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La contingenza dei fatti e l'oggettività dei valori
L'idea che vi sia una netta dicotomia tra fatti e valori è uno dei dogmi dell'empirismo. Secondo questa concezione, i giudizi fattuali, in quanto verificabili o falsificabili empiricamente, riguardano le aree di razionalità ""pura"""" e omogenea e sono ancorati naturalisticamente al mondo. Gli enunciati di valore, invece, sarebbero da relegare nella sfera di ciò che è semplicemente """"soggettivo"""", emotivo, irrazionale. Questo assunto, che ha dominato per molto tempo le scienze e la filosofia, è stato messo in dubbio dai pragmatisti e da alcuni dei più influenti pensatori contemporanei, che, intervenendo al dibattito sull'oggettività dell'etica, hanno mostrato come la presunta eterogeneità tra giudizi descrittivi e giudizi valutativi sia ormai insostenibile. Sulla scia della prospettiva inaugurata da questi pensatori, gli autori di questo libro mostrano come la dicotomia fatto/valore abbia corrotto il nostro pensiero, impedendoci di rivolgere l'attenzione alle intersezioni, le sinergie e le relazioni che esistono tra processi cognitivi e coefficienti valutativi, tra scienza e etica."" -
Crescita o extraprofitto
Il libro raccoglie un saggio e due interviste che sono stati pubblicati per la prima volta sulla rivista svizzera ""Schweizer Monat"""". Il dialogo tra il filosofo tedesco e René Scheu, direttore della rivista e curatore del volume, si è sviluppato in questi anni attorno ad alcuni nuclei concettuali fondamentali, come quelli di """"crescita"""" e di """"vita degna di essere vissuta"""". Si tratta di temi che sono protagonisti di quasi tutti i dibattiti politici ed economici che animano l'Europa al tempo della crisi, ma che illuminati dalle riflessioni di Sloterdijk ci appaiono in una veste del tutto nuova."" -
Il trash sublime
Un solo agevole volume offre per la prima volta al lettore italiano le riflessioni di Zizek sull'arte, riunendo testi apparsi originariamente in tempi e luoghi diversi. Come ha avuto modo di affermare Zizek stesso, ""la verità si esprime sempre negli spiazzamenti rispetto al tema centrale"""". In questi testi Zizek affronta l'universo artistico mediante la sua tecnica di accerchiamento culturale, o di """"sguardo anamorfico"""", che risulta qui quanto mai efficace e proficua."" -
Al punto di arrivo comune. Per una critica della filosofia del mattatoio
Nel solco di una prospettiva delineata, sia pur in contesti filosofici completamente differenti, da un lato da Aldo Capitini e dall'altro da Jacques Derrida, l'autore prospetta in questi saggi una realtà liberata che, senza distinzione di specie, instauri una discontinuità, una rottura rispetto all'antropocentrismo dominante, allo specismo secondo cui la specie umana sarebbe (auto)legittimata a disporre della vita degli altri esseri senzienti. Guardare al punto di arrivo comune significa, allora, oltrepassare lo scarto tra l'uomo e le altre specie animali, ridefinire lo stesso concetto di diritto, chiudere i conti, una volta per tutte, con l'olocausto quotidiano con cui, in colpevole indifferenza, la stragrande maggioranza di noi accetta di convivere. C'è necessità di un cambiamento radicale che segni una presa di distanza dall'umanesimo predatorio e proclami a partire da subito, qui ed ora, l'avvento di una rivoluzione copernicana tanto attesa quanto ormai improcrastinabile. Un libro che scaturisce dal vissuto. -
Apocalisse islamica. I sette dormienti di Efeso
"Avresti creduto che fossero svegli e invece dormivano. Li giravamo sul lato destro e su quello sinistro, mentre il loro cane era sulla soglia, le zampe distese. Se li avessi scorti saresti certamente fuggito volgendo le spalle e certo saresti stato preso dal terrore vedendoli."""" La Sura XVIII, - Ahl al-kahf, """"I Sette Dormienti della Caverna"""" - occupa un posto unico nella religiosità musulmana. In ogni moschea, il venerdì, davanti all'assemblea dei fedeli, un recitante la declama. Sempre più con trascuratezza - lamenta il grande studioso Massignon - come si trattasse di un rituale e di una liturgia scivolate nell'oblio. Eppure il Profeta disse che solo chi ne impara a memoria i primi dieci versetti può essere """"al sicuro dal Dajjal"""" - la versione musulmana dell'Anticristo. Vi si narra di un mito antico, di origine cristiana: sette giovani, minacciati dagli empi, cercano rifugio in una caverna e si addormentano. Il sonno e il futuro risveglio assumono un misterioso significato, racchiudono indicazioni escatologiche insondabili che hanno affascinato e inquietato i più grandi mistici dell'Islam. I contributi di Louis Massignon (1883-1962) - dalla monumentale opera sul mistico al-Mansur al-Hallàj fino ad articoli decisivi e concentrati in poche pagine - sono stati fondamentali per la comprensione occidentale dell'Islam. Ha avuto anche un ruolo determinante per la teologia cattolica, influenzando importanti documenti del Concilio Vaticano II." -
Apocalisse ebraica. Libro della Rivelazione di Baruc
"Ed ecco, fece piovere acque nere, ed erano tenebrose più di tutte le acque precedenti ed era mescolato a loro fuoco e dove quelle acque scendevano facevano distruzione e perdizione..."""" Il Libro della rivelazione di Baruc, figlio di Neria, tradotto dal greco in siriaco, scritto a ridosso della caduta di Gerusalemme (70 d.C), si interroga sul senso di questo evento e, come sempre, il passato diviene la chiave per comprendere il presente e gli eventi futuri che incombono. Il racconto della distruzione della città è interpretato e teologicamente ripensato: si tratta di una visione complessa, affascinante e inquietante che Baruc, testimone eletto da Dio, narra dischiudendo, col linguaggio potente delle immagini, il significato della sofferenza, del male e della sua espiazione." -
Apocalisse cristiana. Sull'Anticristo
Mostriamo di che tipo e qualità sarà la venuta dell'Anticristo, in quale occasione e in quale tempo sarà rivelato ""l'iniquo"""", donde e da quale tribù proverrà, e qual è il suo nome, indicato nella Scrittura mediante il """"numero""""... Soltanto il ritorno del Messia sancirà la totale distruzione del male. Sino ad allora l'attesa dell'anticristo, personificazione dei mali ancora operanti nel mondo e figura ereditata dalla tradizione ebraica, si farà sempre più ansiosa e opprimente. Ippolito nel suo singolare trattato De Antichristo, scritto in greco verso il 200, raccogliendo tutto ciò che la Bibbia offre sulla figura dell'antimessia, riesce a creare un'autentica """"anticristologia"""". La figura dell'oppositore di Cristo viene presentata dall'autore - sulla cui identità si è tanto dibattuto - all'interno di coordinate storico-politiche ben precise. L'impero romano, ai tempi delle persecuzioni dei cristiani, sebbene non sia considerato l'anticristo, avendolo in potenza già in sé, ne costituisce il preludio. Teologo, santo e martire romano vissuto tra il II e III secolo, Ippolito è stato anche uno scrittore prolifico: sotto il suo nome la tradizione ci ha trasmesso numerosi scritti e frammenti, in prevalenza esegetici. Tra le sue opere più importanti si ricorda, il trattato sul Cantico dei Cantici, sul Libro di Daniele e Philosophumena."" -
Dalla parte del nemico. Ausiliarie, delatrici e spie nella Repubblica sociale italiana (1943-1945)
Quello dell'ausiliaria è un archetipo femminile costruito dal fascismo repubblicano e confermato dalla successiva memorialistica. Ridurre a questa formula l'adesione femminile al nazifascismo ha portato da un lato alla cancellazione delle responsabilità individuali, depoliticizzando la scelta di servire la causa della RSI e dell'occupante tedesco, dall'altro, alla rimozione di un protagonismo femminile altro. Questo volume consente invece di uscire dal quadro compatto e monolitico che finora è stato dato del fascismo femminile di Salò, anche grazie a fonti inedite, come le carte provenienti dall'Ufficio di Controspionaggio dell'Office of Strategic Services. Ne emerge il ruolo per nulla marginale svolto dalle ausiliarie del Saf nei servizi informativi e negli apparati repressivi fascisti e tedeschi tanto da rendere nei fatti difficile operare una netta distinzione tra repubblichine e collaborazioniste. Emergono le storie e i racconti delle delatrici e delle spie, attive al di qua e al di là del confine nemico, responsabili dell'arresto, della deportazione, delle torture e della morte di partigiani, civili ed ebrei. Una scrittura intensa e una ricerca approfondita, che colma una lacuna nel panorama storiografico nazionale, gettando luce sul variegato fenomeno del collaborazionismo femminile nazifascista. -
Educare è narrare. Le teorie, le pratiche, la cura
Il presente volume prevede e auspica che i saperi e le pratiche molteplici della tradizione narrativa, possano sempre più incontrarsi con quelli educativi. Narrare ed educare non sono infatti soltanto parole dall'evidente senso pedagogico. Sono esperienze che compaiono insieme tanto nella vita pubblica e privata, quanto nelle attività scolastiche, nei servizi educativi, di cura e terapeutici. Si presentano nei momenti più diversi dell'esistenza con continuità pressoché quotidiane, rendendoli unici e memorabili. Ogni giorno, ogni situazione interpersonale, possono diventare il tempo e il luogo giusto e propizio per imparare o per raccontare. Per scrivere di sé o degli altri, per proporre i linguaggi della parola, della scrittura, delle immagini. Per apprendere attraverso i racconti, per educare narrando; per scoprire che ognuno di noi esiste, lavora, pensa in quanto narratore e educatore. Educare è narrare è dunque un saggio originale, corale, scritto da studiosi che da anni ne sperimentano insieme l'incontro e le potenzialità. Con scritti di Elisabetta Biffi, Micaela Castiglioni, Emanuela Mancino. -
Pyongyang, l'altra Corea
Questo diario di viaggio, pur non avendo la pretesa di dare un'immagine definitiva della Repubblica Popolare Democratica di Corea, ha il pregio di porre l'attenzione su una serie di dettagli a lungo trascurati. Tra questi, emergono il calore, la delicata curiosità verso gli stranieri, l'ospitalità e la fierezza del popolo coreano, le condizioni di vita semplici ma complessivamente dignitose, che stridono con la povertà che affligge invece vasti strati della società di tante nazioni considerate emergenti e con la descrizione del paese fatta dalla propaganda occidentale, così come l'armonia architettonica di Pyongyang, le strutture pubbliche funzionanti ed efficienti, la sensibilità ecologica del popolo. Davide Rossi ci ricorda l'importanza della complessità culturale del paesaggio geografico che non può essere a lungo mutilato e ridotto a una mera contrapposizione tra interessi geopolitici regionali. Il dialogo con chi è distante necessita piuttosto di attenzione a particolari e sfumature inusitati e di ascolto per le esigenze che uomini e donne lontani, ma simili a noi, cercano di comunicarci attraverso l'organizzazione di un altro modello sociale. Introduzione di Mario Scaini, postfazione di Flavio Pettinari. -
Rapporto confidenziale. Percorsi tra cinema e arti visive
Solitamente ci si limita a citare la presenza di opere d'arte nel cinema e di immagini cinematografiche nell'arte, come se tanto bastasse per definire una sorta di categoria immaginaria di ""film d'arte"""", o di arte che si rifa al cinema. Ma la realtà è alquanto diversa. Lo studio trasversale del cinema in rapporto alle arti visive insegna che il cinema non è più pensabile al di fuori delle arti - e che, reciprocamente, le arti contemporanee costituiscono un insieme linguisticamente complesso di cui fanno parte non solo pittura e scultura, ma anche video, installazione, memoria cinematografica. È in tal senso che fra cinema e arte si è venuto a creare, per riprendere il titolo di un celebre film di Orson Welles, un atipico """"rapporto confidenziale""""."" -
Lacan e le politiche dell'inconscio. Clinica dell'immaginario contemporaneo
L'immaginario contemporaneo ci provoca a pensare nuovamente molte delle categorie moderne con le quali siamo abituati a leggere e interpretare il nostro vivere in comune. Il pensiero filosofico francese col quale Lacan era in contatto negli anni '60/70 ci ha consegnato strumenti, concetti e prospettive che forse soltanto oggi mostrano tutta la loro portata. Il volume mostra l'estrema fecondità di tale tradizione, ripensata attraverso la lente clinica della psicoanalisi lacaniana. Si apre così uno spazio inedito di resistenza per indagare criticamente lo statuto politico dell'inconscio e le configurazioni che questo assume nell'attuale deriva tecnico-mediatica del capitalismo. -
La sentenza di Isacco. Come dire la verità senza essere realisti
Isacco Israeli il Vecchio, ripreso da Tommaso d'Aquino, scriveva che la verità è 'ad aequatio intellectus et rei , cioè, essenzialmente, corrispondenza alla realtà. L'idea di base, che sembra di puro buon senso e risale almeno ad Aristotele, ha rappresentato, nella storia della filosofia seguente, il paradigma per eccellenza della teoria realista della verità. Parecchi secoli dopo, un giovane logico di Varsavia, Alfred Tarski, pubblica un denso saggio sul concetto di verità del linguaggio delle scienze deduttive che, secondo alcuni filosofi (tra cui, ad esempio, Karl Popper), riabiliterebbe l'idea della verità ""assoluta"""" intesa come corrispondenza ai fatti: un'idea che sembra accolta oggi fiduciosamente da chiunque la comprenda. Questo libro si chiede se la definizione per certi versi analitica della verità come adeguatezza alle """"cose come stanno"""", una definizione sulla quale chiunque potrà essere d'accordo, debba necessariamente condurre alla tesi metafisica dell'adaequatio e se per """"dire la verità"""" dobbiamo obbligatoriamente essere realisti."" -
Il corpo politico. Biopotere, generazione e produzione di soggettività femminili
La modernità con il suo immaginario sociale, con le sue tecniche di governo basate su apparati di sapere-potere, che tipo di soggettività femminile ha prodotto? Che cosa succede ai corpi delle donne nel momento in cui la politica li prende in gestione per entrare nel campo della vita? Cosa accade a questi corpi sessuati e generativi quando la tecnica diventa talmente pervasiva da trasformare la sua razionalità in razionalità politica? ""Il corpo politico"""" cerca di dare delle risposte a questi interrogativi affrontando il tema della generazione (fecondazione, gravidanza e parto) ed i suoi risvolti sociali in un'ottica biopolitica con l'intento di proporre una sociologia """"incarnata"""" capace di spiegare le trasformazioni che hanno portato la politica ad occuparsi in maniera essenziale di problemi che un tempo erano posti oltre i suoi confini."" -
La filosofia della storia e della politica nel pensiero di Emanuele Kant
Così scriveva Emilio Agazzi: ""La filosofia deve essere riflessione sulla vita dell'uomo nella sua interezza, mirante a superare e a integrare tutti i suoi aspetti parziali in una visione unitaria capace di fornire un orientamento pratico razionale"""". Questo studio è una testimonianza appassionata di quella convinzione. Agazzi vi affronta gli scritti di filosofia della storia e della politica di Kant, a torto considerati minori, con l'intento di mettere in luce le condizioni di possibilità di una filosofia della storia antimetafisica, attenta all'esperienza dell'uomo. Ne trae anche il monito a un uso critico della ragione, in grado di annullare ogni pretesa ortodossia: un invito settecentesco, illuministico a prender partito per una funzione emancipativa della ragione."" -
Oltre il moderno. Orrori e tesori del lungo Ottocento inglese
"Dobbiamo seguire le cose stesse, poiché i loro significati stanno iscritti nelle loro forme, nei loro usi, nelle loro traiettorie."""" Così scrive l'antropologo sociale Arjun Appadurai e questo è l'intento del volume: seguire le cose, non metaforiche, ma concrete, dotate di peso e dimensioni, pur se e quando sono tradotte entro le pagine del testo letterario. Iniziando il percorso nel primo Settecento, e concludendosi con la ponderosità ineludibile della materia nel nostro mondo contemporaneo, il testo inquadra cose, testi, problemi che abitano la cultura britannica moderna e il dibattito critico del XXI secolo." -
Lo spettacolo del confine. Lampedusa tra produzione e messa in scena della frontiera
Questo libro spiega come un'isola possa essere trasformata in confine, e un confine in ribalta teatrale. L'isola è Lampedusa, di cui le politiche di controllo migratorio sviluppatesi nell'ultimo ventennio hanno esaltato il carattere di confine (la ""confinità"""") attraverso un lungo processo di """"frontierizzazione"""" e, al tempo stesso, di spettacolarizzazione. Nel ripercorrere le tappe di questo duplice processo (nell'illustrare, cioè, i cinque atti dello """"spettacolo del confine""""), l'autore ne evidenzia le narrative prevalenti, che oscillano tra la retorica securitaria e quella umanitaria. Oltre a fornire un contributo a quel filone dei Border Studies che si interroga sui processi di costruzione dei confini, il libro, esaminando le caratteristiche della """"confinità"""" di Lampedusa, ricostruisce i tratti essenziali del regime di frontiera tra Italia e Nordafrica e passa in rassegna i principali nodi tematici del dibattito politico e accademico in materia di controllo dell'immigrazione."" -
Lettere ad Alessandro sul governo del mondo
Aristotele fu il maestro dell'imperatore Alessandro Magno. In questa lettera Aristotele si pronuncia sull'impresa politica del grande condottiero che assoggettò e unificò sotto il suo governo gran parte del mondo conosciuto. Una versione divulgativa di un testo noto e controverso, che fornisce un panorama completo e accessibile a tutti dei temi e della storia della famosa lettera. Al centro del discorso di Aristotele c'è la prima idea di cosmopolitismo. Unita a questa, quella di una pace perpetua che dopo lo sforzo bellico per unificare territori diversi possa far prosperare tutto il mondo. Un libro illuminante e illuminato per riflettere con gli antichi e i moderni sul mondo che vogliamo. -
Apartheid in Palestina. Il rapporto Human Rights Watch sui territori arabi occupati da Israele
Questo rapporto si incentra sugli aspetti meno esaminati di quelle leggi e politiche israeliane in Cisgiordania che discriminano la popolazione palestinese a vantaggio dei coloni. Il rapporto mette in evidenza le pratiche israeliane che sembrano avere come unico scopo comprensibile la promozione della vita nelle colonie, laddove in molti casi soffoca la crescita delle comunità palestinesi e arriva a trasferirne forzosamente gli abitanti. Le politiche Israeliane controllano molti aspetti della vita quotidiana dei palestinesi che vivono in Area C e a Gerusalemme Est. Tali politiche spesso non hanno giustificazioni di sicurezza plausibili per i danni che causano: ad esempio negano l'accesso alle reti elettriche, idriche e stradali, respingono le richieste di permessi edilizi per case, scuole, ambulatori e infrastrutture, demoliscono case e perfino intere comunità. Per contro, le politiche israeliane, ad esempio gli enormi incentivi finanziari del governo, promuovono gli insediamenti ebraici e ne incoraggiano l'espansione nell'""Area C"""" in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, spesso utilizzando terre e altre risorse che di fatto sono vietate ai Palestinesi. In alcuni casi, le politiche discriminatorie d'Israele hanno portato allo sgombero forzoso dei palestinesi da quelle stesse aree poi usurpate dagli insediamenti."" -
Filosofia del bacio. La teatralità dell'amore nella storia dell'Occidente
In questo saggio l'autore concepisce il bacio in bocca come un atto di fondamentale libertà esistenziale: il bacio è la più alta sintesi della relazione con l'Altro o con l'Altra, la possibilità di quell'unione da cui scaturisce l'amore, e quindi la vita che continua. Il bacio d'amore è un evento fatale, che incrementa la strada di quella grande avventura umana che, nel XX secolo, è stata per la prima volta minacciata. Tuttavia la storia del bacio ha conosciuto almeno tre grandi epoche, che si possono definire filosofiche e teatrali al contempo, cui corrispondono tre fasi esistenziali della sua quintessenza: il bacio incolpevole dell'epoca tragica; quello peccaminoso dell'era teologica cristiana; infine il bacio pornografico del mondo economico, la sua dispersione e definitiva alienazione nel nichilismo spettacolare che viviamo.