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Dalle stanze del cuore e della mente. (Poesie 2018)
"Cuore e mente, sentimento e ragione accompagnano la nostra vita, determinano le nostre scelte dando risposte a volte contrastanti, a volte in sintonia come appare nelle due raffinate poesie di Felice Serino. O meglio, due """"tele"""", come quelle esposte alla mostra """"La stanza di Mantegna"""" che raccoglieva i capolavori del museo Jacquemart André di Parigi, a cui forse il Poeta si è ispirato scrivendo le sue """"stanze"""": quella del cuore, che custodisce l'essenza primaria e i sogni dell'uomo e quelle della mente che elabora la materia di quei sogni e nelle quali Felice si stacca dalle pareti e si libra fin sotto il soffitto. Leggendo questi versi il pensiero corre ad un altro capolavoro del Mantegna, """"La camera degli sposi"""" del palazzo ducale di Mantova, la famosa """"Camera picta"""" e, in particolare al suo oculo aperto, che ci cattura e ci innalza fino al soffitto, ci spinge oltre alla conquista di spazi nuovi, quelli creati dal pittore e dal poeta in questi versi"""". (Loredana Borghetto)" -
La mia musa
"Caratterizza la poesia di Agron Shele, poeta di nazionalità albanese, in questa sua recente produzione, una ritornante invocazione, costume già in passato molto in uso in siti dell'Italia posti al Sud e in altre parti della nostra Europa. L'assiduo ritornello all'inizio d'ogni strofa, rende vivo l'argomento e ferma più costante l'attenzione a quanto il poeta va dicendo, struttura che compone tutta la creativa sua funzione. Con questo ostentato, poetico assillo si allarga e si va poi espandendo l'eloquio, che pare non dar tregua. È come un'attenzione posta a se medesimo da colui che scrive e tenzona con se stesso, per non lasciar sfuggire l'argomento, toccandolo e tenendolo serrato, per non farlo fuggire. Anche qui colpisce la variegata e spaziosa sua visione, la gestione audace di ogni argomento, le visioni che fanno da giusta componente e pure da cornice. Sono queste a volte tra l'onirico e il reale, portatrici di grosse suggestioni dal fascino improvviso che incantano e formano l'immagine e rendono preziosa la teca dei ricordi. A volte sono immagini figlie di speranze, v'è pure l'ombra sospetta di una delusione, ma nei richiami vige uno spirito indomito del poeta con la sua passione, appannaggio di colui che sa vedere e intravedere pure nelle pieghe più minute, ove altri non vanno..."""" (Ignazio Gaudiosi)" -
Oltre l'alito dei meli in fiore
"Una ventata di freschezza, luminosità e purezza! Versi che in maniera spensierata semplice e quasi cantabile splendono e spandono profumi e sapori d'infanzia/adolescenza con """"vele spiegate su petali di luce e sogni di candide corolle""""; riaffiora l'essere ragazzi, crisalidi in bilico tra l'età adulta già arrivata e l'infanzia che appare già lontana, quando l'esistenza è una promessa, con la felicità di quegli istanti, il rimpianto e le speranze che caparbie si riaffacceranno ad ogni tornante di Vita, riaffiorano con parole dolci anche al palato """"riccioli di burro spalmati su pane verde"""" """"panna spumeggiante a decorare l'immensa frolla di dessert e magie per l'Anima"""" è davvero una magia di parole in cui ritmi cadenzati sanno scavare con leggerezza nel segreto dei sentimenti scoprendo il nocciolo nascosto e universale: la fioritura, l'eterno ritorno, il segreto della Vita. Bellezza, Grazia, Saggezza, le coordinate per comprendere ogni mistero della Vita saranno date a chi avrà """"saputo guardare oltre i monti, il mare, l'alito dei meli in fiori"""". Poetare pregno di dolcezza e delicata sensibilità"""". (Nina Esposito)" -
Ce l'hai il coraggio di leggermi l'anima e non il volto?
"I versi sono grumi di significato, folate di pensieri riflessioni emozioni. Ma che cos'è la poesia per la nostra autrice? Cosa rappresenta, in generale, per chi scrive? """"Poesia è ricordare"""", """"giardino di memorie""""; e ancora: """"Poesia è uno stato mentale"""", uno stato, una modalità dell'essere. E scrittura, scrivere, incidere se stessi su carta o sullo schermo senza cicatrici di un computer, cos'è? """"Scrivere, a volte, è un disperato bisogno""""..."""" (Maria Lucia Riccioli)" -
Virus. Poesie al tempo del coronavirus
Un virus ci costrinse agli arresti domiciliari. Noi, chiusi in casa, il virus libero di circolare da uno a l'altro e da paese a paese, passare indisturbato, infettando a sua esclusiva scelta. Mai avrei pensato di vivere un tempo di pandemia! Il mondo nel panico, sanità (già allo sfascio) andata in tilt; nessuno sapeva cosa fare e ancora non sa. Molti gli infettati e molti i gravi, tanti i morti in solitudine e senza conforto; bare caricate su camion militari, in funebre corteo, verso la fornace. Tante le lacrime e tanto il dolore, molta la paura tra la gente. La vita si è fermata; chiuse fabbriche e pure le scuole, chiuse le attività commerciali e pure i luoghi di culto; obbligo di mascherine e guanti, distanziamento tra la gente, file davanti ai supermercati, accaparramento di prodotti alimentari e igienizzanti. Uno scenario di guerra! Chiusa in casa (io, osservante, son restata in casa), ho scritto una poesia al giorno; mie emozioni, sentimenti ma anche rabbia per gli errori commessi e l'incompetenza dei potenti; dolore e speranza, ricordi e volo dell'anima... ed è nato questo libro, una piccola testimonianza di questo tempo pandemico. Non è ancora finita, il virus continua a circolare; nuovi focolai si sono accesi in alcune zone dell'Italia e, forse, si potrebbe tornare a chiudere nuovamente tutto... ma io, non scriverò più di ""lui"""", lo ignorerò e lascerò volare l'anima alla ricerca della bellezza, perché, d'ora in avanti, nulla più sarà come prima. Vivremo sempre in compagnia della paura e nella diffidenza verso l'altro. (L'autrice)"" -
Una Vespa, uno zaino, un sacco a pelo, un viaggio
"C'è chi si chiede se, con tutti i problemi dell'umanità, con le pandemie e tutto il resto... parlare di viaggi a che serve? A che serve a chi è impossibilitato a muoversi per i più svariati motivi, inclusi quelli fisici? Chi non va in vacanza che se ne fa di leggere racconti di viaggi altrui? Non è frustrante? Io non la vedo così e penso che anche se non si possa viaggiare in maniera concreta... è possibile farlo almeno con la fantasia, alla maniera antica. Far galoppare la mente verso posti lontani e forse sconosciuti sprigiona un certo entusiasmo misto a curiosità. E se si dovesse leggere invece di luoghi già visti, beh la lettura aiuta a far affiorare quei ricordi. Insomma, viaggiare virtualmente non è poi così brutto..."""". (Giorgio Càeran)" -
Lapilli
«L'autore, assediato dall'assenza presente dell'amata, ci racconta delle fughe comuni e delle proprie fughe (che altro sono i passaggi su luoghi che solo rappresentano motivi della diversità e non tappe del nostos?). Ed è un racconto porto con compostezza dai toni dimessi di una scrittura che non dà spazio alla lacerazione, che non ammette né esplosioni né implosioni. Il canovaccio segue le ragioni di una evocazione lenitiva, protesta la propria innocenza - non ammette né estraneità né responsabilità - attraverso la frequente proposta di interrogativi destinati a comporre, a colmare l'assenza, a richiamare in causa e coinvolgere la presenza assente. Le istanze della lirica sono deliberatamente neglette perché la dolenzia, il malessere implicito si impongono rudemente e permanentemente senza consentire quella metabolizzazione dell'esperienza vitale che è postulato necessario alla creazione estetica... ""Lapilli"""" è certamente il resoconto di un excrucior, ma finisce per rappresentare la descrizione di un'attesa definitiva, il cammino fratturato di una lunga lettera d'amore, di devozione. Quando Stella si sarà allontanato dal ricatto della vicenda umana che qui lo avviluppa, quando cesserà o si ridurrà l'intrisione nel soggettivo, allora torneranno a prendere campo quella ricerca, quelle visioni, quelle magie essiccate che emersero e si fecero ammirare nelle prove poetiche di Miraggi e di Datteri Verdi. Fastoso il respiro della prefazione di Gaetano Gangi ed essenziali gli eleganti tipi dell'Editrice Urso.» (Lucio Mariani)"" -
Schegge... di un copione ingabbiato
"Carmela Monteleone sposa il suo disagio di vivere e lo porge garbatamente all'attenzione degli """"altri"""", per fornire una chiave di lettura che faccia luce sulla esistenza di ciascuno di noi. A una prima analisi potrebbe apparire un pensiero pessimista, privo di luce. Ma bisogna scavare. È un po' come imbattersi in quei """"Lied"""" di Mahler che di primo acchito non coinvolgono l'ascoltatore, per poi rendersi conto che la luminosità che sprigionano è fruibile, vera, scevra da additivi emozionali. La scrittrice definisce la vita come """"un immenso tendone"""", quasi fosse un circo dove ciascuno recita il proprio ruolo, bestia o domatore che esso sia. Dietro il nylon della tenda, la paura di vivere, materica, che si scontra con un'anima ferita, ma sempre disponibile a riprendere il volo..."""" (Presentazione Roberto Rubino)." -
Finalmente mi sposo (Tutto quello che non deve succedere durante la celebrazione di un matrimonio, mentre nel Paese imperversa la Lega Nord!)
Il matrimonio si svolge nel 1992, l'anno in cui la geografia politica italiana cambia perché sconvolta dai processi dell'allora P. M. Antonio Di Pietro. Cade la prima Repubblica, scompare la DC e molti potenti uomini politici da Andreotti a Craxi fino a Forlani, per parlare dei più in vista, escono di scena; intanto si affacciano alla politica Silvio Berlusconi e la Lega Nord. Ci troviamo in una città del Nord. -
Ai figli di Marte
«Angelo Rullini, soprannominando la generazione futura, ""Figli di Marte"""", ci pone di fronte ad un amaro quesito facendoci riflettere profondamente e con amarezza, visto il mondo in cui viviamo: Cosa sarà dei nostri figli? Il poeta evidenzia come l'uomo, nonostante gli sbagli passati, non abbia imparato la lezione del """"giusto vivere"""". A cosa sono servite le ceneri del campo di concentramento di Auschwitz? """"Cosa diranno i figli di Marte delle follie che sorvolano i cieli tenebrosi dove le primavere colorate restano sogni"""". Il caos è sul pianeta Terra. La verità è come dice Angelo. L'unica cosa che rimane da fare è """"raccontare loro dei Beatles"""" e del """"rosso tramonto di Ortigia"""".» (Carmela Monteleone)"" -
I colori del silenzio
Il silenzio è il filo conduttore dei racconti che forse hanno un risvolto pedagogico, nonostante l'autrice, con fare schivo, affermi che una simile idea non l'abbia neanche sfiorata. Per lei si è trattato di un'avventura, perché «scrivere è un modo per lasciare un po' di noi dopo di noi». Eppure al di là del racconto, dallo stile fluido, limpido, traspare la voglia di soffermarsi a riflettere sull'importanza della vita, quella vita che sebbene negata, viene custodita, ad esempio, in una notte di pioggia, da un cane, che va vissuta anche se ci sono le nuvole, quelle stesse che offuscavano il cielo dell'amica Carmela e che ciò nonostante lasciavano intravedere un cielo azzurro. (Gabriella Tiralongo) -
Quegli anni di Salerno
"Questo libro è pubblicato in memoria del mio caro Corrado, che tanto mi ha amato, che tanto io ho amato. Contiene episodi di vita della sua prima gioventù, quando tutto nell'uomo è attesa e speranza, sogni di un domani colorato e stupendo. I brani in esso contenuti sono stati, indicati e, in parte, organizzati, da lui stesso, negli ultimi giorni della sua vita e anche il tema della copertina e il titolo fu scelto da Corrado, in questa foto giovanile, insieme ai suoi amici di allora, Sandro e Gianni, a Salerno, (quando ancora non ci eravamo incontrati), seduti su un muretto con le spalle rivolte verso il mare, sul lungomare di Salerno. Sono stati gli amici con i quali condivideva la camera al collegio """"Genovesi"""", amici per la pelle, mi raccontava, e così mi dissero anche loro, da me contattati dopo la sua scomparsa. Questi brani, questi racconti appartengono al tempo dei suoi anni vissuti a Salerno, quando fu mandato dalla madre a studiare, dapprima in collegio e poi in una pensione di via S. Eremita, dove le nostre vite si sono incrociate. Nei racconti si ritrovano i luoghi, le persone e gli accadimenti che caratterizzarono la sua vita in quegli anni."""" (Maria Pina Astuni)" -
Artemisia e altri cinque racconti
"In quest'ultima prova narrativa Vincenzo Fiaschitello affronta temi di scottante attualità, pur se calati in epoche storiche diverse. Un ciclo di sei racconti, sei piccoli gioielli, che offrono al lettore interessanti spunti di riflessione, ambientati ciascuno in cornici spazio-temporali diverse. Sicuramente la varietà è la cifra stilistica che connota questa raccolta, unitamente alla volontà di dare voce a personaggi rivoluzionari ma spesso """"incompresi"""" nel passato e poi rivalutati dalla critica moderna come Edmondo De Amicis, stroncato dalla feroce opposizione del Carducci, che lo aveva stigmatizzato come Edmondo dei languori, o Artemisia Gentileschi, che secondo gli stereotipi di genere del Seicento non poteva essere """"pittora"""". Ciascun racconto è costellato dalla presenza di personaggi minori, protagonisti di excursus in stile manzoniano. La particolare attenzione alla ricostruzione storica, il lavoro di ricerca e indagine certosina fanno di alcuni racconti delle vere biografie; ma anche la presenza di fatti reali attorno ai quali poi si costruisce il racconto, il disastro aereo delle Ande del 13 ottobre 1972, l'occupazione anglo-americana in Sicilia, l'attualissima citazione della pandemia da Covid 19. Insomma fatti reali e luoghi concreti, ma anche un ammiccamento al mondo del fantastico, raccontato con la leggerezza del fanciullino che vive in ogni poeta"""". (Erminia Camarra)" -
Saggi brevi di politica economica, culturale e sociale
"Il seguente volume di saggi - e non solo - ha un denominatore comune, malgrado i sette capitoli iniziali siano stati scritti in periodi diversi della mia vita. Sono stati prescelti fra tanti proprio perché rispondono a uno stesso tema o denominatore comune: tutti in ordine cronologico spiegano le origini e l'evoluzione della nostra società moderna, borghese e capitalistica. Si può dire senza ombra di dubbio dagli albori e dalla costituzione di valori universali, quali la libertà, la solidarietà, l'individualismo, la tolleranza, la proprietà, cioè i valori portanti dell'Illuminismo, ai nostri giorni in cui questi valori sono diventati carta straccia e purtroppo hanno prevalso valori negativi che gradualmente stanno distruggendo la nostra società"""". (L'Autore)" -
Nero... ma bello. Antonio di Noto detto l'Etiope
Presentiamo la vita documentata di Antonio di Noto, detto l'Etiope per il colore della sua pelle e per l'origine africana. Strappato ancora ragazzo dei pirati alla natìa Barca o Barce, in Cirenaica (Libia), egli visse da schiavo domestico per quarant'anni ad Avola e Noto (Siracusa). Tutti lo ebbero amico: lo chiamavano familiarmente Cio Antoni (zio Antonio). Reso libero, visse eroicamente l'esperienza eremitica nel deserto dei Pizzoni. La santità della sua vita si misura dalle capacità da lui dimostrata nel decifrare gli avvenimenti e i problemi del suo tempo con il contributo umile di lavoro, di fraternità e di mitezza. -
Papà, andiamo a Santiago? Padre e figlia sul cammino portoghese
«Papà, facciamo il Cammino di Santiago de Compostela? Questa è stata la richiesta che mia figlia Chiara fece un anno prima. ... ma anche ""perché chiederlo a me?... Perché ho accettato l'invito di mia figlia? Chiara ha una certa età chiamata adolescenza, ma anch'io ho già una certa età il cui tallone d'Achille potrebbe essere un entusiasmo non molto forte che rischia di scemare di fronte alle varie difficoltà. Almeno in teoria questa potrebbe essere l'incognita di chi non è più giovane. C'è una ricetta per ritardare l'invecchiamento? Sì, camminare il più possibile e farlo qualche volta con passo spedito, salire le scale, ridurre la quantità di pasti, evitare di fumare, contare di raro gli anni... affinché lo spirito che abbiamo dentro non se ne accorga. Ciononostante, mi si può far notare che, indipendentemente da come si affronta l'esistenza, presto o tardi s'invecchia e ci sono esperienze che non ci sono più concesse se non tramite il racconto di altri.... Abbiamo considerato che la cosa più importante sia cercare sempre di avere sogni da poter realizzare; pregustare il viaggio era diventato un buon sogno, allenati o no saremmo partiti... E così, martedì 18 giugno 2013, Chiara ed io siamo dunque partiti.» (Giorgio Càeran)"" -
La me Sicilia
"I canoni della bellezza e della musicalità pur complementari l'uno all'altro non esauriscono la forza della poesia. La voce del poeta è un grido, un lamento, un sussurro, un bisbiglio ove prende corpo un'emozione, l'amore, il dolore e la sofferenza. Il poeta è figlio del suo tempo e in quanto tale ne deve essere testimone e voce autentica in relazione alla sua capacità di interfacciarsi con i vari aspetti dell'esistenza. Sostanzialmente la poesia non si programma in quanto è una forza interiore, fulminea ed istantanea, che la sensibilità del poeta scatena e cristallizza in versi affinché il sia pur effimero battito di vento non li disperda nelle maree dei giorni. Lungi dal dilungarmi, ritengo che a parlare siano i miei versi o forse... le mie poesie."""" (L'autore)" -
In un tributo alla vita
"Scrivere per me, è conservare in uno scrigno prezioso i pensieri, per ricordare, come in un tributo alla vita, tutto ciò che vedo, osservo, conosco, leggo e sento. Amo annotare, fermare i pensieri, fissarli per non perderli, per ritrovarli al di fuori della mente, in un sorriso perduto, in una lacrima interrotta. Scrivere è la nostra memoria, quello che resta dei giorni, d'insonni notti, di sogni passati e di quelli futuri... La lettura, non è altro che l'interpretazione dell'universo in cui l'uomo vive, ricerca, soffre, realizza, sogna, cade, piange, cerca conferme... vive. Cos'è il mondo, la stessa vita, se non un libro aperto su tutto ciò che ci circonda?"""" (Maria Pina Astuni)" -
Frammenti di vita
"Ogni verso è intriso di emozione, passione, dolore a volte. L'unione delle anime, la ricerca di un equilibrio difficile, il fuoco intenso che brucia i corpi: tutto fluisce, scorre. Solo il ricordo si sedimenta, più pesante dei semplici pensieri, come le pagliuzze d'oro che si staccano dalla massa dei detriti e rimangono per secoli incastrate nel letto dei fiumi. E nel setaccio della vita, quella memoria si trasmuta ora in rivoli di inchiostro. Loredana si mette a nudo, ci mostra il suo cuore, lo dona a noi senza filtri né censure. Si sfoga a volte, piange senza lacrime, perché le sofferenze scorrono dentro e fanno più male. Canti e pensieri, che solo formalmente dividono l'opera in due, si intrecciano in un coacervo di sentimenti che fanno immergere il lettore in un'opera unica, ricolma di un """"io"""" frastagliato, di un """"noi"""" a tratti meraviglioso, a tratti pieno di amarezza per un tempo perduto. La poesia si trasforma in """"ditirambo""""; è passione corale, è danza collettiva che si eleva ad incensare i momenti di sacro fuoco. Così anche gli astanti vengono trascinati vorticosamente nell'incedere dei versi, nel loro divenire musica, colore, materia diafana..."""" (Cristiano Parafioriti)" -
Le candele dell'anima
"Nel lontano 1979, il poeta Brahim Avdyli, partiva dalla sua patria, il Kosovo, lasciandosi alle spalle le radici, sia quelle culturali sia quelle del cuore, e si proiettava verso un nuovo futuro in Svizzera, ben conscio dell'asprezza legata a ogni esodo, con un bagaglio di umanità e di speranze, ma soprattutto con un carico straripante di poesia. Chi è costretto ad abbandonare la casa, gli affetti, il proprio paese, vive per forza di cose uno sradicamento; Brahim Avdyli, grazie al suo mondo interiore, riesce a contrapporre a questa vertigine inquietante la vastità della poesia. Oggi, con questa raccolta di versi, il poeta si apre e si confronta anche con il pubblico di lettori in lingua italiana."""" (Lucilla Trapazzo)"