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Piena di grazie. Quell'indimenticabile 10 luglio 1943
In un racconto della memoria Maria Suma ci parla di sua nonna, del pellegrinaggio ad Avola Antica del 2 luglio per la Madonna delle Grazie, dello sbarco degli Alleati nella notte tra il 9 e 10 luglio del 1943 e dei valori di quella figura femminile impegnata in tanta attività sociale fino agli ultimi anni della sua vita. -
Miglior metodo per risolvere la crisi
Sono finiti i tempi in cui il protagonista pensava a divertirsi e a voler trovare una donna vogliosa di far sesso molto presto. La sua rinascita intellettuale, dopo mesi di sofferenza è realistica quanto il progetto di trasformare il nostro continente in un unico stato imperiale. Si è sentito in obbligo di trattare l'argomento lussuria nella sceneggiatura, presente assieme al ""Business plan"""". Le sue richieste verranno appagate. Quando? Non deve avere fretta... Post scriptum: C'è una giustizia interna nelle carceri che gli renderà possibile la trasformazione delle case di reclusione!"" -
Ricordi e pensieri a nuovo
Questa raccolta poetica è una passeggiata tra le emozioni dell'autrice. Emozioni ispirate dall'amore che lei nutre per la natura e la bellezza del creato. Come sottofondo c'è, quasi sempre, il vento come colonna sonora; la sua musica che cambia a seconda se è arrabbiato o se cinge in un delicato abbraccio. Altri protagonisti sono il mare, che l'autrice considera amico, la sua voce e il suo brontolio; i fiori dei prati, gli uccelli in volo nell'azzurro cielo e i loro gioiosi canti. Possiamo notare, anche, momenti di tristezza e sconforto in ""Triste son oggi"""" e """"Anima mesta""""; il pensiero alla morte in """"Ultimo viaggio""""; il timore della notte e dei suoi misteriosi rumori e del buio e le sue ombre come pure la gioia di un nuovo giorno che si affaccia sulla vita delle genti. A volte si nota una stanchezza del vivere e il non ritrovarsi nell'attuale mondo che si è allontanato dal suo creatore e che non rispetta più madre natura. Ma nell'animo dell'autrice regna sempre quel filo di speranza affinché tutto possa cambiare e tramutarsi in meglio."" -
Poesie del cuore. Poesie senza tempo
... Linguisticamente i versi di La Sala presentano ampia aggettivazione, generale, dislocata e a volte nominale, in cui prevale l'ipotassi; invece i termini dialettali e le intere poesie in dialetto, più compatte di quelle in lingua, esprimono più forte il radicamento, il ""luogo"""" ombelicale, il perimetro sacro dell'esperienza entro in cui si è svolta o si svolge la vita, percorsa con un occhio minuziosamente amoroso. Spesso infatti, sono gli occhi della mente, del cuore, del ricordo a riempirsi d'emozione, velati però di malinconia in questi continui flashback (non è causale che i verbi siano spesso al passato). Perché nei suoi versi c'è la gratitudine, che può diventare preghiera, verso la vita, cantata con musicale delicatezza, con inafferrabile nitidezza e semplicità del linguaggio, ma c'è anche la nostalgia per quella """"aurora"""" ormai persa e la """"notte"""" che incombe (""""la vita è/una zattera galleggiante/che va alla deriva""""). (Prof. Francesco Martillotto)"" -
L' arte della sopravvivenza
In questa raccolta poetica non s'intravede un filo conduttore o meglio il motore propulsore è un pensiero di libertà, la necessità di ubbidire a un ordine precostituito che impone di fantasticare al di là della ragione; un canto primordiale che ha visto nel lontano 2006 il mio debutto in poesia, d'altronde se la poesia è vita, come scriveva Leonard Cohen, e la tua vita arde, la poesia è la cenere. Ad un'ipotetica intervista sulla mia poetica, mi piacerebbe rispondere con una composizione del 23 ottobre 2010 di Bob Dylan al quale quest'anno è stato assegnato il premio Nobel per la letteratura: ""Se mi sento un poeta? Qualche volta. È parte di me. È parte di me il convincere me stesso che sono un poeta. Ma ci vuole molta dedizione. Molta dedizione. I poeti non guidano. I poeti non vanno al supermercato. I poeti non svuotano la pattumiera. I poeti non fanno parte dell'Associazione dei genitori e insegnanti. I poeti non vanno nemmeno a fare picchetti davanti all'ufficio delle Case popolari, o qualunque altra cosa. I poeti non parlano nemmeno al telefono. I poeti non parlano con nessuno. I poeti ascoltano molto e... di solito sanno perché sono poeti! (L'autrice)"" -
Non chiamatele poesie
La prima cosa che salta all'occhio di queste «poesie», se così le vogliamo chiamare (e l'autore stesso, come vedrete se deciderete di proseguire nella lettura di questo libercolo, nutre più di un dubbio in proposito), è che non sono per niente poetiche. C'è sì, qua e là, il gusto dell'aggettivazione inusitata (pur senza giungere all'ossimoro), qualche maldestro tentativo di metafora e l'uso di un linguaggio talvolta ricercato. C'è, soprattutto, la pretesa di fare in modo che la lettura, come si dice nell'esoterico gergo degli insegnanti di letteratura dozzinale, «suoni bene». E poco altro. L'autore non nasconde che il suo principale scopo era avere un libro col suo nome in copertina, e già sta rallegrandosi del successo ottenuto. Egli non dispera, comunque sia, di trovare chi apprezzi i suoi modesti tentativi di fare, se non poesia, almeno una buona prosa in versi, e si augura che certe sue riflessioni (alcune delle quali decisamente datate: si tratta di una produzione che spazia dalla fine degli anni 80 del secolo scorso ai giorni nostri) possano costituire materia di interesse per un numero di lettori che non intende quantificare. -
Voglia di libertà
"Fin da fanciullo e fino alla mia tarda età, ho messo in versi, anziché in un diario, le mie emozioni vissute personalmente o per mezzo di altri. Immagini terribili proiettate dalle tv all'epoca della guerra civile in Libano, mi hanno ispirato: """"Barbarie di guerra"""" e """"Un sogno pericoloso"""". """"Guerrigliero"""", è dell'epoca della guerra di Cecenia. Le ho scritte in rima libera perché è quella che mi si confà. Da questa raccolta sono rimaste fuori le satire e le favole, tranne due eccezioni: """"La solita volpe"""", che svela la vera essenza di chi si nasconda facilmente sotto un ideologismo che va di moda, mortificandolo; """"La corazza"""": sfido ognuno di voialtri a non trovare un invidioso a voi """"molto vicino"""". Perché queste poesie escono dal cassetto proprio ora? La principale causa è il mio invecchiamento che, portando a una riduzione del numero dei miei neuroni, ha determinato un abbassamento della soglia del pudore che ha messo in mostra la mia vanità, via via gonfiata dall'incoraggiamento di moglie, figlie e amici. Le mie scuse ai poeti veri."""" (L'autore)" -
Argento
"Un amore grande, un amore lungo una vita, un amore per l'eternità. I versi profondamente lirici di Alessandra Nateri Sangiovanni cantano quest'amore. Alessandra ha un cuore immenso e un amore infinito e denso da donare all'uomo che ama e che abita nel suo cuore. 'Sei tu che mi risvegli il cuore/ ogni momento'. Nel lungo cammino dei venticinque anni di matrimonio che hanno seguito i dodici di fidanzamento, l'amore è stata la certezza assoluta che ha riempito di sicurezza anche i momenti più bui, più tristi, illuminandoli e facendoli emergere in una nuova e migliore realtà. Questi vibranti versi sono la testimonianza di tutto questo, sono il sigillo definitivamente posto sul cuore di due persone che conoscono veramente l'amore, la gioia, la complicità di vivere insieme. La lontananza che da qualche tempo ha portato altrove il marito per lavoro, tinge di nostalgia alcuni versi, velandoli di malinconia, come cristalli di neve che offuschino gli occhi, come veli di nebbia che nascondano il sole."""" (Ornella Ferrari Gigante)" -
Lussureggia il silenzio
"Le parole di Mimma Raspanti si fanno strada per forza di natura, con la solennità di un grande fiume che scorre sempre e sempre resta. Questa lettura ci racconta il flusso ma anche l'eternità oltre l'impermanenza. Sono dettate dal cuore ma non hanno niente di sentimentalismo. Piuttosto sgorgano dal cuore come il fiume dalla sorgente. Leggerle è stare seduti a guardare l'acqua che passa. Non è una poesia di sfogo, uno sfiatatoio di ansie dell'esistenza. È una poesia che viene ospitata come una grazia trascendente. Le parole, a questo livello, non sono più nostre, semplicemente chi scrive le """"sente"""", le accoglie, le vede scorrere, appunto. Ma per """"sentire"""" bisogna sedersi là dove """"lussureggia il silenzio"""", distruggere tutto ciò che si può distruggere, arrivare al vuoto e dentro quel vuoto ecco l'Indistruttibile. Una specie di energia divina, di primavera. Sentire la poesia come messaggio da una realtà trascendente, una grazia segreta. Il linguaggio è classico, una cassa armonica in cui risuonano ancora gli echi della poesia greca, ma è semplice, puro, non ha nessuna superfetazione. Segue il senso del Mediterraneo, del vivere, del morire."""" (Baldassare Carollo)" -
Sensazioni
"Un 'mélange' di versi, in questa nuova raccolta, in cui si mescolano le realtà attuali a quelle di ieri, in un poetare svariato e variegato. È sempre lei, nella sua abituale duttilità, a spaziare senza timore nell'ambito del quotidiano oppure nelle problematiche di una poetica colta o di rottura. Non ha torto se ama specchiarsi nelle parole della sua lirica 'Sensazioni', in cui si definisce 'cuor d'aquilone, di carta d'arance che brucia nei bordi e vola improvvisa', ponendo così l'accento sulla sua spontaneità in grado di convivere con la severa formazione di insegnante. Per lei la poesia è un gioco espressivo essenziale ed armonico, ma soprattutto un'occasione di sfogo sincero, onde poter - ogni volta - ricominciare."""" (Eugenio Modesto)" -
Nella competizione globale
Dopo aver scritto e pubblicato sette sillogi poetiche, mi corre l'obbligo precisare questa nuova, l'ottava, che nasce con un titolo che mi piace: ""Nella competizione globale"""". In effetti, la competitività è materia di tutti i giorni, in un mondo che cambia con regole veloci, o meglio, con precise leggi: di mercato, di cultura, di cose che si muovono con estremo dinamismo, rinnovandosi con una rapidità davvero sorprendente. Ho pensato questo. Le vie di comunicazione, nella moderna società odierna, peraltro, sono così tanto sofisticate e intelligenti che si sono ampliate e ammodernate, permettendo altresì a persone di relazionarsi, tra loro, mediante specifiche professionalità nel campo del lavoro. Tutto ciò grazie anche al digitale, ovvero, il web, uno strumento assai efficace, molto indispensabile, introdotto con lo scopo di accorciare le distanze, in relazione tra persone che lavorano, studiano, oppure si dedicano a ricerche mediche o scientifiche, o che si danno appuntamento per eventi culturali. (L'autrice)"" -
La quinta stagione che mi governa
Il poeta è uno speleologo che scava nella caverna delle proprie immagini, osserva la vita e i suoi inganni imbattendosi, infine, nel tesoro più prezioso, la libertà. Questa ""sporca libertà"""" che ci disorienta ogni volta che ci ribelliamo al geometrico disegno della vita per raggiungerla. Una vera e propria sfida all'esistenza materiale a cui, a volte per consapevole rassegnazione, altre per cieca fedeltà ad una vaga idea di dovere, ci abbandoniamo senza gloria. Nessun atto eroico, solo imparare ad affrancarci dal piano che viene cucito come seconda pelle sul nostro volto impendendone le espressioni più spontanee e riuscire, finalmente, a sorridere con sprezzante ironia alla dittatura delle abitudini """"Il Mattino ha l'oro in bocca ma anche una faccia di bronzo a presentarsi così presto..."""". Liberarci e liberare il tempo dalle pressioni del futuro per restituirlo al passato dimenticato troppo in fretta, un passato da cui ripartire per riscoprirci consapevoli. (Giusy Monforte)"" -
Ad altezze segrete. Poesie sparse 2002-2016
"Nell'opera di Serino si nota una pedissequa attenzione nei confronti di isotopie, immagini costruite nelle loro archetipiche forme, che ricorrono, si susseguono, si presentano spesso perché necessarie; esse non sono solamente immagini che identificano o denotano qualcosa, ma simboli, metafore, mondi interpretativi altri: il sogno, la luce, il cielo, il sole, tanto che permettono di considerare la poetica di Serino come celestiale proprio per il suo continuo rovello sull'aldilà, onirica perché fondata sull'elemento del sogno del quale si alimenta tanto da non poter dire spesso con certezza quale sia la linea di demarcazione tra realtà e finzione. Il concetto di tempo è ristrutturato da Serino in chiave esistenziale."""" (Lorenzo Spurio)" -
Nei rintocchi della sera
"In questa sua terza raccolta, la poetessa esprime ancora una volta il suo mondo interiore, intessuto, come fosse una fitta trama di amori, amicizie, """"maschere"""", dolori, denuncia sociale, speranze e malinconia. Il suo spaccato quotidiano appare manifesto ai nostri occhi tramite fotogrammi di vita che si figurano nella nostra mente, che immaginiamo se chiudiamo gli occhi, grazie allo stile lineare e incisivamente descrittivo dei suoi versi. In varie poesie si ostenta la vulnerabilità dell'uomo nutrita di incertezze ed errori che costellano la vita di ciascuno di noi, ma anche di realizzazioni ottenute lottando contro il nostro tempo, troppe volte crudele. Ogni poesia richiama persone, eventi, situazioni particolari che le hanno lasciato un segno indelebile e la poetessa vuole ricordare, emozioni particolari suscitate anche da chi non c'è più ma continua a vagare nel suo animo poetico."""" (Lucia Settineri)" -
Quello che vorrei
Questa breve raccolta di poesie nasce così, nei temi e nelle intenzioni, è il salvagente di chi scrive, come una personalissima richiesta d'aiuto, ed indaga quindi i sentimenti più semplici, ed i più intimi. Canta il dolore, perché la lirica possa esorcizzarlo e forse lenirlo in qualche modo, nelle composizioni ""Canto triste - Dolore"""", si pone l'accento sul dolore per una scomparsa; nelle poesie """"Manchi"""" - """"Piango"""", il dolore nasce dalla consapevolezza della malattia, inesorabile ed incurabile, che porta al """"deliquio dell'anima"""". E lo stesso dolore porta inevitabilmente la mente ai ricordi, a rimpiangere il passato, che racchiude la spensieratezza, che ricorda la presenza dei cari scomparsi, come ripete il verso """"Vorrei sentire la voce... e fermarmi ad ascoltare,/questa volta,"""" nella lirica """"Quello che vorrei""""."" -
Ritorno. Ai colli Euganei e un po' più in là
Viaggiatrice nel corpo e nell'anima. Esploratrice per eccellenza. Occhio vigile e attento. Puntiglioso orecchio e verbo. Animo generoso e buono. Edile nelle origini, ma soprattutto nel cuore. Artefice di una nuova silloge, che si apre inevitabilmente con un viaggio - lei ""nata con la valigia in mano"""" come suole dire mamma Bruna. Un viaggio a ritroso. Punto di partenza: un ritorno. Ritorno fisico: alla natura e ai propri Colli. Ma soprattutto un ritorno - grazie a quella natura e a quei Colli, potenti suoi artefici e validi strumenti - a un che di decisamente meno materico; a un quid più introspettivo, spirituale, interiore; al sapienziale; al non tangibile; a quel """"un po' più in là"""" talvolta così vicino, eppure così spesso inafferrabile e lontano; ma sempre e comunque potentissimo in ogni dove. La natura e il cuore, strumenti e navigatori indefessi nel tracciare gli itinerari e le vie del Viaggio e suo relativo, e più profondo, interiore divenire."" -
Continuo presente
Il Tempo è la misura propria dell'essere umano, tende a ridurre tutto alla sua dimensione ed è vissuto dalla società come chimera della propria esistenza, Tempo ""uno e trino"""" cantato nei respiri del presente ma non con rammarico/dolore. Sono versi limpidi, ricchi di metafore ed immagini che non scadono mai nel prosaico e ornati da un lessico di rara forza incisiva da cui traspare la consapevolezza di una donna che ha saputo cogliere i nodi profondi della sua fragilità ed insieme della sua forza; è un canto pervaso da una serena armonia, è gioia della parola ritrovata, è coscienza di non essere vissuti invano, è accettazione della Vita nella sua continuità nonostante vi sia un presente """"ramingo orfano d'amore"""" e malgrado """"i pesanti mattoni e le perdite che gravano sul cuore"""" e dalla memoria, """"quell'archivio arruffato del tempo"""", la poetessa sa estirpare la radice che nutre la bellissima sensazione di abbandonarsi alla paura di essere umani... (Nina Esposito)"" -
Teocrito Di Giorgio. Poeta, scrittore, traduttore
"Mi sento in dovere di manifestare un sincero rincrescimento per il fatto che un valido scrittore locale e la sua produzione letteraria sono stati ignorati per troppi anni; e il dispiacere è più amaro se penso che Di Giorgio continua tuttora ad essere ignorato persino da tanti operatori culturali della nostra città. Certo, l'aver lo scrittore trascorso gran parte della sua non breve vita lontano dal paese natio ha fatto sì che da parecchio tempo ormai si sia disperso, ad Avola, il ricordo di lui; ma gli oltre venti anni che sono trascorsi dalla pubblicazione del suo romanzo """"Un pugno di case"""", che è un'autentica testimonianza d'amore verso il proprio paese, senza che nulla si sia fatto per divulgarlo e farne apprezzare il valore artistico, rappresentano la prova troppo evidente di una nostra mancanza nei riguardi di uno degli artisti cui la nostra città ha dato i natali."""" (Salvatore Salemi)" -
Lo strano caso dell'abbazia e altri racconti
"[...] V. Fiaschitello approda al racconto breve, dopo un'intensa produzione nel campo della poesia lirica. La stessa passione per la vita e per i fatti del mondo, espressa in versi, lo spinge a questa nuova scrittura. La parola, detta o scritta, è per l'autore il mezzo più specificamente umano per ricomporre un ordine e un senso nel rapporto col mondo, per fare del Caos dell'Esistenza un Cosmo accettabile e vivibile. Il filo rosso che unisce i venti racconti di quest'opera è dato dall'accezione che la vita dell'uomo è situata nel mondo, in una condizione ambigua e precaria, esposta al conflitto, ma anche alla necessità di unirsi nella vita sociale, per darsi aiuto reciproco, per soddisfare i bisogni naturali di procacciarsi il cibo per vivere, di proteggersi dalle calamità naturali ed altri... Fiaschitello scrive i racconti, perché è innamorato della vita. Per questo motivo, oltre alle situazioni compassionevoli, mette in scena necessariamente anche personaggi buffi, esilaranti, che rappresentano il lato comico o tragi-comico della realtà, per trarne piacere dalla parola scritta e trasmettere buon umore al lettore..."""" (Domenico Gilio)" -
Compagni di viaggio
"... Sembravano pensieri buttati così, ma avevano una propria logica a ben vedere e neanche senza cercarne troppo il senso. Tutto era trasparente, focalizzato in un'ottica ridente e malinconica, a volte ironica anche, il modo mio d'intendere la vita e le sue cose, quei desideri, quelle nostalgie che ci colgono e che incalzano sempre i nostri giorni..."""". (Corrado Carbè)"