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Tutta la terra del nostro silenzio. Intervista a Alda Merini
"Era un piovoso pomeriggio del dicembre 2008. Il Naviglio splendeva come una stella in cima all'albero di Natale"""". Massimo Cotto entrò quel pomeriggio, in punta di piedi, in casa di Alda Merini: """"più che una casa, un rifugio dalla tempesta della banalità. Volevo conoscere una delle più grandi scrittrici del Novecento, la cui poesia è sempre stata vicina alla musica e alla forma canzone che amo, nonché autrice di versi che - allo stesso modo di una canzone di Springsteen - mi hanno salvato la vita: A me piacciono gli anfratti bui/ delle osterie dormienti/dove la gente culmina nell'eccesso del canto"""". """"Per tutta la durata dell'incontro alternò infiniti registri: quello della burattinaia di parole che ti prende in giro in continuazione, quello serio di chi ti consegna frasi scolpite nella pietra, quello disincantato di chi accetta la propria genialità come dono ma anche dannazione"""". Tutto il resto non si può riassumere né raccontare: va solo letto, nel religioso silenzio dello sguardo." -
Facezie retrò. Archeologia della canzone umoristica italiana
"Canzoni umoristiche"""" non è una categoria globale, sarebbe meglio parlare di """"canzoni da ridere"""". Forse potrebbe suonare meglio """"canzoni del sorriso""""... forse. Il """"ridere"""" è un concetto/atteggiamento che racchiude un nugolo di sfaccettature che andrebbero sempre tenute in considerazione, anche nella definizione di eventuali generi musicali """"da ridere"""", per l'appunto. Comunque sia, il lavoro di Freddy è semplicemente bellissimo e quello che avete tra le mani è un libro che fornisce un importante contributo proprio a quel dibattito latente sul """"ridere"""" che deve, prima o poi, deflagrare per tentare di salvare un settore ormai umiliato e allo sbando com'è quello dei sedicenti comedians (musici o stand up che siano), per rilanciare un genere musicale caduto in disuso perché """"non televisivo"""" (chi l'ha detto, poi?) e per ritrovare la sana voglia di confrontarsi per crescere insieme. (Dalla nota di Flavio Oreglio)" -
Turchin. Poexie zeneixi 2005-2016
Turchin è quel ritaglio di chiarore che vedi tra i tetti, o dalla finestra la mattina, e ti invoglia ad andare in riviera, ancora una volta inseguendo quelle verità che hai rincorso una vita. Solo che si impiega tanto a questo mondo per essere uomo, mandare a memoria tante regole, divenire qualcuno, che quel pezzo di cielo si stropiccia e sbiadisce. Così, poi, ti ci vuole altrettanto per dimenticare tutto e imparare di nuovo ad essere nessuno, affinché all'ultimo l'incerata azzurra sia nuovamente tesa e senza neppure una piega. -
Sono solo canzonette?
"In sono solo canzonette?"""" Sergio Secondiano Sacchi raccoglie articoli, brevi saggi, note di copertina, cronache, analisi critiche e recensioni, un florilegio insomma, o meglio ancora un diario accurato, dei suoi scritti musical-culturali dal 1976 ai nostri giorni. Questo libro offre a tutti gli appassionati di musica e canzone un compendio interdisciplinare sorprendente, per ampiezza e varietà. Sacchi intreccia la canzone con l'arte, la storia, la letteratura, il cinema, la politica, l'architettura e svariati altri linguaggi e argomenti: la sua scrittura ricca, documentata, fluente, racconta di canzoni e artisti, italiani e stranieri, col piglio del divulgatore scientifico e un vero cuore d'artista." -
All'epoca che le fanciulle
All’epoca che le fanciulle avevano sessant’anni un gran mago chiese che cosa loro volessero ancora dalla vita. rnE il mago era piuttosto importante, uno di quei maghi che separano le acque, fanno girare le lune in cielo anzi ne aggiungono un po’ di qua e di là quando gli umani si annoiano sulle panchine delle calure estive dei giardinetti dove stazionano gli anziani sicché quelli guardando molte lune serali non una sola ma appunto molte lune serali sparse ai quattro angoli del cielo diventano meno anziani e più vividamente felici. E una fanciulla disse che avrebbe voluto avere dei nipoti per portarli nei giardini e accudirli e riscaldarli vicino al suo cuore, nipoti che riempissero le sue vuote giornate. Disse il mago: “Non sei sincera, non dici la verità, e nessun desiderio si può esaudire se non è sincero”. La fanciulla gli voltò le spalle e se ne andò lesta tirandosi sgarbatamente la gonna, di colpo divenuta vecchia da fanciulla che era. rnrn“Le fanciulle di Cetta Petrollo – scrive Loredana Magazzeni nella prefazione – ci appaiono una dopo l’altra come in una processione rituale di antiche civiltà, in cui ciascuna reca a noi i suoi doni di poco conto, foglie o fiori o sassi, e ciascuna li depone ai piedi di un mago. Un giorno quel mago squarciò il buio e mostrò le stelle e il firmamento a chi, con occhi limpidi, vedeva, con entusiasmo di fanciulla, il viaggio e la rotta che quelle mani leggere e fatate aprivano. (...) Sono le parole e il loro fiato a mostrare le cose e a raccontare il corpo, scrive ora Cetta, e intanto davanti ai nostri occhi di lettori prende avvio la lenta metamorfosi con la trasformazione del corpo (il corpo dei sessant’anni, così difficili per ogni donna, anche se “donna vuol dire pienezza di sé”), e dell’anima"". (dalla prefazione di Loredana Magazzeni)"" -
Milano. Guida alla buona spesa
Un'alimentazione più salutare e gustosa per te, più equa per i produttori del territorio e più sostenibile per l'ambiente. Una guida pratica per vivere meglio: senza la grande distribuzione, i cibi industriali e da agricoltura e allevamento intensivi, valorizzando storia, cultura ed economia local 120 prodotti tipici di Milano e dintorni 160 mercati contadini e rionali di Milano 60 aziende agricole a km zero (o quasi); 85 GAS-Gruppi di Acquisto Solidale; 15 buone ricette della tradizione. -
Comunità, conflitti e mediazione
Alonso e Conforti sviluppano i contenuti della loro elaborazione a partire dalle dinamiche individuo/persona e individuo/comunità, soffermandosi sulla dinamica relazionale che trasforma un individuo in una persona. La persona si forma e vive nella relazione, così come di relazione vive - o dovrebbe vivere - la comunità nella sua complessità e continua evoluzione. Nella storia di queste dinamiche, nella nostra storia, uno degli elementi centrali è superare l'effetto paralizzante della paura, imparare ad accoglierla, a trasformarla in una occasione. La mediazione comunitaria può essere in questo di grande aiuto: sia come possibile rappresentazione culturale della realtà, sia come strumento - o meglio, insieme di strumenti - per provarci. Questo libro - che raccoglie contributi di riflessione, definizioni e sistematizzazioni, esperienze ed esempi di ""casi"""", senza tralasciare il tema sempre spinoso della valutazione - rappresenta dunque un utile strumento di conoscenza e lavoro per tutti gli operatori del campo."" -
Ridda
Nessun flusso lineare. Che abbracci aspettative. Che leghi indissolubile. Bensì una vita intera. Come costellazione di molte altre vite. Che alla nostra si intrecciano. Per scelta. O per fato. E vi rimangono avviluppate. Quelle alla nostra. O la nostra a quelle. Quale più quale meno. Chi può dirlo. E tale stretta rimane. Cocciuta. Sanguigna. Sotterranea. E fatale. Anche quando è tempo di districarcene. Restandone, però, per sempre, ancorati. In una ridda eterna. -
Mrogn
Silloge poetica vincitrice della sezione inediti della II edizione del Premio Letterario Nazionale Elio Pagliarani 2016. Il bosco di Mrogn è luogo di una indagine. Nell'oscurità si muovono corpi, uomini armati, cacciatori, bracconieri, forse gli stessi inquirenti, alcuni testimoni, o sospetti, e si odono suoni, rumori, voci, spari, grida, passi, versi d'animali. Chi è morto? Un animale, si direbbe. Chi è scomparso? Un uomo, si direbbe - se non che anche l'uomo è un animale. Chi dà la caccia a chi, nel cupo bosco di Mrogn? Tra rapporti, sopralluoghi, dicerie, falsi allarmi, fughe, avvistamenti, indizi e congetture, quest'opera - come la materia stessa dell'indagine - pian piano si rivela, pur senza rinunciare al dubbio, all'ombra inquieta e densa come sangue dalla quale pare non si possa uscire. Perché è quell'ombra, semmai, a dover uscire da noi. -
Da Vico Paradiso al paradiso e ritorno. Storia di Peppe e Consiglia Licciardi, fratelli in musica nel ventre di Napoli
Questa autobiografia di Peppe Licciardi ha due voci, quella della propria chitarra e quella meravigliosa della sorella Consiglia. La vicenda si dipana dalla natia Materdei, da vico Paradiso alla Salute, dal ventre fecondo della canzone napoletana. Consiglia e Peppe Licciardi sono nomi notissimi a tutti gli appassionati della canzone napoletana, autentici virtuosi, fratelli d'arte oltre che all'anagrafe. Nati e cresciuti tra Materdei e la Sanità, hanno portato nel mondo quella Napoli, con la voce inconfondibile di Consiglia e la chitarra di Peppe. -
Delirium. Il lungo viaggio
Il viaggio dei Delirium comincia a Genova nei primi anni Settanta, dalla metamorfosi dei Sagittari, un gruppo che andava forte nelle sale da ballo e dei cui esordi discografici non è rimasto che qualche sbiadito ricordo. La formazione iniziale - della quale faceva parte anche Ivano Fossati - dopo il successo di Canto di Osanna, il primo singolo, esplose sul palco del Festival di Sanremo 1972 con Jesahel, una canzone che diventò una bandiera generazionale e sbancò tutte le classifiche di vendita. La vicenda artistica di questa band di culto del prog italiano ha attraversato poi fasi alterne, compreso un lungo periodo di sonno, fino alla ricostituzione del 2001: una vera e propria rinascita, segnata dal costante affetto del pubblico e coronata dal successo internazionale. Mauro La Luce Ligure di Bordighera, ha scritto alcuni libri scientifici editi da UTET. L'attività di paroliere è iniziata da giovanissimo - grazie ai preziosi insegnamenti del famoso Maestro Pippo Barzizza - per la casa discografica Fonit Cetra, accanto al celebre Sergio Bardotti. Ha scritto tutte le liriche dei Delirium dall'album Lo scemo e il villaggio in avanti, lavorando a stretto contatto con il gruppo. -
Vicolo Tobagi. Black Market
Antonello De Stefano è il fratello di Manfredi De Stefano, condannato a 28 anni e 4 mesi per l'omicidio del giornalista Walter Tobagi e morto in carcere nel 1984. L'autore ha consultato le fonti disponibili e le carte processuali, in maniera ragionativa, né prettamente narrativa, né giornalistica. -
Resto due. 44 bagatelle per gatto e carillon
Uno scrittore sarcastico, un poeta tagliente, un castigamatti come Guido Caserza si apre in questa raccolta a un'insolita e inattesa tenerezza. Leggendo le 44 bagatelle di ""Resto due"""" - parafrasi evidente di 44 gatti, la celebre canzone vincitrice del 10º Zecchino d'Oro 1968 - è facile incantarsi con l'autore davanti agli animali più frequentati dalla letteratura di tutti i tempi. E cogliere, nelle sfumature inedite ed eleganti che ce ne offre Caserza, tutto il legame intimo tra il poeta e le amate creature che accompagnano la sua esistenza, ritratte da Marta Ferrarini."" -
Il cuore è ovale
John ha deciso di lasciare la squadra in cui gioca, i Dallas Cowboys. La sua già fragile personalità è andata in pezzi dopo l'abbandono di Anna. Nulla ha più senso per lui. Unica soluzione la fuga, una fuga sbrigativa dalle sue paure e da un nonno opprimente, con destinazione Italia. In un piccolo e remoto paese dell'Appennino emiliano avrà inizio una dura e necessaria ricerca di sé, un aspro confronto con i fantasmi di un passato che non vuol essere dimenticato. Il ritorno sui campi da gioco e un nuovo amore lo aiuteranno a riprendere il controllo dell'esistenza. Ma un'inattesa, sconvolgente verità minerà le sue certezze e metterà in pericolo la tanto attesa vittoria al Super Bowl. -
Fabrizio De André artigiano della canzone
In questo saggio l'autrice analizza il metodo di lavoro di Fabrizio De André, che trova nella tradizione un essenziale e irrinunciabile punto di riferimento, con un'importante avvertenza: ""La tradizione non è mai, per De Andrè, qualcosa da difendere, da conservare e da tramandare così com'è, ma qualcosa di cui è necessario, innanzitutto, appropriarsi a fondo, e che bisogna poi contribuire a inventare e reinventare, garantendone così non la mera sopravvivenza, ma la vera e propria vita"""". """"Vera e propria vita"""" è sicuramente quella che Fabrizio De André è riuscito a infondere - proprio grazie al suo intelligente e accorto rapporto con la tradizione - nelle sue canzoni, che sono patrimonio trasversale di numerose generazioni, fino a quelle più giovani, che hanno scoperto il cantautore solo dopo la sua scomparsa."" -
Il teatro-canzone. Storia, artisti, percorsi
Quando si parla di teatro-canzone in Italia ci si riferisce quasi sempre alla figura di Giorgio Gaber, senza neanche ricordare l'apporto della drammaturgia di Sandro Luporini. Il ragionamento è corretto dal punto di vista dell'identità di genere, perché Gaber ha fissato e costituito ""il concetto"""" di teatro-canzone, come cantante e come attore, ma non si è mai parlato di genere al di là del profilo gaberiano. Il teatro-canzone è l'incontro di due arti: è un solo performante che riassume in sé doti da attore e da musicista-cantante allo stesso tempo. Non si tratta quindi di scrivere canzoni per il teatro, ma di proporre dei contenuti articolati e coerenti con un accompagnamento. In questo senso c'è un post-Gaber ma anche un pre-Gaber: scopo di questo libro è rintracciare (o ri-tracciare) le origini e gli esiti del format che ci è noto attraverso le figure del passato e del presente, con qualche motivata esclusione, e argomentazioni documentate e convincenti. Con una introduzione di Eugenio Buonaccorsi."" -
L'ordine alfabetico
In una lingua poetica matura e sonora, storie reali e avventure improbabili si dipanano, nei versi di Stefano Mura, in un flusso vitale regolato dall'ordine alfabetico, come si trattasse di un ordine intrinseco, quasi insito alle cose. L'ordine alfabetico è dunque una semplice ma cruciale forma di dialogo con la sistemazione del mondo, per com'è percepita dall'autore. Costante di ogni esperienza attraversata giorno per giorno - intessuta di persone, situazioni, oggetti e domande - è la volontà di vivere, fondata sulla realtà e i suoi elementi che, annodati dal collante delle passioni, sono l'essenza del ricordare, dell'agire e del comprendere. -
Evviva Sanremo. Il festival della canzone italiana tra storia e pregiudizio
Sanremo è vittima di uno storico pregiudizio: essere il trampolino della canzone commerciale, nazional-popolare, ""leggera"""", mentre la canzone d'autore - d'arte, di qualità o come la si voglia chiamare - avrebbe casa da un'altra parte. Magari al Premio Tenco, che col Festival divide sia il Teatro Ariston della città dei fiori che il fondatore Amilcare Rambaldi, e che non casualmente è dedicato al cantautore che ha segnato la storia del Festival con il suo disperato gesto di protesta. Ma il discorso - per Paolo Jachia e Francesco Paracchini - è più vasto e complesso di così, ed è forse il momento di fare un ragionamento di più ampio respiro, di raccontare la storia del Festival alla luce di tutto il bello e il buono che ha dato alla canzone italiana. Il punto, secondo gli autori, è rivendicare la possibilità della canzone di essere grande, di essere arte, """"a prescindere"""" dal palcoscenico che potrà o vorrà utilizzare per proporsi al pubblico. Senza sottovalutare, appunto, i moltissimi brani destinati alla storia che il Festival ci ha regalato e sicuramente continuerà a regalarci."" -
Amazzonia. Io mi fermo qui. Viaggio in solitaria tra i popoli invisibili
Pietruccio dei Dik Dik. Da rock star a esploratore della foresta pluviale. ""Qual è il vero scopo dei miei viaggi pericolosi, cosa voglio dimostrare, e a chi? Niente, non voglio dimostrare niente a nessuno, solo a me stesso..."""" Due mesi di vita nei luoghi più selvaggi di Ecuador e Perù tra rischi di ogni genere e incontri emozionanti, alla scoperta degli indios che non si sono piegati né agli Incas né ai conquistadores e che ancora vivono del solo rapporto con la natura nel folto della foresta. Un ambiente estremo, dove il confine tra vita e morte è labile ma, proprio per questo, assume tutt'altro valore. Pietruccio Montalbetti, chitarra dei Dik Dik, ha affrontato tutto questo da solo, o insieme a occasionali compagni di viaggio, sfidando sé stesso e le proprie capacità di sopravvivenza in un'esperienza ch'è un'appassionante lezione su ciò che veramente unisce gli uomini, a ogni latitudine e al di là di ogni pregiudizio. Un libro d'avventure ispirato ai grandi classici del genere: avventure autentiche, vissute e raccontate da un musicista con la vocazione dell'esploratore."" -
Il dottor Faust. Dramma in due atti
Il grande mito di Faust rivive nell’alienazione e nell’astrusità del nuovo millennio attraverso la fervida e inarrestabile penna di Menotti Lerro che ne traccia un disegno sottile e densissimo di significati e di bellezza, tra sete conoscitiva, voglia di ribellione e sfida alle sfere onnipotenti che creano e determinano ogni cosa. Una commedia profondissima, ironica, sapiente e tenebrosa, frutto della luminosa complessità contemporanea. Ancora una volta l’autore salernitano innova un grande personaggio della più alta e classica letteratura, facendoci da guida con la sua umile ma prorompente genialità.