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La corsa indiana
"La corsa indiana"""", libro d'esordio di Tereza Boucková, romanzo breve (o racconto lungo), fu pubblicato per la prima volta nel 1988 in un'edizione samizdat e vinse nel 1990 il premio letterario Ji?í Orten. Con una prosa vivace narra in modo originale, in prima persona, la vita della protagonista dalla nascita fino all'età adulta. Quando l'autrice è la figlia di Pavel Kohout, noto intellettuale dissidente e firmatario di Charta 77, scrittore e drammaturgo, attivo nel circolo delle persone più in vista dell'underground di quegli anni, una storia autobiografica non è esattamente quel che si dice un racconto innocuo, specialmente se la narrazione si attiene ai fatti accaduti non risparmiando le personalità più note (nel racconto compare, come Monologo, anche l'ex presidente Vaclav Havel che la Boucková ha avuto modo di conoscere da vicino), pur celandole sotto ironici soprannomi. Una scrittura catartica che ripercorre l'infanzia vissuta con la madre Alfa e i due fratelli Luna e Raggio di Sole, dopo che il padre, qui chiamato l'Indiano, li aveva abbandonati per trasferirsi all'estero con Musa, la sua nuova donna, dimostrando verso di loro un disinteresse quasi assoluto..." -
Non ti spegnere
Non ti spegnere è la frase che ognuno di noi dovrebbe recitare a se stesso. È la canzone da cantare davanti allo specchio quando è notte fonda e non si riesce a dormire. Non ti spegnere è la consapevolezza di essere importanti, è la forza per rialzarsi sempre e andare avanti, senza guardarsi indietro, senza sottovalutarsi. Molte volte non ce ne accorgiamo, pensiamo di essere la persona sbagliata al posto sbagliato e ci lasciamo andare; invece dovremmo amarci per come siamo e per dove ci troviamo, trovare il bello che c'è, anche se nascosto, e farne tesoro. Dovremmo continuamente diventare la cenere da cui rinascere. Non ti spegnere sono sfoghi, sono emozioni allo stato puro, nella forma più semplice, tutto ridotto all'osso, libero dalle parole inutili. Senza pretese liriche, ma con la profondità che solamente la semplicità riesce a dare. Sono piccoli concetti sparati a tutta forza per entrare nello stomaco, germogliare e far rinascere quei fiori che da un po' di tempo sono appassiti. -
Roma
Candidato al Premio Strega 2019Il mondo di Cinecittà, la Roma dei primi anni Settanta, il cinema, Fellini, gli attori americani, le spiagge di Ostia e il quartiere del Pigneto, la tenerezza e l'oscurità dell'estate, e l'educazione sentimentale di un ragazzo. Il giovane Tommaso, apprendista giornalista, si trasferisce a Roma nell'estate del 1970 e finisce per occuparsi di gossip nel mondo di Cinecittà, brulicante di personaggi famosi e altri misteriosi, e delle loro leggende. Frequenta una ragazza inglese di nome Judy, si ritrova sul set del film Roma di Fellini e conosce la propria storia attraverso le storie degli altri. Fra cammei e apparizioni, storie vere e storie false, attori, seminaristi, trapezisti, musicisti, giardinieri, un moderno ""giorno della locusta"""" ambientato a Roma."" -
Torneremo ad Amsterdam
Due quarantenni, legati da profonda amicizia e dal tifo per il Toro, viaggiano attraverso l’Europa apparentemente senza una meta precisa. Sembra un viaggio confuso nel quale uno dei due trascina l’altro in avventure assurde, complicate e, pare, slegate l’una dall’altra. Invece questo vagare tra l’Islanda, la Grecia, la Danimarca, il Portogallo e la Spagna li porterà fino ad Amsterdam, meta definitiva del loro viaggio. Lì metteranno in atto un piano folle e assurdo per poi tornare a casa a Torino e in particolare nella casa del Toro, il Filadelfia. Una storia di amicizia, un’avventura, un giallo che si conclude con la poesia, la poesia di essere granata. -
La confusione non è mai stata così bella
"La confusione non è mai stata così bella"""" è un libro di poesie sulle piccole grandi cose per le quali vale la pena vivere: i baci, i tramonti, fare il bagno nudi al mare, la colazione a letto con accanto la persona che ti fa stare bene, le notti a bere whisky, le sigarette condivise. Ogni poesia ritrae un momento. Come un libro fotografico, una raccolta di polaroid, una playlist su Spotify, questo libro racchiude attimi di vita quotidiana. L'amore è lo sfondo di ogni momento, felice o triste che sia. La confusione del titolo è quella che si prova quando si è giovani, liberi e innamorati, quando ti senti immortale, quando non sai cosa stia succedendo ma decidi di starci dentro e vivere. Questo libro è un inno alla bellezza del quotidiano in ogni sua forma. Ma, più di ogni altra cosa, questo libro è un invito a innamorarsi di tutto." -
Ricomincio da uno
Le poesie sono piccole storie quotidiane che provano a raccontare emozioni. Così, anche la pizzeria sotto casa diventa un set per restituire alla realtà un po' di magia. Storie di ragazzi che si intrecciano per le stradine di Bologna, storie di lampioni nei giardini, di primavere e inverni, di termosifoni con i calzetti lasciati ad asciugare sopra, storie che prendono e perdono treni, che volano a Parigi a NYC a Barcellona o restano immobili sulle seggiole di una sala d'aspetto ad aspettare poi chissà che. ""Ricomincio da uno"""" è un libro di poesie da leggere con gli occhi, con il naso, con i capelli, con le mani, con le labbra, ma soprattutto con il cuore."" -
Raccolta differenziata
«La cosa che mi colpì di più la prima volta che vidi Davide esibirsi sul palco e che ancora mi colpisce è l'esplosione di energia che scaturisce dal suo modo fisico di muoversi e di recitare. E questa energia la ritrovo anche nei testi contenuti in questo libro. Ora che finalmente sono solo a casa mia e posso leggerli in piena libertà con la voce che voglio, è un'esperienza forte. Provateci anche voi.» (Guido Catalano) -
Maledetti francesi. Canti ribelli e vite da chansonnier
Maledetti francesi, che con le loro canzoni ci hanno fatto sentire innamorati, cinici, rivoluzionari, esistenzialisti, parigini, maudit… La chanson française ha intrecciato per almeno un secolo, dal 1880 al 1980, musica, poesia, teatro, jazz, politica, cinema, facendo sognare soprattutto noi italiani, grazie all'irripetibile capacità dei suoi interpreti, gli chansonnier, di trasfondere una nell'altra la vita e la musica. ""Maledetti francesi"""" è un viaggio musicale che presenta in tutta la sua dirompente modernità la chanson dai precursori realisti (Aristide Bruant e Yvette Guilbert) alle rockstar Renaud e Johnny Hallyday, passando per autentici miti come Léo Ferré, Boris Vian, Georges Brassens, Jacques Brel, Serge Gainbsourg, Yves Montand, Herbert Pagani – e per le voci senza tempo di Barbara, Juliette Gréco ed Édith Piaf. Da Saint-Germain-des-Prés alle banlieues, la chanson ha portato un messaggio vitale, anarcoide, canagliesco, che forse non esiste più, ma almeno nei dischi (e in questo libro) esce dal romanticismo in cui i tempi l’hanno relegato per rivivere in tutta la sua inarginabile carica umana."" -
La realtà pura
Carlo Gozzini, un economista di cui si fatica a indovinare l'effettiva occupazione, è innamorato di Blandine, una fatua attricetta che gli concede solo crudeltà e umiliazione. Ora Blandine è in manicomio, nella Clinica, e Gozzini scopre di essere pedinato da un misterioso individuo che egli chiama l'Uomo. Gozzini si sente prigioniero: prigioniero di Blandine e dell'Organizzazione criminale, che con ogni probabilità gli ha messo l'Uomo alle calcagna. Intanto osserva con angoscia i movimenti intorno alla Casa, sospetta sede dell'Organizzazione, sull'altra riva del fiume su cui si affaccia la sua abitazione... Quali sono le forze che si oppongono ai nostri desideri, che impediscono alla nostra volontà di determinare il nostro destino? La realtà pura, allegoria di questo impedimento metafisico, tenta non tanto di sciogliere il nodo, ma di mostrarlo nella sua oscura efficacia, mentre stritola l'esistenza dell'inerme economista. Ma ""?la realtà pura?"""" è anche, nella narrazione, metafora della disillusione, del disvelamento della reale situazione del protagonista. Uno choc potentissimo, un bagliore accecante che dissolverà le ombre e gli enigmi da cui Gozzini si sente minacciato."" -
Il bruciacadaveri
Praga, 1938-39. La storia del Novecento marcia a passo forzato verso uno dei suoi momenti più critici: il magniloquente Nuovo Ordine nazista, la guerra imminente, la ""questione ebraica"""", le persecuzioni pianificate, l'invasione dell'Europa. Chi è il signor Kopfrkingl, protagonista di questa storia nera praghese? Un tenero, sdolcinato padre di famiglia, impiegato al crematorio, un uomo che sorride sempre. Sì, in apparenza. Interiormente, invece, è una marionetta dall'animo monodimensionale, dalla volontà larvale, dalla morale astratta e limitata, che vede tutto e tutti come stereotipi. Un uomo intimamente servile per cui il bene è indifferentemente cura e sterminio, felicità e olocausto, la cui idea di paradiso in terra condanna gli altri all'inferno. Lo stile ossessivo e preciso di Fuks sottolinea perfettamente questo aspetto e gli è funzionale. Il bruciacadaveri procede come una partitura con il frequente contrappunto di ripetizioni di nomi e intere espressioni. Lo sguardo alienato e distorto del protagonista, con tracce di macabro divertimento, amalgama un testo di cui si può apprezzare la struttura profonda e la caleidoscopica creatività. Postfazione di Alessandro Catalano."" -
Poesie dal campo di concentramento. Ediz. ceca e italiana
L’ascesa della Germania nazional-socialista non lo colse impreparato, il suo impegno civile contro il dilagare del fascismo si fece caricatura per le testate giornalistiche dell’epoca. Per via del suo orientamento politico venne arrestato nel 1939 e rinchiuso in un lager nazista. Sarà qui che Josef Čapek si affiderà per la prima volta alla poesia. Prima che finisse la guerra, alcuni componimenti riuscirono a raggiungere Praga, per mano di studenti universitari che da Sachsenhausen nel 1943 fecero ritorno nella capitale boema. A questi si aggiunsero le copie delle poesie che alcuni detenuti vicini allo scrittore riportarono in patria dopo la guerra. Il 25 febbraio del 1945 Josef Čapek venne trasportato nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, dove morì, probabilmente a causa dell’epidemia di tifo che decimò i prigionieri rimasti nel lager, pochi giorni prima dell’arrivo delle truppe inglesi. Čapek scrisse la sua ultima poesia ""Prima del grande viaggio“ (""""Před velikou cestou"""") nel campo di concentramento di Sachsenhausen in prossimità dell’ultimo trasporto."" -
Brucio Parigi
"Brucio Parigi"""" è un romanzo futurista che mescola fantascienza, distopia e avanguardia creando un inquietante intreccio che conserva oggi tutta la sua potente visionarietà. In una società in cui le macchine hanno ormai sostituito l’uomo, un operaio alienato avvelena l’acquedotto di Parigi, scatenando nella città apparentemente cosmopolita una lotta per la salvezza che la divide in fazioni che combattono fra loro, mostrando le radici xenofobe e conflittuali della decadente società capitalista." -
La capra di Chagall
È una vicenda simbolica e surreale di un tale, spaventato e perduto per una incognita strada sterrata, mobile e vacillante, infestata da una marea moltissime noiose bestioline. Nel procedere s'imbatte in una singolare capra parlante di nome Giuseppe, sedicente amica del pittore Marc Chagall e di un certo violinista frequentatore di tegole e tetti. La capra diventa la guida e indispensabile compagna di viaggio (come un paradossale Virgilio o l'angelo per Tobiolo) del tale lungo il fascinoso cammino, popolato di apparizioni anche paurose, fino alla tappa finale, una nuvola vuota. Il testo è composto di venti capitoli, in prosa e in versi, come un andante cantabile che accompagna i due viandanti. I passi dei due pellegrini sono illustrati da quindici immagini a china disegnate prima di scrivere i testi, lasciando lavorare, parlare il subconscio dell'autore attraverso il disegno; poi ha scritto i capitoli prendendo spunto o ""ispirazione"""" dai sogni/segni stessi, dalle figure che aveva disegnato. Un sistema di lavoro quasi magico, concentrato in uno stato di quasi totale abbandono."" -
L'imperatore di Atlantide di Viktor Ullmann e Petr Kien. Testo tedesco a fronte
L’imperatore di Atlantide è una breve opera lirica composta da Viktor Ullmann e Petr Kien nel 1943-44, mentre erano prigionieri del ghetto di Terezín. Si trattava di un ghetto “modello”, abbellito in occasione dell’ispezione della Croce Rossa Internazionale del 1944 per ingannare la delegazione sulle condizioni degli ebrei nel Reich. Una vera e propria “messa in scena” nel consueto stile perfidamente beffardo dei nazisti, in cui gli i prigionieri, quasi tutti intellettuali e artisti, venivano costretti a fingere una vita normale tra caffè, concerti, teatri, scuole e biblioteche, prima di essere caricati su una tradotta e portati ad Auschwitz. L’opera è tuttavia un vero e proprio atto di resistenza. Ullmann e Kien reinterpretarono infatti un mito caro ai nazisti, quello di Atlantide, paradiso perduto della purezza ariana, inscenandone profeticamente il crollo e la sconfitta. In questo volume – che presenta il testo del libretto in traduzione con l’originale tedesco a fronte –, Enrico Pastore racconta la storia dei due autori, illustra il contesto del ghetto di Terezín e analizza il valore artistico dell’opera, mentre a Marida Rizzuti è invece affidata l’analisi della partitura. -
Mazzarrona
Le piste alle tre del pomeriggio, la scuola e le ragazze, le spade, le baracche. Il ballo inaspettato. Massimo mi ami? L'attesa di parole, parole troppo lunghe, il sicomoro a Mazzarrona. La divisa delle case, quella vita un po' più vera. L'eroina che la accende e si consuma. Quando mi amerai? Romina è donna vera a Mazzarrona, ma ha pochi anni come Ilaria, l'amica della scuola. Tra loro due c'è lei, la voce del romanzo: Buzzati e Pratolini come sogni nel degrado e rivolta nella scuola, dove il professore che imbastisce questo corpo adolescente vale molto, perché sa dedicarsi al di là dell'offerta formativa. Mazzarrona è la sua assenza anni Novanta, e personaggi incandescenti: supernove sempiterne. La vita che persiste nella morte reiterata. -
Uno di noi
Quattro amici di vecchia data, alla fine di una partita di calcetto, decidono di dare fuoco a una baraccopoli. Lo fanno così, senza una ragiona precisa, spinti dall'euforia del momento. Purtroppo, il loro gesto si trasformerà in tragedia. Il drammatico evento lascia su tutti i personaggi coinvolti tracce indelebili, ""Uno di noi"""" ne è il resoconto, senza escludere nessuno, né le vittime, né i carnefici. È un libro duro, fatto di rabbia, di odio, di frustrazione. Parla di padri minuscoli, delle loro colpe, del loro inutile pentimento. Parla del ventre molle del Paese, della sua inesorabile deriva forcaiola. Parla dell'impossibilità del perdono. E poi c'è la scrittura, che divora ogni cosa, trasformandola in letteratura."" -
Non serve nascondersi
Quattordici racconti in cui amore e morte si rincorrono, in cui la vita fluisce con forza e le emozioni travolgono i protagonisti, spesso regalando un finale sorprendente. ""Non serve nascondersi"""" è dedicato a tutti coloro che si sentono in qualche modo “diversi”, perché ciascun racconto è la storia di una diversità e svela per noi il suo tesoro di dilemmi, esperienza e umanità. Storie forti, in cui i protagonisti si mostrano nudi, spesso soli di fronte al loro destino, perché non serve nascondersi, perché la vita, o prima o poi, ci trova sempre."" -
Pontescuro
Candidato al Premio Strega 2019C'era una volta, nella bassa padana, un pontescuro costruito con pietre, sangue e nebbia, in mezzo al vuoto dei campi. Intorno al ponte, sulle due rive che annoda, sono sorti poi un castello, dove abitano da sempre i padroni, e un villaggio, Pontescuro, dove abita da sempre la malora. Ovunque intorno, la nebbia, antica e onnisciente. Nel 1922, anno di marce e violenza, la bellissima Dafne Casadio, la figlia del padrone, viene trovata morta con un nastro rosso intorno al collo. La nebbia, il fiume, la ghiandaia, la blatta sanno chi è stato a stringere quel nastro rosso fino al buio; ma di tutte le anime che vivono a Pontescuro, sarà l'unica innocente a essere accusata del delitto. Pontescuro è il male dove abita l'uomo. Pontescuro è una storia sul male che abita l'uomo. Senza tempo, come la nebbia, senza ragione, come l'assassinio, senza salvezza, forse, se non per chi il male non ha mai abitato. -
Vanilla ice dream. Nuova ediz.
Stati Uniti, 2021. Lo scrittore di viaggi Carter Hollmann torna dopo anni all'estero e trova il suo Paese al punto d'incontro tra distopia e realtà. Il razzismo che conosceva sta diventando qualcosa di sistemico: i neri senza casa, indigenti o comunque incapaci di pagare l'affitto vengono ""?invitati?"""" a trasferirsi in insediamenti """"?protetti?"""". Alcuni fotografi scattano immagini di queste """"?case?"""" per fornire materiale visivo a un videogioco (chiamato The Situation), ma anche per registrare tutte le famiglie di colore. Una di queste fotografe è Meredith, l'ex moglie di colore che divorziò da Carter dopo che questi la colpì in seguito a una lite. Dietro tutto questo ci sono il magnate Mandy Lemmour, l'Fbi e il lato oscuro del Sogno Americano: capitalismo e razzismo che congiurano a un inquietante esperimento di ingegneria sociale. Gli interrogativi personali di Carter Hollmann si inseriscono nella storia dell'America trumpiana, tra la speranza di una riconciliazione con Meredith e la presa di coscienza che è necessario un atto deliberato di resistenza per superare le pulsioni razziste di una società."" -
Amore, cinismo e technicolor
Due giovani autrici. Un libro a quattro mani: due scrivono, due disegnano. Una Storia. Illustrazioni asciutte ed essenziali, perché oltre alle linee non c'è altro da vedere. Una serie di racconti scritti in post-sbronza sul telefono, quando l'alcol ti abbandona e vieni imbevuto dai ricordi, da playlist di Spotify fatte male, dall'amarsi male. Amore perché l'amore è sempre l'amore, anche quando non ci incontriamo più l'amore resta, il cinismo per vedere in maniera laterale il dolore, il technicolor come i film Disney, dove alla fine c'è il lieto fine. L'autoritratto di una generazione che non conosciamo.