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L'ordine degli sciacalli
Un giallo potente, nello stile legal thriller, ambientato all’Aquila nel periodo post terremoto, dove si vive il dramma di chi convive quotidianamente col dolore della perdita, dovendo fare i conti con l’avidità e gli interessi di persone senza scrupoli che raramente vengono punite. Lo stile schietto basato su fitti dialoghi, come un teatro napoletano, fa emergere tutta la miseria morale e il degrado di quelle persone in apparenza impegnate nella ricostruzione grazie al proprio ruolo sociale, che si comportano invece come crudeli e imperdonabili sciacalli. -
Desideria e lo scrigno magico. Una fiaba terapeutica per la crescita personale e relazionale
Alla nascita l’uomo vige in una condizione di dipendenza totale dai propri simili, da cui riceve nutrimento, cura e protezione. Con la crescita egli esce progressivamente da tale dipendenza, per raggiungere quell’autonomia necessaria all’auto-sostentamento. Ciononostante, la sua natura sociale gli impedirà di approdare a un’indipendenza assoluta dal proprio ambiente relazionale, cui si lega la sua stessa sopravvivenza, come l’evoluzione ha dimostrato. Da qui l’urgenza di allenare quella che Goleman definisce “intelligenza sociale”, specie in luce del costante aumento dei disagi nella vita di relazione. La presente proposta di crescita personale mediata dalla fiaba è rivolta, in primis, a psicoterapeuti e psicologi impegnati in percorsi supportivi destinati a un target femminile, a partire dall’adolescenza. La lettura è comunque indicata a tutti coloro che operano nelle “help professions”, agli interessati ad approfondire il tema in oggetto ma anche a tutti noi, nella misura in cui la fiaba connette spontaneamente alla dimensione del desiderio, indispensabile per conferire direzione e senso alla nostra vita. -
Angelo Giuseppe Roncalli cappellano militare nella Grande Guerra
Don Angelo Roncalli (Sotto il Monte, 25 novembre 1881 – Città del Vaticano, 3 giugno 1963) crebbe all'ombra del grande vescovo Radini Tedeschi in una Bergamo segnata da profondi conflitti sindacali. Scoppiata la Grande Guerra, si arruolò senza esitazione prima come sergente e poi come cappellano di Sanità. Il suo fu un patriottismo cattolico ""senza odio"""", contro ogni forma di nazionalismo aggressivo. L'esperienza personale della guerra, mai rinnegata, portò in seguito Giovanni XXIII a ripensare profondamente il rapporto tra fede e guerra fino a ridimensionare, dopo Hiroshima, la tradizionale dottrina della """"guerra giusta"""". A sessant'anni dalla Pacem in terris e dalla sua morte, e dinanzi alle drammatiche guerre odierne, rileggere il suo percorso esistenziale e culturale è l'occasione per comprendere la fede di un uomo che non si è ritratto dall'incarnarla nelle più profonde contraddizioni della storia, per cercarvi una nuova speranza per l'umanità. Presentazione di Mons. Santo Marcianò. Prefazione di don Ezio Bolis."" -
Z. La guerra del soldato Konstantin
Andrea Romoli è stato uno degli inviati RAI chiamati a raccontare la guerra in Ucraina. In uno dei suoi reportage ha avuto modo di leggere un documento secretato al Museo Nazionale di Kiev: il diario di un soldato russo scritto nei giorni dell’assedio alla città. Konstantin, giovane militare effettivo in un reparto di prima linea, vi raccontava le sue crisi di coscienza per una guerra che sentiva profondamente ingiusta, la quotidiana paura di morire, ma anche i sogni e le speranze comuni a ogni ragazzo di 20 anni. L’autore, egli stesso un ex combattente, veterano delle guerre in Afghanistan e Iraq, ha trasformato le parole del militare russo in un dialogo a distanza con questo soldato del cui destino nulla è riuscito a sapere. -
Dolomiti. Alte vie per l'anima
Nello scenario del vasto massiccio riconosciuto Patrimonio dell’Umanità, questo racconto descrive tre itinerari compiuti dalla narratrice un’estate dopo l’altra, rispettivamente sui passi di una guida di montagna, in ricordo di una storia d’amore e in cerca di una nuova relazione, spirituale, con la natura. I paesaggi attraversati rivelano via via il loro passato geologico, la preistoria e la storia delle Dolomiti, la relazione fra l’uomo e la montagna e il desiderio di elevazione che le guglie ardite e le moli imponenti ispirano. I tre percorsi del racconto intrecciano dunque storia personale e ambientale, e rappresentano altrettante aspirazioni alla conoscenza, all’amore e al sublime. Durante l’ultimo viaggio, un incontro trasforma la ricerca di elevazione in desiderio di comunione, liberando un’inclinazione della narratrice che era prigioniera delle sue paure. ""Questo è un libro di passione, di emozione e di erudizione. Di passione perché l’autrice, nata non lontano dalle cime di cui parla, le ha viste, conosciute, percorse fin da giovane, e perché la sua ambizione è quella di condividere con noi la passione che ha sempre provato per queste montagne. È anche un libro di emozione, perché ogni racconto escursionistico è ricco di incontri umani, riflessioni sulle gioie e sui rischi dell’alpinismo, osservazioni su luoghi, paesi, sentieri e monti. È infine un libro di erudizione perché Cristina Noacco non manca mai di evocare il passato di queste montagne, dalle loro più lontane origini fino agli aspri scontri di cui furono teatro durante la Prima guerra mondiale."""" (Dalla Prefazione di André Bouvet)"" -
Agostino Ancilotto, il volto di un eroe dell’aviazione
A cento anni degli eventi, un giovane storico trova tra le rocce e i boschi delle Alpi Giulie i resti dell'aeroplano del tenente Ancilotto, rampollo di una famiglia d'industriali veneti. Inizia così il racconto di come, partendo dall'acquisto casuale di un semplice bracciale, si possa ricostruire la biografia di un giovane eroe che altrimenti sarebbe rimasto «solo un nome su una delle tante lapidi presenti sui palazzi cittadini in memoria dei caduti». Ognuno di questi nomi è infatti un ""attore storico"""" che ha la sua avventura da raccontare. Prefazione di Paolo Varriale. Introduzione di Silvio Ghedin."" -
Viaggio nell'Ade carsica. Il Cimitero degli Invitti della Terza Armata sul colle S. Elia
Invitti della Terza Armata sul colle S. Elia venne consacrato il 24 maggio 1923 alla presenza delle più alte cariche del Regno, delle più importanti autorità militari e di una smisurata folla di reduci. Esso, di fatto, costituiva la risposta italiana all’indifferibile necessità di assegnare una prima degna sepoltura ai caduti, nel caso specifico alle decine di migliaia di combattenti della Terza Armata morti sul Carso che, a fine conflitto, appariva come un infinito cimitero campale. Eccezionale dal punto di vista concettuale, sconvolgente per impatto, originalissima nella sua forma, potentemente evocativa del campo di battaglia carsico, grandiosa sia per intenti che per capienza, la necropoli sorta sul colle S. Elia rappresentava un unicum in termini di architettura funeraria militare. Fino al 1937, anno della sua dismissione in favore della ieratica scalea del Sacrario militare di Redipuglia, quella agli “Invitti” fu una delle irrinunciabili tappe del turismo patriottico-reducista, fenomeno che si sviluppò in particolare negli anni Venti e Trenta del Novecento portando in “pellegrinaggio” a Redipuglia centinaia di migliaia di uomini e donne provenienti da tutta Italia. Per la collana “Archeologia di guerra”, il volume indaga la genesi, le trasformazioni, la frequentazione popolare, l’iconografia e, infine, il declino del Cimitero degli Invitti della Terza Armata, sorto sul Carso per coloro che sul Carso erano caduti e da visitare in ginocchio e la mente al Cielo come fu scritto su una cartolina del tempo. -
Preti in battaglia. Vol. 5: Da Caporetto alla fine della guerra
Per la prima volta nella storia i sacerdoti divisero il destino dei soldati sui campi di battaglia: feriti, uccisi o prigionieri. Alla storiografia mancava il racconto delle straordinarie imprese di questi 1.400 cappellani venti -trentenni che nel 1917 uscirono addirittura con le prime ondate d’assalto per essere vicino ai loro amici, soldati e ufficiali, salvando vite e non esitando a prendere il comando dei reparti quando non c’erano più ufficiali in grado di farlo. -
Santo il Benandante
Nella tradizione dei ""guaritori"""", contadini friulani, uomini e donne vissuti nel Cinquecento e Seicento, Santo il Benandante è il protagonista di questo romanzo on the road tra spazio e tempo. Misteriose capacità e intrecci amorosi si susseguono tra luoghi sacri e antiche scritture nelle grotte di Qumràn. Postfazione di Roberto De Santa."" -
In sé diviso
«Con i suoi versi Fabio Budicin ci riporta a questioni esistenziali profonde e nostalgiche, dipinge stati d'animo tormentati e li trasforma in parole e suoni che permettono al lettore un coinvolgimento tale da acquisire nuove consapevolezze. Per questo motivo la silloge ha diversi livelli di accesso e ognuno ha la sua chiave di lettura perché la poesia è nell'anima di chi la legge. Il testo poetico ""In sé diviso"""" di Fabio Budicin è ripartito in quattro sezioni che sembrano corrispondere a un percorso interiore, in cui le poesie diventano simboli e metafore per indagare se stessi e la vita, la passione col """"suo sentore di morte"""", la """"mancanza"""" che non è """"privazione"""", la dimensione temporale che diventa """"tempo unico che si svolge da mattina a sera dall'estate all'inverno"""", l'amore scolpito nell'inquietudine e nel dolore, nella dolcezza e nella delicatezza». (dall'introduzione di Nuccia Giudice)"" -
Chianti. Kunst, Geschichte, Traditionen
"Passeggiare sulle stradelle fra i boschi alla scoperta della natura o di qualche seminascosto gioiello d'arte, osservare dalle alture le verdi """"onde di terra"""" trapunte di preziosi olivi e di viti, nobili genitrici del """"re dei vini"""", scoprire la storia nei castelli e nei borghi murati medievali o l'antica spiritualità nelle pievi romaniche dalla sobria bellezza, bearsi alla vista di tante opere d'arte di maestri senesi e fiorentini, fermarsi in qualche osteria a gustare prelibate pietanze, in una terra ospitale come quella del Chianti che offre mille suggestioni per il corpo e per lo spirito, è davvero un puro piacere...""""." -
Luoghi d'arte e di fede a Loro Ciuffenna. Itinerari fra chiese, madonnini, tabernacoli e maestà
"La """"terra berardinga"""" si sviluppa come un elegante fiocco che stringe a sé il morbido declinare delle colline chiantigiane e l'inverosimile scenario delle Crete.""""" -
Castelnuovo Berardenga. Storia, arte, natura, tradizioni
"La """"terra berardinga"""" si sviluppa come un elegante fiocco che stringe a sé il morbido declinare delle colline chiantigiane e l'inverosimile scenario delle Crete.""""" -
Vita sul lago 2600 anni fa. Ediz. illustrata
La vita, gli usi, la cultura degli abitanti intorno al Lato dell'Accesa, raccontati da due simpatici bambini etruschi. -
Terre e cieli di Piero della Francesca. Itinerario in terra di Arezzo
"...quella parte della Toscana circoscritta al territorio della provincia di Arezzo che ancora permette di seguire le orme di un artista come Piero della Francesca, scoprendone vita e opere...""""." -
L' ultima cena. Il Castagno d'Andrea. C'era una volta un paese
Sono venticinque anni di storia di Castagno d'Andrea, piccolo paese della provincia di Firenze, dal 1945 alla fine degli anni '60, dalla sua ricostruzione dopo la guerra al periodo di massimo splendore, prima d'iniziare una inesorabile decadenza. Il racconto si snoda attraverso i profili dei suoi abitanti più caratteristici. Profili che, a poco a poco, fino al capitolo Andrea, ma specialmente in quello dell'Ultima Cena che, non a caso, da il titolo a questo libro, assumono contorni sempre più definiti per diventare, in un'atmosfera fantastica e senza tempo, gli attori di una vera e propria commedia classica. -
Montemurlo. Natura, storia e tradizioni
Un paesaggio spiccatamente toscano, con una fascia collinare e aree con specifiche peculiarità geologiche e naturalistiche, come l'area del Monteferrato, che si intrecciano alle testimonianze della presenza umana, che da sempre ha abitato questi luoghi. Il paesaggio della collina montemurlese è il luogo ideale per passeggiate ed escursioni. Nel Medioevo acquistò sempre maggiore importanza la pieve di San Giovanni Battista Decollato, posta all'interno delle mura castellane. Ville signorili ancora oggi rappresentano una delle principali caratteristiche del paesaggio pedecollinare. Il territorio di Montemurlo vanta una tradizione agricola millenaria, dovuta alla particolare fertilità della terra e alla varietà di terreni. -
Ricette della Versilia. Tradizione ed innovazione tra il mare e la montagna
Le ricette raccontate e presentate da Irene Arquint, sono divise in due: c'è la tradizione (di mare e di terra) e ci sono le novità (nella sezione Innovazione), che i nuovi chef della Versilia stanno elaborando per rinnovare una ristorazione che è fra i vanti dell'offerta turistica. E così questo libro di ricette diventa anche una sorta di guida alla scoperta della Versilia. Con Viareggio che è all'avanguardia della ricerca gastronomica (con punte di valore nazionale) e l'entroterra che conserva il gusto della tradizione, della memoria, di un tempo che non vuole passare mai. Di una cucina delle mamme e delle nonne che è nell'immaginario di noi italiani. In questi piatti c'è la Versilia che tutti amiamo: quella aspra delle Alpi Apuane, quella civettuola delle ""sabbie nobili"""" di Forte, quella popolare e golosa di Viareggio. C'è il pesce del mercato in Darsena, la selvaggina del lago di Massaciuccoli, le verdure della fertile pianura fra Camaiore e Pietrasanta, l'olio delle colline di Massarosa."" -
Val di Bisenzio. Guida di Emilio Bertini, con itinerari tra natura e arte
La pubblicazione della Guida della Val di Bisenzio di Emilio Bertini, uscita nel 1881, vede nuovamente la luce in una ristampa anastatica. Il testo originale dell'autore è stato integrato con un'introduzione e tutti i 24 itinerari descritti dall'autore, sono stati corredati da fotografie e aggiornati ad oggi, con indicazioni, ove presenti, dei numeri dei segnavia del Club Alpino Italiano (CAI). Gli aggiornamenti con i percorsi di oggi intendono restituire piena attualità ad un volume di grande utilità per chi voglia inoltrarsi lungo i sentieri e le strade che da Prato si diramano verso l'Appennino o verso la Calvana. -
Gabriele Garbolino Rù. Ritratto multiforme. Ediz. italiana e inglese. Con CD-ROM
L'artista torinese Gabriele Garbolino Rù, con una conoscenza tecnica e una perizia non facili da riscontrare nei giovani artisti di oggi, utilizza sempre più spesso nelle sue sculture, accanto a materiali tradizionali - quali il marmo, il bronzo, il legno e la terracotta - l'alluminio, la ghisa pesante e il ferro acidato, metalli meno ""praticati"""" per le oggettive difficoltà di fusione, con effetti suggestivi e profondamente eleganti.""