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L'io dei greci. Corpo e mente nel pensiero antico
Il corpo dell’atleta olimpico era solo “bello”? Come si difendevano i greci dalle emozioni? Era possibile, nell’antichità, provare un amore postumo? Che genere di “pazzia” rappresentavano le tragedie greche? E Narciso, era un narcisista? Non c’è dubbio che la psicologia, l’arte e la letteratura moderne abbiano attinto ai miti greci come depositari di caratteri e di narrative che possano illuminare gli angoli più oscuri dell’animo umano. E non c’è dubbio che tra i miti greci e le moderne concezioni dell’io vi sia una relazione intima, che non si limita alla mera suggestione. Ma la psyché non è la psiche. Il modo in cui psicologi, poeti, drammaturghi, artisti hanno attinto non solo ai miti, ma anche alle trattazioni psicologiche tecniche del pensiero classico, è un complesso intrigo di significazione oggettiva e di immaginazione creativa. Un classicista ci aiuta a sciogliere l’intrigo. I cinque studi qui raccolti, filosoficamente affascinanti e filologicamente rigorosi, sono esemplari di un approccio dialettico ed ermeneutico all’io antico e a quello moderno. -
Studi di patristica e di storia dei concetti
Il volume raccoglie i principali saggi dedicati da Pierre Hadot alla patristica latina, per la prima volta qui tradotti in italiano, e offre un'ampia panoramica sull'importante lavoro storico e filologico svolto da Hadot, sin dagli anni Cinquanta, sui testi di Mario Vittorino, Agostino e Ambrogio. L'insieme dei saggi restituisce i principali tratti della metodologia storico-filosofica di Hadot che, sulla scorta delle ricerche di Paul Henry e Pierre Courcelle, riesce nell'intento di delineare le influenze filosofiche di cui sono intessute le opere della patristica latina; esso mostra inoltre il modo in cui Hadot studia e chiarisce alcuni concetti teologico-filosofici di grande importanza per la patristica latina, come ad esempio quello di persona. Il libro contiene anche i resoconti dei corsi tenuti da Hadot all'École Pratique de Haute Étude dal 1964 al 1980, documento di notevole importanza per la ricostruzione del percorso attraverso il quale Hadot ha gradualmente spostato il punto focale del suo interesse dalla patristica latina alla filosofia antica, dai Padri della Chiesa a Plotino e Marco Aurelio, e ha iniziato a intravedere il rilievo sia del tema degli esercizi spirituali, che sarà poi centrale per la sua ricerca successiva, sia di altri importanti motivi che egli svilupperà in seguito, come quello dell'idea di natura nel mondo antico e della struttura tripartita della filosofia antica. Prefazione di Arnold I. Davidson e di Laura Cremonesi. -
Predella (2016). Vol. 13-14: Le arti a Pisa nel primo rinascimento
Contributi di: Diane Cole Ahl, Gail E. Solberg, Gabriele Fattorini, Marco M. Mascolo, Clario Di Fabio, Anthony M. Cummings, Marco Frati, Linda Pisani, Christa Gardner von Teuffel, Gabriele Donati, Claudio Casini, Jean K. Cadogan, Luigi Lazzerini, Sarah M. Cadagin, Caterina Bay, Pierluigi Nieri, Gerardo de Simone. -
L'«Histoire du soldat» di Pier Paolo Pasolini
L'""Histoire du soldat"""" di Pier Paolo Pasolini, un progetto destinato a diventare un film se non fosse sopraggiunta la morte del poeta, può legittimamente essere ritenuta un momento significativo della produzione dell'intellettuale friulano. A distanza d'anni, Ninetto Davoli riprese in mano questo testo che fu trasformato in una pièce teatrale. In questo viaggio che il soldato Ninetto Diotallevi compie per l'Italia troviamo tutti i temi appartenenti alla """"mutazione antropologica"""" che aveva subìto l'Italia alla fine degli anni sessanta e, in particolare, emerge lo scontro con la televisione, oggetto delle invettive del Pasolini corsaro. Il volume ripercorre le vicende di questo soggetto contestualizzandole all'interno della tradizione teatrale e musicale che si è servita di questo soggetto."" -
Persona, dimensione nobiliare, nome. Saggio storico sui titoli di pochi e sul diritto di tutti in Italia
Boezio è autore d’una delle più straordinarie e giustamente celebri definizioni di ‘persona’, da lui detta rationalis naturae individua substantia, per distinguerla chiaramente da ‘individuo’, vocabolo attribuibile a ogni ente ‘unitario e indivisibile’, dagli esseri umani alle cose, agli animali. La filosofia scolastica opera così la saldatura tra l’esperienza giuridica romana e la meditazione giudaico-cristiana, valorizzando un termine partito dalle rappresentazioni teatrali, ove prósopon designava il personaggio; si veniva ad elaborare la nozione di status, che ha progressivamente abbandonato ciò che era nell’Antico regime, cioè rappresentazione della soggettività giuridica dell’individuo in ragione del censo e della classe di appartenenza, per farsi espressione dell’esistenza stessa del soggetto giuridico e del suo essere nella collettività. Per capire i meccanismi di tale mutazione appare essenziale indagare la dimensione nobiliare, stata per secoli un universo di riferimento non soltanto per i privilegi goduti dalla gerarchia feudale, ma anche per i diritti rivendicati dalla componente civica e notabilare, e in generale per tutte le qualità di vita proprie del vivere more nobilium. Ad accomunare i soggetti sono i segni identificativi, in particolare il nome, punto di riferimento indiscutibile, in quanto ogni persona ha interesse, tutelato dal diritto, a essere rappresentata, nella vita di relazione, con la sua vera identità, difendendo i valori intellettuali, politici, religiosi, professionali creduti rilevanti nella raffigurazione data nei rapporti con gli altri. Ciò, insieme con la norma costituzionale circa la cognomizzazione dei predicati nobiliari, ha posto le premesse perché s’esercitasse la riflessione sugli esseri umani in quanto calati nella realtà, con i problemi, e le particolarità differenti, che l’ordinamento deve sforzarsi d’indirizzare verso una vita, sotto ogni aspetto, ‘dignitosa’. -
Una scuola per la democrazia. La riflessione pedagogica di Dina Bertoni Jovine
Ripercorrendo la riflessione pedagogica di Dina Bertoni Jovine (1898-1970) ci accorgiamo di avere a che fare con questioni in qualche modo ancora aperte e attuali: il rapporto tra scuola e società, la funzione educativa e sociale di una scuola democratica, il contenuto etico e politico di un’educazione scolastica democratica, il nesso tra cultura e metodologie didattiche. Questioni ancora oggi centrali per chi opera nella scuola e negli altri settori dell’educazione, perché riguardano il problema della formazione della cittadinanza democratica, dell’educazione degli individui in grado di contribuire attivamente alla rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Introduzione di Massimiliano Fiorucci. -
Cyrano de Bergerac
Accolto come una rivelazione e una rinascita alla sua prima rappresentazione, il 28 dicembre 1897, ""Cyrano de Bergerac"""" rimarrà l’unico grande successo di Edmond Rostand, ma un successo destinato ad attraversare il mondo intero e a diventare un cavallo di battaglia dei più rinomati attori del Novecento, francesi e italiani come pure di altri paesi. La sua straordinaria fama è documentata anche dalle innumerevoli trasposizioni che si sono servite dei generi e dei linguaggi più disparati, come l’opera, il musical, il cinema, il balletto, la canzone. Presenza sempre viva sulla scena contemporanea, Cyrano continua a suscitare entusiasmo per l’energia che sprigiona, l’umorismo e la verve linguistica, ma anche per il costante richiamo ad alti valori morali universalmente riconosciuti e condivisi."" -
Le direzioni della ricerca logica in Italia. Vol. 2
Un nuovo panorama della ricerca sulla logica in Italia. Una testimonianza della sua vitalità e della varietà dei suoi interessi e delle sue applicazioni. -
L'emersione imprevista. Il movimento delle lesbiche in Italia negli anni '70 e '80
L’emersione imprevista che dà titolo al libro è la presa di parola delle lesbiche in Italia, che dagli anni Settanta scelgono di lottare contro il dispositivo repressivo del silenzio e affrontare lo scandalo. Le lesbiche nella storia non esistono, ciascuna deve imporre la propria esistenza, superare la frontiera dell’eterosessualità obbligatoria, vincere la percezione di essere l’unica al mondo a provare un desiderio imprevisto. Il superamento dell’obbligo sociale e culturale all’eterosessualità, nel nostro Paese come altrove, è stato possibile solo attraverso la costruzione di un movimento. Questo testo affronta in modo organico la storia del lesbismo politico in Italia, con l’obiettivo di contribuire a colmare i vuoti storiografici della storia politica delle donne e dei movimenti lgbtiq nel nostro paese. Raccontare la storia del movimento delle lesbiche significa infatti indagare la formazione di un soggetto politico che emerge, all’inizio degli anni Settanta, contemporaneamente nel contesto femminista e in quello omosessuale, per poi configurarsi in modo autonomo nel decennio successivo. Questa storia è raccontata attraverso interviste a protagoniste dell’epoca: la scelta delle fonti orali non è solo una necessità ma anche l’assunzione del nesso che lega femminismo e storia orale nel riconoscere il personale come un importante obiettivo di indagine e nello sfidare la tradizionale oggettività delle scienze sociali. Uno sguardo lgbtiq, insieme all’ottica di genere, può portare alla storiografia – come è stato già per altre discipline – nuovi percorsi e nuove analisi, allargando il campo d’indagine alla sessualità, ai ruoli di genere, alle rappresentazioni dei generi, alle generazioni, ai confini tra norma, ribellione e conflitto, alle questioni della normatività e del controllo sociale, tra intersezioni e interstizi. -
Socrate e Aristofane
Leo Strauss parlava di Socrate e Aristofane come del suo “real work” e, a tutti gli effetti, si tratta di una summa del suo pensiero filosofico. Nel commento ad Aristofane, infatti, e sia pure in una forma letterariamente inconsueta per la modernità, sono concentrati i principali temi della riflessione straussiana: i rapporti tra arte politica e costume ancestrale, tra filosofia e poesia, tra scetticismo e religione. In questo modo, nell’opera dedicata ad Aristofane, che conobbe Socrate e ne lasciò un ricordo (da affiancare a quelli di Platone e Senofonte), emergono i limiti di una filosofia che si vorrebbe impolitica ma che, forse perché priva di quella conoscenza dell’anima che solo la poesia fornisce, ha un rapporto contraddittorio e comunque complesso con la città. A coronare il nesso tra filosofia e politica vi è infine la domanda sulla natura del divino: una questione fondamentale su cui Socrate e Aristofane si incontrano e, apparentemente, si dividono. -
Lingua, identità e alterità
Il presente volume nasce dalla riflessione linguistica di studiosi e studiose su temi centrali quali alterità, diversità, identità, che hanno assunto sempre maggiore rilevanza non solo accademica, ma anche e soprattutto socio-culturale. Qui, identità e alterità, i due percorsi paralleli in cui tale riflessione si snoda all’interno del volume, non sono in opposizione tra loro, anzi – come si evince da molti dei contributi – costituiscono un continuum dove spesso l’una è causa/conseguenza dell’altra. Infatti, se ogni saggio si sviluppa a partire da una prospettiva più vicina ad uno dei due ‘poli’, non sono rari i casi in cui, come si leggerà, alcuni di essi fluiscono, naturalmente, nell’altro. Le lingue coinvolte in questo volume sono diverse, e vengono osservate da prospettive più squisitamente linguistiche o traduttologiche, che a loro volta rappresentano ulteriori sottocategorie di ripartizione dei saggi (traduzione vs linguaggio) con l’intento di rendere più evidenti gli approcci teorico-metodologici predominanti nelle diverse aree di studio. Vi sono, quindi, da un lato, contributi su traduzione audiovisiva, traduzione e psicoanalisi e traduzione e plurilinguismo; dall’altro, su lessicografia bilingue, didattica/apprendimento delle lingue straniere e analisi del discorso. -
Differenze e narrazione. Per un universale etico condiviso
La pervasività del ricorso alla narrazione nello scenario delle relazioni pubbliche e private rende urgenti la decodifica, l’interpretazione e la chiarificazione delle sue implicazioni. Questo volume indaga le risorse etiche del racconto individuale e collettivo e apre un orizzonte di dialogo tra versante teleologico e deontologico. Tale prospettiva contribuisce a delineare la possibilità di un universale etico in cui le differenze abbiano voce e in cui la presa di parola in forma narrativa costituisca un diritto il cui rispetto vincola scelte politiche e sociali. La legittima aspirazione a una vita sensata e la convivenza delle differenze entro un contesto che promuova l’emancipazione dalla sofferenza trovano nella narrazione una possibilità di articolazione. -
Una Nanterre algerina, terra di «bidonville»
Il lavoro di Abelmalek Sayad è una ricostruzione della genesi e dello sviluppo di quella che è stata una delle più estese bidonville francesi. Intorno a Nanterre, città satellite di Parigi e nuova sede universitaria, cresce a partire dalla metà degli anni Cinquanta un insediamento autocostruito di lavoratori algerini. Si tratta del culminare di un processo migratorio che aveva preso le mosse nel paese di origine con la strutturazione militar-coloniale dei territori occupati dalla Francia: la bidonville di Nanterre è quindi conseguenza delle politiche coloniali già esplorate dallo stesso Sayad insieme a Pierre Bourdieu in le Deracinement (1962). Al tempo stesso la Nanterre algerina è lo specchio della crisi degli alloggi che ha caratterizzato le città europee del secondo dopoguerra. Il livello zero dell’abitare proposto ai lavoratori algerini è non solo un esempio drammatico di working homelessness ma anche un territorio di sperimentazione di forme marginali dell’abitare metropolitano che si troveranno ad essere riproposte in più luoghi e in altri momenti della storia europea contemporanea. Di qui la grande attualità di questo testo nell’epoca del riaffermarsi della precarizzazione dell’abitare migrante. La traduzione del volume è l’ideale completamento di altri importanti lavori che il grande sociologo ha dedicato alla condizione abitativa dei lavoratori immigrati algerini, già apparsi in lingua italiana. -
Antonio Gramsci e la favola. Un itinerario tra letteratura, politica e pedagogia
Il volume traccia un itinerario all'interno dell'opus gramsciano che si dipana tra filologia, letteratura e politica.rnI contributi raccolti in questo volume sviluppano gli interventi tenuti in occasione del Terzo Seminario Internazionale di Studi sulla Favola (Seravezza, 15-16 dicembre 2017), organizzato dal CISESG (Centro Internazionale di Studi Europei Sirio Giannini), concernente la favola nell'opera di Antonio Gramsci. Poco noto al pubblico dei lettori e meno battuto dalla critica, questo tema è importante per almeno due ordini di motivi: da un lato, è connesso organicamente a questioni centrali nell'opera gramsciana, quali ad esempio la traducibilità, il senso comune, il folclore e il rapporto fra storia, storiografia e leggenda; dall'altro lato, offre l'opportunità di fare luce sia sulla storia della ricezione delle Lettere e dei Quaderni, sia sull'intrico di problemi ecdotici, decisioni editoriali e scelte interpretative che ne sta a fondamento. A ciò si aggiunga che le traduzioni delle fiabe grimmiane e la presenza di favole o apologhi nelle lettere ai familiari permettono di entrare nel laboratorio di Gramsci e cogliere alcuni aspetti del suo 'usus scribendi' - aspetti che sanciscono un momento di coagulo fra prosa e pensiero, opzioni stilistiche e strategie comunicative. -
Videogame cult. Formazione, arte, musica
Idolatrati, odiati, divertenti, ipnotici, ibridi, creativi, sospetti, educativi, catartici... Che si frequentino o si ignorino, i videogame hanno conquistato gran parte della mediasfera contemporanea, come mezzi di intrattenimento e come prodotti di un’industria culturale che attiva scambi col cinema, la televisione, le arti, la sperimentazione audiovisiva, la pubblicità, i fumetti. Una pervasività che si manifesta a più livelli, intercettando giocatori giovani e adulti, con un interesse trasversale che unisce gli studiosi del settore ai semplici curiosi. Un libro polifonico che raccoglie contributi di natura diversa, spaziando dalla pedagogia alla filosofia, dall’etica alla comunicazione, dall’arte alla musica, dalla conservazione alla divulgazione culturale. Una molteplicità di punti di vista per proporre mappe di orientamento su un territorio in continua e poliforme espansione. Con scritti di: Marco Alfieri, Roberto Cappai, Alessandro Cecchi, Andrea Dresseno, Donatella Fantozzi, Maria Antonella Galanti, Manfred Giampietro, Roberto Gronda, Elena Marcheschi, Eva Marinai, Veronica Neri, Maria Teresa Soldani. -
Convertite
Lo studio sul campo di donne convertite condotto da Virginie Riva rivela un aspetto interessante e particolare della realtà dell’Islam in Francia. Specialista di religioni e giornalista, l’autrice ha raccolto una serie di testimonianze, componendo una galleria di ritratti dove emergono con forza e chiarezza le implicazioni, le contraddizioni e le difficoltà incontrate da ciascuna nel processo religioso e sociale di conversione. Analizzando anche alcuni aspetti istituzionali e politici del tema: qual è la relazione tra le autorità musulmane e i loro convertiti? Come operano le associazioni di aiuto alle convertite? Questioni familiari, primo contatto con l’Islam, processo di conversione, difficoltà successive: è su questo schema che si delinea il racconto delle storie molto diverse di queste donne. Da Corinne, sposata con un convertito, che pratica un Islam spirituale, intimo e vive isolata; a Karima, “donna d’affari” che difende la visione tradizionalista delle donne nell’Islam. Fino a Gwenaëlle, inizialmente tentata da una pratica radicale che associa il suo impegno religioso a un impegno politico nei confronti della Palestina, ma che deve affrontare un grave problema di integrazione nella comunità a causa del suo nubilato. Prefazione di Laura Silvia Battaglia. -
Web, social ed etica. Dove non arriva la privacy: come creare una cultura della riservatezza
In un momento in cui i dati e le informazioni personali diventano il nuovo petrolio e, parallelamente, la cultura globale ha fatto propria l’idea di un’esistenza virtuale di pari dignità di quella reale, mentre i cittadini di ogni latitudine creano una narrazione continua del sé seminando dati sensibili attraverso i social media, che a loro volta diventano motore per una serie di nuove piaghe sociali, come l’epidemia di suicidi tra adolescenti che non vedono rispettata la loro riservatezza, o il cyberbullismo, è giunto il momento di trovare alcune risposte alle domande di una contemporaneità che quasi sfugge al presente e che già slitta nelle sue conseguenze. Questo libro si propone quale strumento di innovazione culturale e sociale: facendo luce sugli aspetti normativi da una parte, da un’altra su quelli deontologici, attraverso il particolare punto di vista della psicologia forense, per poi approdare a una visione d’insieme che, se da un lato fornisce informazioni utili per orientarsi ed autoregolarsi nella giungla del web e dei social network, dall’altro propone nuovi paradigmi per creare una cultura della riservatezza multilivello capace di educare la nostra società a trasformare i circoli viziosi del digitale in opportunità per sviluppare valore. -
Per una rilettura di Mancini. Saggi sul diritto del Risorgimento
Senza che l’interesse storiografico per Pasquale Stanislao Mancini (1817-1888) sia mai scemato dopo la sua scomparsa, nell’ultimo trentennio esso si è moltiplicato andando ben oltre quel principio di nazionalità e quella raffigurazione di specialista del diritto internazionale che sono stati a lungo il centro delle indagini sul giurista irpino. Crescente l’attrattiva per un personaggio che nel Risorgimento fu attore di primo piano nei molteplici aspetti della sua attività di cattedratico, avvocato, deputato e ministro. I contributi racchiusi in questo libro risentono delle prospettive recentemente aperte dagli studi di storia dell’università, dell’avvocatura, delle istituzioni. Entro il panorama ormai saldamente delineato dalla storiografia che ha abbandonato l’accostamento semplificatorio fondato sull’immagine di una scienza giuridica rinserrata e succube del dualismo tra scuola storica ed esegesi dei codici, l’intento è stato duplice: da un lato riandare ai percorsi del giurista di Castel Baronia, rileggerlo con nuove ricerche e secondo piste aggiornate; dall’altro farsi prendere la mano da una figura che considerava il sapere nel suo impatto pratico e lo elaborava e trasmetteva senza steccati in tutti i settori in cui si trovò impegnato (la cattedra privata e quella pubblica, l’aula del foro e quella del Parlamento, la carica ministeriale o la tribuna di una rivista). Una personalità di spicco che, con i suoi tratti speciali, ben si colloca da protagonista nello scenario della cultura giuridica dell’Ottocento e nel contempo contribuisce a farla comprendere. -
Introduzione alla bioetica teologica
«La via scelta in questo corso vorrebbe aderire al modello storico più rappresentativo della nostra tradizione, quello che cerca di recuperare elementi importanti della propria storia di pensiero, magari solo marginalmente espressi, per un dialogo fruttuoso con la contemporaneità. Il corso si presenta, dunque, come “tradizionale”, nel senso più pregnante del termine. Lungi dal considerare la bioetica una nuova disciplina, per noi rappresenterà lo sforzo di pensiero di una tradizione teologica rinnovata alla luce del Concilio Vaticano II e desiderosa d’integrare la cultura che ruota attorno ai nuovi problemi, sollevati dal progresso della scienza e delle nuove tecnologie. Integrare non è mai solo estrapolare e inserire in un database, ma è soprattutto un lasciarsi contaminare e modificare». «Il metodo che abbiamo scelto come compagno di viaggio ci preserva dai rischi di una morale minimale: il giudizio morale sarà sempre frutto di un vissuto teologale, che ne è pertanto il fondamento ultimo. Ogni agire morale autentico può, anzi, deve essere la proiezione della vita teologale di ciascuno. Per questo la morale normativa è solo un aiuto esterno, che ispeziona le fondamenta della correttezza di ciascun agire, senza poterlo nemmeno prevedere nella sua piena espressività». -
Lo spettatore santo. Saggi per Anna Barsotti
Dodici tra ex studenti, allievi, collaboratori, dottorandi, operatori teatrali che hanno fatto un percorso insieme ad Anna Barsotti, chi breve chi lungo, chi con esiti peculiari ed eccentrici e chi in forma per così dire “apostolare”, si sono riuniti per confezionare questo libro-omaggio. Un volume volutamente povero e sorprendentemente ricco. Al suo interno vi si trovano, infatti, 12 brevi saggi, che rappresentano i gusti, i ricordi, le esperienze di ciascuno dei partecipanti, e che spesso combaciano con gli interessi di Anna: tra le righe affiorano dunque i nomi di Enzo Moscato, Eduardo de Filippo, Dario Fo, Franca Valeri, Samuel Beckett, Mario Luzi, Marco Baliani, Roberto Benigni, ma anche considerazioni sulla ricerca storica, sulla critica teatrale, sul ruolo dello spettatore. Lo spettatore, appunto! Ognuno dei dodici co-autori è stato, almeno una volta, spettatore ideale, spettatore creativo, spettatore poetico, spettatore sacrificato, spettatore senza occhiali, spettatore addormentato (per dirla con Flaiano), e, perché no, forse anche spettatore santo. “Holy, holy, holy!”