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Che musica a Milano. Luoghi e ritrovi storici raccontati dai protagonisti della scena
Oltre 120 testimoni per raccontare il mondo della musica e dello spettacolo a Milano. Quattro anni di ricerche e incontri per curiosare nella vita dei locali che non ci sono più, come Arethusa, Capolinea, Charly Max, Macondo, e di quelli ancora attivi, come Arlati e Le Scimmie. Parlano i protagonisti della scena, artisti, giornalisti, manager, animatori o ""semplici"""" avventori, ognuno con la propria storia e umanità. Tutte queste storie diventano per così dire un'unica grande storia, fino a quella, unica e seducente, di Roberto Brivio dei Gufi, affidata a uno scritto teatrale in prima persona. E ancora, il racconto di quattro grandi eventi che hanno segnato la storia musicale di Milano: i Beatles al Vigorelli, Jimi Hendrix al Piper, John Cage al Lirico e """"Il Concerto"""" per Demetrio Stratos all'Arena Civica."" -
Noi cugi. Come eravamo a Livorno negli anni Ottanta
A Roma ci sono i coatti. A Milano ci sono i tamarri. A Livorno ci sono i ""cugi"""". Anzi, per meglio dire, c'erano i """"cugi"""", quei giovani livornesi che negli anni Ottanta indossavano il bomber jacket di nylon, calzavano Camperos Valleverde, impennavano col Bravo Piaggio (elaborato col kit Polini) e andavano in discoteca alla domenica pomeriggio per ballare Billie Jean di Michael Jackson. Morelli e Cirinei - tra i più gloriosi e leggendari """"cugi"""" livornesi - descrivono con ironia la sottocultura e mitologia del """"cugi"""" che permeavano l'esuberante Livorno adolescenziale di trent'anni fa."" -
E allora?
"E cosa resta, allora?"""" Il nulla. Ma il nulla è pieno di cose. In un mondo che guarda solo allo straordinario da celebrare per qualche giorno, il nulla è la quotidianità che non fa notizia. Nulla è il lavoro costante e privo di eroismo, ma in realtà pieno di eroismo. Nulla sono paure e manie, sempre più nascoste perché non controllabili. Nulla è la vita pelosa, con le unghie gialle. Nulla è il cinismo che rimane stretto fra i denti e si manifesta a bassa voce. Nulla è l'egomania con cui tentiamo di resistere al nulla. E sempre più tendente al nulla è l'unità di tempo che scandisce le nostre vite. Di tutto questo parlano i versi in questa raccolta: di nulla, assolutamente di niente. """"E allora?"""" è la voce di chi rimane indifferente a ciò che gli vien detto. Queste poesie, forse, lasciano indifferenti, per la forma piana dietro cui si celano i loro significati. Ma parlano dell'unica cosa che probabilmente oggi ha ancora valore: il nulla anonimo di ogni giorno. Queste poesie non fanno battere il cuore, non insegnano nulla. Queste poesie non sono nemmeno poesie: sono nulla. Ma oggi si fa un gran parlare di nulla." -
Alle mie alunne di Rebibbia
"La mia esperienza nel carcere femminile di Rebibbia inizia come insegnante di cultura generale nel 1980 e terminerà nel 1994. Al di là dell'aspetto tecnico, l'esperienza umana che mi ha arricchito è dovuto al fatto che ho sempre ritenuto importante la presenza quotidiana in funzione dell'ascolto, del sostegno e della speranza. Con questa finalità ho ascoltato, negli anni, centinaia di storie, tutte personalmente vissute dalla mie alunne; hanno sentito la partecipazione, mai giudicante, alla loro situazione di difficoltà; si sono confidate e, così spero, ho potuto dispensare parole di speranza nel loro percorso verso libertà. Ho ridonato a ciascuna di loro la propria storia, riscritta secondo la mia sensibilità, anche perché potessero sentire la vicinanza mia e dei colleghi. Le composizioni riportate nella presente composizione sono le loro storie, scritte immergendomi nelle loro problematiche, nelle loro sofferenze, nei loro desideri di libertà e di felicità. Come insegnante, non ho avuto alunne migliori delle mie alunne di Rebibbia.""""" -
Il teatro di vetro
Una Venezia umida e grigia fa da sfondo a una serie di macabri delitti perpetrati ai danni di celebri attori che stanno mettendo in scena a teatro l'Arlecchino servitore di due padroni. L'arma del delitto è una maschera di pelle che, incollata al volto delle vittime, spezza il respiro, portando alla morte dopo una lenta e straziante agonia. Un assassino spietato deve essere fermato. -
Firenze suona. La scena musicale e artistica raccontata dai protagonisti
Quattro anni di ricognizione, sessanta interventi di addetti ai lavori, artisti e outsider per ricostruire dalla viva voce dei protagonisti - come in un affresco, o meglio in un coro o un'orchestra - la scena musicale e artistica fiorentina dell'ultimo mezzo secolo. Dal veterano Narciso Parigi ai giovanissimi Beyond the Garden, passando dal rock dei Litfiba, il folk della Bandabardò, il jazz di Stefano Bollani, il pop di Irene Grandi, la canzone d'autore di Paolo Benvegnù, Andrea Chimenti, Marco Parente, che qui si ritrovano in compagnia di altri esponenti notevoli del panorama indie o del teatro canzone, come David Riondino, e d'altri artisti che - pur senza essere musicisti - hanno spesso incrociato la musica, come l'attore Carlo Monni o lo scrittore Marco Vichi. ""Firenze suona"""" racconta - senza nostalgie - il fermento culturale di una città rock che si è imposta a livello nazionale per stili e tendenze. E non solo nei mitici anni Ottanta."" -
La rondine bianca
La meravigliosa e appassionante vita delle rondini, raccontate, seguite, fotografate in tutta la loro vita. Protagonista è Bianca, una rondine unica e particolare, dalle piume bianche. La rondine bianca è stata effettivamente avvistata e fotografata dall'autrice del libro e, attraverso la sua voce, scopriamo la vita delle rondini, dalla costruzione del nido, alla nascita dei piccoli, ai primi tentativi di volo, alla caccia per il cibo, sino alla migrazione che chiude la stagione. Il libro è illustrato con immagini rare e originali, visibili per la prima volta a corredo di un volume sulla vita delle rondini. -
Fabrizio De André, un'ombra inquieta. Ritratto di un pensatore anarchico
Se nella vasta bibliografia proliferata su De André lo si è più volte strattonato in iperboliche interpretazioni, lasciar parlare i suoi pensieri è forse il modo migliore per riportare la sua persona e la sua arte al suo centro: la riflessione anarchica, controcorrente alle mode e alle più fatue tendenze. Quella che Fabrizio ha codificato in musica, voce e parole è un'epica libertaria, che indica tutte le strade che abbiamo ancora da percorrere per un'esistenza più vera. Fabrizio De André ci ha lasciato un gran numero di parole. Non solo nelle canzoni ma in centinaia di appunti, riflessioni e pensieri, annotati su quaderni o taccuini, fogli sparsi, o sui suoi libri - di letteratura, saggistica, agronomia - che utilizzava come veri e propri strumenti di lavoro. Molti di questi frammenti appaiono a volte privi di sistematicità e coerenza: ma a un'analisi attenta si rivelano invece le bozze, gli schizzi delle sue meditazioni, il punto di partenza e di arrivo di molte delle sue canzoni. -
Il gatto di Arnheim e altri scritti clandestini
"I maestri veri e quelli finti, i vecchi e i giovani, le disavventure della critica e gli abbagli del progressismo, lo stile e la sua mancanza. Bellocchio, Arnheim, Fortini, Turgenev, Scabia e Zanzotto, Saba e Sereni, Pasolini e Agamben, Giudici e Ranchetti, Thatcher e Benigni nel diario ironico e provocatorio di un lettore non allineato alle mode. Se per chi si occupa di cultura abdicare a discernere il vero dal falso, ad additare lo scandalo, è la più mortificante delle rinunce, allo stesso tempo è indispensabile indicare sintomi e spunti che muovono in direzioni inesplorate e controcorrente, facendo spazio (direbbe Calvino) a nuovi sguardi, a diverse ipotesi sul mondo.""""" -
La formazione dell'attore. Una finestra sul fare, insegnare ed essere del Teatro de los Andes
Dall'esperienza teatrale della fondamentale compagnia spagnola Teatro de Los Andes, un saggio sulla formazione attoriale e su come affrontare le prove teatrali più impegnative. -
Vogliamo niente e lo vogliamo adesso!
I versi che compongono questa raccolta sono stati pubblicati dall'autore su Facebook tra il 2010 e il 2015. Si tratta di un vero e proprio esperimento letterario, un disparato repertorio di ""poesie"""", """"poesine"""" e """"ballate"""" che frantuma e rimescola i più diffusi stereotipi del linguaggio social in chiave assolutamente bizzarra e irriverente, con esiti apertamente comici. Anche i temi ispiratori sono quelli più tipici del chiacchiericcio quotidiano della rete: oggetti, fatti, luoghi, personaggi, circostanze della vita individuale e collettiva, così come citazioni e rimandi letterari coltissimi, si fondono in un unico pastiche, assumono d'improvviso una rilevanza irrilevante, un peso inesistente, una logica bislacca, mentre il linguaggio si perde, più che nel non sense, in una sorta di regressione neurotecnologica che lambisce e coinvolge anche chi non ti aspetti."" -
Roma beat. I duemila giorni che cambiarono la città eterna
La Roma degli anni 60, tra musica beat e cambiamenti sociali e culturali. Negli anni del boom italiano, tra contraddizioni e nuovi slanci sociali e culturali, Roma è stata capitale del cambiamento e delle trasformazioni, accompagnata da una musica nuova e ritmata: il beat. -
Voci dal X Congresso Mondiale di mediazione. Una via verso la cultura della pace e della coesione sociale
Questo volume raccoglie una parte dei contributi presentati nelle sessioni parallele del X Congresso Mondiale di mediazione, tenutosi a Genova dal 22 al 27 settembre 2014. Per la prima volta in Europa, il congresso è stato un momento di incontro volto ad allargare la rete di chi guarda alla mediazione in modo diverso, aprendo le finestre dei confini nazionali per far entrare altra aria e altre voci. Tante provenienze diverse, per aree geografiche, ruoli, istituzioni e ambiti, uniti agli oltre duecento partecipanti dall'America Latina, hanno consentito ricchi scambi e posto le basi per nuove possibili collaborazioni ed evoluzioni delle tecniche e delle modalità di intervento sui conflitti. Questo volume offre un'idea delle variegate esperienze che nel mondo si vanno realizzando ed è sicuramente un buon punto di partenza per chi abbia voglia di ragionare e lavorare insieme per migliorare la qualità della nostra vita. In rete sono disponibili le registrazioni delle sessioni plenarie. -
Calma
"Se la poesia è cammino verso la conoscenza, in questo libro di poesie di Luca Valerio c'è una consistente estensione del campo d'indagine: tutto diventa esperibile e dicibile in versi attraverso la mediazione di un io pervasivo che moltiplica la propria identità fondendola nell'appropriazione di schemi metrici, anche innovativi e come sovrapposti e miscelati alle forme consuete della tradizione. A scorrere l'indice del libro, fin dai titoli delle sezioni che lo compongono, veniamo indirizzati verso la specificità del discorso poetico, rimarcata ben più in direzione delle forme che dei contenuti: regola e misura si offrono come supporti prosodici cui ancorarsi nel tempo della dismisura inglobante e della deflagrazione degli assi ritmico-fonetici o del loro depotenziamento in asfittiche cadenze seriali. Che, in nome di una autarchica centralità creativa, vengano maldestramente disinnescati i congegni del poiein sembrerebbe innescare la molla reattiva di Valerio e convocare la sua solida perizia tecnica, se non si avvertisse nel contempo il senso di una poesia che nasce da una pulsazione, da un battere e da un levare che la precede, su cui si allineano la trama delle parole, le strutture frastiche e gli inserti affabulatori."""" (dall'introduzione di Francesco Macciò)" -
Memorabilia poesie (2000-2015)
Dopo l'epigrafe di una voce amica che raccomanda prudenza nell'inoltrarsi lungo la sua interiorità, l'inizio della raccolta suona «all'ultimo piano di una via Balbi/ ti osservavo, sporgendomi dalle scale». Poche parole e siamo già entrati dentro un universo, che sembrerebbe per adesso orientato sul tema degli incontri, del gioco delle coppie. L'ultimo piano offre un punto di vista alto, e quasi solenne. Sporgersi dalle scale ci riporta al quotidiano ed è l'immagine di quell'interessamento un po' incuriosito che dovrebbe essere il punto di partenza di ogni operazione poetica. Anche Elsa Morante (nel suo Pro o contro la bomba atomica) pone fra i motori primi del fare poetico proprio «l'attenzione». E dall'attenzione all'attrazione il passo è breve. «Quando si sente attrazione per qualcuno…». Qualcuno si affaccia anche all'altro capo del libro, nella penultima poesia, Il Lumì, che il titolo assegna a Giulia Amarilli. Vi si affacciano Giulia e un bambino immaginario. Il bambino del faro. Di fronte allo sconforto, forse, basta sporgersi, affacciarsi. Prestare attenzione. Fra i due poli, il pulviscolo delle esistenze. Aggirarsi «con la voglia di cadere dentro una vita». Rassegnarsi a ipotizzare un futuro migliore, imprevedibile – forse un futuro in cui addirittura «essere fan di gente inutile alla quale la TV regala il successo». Cogliere l'amore una notte di Natale («se anche Dio non era perso nel sonno/ avrà sentito come mi batteva il cuore nonostante tutto quel freddo»), e un'altra volta dare fuoco a un'immaginetta di Gesù, ma subito pentirsene, salvarla e conservarla «per non dimenticare/ le mie fragilità materiali». Forse rientra nel caleidoscopio anche un incontro fra la voce narrante e una figura femminile. E affiorano, per lei oppure no (non importa), le mille declinazioni delle angosce del sentimento, quando l'amore è rimasto acceso da una parte sola, ed è disperatamente fasciato di ostilità e incomprensibile silenzio. Quando «le mattine hanno ricordi come punte di trapano». Rivolgersi allora, per ottenere un miracolo, alla tomba del nonno. Sperare di ricostruire il passato «per tornare a mentire a noi stessi pur di avere una casa,/ un mutuo, un matrimonio, qualche figlio maleducato». Incontriamo poi grida di protesta, liriche aggressive nei riguardi del mondo. E la sconsolata distesa del dolore di fronte alla malattia della nonna (poesie taglienti e bellissime). Il mondo deflagra nella sua infinita sistole e diastole di «attrazione» e « un cuore strizzato, asciugato, cosparso di sale». Di nuovo – è l'ultima poesia – non resta che sporgersi, cercare di osservare, capire, ritrarre, a consolazione propria e dei 'simili'. «Mi sporgo dal terrazzo/ la strada sotto, lentamente, si spoglia di auto e persone,/i lampioni di accendono per magia di Comune e società elettrica. […] Resto qui, sul terrazzo/ la mia presa di posizione per dire che […]». Non resta che l'attenzione: in forma di semplice, umile poesia. Prefazione di Alessandro Fo. -
E restan forme-E rimangono forme. Versi (1981-1990)
"Dal cassetto della memoria, una scelta di poesie che ricostruiscono stralci di una autobiografia non autorizzata, mentre l'autore cambia - perché tutto cambia - e i versi rimangono forme dietro alle quali si celano i sentimenti e le emozioni di allora. La distanza cronologica consente di rileggere questa poesie, allora, e legittima ai miei occhi un'uscita che fino a qualche tempo fa avrei ritenuto improbabile. Sono io che invecchio, mentre questi versi conservano una loro freschezza che ne certifica, credo, la plausibile attualità.""""" -
Roma. Guida alla buona spesa
Dal produttore al consumatore: è la sfida del futuro, se vogliamo mangiare sano e dare una mano sia all'ambiente che all'economia del nostro territorio, aiutandolo a sostenersi e a conservare le sue tante tipicità, esperienze, tradizioni. Questa guida è una vera miniera di informazioni per fare la spesa direttamente dai piccoli e medi produttori di qualità, o attraverso uno dei circa 200 Gruppi di Acquisto Solidale della capitale. Saltare il passaggio della distribuzione equivale a una mezza rivoluzione. Perché dei cibi industriali e dei vegetali da produzione intensiva, o d'importazione, che compri al supermercato - oltre alla materia prima e alla lavorazione - tu paghi anche il trasporto, lo stoccaggio, i trattamenti conservanti, la confezione, la pubblicità, le varie intermediazioni, e questo a scapito della loro bontà, qualità e freschezza e della tua salute, ma anche di un certo concetto di giustizia, economica, ecologica e sociale. Con questa guida sarà facile approvvigionarsi di cibi sani, gustosi, bio, a filiera corta, che sono storia e vita del territorio e della gente, e aiutare concretamente, insieme ad altri, una crescita economica più equilibrata e sostenibile. La prima guida per la capitale ai prodotti del territorio - sani, gustosi, bio, a filiera corta - ai produttori di qualità e ai Gruppi di Acquisto Solidale. Schede pratiche di facile consultazione con indirizzi e recapiti e tante info utili. -
Voglio colpire una cosa. Premio Pagliariani 2015
Raccolta di poesie. -
Amorazzi
"Amorazzi"""" raccoglie versi scritti in trent'anni e poco più, persi, ritrovati, raccolti fortunosamente in case di amici, vecchi scaffali, memorie del computer salve da incendi e rovine telematiche. Protagonisti sono il linguaggio, la cura per le parole gelose, il miracolo di una versificazione che pare del tutto naturale mentre mischia stili, registri, lacrime di coccodrillo, sbaffi d'inchiostro e urla primordiali con la solita, anarchica, severissima verve del cantautore genovese." -
Le amare fronde dei platani
Nell'Italia degli anni Sessanta si combatte un'aspra battaglia per i diritti sociali, tra pregiudizi secolari e slanci sociali, verso l'affermazione dell'orientamento sessuale come libera scelta di vita.