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Le guerre di Cosimo I de' Medici, granduca di Toscana. Nuova ediz.
Era il 1537 quando il giovane Cosimo de' Medici, figlio del noto capitano di ventura Giovanni dalle Bande Nere, prese il potere a Firenze quasi per caso. Lo vollero sul trono alcuni ottimati per farne una pedina nei loro giochi di potere, reputandolo niente di più che un timido e schivo rampollo di una illustre stirpe. Nel giro di poco, tuttavia, Cosimo smentì ogni previsione sul suo conto: non solo sopravvisse all'instabilità politica dei primi anni di regno, ma resse saggiamente le sorti di Firenze e della Toscana fino al 1574, anno della morte. Nonostante in storiografia venga spesso taciuto, tanto successo fu possibile anche e soprattutto grazie alla forza delle armi. Appena asceso al trono, infatti, Cosimo dovette affrontare i più acerrimi rivali della dinastia medicea: i fuoriusciti repubblicani guidati da Filippo Strozzi e dal figlio Piero. E a Montemurlo il tragico conflitto civile si concluse con la vittoria delle truppe di Cosimo, finalmente libero di governare. -
Diario inedito (1943-1944)
Della particolare condizione di 'pluriricercato', prima dai fascisti della RSI e poi dal governo ufficiale, nelle ultime parole del diario, Federzoni ne fa quasi un motivo di orgoglio. ""Molto lunga e penosa sarà la 'convalescenza' dell'Italia stremata e sconvolta"""". Ma, quasi prevedendo i lunghi anni di esilio che lo attendono, scrive che altrettanto lunga sarà """"quella di questo povero italiano, che dovrà inevitabilmente scontare, insieme con i propri errori, la disgrazia di essere detestato dagli invasati dell'antifascismo settario non meno che dai malfattori del fascismo estremista: posizione mediana disagevole e pericolosa, ma che potrebbe forse legittimare la sterile illusione di essere stato sempre, sostanzialmente, abbastanza vicino al giusto e al vero"""". Si tratta di una conclusione ovviamente personale e tendenzialmente autoassolutoria, così come lo erano state molte delle ricostruzioni e delle analisi contenute nei 125 capitoli del diario. Una testimonianza certamente di parte, ma allo stesso tempo un contributo importante per lo studio e la comprensione di un capitolo cruciale della nostra storia. Con saggi di Aldo A. Mola e Aldo G. Ricci."" -
L' astronomia degli antichi egiziani
Gli antichi egiziani studiarono per millenni i fenomeni astrali ma, per la loro mentalità, li inserirono nel linguaggio dei miti cosmici, sentito come più pregnante e completo che non quello limitato a nudi elenchi di dati o fatti. Le immagini dell'universo, le raffigurazioni del cielo, le metodologie, le regole e le strumentazioni messe a punto dagli egizi vennero inizialmente trascurate dalle scienze e relegate nel campo degli studi umanistici, fra i materiali riguardanti la religiosità primitiva se non addirittura il folclore. Oggi, grazie alla comprensione dei numerosissimi testi originali, abbiamo interpretato almeno in parte molti dei miti astrali che accompagnarono quella civiltà plurimillenaria, e possediamo gli strumenti idonei per delineare un quadro abbastanza coerente dell'astronomia egizia. -
Napoleone Bonaparte. Trono e altare 1801
Il compito del libro è quello di esaminare in particolare le vicende del Concordato del 1801, non trascurando la genesi di esso nell'operato di quegli uomini che vi posero mente. Per tale scopo ci siamo avvalsi di alcune indagini sulle fonti e siamo, perciò, pronti, come in un ""processo"""", a far parlare la vasta documentazione, gli indizi, le """"memorie"""" delle parti in causa, i """"testi processuali"""". Compito arduo è essere il più oggettivi possibile, non essendo privi dei nostri vissuti. Tanto più difficile, se riflettiamo quali imputati abbiamo di fronte: dei miti, di cui ancora ne avvertiamo lo scuotere della """"catena ininterrotta"""" che da essi a noi conduce. Miti cui la storia generosamente fabbrica a dismisura e l'opportunismo umano ne cambia il segno: da positivo in negativo e viceversa. Napoleone ne è in questo il più tipico emblema in quanto mito, positivo o negativo fin da quand'egli viveva. Napoleone generale giacobino e montagnardo, duce feroce e sanguinario: uomo dall'orgoglio formalistico da parvenu che ha sempre un addentellato con la crassa ignoranza della storia e delle sue esigenze, tiranno che uccise le speranze di libertà di intere Nazioni."" -
In the English garden of the Royal Palace of Caserta. History, structure, symbolism
Scoprire come un giardino che sembra naturale è invece opera dell'Uomo, diventa avventura letteraria, botanica, storica, simbolica: il Giardiniere Graefer, l'Architetto Vanvitelli, il Re Ferdinando IV, la Regina Maria Carolina, il Principe di Sansevero, l'ambasciatore Sir Hamilton, il botanico Sir Banks, Il Consigliere del Re Bernardo Tanucci, tutti attori influenti sulla realizzazione del Giardino Inglese della Reggia di Caserta... -
Il battistero di San Giovanni, un enigma fiorentino. Studi, leggende e verità da Dante a Ken Follett
Benché il battistero di San Giovanni sia stato ampiamente e autorevolmente studiato sotto ogni aspetto, le sue origini restano oscure, e anzi se ne discute da secoli con gli studiosi ancora oggi divisi tra chi lo crede antico e chi medievale. Così, non essendo stato possibile riferirlo con sicurezza a un preciso contesto storico, il ""bel San Giovanni"""" tanto amato da Dante non ha trovato una collocazione certa nei testi di storia, e non è nemmeno chiaro quale ruolo abbia avuto nella formazione della civiltà artistica fiorentina. Questo libro cerca di dare una risposta all'annoso problema attraverso documenti, ricerche e l'interrogazione dell'architettura. Una sintetica analisi che offre una chiave per risolvere l'annoso enigma delle origini del Battistero fiorentino. Monumento romanico oppure paleocristiano, o magari bizantino o longobardo; forme pienamente classiche ma su strutture quasi gotiche; modello ideale di perfetta unità ma probabilmente trasformato nei secoli; principio del romanico toscano o forse sua conclusione; battistero, oppure, chissà, """"Tempio di Marte""""?"" -
Raccolta di 700 storielle di umorismo ebraico
"Ciò che è trasmesso è il modo di ridere degli ebrei ma direi, in senso più lato, il nostro modo di essere; la capacità di sorridere sulle disgrazie, un superamento delle paure, la capacità di esserci e di sopravvivere alle difficoltà. Selezionare un cospicuo numero di storielle (sono 700) disegna, almeno credo, un puzzle, dove la narrazione variegata delle vicende ebraiche, viene a tessere in qualche modo, una testimonianza storica. Le storielle raccontano, infatti, ciò che siamo e cosa siamo stati. In un periodo dove l'antisemitismo si riaffaccia in modo preoccupante in Europa, credo che testimoniare la fiducia ebraica nella vita, non a caso il nostro brindisi è «L'Chaim» (Alla vita), la nostra fantasia, la nostra inventiva, la nostra capacità di adattamento e sopravvivenza sia un modo di affermare chi siamo realmente, oltre ogni pregiudizio e diceria. Queste caratteristiche non appartengono solo agli ebrei, mi guardo bene da fare un'affermazione presuntuosa in tal senso, dico solo che le circostanze della vita e della storia hanno fatto si che, talvolta, alcuni tratti negli ebrei si sviluppassero di più""""." -
Racconti del mio giardino
Un nuovo libro di giardinaggio anzi nuovissimo nell'anima che lo ha ideato. Racconta come in una guida amorevole le esperienze ed i sentimenti vissuti dall'autore e da sua moglie, dall'ideazione alla realizzazione ed alla cura del giardino per circa 25 anni, un tempo abbastanza lungo per realizzare molti traguardi. Leggero il linguaggio botanico, ma tante le esperienze agrarie raccontate, di grande utilità per chi vuole incamminarsi in questa sfida. Introduzione di Mariella Zoppi. -
Cinema e architettura
Da una serie di esperienze al confine fra cinema e architettura, si nota il crescente interesse di figure professionali legate al progetto - designer, architetti, urbanisti - al cinema come fonte. Si tratta di un rinnovato stupore per la composita ricchezza dell'opera film quale luogo di svelamento dell'abitare: un riconoscimento fatale, in grado di superare la soglia del dicibile-disegnabile per attingere a inusitate prospettive fenomenologiche. L'operazione compiuta dal film sull'architettura riguarda allora un processo di restauro, un momento di riconoscimento, in una doppia polarità, storica ed estetica. Ricreata ogni volta che viene sperimentata esteticamente, l'onnipolitaneità dell'appartenenza spettatoriale sfida l'interpretazione canonica dell'architettura, sottraendo all'oblio e alla dimenticanza i resti del passato (della modernità): emersa 'a nuova luce' col processo della messa in film, l'architettura sveste l'alone semantico della sua stessa esistenza mitica, l'insieme delle appartenenze ideali, i mondi possibili arredati dal benevolo contratto di 'verità' dell'ideologia funzionalista. -
La gola. I sette peccati capitali. Percorso psicoantropologico
Ad oggi la gola, come espressione di picchi e valli del consumo di alimenti, può assumere la connotazione di un disturbo del comportamento, e non più solo quella del peccato capitale. La bulimia e l'anoressia, due facce della stessa medaglia, sono entrambe patologie gravi sempre più diffuse tra gli adolescenti e i giovani adulti. L'adozione di pratiche ossessive ed inconsulte, come le abbuffate e i comportamenti compensatori, accosterebbero la bulimia alla tossicomania, al bisogno impellente di trovare un rimedio ad un vuoto non altrimenti gestibile né tantomeno mentalizzabile. È questo il dettame del vissuto tossicomane: un'interruzione, una lacerazione dentro. Un buco da riempire in assenza di uno scopo e che fornisca, nella gioia drogastica dell'atto, il significato di un tempo ormai perduto. ""Assieme alla lussuria"""" dice Cesare Marchi, """"la gola è il vizio più confessabile. Nessuno si vanterà pubblicamente di essere invidioso, avaro, tracotante, iracondo, negligente. Ma nessuno si vergognerà di dire che va matto per le profiteroles""""."" -
I segreti di Cosimo I de' Medici
Cosimo I, appassionato cultore di scienze ermetiche, raccoglierà l'eredità del pensiero laurenziano intrecciando antiche allegorie con il mito di una nascente età dell'Oro. In Cosimo la passione dei suoi predecessori per l'ermetismo sembra focalizzarsi soprattutto sulla scienza alchemica. Agli inizi del XVI secolo Cosimo I de' Medici, nell'ottica di consolidamento del potere e insieme di celebrazione della dinastia medicea promuoverà le arti e in particolare l'architettura che riceveranno nuova linfa simbolica. -
Notizie e stemmi delle antiche famiglie fiorentine
Leggere questo libro è come ""fare un ritorno al passato"""" in quanto riporta alla memoria quel periodo storico detto Medioevo in cui nacquero per necessità politiche quegli """"orpelli"""" che furono gli stemmi, i quali svolsero un'importante funzione: quella di dimostrare visivamente a tutti l'identità e la potenza delle più illustri Famiglie dell'epoca. L'argomento può sembrare, a prima vista, un'ostentazione sterile di erudizione mentre dallo studio e dalla ricerca degli stemmi, possiamo acquisire tante informazioni storiche su quelle famiglie e sulle loro """"imprese""""."" -
La cura tra individualismo e personalismo. Consenso informato e disposizioni anticipate di trattamento dopo la Legge 219/2017
L'obiettivo della ""cura su misura"""" deve superare l'astrattezza della legge e quindi l'omogeneità dei trattamenti, senza peraltro risolversi in un individualismo asociale privo di limiti. Deve in questo modo temperare le difficoltà che nascono dall'assegnare al diritto - attraverso una scelta del legislatore discutibile ma inevitabile, come conclude giustamente l'Autore - il compito di regolamentare i rapporti fra paziente e medico: con il rischio di sottrarre questi ultimi all'ambito deontologico sotto molteplici aspetti, sino a giungere alla """"medicina di routine"""" o a quella """"difensiva"""". Il tema di questo libro è il dibattito sul diritto di morire o sull'obbligo di vivere della persona, anche quando le condizioni della vita siano o appaiano ad essa intollerabili e tali da farle preferire la morte. È un percorso scandito da diversi momenti e segnato da troppi e persistenti scontri ideologici, religiosi, culturali, politici e giuridici."" -
Abbiamo fatto cose da pazzi. Lamberto Pignotti e la Marucelliana
Il volume propone una selezione dei documenti più significativi del Fondo Pignotti, a illustrarne la varietà dei materiali ma anche la stretta connessione con le collezioni marucelliane e, in generale, con l'editoria fiorentina della seconda metà del secolo scorso. I manoscritti e i dattiloscritti riferibili all'attività critica di Pignotti sulla Poesia Tecnologica e sulla Poesia Visiva sono accostati ai fascicoli delle riviste in cui videro le stampe, mentre i libri d'artista, realizzati tra il 1975 e il 1977, sono accompagnati dal loro corredo promozionale o da testimonianze documentarie della loro elaborazione. Molti sono i materiali ""minori"""", spesso unica testimonianza di mostre, eventi e performance del Gruppo 70. È poi proposto un excursus cronologico che ripercorre l'attività letteraria di Pignotti tra anni Cinquanta e Sessanta, fino alle soglie del Sessantotto, quando l'artista abbandona Firenze e si trasferisce a Roma, e una selezione di opere dalle serie dei Francobolli e dagli interventi sulle fotografie dei quotidiani, sperimentazioni successive ma che recano ancora forte il legame con queste prime esperienze fiorentine."" -
Tra arte e utopia. Le riviste costruttiviste «Vesc'/Objet/Gegenstand» e «7 Arts» nell'Europa degli anni Venti
All'indomani della prima guerra mondiale, molti artisti e intellettuali, mossi dalla volontà di creare un linguaggio internazionale e di contribuire alla riconfigurazione della quotidianità attraverso il concorso di tutte le arti, si dedicarono alla pubblicazione di riviste che veicolavano i principi di una nuova corrente progressista. Il presente volume intende approfondire la vicenda editoriale di alcuni di questi periodici, mettendo in luce significative e finora inesplorate connessioni all'interno della variegata realtà del Costruttivismo. L'analisi dei contributi e della veste grafica di «Vesc'/Objet/Gegenstand» e «7 Arts», supportata dal recupero di documenti d'archivio, lascia infatti emergere temi e motivi condivisi, seppur declinati in maniera originale dalle diverse compagini redazionali. Entrambe fondate nel 1922, le due riviste si contraddistinsero per la difesa della dimensione collettiva della creazione artistica, la fiducia nella moderna produzione seriale e la promozione del valore sociale dell'arte: principi estetici dalla profonda matrice ideologica, che inducono ad una rilettura dei complessi rapporti tra Est e Ovest nell'Europa degli anni Venti. -
Firenze. Giardini, parchi, ville e piazze. Ediz. illustrata
Molti sono gli scritti che raccontano la storia di Firenze attraverso le sue architetture, meno frequenti sono quelli che propongono la conoscenza della città partendo dalla descrizione dei suoi giardini, delle sue piazze alberate e dei suoi parchi. Firenze è ricca di verde: nella città antica si incunea fra i palazzi, appare romanticamente dietro mura di pietra e si mostra nelle forme auree del Rinascimento, ma non meno notevole è la magniloquenza borghese nelle espansioni ottocentesche con le piazze alberate, con il grande parco delle Cascine e le dolci curve del Viale dei Colli, progettate e realizzate per dare un'adeguata cornice alla capitale del regno d'Italia. E poi, ci sono le colline punteggiate di ville in cui per secoli hanno preso forma i desideri dei Signori di Firenze dai Medici ai Lorena o si sono materializzati i sogni degli ""inglesi"""". Il libro tratteggia immagini di parchi e giardini pubblici e privati, muovendosi fra luoghi e persone, fra artisti e proprietari, nel tentativo di fornire un itinerario culturale gradevole da percorrere e di illustrare la varietà dei tipi e degli stili che compongono la complessità del sistema del verde di Firenze e delle sue colline."" -
Nel segno di Cosimo. Viaggio intorno all'uomo che divenne primo Granduca di Toscana
Un anno particolarmente significativo questo 2019, durante il quale Firenze ha voluto celebrare, con numerose iniziative, il quinto centenario della nascita di Cosimo I de' Medici, primo Granduca di Toscana. Cosimo (1519-1574), figlio di Giovanni dalle Bande Nere, discendente da un ramo cadetto della famiglia Medici, e di Maria Salviati, discendente per via materna dal ramo principale di quel casato, giunse al potere in giovanissima età e, grazie ad una tempra certamente fuori del comune, riuscì a consolidare ed accrescere il suo potere ottenendo l'ambito riconoscimento di granduca. In questo viaggio intorno ""all'uomo Cosimo"""" quel che emerge, è l'ecletticità e la sete di conoscenza che lo contraddistinsero e che gli consentirono, attraverso una lungimirante visione politica a carattere europeo, di dare inizio ad una dinastia ereditaria che governerà la Toscana sin quasi alla metà del XVIII secolo. Il Cinquecento a Firenze segna, dopo alterne vicende, il definitivo ritorno al potere dei Medici che, attraverso il giovane Cosimo I, costruiranno con tenacia e perseveranza quello Stato territoriale che corrisponde, seppure a grandi linee, alla Toscana odierna."" -
Questione sull'alchimia. Ediz. in facsimile
Benedetto Varchi, letterato, umanista e storico (Firenze 1503-1565), è assai famoso per la sua ""Storia fiorentina dal 1527 al 1538"""" commissionata da Cosimo I de' Medici; è noto come il duca testimoniasse la propria stima al letterato con numerosi incarichi onorifici e cospicue elargizioni, tra queste anche la villa La Topaia, posta nei dintorni della città prossima alle Ville di Castello e di Petraia. Questo piccolo testo, che nasce in un ambito strettamente privato, deve la sua notorietà alla pubblicazione del 1827. Vera sarà per il Varchi l'alchimia che tramuta un metallo in un altro nell'assoluto rispetto della natura in modo che """"non l'arte o l'Archimista genera e produce l'oro, ma la natura, disposta però et aiutata dall'Archimista"""", di contro sarà falsa quella che vorrà invece vincere e superare la natura stessa. Prefazione di Paola Maresca."" -
Mishkan. Il tempio-tenda di Mosè
In questo saggio, asciutto ed essenziale, il lettore viene messo di fronte a una serie di ""rivelazioni"""" inaspettate e per certi versi sorprendenti relative al Mishkan, il tempio-tenda, fatto costruire da Mosè durante la permanenza di Israele ai piedi del monte sacro. La prima è che la ricostruzione di quel manufatto effettuata seguendo alla lettera le dettagliate istruzioni contenute nel racconto di Esodo offre un modello di tempio che si discosta in maniera significativa da quello proposto dall'esegesi tradizionale, rappresentato in innumerevoli immagini che si trovano nella letteratura e in rete. Una seconda, forse non a tutti nota, è che queste proposte hanno un'origine ben precisa in Giuseppe Flavio, che nel suo libro """"Antichità giudaiche"""" ricostruisce il tempio-tenda forzando pesantemente i dati del racconto biblico, in modo tale che ne risultasse un modello in scala 1 a 2 del tempio di Salomone. Su questo modello si sono poi uniformate tutte le ricostruzioni successive. Ma la più sorprendente è che la ricostruzione effettuata in base al testo biblico trova un preciso riscontro in un'impronta lasciata nella hammada (tipico deserto israeliano ricoperto di ciottoli)."" -
San Miniato al Monte e il cammino alchemico
San Miniato al Monte, che ancor oggi svetta maestosa e solenne dall'alto del ""Mons Florentinus"""", ha molto da svelarci e siccome i grandi del passato sostenevano che abbiamo bisogno di validi riferimenti geometrici e simbolici per progredire in un percorso di autosuperamento e di salita verso il cielo, possiamo affermare che questa basilica, costruita seguendo i dettami della geometria sacra, del rapporto aureo e di segreti simbolismi, ha in sé tutte le caratteristiche mistico-sapienziali utili alla realizzazione di un simile intimo cammino. Anticamente ogni edificio sacro era intessuto di immagini la cui decifrazione diventava possibile solo per chi era addentro alla dottina ermetica. Le maestranze di allora erano molto severe riguardo a questo argomento e avevano trovato il modo di velare """"verità eterne"""" dietro a segreti simbolismi che potevano rimanere per sempre incomprensibili per chi non riusciva a farsi affine a quella sapienza. Anche per San Miniato al Monte è stato adottato quel medesimo sistema costruttivo: un geniale complesso di figure geometriche e di rimandi ermetici che sembrano voler conservare ancora il loro segreto.""