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Le aritmie del cuore
"Le aritmie del cuore"""" è un volume che raccoglie poesie inedite o edite in plaquettes, antologie e riviste, che mostrano l'ininterrotto itinerario dell'Autore attraverso gli anni (la sua prima opera risale al 1969). In questo libro la passione per la poesia si coniuga alla sacralità dell'amicizia, il fuoco dell'amore allo sguardo ora realistico (nella primissima parte) ora incantato sulla realtà. E poi poesie di viaggio, sogni e riflessioni attorno alla straordinaria esperienza del vivere umano, la malinconia del tempo che fugge. Un libro che punta le sue carte sull'assoluta sincerità di accenti, sulla più disarmata autenticità." -
Il bacio
Alberto non condivide il materialismo dilagante, vi si oppone andando contro corrente, seguendo una strada difficile e tortuosa, un sentiero in cui crede. Credente e praticante, religioso e spirituale, seguace di una regola, i punti fermi della sua vita interiore vengono fatti traballare da Alessandra, figlia dei tempi moderni, sensuale e poco incline all'introspezione, ancorché mistica. Unione spinosa, forse come molte, che con il tempo sanno appianare diversità e sciogliersi in una sorta di comunione familiare, che farebbe ""loro"""" le istanze da cui muovevano singolarmente prima di essere coppia. È una sfida continua, lacerante e a volte inconcludente, resa più rigida mano a mano che le convinzioni di Alberto trovano riscontro in ciò che forse da tempo cercava, la rassicurazione che un credente non segue le mode, non sottopone i suoi principi al vaglio delle tendenze."" -
Al di là del mare
Non ci sono rumori in questa raccolta, non suoni discordanti, grida, ma un lento, sicuro guardare oltre il chiuso del buio e il gelo del cuore. L'occhio sicuro del poeta scorge tracce di bellezza nel fragore della vita quotidiana. Incontri mancati, persone intraviste o conosciute e poi passate via, profumi, suoni, parole! Nessun vuoto lamento, però, ma la sottile malinconia di chi accoglie in sé ogni singolo momento dell'esistenza, positivo o negativo che sia, e offre versi ricchi di sentimento, di sensibilità, di vita. Un libro da leggere con l'atteggiamento di chi vuole farsi compagno del poeta nell'accidentato cammino della vita. Un libro da rileggere per condividere uno sguardo coraggioso e non banale sulle cose del mondo. -
La case che nen ze chiude
L'uso del dialetto, in questo volume arca di Vito Moretti, mira ad agevolare il riconoscimento della realtà e la sua restituzione agli spazi più intimi, nei quali il tempo e le ragioni individuali si fanno vita, esistenza quotidiana, itinerario da percorrere in solitudine o con quanti si abbia d'intorno. L'orizzonte di riferimento è quello della piccola comunità di San Vito Chietino, con la sua parlata e con le sue risorse espressive, ma il poeta allarga via via il suo sguardo fino a declinare sulla pagina gli interrogativi, le inquietudini, gli snodi culturali e morali che sono della sua stessa età e della sua complessa generazione, sicché i testi si propongono anche come testimonianza della coscienza contemporanea, della quale Moretti sa cogliere illusioni e disincanti, speranze e sconfitte. Si tratta, dunque, di una poesia che, pur sollecita ai rigori della registrazione filologica, vuole essere anzitutto una ricerca di identità. -
E perché dovrei pentirmi?
Un ridente e all'apparenza tranquillo paese del Sud Tirolo è testimone del dramma che sconvolge la vita di Klaus Oberhofer, maturo professore di musica. Respinto dalla bella Margit poiché succube di una madre autoritaria, s'innamora di Lenke, ragazza di vita, ungherese. Per riscattarsi agli occhi del padre, la giovane donna è all'affannosa ricerca di un raro e antico gioiello indebitamente sottratto a nonna Judit, discendente del popolo Rom. In Francia sembra che l'insolita coppia abbia perso ogni traccia della collana di perle barocche, divenuta leggendaria nell'Europa orientale prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale. A Rimini, dove Klaus vede il mare per la prima volta, Lenke gli confessa di non amarlo. Incurante d'infrangergli il cuore, parte alla volta di Chiesina di Po. In quel lembo nebbioso di terra emiliana, vive Victor Blandeburgh, ultimo discendente di una nobile casata moldava, custode di occulti segreti. Forse anche della misteriosa collana di perle barocche... -
Brividi
La grande filosofa tedesca Hannah Arendt ha parlato della banalità del male, la stessa che emerge in questi sei racconti, sebbene non trasposta nella grandezza tragica della Storia, ma nelle storie piccole del nostro vivere quotidiano, con personaggi grotteschi e tragicomici. Ci sono i poveri di spirito, le zitelle avvilite dalla routine delle catene familiari, la giovane scrittrice pronta a tutto per il successo, il ragazzo innamorato e disilluso, i carcerati che vivono con l'unico scopo della vendetta, la ragazza drogata che, sperando di avvalersi della forza cinica di un killer di professione a supporto della propria fragilità, lo scopre ancor più debole di lei. Per tutti c'è un finale di delitti, messi nel conto ordinario di vite banali, paradossalmente possibili e perfino inevitabili. -
Racconti dell'isola
Sospesi nello splendore di un'estate incantata, questi dieci racconti, dalla struttura circolare, disegnano in realtà dieci quadri che compongono un unico affresco i cui personaggi si ripetono attraverso l'intero arco narrativo. Tra ambienti domestici e momenti di vita quotidiana, essi vivono e agiscono alimentando quell'universo mitico dell'infanzia che feconda la fantasia del bambino protagonista e gli permette, attraverso le sue prime ricognizioni, di tracciare le coordinate di un pensiero creativo e di uno slancio vitale. Un unico mare è il tempo, ma due mari distinti per quest'isola-spazio della fabula: un mare del passato, un mare del futuro. Tra questi s'apre l'isola-memoria, con i suoi piccoli e grandi avvenimenti e, soprattutto, con la luce sospesa dei sogni, dei desideri, della conoscenza primaria. -
L' avvicendamento
Da Roma San Marino, con qualche incursione nella Romagna di Santarcangelo, ancora una volta non sono le risposte il fine dell'intreccio, ma le domande, i dubbi esistenziali e dunque privi di soluzione. Luca Anselmi non sa quale sia il mistero da risolvere, se le ragioni dietro la morte di Fulvio o quelle che lo spingono inevitabilmente a cercare dentro la vita del fratello le ragioni della propria. Riconoscersi in lui sembra diventare allora l'unica possibilità per ricomporla, procedendo in una direzione che mai avrebbe immaginato di prendere e che, già se lo aspetta, non sarà definitiva. Si conclude con ""L'avvicendamento"""" il ciclo degli opposti, dei doppi, dell'identificazione di un proprio io immaginario iniziata con """"Affinità assassine"""". Luca Anselmi riscopre nella perdita il valore del distacco definitivo, lacerante eppure necessario per prendere coscienza della propria mortale natura. La discesa nei suoi Inferi si avvale di accessi nascosti, immagini surreali generate dalla follia di Fulvio, davanti a cui non vuole arrendersi."" -
In quale mai folgore di tempo
Al colmo di una profonda crisi esistenziale e disgustato dal degrado del mondo che lo circonda, lo scrittore Eugenio Corradi decide di passare all'azione: ucciderà quanti più politici e uomini di governo potrà per bonificare, se così si può dire, politica e costumi. Ben sapendo che è una follia e che non sarà risolutivo, comincia con l'omicidio di un deputato a Roma, per poi continuare in altre città, uccidendo personaggi di spicco proprio durante i funerali delle vittime precedenti. Ma d'un tratto la sua determinazione trova un ostacolo: i suoi piani vengono disturbati dall'arrivo di una donna colombiana, la cui vicenda si intreccia indissolubilmente alla sua. La straniera è alla ricerca di un manoscritto scomparso, attribuito al filosofo Campanella, in cui si narra nel dettaglio dell'utopica Città del sole. L'appeal esercitato dalla donna su Corradi è talmente forte da permetterle di attrarlo nella sua crociata. -
Diari di un confinato politico degli anni Trenta
I due diari di Francesco Ippoliti sono intitolati: ""La deportazione. Sei mesi e mezzo di sofferenze fisiche e morali - 19 novembre 1926 - 6 giugno 1927 Pantelleria"""" e """"La deportazione - Sette mesi e mezzo di dimora a Lipari - 30 settembre 1927 - 12 maggio 1928"""". I testi sono scritti a penna su due fascicoli di carta comune allora chiamata commerciale, piegati trasversalmente nel mezzo. La scrittura non è una bella scrittura, ma è una scrittura bella, nel senso che è nitida, ben comprensibile. Le pagine sono numerate e il testo fluisce senza interruzioni richiamando le date secondo come gli eventi si andavano verificando. La lingua è di un italiano corretto anche se alcune volte presenta termini antiquati o parole francesi. Descrive le sue sofferenze con animo che sembra distaccato e con frasi proprie di un medico; salace nel manifestare critiche, non esprime parole irriguardose verso chicchessia. Non mancano, anzi sono frequenti, brani di delicata descrizione dei luoghi certamente incantevoli, come sono quelli delle isole del Mediterraneo, oltre a veri e propri componimenti poetici."" -
Colore primario
"Immagini, ricordi, periodi, offerti al lettore per mezzo di quella che Mimmo Locasciulli chiama 'poesia umana'. Nell'apparente disordine in cui si alternano temi e atmosfere, appare forse inizialmente arduo trovare un filo conduttore, a meno che non si comprenda che la chiave di lettura è la profonda sensibilità dell'autore che, come tanti, si sente parte attiva nel mondo. Egli, così, prova a condurre per mano il lettore attraverso i momenti di vita che lo hanno segnato e formato, nel passato come in tempi più vicini, e che continuano ad agire nel presente. Il poeta è un uomo che prova innanzitutto a 'raccontarsi' nella dimensione sociale e politica come in quella affettiva, in quella quotidiana come in quella esistenziale, con particolare attenzione ai luoghi dell'infanzia e della maturità, alla sua gente, ai colori e alle contraddizioni di una terra di cui comunque si sente profondamente parte.""""" -
Terra promessa. 10 racconti di fanta-decrescita
È vero che rinunciando a qualcosa della nostra modernità si vivrebbe meglio? La domanda è però servita da input per alcuni scrittori di fantascienza che, stimolati da essa, hanno deciso di accettare la (difficile) sfida e esprimere la loro opinione, sebbene sotto forma di testi narrativi. Sono nati così dieci racconti di ""fanta-decrescita"""" che riescono a coniugare la riflessione sul tema proposto con storie interessanti, anche ricche di movimento e azione, e con personaggi quanto mai vividi e convincenti. Ci sono i decisamente favorevoli alla decrescita, gli apertamente contrari - ed è significativo notare come in questo caso la critica venga tanto da destra quanto da sinistra - e quelli che ne mettono in luce le criticità e le possibili devianze, fino a chi si mantiene assolutamente neutrale. Dieci racconti, nove autori noti nell'ambito della fantascienza italiana e un promettente esordiente, nove inediti scritti per l'occasione e uno già pubblicato ma da cui non si poteva prescindere, una presenza femminile non esigua. Dieci racconti di taglio diverso ma accomunati dall'argomento, per una antologia che fa pensare ma anche che diverte."" -
Canti d'amore
"Una raccolta ispirata da un sentimento profondo, frutto dell'amore più sincero e semplice, vero, che viene però a volte distrutto bruscamente. Un amore che cerca di passare per una porta che, dopo essere stata aperta, viene richiusa con violenza, lasciando una scia di dolore e di stupore. Impossibile è, agli occhi dell'innamorato, non pensare all'amore non ricambiato. Avvilito e demoralizzato, egli non rinuncia però ad amare. Nelle poesie sono racchiuse le parole che le orecchie della Donna amata non sentiranno mai, ma che i suoi occhi forse leggeranno. Quale destino crudele quello di non poter raggiungere la Felicità quando la si vede passeggiare per strada, indossando semplicemente dei jeans e una camicia, ma riuscendo con il suo splendore a coprire le luci dei negozi e a illuminare il viso di chi la incrocia sul cammino della vita.""""" -
Sotto un cielo antico
Una storia di solitudine e di angoscia, con i toni forti di chi ha vissuto esperienze troppo dure e paradossali per non avvertire il bisogno dell'urlo, del dolore irreversibile, della solitudine a cui conduce il timore del mondo, la paura di essere feriti di nuovo. La storia viene costruita indirettamente, sul filo dei discorsi di due amiche: a piccoli passi si delinea una vita solcata dal dolore, ma anche da una terribile insicurezza, da una oscura paura del mondo. Sogni e fantasie danno una momentanea e illusoria pausa, ma tutto torna subito a oscurarsi. -
Mistero di Natale
La Vigilia di Natale vede la famiglia Fade finalmente riunita, in una casa perfettamente addobbata e illuminata da una miriade di allegre luci colorate. Per l'anziana padrona di casa è un sogno che diventa realtà dopo una lunga attesa, ma l'atmosfera di gioia e ricca di aspettative è destinata a svanire in breve, così come la gioia e l'eccitazione che avevano accompagnato i suoi preparativi. -
Peccato morire
Un castello sulla penisola di un lago, i cui unici accessi sono un ponte levatoio e un imbarcadero, diventa il setting di una ""cena con delitto"""" in costume antico. I giocatori, esponenti della buona società e della politica locale, intrecciano le loro storie in una drammatica notte, in cui un assassino senza volto si aggira fra loro, li costringe entro le mura, colpisce spietatamente. Amori, amicizie, rivalità, segreti: tutto viene sconvolto e rimescolato. In questo caos si muove Brenno, master del gioco e già protagonista di """"Brucia anche ora"""". Beffardo e testardo, utilizza le sue doti investigative per risolvere un nuovo caso."" -
L' allegoria del fiume
Il lettore è condotto per mano in una storia familiare che è la chiave per una sorta di iniziazione alla vita, alla comprensione dei suoi meccanismi, all'accettazione del bene e del male, della gioia e del dolore che in essa si celano. Lo stile è lineare, incisivo, semplice senza essere banale, comunicativo. Si usano spesso parole e frasi comuni, che nell'ambito delle varie situazioni si arricchiscono di molteplici sfaccettature di significato. Il lettore sfoglia le pagine di una storia di uomini e donne apparentemente ordinari, ma che sanno diventare una sorta di patrimonio collettivo, costituire quel tessuto connettivo che rende saldi i legami familiari, ne fa un supporto importante per i momenti in cui le circostanze sembrano aggredirci. L'esistenza quotidiana include attività consuete, apparentemente banali, ma anche privilegiate, nel senso che consentono all'esistenza individuale di proiettarsi in una dimensione ben più ampia. -
Ludus in fabula
Fin dal titolo l'autore mette subito in chiaro che di un gioco si tratta, un ludus messo in piedi da lui stesso, disteso sulla fabula delle sue trame e rivolto al pubblico non senza ammiccamenti ed ambiguità. Il lettore sarà dunque incalzato, sballottato, infine spiazzato da questa serie di undici racconti che variano tra i più diversi registri, giocando con la narrazione e le sue norme, sviluppando inediti e stranianti punti di vista, costruendo un universo paradossale e grottesco nel quale le sole stille di verità sembrano venire proprio dalla parola e dal suo valore. Un valore amplificato dall'autore attraverso rimandi a miriadi di altri testi, tracce a volte esplicite, altre volte di più difficile lettura, sempre sparse sulla pagina con la consapevolezza che nulla di veramente nuovo si agita sul fronte della letteratura, se non la capacità della stessa di guardarsi allo specchio e di rileggersi. -
Controracconti
Ironico, a volte sarcastico, provocatorio, a volte sulfureo: questo il mondo dei racconti di Lodovico Ellena. Storie surreali, con un linguaggio sempre in perfetta sintonia con il contenuto. Vengono spazzati via tutti i canoni tradizionali del racconto, in virtù di una visione del mondo che, dietro l'ironia e la provocazione, denota uno sguardo lucido e attento sulle nostre piccolezze, sulle nostre ambizioni, sulle nostre viltà. Emergono personaggi stravolti, ma in cui sono ampiamente riconoscibili i vizi e le piccole virtù di una società che appare confusa e priva di reali valori di riferimento. Il gioco, lo sberleffo, non sono dunque fini a se stessi, ma una corrosiva arma di denuncia di una condizione sociale di confusione e disordine. -
La geometria del tempo
Ogni libro di poesia, in questa luce, è certamente - si può dire - un dono di grazia e di bellezza che ha bisogno soltanto di essere assecondato nei suoi tempi e nei suoi ritmi, e che necessita di pazienza, di respiri lunghi, di inclinazione ad immergersi nei campi e nei dettati dell'immaginario lirico, in cui hanno voce l'individuo e l'assoluto, i frammenti del soggettivo e i gremiti giri dell'universale. E questo è lo specifico tratto di ""La geometria del tempo"""", il volume di Daniela D'Alimonte, calato nel tempo della storia quotidiana, del vissuto di creatura all'insidia dei frastuoni e delle smentite, e declinato, per altri versi, alle sortite dell'infinito, all'ascolto di quel """"tutto"""" che fa profittevole e vantaggioso ogni pensiero e ogni struggimento.""