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Non fate troppi pettegolezzi. La mia dipendenza dalla scrittura
"Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi"""". È l'ultima storia scritta da Cesare Pavese su un pezzo di carta, prima di lasciare i suoi lettori, la sua vita, i suoi libri. Il saggio di Paolin parte da questo finale per raccontare un inizio. Anzi, quattro inizi. Seguendo l'auspicio di Pavese l'autore mette in cortocircuito le esistenze di quattro scrittori torinesi: Emilio Salgari, Franco Lucentini, Primo Levi e lo stesso Pavese che hanno vissuto al servizio della scrittura. Demetrio Paolin incrocia le opere e i luoghi dove hanno vissuto, meditato, amato; restituisce le loro parole fino a doversene liberare per regalarle agli altri, a noi. Non fate troppi pettegolezzi è una passeggiata narrativa che riflette sull'arte, sulla ricerca della propria voce e sullo scrivere senza mettere nessuno in cattedra ma mescolando gli sguardi agli squarci biografici, dove il racconto dell'Io si amalgama con quello di tutti noi che amiamo leggere e, forse per questo, dipendiamo dalle parole, dalla scrittura." -
Mia figlia spiegata a mia figlia. La mia dipendenza da... mia figlia!
Tutto inizia la notte in cui Dario De Marco sente 'quella' vocina che, per la prima volta, invoca il papà invece della mamma; poi continua 'quel pomeriggio', in cui nelle poche ore di libertà, senza di lei, non sa come occupare l'agognato tempo per sé; l'affare peggiora quando il proverbiale ""ogni scarrafone è bello a mamma sua"""" diventa """"e figuriamoci a papà suo"""". La questione va avanti quando, finalmente, è lo stesso De Marco a svelare la sua agnizione: si, lo ammetto. Sono dipendente da mia figlia! Dal coming out all'autodiagnosi il passo è breve, e il passo è proprio questo libro che tenete tra le mani. Anche se non avete una figlia ma un figlio; anche se non avete figli ma ci state pensando (o anche no): questo libro è per voi. Anche se non l'avete scritto voi. Ma è come se. Questo saggio racconta ironicamente una dipendenza fortuita che si basa su profonde convinzioni etiche: la parità dei diritti e doveri uomo-donna, e quindi papà-mamma e, non da meno, la considerazione dei bambini non come sguardi sul mondo con qualcosa in meno degli adulti. Anzi."" -
Un segreto che non guardo ma che sta al centro del cortile
Daria è una donna che ama la sua libertà, anche se non la conosce abbastanza. Vive rinchiusa in uno scrigno d'amore che contiene la geografia, metaforica, di un cortile in cui è implosa la sua infanzia. Osserva il mondo e il più delle volte le sembra di non appartenervi, non veramente: ""Se ognuno ha il suo modo di vedere le cose, allora è spesso difficile spiegarsi, ed è per questo che le cose si rovinano al mondo. Quando uno ti dice: 'no, la luna non è blu' è un dato di fatto, e allora l'altro non può dire: 'invece è blu' perché non è oggettivamente vero. Ma intanto dentro di sé per questa persona la luna è blu. E c'è sempre qualcosa di vero"""". Daria si fa del male da sola. Si autopunisce per un senso di colpa che viene da lontano: dalla violenza infantile, dall'educazione sentimentale, dalla tormentata femminilità. La sua storia è quella di chi crede di poter vivere senza porsi domande e senza prima aver fatto la pace con se stessi, spazzando via il passato e non considerando le proprie aspirazioni. Riuscirà Daria a vincere la paura, il senso di colpa trovando la consapevolezza di sé e la libertà? Più volte Daria sembra non riuscire, in anni fatti di mille fughe incise dentro attimi di luce, nelle pareti strette dell'esistenza. L'esordio letterario di Chiara Dotta non sfugge al dolore ma lo salva, e ci salva, con l'ironia."" -
Dicono che domani ci sarà la guerra
Enrico è un ragazzo sardo, costretto dalla fame e dalle circostanze ad arruolarsi nella Grande Guerra. Inizia per luì un percorso di formazione che lo rende un eroe buono, sempre dalla parte dei diseredati, dei miserabili. Enrico combatte per conquistare i suoi amori, due ossessioni: la Sardegna e Paska, di cui si innamora a prima vista follemente e per la quale è disposto a tutto. Quando, però, la donna che ama gli chiede di scegliere tra lei e la Patria, la guerra da pubblica diventa una tragedia privata. Da quel momento ogni scelta è determinata da una speranza cieca che ricorda per la disperante vitalità e per l'Indole da ostinato sognatore Il grande Gatsby. Fedele alla memoria storica italiana, Franco Arba inventa un personaggio Intimista che rientra a pieno titolo tra gli eroi romantici della tradizione letteraria. ""Dicono che domani ci sarà la guerra"""" consegna a tutti i suoi lettori un'eredità narrativa potentissima: la coscienza del posteri."" -
L' età definitiva
Nico Chimenti è un trentatreenne ferito, lacerato dall'assurdo che lo circonda. Il passaggio all'età adulta per lui si compie mentre tutto l'esistente torna ossessivamente all'anno della morte del gemello (il 1992, l'anno delle stragi di Palermo e del suo personale trauma): i compagni di scuola, la musica e il pallone, le prime ragazze. Dentro questo passato inquieto, riemergono i segreti di una famiglia spezzata dall'età definitiva, quella della morte del fratello. La voce di Nico mima le voci di un'Italia che si frantuma e si sfalda in una miriade di mondi irreali, di sogni e di incubi, di delusioni e di solitudini, e in cui l'amore si presenta ora sotto forma di salvezza, ora d'illusione. -
Sergente Romano
1861: l'Italia (quasi) unita è il caos di una nascente nazione, un guazzabuglio di fazioni in contrasto, tra borbonici, mazziniani, liberali, clero e i Savoia che smantellano il passato regime, introducono tasse e coscrizione. ""Sergente Romano"""" è la storia vera e sgangherata di un manipolo di sbandati che il 28 luglio 1861 assaltò Gioia del Colle, in Puglia, quale primo atto di un'insurrezione popolare che avrebbe incendiato il Sud Italia negli anni a venire. A capo di quel manipolo di grotteschi, lirici rivoltosi dalla parte sbagliata della storia, Pasquale Domenico Romano, ex sergente dell'esercito borbonico, che per casualità, amore e vendetta, finirà per essere ricordato come uno dei più importanti protagonisti del banditismo post-unitario: il più romantico, il più sconosciuto. Tra numerosi documenti storici e una prosa scattante, asciutta, scorre crudo e selvaggio questo romanzo che vuol dare voce ai vinti, quei contadini incapaci di reggere un fucile in mano, che spesso finivano fuori legge quasi senza accorgersene. Il ritratto di un'epoca di transizione che sembra non voler ancora finire."" -
L' era nuova. Pascoli e i poeti d'oggi
"Ben altro che autore da antologie scolastiche o per bambini, Pascoli è una galassia che comprende tutti i tempi e tutte le scienze, non è solo poesia. Egli è l'umanista moderno, colui che riconcilia natura e uomo, antico e nuovo. È adesso che abbiamo non gli strumenti ma la mente per capirlo. In questo libro quarantasei autori contemporanei (poeti, critici o poeti-critici) molto semplicemente ci raccontano il """"loro"""" Pascoli, in cosa e perché l'opera di questo autore sia ancora attuale e ricca di semi e spunti per il nostro presente. Ne viene fuori un libro che si legge molto bene, che ci parla di Pascoli ma anche del nostro tempo e della nostra letteratura, quella che si sta facendo in questi anni, che non è poi così visibile e conosciuta, specie negli aspetti teorici e intenzionali (con le riviste morte, la saggistica in crisi e il web ancora in gran confusione), e stupisce per le questioni che l'attraversano, e per la quantità di cibi antichi e nuovi che stanno bollendo in pentola."""" (Dall'introduzione di Claudio Damiani)" -
Il grande regno dell'emergenza
Il grande maestro del racconto Raymond Carver affermava: ""Mi piace quando nei racconti c'è un senso di pericolo o di minaccia. Ci deve essere della tensione, il senso che qualcosa sta per accadere, che certe cose sono messe in moto e non si possono fermare"""". I racconti di Alessandro Raveggi piacerebbero a Carver: nel Grande regno dell'emergenza qualcosa sta per accadere o è appena accaduta, modificando irreversibilmente il corso degli eventi, facendoci incontrare, e amare, i protagonisti, ironici e complessi, che animano queste storie a volte grottesche, a volte delicate: fratelli che si mascherano da animali alla ricerca di un perché al funerale paterno, un maestro elementare che deve salvare i suoi alunni da numerose scosse telluriche, l'ultima fuga di un padre e di un figlio, la Firenze bombardata dell'agosto 1944, una partita con la Morte su un aereo di linea per Londra di un vecchio ipocondriaco, le vite fantastiche e impegnate di cinque esuli toscani all'estero, una storia sull'editoria contemporanea e le sue contraddizioni. La scrittura di Alessandro Raveggi si colloca a metà tra il massimalismo americano più divertente e l'eleganza poetica del messicano José Emilio Pacheco, ed è insieme pervasa dal senso di apocalisse individuale tipica dei racconti di Villoro. Con lo sperimentalismo del miglior Volponi condivide il sovvertimento del concetto classico di letteratura, prediligendo l'incedere complesso delle vicende, la tensione costante creata dall'approssimarsi degli avvenimenti."" -
La squola
"La squola"""" è un romanzo per ragazzi e giovani adulti. È la storia di quattro studenti, Fil, Miluna, Cecio e Pauline del liceo artistico di Bologna, la squola: detta così per la scritta che campeggia sul muro esterno dell'edificio dove qualcuno ha volutamente sbagliato a scrivere il termine. Le vicende dei quattro protagonisti sono una perfetta rappresentazione della vita dei giovani alle porte dei vent'anni, tra eccessi, passioni, conflitti sociali e famigliari, sesso. La difficoltà di diventare grandi, la diversità sociale tipica degli studenti, è il tema vincente che l'autrice mette in gioco. La trama si sviluppa su cinque piani narrativi: le quattro voci dei ragazzi più quella della scuola. Fil è un ragazzo belloccio, subordinato al bullo della scuola, Sauro, con il quale trafuga le preziose tavole di fumetti, giunte dall'America, per esporle in una mostra nel liceo. La bravata, che finirà male, renderà Fil un ragazzo più consapevole grazie anche all'amore per la più bella della scuola: Miluna. La ragazza ha una situazione famigliare difficile, senza padre e con una madre allo sbando al punto da acconsentire che la figlia si prostituisca. Miluna, infatti, conduce una squallida doppia vita, alterna u weekend con clienti di lusso ai sogni strampalati e romantici di una adolescente. Gli altri due protagonisti, e voci narranti così come Fil e Miluna, sono Cecio e Pauline. Cecio fa il primo anno, è un ragazzino minuto, insicuro, pieno di debolezza ma anche di tenerezze. Dall'essere vittima dei bulli, Fil e Sauro, si trasformerà in grillo parlante. Pauline, invece, è la classica ragazza geniale ma svogliata, arrabbiata con il mondo e sempre in lotta con genitori e professori. Quando si rende conto di essersi innamorata di Fil lo seduce ma viene poi abbandonata dal ragazzo che le preferisce Miluna. Sarà questo a far esplodere la sua ira e a vendicarsi con Miluna. A tirare le fila di queste storie, avvincenti e fresche come le voci dei protagonisti, c'è """"La squola"""", una sorta di divinità che piano piano intesse le trame fino a ordire il lieto fine per tutti. Personaggi e lettori." -
Fiabe così belle che non immaginerete mai
"C'era una volta, in un reame lontanissimo..."""" Così iniziano tutte le fiabe, ma non tutte, poi, proseguono nello stesso modo. Una delle Fiabe così belle che non immaginerete mai, per esempio, continuerebbe pressappoco cosi: """"C'era una volta, in un reame lontanissimo, ma lontanissimo tipo: che dovunque avessi casa tu, che fosse a Osimo, a Volterra, a Voghera o perfino a Viadana, questo posto rimaneva sempre lontanissimo, e anche i confinanti dicevano, se chiedevi loro del reame: """"Uhh, ma è lontanissimo, aspetti che chiamo mio zio che forse lo sa"""" dicevo, in quel reame lontanissimo tutte le famiglie erano divise in:Belli e Brutti..."""" Ivano Porpora vi condurrà in reami incantati dove incontrerete donne belle belle che amano uomini brutti brutti, cavalieri che hanno perduto il loro cuore, donne che cacciano la bellezza con il retino, bambini velocissimi che recapitano messaggi d'amore tra regni rivali, uomini che giocano a briscola con la tristezza, ma senza vincere, cuori che perdono un colpo, ma per donarlo a un cuore che non batte più, bambini che leggono storie d'amore ai sordi, guerre che finiscono facendo Pum! con il fucile, gare all'incontrarlo e tante altre avventure fantastiche che vi trasporteranno in un mondo magico e capovolto, in cui non importa se non c'è una morale, perché ogni storia di morali ne ha almeno tre, dato che qui tutto, ma proprio tutto, può succedere, persino nulla." -
Letteratitudine. Vol. 3
Un manuale sulla lettura, uno scrigno zeppo di consigli di scrittura, l'ingresso nel laboratorio creativo di tante scrittrici e tanti scrittori di fama nazionale e internazionale, un insieme di percorsi che, tra autoracconti d'autore, interviste e saggi, conducono nel dietro le quinte di libri, scrittori e personaggi letterari che conosciamo e amiamo. In questi e in tanti altri modi può essere definito Letteratitudine 3 - letture, scritture e metanarrazioni, il nuovo libro curato da Massimo Maugeri, che celebra le attività culturali e letterarie del noto blog Letteratitudine, a dieci anni dalla sua nascita. Un manuale che si legge come un romanzo, e che costituisce una vera e propria miniera di consigli e ispirazioni per chiunque, addetto ai lavori o semplice appassionato di letteratura, desideri conoscere da vicino i meccanismi che regolano l'universo che ruota intorno alla scrittura e ai suoi protagonisti, siano essi reali o immaginari. -
Il peso minimo della bellezza
Una madre e un figlio sono il nucleo attorno al quale ruota la narrazione del fulminante romanzo d'esordio di Azzurra de Paola, un microcosmo chiuso e autarchico in cui un giorno appare il Dottore, un uomo ""perbene"""" e dalla singolare capacità d'amare, la cui presenza sconvolgerà per sempre i destini dei protagonisti. Grazie a una prosa poetica, dolcissima e violenta insieme, Il peso minimo della bellezza racconta i piccoli drammi e le enormi sofferenze di questo triangolo amoroso, rivelando al lettore i lati oscuri e taciuti della forma d'amore più pura che esista, quella tra madre e figlio."" -
Stelle ossee
Innamorati nell'Apocalisse, becchini sepolti vivi, incendiari di anime, demoni meridiani, cimiteri e atmosfere crepuscolari sono le figure e le suggestioni che animano ""Stelle Ossee"""". I racconti di Orazio Labbate evocano un territorio arcaico e ancestrale, in cui le tradizioni più tipicamente meridionali, legate al mistero e al sacro, trovano un terreno comune con la letteratura e l'immaginario d'Oltreoceano, ideando un microcosmo archetipico, atopico e peculiare al tempo stesso. Labbate conferma l'originalità di una voce ibrida e profondamente personale e la complessità del suo universo narrativo, ispirato al Southern Gothic americano e alla migliore letteratura Siciliana, dando vita a un Sud che si fa luogo letterario, in cui si fondono le suggestioni di scrittori come Flannery 0' Connor, McCarthy, Faulkner, Poe, insieme a Bufalino, Consolo, D'Arrigo, Sciascia. Diciassette racconti che trascineranno il lettore in un mondo onirico, immaginifico e suggestivo, diciassette frecce scoccate al lato oscuro che alberga in ogni essere umano."" -
Il narratore di verità
Lucio Blumenthal svolge un lavoro inusuale: gira il mondo come ""narratore di verità"""", aiuta le persone a confessare ciò che non riescono a dire agli altri. Sarà il suo bizzarro mestiere a richiamarlo in Val di Brodima, dopo aver ricevuto una strana lettera nella quale suo padre Gildo, che non vede da vent'anni, gli chiede aiuto per riprendere i contatti con una donna misteriosa, Sara. Lucio si ritroverà coinvolto in un mondo fitto di intrighi e menzogne, che lo costringeranno ad affrontare la """"sua"""" verità, celata da falsi indizi e apparenze, e a svelare segreti molto più grandi e pericolosi, che finiranno per sconvolgere l'intera valle. Tiziana D'Oppido esordisce con un romanzo avvincente, dotato di uno stile originale che coinvolge il lettore pagina dopo pagina, in un susseguirsi di colpi di scena, sino al pirotecnico finale."" -
Torno indietro per un bacio
Le avventure e disavventure di Penelope, detta Pepe. Pasticciona, per nulla romantica, fanatica di Lost, Pepe si troverà a vivere una strana avventura per conquistare il cuore di un uomo. -
Cenere
Un mondo desolato e stanco, alla fine della vita e del tempo. Un uomo e una bambina, privi di nome e di passato, attraversano lande desolate e silenziose nelle quali regna solamente il suono del vento e l'odore di una tetra e continua nevicata di cenere, incessante ed ambigua. Nessun albero o animale vivo a tenere loro compagnia, un panorama secco e desolato come casa. Emaciati e provati, lotteranno con tutte le loro forze per rimanere vivi in un mondo, anche se ben conosciuto ora irriconoscibile, più ostile e duro popolato da strani e singolari individui tanto misteriosi quanto solitari. Prefazione a cura di Pierluigi Porazzi, postfazione a cura di Enrico Pandiani -
Nello sguardo di un fiore
Il diario di un padre che racconta l'attesa della nascita di una figlia e il periodo successivo. Il diario di un uomo che non nasconde le sue debolezze e le sue paure. La penna di un giornalista e il cuore di un uomo. -
Canzoni per il lupo
"Canzoni per il lupo"""" è la storia di una lotta, di un corpo a corpo, resoconto di un'aspra battaglia. È una partitura dolente ma anche leggera, perché il finale di partita altro non può essere che la pacificazione con quanto morde e ruggisce dentro e fuori di noi. Bisogna osare, attraversare il buio, incontrare il lupo." -
Apologia di uomini inutili
Il romanzo, ambientato fra lo Yemen e l'Egitto, indaga nelle piaghe della società e si nutre di atti e pensieri folli e disumani. Tra atmosfere cupe, violenze, terrorismo e interessi di politica internazionale, Lorenzo Mazzoni ci offre una storia senza pietà, ignorando completamente l'ipotesi di un lieto fine standard, immergendosi in un viaggio senza ritorno nelle fragilità umane. Apologia di uomini inutili non è dunque una lettura d'evasione. È una lettura di liberazione, anche se dolorosa, perché pensare a tutto ciò che lasciamo accadere sotto i nostri occhi di occidentali può far male. -
Lunarchia
Lunarchia è un viaggio in una poetica colta. Chi sono i nativi della terra di Lunarchia? Sono spiantati, insani poeti, disprezzatori del caso. Sono ricercatori della purezza, affamati di luce. Disubicati per vocazione, fuori da ogni generazione.