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Trenincorsa. Trenta interviste sui tempi che corrono
Attraverso brevi note di costume Annella Prisco Saggiomo traccia un quadro di Napoli:dal passato, rivissuto con sguardo nostalgico, al presente denso di contraddizioni. Da attenta osservatrice dei mutamenti in corso, la scrittrice non esita a denunciare lo spettacolo della Napoli dei nostri giorni, evitando però di demonizzarne le problematiche, le quali semmai accomunano la nostra città alle grandi metropoli. Compagni di viaggio di questo percorso, sorretto dall' ottimismo e dalla fiducia verso un' auspicabile rinascita, sono trenta personalità dell' arte, della cultura, della moda, dell' imprenditoria e della politica. Ne scaturisce un libro-intervista, istantanea di una città colta nel suo momento più difficile e, al tempo stesso, ritratto di coloro che, nonostante le aspettative disattese, non hanno mai smesso di amarla. -
L' occhio stregato
La critica non si è occupata di certi scrittori maggiori e minori, e quando studiati, a volte ha dimenticato alcuni loro libri, da quelli diaristici di Leonardo Sciascia ai racconti giornalistici e non di Antonio Baldini, Ugo Betti, Ercole Patti; altre volte ha dimenticato componenti chiave dei romanzi di Rosso Di San Secondo, Carlo Cassola, Rodolfo Doni; altre volte non ha approfondito l'operare di certi personaggi, come la figura dell'intellettuale nelle opere di Italo Calvino e Mario Pomilio, o del religioso in Ignazio Silone e in Giorgio Saviane; altre volte non ha colto il valore formale e contenutistico di certi libri di poesia di Fabio Doplicher, Giancarlo Panini, Marco Beck, e non si è interessata delle opere di scrittori esordienti quali Mongini, Pingitore, Putignano. Da questa necessità è nato questo libro, che si è fatto da sé, attraverso gli anni, saggio dopo saggio, intervento dopo intervento. È stato il frutto di una passione, di un occhio stregato dalla lettura (e rilettura) delle opere degli scrittori contemporanei. -
Radici perdute
Poesia materica fatta di cose, come di argilla, che si formano nelle mani del poeta che ne fa oggetto di pensiero e riflessione. Sono fili tenaci questi versi, che si annodano formando magazzino per il futuro. Radici aeree che si collegano al lettore, trascinandolo nella materia viva di una conversazione lunga e appassionata. A volte dolorosa, a volte esplosiva. Improvvise rivelazioni, scosse del dire che scavano nella doppiezza dell'uomo, lungo i confini incerti dell'essere. Una poesia spesso disperata e invocativa. Sempre piena e armata di un dire appuntito che lascia un segno indelebile nella memoria di chi legge. E il segno distintivo di una scrittura come di autentica avventura dello spirito e del corpo. -
Solitarie. Viaggio «clandestino» nell'infinito letterario e umano del Novecento
Viaggiatore fuori dalla valigia, così si definisce l'autore di questo libro, che è soprattutto un viaggio oltre le colonne d'Ercole della Conoscenza e del Sapere. Europeista convinto, l'autore, nel 1948, ultimati gli studi universitari, parte per le vie dell'Europa, come si dice, ""in solitaria"""", è la splendida avventura di uno scrittore e di un uomo. Nei suoi occhi resta l'esperienza preziosa di incontri di livello assoluto. Da Jean-Paul Sartre a Boris Vian. Da Osborne al poeta sociologo Danilo Dolci, per citare solo alcuni momenti che compongono la geografia polifonica di questo volume. Dove si fonde letteratura e umanità. Poesia e vertiginoso azzardo verso l'assoluto. Un'avventurosa escursione nel Novecento, che trascina il lettore nell'esperienza del vivere. L'intensa emozione della parola scritta, e la vita come arte dell'incontro."" -
Il broncio
Inviato speciale di ritorno dalle follie della guerra, Jacopo trova un diario della donna amata, Teresa. Quelle pagine sembrano una confessione e un atto di verità amorosa nei suoi confronti. Da quel momento inizia una lunga arrampicata per giungere al segreto di quelle parole. Teresa, enigmatica, anche lei giornalista di talento, pare sfuggirgli, per poi riapparire nella forma indelebile di quelle pagine. Per Jacopo la lettura diventa un avventuroso e talvolta doloroso gioco di specchi. Il labirinto irrisolto di una donna che appare d'un tratto, per lui, in una prospettiva completamente nuova e rovesciata. Il gioco di scatole cinesi col quale procede la storia, approderà a un inaspettato finale. Il lettore ne resterà stupito, preso anch'egli nell'ingranaggio delle rivelazioni. -
Mellone chino 'e fuoco. Venditori e voci di Napoli ('O)
Elaborato come un vero trionfo dei sensi, questo volume registra e restituisce le figure e i suoni degli ambulanti della Napoli che fu, e che ancora resiste, nelle forme di una lingua dolce e aspra, ironica e proverbiale. Nelle voci, che si fanno coro di un popolo che attinge all'estro e alla fantasia le risorse per una sopravvivenza spesso difficile, è dato riscontrare il germe della più genuina canzone napoletana, come autorevolmente messo in luce da Domenico Rea. In questo libro le voci scorrono ordinate e tumultuose, a formare un disegno sonoro della città, dove ciascun venditore reinventa a modo suo il proprio richiamo, con inviti allusivi e talvolta con geniali invenzioni poetiche. Raccolta, questa, da intendere anche come magazzino della memoria, da rinnovare nel presente e nella variazione infinita di una tradizione proiettata nel futuro remoto della Città delle Voci. -
Il nostro viaggio
Una coppia non più giovane si ritrova a fare il punto sulla propria vita e, da lì, sull'intero genere umano. Ha così inizio un viaggio in bilico fra sogno e magia attraverso le diverse epoche storiche che hanno visto Procida e dintorni protagonista: sotto la guida di un buffo folletto che si fa chiamare 'o monaciello i due si troveranno così faccia a faccia con Antichi Greci, Romani, Borboni, e persino coi cromosomi degli abitanti dell'isola. Fino al ritorno fra le mura domestiche, dove la fantasia, filo conduttore dell'intero romanzo, permetterà loro altri eccezionali incontri: perché, come dice o monaciello ""Che jate truvanno, si nun avìte nu poco 'e fantasia?""""."" -
Acqua 'e maggio. I proverbi segnatempo della tradizione napoletana
I proverbi anticipano le parole, e le rendono preziose. C'è un tempo della semina e uno del raccolto. Uno dell'attesa e uno del fare. Ed è proprio scorrendo questa sorta di calendario proverbiale, che si comprende il senso d'uso delle cose. La radice dei sentimenti che negli uomini si tramandano di generazione in generazione. Queste pagine sono una cassaforte dischiusa. Acqua che scorre fra le righe in mille rivoli, e ci ridona il piacere di una tradizione millenaria, antica e mai superata. In particolare di quella Napoli che continua a respirare nel presente, traendo linfa dal proprio passato. -
L' emergenza
Cos'è un paradosso? ""Una conclusione apparentemente inaccettabile, che deriva da premesse apparentemente accettabili per mezzo di un ragionamento apparentemente accettabile"""". Per Nurcato la via da percorrere è quella del gioco delle apparenze e delle combinazioni. Attraverso il capovolgimento cerca di dare una risposta al problema Napoli. La città più semplicemente assurda del mondo. La città per la quale il modo migliore per raccontare verità e finzione è l'uso del cannocchiale rovesciato, dove la logica è di continuo stravolta e ribaltata. Fino alla conclusione sconfortante che la vera emergenza è la normalità. L'ordine. Mentre la vita, l'orizzonte degli eventi, è il caos. Insomma Napoli la si può capire solo facendone l'elogio della follia."" -
Le Zandraglie. Il martirologio della donna in una selezione di ingiurie napoletane
Documento sull'origine e la trasformazione dei costumi e della lingua napoletana, questo libro è un omaggio alla donna, e a quella napoletana in particolare. Quell'oscuro oggetto del desiderio. Croce e delizia, portatrice di sventura e felicità allo stesso tempo. Insomma la donna nell'impasto linguistico, fantasioso e geniale, della lingua napoletana, che conia epiteti icastici e originali. Un martirologio di parole, a volte grevi e sboccate, ma sempre ricco di un senso molteplice e profondo. E che in realtà nasconde il bisogno inesausto di profanare, amando, anima e corpo di quell'inesplorato e affascinante pianeta che è la donna. -
Abitavo a Pompei
Quello che qui ci propone Sebastiano Patanè è un racconto che diventa pretesto per descrivere la vita sociale e politica di quella Pompei distrutta dall'eruzione, il tutto narrato con grande dovizia di particolari ma al tempo stesso con una grande forza poetica. Ed è proprio attraverso questa spassionata forza poetica che, pur trattandosi di un saggio archeologico di tutto rispetto su Pompei, viene abilmente giocata la carta dell'emotività: ci si affeziona ai personaggi ed al loro amore, e questo permette al lettore di sentire con maggior efficacia il dramma dell'eruzione, quasi che lo vivesse sulla propria pelle. Una narrazione, insomma, che si fa a tratti persino commovente, e che ha la capacità di rendere ""umana"""" la Storia, a dispetto dei classici racconti storiografici che tendono invece a disumanizzarla e lasciarla lì, come un fatto estraneo e irreale da guardare solo da lontano."" -
Cesare Augusto nei campi Flegrei
Un astro della storia che dà luce e splendore anche alla terra flegrea, alla terra del mito, arricchita e abbellita come nel grido di Augusto a vantarsi di un impero e, quindi, dell'Urbe ""lasciata di marmo dopo averla ricevuta di mattoni"""". E di marmo sarà l'età augustea che diffonderà e griderà al mondo: """"Romani, padroni dell'universo e stirpe dogata"""". Continua, così, con Augusto, la descrizione che Sirpettino, con una prosa sempre più avvincente, va dedicando agli imperatori romani che nella terra flegrea lasciarono il segno del potere, della forza, dell'odio e delle loro vicende. Un libro come immagine-testamento di un amore che l'autore diffonde verso la sua terra, verso la terra sacra a tutti, ad ogni uomo."" -
Nino Taranto. Vita straordinaria di un grande protagonista dello spettacolo italiano del Novecento
Nino Taranto, indimenticabile attore, cantante e macchiettista, del quale si è celebrato nel 2007 il centenario della nascita, ebbe non solo la fortuna di nascere a Napoli, ma anche quella di essere stato avviato all'arte sin da piccolo e di aver vissuto in un secolo, il Novecento, ricco di importanti progressi tecnici, eventi storici, nonché mutamenti sociali e culturali. Bambino prodigio come tanti, egli trascorse l'infanzia nel popolare rione di Forcella e trovò nei suoi familiari la prima fonte di spontanea ispirazione oltre che importanti incoraggiamenti, ai quali si affiancarono quelli di lungimiranti maestri, colleghi e impresari. Giovanissimo riuscì quindi ad affermarsi come cantante e macchiettista e in breve tempo perfezionò ulteriormente il proprio talento su basi musicali prima ancora che di recitazione, diventando un attore dotato anzitutto di una straordinaria capacità di modulare i toni, congiunta a un acuto spirito di osservazione e ad una spiccata predilezione per le tradizioni artistiche partenopee, delle quali si fece non solo interprete, ma soprattutto rinnovatore. Non aveva ancora vent'anni quando debuttò in palcoscenico. Successivamente il cinema gli servì da trampolino di lancio per affermarsi come uno dei più completi e poliedrici artisti della scena nazionale e internazionale. -
Un' eredità scomoda
La scoperta di una misteriosa lettera confessione all'interno di un libro antico, fa scattare una narrazione fra passato e presente. Nel clima austero dell'antica Università napoletana Federico II, i protagonisti, formano una rete di combinazioni dove l'amore e i sospetti su di un ambiguo docente, creano un'arroventata suspense. La matassa si trasforma in un intricato labirinto. Il commissario Biondi indagherà coi ferri del mestiere e la sensibilità di chi opera in un mondo, quello della cultura universitaria, nel quale si alternano luci e ombre. Dove il movente del male spesso si annida nei luoghi oscuri dell'animo umano. Amore, morte, amicizia e tradimento. Tutto nel meccanismo di una trama che coinvolge il lettore. Lo trascina e lo rende protagonista all'interno della scena, verso un finale spiazzante e risolutorio. -
L' Antenna del cuore
Strane coincidenze possono cambiare il corso di una vita; fatti inspiegabili possono scongiurare un pericolo. Incredibili esperienze vissute dai protagonisti di questi racconti rimangono avvolte da un alone di mistero, un mistero che si infittisce quando il sogno sconfina nella realtà e il muro di silenzio che separa questo mondo dall'altro sembra infrangersi. Un mistero che affascina per la verità che potrebbe nascondere: forse un ponte invisibile collega questi due mondi perché l'amore non muore e, anche oltre la vita, lancia piccoli segnali che soltanto l'antenna del cuore è in grado di cogliere. -
I diritti dei bambini
Età di lettura: da 6 anni. -
I diritti dei bambini in ospedale
Come si svolge la giornata di un bambino in ospedale? Chi sono gli operatori e cosa fanno? Giochi, disegni e spiegazioni, con un linguaggio semplice e chiaro, aiutano il bambino, non solo a conoscere l'ambiente nuovo dell'ospedale, ma anche i diritti che può esercitare all'interno: come il diritto a mantenere le sue abitudini, a giocare o studiare, a vedere un film e divertirsi, ad avere vicino le persone a cui vuole bene, ad essere trattato con gentilezza, ad essere ascoltato... Età di lettura: da 6 anni. -
Ci sono anch'io
Uno speciale diario-ricordo. In esso il bambino racconta la sua storia: dal concepimento fino al giorno del suo primo compleanno e ""dà molti consigli sorridenti alla mamma e al papà"""" per farlo crescere felice. La mamma può arricchirlo con foto e particolari legati allo sviluppo fisico e mentale del suo bambino, al fine di conservarlo quale ricordo nel primo anno di vita."" -
Pronto? Sono il librofonino - Un cellulare racconta storie di smombies, smartphones e cyber-bulli. Ediz. a colori
Un cellulare racconta, in ""prima persona"""", storie di smombies, smartphones e cyber-bulli. Accade tra le pagine di """"Pronto? Sono il librofonino"""", un fanta-racconto, ma non troppo, sull'oggetto più amato e non odiato delle nuove generazioni, quelle dei cosiddetti nativi digitali. Ossia: il cellulare. Protagonista è proprio il """"telefonino"""" che, nelle mani di Ale (Alessandro), capta e documenta, con ironia, distacco e pure disincanto, i cambiamenti che smartphones e tablets hanno prodotto (e continuano a produrre) nella vita dei ragazzi, anche nel rapporto con i genitori, con la cerchia dei compagni e nei rapporti con la società. E con se stessi. Età di lettura. da 7 anni."" -
Oggi mi faccio un goal!
A lui non piaceva essere chiamato ""Mister''... Preferiva """"allenatore""""... """"Allenare"""" vuol dire faticare, sudare, correre, soffrire e crescere insieme alla tua squadra... Età di lettura: da 7 anni.""