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Sepher ha-bahir (Il libro della chiarezza)-Pirquei heikháloth (Trattato dei Palazzi)
Sepher ha-Bahir - Il Libro della chiarezza tale capitolo, da non confondere con il testo omonimo scritto verosimilmente verso la fine del dodicesimo secolo nella Francia meridionale, è considerato dagli studiosi il nucleo portante dello Zohar, e oltre ad essere annoverato tra i «capitoli sciolti», è da considerarsi anche slegato nel soggetto, è, infatti, costituito da una serie di brevi paragrafi senza alcuna consequenzialità argomentale. Le Heikháloth - I Palazzi le Heikháloth disegnano, sicuramente, un periodo anteriore al sorgere della Qabalah vera e propria. Nelle Heikháloth, il mistico ebreo, rapito nella sua visione estatica, cerca di descrivere, nel linguaggio conforme alla propria cultura religiosa, ma soprattutto all'interno dell'ortodossia rabbinica, ciò che incontra nel suo particolare percorso di avvicinamento al Trono di Dio. Tutto preso dal suo itinerario non si cura di indagare la natura della divinità, che gli rimane, in verità, del tutto indifferente, s'interessa soltanto alla visione dell'apparizione di Dio sul Trono celeste, di cui ha appreso in Ezechiele, rimanendo assorbito da tutto ciò che di misterioso fluisce da questo mondo del soprannaturale Trono. -
Pagine esoteriche
Rita Levi Montalcini ha affermato che il male del nostro tempo è di non credere ai valori: ""Non ha importanza che siano religiosi o laici. I giovani devono credere in qualcosa di positivo e la vita merita di essere vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte"""". È in quest'ottica che s'inquadra il libro, i cui argomenti vanno letti secondo il filo conduttore di una visione esoterica della vita, secondo la tradizione sacra di tutte le culture che prospetta due fasi: dall'Uno alla molteplicità e dall'uomo all'immanifesto. Vi si può ritrovare un percorso esistenziale, una terapia personale di crescita che rende liberi dalle apparenze in analogia col mito della caverna di Platone. È il risveglio interiore, è la domanda sulle origini e sulla destinazione cui vanno convogliate le energie: nella rinascita, che è passaggio da uno stato all'altro in cui ogni conflitto si armonizza come nel Logos di Eraclito o dello Sfero di Empedocle. Il mito si intreccia con la ricerca esoterica e le connessioni simbolico-culturali si fanno dense di significati nel capitolo sui """"Tarocchi"""" che segue all'indagine sul pensiero di grandi illuminati. Il viaggio infine è affidato alla fisionomia dell'Albero della vita con una suggestiva lettura della Qabbalà che punta alla descrizione delle sue dieci Sefirot. Prefazione di Federico Sinopoli."" -
Quaderni dell'accademia. Studi dell'Accademia Templare
Per il quinto anno consecutivo l'Accademia Templare pubblica i testi dei saggi scritti dai propri soci e simpatizzanti. Questo libro contiene nove delle quattordici opere divulgate in formato digitale nel 2016 e trattano temi afferenti prevalentemente al periodo medievale, nonché all'antico Egitto, alla massima espressione della pittura rinascimentale e alla misteriosa personalità di Cagliostro. Tutte le opere hanno in comune, comunque, la passione degli autori per la cultura e per la conoscenza delle vicende dell'umanità, sia quelle antiche che quelle più recenti, che qui sono trattate con rigore storico e amore per la verità. -
Federico II e i templari
Federico II, definito dai suoi contemporanei stupor mundi per la magnificenza estetica ed intellettuale di cui seppe circondarsi, a detta dei suoi detrattori utilizzava qualsiasi risorsa o espediente per la conquista del potere. L'Ordine del Tempio nel regno di Sicilia trovò in Federico II dapprima un atteggiamento d'indifferenza. L'imperatore cominciò a mostrare aperta ostilità nei loro confronti a partire dal 1227, con l'elezione a pontefice di Gregorio IX, che intendeva combattere l'egemonia del sovrano svevo nella penisola italiana. I Templari, schieratisi dalla parte del papato, divennero oggetto di rappresaglia anche in Terra Santa e i beni che possedevano nella provincia di Apulia, e che erano in contrasto con la legislazione sulla manomorta, furono confiscati. -
Le spugne raccontano
L'amore per la cultura, la curiosità del conoscere e conoscersi, il piacere della convivialità hanno dato vita a questo gruppo eterogeneo, che ha saputo cogliere dalla diversità delle storie, dalle diversità delle idee e dalla diversità delle ""appartenenze"""" un filo conduttore comune che ha fatto da collante fra persone e opinioni, fra gusti e desiderio di espressione. Ne è scaturito un cenacolo di amici, che hanno saputo ascoltarsi e dialogare, partendo la ciò che li unisce per ritrovarsi anche in ciò che li vede differenziarsi fra loro. Le Spugne sono un gruppo di persone libere, donne e uomini, che ritrovandosi e confrontandosi, ascoltandosi e misurandosi hanno trovato una difficile via da percorrere ma al contempo una via che rafforza, ritempera e arricchisce. Il cammino è lungo e la meta posta sulla linea dell'orizzonte, ma tutti noi sappiamo, come diceva Bruce Chatwin, che ciò che conta non è il punto di arrivo, ma quello che si scopre durante il viaggio; la ricchezza degli incontri, il piacere delle soste e la soddisfazione del superamento degli ostacoli fanno sì che ogni tappa sia una meta e la meta diventi una semplice tappa."" -
L'esperanto «nascosto». Il progetto di Majstro Zamenhof a cent'anni dalla morte
Il progetto di lazzaro Ludovico Zamenhof, l'iniziatore dell'Esperanto, una delle più felici proposte di lingua veicolare universale offerta all'inizio del Novecento, prima che linguistico, è culturale, e le sue basi ideali si radicano nella cultura libero-muratoria del Secolo XIX. Il suo programma era molto più articolato e complesso di quanto superficialmente si porrebbe credere. L'ideazione di una lingua universale, strumento privilegiato di comunicazione per l'umanità, sarebbe dovuta essere, agli occhi del suo pianificatore, solo il primo passo di una riflessione ben più ambiziosa: l'Esperanto sarebbe stato solo un viatico per il contributo alla creazione, nel mondo, di una cultura comune, di un sentire comune, di una comunione d'intenti. Se l'Esperanto si offriva come ponto-lingvo, ""lingua-ponte"""", seconda lingua planetaria che — concepita come medium - avrebbe dovuto tutelare le varie altre del pianeta e anzi promuoverle, allo stesso modo una nuova cultura mondiale - basata sui fondamenti della tolleranza e della reciproca comprensione, del rispetto, della fratellanza — avrebbe contribuito al migliore rapporto fra i popoli offrendosi come terreno comune in cui ognuno, pur nella propria diversità, avrebbe potuto inserirsi in un rapporto rispettoso e costruttivo con gli altri. E il conflitto più aspro fra culture si sarebbe manifestato, alla fine, in ambito religioso: allargando l'ottica e generalizzandone il processo, solo una ponto-religio, una """"religione-ponte"""" nei medesimi termini dell'Esperanto, avrebbe aiutato il Bene e il Progresso dell'Umanità, in un progetto che avrebbe preso forma propria nello Homaranismo, sorta di religione naturale che era la finalità prima degli intenti dell'Iniziatore della lingua. Il lettore è condotto, passo passo, in un percorso introduttivo, e insieme di approfondimento, in uno stile più narrativo che saggistico, a riscoprire il motivo etico alla base della proposta esperantista, per riconoscerne il valore produttivo per una società, quella odierna, che del dialogo inter-culturale e inter-religioso ha fatto una delle sfide del suo benessere presente e futuro."" -
Diario di un eletto Cohen
La definì la sua 'prima scuola' e mai ne prese criticamente le distanze. Tant'è che il sistema dell'Ordine degli Eletti Cohen di Martinez de Pasqually rimase sempre costante nel suo pensiero, anche dopo l'incontro con i libri di Jacob Bohme. Al punto da immaginare un matrimonio tra le due esperienze. Il Diario di un Eletto Cohen ci dà l'esatta misura del primo Louis-Claude de Saint-Martin, ancora alle prese con un'attività speculativa e teurgica senza uguali in occidente. -
Quello che siamo stati, che siamo, che diventeremo
Questo volume, proposto per la prima volta in lingua italiana, è stato per anni uno dei classici del Martinismo delle origini, cioè quella esperienza originaria nata con l'Ordine degli Eletti Cohen di Martinez de Pasqually, di cui Pierre Fournié fu il primo segretario, sostituito poi Louis-Claude de Saint-Martin. Il tentativo è quello di conciliare le profonde intuizioni iniziatiche e le pratiche operative di quella prima scuola con l'ortodossia del pensiero cattolico. -
La chiesa interiore
La ""confraternita eterna"""" non ha espressioni storiche che la raccontano. Non è figlia della storia come le chiese positive, le chiese esteriori. Teorizzazioni come quella che offriamo qui, o l'Ordine degli Eletti Cohen di Martinez de Pasqually o la Società degli Indipendenti del Coccodrillo di Louis-Claude de Saint-Martin o l'utopia di Karl von Eckartshausen nella Nube del Santuario sono le uniche autenticamente """"universali"""", dove gli uomini, tutti gli uomini, sono """"fratelli"""" e accomunati dalla stessa origine e dallo stesso destino."" -
L'anacrise
L'Ordine degli Eletti Cohen si struttura intorno a una pratica di teurgia cristiana, che aveva fonti molto più antiche, neoplatoniche e influenze cabalistiche. Ecco perché questo volumetto fu sempre tenuto in grande considerazione fino all'ultima edizione, curata da Robert Amadou. Se la cosmogonia è la descrizione di un essere eterno che si fa enti, ripercorrere gli enti, interrogarli, vuol dire andare contro corrente, verso la fonte. Il filosofo non si limita a 'pensare'. Il filosofo 'fa', 'agisce'. Anacrise vuole dire questo: interrogazione. La teoria e la pratica teurgica sono, in questo trattato del quindicesimo secolo, insegnati da un maestro a Libanius, un suo discepolo. -
La «favola del serpente verde» di Goethe
La trasformazione dell'uomo, questo è stato il grande tema della favola esoterica più nota di Goethe. Se siamo immersi in una realtà, che possiamo interpretare con i nostri (limitati) sensi fisici, in cui sembra possiamo solo 'diventare', fino a 'morire', come è possibile, se è possibile, andare oltre l'esserci e sparire? Oswald Wirth, così come anche Rudolf Steiner, ci aggiunge del suo, in questo commentario. -
Liberi Muratori nella Milano del Novecento. La loggia «Cavalieri di Scozia» dal 1911 agli anni Sessanta
Benché l'obiettivo del volume sia finalizzato alla ricostruzione della vicende della loggia ""Cavalieri di Scozia"""", la narrazione affronta un più vasto quadro di riferimento nazionale e cittadino. Lo schema adottato si può raffigurare graficamente con tre cerchi concentrici: il primo, più ampio, con la ricostruzione delle vicende nazionali tenendo conto delle dinamiche prodotte dalla """"diarchia imperfetta"""" rappresentata dal Rito Scozzese Antico e Accettato e dal Rito Simbolico all'interno della più grande Obbedienza massonica italiana. Il secondo dedicato al contesto milanese, sotto certi aspetti unico e poco studiato, essenziale per capire il terzo e specifico cerchio della vita della """"Cavalieri di Scozia""""."" -
Il labirinto nel mondo antico. Archeologia di un simbolo esoterico
Con il termine labirinto indichiamo un percorso che da un punto di accesso conduce ad un centro attraverso una serie di circonvoluzioni, in genere sette, con andamento pendolare (ambagi), che rendono necessarie almeno tre inversioni nel percorso. Il labirinto, formato da meandri e spirali, divenne rappresentazione dell'andata e del ritorno. Nel tempo le sue forme sono cambiate e le sue circonvoluzioni sono passate dalle spirali ai meandri, dalle linee curve e sinuose alle linee rette e spezzate. In tutti i casi, comunque, il cammino rimane tortuoso, non necessariamente simmetrico o ritmico, sebbene la sua formulazione abbia sempre richiesto una notevole armonia nelle forme. L'analisi sistematica della figura del labirinto nel mondo antico richiede per prima cosa la definizione del suo valore iconografico come simbolo in un determinato territorio per un preciso periodo storico. In questo modo è possibile procedere all'individuazione di confronti iconografici anche tra ambiti territoriali e cronologici diversi. -
Il Graal ritrovato
Perceval e Germana intrecciano le loro storie in un'avventura che li porterà ad attraversare la corte di Artù, Excalibur, la lancia sanguinante e il Graal. Perceval, l'uomo che avrebbe dovuto salvare il Re Pescatore, dopo aver fallito la missione della sua vita e dopo aver errato senza uno scopo per cinque anni, torna nella Terra Guasta nuovamente alla ricerca del Graal e per recuperare l'amore di Blancheflor. Mentre Germana insegue la sua realizzazione in un mondo ancora maschilista e patriarcale, in una corte arturiana appassita, imbattendosi proprio nel rappresentante più illustre di questa, Galvano. Lo scopo dei protagonisti del romanzo, però, non è soltanto il ritrovamento del Graal e della Lancia, ma soprattutto il raggiungimento della felicità, della propria identificazione e dell'integrazione di femminile e maschile, di sentimento e ragione, sia nel privato che nel sociale. -
La voce delle cattedrali
La cattedrale, stupefacente compendio di saggezza, forza e bellezza, è da considerarsi come uno scrigno al cui interno è racchiuso, come gemma preziosa, quel sapere antico e immutabile che rappresenta il punto d'incontro tra l'uomo e il suo Principio. Quel sapere, la cui radice affonda nei culti misterici, ci parla attraverso un linguaggio che è stato scritto nella pietra e con la pietra dagli antichi Magister. La simbologia è la chiave, il vero linguaggio, la voce dell'inesprimibile attraverso l'arte del costruire che allo stesso tempo nasconde e rivela. Esso è lo strumento per apprendere e comprendere in forma intuitiva ciò che ci sovrasta nella continua ricerca della dimensione divina. -
L'apocrifo di Giovanni. Lo gnosticismo, il mito e la metafisica
L'apocrifo di Giovanni è rimasto sconosciuto fino agli inizi del XX secolo. Il suo fortunoso ritrovamento ha costituito una delle scoperte più importanti nel campo dello studio sulle religioni tardoantiche. Nel 1896, lo studioso tedesco Carl Reinhardt acquistò un libro in papiro al mercato d'antichità del Cairo. Sulla provenienza del volume non ottenne informazioni precise; il venditore gli raccontò che era stato rinvenuto nel fondo di un pozzo presso Akhmim. Reinhardt lo consegnò all'egittologo Carl Schmidt, il quale tradusse dal dialetto copto sahidico quattro trattati fino allora sconosciuti: il Vangelo di Maria, l'apocrifo di Giovanni, la Sophia di Gesù Cristo e gli Atti di Pietro. Schmidt si apprestò all'edizione del manoscritto ma il lavoro incontrò vari e malaugurati incidenti, fino alla morte prematura dello stesso studioso nel 1938. Il coptologo Walter C. Till si incaricò di portare avanti il lavoro ma anche stavolta l'impresa fu ostacolata dallo scoppio della seconda guerra mondiale e, in seguito, dalla straordinaria notizia del ritrovamento dei codici di Nag Hammadi. -
I segreti di Qumran
Perché la Chiesa ha cercato di bloccare o comunque di ritardare la pubblicazione dei testi dei manoscritti ritrovati nella grotte di Qumran? Cosa nascondono o dicono questi testi? Quando, da chi e dove sono stati ritrovati? Una lunga serie di quesiti accompagna da decenni questi misteriosi rotoli, ai quali generazioni di studiosi hanno dedicato lunghe indagini e approfondite ricerche. L'intento del libro non è di rivelare verità sconosciute oppure di illuminare la mente del lettore propinando tesi precostituite, bensì di fare ordine e di offrire a chiunque la possibilità di approfondire l'argomento, avvalendosi di una bibliografia completa ed equilibrata. ""I segreti di Qumran"""" vuole quindi essere nulla più di un compendio, una guida, un vademecum, che consenta, a chi ne fosse interessato, di seguire una propria via per giungere alle conclusioni che più lo convincono."" -
Lavori della r. madre l. la sebezia all'oriente di Napoli. Primo grado simbolico o apprendista libero muratore
Dopo il 1860 anche se numerose e profonde erano le divisioni in seno alla Massoneria italiana (specie per le rivalità fra il Rito Scozzese e il neonato Rito Simbolico Italiano, oltre che fra i diversi Supremi Consigli, sedenti nelle antiche capitali degli staterelli italiani) si andava sentendo sempre più l'esigenza di riunire ciò che era sparso. In tal senso, tralasciando le vicende, non sempre nobili ed eroiche dei Massoni italiani, soccorre la pubblicazione dei primi rituali italiani a stampa. -
Il mito dell'arca
Scopo di questo pamphlet è quello di mostrare che la storia del Diluvio è mera materia di antiche tradizioni e soltanto un altro modo di esprimere antiche favole. Ma le favole dell'antichità hanno per la maggior parte un interesse religioso, filosofico o mitologico. Come già gli antichi Egizi espressero la loro saggezza con i geroglifici, così tutte le gerarchie sacerdotali velarono la loro conoscenza in apologhi o fiabe. Come certi insegnamenti morali che, ai nostri giorni, sono espressi per parabole, così la saggezza del mondo antico trovava espressione nelle favole. Dove i moderni scriverebbero un saggio, gli antichi maestri avrebbero raccontato una storia, ed è possibile che da questa consuetudine il termine storia sia diventato talmente equivoco da stare sia per narrazione di fatti realmente accaduti, che per falsità o fantasia. -
Lavori di loggia
La vera essenza della massoneria non è argomento di accademia. Non è credenza o seduzione del sapere scientifico e della speculazione filosofica ma è movimento della ragione verso l'assoluto, verso il non conosciuto che è sempre e comunque un itinerario umano. È innata la tensione che spinge ognuno di noi ad ampliare i propri orizzonti e di spaziare su territori di confine, di rottura e di messa in discussione di tutto ciò che da apparenza di sé. Un itinerario, dunque, che per l'iniziato risulta impervio ma avvincente e che attraversa le ragioni stesse dell'esistenza. Il coraggio è la forza che spinge avanti ma sarebbe mera illusione se non riuscissimo a comprendere anche il lessico misterioso con il quale la natura si disvela, ci parla.