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Geopolitica. Manuale della scienza delle civiltà
La geopolitica è un vero e proprio strumento, o meglio una scienza che si presta ed essere strumento per comprendere le civiltà. Dopo essere stata a lungo considerata una ""scienza indegna"""" fra le scienze politiche, una sorta di composizione di modelli interpretativi interdisciplinari per le relazioni internazionali, finalmente con questo testo Aleksandr Dugin offre una geopolitica che, tenendo presente la sua dimensione essenzialmente metafisica ed etnosociologica, acquisisce a pieno titolo il proprio posto e diviene indispensabile per la comprensione del tempo presente e di ogni scontro di civiltà dell'intera umanità."" -
Allenare gli allenatori. Perché si impara a giocare giocando
"Allenare gli allenatori"""" è un contributo fondamentale alla riflessione teorica e metodologica che sta rivoluzionando il calcio italiano. Infatti, la Scuola Allenatori di Coverciano, di cui Francesco D’Arrigo è docente, sta trasformando i programmi di studio, diffondendo idee innovative e stili di gioco spettacolari tra i mister italiani. In questo processo, i due precedenti libri di D’Arrigo, """"Il senso del gioco"""" e """"Il primato del gioco"""", hanno un ruolo importante. In """"Allenare gli allenatori"""", scritto con Claudio Albertini, l’obiettivo è aiutare gli allenatori a trovare il proprio stile e il proprio metodo per migliorare l’espressione delle competenze dei giocatori. Fedeli alla massima di José Mourinho, «Chi sa solo di calcio, non sa nulla di calcio», gli autori affiancano riflessioni di natura scientifica, psicologica e filosofica alla materia calcistica, con importanti novità didattiche per l’allenamento. Interpretano dal punto di vista pratico e metodologico le recenti acquisizioni degli studi sul ruolo del sistema nervoso nell’ambito della motricità umana. Inoltre analizzano i contributi offerti dagli “studi sulla complessità”, che insegnano che non si può sezionare in parti ciò che per sua natura è indivisibile. Il sentiero indicato dagli autori riporta infatti il Gioco al centro della programmazione didattica. Si tratta di un cambio di direzione sostanziale – in un certo senso un ritorno al passato – rispetto agli approcci analitici e parzializzanti che negli ultimi decenni hanno egemonizzato il campo. È necessario cambiare prospettiva, passando da un approccio analitico, che scompone il sapere nei suoi componenti elementari (tecnica, tattica e preparazione fisica), a un approccio sistemico, che favorisca il passaggio a un “sapere situato”, riferito a un contesto operativo in cui agire. La conclusione è perentoria: solo le esercitazioni riconducibili alla realtà del gioco migliorano la qualità e la rapidità delle scelte dei giocatori. In definitiva si impara a giocare giocando." -
A voce spiegata. Diario di bordo sulle rotte della vocalità
"A voce spiegata"""" è rivolto a quanti nella voce trovano il proprio strumento di lavoro, di poesia, di conoscenza e di comprensione di sé stessi e degli altri. Per gli attori e cantanti che desiderano indagare in un campo che studia ciò che dovrebbero conoscere della propria voce prima di abbracciare una specifica tecnica, stile o estetica. Per quanti desiderino fare della voce uno strumento potente di indagine della propria forma di esprimere la complessità delle componenti logiche, emozionali, gestuali, relazionali del discorso. Per drammaturghi che devono conoscere come avviene il passaggio dalla parola scritta alla parola detta. Per chi studia la psiche e ami coglierne le manifestazioni attraverso la voce. A voce spiegata si articola in tre sezioni. La prima si propone di creare una cornice epistemologica e interpretativa del fenomeno vocale cercando l’origine antica e profonda delle sue manifestazioni comuni e straordinarie per cercarne e dimostrarne i significati e le implicazioni. La seconda parte si delinea per immagini che hanno il potere di sintetizzare e stimolare la comprensione delle problematiche della voce e individuare l’esperienza psichica e corporea sottesa a ogni azione vocale. La terza parte mostra, infine, come avvengono e come si articolano" -
Il poeta d'oro. Il gran teatro immaginario di Giuliano Scabia
Il volume di Massimo Marino racconta la storia e le opere di Giuliano Scabia (1935-2021), uno straordinario poeta, drammaturgo, narratore e affabulatore tra il Novecento e oggi. Dagli inizi degli anni Sessanta del Novecento Scabia ha rotto i canoni della tradizione teatrale, dilatando la scena, praticando un teatro a partecipazione che è andato nei manicomi, in paesi della montagna e della pianura, in quartieri periferici e centri storici di città, in festival internazionali. Scabia ha avuto un ruolo molto importante anche nelle azioni di Franco Basaglia degli anni Settanta, che hanno condotto alla chiusura dei vecchi manicomi con la legge 180 del 1978. Infatti portò a Trieste la sua idea di Teatro Vagante, che incontra e coinvolge il pubblico nelle strade e nelle piazze. Insieme ai ricoverati nell’Ospedale psichiatrico triestino fece nascere il Marco Cavallo. È un grande animale di cartapesta, che in una domenica di sole uscì nelle strade di Trieste accompagnato da un corteo entusiasta e invincibile di «matti», dottori, infermieri, volontari, studenti, abitanti di Trieste in una grande festa. Ha insegnato per più di trent’anni al Dams di Bologna, mettendo alla prova nei suoi corsi testi e convenzioni teatrali (il libro Scala e sentiero verso il paradiso, pubblicato postumo nel 2021 da La casa Usher, documenta questo percorso). È autore di numerose opere teatrali, poetiche e di narrativa, in gran parte pubblicate da Einaudi. -
Il segreto della rondine
Uno scrittore, entusiasta viaggiatore e collezionista di fotocamere, acquista in una bancarella una macchinetta degli anni Cinquanta da un personaggio intrigante e ambiguo. La sua attenzione si sposta ben presto sulle storie che il cimelio ha vissuto e immortalato; e così arriva Lucia, che insinua dubbi, fa vacillare certezze e porta un finale inaspettato. -
Giocamuseo. Guida per bambini al Museo Archeologico del Chianti senese. Con app
Età di lettura: da 7 anni. -
Playmuseum. A children's guide to the archaeological museum of Sienese Chianti. Con app
Età di lettura: da 7 anni. -
A tempo di danza. In armonia grazia e bellezza
Un percorso intrecciato fra danza e bellezza che, arricchito da una selezione di affreschi sul tema dalla medesima area vesuviana e da una scelta di gemme dalla stessa collezione Farnese, prende vita dal dialogo culturale ed artistico instauratosi fra le opere, elette a personificazioni insieme astratte e materiche, giacché concretate nelle forme nell’arte, dell’assolutizzazione dei due stessi concetti. -
L' opera in versi. Ediz. russa e italiana
I testi qui raccolti coprono l'intera produzione poetica di Mandel'stam edita in volume quando era in vita: ""Kamen'"""" (La pietra), del 1913, """"Tristia"""", del 1922, e la sezione aggiuntiva al volume """"Poesie"""" (1928), che comprendeva le due raccolte precedenti e una terza parte intitolata 1921-1925. Si presenta inoltre un'ampia selezione delle poesie pubblicate postume o solo in rivista. Osip Emil'evic Mandel'stam (1891-1938) fa parte di una generazione di scrittori di lingua russa che costituisce quasi un unicum nella storia della letteratura mondiale per la schiera di astri intramontabili che ha generato: Anna Achmatova, Marina Cvetaeva, Boris Pasternak, Velimir Chlebnikov, Sergéj Esénin, per citarne solo alcuni. In mezzo a loro Mandel'stam si staglia fin dall'inizio con naturale autorevolezza come la voce di spicco, come un talento ineguagliabile di quelli che in ogni secolo si contano sulle dita di una mano. E il regime staliniano ben vede questo suo potenziale, lo arresta una prima volta nel 1934 e in seguito, dopo più di tre anni di esilio a Voronez, lo invia in Siberia, dove muore di stenti in un lager di transito nei pressi di Vladivostok. Gaio Zappi (Bologna, 1964), traduttore e poeta, si è confrontato con questi testi per oltre un decennio. Per tentare di far sì che la vita non «sfugga via dalla traduzione poetica come la lieve polverina delle ali delle farfalle», è stato in grado di chiamare a raccolta le voci maggiori della tradizione letteraria italiana e di coinvolgerle a turno nei suoi versi di traduzione, riuscendo anche a far fiorire quegli embrioni di italiano e di Italia onnipresenti nella produzione del poeta (Dante, Petrarca, Ariosto, le città e la storia italiane) fino a creare un innesto potentissimo da considerarsi come una prova paradigmatica di quella Verjüngung, quel «ringiovanimento», che in campo traduttivo era stato il miraggio di Goethe e dei romantici tedeschi."" -
L' alienazione linguistica
Questo pamphlet è una preziosa e avvincente analisi dell’elemento in cui tutti noi, in quanto umani, inconsapevolmente ci muoviamo, e che determina forse più di ogni altra cosa le nostre idee, e quindi le nostre azioni: il linguaggio. Il fuoco della polemica è rivolto in maniera feroce contro l’egemonia della lingua anglo-americana, ma la questione è ben più ampia: come si instaura il potere, in tutte le sue forme, all’interno del linguaggio? In che modo, noi umani, abitiamo il linguaggio, e in che modo possiamo renderci refrattari alle forme di potere che se lo contendono? L’analisi «tetraglossica» di Gobard ci offre nuovi e sorprendenti strumenti per rispondere a tali domande, proponendoci di pensare il linguaggio come un ambiente a più dimensioni, almeno quattro appunto, in cui si dispiega la nostra esistenza fin dai primissimi passi. Tutto ciò in uno stile che si fa beffe della saggistica accademica. Come scrive Gilles Deleuze nella sua prefazione, «Gobard non procede in alcun modo come un comparatista. Procede come un polemista o una sorta di stratega, preso egli stesso in una situazione. Si colloca in una situazione reale in cui le lingue si affrontano concretamente». E ancora: «Gobard ha un nuovo modo di valutare i rapporti del linguaggio con la Terra. In lui ci sono un Court de Gébelin, un Fabre d’Olivet, un Brisset e un Wolfson, che ancora resistono: per quale avvenire di linguistica?». -
Il volto del secolo. La prima cellula dell'architettura razionalista italiana
In questo libro Carlo Belli ci restituisce un ritratto sorprendentemente vivido e realistico, nonostante le venature a tratti persino epiche, di una fase cruciale della vita culturale italiana fra la Prima e la Seconda guerra mondiale. Un gruppo di giovani architetti facenti capo al Politecnico di Milano - il cosiddetto «Gruppo 7» - propone un manifesto teorico e una serie di progetti che verranno esposti sia in Italia che in varie sedi internazionali, in cui si contemperano una versione radicale del razionalismo e un richiamo originalissimo alle radici «mediterranee» della nostra tradizione. Gli architetti in questione sono Luigi Figini, Gino Pollini, Guido Frette, Sebastiano Larco Silva, Carlo Enrico Rava, Giuseppe Terragni e Ubaldo Castagnoli, quest'ultimo poi sostituito da Adalberto Libera. Si tratta di coloro che attraverso le loro opere faranno uscire l'architettura italiana dalle secche del provincialismo per portarla all'avanguardia rispetto all'Europa e al mondo. Tutti i grandi architetti italiani ancora oggi celebrati nel mondo - dai vari Fuksas, Renzo Piano, Boeri ecc. - si possono considerare epigoni rispetto a quei pionieri, le cui opere, dal quartiere EUR a Roma alla Casa del Fascio di Como, sono forse gli ultimi grandi frutti prodotti in campo artistico dall'Italia. -
Specchio il gattino
Specchio è un gattino affettuoso e giudizioso, che porta questo nome per via del suo pelo liscio e lucente; amante della caccia e, solo due settimane all’anno, delle scorribande sui tetti in cerca di una gattina da amare. Quando è nel fiore degli anni, però, muore la sua anziana, amorevole padrona e lui si ritrova abbandonato, cacciato di casa, e senza nessuno che gli assicuri il cibo quotidiano. È ridotto pelle e ossa, e conduce una vita di miseria ed elemosina. Si imbatte in Pineiss, il mastro stregone cittadino, che gli propone un patto scellerato: gli metterà a disposizione i cibi più succulenti per tutto il tempo che sarà necessario, ma quando Specchio sarà grasso a sufficienza, lo stregone potrà ucciderlo per estrarre il suo grasso e adoperarlo nelle sue pozioni magiche come ingrediente imprescindibile. Specchio accetta, firma il contratto, e da qui in poi dovrà escogitare sempre nuovi, astutissimi piani, per salvarsi la pelliccia. -
Il mondo dei posteri. Utopia e distopia nella Russia del primo Novecento
L'antologia Il mondo dei posteri - Utopia e distopia nella Russia del primo Novecento propone al lettore italiano un viaggio mai prima intrapreso nella fantascienza russa e sovietica degli albori, i cui testi restano ancora in larga parte inediti. Essa, affiancandosi agli esempi ben più popolari di Jules Verne, Camille Flammarion, ed Herbert George Wells, sviluppa un tipo di narrazione che pone al centro le conseguenze del progresso illimitato della scienza (quella che poi verrà definita futurologia), e apre le porte a tutta una tradizione successiva, come quella dei fratelli Boris e Arkadij Strugackij o Stanislaw Lem, che sarà destinata a un riconoscimento internazionale. Presentiamo qui quattro testi: Atavismo (1899) e Una sera... del 2217 (1906) di Nikolaj Fèdorov; La repubblica della croce del sud (1907) di Valerij Brjusov; e un capitolo dal romanzo Il mondo dei posteri (1923) di Jakov Okunev, intitolato Il risveglio. Valerij Brjusov (1873-1924) fu tra i massimi poeti tra il xix e il xx secolo in Russia, caposcuola della scuola simbolista e famoso in vita anche all'estero. Ja-kov Okunev (1882-1932) è invece sostanzialmente ignoto al lettore non russofono, fu scrittore e giornalista, autore di varie opere a tema utopistico e distopico. L'autore dei primi due testi infine, Nikolaj Fédorov, è dato come ignoto, ma in base alle nostre ricerche potrebbe trattarsi di uno pseudonimo dell'autore polacco Ferdynand Antoni Ossendowski (1878 - 1945). -
Case perdute. Nuova edizione ampliata
"Da decenni, in sostanza da un secolo, la poesia italiana non trovava un autore così deciso a rifondarne la lingua, a esplorare le potenzialità nascoste di quella comune, a farsi un vocabolario suo come necessità espressiva e non come gioco e smontaggio ironico di quello altrui o della piazza"""". - Vittorio Coletti, Storia dell'italiano letterario, Einaudi, 2022" -
Come colui che teme e chiama
Protagonista di questo libro è la lingua, il suo viaggio all’interno del destino delle cose e degli uomini, il secolo andato e che viene, i drammi e la memoria come forma perduta o riconquistabile. Una neutra sequenza numerica, spoglia di titoli, ne scandisce l’andatura. Il rumore di questi ultimi anni si incamera in forme stranianti, che dalla metastoria, come Cagnone dice sia l’intima natura della poesia, sanno dire la storia come complessiva trama, che sanno dirci il mondo, non i fatti presi nel loro silente darsi. Tutto questo non si traduce in una attitudine di rifiuto del presente. Tik Tok, Disneyland possono convivere naturalmente con la meraviglia di un frassino o un ricordo di viaggio, con parole domestiche o invettive sulla perdita di senso, su squarci di tempi più antichi, tra Pindaro e Hölderlin, senza alcuna ridicola ipoteca postmoderna o presunzione enciclopedica. Senza mai perdere cura, senza mai snaturare i propri termini e temi fondanti.rnLa parola di Cagnone elude le maniere e gli stili, rifiuta la saggezza accondiscendente di chi si finge maestro di conventicola, abolendo un mito cardine della società letteraria: l’idea stessa che la letteratura vada raggiunta come una tecnica specifica, come fosse un esercizio atletico della mente, o una professione attestata. Questo poeta reclama solo il diritto di erranza, la gioia di un’oscurità non programmatica, non sviscerabile con sicumera per confondere ancor più il senso delle parole. La poesia allora come azione nelle parole e sulle parole, sondando l’ignoto: «prodiga oscurità, / ignoto a ignoto /restituisci» -
Sensations. Rossa come il fuoco
La vicenda, ambientata tra Londra, la campagna inglese e Roma, scava nella psicologia di personaggi che, sotto brillanti posizioni sociali, nascondono sensibilità insospettate e anche drammi irrisolti, caratteristiche tutte che emergono progressivamente grazie alla indomita volontà della protagonista, una giovane donna dai capelli, appunto, ""rossi come il fuoco""""."" -
Bacco bifronte
Perchè in questo libro, Bacco, dio del vino, è definito bifronte? A essere ""bifronte"""", nella mitologia latina, era in realtà Giano, il dio che vede sia il passato che il futuro: applicando lo stesso attributo a Bacco, si è voluto indicare sia la storia, il presente e il futuro del vino, sia anche la capacità della bevanda scoperta da Noè di essere benefica, se usata con moderazione, oppure dannosa, se abusata. E questi sono infatti i temi del libro: l'enorme diffusione del vino, bevanda ormai globalizzata, con dettagliate schede che ne documentano le produzioni, ma anche la sua grande versatilità, in cucina per esempio, la sua storia millenaria, le benefiche sostanze contenute e un'infinita serie di curiosità, alcune assolutamente inedite, legate alla sua presenza da sempre accanto alla vita quotidiana dell'Umanità."" -
Rimorsi o rimpianti
"Si usa dire: 'È meglio vivere di rimorsi che di rimpianti'. Antica questione! Giusfredi si confessa con quella spontaneità toscana che mescola serietà e sorriso, tragedia e commedia, sapidità di lingua e convinzione che occorra percorrere la vita senza prenderla del tutto sul serio. Ecco, quindi, inanellarsi situazioni sempre diverse ma sempre dominate dal tocco leggero del narratore che, se parla in prima persona, tuttavia si guarda agire con divertimento, un po' di indulgenza, qualche ciglio sollevato ma, soprattutto, una grande, straripante vitalità. 'Rispetti e rimbrotti', la raccolta di poesie che chiude il volume, mostra, invece, tutta la sensibilità che si nasconde anche in un animo apparentemente scanzonato, perché la vita può anche rivelarsi, al contrario di quanto detto, una commedia, ma da prendere sul serio""""." -
La vigna dei Regard
Quale verità può cercare un giovane francese, figlio insofferente di un viticultore provenzale, dopo aver vissuto con grande intensità il fascismo montante, l'amore, la guerra, la prigionia, l'abbandono? Forse scoprire che tra la vite e la vita esiste una differenza ancora più impalpabile di quella semplice vocale scambiata. -
Camminando sul confine
Francesca lavora con impegno in ufficio e si dedica alla famiglia con passione. Ma che cosa accade quando una donna simile riceve un inaspettato avviso di cassa integrazione? Rabbia, risentimento, sgomento e paura. Lei, tuttavia, riuscirà a trasformare la ribellione del cuore in un salto in avanti. Quando però le cose sembrano aver preso una piega anche migliore di prima, ecco l'incontro con il giovane Mattia, che la porterà a mettere in discussione le sue convinzioni più profonde. ""Camminando sul confine"""" tratta il tema attuale delle problematiche collegate al lavoro, con la sua sempre maggiore precarietà. Precarietà che si è estesa, man mano, anche alla stessa vita affettiva, rendendo sempre più arduo il compito di stabilire un legame duraturo. È un romanzo insieme arrabbiato e innamorato, alla ricerca di una chiave positiva per la vita e che indica nell'ironia la migliore risorsa, all'occorrenza.""