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Un mare, due popoli, una storia
Agim è un albanese sbarcato in Italia nel ’94 con i famosi e famigerati barconi della speranza. Ma se a Tirana faceva il maestro, approdato in Piemonte, Agim non può che fare il muratore. Però resta viva in lui la curiosità per i luoghi che vede e per le persone che incontra giorno per giorno, ama le storie della gente e parla con tutti. Così, un giorno, chiacchierando con un amico, nel pinerolese, viene a sapere che a Pomaretto c’è una signora novantenne, ex maestra elementare, che tutti hanno sempre chiamato “la maestra albanese”. Con mille cautele, riesce a farsi ricevere dalla donna, la quale gli racconta una storia potente di emigrazione a rovescio, di quando, negli anni ’20, due giovani torinesi, titolari di un ristorante in Barriera di Milano, furono costretti dalla crisi a cercare lavoro in Albania dove rimasero fino al ‘43. Da quel momento, le vicende di Aldo, il migrante torinese degli anni ’20, prendono il posto di quelle di Agim, e vediamo l’Albania con occhi stranieri, seguiamo le avventure del ristorante aperto a Valona, fino allo straordinario colpo di scena finale, quando la storia attuale di Agim e quella della vecchia maestra si incrociano. Ogni capitolo del libro è alternato a un breve capitolo storico che inquadra il luogo e i momenti storici dell’epoca. Prefazione di Gian Maria Aliberti. -
Con la G.A.F. al Colle del lupo. Itinerari in Alta Val Varaita sul filo dei ricordi di Vigolo Guerrino
Il libro nasce casualmente dall'incontro, tanti anni fa, con Guerrino Vigolo. I pochi ricordi raccolti sono stati lo spunto per una ricerca a tutto campo di un particolare momento della storia dell'Alta Val Varaita, quello che la vide coinvolta nel breve conflitto del giugno 1940 con la Francia. La lenta e progressiva preparazione alla guerra, il dramma della popolazione di Pontechianale costretta a lasciare le proprie abitazioni per la costruzione dell'invaso idroelettrico fino al successivo esodo in massa allo scoppio delle ostilità, gli innumerevoli cantieri per la costruzione delle fortificazioni del Vallo Alpino sono le tessere di un mosaico che lentamente si compone lungo i sentieri che da Pontechianale risalgono il vallone di Fiutrusa. Sentieri dove piccole cose, un rudere, una incisione, un documento, uno scorcio panoramico, sono l'occasione per far rivivere una storia che si perde nei secoli passati, una storia troppo spesso dimenticata che può ancora dire molto a chi ha la pazienza di ascoltarla. -
La fabbrica del volo. Industria, aviatori e memoria della Grande Guerra in Liguria
Nel Primo conflitto mondiale, repentini processi di militarizzazione territoriale portarono la Liguria ad assumere un ruolo strategico in campo aeronautico, grazie alla presenza di attività industriali (Ansaldo, Piaggio, Cives), presidi militari e basi aeree distribuite lungo tutta la costa e nell'entroterra. Gli investimenti nella produzione di moderni e affascinanti velivoli militari - tra cui il famoso Ansaldo SVA protagonista con Gabriele D'Annunzio del volo su Vienna nell'agosto del 1918 - furono destinati a segnare in modo profondo e duraturo lo sviluppo industriale post-bellico; mentre l'impatto evocativo della guerra aerea impresse a lungo nella memoria collettiva i nomi e le azioni di numerosi aviatori liguri presenti nei cieli di guerra, contribuendo ad alimentare la costruzione del mito aviatorio italiano. -
Langhe viaggio nelle stagioni-Langhe journey in the seasons. Ediz. bilingue
La torre squadrata di Barbaresco si offre come terrazzo ai visitatori e regna, senza scomporsi, anche sulle stagioni. Se il cielo l'accompagna con la falce di luna libera emozioni romantiche. -
Andare a caccia di animali, di immagini, di conoscenze
Una fonte esauriente per chi va a caccia di conoscenze sulla vita degli animali selvatici; un manuale per chi voglia esercitare la caccia di selezione agli ungulati e ai galliformi alpini. Essenziale per il conseguimento dell'abilitazione in quanto gli argomenti si articolano secondo le indicazioni dell'Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA). Un'ampia panoramica su ecologia, biologia e riconoscimento di tutti gli ungulati selvatici italiani, dei galliformi alpini e della lepre variabile, nonché un breve excursus sui principali mammiferi predatori, il tutto corredato da materiale iconografico. In più dettagliati capitoli riguardanti l'ecologia applicata, i metodi di censimento, la balistica e gli strumenti ottici, senza tralasciare argomenti altrettanto importanti come l'etica venatoria e le tecniche di prelievo, il recupero dei capi feriti ed il trattamento della spoglia. -
Valligiani al fronte. Sei storie di Grande Guerra tra Pinerolo e Saluzzese
Cos'è stata, per noi italiani, la Prima guerra mondiale? Quanti uomini, ma soprattutto quante donne l'hanno combattuta? Se è vero che il marito, il padre, il figlio, il fratello venivano strappati alla famiglia e mandati al fronte a difendere la patria, la moglie, la madre, la figlia, la sorella rimanevano a casa: a mandare avanti, come si diceva un tempo, l'attività in grado di ""dar da mangiare""""; rimanevano a casa ad accogliere i reduci, gli sfollati. Rimanevano a casa a fare grande un'Italia che senza l'elemento femminile si sarebbe spenta lungo le trincee. Anche questo era combattimento."" -
Il premio Castello degli Acaja. Storia arte stile e nobiltà dell'auto
La storia dei motori, la storia d'Italia, la storia del Bello: il Premio Castello degli Acaja celebra tutto questo e molto altro ancora. Festeggia l'industria di un paese unico al mondo, il suo design. Giunto oggi, nel 2019, alla sua decima edizione, il premio è ormai ritrovo obbligato per centinaia di auto d'epoca e altrettanti fieri loro proprietari. Il pubblico, be', quello accorre ancor più numeroso! Salite a bordo di queste pagine, cambierete marcia su innumerevoli gioielli italiani; farete esperienza di altrettanti splendidi modelli tedeschi, inglesi, francesi e di tutta Europa; visiterete scuderie e castelli, dimore d'epoca e luoghi oramai di culto, quali il Lingotto e il suo ovale. Celebrerete, insieme all'Associazione Acaja Storico, la voglia di vivere! -
Farfalle, papaveri e fiordalisi. La mia nuova vita ai piedi del Monviso
Ho sempre avuto una grande simpatia per questi animaletti colorati, tant'è che molto spesso mi è capitato di sognare di essere una farfalla, di quelle con le ali lunghe, leggermente a punta, vellutate e cangianti. Il sogno è sempre lo stesso: volare di fiore in fiore, tra papaveri e fiordalisi, nascosta tra le bionde spighe di grano, e poi proseguire in un grande prato del quale non si vedono i confini, volteggiare in alto per poi riposarsi su di un fiore nuovo. Infine ricominciare daccapo. -
Capoverde. Le più belle escursioni per scoprire Santo Antão e São Vicente
Una selezione degli itinerari più significativi per scoprire Santo Antão e São Vicente, due isole dell’arcipelago di Capo Verde, un pezzo d’Africa in mezzo al mare, che molto hanno da offrire all'escursionista. Camminare sulle mulattiere che per secoli sono state l’unica via di comunicazione tra villaggi separati da montagne impervie significa capire un territorio aspro e generoso e la gente che ci abita e che con fatica ci vive e sopravvive. La lentezza del camminare per entrare nello spirito di questi luoghi magnifici, dove la vita è ancora dura, chi emigra ritorna, perché non può resistere alla morabeza, quel misto di sodade, nostalgia per la patria lontana e speranza di un ritorno. “Se tu mi scrivi, ti scriverò, se tu mi ricordi, ti ricorderò” canta Cesaria Evora, la regina della ""morna""""."" -
Segni di viaggio. Giuseppe Garimoldi. Ediz. illustrata
"Ogni volta che si traccia un segno, linea o parola, affiora il tentativo di significare, un'idea, un processo; si tenta di portare a galla un mondo e di renderlo palese. Lo spazio, la pagina bianca hanno in sé infinite possibilità di significazione, il gesto che li percorre le rivela."""" Giuseppe Garimoldi" -
A come Amadé
... Faceva molto freddo in quella grigia mattinata di dicembre. Un gelo prenatalizio che prometteva nevischio. E Lui stava tornando per l'ennesima volta a raccontarsi nello stile classico e polveroso che ormai detestava. Stava ritornando sui suoi passi, e nel mentre ripassava a mente la parte, per l'ennesima replica, anche se lo faceva ormai da un pezzo, per il semplice motivo che era entrato nei libri di storia della musica già da un bel pezzo. Una mezzoretta, e sarebbe ricominciata la recita della sua vita, fino a replicare quella morte assurda e prematura. Che tragedia essere un genio, fu il suo pensiero più allegro prima di affrontare l'ultimo gradino, prima di aprire la porta scricchiolante di quell'aula dalle pareti gialline, addobbata da bislacchi arazzi verdi... -
Intreccio realchimerico
Dardalo Sardio, un giovane e colto piemontese, decide di trasferirsi dalla provincia in città, là dove incontra Beatrice. Che nome è Beatrice? All'inizio non ci si pensa, poi, a mano a mano che la lingua trascina il lettore nella vita di Dardalo, s'inizia a intuire che - forse - questa Beatrice non può che essere, guida dantesca, bastone e bussola da rigirarsi tra le dita, mentre c'investe una girandola di eventi emozionali. Eventi che saranno nascita e morte, anche sociale, e poi rinascita ancora... Dardalo Sardio è operatore culturale. Ma cosa significa esserlo, oggi? -
Hauswirth della montagna. Storia di un poeta della carta. Ediz. illustrata
Jean-Jacques Hauswirth nacque nel 1809. Non visse particolarmente a lungo: si spense nel 1871. Tuttavia la sua Svizzera, quella romancia, parla ancora di lui e delle sue mani. Egli fu artista dello Scherenschnitt tipicamente svizzero, l’arte di ritagliare la carta. Lorenza Garbarino ne ripercorre la vita, e lo fa con la delicatezza di chi sa quanta fatica serva a barattare una minestra calda o un giaciglio – o anche solo una parola – con un timido gesto artistico: lavori di Jean-Jacques ancora accolgono il viandante, oggi, non appena questi entra in una casa qualsiasi. Altri lavori sicuramente saranno andati perduti nel tempo, a macerarsi forse sul pendio di una montagna, lungo un prato, là dove vanno a morire i fulmini senza che nessuno li veda, oppure nel ventre di una stufa a carbone. Un’esistenza minima, che ha nel destino le coordinate di quella di Robert Walser: la delicatezza di chi sa come spegnersi nella neve, in solitudine, senza dare fastidio al mondo. -
Un'altra vita. Al di là dei bla bla sui braccianti africani
Lassè e Casimir sono due ragazzi molto diversi tra loro. Uno arriva dal Mali e l’altro dalla Costa d’Avorio. Si trovano entrambi al PAS di Saluzzo. PAS sta per Prima Accoglienza Stagionali. È una risposta istituzionale per accogliere una parte dei migranti africani che ogni primavera accorrono nella piccola città di Saluzzo per raccogliere frutta. Le storie di Lassè e Casimir non parlano solo di un mondo esotico al di là del Mediterraneo. Con l’incedere della narrazione, si scopre che le terre dalle quali provengono, sono molto più legate alle nostre, di quanto crediamo. E anche il nostro benessere e le nostre prospettive di futuro, sono legati indissolubilmente all’esito delle loro avventure esistenziali. -
Nina. Devi tornare sul Viso. Storia di Alessandra Boarelli, la prima sul Monviso
Estate 1863. Una settimana prima che la comitiva guidata da Quintino Sella giunga in cima al Monviso, un gruppo di alpinisti anticipa il tentativo italiano alla vetta. Con loro c’è anche una venticinquenne di Verzuolo. Si chiama Alessandra Re Boarelli. Il maltempo e l’indecisione della guida arresteranno il tentativo. Ma se la salita fosse andata per il verso giusto, una donna avrebbe preceduto sulla vetta i fondatori del Club Alpino. E probabilmente la storia dell’alpinismo italiano organizzato avrebbe avuto un inizio diverso da quello che tutti conosciamo. Ad Alessandra, donna colta e libera, il Monviso è comunque entrato nel sangue. E il 16 agosto 1864, un anno dopo il precedente tentativo, riesce a calcare la vetta della montagna. Ma chi era davvero la giovane pioniera del Viso? Tra storia e narrazione romanzata, questo libro getta un po’ di luce sulla vita, sulla personalità della protagonista e sull’ambiente culturale in cui la donna maturò la decisione di salire sul Re di pietra. -
Ci sono gli indiani ma vado avanti lo stesso. Divagazioni di un viaggio a piedi da Milano a Voltri
"Finché un giorno, un giorno di uggia milanese, uno di quei giorni rinserrati, nebbiosi, umidi, particolarmente tipici della metropoli lombarda, spinto dall’impulso di muovermi, di evadere, di respirare un’aria diversa, senza motivi particolari, se non quelli appena detti, decido di mettermi in gioco. Ma forse, a pensarci bene, non è del tutto vero che non ho motivi particolari: un motivo ce l’ho ed è quello di un pruriginoso desiderio di rivedere il mare, raggiungendolo però a piedi.""""" -
Il lupo e il pastore. Jack e Güstu, storie avverse
Jack è un lupo. Ci racconta di sé, come nelle fiabe: dalle zampettate insieme ai fratelli, fuori dalla tana, al giorno in cui s’è fatto solitario, per poi diventare un maschio Alpha, un lupo che ha conquistato, emancipandosi dal branco, un territorio tutto suo e una femmina che sarà la sua compagna per la vita. Jack un giorno incontra un pastore: Güstu, un vecchio che pascola pecore da sempre. E gli ucciderà numerosi capi: è una necessità, sua e della sua cucciolata. Anche Güstu ci racconta di sé: vede Jack sottrargli la sua fonte di sostentamento e sente d’odiarlo, ma da conoscitore della montagna qual è sa che la colpa non è del predatore bensì del vuoto istituzionale al quale le Autorità cercano di mettere mano, con scarso successo. E si arrende. Lascia i pascoli. Un pastore deve difendersi dal predatore. Un predatore deve nutrirsi, a volte a spese dell’uomo stesso. Allora, come si possono conciliare queste due necessità? Stefanone e Gai, con parole e fotografie, portano il lettore dentro le vite della bestia e dell’umano, sino a che il confine tra le due scompare. Già, perché quel confine in fondo non è mai esistito. La montagna è stata, è e sarà sempre di entrambi. -
Le vie del Mombracco. La montagna di Leonardo. Con cartina
16 itinerari a piedi e in mountain bike con lo sguardo sul Monviso, il Re delle Alpi Cozie, alla scoperta di un monte ricco di storia e di misteri. Siamo sul Mombracco: le sue pareti si alzano quasi verticali dalla pianura del Po, per raggiungere un panorama mozzafiato che dalle Alpi si spinge senza ostacoli su tutta la pianura piemontese. Monaci, cavatori, commercianti, contadini e poi partigiani: per millenni gli uomini hanno segnato una rete di sentieri che senza sforzo raggiungono ogni anfratto di questa montagna aspra. Sono gli stessi che oggi ci accompagnano alla scoperta dei boschi e dei pascoli, delle gole e delle pareti rocciose, in un'esperienza che ha il sapore forte della natura selvaggia. Con cartina scala 1:25.000. -
Trek&Bike e le incredibili forme dell'acqua
Una leggenda narra di un antico Re che fu pietrificato e trasformato in una montagna: il Monviso. Nessuno però conosce il segreto che rende purissime le acque estratte dalle sue falde sotterranee. Trek e Bike lo scopriranno in questa avventura. Età di lettura: da 5 anni. -
Madri. Sulle orme del pittore Pietro da Talada lungo l'Appennino Tosco-Emiliano
Un giovane uomo, professore di una prestigiosa università toscana, decide di mettersi sulle tracce di Pietro da Talada, artista attivo nella seconda metà del Quattrocento che ha reso celebri diversi borghi dell’Appennino Tosco-Emiliano grazie ai suoi dipinti. Ma perché questo viaggio? Per amore della cultura, si direbbe. Ma c’è altro. Vivere le opere di un pittore vissuto secoli fa, non ancora conosciuto oggi dal grande pubblico, presuppone anche amore per la camminata nella natura, almeno su questi pendii; presuppone amore per un luogo: da attraversare e da sentire su di sé. Oreste racconta della settimana che ha trascorso, da solo, nei borghi dispersi sull’Appennino, tra Talada, Busana, Borsigliana e molti altri. Racconta di quanta strada abbia fatto, a piedi, per vedere, toccare quelle Madonne, quei santi e quei Bambin Gesù.