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Così parlò Zarathustra
Opera filosofica e poetica composta tra il 1883 e il 1885. In quest'opera le idee del ""superuomo"""" e dell'""""eterno ritorno"""" raggiungono una forma compiuta. Dopo dieci anni di solitudine Zarathustra sente il bisogno di donare agli uomini la sua sapienza, ma il popolo distratto ride delle sue parole. Dovrà così cercarsi dei discepoli cui indirizzare i suoi discorsi. Tema dei discorsi è la ribellione alla cultura e alla morale dominanti e la visione della vita come forza indomabile e della volontà come strumento di affermazione. Agli elementi polemici sono inframmezzati brani poetici (canti e canzoni) di grande bellezza. Molteplici le fonti stilistiche, la Bibbia, le poesie di Goethe, la prosa di Lutero, gli aforismi dei moralisti francesi."" -
I racconti
"Sono soltanto letteratura, e non posso né voglio essere altro."""" È con questa incrollabile consapevolezza che Franz Kafka intraprende il suo """"vagabondaggio nelle foreste dell'età virile"""", un viaggio che lo porterà alle vette della """"Metamorfosi"""" e del """"Castello"""", ma che lo condurrà anche alla stesura di una serie di testi narrativi - brevi storie, favole, parabole, metafore - che, tra il 1904 e il 1923, affiancheranno e arricchiranno la sua produzione maggiore. Palcoscenici narrativi mutevoli e labili, nei quali si muovono tanti """"nessuno"""", scialbi impiegati o commessi viaggiatori, impacciati e fragili, in balia dei propri dubbi di fronte a una realtà bloccata e inestricabile. La ricca antologia, curata e tradotta da Giulio Schiavoni, che dà conto anche delle diverse stesure di alcuni racconti, è arricchita da apparati aggiornati ai più recenti studi." -
Le allegre comari di Windsor. Testo inglese a fronte
Sir John Falstaff manda la stessa lettera d'amore alla signora Ford e alla signora Page. Le donne, con l'aiuto di un'amica, decidono di punirlo e ad un primo appuntamento lo gettano nel Tamigi dentro una cesta di panni sporchi, al secondo lo bastonano e al terzo lo fanno assalire nella foresta da una schiera di finte fate e folletti. A questa storia si intreccia quella della figlia della signora Page che ha tre corteggiatori. Il primo è il prediletto del padre, il secondo quello della madre e infine il terzo è quello che la ragazza ama e con cui fugge. -
La coscienza di Zeno
La storia di Zeno Cosini, inetto a vivere: una specie di marionetta tirata da fili che quanto più egli indaga, gli sfuggono. Una coscienza inutile a mutare un destino che sembra ineluttabile. E' il capolavoro di Svevo, la prima storia italiana dove entra prepotentemente in scena la psicanalisi come coprotagonista; forse il più grande romanzo del Novecento italiano e uno dei maggiori della letteratura europea di questo secolo. -
Riccardo III
Riccardo, fratello di Edoardo IV, aspira alla corona. Uccide il duca di Clarence, suo fratello e ne sposa la vedova Anna. Morto Edoardo IV, diventa reggente in attesa che il figlio e successore del re, compia la maggiore età. Fa però subito rinchiudere il ragazzo con il fratello, duca di York, nella Torre di Londra. Ottiene così il trono e fa uccidere i figli di Edoardo IV. Ripudiata Anna, vuole sposare la nipote Elisabetta, ma il duca di Buckingham si ribella e si schiera col duca di Richmond che muove contro Riccardo. Il duca di Buckingham viene ucciso, ma il duca di Richmond vince in battaglia e Riccardo muore combattendo. -
Vita
Scrivere un'autobiografia a poco più di quarant'anni può sembrare prematuro: ma non quando si ha avuto il destino di vivere negli anni e con l'intensità di Vittorio Alfieri. Iniziata dopo che Alfieri aveva portato a compimento l'esperienza delle tragedie e vissuto la delusione della degenerazione della rivoluzione francese, la Vita è molti libri in uno. Si alternano i ricordi dell'infanzia e le avventure della maturità, gli amori e gli entusiasmi letterari, la riflessione politica e quella poetica, sino a trasformare quest'opera nell'unico, autentico romanzo del nostro Settecento. -
Coriolano. Testo inglese a fronte
Più che un dramma storico, ""Coriolano"""" è una tragedia politica ispirata alla nobile lezione delle """"Vite parallele"""" di Plutarco. Come tragedia il suo compito è quello di dare voce e forma alle vanità e alle follie degli uomini, ancorando l'azione alle vicende politiche e militari di Coriolano, il condottiero che con il suo sconfinato orgoglio provoca la rivolta popolare e infine la propria rovina. Ma """"Coriolano"""" è anche la tragedia di altre passioni - l'amor di patria, la gelosia, la tenacia, l'ardimento - chiamate a confrontarsi con un sentimento ignoto alla dura scorza del generale: il senso della pace quale stato di grazia per uomini e cose."" -
I doveri. Testo latino a fronte
Nel 44 a.C., alla vigilia della sua ultima battaglia politica, Cicerone volle fornire alla classe dirigente romana un modello di condotta destinato a rinsaldarne la vacillante egemonia. Conscio che l’arcaico complesso di valori aristocratici era ormai irrimediabilmente superato, Cicerone propose un sistema etico più duttile che fosse in grado di assorbire e unire tutti i ""boni"""", indipendentemente dal loro status sociale, nell'estremo tentativo di salvare l’ormai agonizzante Repubblica. Un’etica che Cicerone trovò nello stoicismo moderato di Panezio, fondata su saldi princìpi morali, rispettosa della tradizione e dell’ordine politico-sociale e allo stesso tempo anche norma di vita quotidiana. Emanuele Narducci illustra nel saggio introduttivo le basi filosofiche e politiche della speculazione ciceroniana."" -
I salmi
"Non c'è sentimento dell'uomo"""" ha detto sant'Agostino """" che non sia rappresentato nei """"Salmi"""" come in uno specchio. Lo Spirito Santo ha messo qui al vivo, tutti i dolori, le tristezze, i timori, i dubbi, le speranze, le preoccupazioni, le perplessità, fino alle più confuse emozioni da cui l'animo degli uomini è agitato."""" Se oggi riprendiamo in mano i """"Salmi"""", composti nell'arco di un millennio, ci rendiamo conto di come nessun libro ci parli con la stessa intensità tragica della irrimediabile lontananza e assenza di Dio e della vicinanza di Dio, che abita insieme a noi nella stessa tenda e nella stessa casa. Nessun libro ci comunica sia l'ossessione del peccato sia la serenità e la gioia dell'anima pacificata." -
Elegie
Se per Ovidio l’amore è un gioco dei sensi, se per Tibullo è un sentimento sommesso e delicato, per Properzio è invece una forza imprevedibile, senza limite né misura, che si abbatte sulla sua anima con furia implacabile. La poesia che canta questo amore è colta, raffinata, ricca di suggestioni metaforiche e mitiche frutto di una grande ricercatezza linguistica. E in questi accenti, in questi scorci di infinita passione, che ispirarono anche Goethe e Pound, il lettore moderno ritrova una voce sorprendentemente vicina alla sua sensibilità. L’introduzione di Paolo Fedeli, il più noto specialista di Properzio, ripercorre i quattro libri delle “Elegie” nei diversi temi e generi, alla ricerca dei motivi che portarono l’autore all’elezione di un ideale di vita elegiaco, tra negazione dell’attività politica e il rifiuto di una vita familiare, i rapporti con la propaganda augustea, e la ricezione dei grandi contemporanei. La fedele traduzione di Luca Canali è accompagnata da un ampio commento di Riccardo Scarcia. -
Il libro del cortegiano
Nel 1506, a Urbino, gli intellettuali riuniti alla corte della duchessa Elisabetta intavolano una discussione volta a ""formar con parole un perfetto cortegiano"""". Da questa cornice narrativa prende le mosse """"Il libro del Cortegiano"""", la cui prima edizione (1528) fu pubblicata quasi contemporaneamente dai più prestigiosi tipografi del tempo, Manuzio e Giunti, a testimonianza dell'attesa che la circondava. E grande fu la sua fortuna in tutte le corti d'Europa. Fino alla Rivoluzione francese, infatti, essa fu considerata la grammatica della società di corte: la sua ricetta fondamentale era il primato della """"grazia"""" e della """"sprezzatura"""", ossia il dissimulare lo sforzo per far apparire naturali anche i gesti e i discorsi più ricercati. Per il lettore di oggi, """"Il libro del Cortegiano"""" ha un pregio in più: fa rivivere la civiltà colta e raffinata delle corti italiane del Cinquecento e ne rivendica l'indiscutibile e inarrivabile supremazia culturale."" -
I fratelli. Testo latino a fronte
Adelphoe, i fratelli. E di fratelli, in questa che è l'ultima delle commedie di Terenzio, rappresentata verso il 160 a.C., ce ne sono ben quattro, divisi in coppie simmetriche: la generazione anziana e quella giovane. Dei giovani, Ctesifone è stato allevato in campagna, con metodi all'antica, dal padre Demea, mentre Eschino è cresciuto in città sotto la guida indulgente e comprensiva dello zio Micione. Tema portante della commedia è proprio il confronto tra i due differenti modelli di educazione e di vita. E se gli intrighi amorosi dei giovani mostreranno che la severità non dà frutti migliori della dolcezza, il matrimonio finale del tranquillo Micione sembra adombrare l'assoluta relatività di ogni sistema di valori. L'introduzione di Dario Del Corno arricchisce la lettura del testo illustrando gli aspetti strutturali e stilistici del teatro terenziano. -
Pluto
Rappresentata nel 408 a.C. ""Pluto"""" è l'ultima delle commedie superstiti di Aristofane, che in essa effonde un vigore di fantasia particolarmente libero e intenso. Il protagonista è un povero contadino, Cremilo, erede di quella lunga teoria di emarginati sociali cui Aristofane affida, nel suo teatro, il compito di esprimere un desiderio di eversione nei confronti del reale percepito come negativo e iniquo."" -
Cronica. Vita di Lazarillo de Tormes
Quando apparve nel 1554, il ""Lazarillo de Tormes"""" ebbe un enorme successo. Il romanzo offriva un'immagine inedita e veritiera della realtà spagnola, segnata da una crisi incipiente di impoverimento e di degrado. Il protagonista – un ragazzo di strada, costretto a vivere di espedienti sotto miserabili padroni – trova sul suo cammino una folla di diseredati, vagabondi, bricconi, mendicanti, avventurieri, per i quali la vita non è che quotidiana, rabbiosa difesa della sopravvivenza. Sullo sfondo, i paesaggi assolati della Spagna cinquecentesca, le strade sassose, i borghi, le chiese, le locande, gli interni oscuri coi loro poveri arredi e gli oggetti consunti. Lazarillo, piccolo Ulisse cencioso e scaltro, precocemente maturato, conosce la fame, il freddo, i maltrattamenti, la meschinità dei padroni, e infine approda a una modesta tranquillità materiale, conquistata a prezzo dell'onore. Scritto in uno stile rapido e colorito, il romanzo si impone come autentica novità, e segna l'avvio di quella letteratura picaresca destinata a costituire uno dei tratti distintivi della letteratura spagnola."" -
Casina. Testo latino a fronte
Casina è una trovatella allevata da Cleostrata, di cui il marito e il figlio si contendono i favori. I due vorrebbero che Casina sposasse uomini di loro fiducia per poter poi approfittare in santa pace delle sue grazie. Cleostrata pone la questione in sorteggio e il marito è il favorito dalla sorte. La donna però fa in modo che il marito e l'intendente, da lui proposto come sposo della ragazza, prendano un sacco di legnate. Casina finisce con lo sposare il giovane che lei amava, dopo essersi scoperta libera e non schiava. -
Walden ovvero Vita nei boschi
Nel luglio 1845 Henry Thoreau, a ventotto anni, lascia la sua città natale e va a vivere sulle rive del lago Walden, in una capanna da lui stesso costruita, e vi rimane oltre due anni. Nella quiete dei boschi coltiva il suo orto, legge, osserva gli animali, passeggia nella natura o fino a qualche villaggio vicino, scrive, fa piccoli lavori in casa, nuota. Thoreau vuole ""marciare al suono di un tamburo diverso"""" e cerca la libertà immergendosi nei ritmi della natura. Testo seminale della consapevolezza ambientalista e caposaldo della controcultura americana, """"Walden"""" è il resoconto autobiografico di questo esperimento di vita solitaria, la cronaca quotidiana di un ritorno alla semplicità, una dichiarazione d'indipendenza dalla pochezza morale di una società dedita all'accumulazione di ricchezza."" -
Misura per misura
Su una tipica trama da commedia costituita di false identità, dissimulazioni e travestimenti, Shakespeare evidenzia l’eterna propensione del potere a mutarsi in violenza e sopraffazione, e si interroga sui grandi temi della giustizia, della politica e del rapporto stesso fra politica ed etica. Ma va ancora oltre, mettendo a nudo le perversioni dell’animo umano in una società, quella fastosa dell’antica corte e città di Vienna, che non conosce valori, e dove qualsiasi visione di moralità religiosa e civile è solo ipocrisia. Ne nasce così una commedia dai toni foschi e amari – una “dark comedy” – capace di lasciare il lettore senza fiato dal punto di vista della morale. -
Ifigenia in Tauride-Ifigenia in Aulide
Le tragedie qui raccolte sviluppano due momenti della saga di Ifigenia, la giovane figlia di Agamennone sacrificata ad Artemide per il successo della spedizione contro Troia. Centro tematico di entrambi i drammi è appunto il sacrificio umano: nell'Ifigenia in Aulide quello della stessa Ifigenia, nell'Ifigenia in Tauride quello di suo fratello Oreste che Ifigenia, divenuta sacerdotessa nel barbaro paese dei Tauri, salverà dopo un drammatico processo di riconoscimento. Ma nonostante il lieto fine, ciò che emana da queste due tragedie dell'estrema maturità di Euripide è un angoscioso senso di debolezza e di precarietà della condizione umana, sottratta sia a un disegno provvidenziale divino sia al dominio della ragione. Franco Ferrari illustra e approfondisce nell'introduzione l'articolazione delle sequenze drammatiche delle due opere. -
Difesa di Marco Celio
La più spiritosa e divertente fra le orazioni ciceroniane nasconde un sinistro retroscena: le gravi imputazioni raccolte contro Celio, brillante oratore dalla verve ironica e crudele, vanno dalla scarsa integrità di costumi all'accusa di complicità con Catilina, fino al più infamante sospetto di omicidio a sfondo politico. La linea difensiva adottata da Cicerone lascia tuttavia in ombra l'insidioso sfondo politico per insistere soprattutto sui rancori personali di Clodia, l'amante abbandonata da Celio, donna potente e affascinante, ""scandalosamente priva di inibizioni"""", che, secondo le parole di Cicerone, avrebbe orchestrato per vendetta il piano contro l'imputato. Il tono arguto e vivace, l'umorismo sottile e """"un fascino inimitabile"""" fanno della Difesa di Marco Celio uno dei capolavori dell'oratoria di Cicerone."" -
Cymbeline
Prendendo le mosse da una novella del “Decameron”, l’intreccio di “Cymbeline”, complesso e ricco di elementi fiabeschi, ruota intorno alla scommessa di un marito vanesio sulla fedeltà di sua moglie. La storia ha sullo sfondo un’immaginaria guerra fra Roma e la Britannia che consente il sorprendente svelamento e il felice esito conclusivo per Imogen, l’eroina, perfetta sposa e inimitabile personaggio. Definito tecnicamente una tragicommedia – un dramma che consente di sperimentare tutte le emozioni della tragedia, godendo però del lieto fine della commedia – “Cymbeline” offre al lettore momenti di intensa drammaticità quali solo i monologhi di “Amleto” o di “Re Lear” possono dare, ma anche rasserenamenti improvvisi che anticipano la conclusione della “Tempesta”. Di entrambi gli atteggiamenti è sintesi efficace la battuta pacificatrice di re Cymbeline: “Perdono è una parola intensa, oggi, per tutti quanti”.