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Elogio della follia. Testo latino a fronte
"Costui, più brutto di una scimmia, si vede bello come Nireo; quell’altro si crede un Euclide perché traccia tre linee con il compasso"""". Follia è la grande parata della presunzione umana, una stravagante e affollata esibizione delle debolezze, delle perversioni, dei sogni e delle illusioni dell’umanità. Questo “Elogio”, scritto da Erasmo nel 1509 dopo un lungo viaggio in Italia, rappresenta ancora oggi un eccezionale tesoro. In esso è la Follia in persona che tesse le sue lodi, smascherando falsi sapienti ed eccentrici illusionisti, tutti presi in una rete di discussioni oziose e inutili. Un’opera moderna, che invita gli uomini a togliersi maschere e orpelli, e a mostrarsi così come ono: splendidi nella loro follia." -
Racconti
A oltre cento anni dalla nascita di Katherine Mansfield, antiottocentesca e anticonformista anticipatrice della scrittura ""corsiva"""" e breve tipica del racconto del Novecento, si ripropongono qui molti dei racconti che la resero famosa. Sono racconti spietati, scritti in un significativo arco di tempo, dal 1911 al 1923, coincidente con la breve traiettoria della vita dell'autrice. Di questa traiettoria biografica rapida e intensa Armanda Guiducci offre un'istantanea ne """"La cometa Mansfield"""", una introduzione che rilancia anche un discorso critico sull'arte spregiudicata, tagliente e sottile della Mansfield, arte che ha ormai superato la prova del tempo al di là dei tratti patetici in cui finì per fissarla l'edulcorata leggenda costruita negli anni Venti."" -
Il diario fiorentino
Nel 1898 Rainer Maria Rilke si recò a Firenze su suggerimento della sua amante e protettrice Lou Andreas-Salomé, che voleva che il giovane poeta eliminasse, con un tuffo nel mondo mediterraneo, un provincialismo e delle lacune culturali da lei giudicati inammissibili. Il ""Diario fiorentino"""", frutto del contatto con realtà profondamente diverse da quelle conosciute sino allora, non è però tanto un quaderno di riflessioni e ricordi dedicato alla donna amata, quanto un nucleo di idee e concezioni che attraversano in modo più o meno visibile tutta l'opera di Rilke e alimentano la fase estrema della sua poesia. La prefazione di Giorgio Zampa ricostruisce minuziosamente i rapporti di Rilke con Lou Andreas-Salomé e gli eventi che portarono alla nascita del Diario fiorentino, chiarendone l'importanza centrale nell'itinerario poetico rilkiano. Completa il volume un'aggiornata bibliografia curata dalla germanista Gabriella Rovagnati."" -
Sonetti
Scritti clandestinamente dal poeta romano Giuseppe Gioachino Belli e composti per la maggior parte in due fasi, 1830-37 e 1842-47, i «Sonetti» formano nel loro insieme un poema di elevato rigore e complessità: ""un monumento alla plebe di Roma"""", frutto dello studio colto e animato dei costumi e delle tradizioni della città, tramutati spesso in parodia o in riso. Belli assume la parte del popolano, e di volta in volta induce la plebe stessa a raccontare e descrivere, o racconta e descrive lui in prima persona, attraverso brevi """"mimi"""" e scene concise. Il risultato è uno dei quadri più energici e aspri che si siano mai tracciati in una società. In questa edizione Spagnoletti propone una selezione di quattrocento sonetti fra i più significativi della raccolta, dedicando a ciascuno un commento essenziale, che non esclude le note dell'autore stesso."" -
Mattinate fiorentine
Una guida turistica raffinata e una lettura deliziosa: questo offrono le sei lettere delle ""Mattinate fiorentine"""", pubblicate tra il 1875 e il 1877, in cui Ruskin sviluppò i temi relativi all'arte e alla storia di Firenze maturati attraverso i suoi ripetuti soggiorni nella città toscana. Egli concentra la sua attenzione su singole opere d'arte ed edifici, visti sullo sfondo delle vicende politiche della città nel corso dei secoli. Il libro conduce il lettore attraverso sei itinerari che illustrano i monumenti più famosi dell'arte fiorentina, da Santa Croce, a Santa Maria Novella, al Duomo, al Campanile di Giotto. Un percorso che si illumina di osservazioni personali sui dati del passato e del presente, sulle strutture architettoniche, sui soggetti artistici."" -
La vita pitagorica. Testo greco a fronte
Pitagora fu personaggio di fascino e carisma straordinari, fondatore nel VI secolo a.C. di una scuola filosofica dalle regole di vita singolari e misticheggianti. ""La vita pitagorica"""" non è però solo la parabola biografica di un uomo eccezionale. Delineando la vita e gli insegnamenti del Maestro, infatti, Giamblico intende esortare i lettori verso una """"vita pitagorica"""" che coincide con la vita contemplativa e speculativa. Testimonianza della grande fortuna goduta in età tardoantica dalla filosofia legata a Pitagora, lo scritto di Giamblico si rivela anche opera fondamentale per la comprensione storica del pitagorismo più antico grazie alla ricchezza delle fonti utilizzate. Maurizio Giangiulio, cui si devono anche la revisione del testo greco, la scorrevole traduzione e le note, traccia nell'introduzione un profilo di Giamblico e del pitagorismo di età imperiale."" -
Racconti fantastici. Diavoleide-Uova fatali-Cuore di cane-Le avventure di Cicikov
Una caricatura del burocratismo, dell'arroganza, del filisteismo, della volgarità nella Mosca degli anni Venti. ""Diavoleide"""" è la storia surreale di un """"piccolo uomo"""" di stampo gogoliano, distrutto da un diabolico meccanismo burocratico. Un incubo è pure la fuga dall'inferno di Cicikov e di altre note """"anime morte"""" del capolavoro gogoliano, che si mimetizzano perfettamente con i burocrati e i maneggioni della Russia soivetica. E c'è ancora la fuga, tragica e grottesca, della gente incalzata dagli orrendi e giganteschi rettili sgusciati da uova credute di gallina e rese enormi e vitali dal """"raggio della vita"""", una scoperta scientifica che, usata rozzamente, si trasforma in raggio della morte."" -
Orazioni I-XV
Nell'antica Atene, i processi non richiedevano giudici e avvocati professionisti. L'accusatore e l'accusato si confrontavano direttamente di fronte a una giuria popolare, il cui giudizio era dettato più dall'umore del momento che dagli articoli della legge. Chi non era in grado di pronunciare discorsi poteva rivolgersi ai cosiddetti logografi, professionisti della parola che scrivevano discorsi giudiziari dietro compenso. Lisia, che passò la giovinezza nell'ambiente di Socrate, fu senza dubbio il migliore tra i logografi del suo tempo. Nei suoi discorsi rivive la commedia umana degli ateniesi: risse, tradimenti, prepotenze, confische di beni. Enrico Medda, cui si devono anche l'introduzione e l'ampio apparato di note, ha raccolto in questo volume le ultime diciannove orazioni pervenuteci e tutti i frammenti. -
Critica della ragion pratica. Testo tedesco a fronte
Seconda delle Critiche kantiane, la Critica della ragione pratica raccoglie, in una trattazione vasta e sistematica, il pensiero del grande filosofo tedesco sulla dimensione morale dell'agire umano. Kant affronta in questo testo la questione centrale ed eminentemente ""pratica"""" dell'etica, alla luce di concetti di derivazione metafisica quali l'idea di Dio, dell'anima e della libertà. Proposto in una traduzione al tempo stesso chiara e fedele e presentato da un ampio saggio introduttivo, il testo è corredato da un apparato puntuale di note esplicative che costituiscono un essenziale strumento di accesso e comprensione alla grande costruzione filosofica della scienza morale kantiana."" -
Poesie
Sergio Corazzini morì di tisi ventunenne. Ebbe solo cinque anni di tempo, a un’età in cui non si è ancora smesso di giocare, per fare della sua breve vita un’opera d’arte, un cammeo di amore, sofferenza e poesia. Questo volume, che comprende l’intera produzione letteraria del poeta romano, dà la possibilità di indagare l’epoca, la temperie culturale, i modelli, il percorso artistico di un autore che compare in ogni antologia letteraria. Al di là di ogni riflessione critica, è alla fantasia e al cuore delle persone che parla il “piccolo fanciullo che piange”, il poeta “che non sognerà più / fino alla morte”, ma che esprime con immagini di lucidità folgorante il proprio misero mondo poetico, nella certezza, davvero moderna, che non esista alcuna parola salvifica. -
Vita del signor de Molière
«Nel gran meccanismo della tirannide, brulicante di servi accecati dall'avidità e dall'ideologia, due esseri soli sono liberi: l'artista e il sovrano» – Vittorio StradaSiamo nella Mosca degli anni Trenta in un clima di soffocante censura; Vita del signor de Molière mette in scena, attraverso una sequenza di quadri folgoranti, la biografia del grande drammaturgo francese, ambientandola in una Parigi immaginaria. La giovinezza, l'affermazione del prodigioso talento, la fama, gli amori, la sfida al potere e la caduta in disgrazia e infine la morte in scena, mentre pronuncia le battute del Malato immaginario. Bulgakov, affascinato dalla personalità di ""quello che è stato il maestro di intere generazioni di drammaturghi, del commediante sulla scena, e dell'uomo sfortunato, malinconico e tragico nella vita"""", fornisce una rappresentazione della vita di Molière in cui i personaggi sfilano sul proscenio come in una pièce teatrale. Il rapporto tra Molière e il Re Sola, adombra il controverso rapporto tra Bulgakov e Stalin e mette a nuda la perfida dinamica del contrasto tra arte e totalitarismo, tra verità della vita e menzogna e corruzione del potere."" -
Morgante
Spirito bizzarro e mordace, segnato dalle vicisitudini di una vita irrequieta, Luigi Pulci gravitò con alterna fortuna nella cerchia culturale di Lorenzo il Magnifico, opponendo alle tendenze raffinate dell'umanismo platonizzante una vena beffarda e popolaresca, che aveva le sue radici nella tradizione volgare fiorentina. Scrittore d'istinto sempre pronto a cogliere il lato grottesco dela realtà, Pulci diede la sua massima prova con il poema in ottave ""Morgante"""", elaborato a partire dal 1461, sulle tracce di un anonimo cantore trecentesco che ripeteva le gesta di Orlando e dei paladini erranti, traditi dal perfido mago Gano di Maganza."" -
Rime
Le date delle «Rime» di Ludovico Ariosto (1493-1525) si affiancano come in un controcanto alla stagione più creativa del poeta, dalle poesie latine dei Carmina alle prime commedie, dalle Satire alle due stesure dell'«Orlando Furioso». Nonostante questo, Ariosto non solo non le raccolse mai in un canzoniere vero e proprio, ma rifiutò addirittura di divulgarle. All'occhio del lettore di oggi esse rivelano invece un'inattesa freschezza, accogliendo senza esasperazioni la lezione classica di Bembo, recuperando abilmente la tradizione latina, variando, da una poesia all'altra, tonalità, lessico e temi. Tutti elementi che sono puntualmente individuati in questa edizione curata da Stefano Bianchi. -
La falsa donazione di Costantino. Testo latino a fronte
Nella storia delle falsificazioni, il caso più celebre è quello della cosiddetta ""Donazione di Costantino"""", il documento che per tutto il Medioevo fu assunto a fondamento giuridico del potere temporale della Chiesa. Stilato – come reputano i più – nell'VIII secolo dalla Curia romana, il """"Constitutum Constantini"""" ricalcava un'antica credenza sulla conversione dell'imperatore Costantino (274-337) che avrebbe trasferito alla Chiesa il dominio dell'Italia e della capitale. Solo nel Quattrocento un esponente di punta dell'Umanesimo civile, Lorenzo Valla, diede una svolta alla questione. Filologo di grande perizia, Valla condusse un'analisi del testo in forma di vera e propria orazione giudiziale, soffusa di pathos etico e religioso e avvalorata da prove storiche, giuridiche e filologiche in grado di dimostrarne la falsità. Gli apparati a cura di Olga Pugliese illustrano un documento che ribadisce la natura esclusivamente spirituale del ministero della Chiesa, in difesa della libera indagine intellettuale e politica."" -
Dialogo tra un filosofo, un giudeo e un cristiano
Nel caso di Abelardo, come forse mai accade nella cultura medievale, il personaggio sovrasta l’autore, che pure è fra i grandissimi dell’epoca: logico, filosofo morale, teologo audace che aprì la “pagina sacra” della Bibbia a significati più comprensivi e universali. Ma anche scrittore noto e amato fino al Settecento e oltre, come autore di un’autobiografia nella quale narra le vicende turbolente e tragiche della sua vita e soprattutto lo straordinario amore che visse con Eloisa. Il suo “Dialogo tra un filosofo, un giudeo e un cristiano”, forse la sua ultima opera, presenta l’idea di un cristianesimo “naturale” e quindi tollerante, l’utopia di una convivenza, forse perfino di una convergenza, con le altre fedi nate dalla Bibbia (l’ebraismo e l’Islam), la sua ricerca di un Bene Sommo vicino a quello proposto dalla filosofia platonica e stoica, raggiungibile con la virtù ma anche con la ricerca intellettuale. -
Emma
Emma è bella, ricca, intelligente. E vuole inventarsi una vita che le assomigli. Al centro di intrighi amorosi che lei stessa sollecita, si muove con sfrontatezza per combinare matrimoni, costruire flirt, intrecciare amicizie e relazioni fra le persone che la circondano. E se l’ambientazione è quella classica della campagna inglese, in una quotidianità cadenzata da balli, passeggiate e conversazioni mondane, Jane Austen dà vita a una figura di donna assolutamente innovativa che – con le sue scelte audaci, e anche errate e contraddittorie – influenzerà in modo determinante la letteratura successiva. Perché, come sottolinea Viola Papetti nella preziosa introduzione, “Emma porta in dote la conoscenza del rovescio del mondo e del linguaggio, l’avventurosa logica dell’errore che aprirà innumerevoli porte alle eroine moderne”. -
Vite parallele. Coriolano e Alcibiade
Coriolano e Alcibiade furono due personaggi diversi in tutto, quasi antitetici, eppure uniti, nella visione di Plutarco, da una comune e indelebile onta: il tradimento della patria. Il freddo, orgoglioso e sprezzante Coriolano, esiliato nonostante le sue vittorie per contrasti con la plebe, si alleò infatti per vendetta con i Volsci e assediò la stessa Roma. Alcibiade, geniale, affascinante e discusso stratega ateniese, durante la guerra del Peloponneso cambiò più volte bandiera a seconda delle convenienze e infine si mise al servizio dei Persiani, ma nonostante tutto fu sempre adorato dal popolo ed ebbe un ammiratore d’eccezione nientemeno che in Socrate. Le approfondite introduzioni di Maria Cesa e Luisa Prandi sono affiancate dal saggio “Plutarco come lo leggeva Shakespeare” di John Denton, dedicato alle traduzioni delle “Vite” nel Rinascimento. -
La donna di picche
La donna di picche ci fa rivivere, in equilibrio tra realtà e allucinazione, il mondo della Russia del primo Ottocento, diviso fra gli echi della società settecentesca e i fremiti della nuova generazione rampante.Ghermann, giovane ufficiale ambizioso e frustrato, sogna una vita di successo, una svolta nella sua mediocre esistenza che gli permetta di cambiare il proprio destino. Quando un amico gli suggerisce di carpire a una vecchia contessa il segreto di tre carte infallibili al gioco, tutto sembra possibile. Ghermann costruisce un piano spregiudicato, giocando con i sentimenti di una ragazza, per realizzare quella speranza ormai diventata ossessione. Ma non mette in conto che i suoi calcoli logici non possono essere applicati a eventi irrazionali e imprevedibili, che presto gli si ritorceranno contro, portandolo alla rovina e alla follia. La donna di picche, considerato un capolavoro da Dostoevskij, ci fa rivivere, in equilibrio tra realtà e allucinazione, il mondo della Russia del primo Ottocento, diviso fra gli echi della società settecentesca, incarnata dalla vecchia contessa, e i fremiti della nuova generazione rampante, nutrita di volontà di potenza. -
Proslogion
Anselmo, grande teologo e filosofo medievale, studiò ossessivamente per anni un problema: un'argomentazione con premesse per sè evidenti, vale a dire non richiedenti nessuna dimostrazione, capaci di dimostrare l'esistenza dell'Essere assoluto, ossia di Colui da cui tutto dipende e che non dipende da nulla. Proprio quando stava per desistere, improvvisamente ebbe la soluzione durante una notte in cui non riusciva a dormire. Era arrivato alla famosa prova ontologica di Dio, di cui tratta nel Proslogion. Questa edizione della BUR, ampiamente annotata da Lorenzo Pozzi, riporta anche le famose obiezioni mosse da Gaunilone e le risposte critiche di Anselmo. -
Dialogo sull'oratoria
Perché i secoli passati erano fertili di grandi talenti oratori, mentre il presente ne è quasi del tutto privo? Questa domanda è lo spunto del ""Dialogo sull'oratoria"""", in cui i più brillanti oratori della fine del I secolo d.C. si interrogano sullo stato dell'eloquenza e sui motivi del suo declino nella Roma del loro tempo. Nell'analisi lucida e disincantata di Tacito la risposta è desolatamente chiara: solo in una libera competizione politica l'eloquenza trova materia che la alimenti. Il regime imperiale, che pure ha dato ordine e tranquillità al mondo, soffoca il libero dibattito e spegne, inevitabilmente, l'arte oratoria. Il prezzo della pace è il silenzio. Luciano Lenaz analizza nell'introduzione le tematiche del dialogo e la sua travagliata storia testuale e dà conto delle ricerche su quest'opera tanto affascinante quanto ricca di problemi.""