Sfoglia il Catalogo ibs020
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 6561-6580 di 10000 Articoli:
-
Le corde del cuore
"Mi affaccio/ una sera/ a contemplare/ il brulicare/ di luci e di persone/ con i loro guizzi e/ le loro intermittenze/ sapendo/ che niente e nessuno/ fermerà mai/ il continuo/ andare e venire/ del mare della vita.""""" -
Il tempo giusto
"Tante vite abbiamo vissuto,/ ognuna dietro la seduzione della neve./ Troppe cose avevamo da sapere./ Il tempo ci ha ingoiato negli spazi/ avuti in prestito, segmenti/ dove scrivere parole per dire/ della luce dai ghiaccioli sospesi/ alle grondaie quando il sole s’alza/ e scioglie il freddo diradato./ Tante vite in una vita,/ talvolta dimenticate nello scorrere/ lungo il viale dagli argini imperfetti./ Ci siamo abituati al rossore/ della foglia d’autunno dopo l’esplodere/ del fermento del sole dai viticci/ attanagliati ai rami nell’abbraccio/ al pesco a primavera./ Raccolgo bacche e riempio canestri/ ed ho tante cose ancora da sapere,/ mentre la neve ritorna a coprire i passi/ nell’impresa ormai compiuta/ che tutti li contiene.""""" -
Il Cantico di Hermes
"Il Cantico di Hermes"""" è una sperimentazione letteraria che ha come filo conduttore la ricerca sul linguaggio, e che, per esprimere la sua massima potenzialità, ha bisogno di continue variazioni di registro. Nel testo si riscontrerà la riflessione filosofica, prosa poetica, poesia, dialogo teatrale. Come nei laboratori degli antichi alchimisti si fondevano i metalli per ricavare l'oro, così nel crogiuolo del Cantico si alternano e armonizzano differenti stilemi, a partire dalla consapevolezza che è la scrittura stessa, nei suoi momenti migliori, la vera pietra filosofale." -
La stanza accanto
"Metterò a fuoco il mondo, lo capovolgerò col grandangolo invece io lo potrò abbracciare fino a toccare i pensieri e le parole degli altri. Uscirò molto presto a caccia di luce e dell'istante perfetto che un po' come il vento mi fa navigare tra gli scatti del tempo in dissolvenze leggere di panorami notturni e ancora ricordi di silenzi controluce.""""" -
Karoshi. Ediz. illustrata
"Karoshi"""", termine giapponese che significa “morte per troppo lavoro”, è una raccolta di opere d’inchiostro in stile pop art che rappresenta i difetti della società moderna, volta all’estenuante mostrarsi e al consumismo. Raffigura individui stanchi e insoddisfatti, che per i turni massacranti si anestetizzano con l’alcool eliminando ogni rapporto personale." -
Konenki
Il volume esplora la necessità di accettare il tempo che passa, attraverso la rigenerazione e il rinnovamento di sé. ""Konenki"""", parola giapponese che definisce il passaggio da un'età all'altra dell'esistenza umana, diviene così la “parola contenitore” ideale per questa raccolta dove passato, presente e desiderio di un altro futuro sembrano malinconicamente intrecciarsi e fluttuare in una dimensione atemporale."" -
Corteccia
Questa silloge poetica raccoglie trenta testi divisi in due sezioni: ""Corteccia"""" e """"Periderma"""". Il tema è forse uno dei più abusati, l'amore, ma ogni poesia, come la corteccia degli alberi, strato dopo strato mostra – a chi ha il cuore di denudare l'animo del poeta – i sentimenti più puri e più profondi dell'essere umano."" -
La resurrezione necessaria
“Madre, conservami le parole dentro la tasca sacra dove hai sempre un testo vuoto per spiegare le cose che come noi non hanno metro. Madre, contienimi la paura di non sapermi davvero guardare indietro mentre tu piangi ed io non so come farti andare avanti. Sono sempre io la stessa bambina con il viso felice nascosto dal tuo velo. Non so perché per sopravvivere ho imparato tutta sola ad amare la rima che più presto ci avvicina a quella nostra primissima idea di cielo”. -
Ciclo vitale
"Ciclo vitale"""" è un’opera poetica con la quale, attraverso rime e versi, si viaggia per le varie fasi della vita, dall’infanzia alla morte, passando per l’adolescenza, la gioventù, l’età adulta e la vecchiaia, con tutti i sentimenti che ogni fase porta con sé." -
Il dopo è solo per gli dei
“Io, quando non ne posso più, lascio che parlino i morti, poi loro mi spiegano che non è tanto difficile morire e lo fanno con racconti di silenzio, perché nel vuoto il suono è niente, un lessico famigliare degli assenti. Non mi dicono altro e nella loro dimenticanza una verità d’oblio e oscurità. Io, quando non ne posso più, lascio che parlino i morti: il loro alfabeto d’abisso mi cheta, perché di nulla avrò bisogno”. -
Frammenti di baseball. Fantasie sensazioni ricordi
Accadde a Greenville, in South Carolina. Le scarpe nuove gli stavano veramente scomode. No, no, proprio non ce la poteva fare a giocare con quelle calzature chiodate. Si trovava in battuta e sentiva che con quelle cosacce ai piedi non poteva concentrarsi. Fu allora che lo fece e tra lo sbalordimento generale se le tolse e decise di battere scalzo. Da quel giorno tutti lo ricordano come Shoeless Joe Jackson, il “senza scarpe del Baseball”. -
Industriale
Raccolta poetica di Alexandra Censi, che torna a guardare la sua città e la sua periferia con uno sguardo attento, disilluso, onestamente cattivo. Personaggi senza volto e capannoni industriali creano lo sfondo di una poetica quotidiana, viva di corrispondenze tra uomini e cose. Chiude la raccolta una sezione commovente e straniante dedicata al caso Billy Milligan e alle sue ventiquattro personalità. -
Semplicemente poesie
Un piccolo libro sulla poesia e di poesia. Dove vengono messe in versi la musica e le stagioni, il mare e gli umori. Nostalgie del passato si mescolano a sensazioni di un presente in continuo movimento, un oggi di cambiamento. Autobiografia e ascolto di voci vicine e lontane, in poche righe piccole storie di vite vissute. Ci si può ritrovare o, semplicemente, pensare. -
La pazienza dei melograni
La spinta che muove i desideri dell’autrice è la ricerca costante di una risposta alla domanda: “Qual è la vera portata della libertà?”. Uno sguardo delicato e al contempo severo che indaga molteplici declinazioni dell’esistenza: il tempo della cura e della pazienza, la durezza della quotidianità, la menzogna e l’amore che custodisce e monda. Un lirismo intenso, attento a chi ha avuto esperienza del dolore e lo ha poi trasmutato in speranza. -
Canzoniere privato
Questi scritti, canzoni senza voce, vogliono essere cantati. Nel leggerli, ciascuno può trovare la sua personale melodia per accompagnarli, il suo ritmo, il suo arrangiamento. A fior di labbra o in silenzio, può cantare d'amore insieme a chi li ha composti. -
In più direzioni senza tregua. Per tratti brevi dello stesso mare
Giuseppe Cerbino, nella prefazione alla raccolta, afferma che «Le poesie di questa silloge di Luca Arturi sono piccoli affreschi che raccolgono quasi trent'anni di vita quotidiana; il filo rosso che le unisce è un uso leggero della parola con il ricorso a giochi linguistici che in un “andare e venire” hanno la funzione di sfiorare i drammi senza parlarne davvero poiché le forme allusive sono più potenti dei racconti espliciti». -
Love & fury
"Love & Fury"""" è un libro che nasce dal bisogno di raccogliere in forma organica tutte le poesie composte nell'arco di molti anni. L'opera si compone di quattro sezioni: """"Love (I)"""", """"Sotto un cielo scheggiato"""", """"Alla deriva tra l'azzurro e il verde"""", """"Love (II)""""." -
Dove non splendi
«Dopo aver scritto 'Tu mi abbandoni' credevo di esserci riuscito, di aver messo un punto a un capitolo della mia vita. Credevo di dover raccontare qualcosa e di aver fatto pace con i miei mostri interiori. Poi però anche se il passato non ritorna, ritornano le persone, e il più delle volte tornano per andarsene, per dirti addio una volta per tutte. 'Dove non splendi' è il punto di una storia d’abbandono, quel punto necessario per poter ritrovare la gioia». (L'autore) -
Chiesi al vento di Tivoli
La raccolta si ricollega a una precisa tradizione letteraria che vede nel concetto di “Musa” e di “senhal” (uno, o più d’uno) la centralità dell’ispirazione amorosa. Sul piano formale si dà molta importanza alla metrica, non solo come ripresa di una consuetudine storica ma anche e soprattutto quale musica e ritmo del sentire e del pensare, perfino dell’etica. -
Pentagrammi di-versi
Una chiave di lettura affatto pertinente per questa silloge di Silvia Cozzi ci è fornita, già ad apertura di libro, dal titolo medesimo, che è più che esplicito nell'alludere alla musica — non solo, è ovvio, come tema esteriore (una lirica, del resto, è dedicata puntualmente al jazz), ma come elemento intrinseco e caratterizzante di questa poesia. Musica — voglio dire — come ritmo e come eufonia, come cadenza regolare e come sapiente alternanza degli accenti nell'intrecciarsi di rime e di assonanze: musica insomma come diretta espressione delle leggi metriche che governano da sempre la poesia italiana e che in qualche modo sono sopravvissute al dominio, da inizio Novecento in poi, del così detto verso libero. Quella di Silvia Cozzi, in effetti, è e vuole essere una poesia ""metrica"""", una poesia, cioè, tesa a testimoniare, pur nella varietà delle soluzioni formali, una programmatica fedeltà al canone metrico tradizionale. Basta pensare, per un verso, alla fitta presenza in questi testi dello schema del sonetto, cioè di quella che rimane ancor oggi la forma più emblematica e più immediatamente riconoscibile di tale canone, e per un altro verso alla """"consistenza"""" pur sempre metrica anche dei componimenti più """"liberi"""" della silloge, nei quali regna sovrano ancora l'endecasillabo (accanto ad altri versi comunque canonici), non senza l'immancabile presenza di rime e di assonanze.""