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Lussuria. I sette peccati capitali. Percorso psicoantropologico
La lussuria ha molte facce. È un peccato capitale, un'insidia per l'uomo e per la donna che, senza vincoli formali, si abbandonano ai piaceri carnali. Un desiderio, un ""sentimento di ricerca ... di ciò che è piacevole"""". Un sentimento """"ossessivo"""", indotto da """"impulso, idea o pensiero ricorrenti che si impongono in modo incoercibile alla coscienza"""", come afferma Luciano Mecacci. La forza che si esprime attraverso la sessualità, laddove irrefrenabile, evoca l'""""oscura energia"""" che anima i viventi e che si ritrova rappresentata nelle prime forme di divinità antropomorfe del Mediterraneo e dell'Eurasia, le Grandi Dee: una figura femminile la cui immagine, spesso di grandi dimensioni, compare, tra 30.000 e 19.000 anni avanti l'Era volgare, in una fascia territoriale che spazia dalla Liguria al mar Caspio. Jung ha sottolineato il carattere ambivalente della Grande Dea illustrando """"le caratteristiche essenziali"""" del relativo """"archetipo"""", le cui """"proprietà sono"""", appunto, """"il materno: la magica autorità del femminile, la saggezza e l'elevatezza spirituale che trascende i limiti dell'intelletto."" -
L' ingegno di Darwin. Nuova ediz.
L'ingegno del Darwin è uno dei più completi, dei più alti e dei più complessi ch'io abbia veduto, e il contemplare e l'ammirare un grande ingegno e lo sprofondarvisi dentro, quasi si volesse sentirne ogni palpito, riscaldarsi col suo sangue, palparne vive tutte le multiformi energie, è una delle massime voluttà che siano concesse al bipede implume nel suo rapido passaggio sulla terra. L'ingegno del Darwin è tanto complesso, è tanto incontentabile, da darci a primo colpo d'occhio le vertigini, con quel suo andare e venire e ritornare e raggirarsi ben entro al labirinto delle cose. Sommario 9 Commemorazione di Carlo Darwin celebrata nel Regio Istituto di Studi Superiori in Firenze 45 Carlo Darwin e il suo ultimo libro. -
La penna di Florence Nightingale (Firenze 1820-Londra 1910). Aforismi e riflessioni della fondatrice dell'Infermieristica moderna
Attraverso le parole di Florence Nightingale, recuperate dalle sue pubblicazioni e dalle sue lettere, condivise in questa raccolta di aforismi, gli autori intendono rinnovare il suo messaggio e offrire uno spunto di riflessione, soprattutto a chi si confronta con la quotidianità della professione di infermiera e di infermiere. Per cogliere pienamente la portata del messaggio di Florence Nightingale, è necessario inquadrarlo nel contesto della medicina e della sanità dell'Ottocento, il secolo in cui si svolge gran parte della sua vita ""attiva"""" e che vede profonde e radicali trasformazioni non solo nel sapere medico e chirurgico, ma anche nell'organizzazione ospedaliera e assistenziale. Nel 2020 ricorre il bicentenario della nascita di una donna, che ha profondamente influenzato la storia dell'assistenza moderna. Nata a Firenze nel 1820, riuscì a vincere le resistenze familiari e a formarsi come Infermiera. Il suo operato, innovativo per l'epoca, straordinario per una donna di quell'epoca, ha determinato una svolta fondamentale nella storia della formazione infermieristica."" -
La Fratellanza Artigiana «Giuseppe Garibaldi». La storia non inizia da domani. Tempio della democrazia livornese
"Non è un libro di Storia, è scritto da una persona di parte, convinta che la coerenza sia una grande virtù. Questa ricerca vuol essere propedeutica a studi più scientifici. Ripercorre le vicende del più vecchio Sodalizio laico della città di Livorno, consultando quanto è rimasto dell'archivio, residuato dalla requisizione del 1926, le carte custodite nella Biblioteca Labronica, alcuni fondi privati e i quotidiani livornesi. L'unica aspirazione che muove quanto pubblicato è conservare e ordinare le memorie, raccolte in parte nell'oltre mezzo secolo di appartenenza al G.O.I. e in comunione con molti dei fratelli che vengono ricordati in queste pagine""""." -
Verso l'invisibile. Frammenti di avventure spirituali
"In questa raccolta di saggi l'autore tratta disparati temi dal punto di vista delle loro implicazioni e suggestioni, storiche, culturali: dai grandi temi della Tradizione alle minute realtà della vita quotidiana viene presentata una riflessione che, in quanto volta alla ricerca di ciò che rimane sotto traccia, riesce ad accomunare le varie analisi. L'afflato dell'uomo verso tutto ciò che trascende e trasfigura la mera materialità è evidenziato e presentato con levità e naturalezza, ma sempre con precisi e puntuali riferimenti, confortati dall'accesso diretto alle fonti, spesso impervio ed indaginoso. Il tema di ogni saggio è sempre l'approfondimento, l'esplorazione critica e l'osservazione del senso di ciò che l'argomento propone, nell'ottica di un lavoro mai veramente compiuto, ma sempre in progresso, in evoluzione, in avanzamento. è una ricerca in cammino, che in tutto trova dignità di contenuto e perciò non esclude alcun aspetto dell'umano vissuto, rintracciando spunti di approfondimento in ogni lacerto dell'esistenza reale""""." -
Diritto di cittadinanza, cittadinanza di diritto. Diritti-Doveri e libertà
L'obiettivo del volume è quello di mettere a fuoco, da prospettive culturali diverse e al di là dei pregiudiziali schieramenti politici, la centralità di una questione, il diritto di cittadinanza, oggi ritenuta, in Italia e in Europa, di portata strategica per la vita sociale, culturale e politica. Da tale diritto deriva inevitabilmente la problematica dell'integrazione, particolarmente evidente al giorno d'oggi, ma, in verità, elemento che affonda le proprie radici in un passato remoto: riuscire a supportare l'integrazione di popoli diversi attraverso un sistema solido di valori costituisce un percorso che richiede molto tempo, di solito calcolato in generazioni. Occorre, infine, inserire tali concetti all'interno di una tematica più concreta, quella dello spazio fisico, spazio in cui esiste una comunità, uno spazio urbano, architettonico: la città, che deve essere governata, gestita e modificata per permettere alle persone che la abitano di condividere uno stesso luogo attraverso la partecipazione alla democrazia e trasformare l'azione di governo del territorio in un processo di costruzione della cittadinanza. -
Lo scoppio del carro a Firenze. Storia di un'antica tradizione
Lo Scoppio del Carro è un evento quasi millenario, che racchiude in sé fede, leggenda, tradizione e bellezza, e che ogni anno, nel giorno di Pasqua, sorprende chiunque abbia la fortuna di poterlo ammirare. Nel giorno della resurrezione di Cristo, un carro pluricentenario carico di fuochi artificiali e petardi raduna in piazza del Duomo una immensa folla di fiorentini e turisti, che si accalcano e si lasciano rapire dal tripudio di festa che si sprigiona dal Brindellone. Questa guida, semplice e dettagliata, cerca di svelare i più reconditi segreti del mistero di una cerimonia tanto antica ma dal fascino inalterato, che nasce nella notte dei tempi, ma che ogni anno si rivela nel suo magico splendore. -
Futurismo e architettura
"Noi dobbiamo inventare e rifabbricare la città futurista simile ad un immenso cantiere tumultuante, agile, mobile, dinamico in ogni sua parte, e la casa futurista simile ad una macchina gigantesca. Gli ascensori non debbono rincantucciarsi come vermi solitari nei vani delle scale; ma le scale, divenute inutili, debbono essere abolite e gli ascensori debbono inerpicarsi, come serpenti di ferro e di vetro, lungo le facciate. La casa di cemento, di vetro, di ferro senza pittura e senza scultura, ricca soltanto della bellezza congenita alle sue linee e ai suoi rilievi, straordinariamente brutta nella sua meccanica semplicità, alta e larga quanto più è necessario, e non quanto è prescritto dalla legge municipale, deve sorgere sull'orlo di un abisso tumultuante: la strada, la quale non si stenderà più come un soppedaneo a livello delle portinerie, ma si sprofonderà nella terra per parecchi piani, che accoglieranno il traffico metropolitano e saranno congiunti, per i transiti necessari, da passerelle metalliche e da velocissimi tapis roulants"""". (dal Manifesto dell'architettura futurista firmato da Antonio Sant'Elia)" -
L'Etna di Pier Paolo Pasolini. Nuova ediz.
Pier Paolo Pasolini ebbe un rapporto del tutto speciale con il Meridione italiano, con la Basilicata e la Sicilia, in modo particolare. Cercava la purezza di sentimenti nei paesaggi arcaici dei Sassi di Matera e nei deserti lavici sulle pendici dell'Etna, cercava anime limpide nelle facce di uomini e donne meridionali, contadini e pastori vaganti nelle terre della solitudine, dei silenzi e dei miti più antichi. Alcuni dei suoi film hanno come protagonista il paesaggio dell'Etna, vulcano capace di allestire grandi spettacoli pirotecnici nei quali recita sempre la parte del protagonista. Poco prima di morire, Pier Paolo Pasolini sostenne che alla fine degli anni Sessanta, l'Italia era andata incontro a un cambiamento drammatico. Vedeva realizzarsi quello che aveva a lungo temuto, il trionfo dell'irrealtà della cultura di massa. L'esaltazione della gente antica, arcaica, che incontrava nelle sue Indie, le borgate romane, l'Africa nera, il Meridione d'Italia, non era stata altro che una sua idealizzazione. La sua abiura della modernità e del consumismo è ideologica e non culturale, come culturale è stata la sua rappresentazione del paesaggio dell'Etna. -
Sub anulo piscatoris. Un registro e una comunità ebraica nella Roma dei papi (secoli XVI-XVIII)
La documentazione archivistica rappresenta la memoria storica, la traccia fisica, il residuo materiale delle attività quotidiane di chi l'ha prodotta. Il registro 1H7 dell'ASCER restituisce un'immagine vivida della vita della comunità ebraica a Roma tra Cinquecento e Settecento: norme, processi, memoriali, concorrono a ricostruire agli occhi del lettore uno spaccato, realistico seppur parziale, di una città e di un periodo storico di cui la minoranza ebraica fu una componente essenziale, che seppe rivendicare la propria convinta alterità in età moderna. I documenti qui analizzati e parzialmente trascritti testimoniano da una parte la necessità del governo cittadino di governare i rapporti quotidiani, talvolta anche conflittuali, tra cristiani ed ebrei nelle vie e nelle piazze della capitale dello Stato della Chiesa; dall'altra, lasciano intravedere costumi, bisogni, sconfitte e vittorie di un gruppo che ha saputo difendere il proprio ruolo nella società, nonostante questo fosse spesso messo in discussione. -
Francesco Burlamacchi. L'avversione ad ogni forma di tirannia
Francesco Burlamacchi, di antica famiglia patrizia, mercante, banchiere, potente uomo di governo, che ha a che fare con re, papi e imperatori, ad un certo punto lascia tutto questo per seguire un'altra strada... Con Burlamacchi viaggiamo per mare e per terra, per boschi e foreste, testimoni di storici colloqui e di terrificanti spettacoli. Intanto che tesse la Trama, e più chiaro si fa il Disegno, attraversiamo fiumi, lagune e calli veneziane, ci inebriamo di misteri. Con i suoi occhi miriamo l'arte che parla allo spirito con simboli esoterici; entriamo nelle sale della tortura e in quelle del Potere, nei meandri dei pensieri dei politici, e sentimenti nascosti vengono alla luce: paura, umiliazione, senso di fallimento, rivalsa, sete di vendetta... Con Burlamacchi si fa nostro l'anelito di libertà degli oppressi, nostra, la sua pena per gli indifesi, l'avversione verso ogni forma di tirannia. Dentro a un quadro storico tanto variegato, seguendo le tappe di una crescita personale, giunta l'ora, viene svelato il segreto Disegno, gravido di conseguenze nei secoli a venire, per la storia d'Italia e d'Europa. -
La Romagna a Firenze. Storie di famiglia e 60 ricette dedicate a Pellegrino Artusi
Pellegrino Artusi nasceva a Forlimpopoli, in Romagna, nel 1820: si trasferì poi a Firenze, dove pubblicò, per i tipi dell'Editore Landi, nel 1891, La Scienza in Cucina e l'Arte di mangiar bene, per garantire un'alimentazione sana e razionale alla popolazione dell'Italia unita. Artusi, nonostante gli anni vissuti in Toscana, rimase sempre legato alla sua Terra e questo legame è un tratto caratteristico della gente di Romagna, ancora oggi. Dopo Pellegrino Artusi, fu, infatti, la volta di tante altre famiglie, che decisero di vivere a Firenze, senza mai riuscire a spezzare il cordone ombelicale con la Romagna, dove hanno mantenuto casa, rapporti, legami. Questa pubblicazione vuol essere un omaggio alla memoria di Pellegrino Artusi: a 200 anni dalla sua nascita, i romagnoli che vivono a Firenze dedicano alla sua memoria le storie delle loro famiglie e alcune ricette di casa, che conservano, anche al di qua dell'Appennino, il gusto pieno e appagante del ricordo, stemperato nel sapore acre e pungente della nostalgia. -
Fabrizio Padula e Villa delle Fate. Frammenti di un sogno
«Noi abbiamo sogni; non è forse tutta la vita un sogno?»: queste parole di Arthur Schopenhauer costituiscono l'emblema del percorso esistenziale di Fabrizio Padula e distillano le chiavi di lettura del libro. Chirurgo e docente universitario, Padula realizza a Napoli, «mirifico Venetorum stilo», Villa delle Fate che sublima incontri, traguardi professionali ed esigenze pratiche in un'onirica dimensione incantata, rorida di ricordi e passioni, cesellata fra trafori gotici e capricci moreschi. Analoga la struttura del libro: al testo è affidata l'armonia fantastica suscitata dall'impatto con un complesso architettonico dissonante e spaesante, alle note l'approfondimento della biografia di Padula, l'individuazione delle motivazioni alla base del progetto di Villa delle Fate, stralci di dibattito critico. -
Ante-post-vitam. Tecniche di accompagnamento alla persona malata e superamento del lutto
Il testo ""Ante-post-vitam"""" nasce come una raccolta di riflessioni, ma soprattutto di tecniche comunicative, acquisite dall'autore nel corso della sua esperienza professionale a fianco di persone gravemente malate e delle loro famiglie, per fronteggiare l'enorme complessità dei bisogni vissuti dai pazienti, che rischia di tradursi in un senso di impotente e frustrante impreparazione in chi assiste, sia in qualità di familiare, sia in qualità di operatore sanitario. In un contesto in cui viene percepita ancora di più la natura effimera e fuggevole della vita, è essenziale saper attribuire il giusto peso e il giusto significato alle parole trasmesse e condivise con chi ci sta di fronte, in modo tale che la comunicazione possa divenire espressione di vicinanza e possa essere impiegata come strumento di cura a tutti gli effetti."" -
Il medico fiorentino Bernardo Torni (1452-1497) e gli usi alimentari nella Firenze dei Medici
Lo stile di vita dei Fiorentini costituisce l'oggetto di questo libro in cui sono esaminati due manoscritti, unici esemplari, in latino di Bernardo Torni, filosofo e medico (Firenze, 1452-Prato, 1497). Vengono delineati il quadro della medicina coeva, la biografia, il pensiero e il rapporto con la famiglia Medici. L'analisi di Torni delle caratteristiche dei cibi, l'approvazione o meno di certi consumi alimentari dei Fiorentini, offrono uno spaccato delle abitudini culinarie della città, un apporto originale in cui le note mediche fanno da contrappunto a quelle gastronomiche. Gli autori contribuiscono a un'ulteriore conoscenza della cultura gastronomica di Firenze e, soprattutto, a quella di un medico fiorentino attento ai costumi dei suoi concittadini. Introduzione di Donatella Lippi. -
Verso un Laocoonte modernista. Temi, immagini e contesti del Laocoonte di Clement Greenberg
Con il saggio ""Verso un più nuovo Laocoonte"""", apparso nel 1940 sulle pagine della «Partisan Review», Clement Greenberg pone le basi di un discorso critico che troverà nel formalismo la sua chiave di volta. Benché molto nota, soprattutto per il suo valore fondativo di un'estetica modernista, l'opera non ha tuttavia ricevuto l'attenzione che meritava ed è stata per lo più considerata come un momento di transizione nel percorso teorico del critico statunitense. Attraverso il confronto con la ricca corrispondenza con Harold Lazarus e l'analisi del fondo documentario dell'archivio Greenberg, il presente saggio ne ripropone un'attenta rilettura che parte da una ricostruzione complessiva dei fondamentali anni di formazione del giovane critico: dall'esperienza politica maturata a contatto con gli ambienti intellettuali del Greenwich Village, al nascente interesse per la pittura astratta, fino alla svolta che lo avvicina al trockismo della redazione della «Partisan Review». Grazie ad un approccio che accosta il rigore della filologia alle risorse metodologiche della critica genetica, il laboratorio del pensiero greenberghiano appare qui in tutta la sua complessità."" -
Pinocchio Fiorentino. Mali antichi e antichi rimedi
Il successo globale (nel tempo e nello spazio) del libro ha fatto di Pinocchio un carattere discusso e analizzato da una serie infinita di punti di vista, con la partecipazione di letterati, storici, filosofi, psicologi, geografi, politici, esoteristi e... non bastano molte paia di scarpe per seguire tutte le strade che Pinocchio ha percorso nel mondo a partire da un quartiere periferico di Firenze. Il fatto è che, evidentemente, esisteva una tradizione ben radicata, che è molto più di una chiacchiera o di una leggenda e che vuole il burattino nato e cresciuto in un ben determinato contesto: a Castello, appunto, ora nel comune di Firenze ma all'epoca stazione di posta intermedia tra il capoluogo e Sesto Fiorentino. -
Gentili impossibili finzioni. Dialoghi teatrali di storia della medicina
L'efficacia formativa del teatro e il suo ruolo strategico, come strumento di riflessione, sono dati acquisiti. Se il ""fare teatro"""" è diventato, da tempo, un'esperienza educativa nei percorsi scolastici, numerose iniziative di drammatizzazione sono state attivate, per sperimentare e valutare protocolli di formazione, rivolti anche agli operatori sanitari. Nel quadro delle Medical Humanities, infatti, il teatro può essere strumento terapeutico per alcuni tipi di patologie o strategia per rafforzare la capacità comunicativa dei professionisti. Non solo: il teatro può essere un metodo altro, per informare e formare. In questa serie di dialoghi, i protagonisti sono personaggi della storia della medicina, più o meno noti, che escono dalle pagine dei libri e dalla formula della lezione accademica, per acquistare nuovo spessore e venire ri/scoperti nella loro umanità. Dopo essere stati """"testati"""" sulla scena, quindi, questi dialoghi, preceduti dal loro inquadramento storico, vengono proposti alla curiosità dei lettori, all'attenzione degli interessati e, perché no, alla tentazione ed alla competenza di possibili interpreti."" -
Le Jardin, c'est moi! Luigi XIV, Apollo e il giardino di Versailles
Il nome di Versailles è legato a quello del Re Luigi XIV (1638-1715), mentre i giardini richiamano il nome di André Le Nôtre (1612-1700), artefice dell'organizzazione spaziale intorno alla reggia. Il progetto architettonico che riunisce la Reggia e i Giardini di Versailles è il segno visibile del potere assoluto esercitato per incarico divino e la dimostrazione spettacolare della politica territoriale del Re Sole. Le Nôtre è considerato un artista di rango elevato, uomo di grande spessore culturale e architetto vero, ma l'anima spaziale dei Giardini di Versailles appartiene al Re Sole, che trasformò se stesso in istituzione, impersonando lo Stato, pur coltivando un'immagine di regale rispetto e lealtà verso i sudditi. Luigi XIV ebbe a cuore le sorti della propria famiglia come quelle della Francia e lo volle dimostrare allestendo un grandioso spettacolo di giardinaggio, di apollinea trasformazione estetica della natura. -
Uno sguardo al mondo ebraico dell'Ottocento. Come educare i figli negli anni dell'emancipazione
Le lettere della madre a Costante Carpi, bisnonno di Lionella Neppi Modona, e il carteggio relativo al giovane Alberto Cantoni, curato da Caterina Del Vivo, da tempo studiosa di questa famiglia, danno inizio a questa pubblicazione dedicata ai vari istituti scolastici apertisi in Italia nel XIX° secolo in molte Comunità ebraiche. Partendo dall'Istituto Ravà di Venezia, dove negli anni '50 hanno studiato i giovani Costante e Alberto, con l'ausilio di quanto è stato pubblicato nel periodico ""L'Educatore Israelita"""", Lionella Neppi Modona ci dà un quadro di tutta la situazione italiana soffermandosi infine sulla """"Scuola di Arti e Mestieri"""" della Comunità ebraica fiorentina. Nell'ultima parte le lettere inviate alla famiglia dal fiorentino Leone Ambron, nipote di Costante e laureando in ingegneria a Torino, ci mostrano l'enorme cambiamento sociale avvenuto anche in ambito studentesco nel mondo ebraico italiano in poco più di mezzo secolo.""