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La drammaturgia di Enzo Moscato. La scena come spazio dell'io, della memoria, dell'artificio illusorio
Il volume si pone come studio dell'intero opus drammaturgico di colui che la critica teatrale non esita a definire il più rappresentativo tra gli autori napoletani contemporanei. Seppur proveniente da una formazione culturale intrinsecamente diversa, al pari dei Maestri della scena partenopea del Novecento (Scarpetta, Viviani, De Filippo), anche Moscato compie il suo percorso teatrale ponendosi come artista trinitario (autore, regista e interprete). Una scelta che non toglie centralità al testo scritto, il quale permane nella sua funzione di elemento fondativo dell'evento teatrale attraverso la componente linguistica. Inteso come patrimonio collettivo inalienabile, il napoletano s'impone come elemento centrale di questa narrazione. Phonè aspra, viscerale, iper-espressiva, nonché ""grado zero della scrittura"""" e prima semiotica esistenziale che l'autore apprende da bambino, l'idioma vive un'inedita riconfigurazione. Ma, ancor prima di essere semplice espressione biografica, questa lingua è per Moscato dichiarazione lucente del proprio humus etnico-glossico-genetico: Napoli. Materialmente la città è, in senso fisiologico, il cuore dell'ordito drammaturgico. Nel non essere mai entità lontana, ma, figurando come fonte primigenia d'ispirazione, l'immagine dell'urbe ingloba suggestioni intime con il risultato che i concetti di memoria e degradazione, autobiografia e storia collettiva finiscono col fondersi nella composizione dello spartito testuale."" -
Girasoli al vento. Riflessioni e ricordi su mio padre
Il testo, che nasce come omaggio alla memoria del padre, a quindici anni dalla sua scomparsa, ripercorre pagine di vita vissuta accompagnate da note e riflessioni di costume, in particolare sul rapido cambiamento del modo di vivere, di sentire, di comunicare di questi ultimi anni, rispetto alla stagione dei Chiaroscuri d'Inverno, che vengono qui rieditati e riproposti per un messaggio di luminosa evoluzione, pur nell'instabilità dei tempi che viviamo. -
Le lacrime di Napoli
Marie, giovane donna parigina, vive a Napoli con suo marito e i suoi figli. Scopre il dramma che si svolge alle porte della città: cumuli di spazzatura che invadono le strade scuotendo psicologicamente un'intera popolazione. Marie grida la sua rivolta e punta il dito contro le organizzazioni criminali che gestiscono in modo illegale i rifiuti tossici. Una pratica illecita resa possibile grazie alla negligenza, forma ""elegante"""" dell'immoralità di coloro che sanno e lasciano fare. Allarmata dal pericolo, questa giovane madre deve prendere una decisione immediata e crudele: trasferirsi a Parigi per proteggere i suoi figli oppure rimanere per salvaguardare la sua famiglia unita? Una scelta che metterà in discussione la sua vita e a dura prova le sue convinzioni."" -
Il futuro di Napoli è nella rivoluzione digitale?
La rivoluzione digitate, la diffusione del linguaggio che trasforma testi, suoni, immagini in una sequenza di numeri binari (0, 1), si fa strada anche a Napoli e nel Mezzogiorno portando benefici ma al tempo stesso generando nuovi pericoli. Il maggiore beneficio della digitalizzazione è che induce i cittadini a condividere l'uso della ricchezza superando il possesso, la proprietà esclusiva di un bene e puntando all'utilizzo di quel bene in collaborazione con altri cittadini. I saggi inediti raccolti in questo volume, organizzati e coordinati da Mariano D'Antonio, sono accomunati da una valutazione tendenzialmente ottimista degli effetti della digitalizzazione a Napoli sull'economia e sulla società locale senza nasconderne i rischi, specie il rischio del declino di antichi mestieri e della distruzione di posti di lavoro, non bilanciati completamente dall'emergere di nuove professionalità. II merito delle analisi qui riportate è d'intrecciare le innovazioni introdotte nelle attività produttive e nei servizi alla persona con i traumi e i faticosi processi di adattamento richiesti alla popolazione. Lo scossone trasmesso alle abitudini consolidate e l'assorbimento delle innovazioni mettono alla prova la vitalità della popolazione, specie dei giovani. Il volume, dopo l'introduzione di Mariano D'Antonio, si avvale del contributo di Francesca De Felice e di Tina Andreoli, socioeconomiste, dedicato al crowdfunding, la raccolta capillare di fondi per finanziare iniziative socialmente meritevoli. Segue il saggio di Achille Flora, professore di economia, sull'industria della Campania in bilico tra tradizione e innovazione sotto la spinta di un progetto ambizioso, il Piano Industria 4.0 predisposto dal Ministero dello sviluppo economico. Liliana Bàculo, economista dello sviluppo, si è dedicata alle piccole imprese innovative, le start-up, che crescono in Campania ad un ritmo soddisfacente. Ugo Leone, urbanista e ambientalista di lungo corso, si dedica alla rigenerazione del territorio che avrebbe un punto di forza nella partecipazione attiva dei cittadini. Francesco Bellofatto, giornalista e docente, esamina progetti e iniziative digitali che in Campania tutelano e valorizzano il patrimonio culturale. Mariorosario Lamberti, professore di diritto, esamina la regolamentazione del lavoro a seguito della rivoluzione digitale. -
Comprarsi l'amore
Giulia, abbiente vedova di un noto professionista, conduce una vita apparentemente soddisfacente. Una serie di eventi imprevisti mette in crisi le sue certezze, costringendola a una scelta discutibile, ma perfettamente in linea con il suo carattere. -
Il grattino della mosca. Brevi storie da leggere in metro o seduti sul wc
Storie brevi come il click di uno scatto fotografico, quanto basta per capire che l'immagine che conserviamo nei file dei nostri pc, probabilmente, dice molto di più. Il fotografo non blocca che un momento. Tutto ciò che accade prima o dopo è lasciato ad una verità che non tutti percepiscono ma che un insetto piccolo e silenzioso come una mosca, talvolta, ha il privilegio di osservare. -
Bob Dylan. Parliamone
Ha 77 anni e da quando ne aveva 18 è in giro per il mondo a scrivere e cantare canzoni. Ha vinto l'Oscar, il Pulitzer, il Nobel. C'era prima dei Beatles e c'è ancora. Ha tenuto migliaia di concerti e venduto decine di milioni di dischi. Bob Dylan, parliamone. Prefazione di Luigi Caramiello. -
Così in cielo come in terra
Dagli incontri con un gruppo di amici per commentare i romanzi letti nasce nell'autore il desiderio di poter leggere se stesso nel racconto, ironico e intenso, dei suoi incontri con situazioni e persone lontane e vicine. Alla sua memoria, scissa come in un sogno, affida un tentativo di raccordo tra le sue origini disperse tra Mitteleuropa e America Centrale, tra le due vite perplesse di pilota militare prima e di avvocato penalista poi, tra due idee confuse di fede e ragione, e l'unica certezza di non essersi mai radicato in niente di diverso che nei suoi affetti. In Costarica, dove è nato da un padre ungherese in fuga dal nazifascismo, in Toscana dove è cresciuto, negli Stati Uniti dove ha incominciato a volare e a Napoli dove ha imparato a mentire, l'autore rintraccia i territori, le parole, le amicizie, gli oggetti, gli amori, le letture, le relazioni, le fantasie e le allucinazioni che ne hanno segnato il percorso di crescita tra dubbi fecondi di realizzazione personale e la consapevolezza di una vita privilegiata dall'avventura multiculturale. -
Aghi di pino
Ettore Baldi, fin da piccolo, si è chiesto cosa rappresentasse quella serie di numeri perennemente in tumulto nella sua mente. Appassionato di mitologia greca, ricorda di aver letto che tutti gli uomini, alla nascita, conoscono la durata della propria vita e, quindi, il giorno della morte. La sofferenza del nascere però è così intensa da far loro perdere memoria di quella data. Anche lui era nato apparentemente senza dolore, senza emettere quei vagiti che solitamente accompagnano la venuta al mondo di tutti gli esseri umani. Quei numeri che si mescolano nel suo cervello potrebbero rappresentare la data della sua morte? Quando mancano ancora tanti anni al ""momento fatale"""" Ettore pensa quasi che quello sia un privilegio e gode appieno dei piaceri della vita. Poi, man mano, quel pensiero si trasforma in un'ossessione che trova un'apparente conferma, in prossimità del giorno così temuto, in un gravissimo incidente che coinvolge la sua figlia più piccola, Laura. Il destino racchiuso in quelle cifre era riservato forse non a lui ma a quanto aveva di più caro."" -
I mostri di Anoir
Ambientato tra il Sud, il Centro, il Nord Italia e Cracovia, ""I mostri di Anoir"""" narra la storia del viaggio di un giovane trovatello cresciuto in un paesino difficile della Campania con i suoi genitori adottivi immigrati dal lontano Pakistan. Il suo animo artistico lo porterà a scoprire prima la poesia e poi una tecnica rara per far suonare i bicchieri di cristallo che diverrà la sua arte primaria e che gli darà notorietà tra gli uomini. Vicenda particolarmente drammatica, intervallata dall'amore purissimo e salvifico incontrato a Cracovia negli occhi di Afef, la nipote di un uomo misterioso morto tragicamente nei campi di sterminio, che libra il suo spirito attraverso la musica dei bicchieri di Anoir e lo spinge ad andare nella sua città natale. Il romanzo alterna la narrazione in prima persona del protagonista - la cui vita è continuamente minacciata e incupita dalle troppe figure ambigue incontrate lungo il cammino che spesso si radicano nella sua psiche delicata - al racconto del narratore onnisciente, creando così una trama densa di significati e colpi di scena."" -
I vasi di maiolica delle antiche spezierie napoletane
Le decennali, organiche ricerche condotte dall’autore sulle antiche produzioni di maiolica del Regno di Napoli hanno portato al riconoscimento, al recupero e alla riappropriazione alle Fabbriche napoletane di centinaia di esemplari di vasellame farmaceutico appartenuto alle numerosissime spezierie e aromatarie conventuali, ospedaliere e private napoletane, i cui cospicui corredi ceramici sono andati dispersi o perduti a causa dei terremoti e delle insurrezioni popolari che hanno travagliato la città, ma specialmente dopo la soppressione dei conventi, voluta nel 1806 nel decennio francese da Giuseppe Napoleone. -
A Sud del sessantotto. Tra storia e storie
A sud del '68 tra storia e storie, tra ieri e oggi. E dove il presente e il passato si alternano in due filoni: storico-rievocativo e romanzesco. E dove si racconta di due giovani che tra una contestazione e l'altra s'innamorano e vanno a vivere insieme e che dopo cinquant'anni si trovano a parlarne con i coetanei di ieri e con gli osservatori di oggi. Una stagione narrata a più voci e in due tempi. Per la verità anche il riferimento al Sud più che una localizzazione geografica sa tanto di un altrove temporale e sociale. Qui si si parla di un parto epocale, di diritti e di libertà, e anche di cucina e di fare all'amore dentro un sacco a pelo, e soprattutto di giovani che per la prima volta mostrarono di voler e poter contare qualcosa e di scommettere su una scuola farsi conoscenza, civiltà e ricerca. Ma quel periodo diventa un chiodo fisso che esalta gli uni, nonostante certe ingenuità, e manda in bestia gli altri. Provate a chiederne agli incapaci di proiettarsi in un futuro collettivo, e vi risponderanno che si è trattato di una bufala e una perdita di tempo e che anzi sarebbe ora di smettere di parlarne. Al contrario è stata la meridiana che, nel mettere a fuoco la luna e non il dito, induce la storia a risvegliarsi, la pagina a convertirsi in memoria viva, la realtà a diventare invenzione e... Galileo ad accumulare esperienza. Infatti perché non fare l'appello del divorzio, dell'aborto, delle donne che conquistarono la minigonna e della pace (abbasso guerra e terrorismo), che quei giovani propugnarono da un occidente all'altro? E perché non rivendicare come intramontabili certe lotte alla povertà, alle diseguaglianze e ai senza voce che non avevano casa? Alla fine si scoprirà che quei manipoli di scalmanati saranno pure caduti nel pozzo, ma che, come Talete, hanno saputo fiutare il vento delle nuove muse e tentato di rimuovere l'ingiusto del presente a vantaggio del futuro. -
La sindrome di Thalberg
Quell'uomo mi sta rovinando, pare stia raccogliendo prove molto compromettenti contro di me. Fino ad oggi il suo gioco mi è costato un capitale, ma adesso potrebbe rovinarmi completamente. Io lo devo trovare, subito: lei me lo deve trovare. - Ok, incaricherò due tra i migliori uomini della mia agenzia. - Forse non ha capito, Loggins, io voglio lei, perché lei è il migliore. - Ma... se io riuscissi a trovarglielo, lei cosa gli farebbe? -
Magafemmina. Novelle di Mario Ricca
Saga familiare ambientata a Napoli dalla seconda guerra mondiale ai giorni nostri. Bettina è una giovane donna costretta dai genitori a sposare Amedeo, un uomo violento che la umilia. Odia il marito ma ama i due figli e per loro si sacrifica. Così come odia il ruolo a cui è costretta dal regime il cui capo si propone come il marito perfetto, borioso, verboso, invadente e traboccante di osceno vigore maschio. Ha ancora la copia dell'enciclica che il prete aveva consegnato loro al matrimonio, insieme alla polizza nuziale delle assicurazioni di stato del premio di natalità. Aveva letto faticosamente quelle righe che il sacerdote aveva sintetizzato: una condanna a vita. Costringevano la donna tra le mura di casa, stabilivano che il maschio era superiore, spiegavano che il lavoro femminile era una malvagia attività pericolosa per la famiglia e per l'educazione dei figli. Ama ammirare il cielo notturno e di ogni stella vorrebbe conoscere il nome. Durante uno dei tanti bombardamenti che si susseguono in città muore il figlio, il piccolo Gaetano, che aveva iniziato da poco le elementari mostrando attitudini per lo studio. Lei non si dà pace: ""Uno scienziato poteva diventare e invece è morto in modo orribile"""". Un mattino all'alba decide di scappare da Napoli rifugiandosi da zia Concetta e zio Ciccillo a Baiano, dove incontrerà un giovane studente, marinaio, sfrattato. Tra i due nasce l'amore, lui le insegna i nomi delle costellazioni e i miti greci a esse legati. Lei giura a se stessa di non tornare mai più dal marito e dai genitori che le avevano imposto di sposarlo. Ma..."" -
Sogno napoletano
Sogno: realtà = Napoli: città nuova; un' equazione da risolvere attraverso il viaggio per la città assieme allo scrittore Domenico Rea andando alla ricerca dei come e perché. Lontano da stereotipi e luoghi comuni scendiamo nelle viscere della città e ne attraversiamo l'anima. Oltre il coraggio della realtà, c'è la sfida del sogno che per realizzarsi necessita del distacco di Napoli dalla sua stessa natura e dagli uomini che la popolano; oltre che da sentimento, sentimentalismi e meridionalismi. Si va, attraverso la sintesi degli opposti, verso possibili equilibri e punti d'incontro fra il caos delle tante contraddizioni e delle molteplici identità della città. Non ci sono mete classiche né percorsi già a lungo idealizzati avvalendosi il golfo partenopeo non del pino bensì del principio di Archimede per continuare con gli altri punti della mappa. Ci s'imbatte nel napoletano verace affiorando il tema della minaccia irrisolta e della sua solitudine. A bussola del viaggio, l'educazione oltre che come costruzione del sentimento napoletano anche come etica civica. -
È sempre amore
«Desidero pubblicare questa nuova raccolta di poesie nella speranza di fecondare l'affetto del lettore per - la terra madre - il fatato amore - l'umanità sempre più offesa dalla dominante legge di prevaricazione sui deboli - l'incanto, la capacità di evocare e la ricchezza espressiva della nostra lingua violata dalla pervadente globalizzazione, dall'indotta depressione civile e devianza culturale - la politica, attività nobilissima se esercitata nel rispetto sia di una democratica architettura costituzionale della società, sia del dovere di rappresentanza pattuito con l'elettore. Non è casuale il mio impegno nel mutuare frammenti espressivi tramandati dai grandi autori del passato». -
La controra
È l'inizio del 1888 e da alcuni mesi la diciottenne Anna, orfana di entrambi i genitori, è stata accolta a Portici, in casa dello zio notaio, nel cuore dell'estinto Regno delle Due Sicilie. La quiete della tranquilla cittadina viene turbata dalla morte di un anziano senatore del nuovo Regno. Il notaio ne apre il testamento e s'imbatte in un segreto che il defunto nasconde da ormai cinquant'anni. Carte di valore inestimabile del suo amico di giovinezza, Giacomo Leopardi. Ma non è l'unico segreto che la grande casa in cui il senatore è morto nasconde al suo interno: il primogenito del notaio, Gennaro, durante una ricognizione rinviene delle lettere di tanto tempo prima. I due cugini Anna e Gennaro, e Carolina, la figlia del proprietario del Caffè della piazza, scopriranno lentamente che dietro quelle lettere si cela qualcosa di più delle semplici romanticherie di un soldato dal fronte per la sua amata. Qualcosa che ha condizionato il loro stesso passato. Tra nuovi amici, forestieri, amori e nemici celati, nella controra della loro vita, questi giovani si districheranno tra inopportune ma inevitabili coincidenze e un mistero che aleggia sul loro destino. Tra Napoli, la costiera, fin nell'antico Monferrato e, quindi, sulle Alpi, ad Arco in territorio ancora austriaco, tutto troverà un significato. Delle lettere abbandonate, un calice custodito, un patrimonio dilapidato, la guerra dei briganti, il segreto di una rocca, una favola antica. -
Napoli. Cronaca di una implosione annunciata
Sono molti i rischi che Napoli corre di essere trascinata verso una progressiva implosione, nell'incapacità di coinvolgere la sua area metropolitana in una prospettiva di sviluppo innovativo. I segnali che annunciano questo futuro sono raccolti nel testo in una molteplicità di esempi, accompagnati anche da alcuni suggerimenti per cercare di evitare questo esito. -
Semi e germogli nella terra dei fuochi
"Semi e germogli"""" è una silloge poetica altamente sintomatica, decisamente impegnativa sul piano sostanziale, illuminando, ciascuna poesia, una dopo l'altra, le coscienze individuali e collettive su una realtà triste, su un vissuto emozionante, avvincente, quale quello che domina ancora nella Terra dei Fuochi. Ogni singola poesia è un pezzo di questo vissuto che soddisfa, sul piano nutritivo, l'anima ansiosa, delicatamente apprensiva. Nella silloge, dunque, si susseguono temi profondamente stimolanti, stillati dalla profondità dell'essere e dell'esistenza del poeta, profondamente avvertito del valore della famiglia, di cui degusta l'amore della moglie e dei figli, dell'amicizia, della realtà civile e culturale dell'ambiente di vita, della natura (flora e fauna) che lo circonda, dei guasti visibili e invisibili operati dall'umana ambizione, della sofferenza sociale e umana calata nella terra dei fuochi. La silloge, insomma, esprime la sensibilità dell'autore, il poeta Alessandro Tartaglione." -
L' effetto del reale e la prossimità del tra-noi. Fenomenologia del «parergon»
Come pensare la prossimità dell'uno con l'altro? Come mostrare quel tratto in cui si apre la nostra prossimità quando siamo tra-noi? La semplice relazione dell'uno all'altro cela qualcosa di decisivo di questa prossimità. Per questo un'etica della relazione è insidiosa e del tutto insufficiente a mostrare questa prossimità del tra-noi. Così pure un'etica dell'altro andrebbe recuperata dall'immensa retorica con cui circola da molti anni. Questo studio si impegna a sostenere un'etica della datità. Interroga l'altro e la relazione nel momento in cui una datità diventa convertibile con un terzo né mio né tuo. Non c'è prossimità se un terzo non è altro dall'uno e dall'altro. Si cerca di mostrare come la convertibilità del terzo e del dato nomini il reale e costringa a pensare il reale come l'evento stesso dell'apertura del tra-noi. Il lungo percorso del saggio sul tema del parergon solo in apparenza rimanda a un'estetica dell'ente. Il vero interesse è sulla formalità o fenomenalità del dato. Vi sarebbe sempre una parergonalità come evento dell'ente laddove una differenza ontologica è portata al suo massimo estremo. Laddove è costretta e reincontrare l'ente in quanto ente, l'ente come nient'altro che ente. Il saggio svolge un'indagine sulla necessità di questa singolare conformazione e il suo rapporto immanente con la nozione tradizionale di sostanza, di forma o eidos. In questa formalità il legame del tra-noi e l'emergenza stessa della prossimità trova la sua occasione.