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Tempo ciclico e gnosi ismailita
Primo traduttore di Heidegger in francese, Corbin affronta in quest'opera la questione del tempo, un tempo diverso e radicalmente alternativo a quello storico della tradizione occidentale. La dimensione che dà senso al tempo è quella liturgica. Non una durata misurabile nello scorrere uniforme dei nostri calendari, ma una riproposizione simbolica e rituale. Conosciuto soprattutto per i suoi fondamentali studi sullo shi'ismo duodecimano e sul sufismo, Henry Corbin dedica ""Tempo ciclico e gnosi ismailita"""" allo studio dell'altro ramo dello shi'ismo, quello ismailita. Gli ismailiti, noti in Occidente per via della leggenda nera degli Assassini, sono innanzitutto un movimento mistico islamico che ha elaborato concezioni metafisiche quanto mai affascinanti. Meditazioni che hanno saputo armonizzare in una visione complessiva gli insegnamenti coranici e degli Imam con la profonda eredità dello zoroastrismo, la tradizione neoplatonica con le correnti gnostiche. Introduzione di Bernardo Nante."" -
Il tempo di sapere. Saggio sull'inconscio freudiano
Si può definire l'inconscio freudiano? Forse non in modo completo, se è vero che è un sapere che non si sa di sapere. Si convoca allora il tempo necessario per venire a sapere quel sapere che non si sapeva di sapere. In questo saggio l'autore dimostra che il tempo di sapere segue una propria logica, debolmente binaria e costruttiva. In quest'ottica l'inconscio segue una logica affine a quella intuizionista, proposta agli inizi del secolo scorso da Brouwer, sospendendo, tra l'altro, il principio del terzo escluso. -
L' uomo della luna. Su Ernst Jünger
L'edizione completa degli scritti che Blumenberg, nell'arco di più di quarant'anni, ha dedicato a Ernst Jünger, testimonia un persistente e singolare interesse del teorico della metaforologia per l'opera di uno tra i più significativi e controversi autori tedeschi del XX secolo. Si tratta di articoli e brevi interventi apparsi su quotidiani, ma anche di inediti, in cui Blumenberg, senza prendere parte alla polemica sull'opera e la figura di Jünger, fornisce una lettura originale e spesso accattivante, in quanto calata nella comune attualità storica e culturale, di alcuni temi cruciali dei suoi scritti: la guerra, la tecnica ed il corrispondente tipo umano dell'operaio, la resistenza 'letteraria' al nazismo (preziosa è la testimonianza di Blumenberg della 'consolazione' fornita dalla pubblicazione del romanzo ""Sulle scogliere di marmo""""), il nichilismo e la """"nuova teologia"""". All'apprezzamento per la scrittura diaristica jüngeriana, giudicata la migliore in lingua tedesca del Novecento, si unisce un crescente sospetto per le doti autenticamente narrative ed inventive di Jünger che, tuttavia, alla luce della generale interpretazione neoplatonica della sua opera, sembra giustificarsi con la potenza sinottica della sua parola, costantemente rivolta a cogliere l'unità profonda che sta dietro la molteplicità dei fenomeni, e con l'impazienza del suo stile, sempre teso a """"saltare dall'apparenza all'idea""""."" -
La strega, ovvero degli inganni dei demoni
Questo volume è la prima traduzione moderna dal latino ed edizione critica dell'opera demonologia di un laico rinascimentale, il conte Giovanfrancesco Pico della Mirandola, che fu protagonista accanto all'autorità religiosa di un processo per stregoneria che suscitò, caso pressoché unico negli episodi di caccia alle streghe, scalpore e proteste nei territori di Mirandola e Concordia. Un testo illuminante per quanto riguarda la forma mentis rinascimentale circa le credenze e le teorie demonologiche che, al pari De la Demonomanie des Sorciers di Jean Bodin, testimonia il coinvolgimento di un umanista nello sforzo di comprovare la realtà dei poteri delle streghe, del volo magico e del Sabba non solo attraverso le fonti scritturali e i trattati degli inquisitori, ma anche attraverso le fonti classiche. Il testo può interessare non solo quanti si occupano di demonologia e di caccia alle streghe, ma anche quanti sono curiosi di comprendere le ragioni esistenziali e spirituali per le quali un dotto e raffinato uomo di cultura finisce con il condividere e fare propria quella credenza nel magico e nel sovrannaturale che si è soliti attribuire a frati ignoranti, popolani superstiziosi e teologi morbosi. -
Teologia dei quattro elementi. Manifesto per un politeismo politico
Perché mai occuparsi di teologia e nella fattispecie di teologia politica all'epoca della crisi e del suo governo ""tecnico""""? Precisamente perché l'economia ha occupato il trono del Dio-persona, dell'Uno platonico e di tutti i surrogati sovrani che ne sono discesi. In alternativa al monoteismo politico, che rappresenta la trascendenza del potere con strumenti sempre più sofisticati, si propone un politeismo dei valori che, nella crisi della sovranità, esprima sul piano simbolico il pluralismo politico e istituzionale. Acqua, terra, aria e fuoco sono riletti in tale prospettiva anti-teologica come luoghi di controllo, conflitto sociale, migrazione e guerra."" -
Follia e creazione. Il caso clinico come esperienza letteraria
Come si presenta il caso, come si scrive, si racconta, come le memorie e le riflessioni autobiografiche, il confronto tra molteplici testimoni, tra diversi stili di scrittura e conversazione, assumono posizioni prospettiche differenti; queste le questioni chiave del libro. L'idea di caso non si limita al caso clinico; si tratta di ridisegnare la riflessione sull'evento (la contingenza) partendo dalla letteratura, immaginare alcune forme del racconto clinico diretto e indiretto per far emergere l'unicità preziosa, spesso dimenticata dalla foga esplicativa, dalla categorizzazione che cancella il singolare. Il libro si presenta anche come una critica radicale ai modi riduttivi del discorso clinico dominante nell'epoca post-moderna, neoliberale, al cinismo scientista nascosto dietro la tecnologia, che emerge nell'intertestualità di pratiche oppressive. -
Il fascino dell'obbedienza. Servitù volontaria e società depressa
Che cosa rende così diffusa e convinta l'obbedienza al Potere? Perché gli uomini lottano per la propria servitù come se si trattasse della propria salvezza? Partendo da una rilettura del ""Discorso sulla servitù volontaria"""", testo abbagliante e lungimirante, redatto a metà del Cinquecento da Étienne de La Boétie, il libro ne ricostruisce dapprima il contesto originario (il passaggio dalla tirannia antica alla tirannia moderna, resa possibile da raffinate tecnologie di disciplinamento sociale), per poi mostrarne l'inquietante attualità nella nostra epoca, caratterizzata dal dilagare della depressione tanto socio-economica che psichica. La servitù volontaria, denunciata da La Boétie, non dipende dagli sforzi del tiranno ma dall'attività stessa dei dominati che si rivelano gli artefici del proprio asservimento. Allo stesso modo il diffondersi di demotivazione, disinteresse e sfiducia appare un fenomeno che la società democratica può imputare soltanto a se stessa, ma proprio questa sua 'responsabilità"""" può renderne possibile il superamento."" -
Stili di vita. Qualche istruzione per l'uso
"Stile di vita"""": il nome di un campo di battaglia in cui il comune cittadino è strattonato da parti opposte. Fino a poco fa slogan seducente a distinguersi con consumi originali, oggi leitmotiv di invito alla sobrietà nel tempo della crisi. Sconcerta una imperturbabile continuità nella retorica della 'creatività': ieri per emergere, oggi per sopravvivere. Ma l'ipocrisia non toglie interesse al tema dello stile di vita, che si colloca fra personale e pubblico, attraversando etica, economia, estetica. Se la filosofia ha troppo spesso considerato questo argomento mera questione empirica, questo volume ne rivendica la rilevanza non solo antropologica, ma anche etica e politica nel senso alto del termine." -
Essere il nemico. Discorso sulla via estetica alla liberazione
L'età della tecnica ha chiuso l'epoca umanistica, e l'essere umano non conta più niente, è qualcosa di antiquato. La sua sorte interessa sempre meno al capitale. Contro questa società che ha espulso ogni considerazione umana, è sempre più difficile opporsi. Tanto che torna legittima la domanda: come fare? ""Essere il nemico"""" è il resoconto del cammino che va compiuto sulla via estetica alla liberazione; ovvero sulla strada tracciata da Leopardi, quando il poeta, come scrive Cesare Galimberti nella sua introduzione alle Operette morali, """"anziché condurre una battaglia di retroguardia, votata all'insuccesso, opera una disperata sortita dalla rocca delle illusioni, per non più rientrarvi; per attraversare invece, fino in fondo, le linee nemiche, usando le armi del nemico, fingendosi il nemico e anzi, in qualche modo, essendo il nemico""""."" -
Ragionare nel quotidiano. Argomentare, valutare informazioni, prendere decisioni
Da qualche anno, con un ritardo più che ventennale rispetto al mondo anglosassone, anche in Italia inizia a manifestarsi l'esigenza di fornire competenze logico-argomentative in modo trasversale, quindi per gli studenti della scuola e nei programmi di lite long learning. L'argomentazione è sempre più intesa come una competenza chiave di cittadinanza che dev'essere acquisita da chiunque. In questo senso si muovono anche le direttive del Ministero della Pubblica Istruzione elaborate negli ultimi dieci anni sul rafforzamento delle competenze trasversali. Questo volume si propone di accompagnare il lettore, con tono divertito e leggero, verso l'apprendimento delle tecniche argomentative, di persuasione, di ragionamento e di decision making che sono indispensabili per sopravvivere nella società odierna, non solo sul posto di lavoro ma anche nelle relazioni sociali - in famiglia, con gli amici, nel tempo libero. Si propone altresì di fornire un ""manuale di autodifesa"""" al fine di evitare le trappole che i cosiddetti """"persuasori occulti"""" - dal venditore disonesto al pubblicitario creatore di bisogni artificiali, sino al mago della comunicazione politica - ci tendono ogni giorno, spesso senza che ne siamo neppure consapevoli. Corredano il volume alcune appendici più """"seriose"""", destinate agli studenti universitari e liceali."" -
Portatori di silenzio
Mettersi in ascolto è già presidiare il luogo del silenzio; è già presenziare davanti al suo inizio con la propria postura, la propria condizione, la propria storia, stabilendo con esso una sorta di patto d'attenzione. Da questo momento in poi il silenzio non sarà più un vuoto nulla, un niente che inquieta e perturba, una situazione posta semplicemente in assenza di rumore, ma al contrario, un luogo nel quale e con il quale incominciare a realizzare un contesto nuovo: un'originaria narrazione di sé. -
Una luminosa quiete. La ricerca del silenzio nelle pratiche di meditazione
Le tradizioni religiose hanno elaborato nei secoli diverse forme di meditazione, cioè di concentrazione psicofisica guidata, dove la mente permane silenziosa e imperturbata fra le mille sonorità della vita, così da entrare in un contatto sempre più stretto, intenso e consapevole con Dio o con l'Assoluto. Ma, nonostante la loro diversità, tutte queste svariate forme di meditazione poggiano su alcuni fondamenti comuni: l'immobilità della postura corporea, l'acquietamento delle tensioni interiori, la costante ricerca del silenzio come dimensione imprescindibile sulla via della salvezza. Se si riconoscono tali fondamenti comuni, e se ne fa esperienza, diventa possibile apprendere e praticare una meditazione di base, laica, aperta a credenti e non credenti, capace comunque, pur nella sua semplicità, di generare nuove forme di coscienza: qualcosa come una lucida serenità, una ""luminosa quiete""""."" -
L' epoca dell'inconshow. Dimensione clinica e scenario sociale del fenomeno borderline
Il libro esplora il concetto di borderline cercando di metterne in evidenza il suo doppio versante, psicopatologico, da un lato, sociale, dall'altro. Il ricorso alla diagnosi di personalità borderline, come ben sanno coloro che si occupano del trattamento del disagio psichico contemporaneo, costituisce uno degli esiti più frequenti nella presa in carico e nella cura psicoterapica; a fronte di una simile diffusione del fenomeno sintomatico non può non essere preso in considerazione il contesto storico-culturale nel quale il fenomeno stesso si è prodotto. Sintomo e società presentano, in tal senso, la stessa struttura: l'uno è il derivato psicopatologico dell'altra, la forma di sofferenza che amplifica le contraddizioni e le caratteristiche del nuovo modo di stare al mondo e di fare (o, forse, di non fare) legame con l'altro. L'ipotesi che anima il lavoro dell'autore è che tanto il sintomo borderline quanto la società borderline possano essere meglio compresi riconoscendo in essi il modello di funzionamento psichico che caratterizza la logica perversa. Il fantasma sociale contemporaneo è, infatti, un fantasma di tipo perverso che si proietta sulla maschera che il soggetto borderline inconsapevolmente indossa: è una costruzione libidica che incita i cittadini-consumatori a soddisfarsi in attitudini di tipo borderline, attraverso quei classici comportamenti ordalici che si ritrovano enfatizzati nella clinica dei disturbi di personalità. -
Immagini del disastro prima e dopo Auschwitz. Il «verdetto» di Adorno e la risposta di Celan
Il disastro che ha funestato il secolo scorso e che spesso viene evocato con i nomi di Auschwitz e di Hiroshima, non ha solo provocato la distruzione di vite umane e di città, ma ha anche determinato una rottura di civiltà che ha finito col demolire quella fiducia nel progresso tecnico, nello sviluppo e nella ragione umana sulla quale era fondato il pensiero occidentale. Si è trattato di un disastro senza precedenti che non ha lasciato nulla di intatto e che, anche nel campo della manifestazione artistica, ha segnato un discrimine tra un prima e un dopo. Theodor W. Adorno, tra i primi a coglierne il carattere di rottura, nell'immediato dopoguerra, formula un aforisma lapidario, col tempo divenuto celebre: ""scrivere una poesia dopo Auschwitz è un atto di barbarie"""". Un enunciato troppo spesso ritenuto dalla vulgata del secolo scorso, e non solo, come una sorta di comandamento e di divieto a scrivere poesie. Tuttavia, proprio e solo coloro i quali, anziché """"osservarlo"""" in quanto tale, si sono adoperati nel contrastarlo, hanno finito con l'accettarne, l'inquietudine che ne sprigionava. Primo fra tutti, Paul Celan, il quale, in quanto poeta che scriveva poesie dopo e su Auschwitz, riteneva di esserne il bersaglio principale. Nondimeno proprio il poeta Celan, nel tentativo di contrastare il filosofo Adorno, finirà per confutare, contraddittoriamente, se stesso e gran parte della sua poesia precedente che ancora risentiva delle influenze di Mallarmé e del paesaggio rilkiano."" -
I giorni della libertà. Dalle quattro giornate di Napoli, alla Repubblica dell'Ossola, a Milano liberata
Il primo racconto, ""Il giardino degli aranci"""", ricostruisce, attraverso memorie e ricerche, gli eventi che nella Seconda guerra mondiale sconvolsero Napoli, dagli oltre cento bombardamenti alle rappresaglie e alle razzie germaniche dopo l'otto settembre, all'insurrezione delle """"4 giornate"""", all'occupazione alleata e alla peste morale che ne seguì. Allo stesso modo, il secondo racconto, """"I giardini rosminiani"""", ricostruisce l'indimenticata esperienza della vita a Domodossola nel 1943-44, tra gli albori della Resistenza e la Repubblica partigiana, e gli ultimi fuochi della guerra a Milano fino ai giorni della Liberazione. Prefazione di Guido D'Agostino."" -
Charis. Saggio su Jankélévitch
Filosofo ""inimitabile"""", secondo le parole di Levinas, Jankélévitch si staglia sul quadrante del Novecento come un pensatore volutamente inattuale - perché diversamente orientato rispetto ai vettori caratteristici di esso. Proprio in ciò risiede la sua attualità, racchiusa nella cifra di una riflessione intensa e originale. Alla individuazione delle nascoste e non consumate potenzialità di tale riflessione è rivolto questo saggio. In un momento in cui diverse strategie teoriche paiono esaurirsi e viceversa il pensiero torna ad interrogarsi su quel flusso mobile che è la vita stessa, Jankélévitch, da sempre infaticabile esploratore dell-inquieto fascino del reale, della misteriosa """"grazia"""" (charis) da cui prendono forma le cose - e proprio perciò attento alla responsabilità dell'agire pratico -, si rivela un interlocutore col quale oggi, forse più che mai, è importante confrontarsi."" -
Un' ora con Heiddeger. Oriente e Occidente
Il ""vero"""" incontro di Heiddegger con colui che indicò orientativamente come il """"Giapponese"""" nel suo saggio """"Da un colloquio nell'ascolto del linguaggio"""" (poi raccolto in: """"In cammino verso il linguaggio""""). Ne emerge l'influsso esercitato su Heidegger dal pensiero estremo-orientale e alcuni tratti """"privati"""" della personalità del filosofo. Vi si discute, tra l'altro, l'arte in Giappone, il linguaggio e la poesia, il vuoto e il nulla, Rashomon, l'indeterminatezza giapponese. Saggio indispensabile, oltre che per il valore storico, per i suggerimenti su un possibile incontro tra Oriente e Occidente alla luce della categoria del """"vuoto"""" (cioè nonsense), tradotto, commentato e annotato da Leonardo Vittorio Arena, uno dei principali orientalisti italiani, nonché autore della Postfazione."" -
Stato di natura. Contro Jean-Jacques Rousseau
"Il miglior modo per confutare questo presunto filosofo è di analizzarlo e tradurlo in un linguaggio filosofico: allora si rimane stupiti di avergli potuto prestare un istante di attenzione"""". Lo stato di natura rousseauiano è un piano concettuale, una zona di riferimento definita da una fondamentale incapacità da parte dell'uomo di pervenire a se stesso. L'individuazione di un periodo di latenza di tutte le facoltà umane (lògos, téchne e nómos) sospende il nesso causale attraverso cui il diritto sembra doversi riferire alla vita come un destino e l'ordine sociale discendere dalla natura dell'uomo prima di ogni patto: lo stato di natura è la minaccia che per il controrivoluzionario Joseph de Maistre si tratta ad ogni costo di scongiurare, l'arma puntata alle tempie del diritto naturale. Sulla scena di questo feroce e festoso pamphlet che apparve a titolo postumo, Maistre oppone """"l'azione della legge divina"""" al """"carattere satanico della rivoluzione""""." -
Nagarjuna. Logica, dialettica e soteriologia
Nel vasto e articolato panorama della filosofia indiana l'opera di Nagarjuna emerge con forza per profondità, spessore critico e raffinatezza dialettica. Monaco e logico buddhista, vissuto probabilmente nel II secolo dopo Cristo, Nagarjuna è il capostipite della scuola di Mezzo (Madhyamika) o scuola del Vuoto (Sunyavada), ed è l'autore di un'opera capitale del buddhismo: le Madhyamakakarika, Stanze della via di mezzo. Qui, attraverso il suo metodo critico (prasaiiga), Nagarjuna attacca e confuta le nozioni più note e condivise del sistema dottrinale prodotto dal buddhismo di scuola (Àbhidharmika). E qui emerge l'intrinseca relazione tra le nozioni di 'via di mezzo' e 'vacuità': designazioni linguistiche che significano e agiscono il dileguare di ogni via discorsiva che pretenda di fornire all'Io e al suo mondo una consistenza reale, una identità sostanziale, una statura autonoma e irrelata. -
Filosofia e Popular music. Da Zappa ai Beach Boys, dai Doors agli U2
La popular music - espressione che abbraccia il vasto territorio comprendente rock, pop, folk, hip hop e altri fenomeni musicali ancora - da ormai molti decenni ha pervaso l'universo culturale del global village, influenzando in maniera determinante le consuetudini, gli atteggiamenti, le idee morali, politiche e religiose, oltre che le concezioni estetiche di svariate generazioni. Da questo punto di vista - per citare il curatore del volume U2 and Philosophy - ""la domanda interessante non è perché scriviamo sulla popular music, bensì perché la popular music abbia attirato così poca attenzione filosofica"""". Riflettere sulle sperimentazioni zappiane o sul progressive rock, sulle vite 'eccessive' di Morrison e Joplin o sulla E-scene di fine anni Ottanta, sul kitsch apollineo dei Beach Boys o sulla passionalità di U2 e Joy Division, alla luce dei grandi temi della tradizione filosofica, può regalarci punti di vista inediti e preziosi per comprendere meglio le nostre società e noi stessi.""