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Le filosofie del Risorgimento
Il Convegno ""Le Filosofie del Risorgimento"""", di cui si propongono gli Atti in questo volume, ha rappresentato, per la scelta dei temi affrontati e l'autorevolezza degli interventi, uno degli eventi di maggior rilievo tra quelli programmati in Basilicata nell'ambito delle celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia. I lavori delle due giornate (con le relazioni sul pensiero di Francesco De Sanctis, sui nazionalismi e sui cosmopolitismi scientifici che hanno contrassegnato il dibattito italiano prima del '48, sul risorgimento cattolico e sensista-materialista, sulle origini del processo risorgimentale negli avvenimenti del 1799 e sulle problematiche filosofico-politiche affrontate da autori come Pellico, Romagnosi, Ferrari, Spaventa, Labriola e Amari) hanno messo in luce la ricchezza delle motivazioni ideali e del fermento culturale della stagione risorgimentale, spesso a torto rappresentata come un prodotto esclusivo di negoziati diplomatici o di conquiste militari. Le pagine del volume propongono una rilettura, libera da pregiudizi e scevra da troppo rigidi schemi classificatori, in grado di restituire ai protagonisti del dibattito delle idee nel Risorgimento tutto il loro spessore, contribuendo a farli apparire in una luce diversa."" -
La foresta e la steppa. Il mito dell'Eurasia nella cultura russa
Nel dibattito sull'identità storico-culturale della Russia che costituisce la chiave di volta della riflessione russa in epoca moderna, l'aspetto ""Russia e Oriente"""" è assai meno sviluppato di quello """"Russia e Occidente"""". Dopo Pietro il Grande la cultura russa ha infatti ripudiato quanto di """"orientale"""" aveva ereditato dalla Russia antica, kieviana e moscovita. A parte alcune aperture in epoca romantica, fu solo nella seconda metà del XIX secolo, anche in corrispondenza delle ripetute delusioni politiche subite in Europa (la guerra di Crimea, il congresso di Berlino), che nella cultura russa si manifestò una progressiva """"scoperta dell'Oriente"""". Senza pregiudicarne il prevalente orientamento occidentale, questa """"scoperta"""" ha peraltro prodotto esiti di rilievo. In primo luogo perché, a differenza dei paesi europei, la Russia ha potuto trovare un Oriente non solo esterno, in terre e culture """"altre"""" ed """"esotiche"""", ma anche interno, sia nelle regioni di recente conquista (la Crimea, il Caucaso, l'Asia centrale), sia come parte costitutiva ed a lungo misconosciuta della sua stessa identità nazionale. Questo studio si propone di mettere in luce le diverse fasi di tale scoperta dell'elemento """"asiatico"""" ed """"orientale"""" da parte della cultura russa moderna, un processo al quale parteciparono pensatori di tendenza diversa (Leont'ev, Solov'ev, Fedorov), scrittori famosi (Dostoevskij, Tolstoj, Belyj), esoteristi (Elena Blavackaja) ed artisti (Rerich in primo luogo)."" -
Il paradigma accogliente. La filosofia interculturale in Raimon Panikkar
La provocazione che Raimon Panikkar ha mosso alla filosofia occidentale consiste nell'essere stato egli stesso un interlocutore ironico del pensiero oggettivante, capace di rispondere con il silenzio alla ricerca autoreferenziale di oggettività e di indicare una via esperienziale per la comprensione della realtà. La sua lettura critica del genio classificatore della modernità ha tratto ispirazione sia dalle forme di pensiero premoderne sia dalle visioni del mondo orientali, specialmente indica e buddhista, aprendo un percorso piuttosto inedito fra le prospettive della filosofia contemporanea. Il punto di partenza della riflessione filosofica di Panikkar è l'esame critico del processo di identificazione fra essere e pensiero. Il problema epistemologico sul quale essa si è concentrata è il superamento della frammentazione della conoscenza. L'esito cui è giunta è la descrizione di un approccio aperto nel quale la comprensione della realtà non derivi dalla separazione fra le parti e dalla loro definizione, ma dall'accoglienza della molteplicità in un orizzonte costitutivamente relazionale e unitario. -
I doni dello specchio. Tradizione alchemica e libera muratoria
"'I doni dello specchio' è il titolo intrigante e simbolicamente significativo che Andrea Zucconi e Guido Buffo hanno scelto per il loro saggio: sorta di Baedeker per chi voglia intraprendere il viaggio nella tradizione, nella alchimia e nella massoneria. Iniziare questo viaggio non è mai il frutto di un'intellettualistica scelta razionale: è un dono raro, prezioso e misterioso, che dischiude le porte di una dimensione 'altra', esistente ma incognita nello stesso tempo. Così, anche nelle ponderate e meditate parole del testo s'intravede una Porta e un Maestro. La Porta è quella della Via Regia, che porta al sapere e alla vera Luce; il Maestro è Paolo Lucarelli che, se da qualche anno oramai ha lasciato questa vita materiale, continua, però, a svolgere la sua azione magistrale attraverso i suoi allievi. Questi, com'era accaduto prima di loro a Lucarelli, il cui magistero risale a Eugène Canseliet e al mitico Fulcanelli, iniziano a loro volta a diventare Maestri, in un'ininterrotta, importante, Catena Iniziatica e Sapienziale."""" (Dalla prefazione di Claudio Bonvecchio)" -
Percorsi della libertà
Alcune dei temi filosoficamente, e non solo filosoficamente, più urgenti, quali la questione della verità, la laicità e la democrazia, il pluralismo religioso e i nuovi ateismi, le condizioni e i limiti della libertà umana, vengono qui affrontati con un metodo ermeneutico dotato di una forte impronta speculativa. Il libro è perciò anche una difesa di un modello molto distante dalla vulgata ermeneutica: esso mostra come il pensiero ermeneutico si debba radicare in una concezione non relativistica della verità e nell'affermazione di un originario pensato come libertà. A questo pensiero dell'originario viene qui tentato un nuovo approccio attraverso l'idea kierkegaardiana della coscienza come rapporto che si rapporta a se stesso. -
Il mito dell'università
L'università è un mito, la sua madre spirituale è la borghesia. Per lunghi secoli i templi del sapere hanno avuto un ruolo di opposizione alla cultura aristocratica. Ma se l'Università moderna aveva avuto lo scopo di celebrare nel culto di un sapere polivalente e cosmopolita - il volano di una nuova ""aristocrazia"""" dello spirito e della cultura, questa spinta si è da tempo fermata per ridursi alla burocratizzazione del sapere. Questo libro raccoglie grande voci del passato che hanno incarnato il mito moderno dell'Università, per aprire una riflessione sulla sua situazione attuale. Dopo le contestazioni e i sessantotto di tutto il mondo, dopo le mille riforme annunciate e fallite, il declino si è trasformato in débàcle. Sino a fare - nell'epoca post-moderna o post-borghese - dell'Università, nel migliore dei casi un """"rande liceo"""", nel peggiore e più comune dei casi una modesta e populistica alternativa al bar, all'Oratorio, a un'inesistente famiglia o, peggio ancora, alla disoccupazione. Riascoltare le voci autorevoli del passato rende più lucida la consapevolezza del presente."" -
Le qualità espressive. Fenomenologia sperimentale e percezione visiva
Oltre alla forma, al movimento e al colore degli oggetti, le cosiddette qualità 'primarie' e 'secondarie', percepiamo anche qualità più sottili di natura sovrasensoriale o psicologico-emozionale, di carattere paradossale: l'arancione di un tulipano è 'gioioso', una voce 'ruvida', e un semplice quadratino sullo schermo può saltellare animato come un essere vivente. Questo saggio è una sintesi delle principali teorie e esperimenti realizzati in psicologia della percezione sulle 'qualità espressive', dette anche 'qualità terziarie' o 'qualità fisiognomiche'. Per quanto eterogenee, le ricerche descritte condividono l'obiettivo di esplorare sperimentalmente i parametri percettivi degli oggetti espressivi. -
Benvenuti a Gattaca. Corpo liquido, pedicopolitica, genetocrazia
L'erosione dello Stato-nazione, il capitalismo globale, l'esasperata privatizzazione di ogni aspetto della vita umana sono solo alcuni fenomeni che costituiscono le sfaccettature di un mondo caleidoscopico come quello del XXI secolo: era in cui le dinamiche economiche sembrano aver sostituito quelle politiche e sociali, e la richiesta consumistica sembra aver oltrepassato l'acquisto di ""oggetti globali"""", per gettarsi sull'acquisto di un """"corpo globale"""" che, oramai, assiste al transito dall'automanipolazione della propria fisicità, alla vera e propria scelta diretta e autonoma del corpo che desideriamo per i nostri figli. Si tratta di una dimensione simile alla realtà distopica di """"Gattaca"""", dove la manipolazione genetica, sintomo di una nuova forma di potere e di controllo sull'individuo e sulla società, diviene, da un lato, strumento privilegiato attraverso cui l'uomo tecnologico raggiunge i suoi successi, i suoi traguardi, dall'altro, dimostra la sua impotenza dinanzi alla potenza del corpo della quale non si può mai giungere a completa conoscenza."" -
Ruota, trasla e... rifletti
Ruota, trasla e... rifletti: su che cosa? Su quale e quanta matematica pervade la nostra quotidianità. Sull'importanza che questa disciplina riveste nell'istruzione primaria. Questa breve raccolta di problemi di geometria si propone come spunto di riflessione su alcuni temi di geometria euclidea, presentando, in particolare, questioni legate alle trasformazioni geometriche. Per consentire di mettersi alla prova nella ricerca delle soluzioni anche ai lettori che non hanno ancora (o non hanno più) troppa familiarità con gli strumenti della geometria, questi vengono via via introdotti ex-novo rendendo il testo praticamente autosufficiente. Rimangono da mettere in campo solo fantasia e buoni ragionamenti. -
L' osteria dei dadi truccati. Arte, psicologia e dintorni
Che cosa ha spinto il dottor Mentula a creare un'impresa per la ricerca di nuovi materiali destinati a produrre punti interrogativi? Come giunge la professoressa Ardesia Arani Tozzi a diventare collezionista di piazze? Cosa potrà scaturire dall'applicazione del metodo dadaista di Tristan Tzara all'""Estetica"""" di Hegel? E, soprattutto, che cosa succede all'Osteria dei Dadi Truccati durante un incontro in cui Eloquio, Soliloquio, Vaniloquio e Turpiloquio si disputano la fornitura delle parole per discutere di estetica? Con esiti alterni, arte e psicologia non hanno mai smesso di intersecarsi. In questo libro intelligente e scanzonato, Massironi, rimeditando una tradizione che fa capo a Freud e Arnheim, racconta degli incontri, delle collisioni, degli appuntamenti mancati e delle nuove occasioni di scambio tra arte e psicologia."" -
Nei labirinti della fantascienza. Guida critica. Collettivo ambigua utopia
Al pubblico ""non offriamo un'enciclopedia, o una guida onnicomprensiva, ma una proposta di lettura della fantascienza. Essa fa perno su un'idea di fondo: che la fantascienza sia, fra i generi di narrativa popolare, quello che strutturalmente si presta più di altri a riflettere e rielaborare le contraddizioni della nostra vita, pubblica e privata, le aspirazioni, le tensioni, gli incubi che percorrono il tessuto sociale e le storie personali di ognuno di noi"""". Uscito nel 1979 e mai più ristampato sino ad oggi, questo libro rappresentò uno degli strumenti principali con cui l'ala più radicale dei movimenti di allora (negli anni della sconfitta, e quindi con un'acuta sensibilità - se non proprio coscienza - della crisi) si avvicinò alla fantascienza, la lesse, la commentò. Non tanto, quindi, come un genere narrativo neutro, ma come una chiave di lettura dei conflitti e della dimensione sociale del desiderio. Riproporlo oggi significa offrire un piccolo contributo a una storia che il dilagare del pensiero unico tenta ormai in ogni modo di marginalizzare o di occultare."" -
Contro l'autonomia. Il cammino comune delle scienze e delle arti
Una riflessione maturata negli accesi dibattiti degli anni '60 sul tema dell'autonomia delle discipline, contro la quale Feyerabend argomenta appoggiando le proprie posizioni su esempi e casi storici provenienti dai contesti disciplinari più disparati e sorprendenti: da una valutazione critica dell'empirismo, alla disputa tra cattolici e protestanti; da problematiche riguardanti il teatro al conflitto fra le teorie dei colori di Newton e Goethe. L'intervista rilasciata da Feyerabend nel 1985 a Grazia Borrini, permette poi di valutare, in qualche misura, l'evoluzione del suo pensiero, scorgendo già nello scritto degli anni '60 i germi di una riflessione sviluppatasi pienamente in seguito. -
Il linguaggio dell'intimità
Nel settembre del 1976 Borges è a Madrid, e per la televisione pubblica della neonata democrazia spagnola è l'occasione giusta per intervistare il grande scrittore argentino. Ne esce una conversazione franca e diretta sull'universo borgesiano, sui codici che lo reggono, sullo stile numismatico che lo caratterizza e sulla sobrietà e metodicità della sua scrittura. Borges è infatti un vero e proprio collezionista, e la sua mente sembra fondersi con quella del bibliotecario descritto in uno dei suoi più celebri racconti. La letteratura scandinava, l'amore per la lingua tedesca, l'interesse per il taoismo, i suoi viaggi in Europa, il mai sopito fervore di Buenos Aires e il suo deciso antinazionalismo: questi solo alcuni dei temi toccati durante l'intervista. -
Non c'è nessuno allo specchio
Il 23 aprile 1980 Borges riceve il più importante riconoscimento letterario per la lingua spagnola, il Premio Miguel de Cervantes. Il grande scrittore argentino si trova dunque in Spagna e concede un'intervista televisiva, finora inedita per il pubblico italiano, in cui scopriamo un avvincente percorso attraverso la trama dei ricordi, degli affetti, delle passioni e delle idee di uno dei maggiori protagonisti della letteratura contemporanea. L'immagine restituita dalle telecamere è quella di una figura sobria e persino un po' impacciata, ma sempre riluttante a far propri i vezzi retorici tipici dello scrittore alla moda. Eppure l'acume e la vertiginosa intelligenza di Borges, al servizio di uno stile rigoroso e poco incline agli eccessi formali, gli hanno garantito una fama pressoché universale. -
Ontogenesi e filogenesi
La traduzione italiana di ""Ontogeny and Phylogeny"""", realizzata nel decimo anniversario della prematura scomparsa di Stephen Jay Gould, rappresenta non solo un omaggio a questo grandissimo studioso, ma anche il doveroso completamento della edizione italiana delle sue opere. Uscito nel 1977, """"Ontogeny and Phylogeny"""" è il primo testo importante di Gould e preannuncia quelli che saranno i suoi principali interessi intellettuali. In primo luogo, la storia della biologia - così assente nei lavori accademici main stream. La prima parte ricostruisce infatti la parabola dell'idea di """"ricapitolazione"""" tra Ottocento e Novecento con una ricognizione storica che è ancora oggi una grande lezione per gli storici e i filosofi della scienza: per la completezza della documentazione utilizzata, per la competenza e il rigore con cui essa viene analizzata, per la profonda consapevolezza del fatto che la scienza non vive in una torre d'avorio ma è attraversata da ideologie e """"metafisiche influenti"""" come dai rapporti e dalle pratiche sociali. Si affaccia qui un secondo importante interesse: la critica agli usi ideologici della biologia. Il quinto capitolo, che dà conto dell'""""influenza dilagante"""" dell'idea di ricapitolazione a cavallo tra diciannovesimo e ventesimo secolo in discipline, ideologie e pratiche le più disparate - dalla criminologia, all'educazione primaria, al cosiddetto """"razzismo scientifico"""", alla stessa psicanalisi freudiana - è una chiara anticipazione di """"Intelligenza e pregiudizio""""."" -
Tetsuo: the Iron Man. La filosofia di Tsukamoto Shin'ya
Questo volume intende esplorare attraverso un'eterogeneità di sguardi e di approcci, le problematiche filosofiche scaturite da uno dei corpus cinematografici più dirompenti e densi di significati che sono apparsi negli ultimi decenni nel panorama mondiale, quello di Tsukamoto Shin'ya. Il suo cinema ha la potenza di porre delle domande che incrinano il fondamento stesso della nostra realtà e delle nostre vite riuscendo, con l'intensità e la violenza visiva che lo caratterizza, ad indicare anche delle nuove e possibili piste di esplorazione. Tutto ciò che emerge dai lavori del regista nipponico tocca così degli snodi cruciali con cui il pensiero contemporaneo deve, volente o nolente, fare i conti: i mille significati del corpo, l'ibrido dell'umano con il metallico, la potenza dell'inorganico, la figura femminile, i processi di trasformazione che da ogni parte ci attraversano ed infine lo spazio urbano, il luogo dove forse tutte queste tematiche finiscono per svilupparsi ed esplodere. -
L' azione dei vermi
Ultima opera di Charles Darwin, questo studio sulle piccole creature della terra convalida la teoria dell'evoluzione. Come una metafora dell'intero sistema, il lombrico agisce allo stesso modo della selezione naturale: lavora in modo nascosto e instancabile, e con la complicità del tempo è in grado di trasformare la faccia del pianeta. Dedicato appunto allo studio delle creature più ordinarie e umili, il testo del grande naturalista rivela come i lombrichi, nel loro inesausto impegno nel rivoltare e vagliare la terra, producano alla lunga vasti e inaspettati effetti, dalla formazione dell'humus al dissodamento del suolo, alla trasformazione del paesaggio stesso. Tutt'altro che esseri spregevoli, nonostante l'aspetto, i lombrichi delle pagine di Darwin, dalle quali trapela una poeticità profonda, dimostrano anche barlumi di quella che chiamiamo intelligenza. Qual è allora il lascito di Darwin, in quest'opera che precede di poco la sua scomparsa? Che la selezione naturale è come un verme, cieca e instancabile. Che l'uomo non è l'unico detentore dell'intelletto. Che esiste nel regno animale una scala nella distribuzione di facoltà e disposizioni, ma nessun salto, poiché la nostra origine è comune. Anche se tocca alla specie umana il dovere di salvaguardare e preservare il mondo vivente. -
Semiotica della natura (natura della semiotica)
La natura: tutti ne parlano, tutti la vogliono. Ma di che cosa si tratta? Come il tempo secondo Agostino, non appena si prova a definirla, la natura ci mette in disaccordo e non sappiamo più a quale oggetto corrisponda quel nome. In questo libro, un gruppo di semiologi prova a farlo, ripensandola non come essenza o come idea, ma come un insieme di significati che si oppone alla cultura. E se la natura esistesse solo quando riusciamo a parlarne? Quando una certa cultura riesce a darne una narrazione più o meno condivisa. Viene fuori che è tutto un problema di incroci di culture, di ibridazioni, di traduzioni. Di società, insomma. Testi di: Pierluigi Cervelli, Paolo Fabbri, Giacomo Festi, Massimo Leone, Gianfranco Marrone, Francesco Marsciani, Alessandro Mongili, Federico Montanari, Claudio Paolucci, Isabella Pezzini, Maria Pia Pozzato, Mario Ricca, Franciscu Sedda, Luca Taddio, Ilaria Ventura. -
Filosofie della traduzione
Filosofie della traduzione si inserisce nell'attuale dibattito internazionale dei Translation Studies entro una prospettiva interculturale e interdisciplinare, e ripensa alcuni concetti filosofici classici come quelli di identità, soggettività e cultura, proponendo uno spostamento dello sguardo dalle categorie consolidate, tendenti a operare secondo opposizioni binarie e dicotomiche, e aprendo invece lo spazio tra i diversi concetti, trasformandoli in un campo di tensione in cui coesistano senza perdere la propria singolarità. Seguendo alcuni lemmi di un glossario consapevolmente incompleto, si va così delineando un'idea relazionale di traduzione, come pratica che vuole unire e non disgiungere, mescolare e non separare, creare soglie e distruggere confini. -
Il segreto dei Fratelli del Libero Spirito. Pagine di esoterismo medievale
I Fratelli del Libero Spirito rappresentarono, lungo il Basso Medioevo, un movimento esoterico di difficile individuazione. Solo la condanna da parte del Concilio di Vienne (1311-1312) in qualche modo li individua, dando loro il nome stesso con cui sono ricordati ed elencandone alcune proposizioni, bollate come eretiche e in grado di condurre all'apostasia. La contestuale soppressione dei Templari, da parte di quel Concilio, farà passare in secondo piano la condanna del Libero Spirito. Vienne segnò la fine di un mondo e di un progetto culturale. Grandi figure, che orbitarono intorno a questo movimento, furono in particolare quelle di Margherita Porete e Meister Eckhart, ma anche del beato Enrico Suso e Giovanni Taulero. Dallo studio dei documenti emerge l'ascendenza soprattutto gnostica, oltre che neoplatonica ed ermetica, presente nel progetto culturale di questa ""scuola segreta"""", che raccoglieva così l'eredità morale e spirituale del catarismo e del millenarismo giochimita. Gli echi del Libero Spirito si potranno udire ancora nel quietismo del Settecento e, attraverso esso, giungeranno inconfondibili alla contemporaneità.""