ma, più in generale, il rifiuto della modernità. D'altra parte, grazie al principio di indeterminazione e al concetto di relatività, la fisica ha contribuito a riconfigurare le categorie della filosofia della sociologia e, di conseguenza, la posizione dell'individuo nella società, ricorrendo alla sua destabilizzazione e cosiddetta crisi. In questo testo, Ettore Majorana viene letto come l'archetipo della modernità, ma anche di colui che la rifiuta, perché sfugge alla struttura di aspettative in cui la famiglia, l'Università e lo Stato hanno chiuso la sua esistenza, come in una gabbia d'acciaio. La sua scomparsa, quindi, testimonia il disagio dell'individuo moderno e, insieme, la sua resistenza allo spirito del capitalismo, all'ontologia del presente. In fuga dalla modernità e dal suo spirito, ma estremamente moderno nella sua capacità di crearsi da sé, di essere autopoietico e molteplice, Ettore Majorana racconta l'alterità dell'identità moderna e, insieme, l'alterità di una modernità che può essere pensata in modo diverso. -
Semiotica del gusto. Linguaggi della cucina, del cibo, della tavola
Se tutto è comunicazione, anche il cibo ci parla. Ma in che cosa consiste la natura significativa dell'alimentazione, e con quali mezzi viene costruita? Gianfranco Marrone propone in questo volume un'introduzione alla semiotica del cibo e ai suoi campi di applicazione. Il cibo non è soltanto una necessità, ma è anche e soprattutto un linguaggio, e perciò un punto di osservazione privilegiato per lo studio della cultura umana e sociale. Discutendo di pietanze identitarie e ricette nazional-popolari, di strumenti da cucina e classici della gastronomia, di cibi cosiddetti naturali e vini biologici, di livelli del gusto e tavole imbandite, quel che emerge è la rigorosa proposta di una semio-linguistica della cucina. -
Linguaggio, comunità, contingenza. Wittgenstein e la filosofia politica
Ludwig Wittgenstein è stato tra i filosofi e pensatori più noti e decisivi del XX secolo. Le sue opere hanno avuto una diffusione notevole ed esercitano tuttora un'influenza rilevante. La sua filosofia del linguaggio, la sua teoria dei giochi linguistici e dell'impossibilità di un linguaggio privato, la sua tematizzazione della forma di vita hanno lasciato una traccia profonda presso i circoli accademici e universitari. A fronte di una mole di studi, testi e lavori scientifici, il nesso tra il pensiero di Wittgenstein e la filosofia politica è tra quelli meno indagati e analizzati. L'analisi svolta da Viviana Segreto tende a tematizzare l'incrocio teorico tra la filosofia del linguaggio e la filosofia politica nello spazio di intersezione della parola e della comunità, mentre i saggi raccolti nel presente volume, provenendo da prospettive culturali diverse, affrontano il nesso tra alcuni aspetti del pensiero di Wittgenstein e la teoria politica, tanto nella sua dimensione filosofica, quanto nella sua pratica politica. -
Vincere la memoria, costruire il potere. Costantino, i Retori, la lode dell'autorità e l'autorità della lode
Nella complicata situazione in cui si era trovato l'Impero romano dopo l'abdicazione di Diocleziano nel 305 d.C., chiunque avesse voluto tornare a esercitare un potere stabile e duraturo aveva bisogno di essere riconosciuto come il leader indiscusso. Per raggiungere il potere in un'epoca di vorticose trasformazioni e di lotte tra diverse fazioni e aree sottoposte al dominio di Roma non bastava la supremazia militare e serviva qualcosa in più di una rappresentazione vincente della propria persona e delle proprie gesta. Ne servivano almeno due. È quello che è riuscito a Costantino, le cui qualità e virtù cambiavano e si adattavano a seconda del pubblico cui era presentata la sua immagine pubblica. Anche per questo motivo egli fu la figura di riferimento dell'Impero per una parte consistente del IV secolo d.C. Ma chi decideva come rappresentare un imperatore in epoca tardoantica? Chi erano i choice-architects del mondo costantiniano? E come gestire quella rivoluzionaria negazione della tradizione romana che passa sotto il nome di conversione di Costantino? Questo libro racconta come per costruire un nuovo potere sia necessario, soprattutto, vincere la memoria. -
La via della creazione di valore. Nuovi interventi buddisti
Il concetto umanistico di creazione di valore - centrale nell'interpretazione e nell'applicazione moderna del Buddismo di Nichiren Daishonin (1222-1282) funge da filo conduttore degli interventi raccolti in questo volume, dedicati al problema della sicurezza ambientale, al male dei conflitti sociali, ideologico-religiosi ed inter-etnici, ed alle nuove difficili sfide etiche e bioetiche. Originariamente impiegato in riferimento alla teoria pedagogica di Tsunesaburo Makiguchi (1871-1944), tale concetto si è successivamente esteso e fuso con la stessa filosofi a buddista della rivoluzione umana (ispirata all'insegnamento del Daishonin). Parliamo di rivoluzione umana attraverso la creazione di valore, come creazione di valore e per la creazione di valore. Ognuna di queste tre declinazioni investe tanto la vita personale, quanto la vita sociale; e tanto il proprio quotidiano, quanto il collettivo quale bene comune appartenente alle generazioni presenti e future. Una sola la convinzione, al fondo: ognuno può trasformare se stesso in un creatore di valore. -
Un antropologo in bicicletta. Etnografia di una società ciclistica giovanile
La ricerca propone un'etnografia a partire dal corpo del ciclista, che si immerge attivamente nel microcosmo di una società sportiva lombarda con sessant'anni di storia: l'U. C. Costamasnaga. L'analisi che l'autore compie, con gli strumenti dell'antropologia e di altre scienze umane, riguarda le pratiche, i ruoli, la struttura, l'organizzazione, i valori, la missione di coloro che la animano e dei ragazzi che gareggiano: una missione diretta specialmente a costruire il futuro corridore in bicicletta partendo dall'infanzia, ma che trova significato anche in relazione al contesto socioculturale in cui l'associazione si colloca. Il lavoro propone, quindi, una riflessione su un oggetto preciso, che però si può applicare ad altri contesti sociali. Il libro testimonia la posizione anfibia dell'antropologo che, andando sul terreno, con le sue osservazioni e le sue relazioni umane, mette in comunicazione due culture: quella che porta dentro di sé e quella di coloro che osserva e studia, dando vita ad una interpretazione negoziata dei significati che le pratiche umane assumono. Per questo, il libro vuole parlare ai lettori comuni e agli studiosi di scienze umane, per far conoscere la complessità del mondo dei ciclisti, ma anche ai vari protagonisti di questo mondo, proponendo loro una consapevolezza diversa su ciò che ritengono di conoscere benissimo. -
Antropologia dei clown. Percorsi rizomatici tra liminalità e anti-struttura
"Antropologia dei clown"""" è un testo che esplora i territori all'interno dei quali è possibile incontrare i re della risata: tali territori vengono raggiunti attraverso un approfondito percorso espositivo che incomincia dall'analisi del processo antropo-poietico egemone nella società contemporanea occidentale. Stando alle analisi di Francesco Remotti, l'antropo-poiesi processo di costruzione degli esseri umani - può essere messa in atto in molteplici modi e varia a seconda dello spazio che viene lasciato al dubbio durante questo lungo cammino. Se, da un lato, il capitalismo ha pochi dubbi su come l'essere umano debba essere forgiato, al suo interno sono presenti forme di antropo-poiesi alternative che concedono poco terreno alle certezze. Tra esse la clown-poiesi - prassi necessaria a divenire clown - è totalmente incentrata sul fallimento: il clown è colui che fa fiasco, colui che fallisce ciò che prova a fare nella convinzione di saperlo fare meglio di tutti. Il clown, inoltre, grazie alla sua posizione liminale, è in grado di trascinare l'audience all'interno del mondo soggiuntivo da lui creato, concedendogli la possibilità di riflettere sull'intera società. Il fallimento del clown sul palco, infine, permette al performer che lo interpreta di tracciare linee di fuga (""""ligne de fuite"""") nella propria vita e, pertanto, la clown-poiesi può essere definita come un processo deterritorializzante. Introduzione di Francesco Remotti." -
Narrazione educativa e generatività del perdono
La narrazione ed il perdono sono preziosi in ottica educativa poiché danno vita a orizzonti di senso che illuminano il cammino di crescita. Il volume vuole indagare, da una prospettiva pedagogica, la straordinaria incidenza che il perdono, intimamente legato ad una narrazione ricca di senso, può rivestire per la crescita umana. Il perdono, infatti, andando a trasfigurare il senso delle azioni, si dona per fecondare quell'imprescindibile esperienza di rigenerazione che l'essere umano, seppur con forme e modalità differenti, ricerca con forza nel corso della vita. -
Un patrimonio di storie. La narrazione nei musei, una risorsa per la cittadinanza culturale. Con CD-ROM
Da quando ha fatto il suo primo ingresso nei musei, la narrazione in chiave autobiografica si sta rivelando non solo strumento particolarmente duttile e congeniale alla mediazione del patrimonio culturale, ma vera e propria risorsa per la cittadinanza attiva, l'alfabetizzazione critica nell'età adulta e la creazione di ""nuove appartenenze"""". Nella prima parte, il volume indaga e restituisce la peculiarità dello strumento narrativo in ambito museale, capace di """"rimettere in circolo"""" le storie che si intrecciano in ogni opera e testimonianza patrimoniale, e di creare nuove risonanze con i vissuti e i """"patrimoni"""" delle persone. La seconda parte è dedicata a una riflessione su alcune esperienze esemplari di utilizzo della narrazione, dove l'imprescindibile contenuto conoscitivo (storico-artistico, scientifico, archeologico o antropologico che sia) si intreccia alla dimensione del racconto. Accanto alla testimonianza dei professionisti museali il volume propone un significativo repertorio di narrazioni. Il volume è inoltre corredato da un CD in cui sono incluse tutte le narrazioni, nonché le schede dettagliate di ogni progetto. Questo materiale può essere utilizzato sia dai professionisti del museo interessati ad attivare sperimentazioni sul fronte della narrazione, sia nei contesti educativo-didattici e della formazione degli operatori che lavorano con gli adulti in diversi ambiti.""