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Nella colonia penale
A un secolo dallo scoppio della prima guerra mondiale, e dalla scrittura del racconto ""Nella colonia penale"""", Franz Kafka continua a imporre al lettore contemporaneo domande che vanno ben al di là delle immagini allegoriche, simboliche, allusive che ha saputo costruire. La verità sembra nascondersi in ogni punto dello scritto, e sfida continuamente la comprensione degli interpreti. Questo racconto parla dell'esecuzione capitale di un soldato colpevole di aver preso sonno durante il turno di guardia. La descrizione del dispositivo di tortura (una macchina che uccide attraverso la scrittura) e del martirio del condannato appaiono il fulcro della narrazione. In realtà, questa descrizione tende a nascondere il vero conflitto che muove il racconto: quello tra il vecchio e il nuovo potere in uno stato di eccezione (stato di eccezione che proprio a partire dalla prima guerra mondiale non ha più smesso di svolgere un ruolo problematico nelle nostre democrazie). Il lavoro di Davide Racca tende a una triplice """"traduzione"""" del racconto di Kafka: letteraria, in contenuti politico-filosofici e per immagini. Una via per offrire una nuova lettura possibile e attualizzante del racconto."" -
Un prigioniero di guerra ricorda
Noi eravamo fuggiti alcune settimane prima dal Campo di Prigionia 54 di Fara Sabina, vicino Roma, poco prima che i tedeschi occupassero quella località dopo la capitolazione Italiana. Restando per le montagne per sfuggire alle ricerche e alla possibilità della ricattura, negli ultimi tre giorni eravamo passati attraverso un territorio di una indescrivibile bellezza. Era autunno e i faggi, che dovunque adornavano le aspre e semiprecipitose montagne, da una certa distanza si presentavano come una lastra color rame brunito. Si aggiungeva a questo l'azzurro del cielo di sopra ed il verde delle vallate di sotto"". Odissea di un prigioniero di guerra e il suo devoto tributo alla famiglia che gli salvò la vita."" -
Genova canta il tuo canto. Percorso poetico della città di Genova
Genova è città di poeti e di un importante Festival Internazionale di Poesia che dal 1995 ha portato in città le voci migliori della contemporaneità. Sono stati allestiti negli anni percorsi e visite guidate sulle tracce di grandi poeti e scrittori, non solo liguri, che l'hanno amata e celebrata, ma si è trattato fin qui di poeti vissuti in altri tempi. Questo volumetto - voluto dall'associazione Genova Voci, il cui titolo trae spunto da Genova, il poema di Dino Campana che chiude i Canti Orfici - vuol far da guida a chi volesse scoprire invece la poesia dell'oggi, dei poeti ""vivi e vegeti"""", attraverso due percorsi di circa due ore ciascuno che toccano luoghi particolarmente caratteristici e/o direttamente legati alla vita degli autori. Il primo va da piazza Principe a via Lomellini, il secondo da piazza Fossatello alla Stanza della in collaborazione con il Festival Internazionale di Poesia e l'Associazione Genova Voci. Poesia in Palazzo Ducale, cuore del centro storico e quartier generale del Festival. Genova Voci si occupa di """"performare"""" questi itinerari con letture e interventi dei poeti presenti in questa sorta di antologia minima."" -
Sogni e convinzioni
Questo libro, frutto collettivo del laboratorio di poesia dell'Associazione San Marcellino onlus di Genova, festeggia i 70 anni di attività dell'opera dei Gesuiti, che dagli anni Ottanta si rivolge alle persone senza dimora. Questa pubblicazione costituisce un ulteriore, tangibile passo verso la consapevolezza che in ciascuno di noi ci sono dignità e capacità che possono aiutarci a esprimerci, anche in questo mondo, che per certi versi non è assolutamente attento alle fragili ma significative, ricchezze di ciascuno. -
Mediazione comunitaria. Conflitti nello scenario sociale-urbano
Questo volume, edito per la prima volta nel 2006 a Buenos Aires, mette al centro, come approccio distintivo, la questione sociale urbana - dalla quale pensare, comprendere e intervenire nei conflitti che si generano nella città e sul territorio - e riunisce saperi, sguardi e voci di discipline diverse che attraversano o confluiscono nell'universo che chiamiamo mediazione. Il lavoro degli autori si è concentrato attorno a una preoccupazione e aspirazione che resta tuttora aperta: ""Come continuare a vivere insieme?"""". Aggiornato, per questa versione italiana, nelle domande e nelle risposte, vieppiù nella definizione di alcuni aspetti delle società attuali che hanno aumentato significativamente la conflittualità sociale - la globalizzazione-mondializzazione, un profondo processo di individualizzazione, l'orientamento sempre più spinto al consumo, la mediatizzazione della comunicazione sociale, l'indebolimento di immaginari collettivi, le difficoltà di figurarsi un """"noi"""" - questo libro si pone come strumento di riflessione e azione per tutti gli operatori del campo."" -
Habeas corpus
"La poesia deve essere dettata dall'urgenza e il poeta, mai come in questo momento delicato, ha il compito di essere guardiano dei fatti. In uno stato di vigilanza l'attraversamento di ogni cosa è l'esperienza alla quale il poeta non deve mai rinunciare per testimoniare il proprio tempo. Pasquale Vitagliano è uno di questi poeti, e i suoi versi - con l'essenzialità di una voce singolare - stanno tutti nell'attraversamento esistenziale di un'epoca e delle sue derive. In 'Habeas corpus' il poeta entra nel cuore delle cose, dà conto fisicamente del quotidiano deturpato dalle ferite dell'essere, denuncia apertamente il vuoto di ogni cosa che stupra la realtà. Vitagliano con questo nuovo libro sa essere poeta del proprio tempo. In ogni verso c'è la concretezza tutta fisica di una realtà che ci appartiene con le sue più intime contraddizioni. Parole concrete e nuove a servizio della vita e delle sue cose elementari. Una lezione che nessuno può permettersi di ignorare."""" (dalla Prefazione di Nicola Vacca)" -
Con figure
Il fermo immagine di volti, di figure colte nell'attimo esatto della loro epifania, compongono, quasi a mosaico, il tracciato di una vita e di un io che si descrive attraverso gli incontri, i ricordi, le verità rimaste nelle pieghe del Tempo. Lo stile è assieme ironico e greve, dotto e popolare, in un caleidoscopio di parole che incidono e restano. -
La scuola di maglia
Basilicata, 1946. Penelope, giovane e affascinante vedova piemontese di un conte lucano, abita da sola, ridotta in povertà, nel grande e decadente palazzo della nobile famiglia. Lotta per sopravvivere, tra intrighi e amori torbidi, senza rinunciare agli adorati abitini di lusso, ai trucchi e ai golfini attillati e dai colori accesi che tanto scandalizzano la mentalità paesana. Costretta da una frana avvenuta nel suo rione e dal suo baldanzoso amante Antonio, che praticamente la mantiene tra ricatti e angherie, ad accogliere in casa propria la famiglia di una popolana, la nobildonna vince la sprezzante avversione nei confronti della plebe e mette in piedi, per la sua ospite e per altre del suo ceto, un piccolo laboratorio di lavoro a maglia; tenterà, così, di portare alla luce nelle insolite allieve una femminilità e una bellezza sepolte fra logori stracci, colori smunti e anni di prevaricazione da parte degli uomini. -
Controluce
"Lascio la critica al lettore, alla persona che sfoglia per curiosità, e se qualcosa attira il suo sguardo, ha solo la scelta, o di continuare con noncuranza a sfogliare e leggersi tutto in cinque minuti, oppure decidere di acquistarselo per una tra le mille ragioni di questo mondo. Io da giovane usavo un'altra astuzia: me ne andavo in libreria con un quaderno e mi trascrivevo le poesie che non volevo scordare. Incontrai quasi sempre comprensione. Solo una volta fui cacciato via e fu quando mi misi di buona lena a copiarmi La nuvola in pantaloni di Maiakovsij, ventitré pagine, dal primo volume di quattro in cofanetto, della Casa editrice Editori Riuniti nel 1958. A questo punto, ritengo quasi inutile continuare a scrivere. Comunque, per quello che è contenuto all'interno del volume, mantengo solo un pensiero: ogni stretta di mano ravviva la vita. È questo è l'augurio che mi faccio per tutti coloro che mi avranno incontrato.""""" -
P.O.Box c'era una volta... Genesi di un cantautore e storia di una band degli anni Novanta
"Paolo Milanesi si racconta e raccoglie nel volume le gesta del gruppo P.O.Box, alcune testimonianze di chi ha vissuto la loro storia, sottolineando il senso creativo che caratterizzava musicalmente gli anni Novanta. Poi... storie, interviste, musica e fantasia"""". (dalla Prefazione di Andrea Dossena)" -
L'ingannatrice di Salerno. Donna Giovanna. Commedia in cinque atti. Ediz. italiana, inglese, spagnola e rumena
Donna Giovanna nasce dall'anima femminile dell'icona mitica inventata da Tirso, variata nell'essenza da Molière e innalzata da Mozart, per poi trasformarsi in un personaggio che impone la sua dimensione e la sua unica e, nelle sue plurime sfumature, univoca identità. -
Spinalonga. Una drammaturgia sulla corruzione
La barca per Spinalonga salpa dal porticciolo di Plaka, un piccolo paesino di pescatori sorto in un'insenatura dell'isola di Creta. Dopo una breve navigazione, raggiungiamo il promontorio di terra disteso sul mare. Una salita mi porta all'ingresso della roccaforte in pietra. Sono molti i turisti che salgono le stradine della fortezza, visitano il paesino di roccia che ospitava i malati, sbirciano nella vecchia farmacia. Ci sono foto in bianco e nero che immortalano i medici, gli infermieri, i pazienti, i preti ortodossi; è possibile leggere le loro vicende, ripercorrerne la vita. Quella più significativa è la vicenda di Epaminonda, uno dei pazienti dell'isola; era cieco, aveva il corpo segnato dalle infiammazioni, le dita erano ridotte a moncherini, vestiva con abiti scuri e portava occhiali da sole per coprire le pupille vuote, sapeva cantare con voce da basso tenore, il suo canto intratteneva tutti durante le cerimonie. -
Rizomi e altre gramigne
Questa ultima raccolta di Manzo è davvero compiuta. E indica anche un orizzonte possibile e diverso rispetto all'attualità poetica. Riconsegna al verso e alla parola l'ambizione di sfidare a mani nude le altre più complete e sensoriali forme d'arte. Questa poesia è pura scrittura. Si propone alla lettura senza protesi. Ha il coraggio e la forza di confinare la poesia performativa dentro lo spazio visibile (ma effimero) dei fenomeni alla moda. Riafferma la sostanza e la semantica del rigore formale. ""Un'isola non nasconde mai nulla, le cose perse ritornano a galla/ ti avrei fatta felice certo fiera, se smettevo di rovesciare i banchi/ ribellarmi e lasciare buchi bianchi, senza sapere bene per che cosa (...) Quanto cinema poetico abbiamo amato. E quante immagini di Michelangelo Antonioni evocano questi versi. La ricerca formale non è fine a se stessa o mero esercizio di erudizione poetica. La poesia di Maurizio Manzo si è avvicinata molto al polso della realtà, in quel punto in cui la sostanza ha forma estetica e la bellezza è l'abito dei giusti."""" (dalla prefazione di Pasquale Vitagliano)"" -
Le ali della musica
Uno dei momenti più significativi della mia attività all'interno del mondo musicale è la lunga intervista che ho realizzato con Steve Hackett e Richard Macphail sul palco del Teatro Govi di Bolzaneto, nell'ottobre del 2012. Serata magica e incontro straordinario se si pensa che vidi Hackett da molto lontano, al Palasport di Torino, nel febbraio del 1974, e all'improvviso potevo parlare con lui, con il pubblico che pendeva dalle sue labbra. Ad una mia domanda relativa alla possibilità che anche i giovani potessero arrivare ad apprezzare una musica che ha vissuto momenti di splendore in tempi lontani, quella progressiva, Steve rispondeva con un aneddoto, ricordando un giovane, forse figlio di un antico fan che, quasi preoccupato, gli aveva scritto manifestando un forte amore per i Beatles, e la conclusione del chitarrista fu: ""Non è un problema di età, la musica ha le ali e può volare per sempre!"""". Non ricordavo questo particolare, ma trascrivendo l'audio dell'intervista, arrivato a questo punto, il titolo del book si è materializzato immediatamente, essendo sintesi di un concetto in cui credo ciecamente."" -
Amore mare
"Amore mare"""" è un romanzo che narra di un amore sviluppatosi lungo la linea Roma-Napoli attraverso gli occhi, le azioni, i sorrisi del suo protagonista, Zan. Un ragazzo pronto ad affacciarsi alla vita e a ciò che essa gli riserva, che vive pienamente quelle che sono le gioie e le delusioni della sua generazione tra sms, baci e primi amori." -
Le bestie di satira
I grandi fatti di cronaca, le notizie curiose, il gossip, i personaggi più truci, più mistici, più simpatici e antipatici, tutti raccontati in micidiali 140 caratteri di satira pura, per leggere e comprendere oltre le righe, oltre quello che ci raccontano e diversamente da come ce lo fanno vedere. Un libro irridente e scanzonato, che offre un punto di vista differente sull'informazione, per una riflessione a volte amara, ma sempre puntuale, profonda, sempre ""sulla notizia"""". Il libro è corredato di vignette e disegni satirici e umoristici."" -
Tracce di mediazione
In un mondo sempre più interconnesso, in società complesse e ricche di conflitti, la mediazione comunitaria rappresenta la sintesi dell'incontro, del rendersi riconoscibili agli altri, del comunicare oltre le appartenenze e le differenze. -
Jack
Con un mood narrativo che rimanda alle atmosfere marsigliesi protagoniste dei libri di Jean-Claude Izzo, De Luise ci restituisce Genova in folgoranti e non scontati frammenti che affiorano dalle sue ""descrizioni esistenziali"""", da quelle della periferia (dove sono nati e cresciuti Jack e l'autore), alle passeggiate solitarie """"in quell'aria spessa, carica di sale, gonfia di odori"""" che De Andrè ha poetato. Una città che accompagna i pensieri di Jack attraverso i quali ci si immerge (e si riemerge) in un singolare romanzo di formazione, una storia nella storia che procede per ricordi e flashback con cui entrano in scena personaggi del passato le cui vite s'intrecciano con il presente di Jack. Un uomo di mezza età che lavora, fuma e beve troppo - tra l'altro ormai senza trarre soddisfazione da nessuna di queste cose - che si misura col disincanto e con quello spaesamento, tanto angosciante quanto inevitabile, generato dalla consapevolezza di essere soli e che con la maturità si comprende nella sua dolceamara pienezza."" -
11 apostoli. Poesie sul calcio
"Se il calcio - ma andrebbe detto lo sport in generale - è un fatto religioso - e dunque filosofico - perché si gioca a undici e non a dodici? Come gli apostoli? Forse perché come nella partita dei filosofi 'giocata' dai Monty Pyton - in cui la terna arbitrale è composta da santi - una qualche casacca nera ha deciso di tenere fuori Giuda, ma sappiamo che non è così. Ci piace invece pensare che il dodicesimo sia davvero lo spettatore, colui che guarda e sempre per rimanere nel campo delle analogie tutti sappiamo che la partita della poesia, senza il dodicesimo uomo, che è il lettore, sarebbe non solo impossibile giocarla ma profondamente inutile."""" (dalla Prefazione di Francesco Forlani)" -
Rafataggi. Poexie zeneixi
"Frattaglie. Rimasugli rimasti lì, quasi osceni, esclusi dallo sguardo delle generazioni che mi hanno preceduto. Alfabetizzato in un italiano mal conosciuto e mal amato dagli alfabetizzatori, scolarizzato nel medesimo modo, mi sono adattato a un italiano regionale ligure, né italiano né genovese""""."